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Appendice IV

Disegnatori ed incisori della

Storia della Scultura

(1813-1818)

∗∗∗∗

; (1823

2

)

∗∗∗∗∗∗∗∗

Vengono di seguito elencati i nomi dei disegnatori e degli incisori che compaiono dichiarati (ove non indicati,

da me individuati o presunti) nelle tavole che corredano la Storia della Scultura. Non sono qui indicizzati i nomi dei

disegnatori che pur avendo fornito uno o più disegni contenuti nel Vat. lat. 13748, propedeutico all’edizione, non

figurano dichiarati nel corredo iconografico inciso. Il disegnatore dichiarato (in qualche caso due o tre) in una

tavola - fatto salvo il caso in cui essa sia monografica - qualora effettivamente lo sia (cfr. Appendici I e III) non è

tuttavia sempre l’unico esecutore dei disegni che vi compaiono incisi. Dei disegnatori e degli incisori vengono

nella nota corrispondente indicate le tavole ove compaiono dichiarati e delineati, segnatamente per i secondi, il

percorso formativo accademico e la vicenda artistica (cfr. anche Appendice II).

Albertolli Ferdinando (Bedano, Cantone Ticinese 1781 - Milano 1844)

1

DISEGNATORE

Ansidei Vincenzio (Perugia 1782-1845)

2

DISEGNATORE

Baruffaldi (Barufaldi) Giovanni Antonio (Ferrara 1795 - Roma 1832)

3

DISEGNATORE e INCISORE

[L.CICOGNARA], Storia della Scultura dal suo Risorgimento in Italia sino al secolo XIX. Per servire di continuazione all’opere di

Win(c)kelmann e di d’Agincourt, 3 voll., Picotti, Venezia 1813-1818.

∗∗ L. CICOGNARA, Storia della Scultura dal suo Risorgimento in Italia fino al secolo di Canova del conte Leopoldo Cicognara per servire di

continuazione all’opere di Winckelmann e di d’Agincourt. Edizione seconda riveduta e ampliata dall’Autore. Tavole 185, Fratelli Giachetti,

Prato 18232.

1 Nel 1806 Ferdinando Albertolli viene premiato per il «DISEGNO DI ORNATO» alla Reale Accademia di Milano: «De’ sette Progetti presentati al Concorso la Commissione premiò il N.° 6; del quale l’uno de’ due disegni, che il compongono, è segnato dall’epigrafe = Dulce Melos, = l’altro dall’epigrafe = Fidibus canoris. = Aperta la lettera ec., ne trovò Autore / FERDINANDO ALBERTOLLI DA LUGANO. / Vi lodò l’erudita composizione, lo stile e l’esecuzione. Desiderovvi il risparmio de’ festoni cadenti nel disegno segnato dall’epigrafe = Fidibus canoris. = Bramò nell’altro, che il finimento del Candelabro fosse immediatamente posato sopra il gruppo delle Grazie.» - Discorsi letti nella Reale Accademia di Milano in occasione della

Pubblica Distribuzione de’ Premj L’Anno 1806, Destefanis, Milano 1806, p. 37 -. Calcografo, disegnatore, architetto, dal 1795

studia architettura ed ornato all’Accademia di Brera, ottenendo nel 1804 una cattedra al liceo di Verona, per trasferirsi poi a Venezia ove insegnerà ornato. Nel 1813 succedeva allo zio Giocondo Albertolli nella medesima cattedra presso l’Accademia di Brera, essendovi titolare dal 1813 al 1838, poi ancora nel 1840 e dal 1842 al 1843, divenendo dal 1839 al 1843 anche consigliere ordinario professore. Disegnò ed incise il sigillo e le insegne elle famiglie nobilitate da Napoleone e viaggiò sostando a lungo a Roma, pi in Grecia; cfr. G. BIASCO, Ticinesi a Brera, in Vado a Brera”. Artisti, opere, generi, acquirenti nelle

Esposizioni dell’800 dell’Accademia di Brera, a cura di R. Ferrari, Aref, Brescia 2008 («Nuovi Itinerari della Ricerca», 3), pp.

353-391, spec. p. 373. Il suo nome ricorre una sola volta all’interno della Collezione di tutti i disegni (BAV, Vat. lat. 13748, 289), da lui titolato «Disegno d’avviso di uno dei Stendardi in bronzo, nella Piazza di San Marco in Venezia / Opera di Ale∫sandro Leopardo

cinquecenti∫ta» e firmato «Ferd. Albertolli di∫.», poi inciso da Benedetto Musitelli nella Tav. XXXV del secondo volume della

Storia (1816). Quanto invece a Fedele Albertolli, nel 1808 ottiene «IL 2.° [PREMIO]» «PER LA SCUOLA D’ELEMENTI»

all’Accademia veneziana - Discorsi letti in occasione della pubblica apertura tenuta dalla R. Veneta Accademia di Belle Arti essendosi per la

prima volta solennemente distribuiti I Premj alle rispettive Classi de’ Giovani Alunni in presenza delle Primarie Autorità residenti in questa

Comune [21. Agosto 1808], Picotti, Venezia 1808, p. 45 - mentre nel 1809 il «Primo premio» per la classe degli «ELEMENTI DI

FIGURA» ed il «Primo Premio» alla «SCUOLA D’ORNATO./Disegnatori dal Rilievo» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle Arti per la distribuzione de’ Premii li XIII. Agosto MDCCCIX, Picotti, Venezia [1809], p. 62 -, e l’anno seguente in

«ARCHITETTURA» il «Primo premio» per la classe dei «DISEGNATORI DAGLI ORDINI» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di

Belle Arti per la distribuzione de’ Premii nell’Agosto MDCCCX [12. Agosto], Picotti, Venezia [1810], p. [73] -. Cfr. inoltre A.

PELLICCIONI, Dizionario degli artisti incisori italiani (dalle origini al XIX secolo), Gualdi, Carpi 1949, p. 19, s.v.

2 Disegnatore dichiarato («Ansidei disegnò») della Tav. XXI (1813) riproducente il «Mausoleo di Benedetto XI in S. Domenico di

Perugia / Scolpito da Giovanni Pisano.» che compare nel codice vaticano disegnato in due versioni: Vat. lat. 13748, 114, f. 12 r.,

firmato da Cicognara «An∫idei di∫.», e 115, f. 12 v. - non inciso - a firma autografa del disegnatore «Vincenzio Ansidei disegnò.» e sul quale Cicognara lungo il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, precisa: «Questo

disegno fù reso a miglior esecuzione qui dietro», indicando appunto il precedente.

3 Incisore dichiarato delle Tavv. XX, XXXIX (per quest’ultima, autore dei disegni 272, f. 39 v. e 274, f. 40 r.), LVI, LVIII (1816), è disegnatore dichiarato, come si legge nell’impronta, delle Tavv. XXV (1813) e XXXV, XLIV, LXXXVIII (1816); disegna il frontespizio del terzo volume, poi inciso ad acquaforte da Galgano Cipriani, comparendo ancora disegnatore dichiarato delle Tavv. I, IV, VI, VII (1818); di sua mano sono però, fra numerosi altri raccolti nel codice vaticano, anche alcuni disegni riprodotti alle Tavv. LXX, LXXXI (1816) e XLVII (1818).

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Basoli Antonio (Castel Guelfo 1774 - Bologna 1848)

4

DISEGNATORE

Bernardo Marco (Venezia 1789 o 1790 - ?)

5

DISEGNATORE

Bernatti (Bernati) Antonio (Bassano 1792 - Padova 1873)

6

INCISORE e DISEGNATORE

Borsato Giuseppe (Toppo di Travesio 1770 - Venezia 1849)

7

DISEGNATORE

Brignoli di Brunhoff Giovanni (Gradisca 1774 - Modena 1857)

8

DISEGNATORE

Carrarini Pietro (Massa 1788 - documentato a Roma nel 1841)

9

DISEGNATORE

Cipelli Giovanni Girolamo (Venezia 1786 - ?)

10

INCISORE

Cipriani Galgano (Siena 1775 - Venezia dopo il 1857)

11

INCISORE

4 Disegnatore dichiarato della Tav. XXVIII (1816).

5 Disegnatore dichiarato («Bernardo dis.») della Tav. XXXIV (1816).

6 Nel Vat. lat. 13748 il suo cog(nome) compare come «Bernati dis» e «Bernatti»; fatti salvi due casi - Tavv. XXIV e XXXV (1813) «Bernati inc(ise)» - viene sempre, quando incisore dichiarato, indicato «Bernatti». Incisore dichiarato delle Tavv. I, IV, V, X, XI, XXI («A. Bernatti incise»), XXIV, XXXIII, XXXV, LX (1813); V, VI, X, XII, XXIII, XXVI, XLV, L, LV, LXI, LXV, LXXX, LXXXVII, LXXXVIII, XC (1816); XIX, XX, XXIX, XXXII, XXXVII, XXXVIII (1818). Disegna (Vat. lat. 13748, 676, f. 109 r.) e incide la Tav. XLIX (1823), essendo quasi certamente autore del particolare del fronte del basamento ingrandito riprodotto nella sezione inferiore della tavola, disegno quest’ultimo non presente nel codice vaticano; traduce calcograficamente anche le Tavv. L, LI, LII (1823), essendo di quest’ultima forse anche disegnatore. Non escludo possa aver inciso anche la Tav. XXXVIII (1816).

7 Disegnatore dichiarato della Tav. XLII (1816).

8 Disegnatore dichiarato delle Tavv. XLIX, LXXVI, LXXVII, LXXVIII, LXXIX, LXXX (1816). 9 Disegnatore dichiarato assieme a Michel(e) Ridolfi della Tav. III (1816) e dell’intera Tav. XVIII (1816).

10 Incisore dichiarato delle Tavv. IV, XV, LVII, LXIII, LXXXV (1816); XVII, XVIII, XXV, XXXIX (1818). Nel 1808 Girolamo Cipelli veneto ottiene «IL 2.° ACCESSIT» «PER LA SCUOLA D’ELEMENTI» - Discorsi letti in occasione della pubblica

apertura tenuta dalla R. Veneta Accademia di Belle Arti essendosi per la prima volta solennemente distribuiti I Premj alle rispettive Classi de’ Giovani Alunni in presenza delle Primarie Autorità residenti in questa Comune [21. Agosto 1808], Picotti, Venezia 1808, p. 45 -,

mentre nel 1809 il «Secondo [premio]» per la classe degli «ELEMENTI DI FIGURA» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle

Arti per la distribuzione de’ Premii li XIII. Agosto MDCCCIX, Picotti, Venezia [1809], p. 62 -. Nel 1810 ottiene il «Primo Premio»

nella «[SCUOLA DI] ORNATO. / DISEGNATORI DALLA STAMPA» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle Arti per la

distribuzione de’ Premii nell’Agosto MDCCCX [12. Agosto], Picotti, Venezia [1810], p. 74 -, e l’anno seguente consegue il «Premio»

nella «SALA DELLE STATUE / PER IL DISEGNO DAL BUSTO» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle Arti per la

distribuzione de’ Premii il dì IV. Agosto MDCCCXI, Picotti, Venezia [1811], p. 94 -. Nel 1813 riceve il «2. [Premio]» nella

«SCUOLA DI ARCHITETTURA / PER IL DISEGNO DAGLI ORDINI», «2. [Premio]» che riceve parimenti nell’agosto dell’anno seguente per «PER IL DISEGNO DAGLI ORDINI»; nel 1815 riceve invece il «1. Premio», sempre nella «SCUOLA DI ARCHITETTURA / PER L’INVENZIONE» - Discorsi letti nella I. R. Accademia di Belle Arti di Venezia in occasione della distribuzione

de’ Premj degli anni 1812. 1813. 1814. 1815. [8. Agosto 1813], Picotti, Venezia 1815, p. 94; ivi, [7. Agosto 1814], p. 65; ivi, [6.

Agosto 1815], p. 77 -. Cfr. anche G. MOSCHINI, Dell’Incisione in Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, pp. 181, 182, 185, 207.

11 Incisore di ciascuno dei rami dei cammei nei frontespizi dei tre volumi disegnati rispettivamente da Luigi Sabatelli, Francesco Hayez e Giovanni Antonio Baruffaldi (Vat. lat. 13748, 1, f. g. ant.; 176, f. 24 r.; 506, f. 75 v.), Galgano Cipriani frequenta a Siena la Scuola del Disegno solo nell’anno 1786, come attestano gli elenchi di quell’anno, preferendo, già dal 1787, perfezionarsi come architetto - con Giuseppe Silini e Bernardino Fantastici, come informa Giannantonio Moschini nel suo Della letteratura veneziana del secolo XVIII fino a’ nostri giorni Opera di Giannantonio Moschini C. R. S. Maestro nel Seminario e

Collegio Patriarcale di San Cipriano di Murano, III, Palese, Venezia 1806, pp. 128-130, spec. p. 129 - dato che, proprio per questa

disciplina, Galgano aveva ottenuto una borsa di studio dell’alunnato istituito da Marcello Biringucci. L’arte che lo rende noto è certamente l’incisione, tecnica alla quale si applica già a Siena sotto la guida di Agostino Costa, e nella quale si perfeziona prima a Roma con il fratello Giovan Battista, poi a Firenze con Raffaello Morghen, che lo segue con cura, procurandogli importanti commissioni. Consolidata la sua posizione nel capoluogo toscano non fa più ritorno a Siena e, raggiunta una considerevole fama, viene assunto nel 1808 come maestro d’incisione nell’Accademia di Belle Arti di Venezia - succedendo a Luigi Pizzi -, carica che mantiene sino alla morte avvenuta dopo il 1857. Oltre alle tre incisioni per la Storia, per l’edizione delle Vite e Ritratti di Illustri Italiani di Nicolò Bettoni (2 voll., Bettoni, Padova 1812-1820) incide, su disegno di Giuseppe Bossi, il ritratto di Tiziano per la Vita scritta da Leopoldo Cicognara; cfr. Giuseppe Longhi 1766-1831 e la scuola di incisione

dell’Accademia di Brera, a cura di A. Crespi, Lions Club Monza Host, [Monza] 1999, p. 143. Incisore esperto nella tecnica del

«puntinato» Cipriani, in contrasto con la prassi accademica comune che si mostra generalmente sorda alle novità del mercato calcografico, cerca di offrire ai propri allievi la possibilità di studiare le «stampe fresche di celebri autori» ritenendola «cosa utilissima»; cfr. F. MAZZOCCA,L’illustrazione romantica, in Storia dell’arte italiana, III. Situazioni momenti indagini, a cura di F. Zeri,

II. Grafica e immagine, II. Illustrazione Fotografia, Einaudi, Torino 1981, pp. 323-419, spec. p. 361, ove vengono riportati alcuni stralci di una missiva inviata da Galgano nel 1819 a Cicognara, nella quale manifesta l’esigenza di avere un maggior numero di stampe ad uso della scuola d’incisione. Sulla vicenda biografica e l’attività artistica di Cipriani cfr. G. FERRARIO, Le

(3)

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Comirato Marco (Venezia 1800-1869)

12

DISEGNATORE

Dala (Dalla) Giuseppe (Cattaro 1788 - Venezia 1860)

13

INCISORE

Dalla Valle Ferdinando (Ferrara 1798 - Roma 1816)

14

DISEGNATORE e INCISORE

Demin (De Min, de Min) Giovanni (Belluno 1786 - Tarso di Treviso 1859)

15

DISEGNATORE

Dolcetti Ignazio (Ferrara 1790-1847)

16

INCISORE

Durantini Luigi (Roma 1792-1857)

17

DISEGNATORE

osservazioni sul merito, sui soggetti che rappresentano, sulle qualità delle prove, sulle dimensioni e sui prezzi delle medesime ec. Scelte e proposte a

dilettevole ed instruttivo ornamento di una galleria da Giulio Ferrario, Bravetta, Milano 1836, pp. 90-91; L. DE ANGELIS, Notizie degli

Intagliatori con osservazioni critiche raccolte da varj scrittori ed aggiunte a Giovanni Gori Gandellini dall’Abate Luigi De Angelis già Pubblico Profess. nella soppressa Università di Siena, Socio dell’Accademia delle Scienze, Bibliotecario della predetta Città, Accademico Etrusco, Socio della Società Italiana, dell’Imperiale Accademia Pistojese e Valdarnese, Tomo Ottavo del Proseguimento dell’Opera fino ai nostri giorni, VIII,

Porri, Siena 1810[2], pp. 171-179; E. ROMAGNOLI, Biografia Cronologica de' Bellarti∫ti Sene∫i dal sec. XII: a tutto il XVIII. divi∫a in

XII. Volumi con un Indice generale Contenuto nel Volumetto XIII: Opera d’Ettore Romagnoli ∫enese Membro della ∫ocietà Colombaria Fiorentina. Autografi donati alla Biblioteca di ∫iena dallo ∫crittore nel 1835, r.fot. Biografia Cronologica de’ Bellartisti Senesi 1200-1800.

Opera manoscritta in tredici volumi di Ettore Romagnoli, XII, SPES, Firenze 1976, pp. 555-575; G.MOSCHINI, Dell’Incisione in

Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, pp.

54, 180-181, 182, 183, 186, 187, 188, 191, 194; E.BASSI, La R. Accademia di Belle Arti di Venezia, Le Monnier, Firenze 1941, p. 77; L.CICOGNARA,Lettere ad Antonio Canova, a cura di G. Venturi, Argalia, Urbino 1973, pp. 135, nota 8, 171, nota 2; P.

MARIUZ, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova. Lettere inedite della Fondazione Canova di Possagno, Bertoncello, Cittadella 2000 («Quaderni del Centro Studi Canoviani», diretta da G. Pavanello, 2), pp. 23, 25, nota 4, 68, nota 8; M. CIAMPOLINI, Il

rinnovamento culturale senese alla fine del Settecento e i suoi riflessi nella Scuola del Disegno, in M. CIAMPOLINI, A. LEONCINI, La Scuola

del Disegno dell’Università di Siena nel Settecento, Tipografia della Scuola di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri di Siena, Siena

1990, pp. 60-66, spec. pp. 62, 63, note 180-181, 103; DEB III, p. 360; Giuseppe Longhi & Raffaello Morghen. L’incisione neoclassica

di traduzione 1780-1840, cat. a cura di [A. Crespi], Comune di Monza - Associazione Amici dei Musei di Monza e Brianza,

Monza 2010, p. 87; A. PELLICCIONI, Dizionario degli artisti incisori italiani (dalle origini al XIX secolo), Gualdi, Carpi 1949, p. 62,

s.v.

12 Disegnatore dichiarato della Tav. XI (1818).

13 Incisore dichiarato delle Tavv. XIV, XXXI, XXXII, XXXIX, XLIII (1813); IX, LXVI (1816); XXVIII, XXXIV (1818), durante il proprio iter formativo accademico veneziano Giuseppe Dala veneto nel 1810 ottiene rispettivamente il «Primo

Premio» per l’«INCISIONE. / DALLA FIGURA» ed il «Primo Accessit» per l’«INCISIONE. / DAL PAESAGGIO» - Discorsi letti nella

R. Veneta Accademia di Belle Arti per la distribuzione de’ Premii nell’Agosto MDCCCX [12. Agosto], Picotti, Venezia [1810], p. 75 -.

Cfr. inoltre G. MOSCHINI, Dell’Incisione in Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, pp. 54, 180 181, 182, 183, 186, 187, 188, 191, 194; Lettere di Alberto Fortis (1741-1803) a

Giovanni Fabbroni (1752-1822), a cura di L. Ciancio, Il Leggio, Sottomarina di Chioggia 2010 («Epistolario Veneto» diretta da

C. Gibin, [5]), fig. a p. 181.

14 Incisore dichiarato della Tav. XXIV (1816), disegna e traduce calcograficamente la Tav. XXXVII (1816), e delinea, come iscritto nelle rispettive impronte, le Tavv. XXVI (1813) e XI (1816); è poi disegnatore - talora con altri - non dichiarato, delle Tavv. VII, XXIV, XXXV, XLIII (1813); XXXVIII (1816) e XXIV (1818).

15 Disegnatore dichiarato della Tav. XXXII (1818) e, con Luigi Durantini, delle Tavv. XXXVII, XXXVIII (1818). Quanto alla Tav. XLVIII (1818) figura disegnatore del «Maggior Altare in Bronzo / di Girolamo Campagna / in S. Giorgio maggiore a

Venezia.», non della Cattedra di San Pietro o del Trono del Giove Olimpico, disegni peraltro non presenti nel codice vaticano.

16 Incisore dichiarato delle Tavv. XXXII, LXVIII, LXXVII (1816); XXVII, XXX, XXXI, XXXIII, XXXV, XXXVI, XXXVII (1818), Ignazio Dolcetti compare presentato da Girolamo Baruffaldi (1740-1817) in un sintetico profilo biografico: «1813 Ignazio Dolcetti, incisore in rame. Studiò il disegno in patria sotto il prof. Giuseppe Santi bolognese qui domiciliato, indi a Venezia, ove datosi all’intaglio in rame, avea cominciato a dar belle prove per la grand’opera della Storia della Scoltura del Cicognara, e segnatamente col bel ritratto dell’idrostatico Teodoro Bonati, disegnato nel 1813 dal suo amico condiscepolo Ferdinando dalla Valle. Ignazio morì poi infelicemente in patria fra li dementi dell’arcispedale di s. Anna li 21 dicembre 1847 in freschissima età» - G. BARUFFALDI, Vite de’ Pittori e Scultori Ferraresi [Scritte dall’Arciprete Girolamo Baruffaldi

Con annotazioni], II. Dalla devoluzione dello Stato di Ferrara alla S. Sede sino all’Anno 1733 con breve Appendice dello stesso Baruffaldi,

Taddei, Ferrara 1846, r.fot., II, Forni, Sala Bolognese 1986 («Italica Gens», 109), p. 594, s.v. -. Nel 1815 ottiene il «1. Accessit» nella «SCUOLA DI ARCHITETTURA / PER IL DISEGNO DAGLI ORDINI» ed il «1. Premio» nella «SCUOLA DELL’ORNATO / PER LA COPIA DALLA STAMPA» - Discorsi letti nella I. R. Accademia di Belle Arti di Venezia in occasione della

distribuzione de’ Premj degli anni 1812. 1813. 1814. 1815. [6. Agosto 1815], Picotti, Venezia 1815, pp. 77, 80 -. Nel 1816 ottiene il

«1. Accessit» nella «SCUOLA DI ARCHITETTURA / PER IL DISEGNO DAGLI ORDINI» - Discorsi letti nella R. Accademia di Belle

Arti in Venezia per la distribuzione de’ Premj dell’Anno MDCCCXVI [4. Agosto], Picotti, Venezia 1817, p. 97 -. Cfr. inoltre G.

MOSCHINI, Dell’Incisione in Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, pp. 181, 182, 208; A. PELLICCIONI, Dizionario degli artisti incisori italiani (dalle origini al XIX secolo), Gualdi, Carpi 1949, p. 71, s.v.; C. SAVONUZZI, Ottocento ferrarese, Cassa di Risparmio di Ferrara, Ferrara 1971, pp. 73-74, n. 244, ove si leggono le seguenti coordinate biografiche: «Ignazio Dolcetti 1790(?)-1847».

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Garavaglia Giovita (Pavia 1790 - Firenze 1835)

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DISEGNATORE

Gleria Giacomo (Povolaro 1788 - ?)

19

INCISORE

17 Disegnatore dichiarato con Giovanni Tognoli delle Tavv. XXV, XXVIII (1818) e con Rinaldo Rinaldi della Tav. XXXI (1818), è disegnatore dichiarato della Tav. XXXIV (1818), e, sempre per il terzo volume della Storia, disegnatore, con Giovanni Demin, delle Tavv. XXXVII e XXXVIII mentre, con Vincenzo Sgualdi, della Tav. XXXIX.

18 Garavaglia compare disegnatore dichiarato delle Tavv. XLVI, XLVII, XLVIII (1816), incise rispettivamente da Dionisio Moretti, Luigi Martens e Gaspare Zorzi. Nel 1820 viene nominato socio corrispondente dell’Accademia di Milano, nel 1821 socio d’onore dell’Ateneo di Brescia, e nel 1824 socio d’onore dell’Accademia Pontificia di Bologna. Dal 1822 è direttore della Scuola del Nudo e d’Incisione di Pavia, incarico che mantiene sino al 1833, quando è chiamato a succedere a Raffaello Morghen nella cattedra d’incisione dell’Accademia di Belle Arti fiorentina, incarico che svolge tuttavia per due soli anni. Nel 1836 Faustino Anderloni completa la Discesa dalla croce tratta da Gaudenzio Ferrari - stampa lasciata da lui incompiuta nel 1835 - e nel 1840 l’Assunzione da Reni, apponendo il proprio nome accanto a quello dell’amico e cognato. Cfr.G.FERRARIO,

Le Classiche Stampe dal cominciamento della calcografia fino al presente compresi gli artisti viventi descritte e corredate di storiche e critiche osservazioni sul merito, sui soggetti che rappresentano, sulle qualità delle prove, sulle dimensioni e sui prezzi delle medesime ec. Scelte e proposte a

dilettevole ed instruttivo ornamento di una galleria da Giulio Ferrario, Bravetta, Milano 1836, pp. 145-151; A. CRESPI, Giuseppe Longhi

& Raffaello Morghen. L’incisione neoclassica di traduzione: 1780-1840, in Giuseppe Longhi & Raffaello Morghen. L’incisione neoclassica di traduzione 1780-1840, cat. a cura di [A. Crespi], Comune di Monza - Associazione Amici dei Musei di Monza e Brianza,

Monza 2010, pp. 7-29, 30-41, spec. p. 34 e fig. 35; inoltre figg. 35, 81, 82, 95, 97 e p. 88; G. LONGHI, La Calcografia

propriamente detta ossia L’Arte d’incidere in rame coll’acqua-forte col bulino e colla punta Ragionamenti letti nelle Adunanze dell’I. R. Istituto di Scienze, Lettere ed Arti del Regno Lombardo-Veneto [...] da Giuseppe Longhi [...] Volume Primo Concernente la Teoria dell’Arte,

Stamperia Reale, Milano 1830 [ma 1831], pp. 304-305, 312; G. BERETTA, Della Vita delle Opere e Opinioni del Cavaliere Giuseppe

Longhi Commentario dell’allievo Giuseppe Beretta già pensionato da Sua Maestà Imp. Reale Apostolica Il Defunto Imperatore Francesco I,

Manini, Milano 1837, ove, alla p. [187] che riporta l’Elenco di tutti gli allievi formati dal Cav. Giuseppe Longhi Per ordine di loro

ammissione nella scuola si legge «Garavaglia Giovita, professore dell’Accad. Di Firenze, ecc. (morto).»; Giuseppe Longhi 1766-1831 e la scuola di incisione dell’Accademia di Brera, a cura di A. Crespi, Lions Club Monza Host, [Monza] 1999; Disegni dell’Ottocento dalla collezione Batelli, cat. a cura di C. Sisi, Olschki, Firenze 1987 («Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi», 69),

pp. 85-86, n. 62, fig. 67; A.SCOTTI, Brera 1776-1815. Nascita e sviluppo di una istituzione culturale milanese, Centro Di, Firenze 1979 («Quaderni di Brera», 5), pp. 49-67 (L’Accademia di Giuseppe Bossi e le trasformazioni del periodo napoleonico), spec. pp. 61, fig. 49, 62, fig. 51, 64-65, note 2, 6, 7; S. MOMESSO, La Collezione di Antonio Scarpa (1752-1832), Bertoncello, Cittadella 2007 («Antiche Collezioni», 1), pp. 10, 25, 33, 35, 36, 37, 39, 45, 54, 56, 69-74, n. 3, spec. 70, 76, 84-86, n. 9, 131, 160, 169, n. 62, 189, 190, 212, 268, 276, 284, 288, 290, 299, 312, 322, 345, 355, 358, 376, e tavv. 2, 5, 7, 8, 9, 10; L. GIANNOCCOLO, Samuele

Jesi (1788-1853) incisore, Franchini - Area Stampa, Correggio 2007, pp. 2, 14, 40, 48, 57, 66; G.MOSCHINI, Dell’Incisione in

Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, pp.

186, 210; A. PELLICCIONI, Dizionario degli artisti incisori italiani (dalle origini al XIX secolo), Gualdi, Carpi 1949, p. 85, s.v.

19 Gleria è incisore dichiarato delle Tavv. XIII, XVII, XX, XXIII, XXVI, XXVII, XXX, XXXVII (1813); VIII, LXXIII (1816). Ricorre erroneamente menzionato «Gloria» in G. MOSCHINI, Dell’Incisione in Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, pp. 181, 182, 210. Compare incisore («Gleria

incise») con Vincenzo Fadiga («Fatica [idest Fadiga] delineò») - assieme a Bernatti, Chevalier, Cipelli, Comirato, Dala, Dolcetti,

Gleria, Moretti, Musitelli, Nadi, Santi, Sgualdi, Terrazzoni, Zuliani (ma «M. Zuliani inc.») - di due sole tavole, nella seconda parte del primo volume, delle Fabbriche Veneziane diCicognara - Le Fabbriche più cospicue di Venezia misurate, illustrate, ed intagliate

dai membri della Veneta Reale Accademia di Belle Arti, 2 voll., Alvisopoli, Venezia 1815-1820; Le Fabbriche e i Monumenti Cospicui di Venezia illustrati da Leopoldo Cicognara, da Antonio Diedo e da Giannantonio Selva. Seconda edizione con notabili aggiunte e note, 2 voll.,

Antonelli, Venezia 1838-[1840]2 (BCT/G 5 x 6-7), spec. I.II, 18382, «Tav. 71» / «Pianta delle Vecchie Procuratie presa

all’imboccatura del Ponte dei Dai»; «Tav. 72» / «Parti del Second’Ordine delle Vecchie Procuratie. Parti del Terz’Ordine». Il percorso

formativo di Giacomo Gleria è documentato, accanto a quello degli altri allievi impiegati nella Storia, dal materiale manoscritto e a stampa consultato presso l’Archivio dell’Accademia veneziana; cfr AABAVe/Fondo Veneta [Pubblica]

Accademia di Pittura, Scultura [e Architettura], Libro Stvdenti 1785 13 Giugno. [- 1807 6 Marzo]. Vincenzo Dottor Nodari Cancellier,

Busta 4; AABAVe/Accademia di Belle Arti in Venezia. Matricola degli Alunni Inscritti. Dall’Anno Scolastico 1807- al 1822-23 (Anno

Scolastico 1811-12, p. 12, n. 70), ove nell’elenco degli iscritti compare così registrato alla medesima data di Giovanni Ruggeri:

«d.° [1811] 5 9bre / Giacomo de Gleria d’anni 23. / da Povolaro figlio di Pietro Negoz.e / habita a S. Silvestro / Per la Figura, e Inci∫ione / e Architettura». Segnalo la minuta di un attestato di frequenza e di merito rilasciato da Galgano Cipriani relativo al proficuo

studio di Gleria sotto la sua direzione, datato al 7 agosto 1813: «Dalla Regia Accademia di Belle Arti / in Venezia / Il dì 7. Agosto

1813. / Il sottoscritto fa fede a chiunque, che il giovane Sig.r Gia / como de Gleria ha frequentata questa Scuola d’Inci∫ione con / molta saviezza ed a∫siduità dall’anno 1811 sino al presente; / e ciò le ha recato il bene di fare de’ progre∫si nell’intaglio / in rame, e l’accrescimento sempre più della stima a suo favo / re e del Profe∫sore qui sotto segnato, e di quella de’ ∫uoi condisce / poli / In fede di che / Galgano Cipriani

Profe∫sore / d’Inci∫ione M.o P.a / Diedo Segretario della detta / Regia Accademia» AABAVe/Atti dell’Accademia, 1813, Busta 6, n.n.)

-. Quanto alla ricerca di notizie circa l’attività incisoria di Gleria ho effettuato una ricognizione anche sugli elenchi dell’«Imp-. R. Ufficio Centrale di Censura e Revisione» (poi Imperiale Regio Ufficio di Revisione dei Libri e Stampe), ovvero sull’Elenco

delle Opere stampate e pubblicate in Venezia e nelle Provincie Venete […], periodico mensile pubblicato in 7 volumi dal gennaio 1821

al gennaio 1848, edito a Venezia dal 1821 al 1838 da Francesco Andreola Tipografo dell’I. R. Governo e dal 1839 al 1848 dalla Tipografia di Giambattista Merlo, nel quale, consultando la voce «INCISIONI» alla fine di ogni elenco mensile, si

(5)

661

Guizzardi Giuseppe (Bologna 1779-1861)

20

DISEGNATORE

Hayez Francesco (Venezia 1791 - Milano 1882)

21

DISEGNATORE

Lazzari Antonio (Mestre 1798-1834)

22

DISEGNATORE

Marchetti (Merchetti) Domenico (Roma 1780-1844)

23

INCISORE

trovano indicate le incisioni e le litografie pubblicate, molte volte anche con l’indicazione dell’autore, senza tuttavia trovare di lui menzione alcuna.

20 Disegnatore dichiarato della Tav. XXXVI (1813) e, assieme a Francesco Hayez, della Tav. LV (1816).

21 Disegnatore dichiarato della Tav. XVII (1813), lo è, assieme a Francesco Nenci, della Tav. XXII (1813); autore del frontespizio per il secondo volume della Storia e disegnatore delle Tavv. XVI, LIII e LIV (1816), assieme a Domenico Udine delinea la Tav. XXVI (1816) mentre con Rinaldo Rinaldi della Tav. LI (1816); con Giuseppe Guizzardi è dichiarato disegnatore della Tav. LV (1816), e figura disegnatore delle Tavv. III, V, XL, XLI (1818).

22 Antonio Lazzari è disegnatore dichiarato della Tav. XLI (1816) che, incisa da Benedetto Musitelli e raffigurante l’«Altare in

Bronzo della Madonna della Scarpa in San Marco di Venezia» non trova nel codice vaticano il disegno corrispondente né altri a lui

assegnati da Cicognara. Compare disegnatore («A. Lazzari dis.»; «Lazzari dis.») con Francesco Lazzari, professore di architettura all’Accademia veneziana («Fra. Lazzari dis.»; «F. Lazzari dis.») - assieme a Bernatti, Chevalier, Cipelli, Comirato, Dala, Dolcetti, Gleria, Moretti, Musitelli, Nadi, Santi, Sgualdi, Terrazzoni, Zuliani (ma «M. Zuliani inc.») - di alcune tavole per le Fabbriche Veneziane di Cicognara - Le Fabbriche più cospicue di Venezia misurate, illustrate, ed intagliate dai membri della Veneta Reale

Accademia di Belle Arti, 2 voll., Alvisopoli, Venezia 1815-1820; Le Fabbriche e i Monumenti Cospicui di Venezia illustrati da Leopoldo Cicognara, da Antonio Diedo e da Giannantonio Selva. Seconda edizione con notabili aggiunte e note, 2 voll., Antonelli, Venezia

1838-[1840]2 (BCT/G 5 X 6-7), spec. II.I, [1840]2, «Tav. 177.» / «Porta d’ingresso al Palazzo Grimani a S. Maria Formosa» / «A. Lazzari

dis.»; «Dala inc.».

23 Domenico Marchetti compare incisore dichiarato («Dom.Marchetti inc.») della Tav. XLIV (1818) raffigurante l’Autoritratto di

Antonio Canova disegnato da Giovanni Tognoli («G.Tognoli dis.») ma che non è presente nel codice vaticano. Giannantonio

Moschini riferendo in merito al Catalogo della «Collezione delle Opere del Giacconi [sic]» ne elenca rispettivamente SOGGETTI SACRI, RITRATTI, SOGGETTI DIVERSI; descrivendol’ultimo della serie dei Ritratti riporta parte di una missiva di Canova indirizzata a Vincenzo Giaconi ove in calce compare menzionato l’Autoritratto tradotto da Marchetti: «48. Medici, de, Cosimo, da disegno di Giuseppe Longhi, 4. È questo il capolavoro di Giaconi. Sta in fronte alla magnifica edizione dell’Elogio di quel padre della Patria che critto da monsignore Bottari si pubblicò per la prima volta in Padova l’anno 1819. […] E quando il Canova ebbe ricevuto nuovamente il Cosimo, unito anche all’Elogio, così al Giaconi, ne scriveva da Roma nel giorno 20 di dic. 1820: ‘Ho ricevuto il ritratto di Cosimo de Medici, inciso egregiamente da lei, e unito alla Vita dettata da monsign. Bottari. Io non mi sarei aspettato di vedere pubblicata con le Stampe la confidenziale Lettera che le fu da me scritta, in proposito di tal suo elegante e ben condotto lavoro. […] Procurerò di mandarle con la prima occasione una copia del mio ritratto inciso a Roma con molta bravura e somiglianza dal sig. Marchetti; e nel terzo Volume dell’opera del Cicognara Della

Scultura vien riportato lo stesso ritratto, eseguito, a parer mio, con somma perizia e somiglianza.’» - G. MOSCHINI,

Dell’Incisione in Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti,

Venezia 1924, pp. 101, 109; 181, 182, 213 -. Il nome dell’incisore romano non compare nell’inventario del primo tomo (il secondo, relativo al secolo XIX, non è stato edito, né è in programma) del terzo volume I disegni di figura nell’Archivio Storico

dell’Accademia di San Luca, a cura di A. Cipriani, E. Valeriani, III.I. Concorsi e Accademie del secolo XVIII (1756-1795), Quasar,

Roma 1991, e neppure nell’indice de I disegni della Calcografia. 1785-1910, a cura di M. Miraglia, 2 voll., Istituto Nazionale per la Grafica - Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato, Roma 1995 («Cataloghi dei Musei e Gallerie d’Italia» a cura dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. Servizio Pubblicazioni, n.s. 7), ma Loredana Lorizzo riporta quanto segue: «L’inventario della Calcografia Camuccini e le carte relative alla sua compravendita sono conservate presso l’ASR, Camerale II, Calcografia Camerale, b. 1, fasc. 33 e 35, Calcografia Camuccini; la Calcografia era composta di ‘Cinquantadue Rami, componenti quattro Opere: tre delle quali sono inventate ed eseguite in Pittura dal… Cavalier Camuccini consistente in soggetti Sacri, Istorici, e diverse altre Opere incise in mezza macchia, ed inoltre dieciotti Rami di marmi interessanti acquistati dal Governo per aumento del Museo Chiaramonti, e fatti incidere dal Camuccini per servire di continuazione all’opera del Museo Pio Clementino’. Oltre al Folo, gli incisori chiamati ad eseguire le lastre furono Bettelini, Marchetti, Ricciani e Fontana» - L.LORIZZO, L’Accademia di San Luca e la questione dell’istituzione della cattedra di

Incisione in rame nei primi decenni dell’Ottocento, in Le “scuole mute” e le “scuole parlanti”. Studi e documenti sull’Accademia di San Luca

nell’Ottocento, a cura di P. Picardi, P. P. Racioppi con la collaborazione di A.Cipriani, M. Dalai Emiliani, De Luca, Roma

2002, pp. 59-77, spec. p. 70, nota 35. Incisore della Calcografia Camerale collabora ai rami di alcune delle principali raccolte di stampe dell’epoca, e in varie occasioni lavorando con Angelo Testa, anch’egli incisore di traduzione; tratti dalle tempere di Canova incide ad esempio i ‘campi neri’ delle Muse (LXXXX/2-3-6) assieme a Luigi Cunego, Michele Torres, G. Martino De Boni e Angelo Testa, mentre solo con Cunego il Mercato d’Amore (LXXXXVII/2-II), delineando anche varie incisioni tratte da sculture canoviane. La scheda biografica redatta da Rita Camerlingo nel 1993 informa fra altro che il calcografo romano «Marchetti Domenico / attivo a Roma fine sec. XVIII inizio XIX», «[…] Insegna all’ospizio di San Michele a Roma e diviene membro dal 1838 dell’Accademia di San Luca […]»; tuttavia Domenico non è menzionato nell’inventario dell’archivio dell’Accademia e soprattutto non è citato fra gli Accademici di merito o di onore eletti nel 1838, e registrati nell’elenco pubblicato in calce al volumetto della premiazione del 1842 (Distribuzione de’ Premi del Concorso di Carlo Pio Balestra

celebrata sul Campidoglio il dì 4 di Febbraio 1842 dall’Insigne Pontificia Accademia Romana di San Luca essendo presidente il cav. Clemente Folchi, Tipografia delle Belle Arti, Roma 1842, pp. 83-87 (Professori Accademici di merito posti secondo l’anzianità della loro elezione);

(6)

662

Martens Luigi (Venezia 1789 - ?)

24

INCISORE e DISEGNATORE

Minardi Tommaso (Faenza 1787 - Roma 1871)

25

DISEGNATORE

Monti Niccola (Pistoia 1781 - Cortona 1864)

26

DISEGNATORE

Moretti Dionisio (Corfù 1790 - Venezia 1832)

27

INCISORE

Musitelli Benedetto (Venezia 1786 - ?)

28

INCISORE

pp. 88-104 (Accademici di onore posti secondo l’anzianità della loro elezione) -. Cfr. R. CAMERLINGO, Biografie degli incisori e dei

disegnatori, in Canova e l’incisione, cat. a cura di G. Pezzini Bernini, F. Fiorani, Ghedina & Tassotti, Bassano del Grappa 1993,

pp. 320-321 (s.v. Marchetti Domenico); A. PELLICCIONI, Dizionario degli artisti incisori italiani (dalle origini al XIX secolo), Gualdi, Carpi 1949, pp. 107-108, s.v.

24 Luigi Martens, incisore dichiarato delle Tavv. IX, XLI, XLII (1813); II, VII, XXI, XLVII, LXXXI (1816), è autore del disegno milanese (Vat. lat. 13748, 8, f. 2 r.) inciso da Bernatti nella Tav. V (1813). Luigi Martens veneto durante l’iter formativo accademico veneziano, allievo di Galgano Cipriani, ottiene nel 1809 il «Primo Premio» alla «SCUOLA D’ORNATO. / Disegnatori dalle Stampe» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle Arti per la distribuzione de’ Premii li XIII. Agosto MDCCCIX, Picotti,

Venezia [1809], p. 62, e l’anno seguente rispettivamente il «Secondo [Premio]» in «ARCHITETTURA / DISEGNATORI DAGLI ORDINI» e il «Primo Premio» per l’«INCISIONE./ DAL PAESAGGIO» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle Arti per la

distribuzione de’ Premii nell’Agosto MDCCCX [12. Agosto], Picotti, Venezia [1810], p. 75 -. Cfr. G.MOSCHINI, Dell’Incisione in

Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, pp.

181, 182, 185, 213. Partecipa come intagliatore all’Omaggio alla Maestà di Carolina Augusta Imperatrice d’Austria fatto dalle Provincie

Venete e sono note alcune vedute di Venezia eseguite su disegno di Giuseppe Borsato - Interno della Basilica di San Marco; Sbarco dei cavalli di bronzo alla Piazzetta di San Marco; Veduta di San Marco nel giorno che le Provincie Venete prestarono a S. M. I. il giuramento di fedeltà, firmata da entrambi e datata 1818; Passaggio della Corte imperiale sotto il ponte di Rialto, su disegno invece di

Roberto Roberti -.

25 Disegnatore dichiarato delle Tavv. VIII, IX (1813), lo è, assieme a Michele Van Lint, della Tav. XIV (1813); disegnatore delle Tavv. I, II, LII, LXVI (1816), delinea assieme a Luigi Zandomeneghi la Tav. XL (1816).

26 Disegnatore dichiarato della Tav. XXXIX (1813), incisa da Giuseppe Dala.

27 Incisore dichiarato delle Tavv. VII (1813); XXV, XXXI, XXXIII, XLVI, LIV, LXXIV, LXXXII, LXXXIII (1816); IX, XIV, XXI, XXII, XXIII, XLIII, XLVI (1818). Quanto all’iter formativo il Corcirese nel 1809 ottiene il «Terzo [Accessit]» alla «SCUOLA D’ORNATO./Disegnatori dalle Stampe» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle Arti per la distribuzione de’ Premii li XIII. Agosto MDCCCIX, Picotti, Venezia [1809], p. 62 -, conseguendo l’anno seguente rispettivamente il «Primo Accessit» per

l’«ORNATO. / DISEGNATORI DAL RILIEVO», e per l’Incisione di Carattere: in calce all’elenco dei premiati per l’INCISIONE DALLA FIGURA e DAL PAESAGGIO si legge infatti: «Non trovandosi l’Accademia in diritto di dar premio per la Incisione di Carattere, e scorgendo nondimeno molto merito nelle Tavole presentate dal Sig. Dionisio Moretti, gli accorda però un Primo

Accessit.» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle Arti per la distribuzione de’ Premii nell’Agosto MDCCCX [12. Agosto],

Picotti, Venezia [1810], pp. 74, 75 -. Cfr. G.MOSCHINI, Dell’Incisione in Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, pp. 178, 183, 213 e 181-182, ove si legge: «Dionisio Moretti, originario cittadino Trevisano, nacque a Corfù il dì 28 di ottobre dell’anno 1790 da Nicolò, capitano maggiore che fu nelle truppe della Repubblica. Venuto a Venezia l’anno 1800 fu posto alle Scuole dei Gesuiti, dalle quali passò allo studio del disegno presso Liberale Cozza. Il padre il fè lasciare lo studio delle arti belle per dedicarlo alla milizia: se non che renduto inabile al servizio per una ferita, fè ritorno alle Belle Arti. Allora passò a studio nell’Accademia dove, fortunato, ebbe a professore nell’Architettura il Selva e dell’Intaglio il Cipriani. Oltre che nell’Opera del Cicognara egli lavorò nelle Fabbriche di

Venezia, grandiosa opera, di cui appresso diremo, nella edizione della Storia Naturale del Buffon, per Missiaglia: egli condusse

gli intagli per la mia Nuova Guida di Venezia; in Vicenza lavorò nella incisione della Pianta di quella città; l’anno 1820 condusse 32 vedute di Venezia all’acquatinta, maniera che qui si era abbandonata: una Collezione di altre Quattordici vedute della stessa città, a taglio: ne fece il Canal Grande e la Piazza con suoi disegni, e Carte geografiche e ornati e intagli di botanica, di carattere, di architettura e geometria ecc.».

28 Benedetto Musitelli collabora come calcografo ai tre volumi della Storia, incisore dichiarato delle Tavv. II, III, VI, XVIII, XXII, XXV, XXVIII, XXIX, XXXIV, XXXVI, XXXVIII (1813); III. XI, XIII, XIV, XVI, XVII, XVIII, XXVII, XXVIII, XXIX, XXX, XXXIV, XXXV, XL, XLI, XLII, XLIII, XLIX, LII, LIII, LXXII, LXXIX (1816); III, VI, VII, X, XI, XII, XXIV, XXVI, XLII, XLVIII (1818). Compare incisore dichiarato, assieme a Bernatti, Chevalier, Cipelli, Comirato, Dala, Dolcetti, Gleria, Moretti, Musitelli, Nadi, Santi, Sgualdi, Terrazzoni, Zuliani (ma «M. Zuliani inc.»), di numerose tavole per le

Fabbriche Veneziane diCicognara, ove nella seconda edizione accresciuta compaiono rispettivamente 18 tavole nella prima

parte del primo volume e 8 nella seconda, 15 nella prima parte del secondo volume e 10 nella seconda (Le Fabbriche più

cospicue di Venezia misurate, illustrate, ed intagliate dai membri della Veneta Reale Accademia di Belle Arti, 2 voll., Alvisopoli, Venezia

1815-1820; Le Fabbriche e i Monumenti Cospicui di Venezia illustrati da Leopoldo Cicognara, da Antonio Diedo e da Giannantonio Selva.

Seconda edizione con notabili aggiunte e note, 2 voll., Antonelli, Venezia 1838-[1840]2). Quanto all’iter accademico veneziano, nel

1810 ottiene il «Secondo [Accessit]» per l’«INCISIONE./ DALLA FIGURA» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle Arti per

la distribuzione de’ Premii nell’Agosto MDCCCX [12. Agosto], Picotti, Venezia [1810], p. 75 -; cfr. inoltre Atti dell’Accademia (dal

1806 al 1823), Registri delle matricole, Libro Stvdenti (AABAVe/Fondo Veneta [Pubblica] Accademia di Pittura, Scultura [e Architettura],

Libro Stvdenti 1785 13 Giugno. [- 1807 6 Marzo]. Vincenzo Dottor Nodari Cancellier, Busta 4; AABAVe/Accademia di Belle Arti in Venezia. Matricola degli Alunni Inscritti. Dall’Anno Scolastico 1807- al 1822-23) ove il percorso formativo di Benedetto è

(7)

663

Nadi Giuseppe (Casalecchio di Reno 1779 - Bologna 1814)

29

DISEGNATORE

Nemi [idest Nenci Francesco]

30

DISEGNATORE

Nenci Francesco Luigi (Anghiari 1782 - Siena 1850)

31

DISEGNATORE

Niccolini Antonio (San Miniato al Tedesco 1772 - Napoli 1850)

32

DISEGNATORE

Piroli Tommaso (Roma 1750-1824)

33

INCISORE

cronologicamente scandito accanto a quello degli altri allievi impiegati nella Storia. G. MOSCHINI, Dell’Incisione in Venezia.

Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, presentando

alcuni degli incisori Zuliani traccia del giovane il seguente profilo: «[…] Giannantonio Zuliani ebbe due discepoli. Fu l’uno

Francesco Franceschini di Cologna, che poi passò all’arte in Bologna presso Giuseppe Rosaspina; l’altro discepolo ne fu Musitelli

veneziano, soprannominato il Muto. Compagno a Felice Zuliani sì ne’ disegni e intagli delle Tavole del Caldani, sì negl’intagli della edizione dell’Istoria… del Rollin è stato Gaetano Bozza […]» (p. 159), e segnala, oltre a quella per la Storia, la sua collaborazione alla Collezione de’ più pregevoli Monumenti Sepolcrali della città di Venezia e sue isole, illustrata da Antonio Diedo e Luigi Zandomeneghi e incisa sotto la direzione di Galgano Cipriani da vari giovani allievi dell’Accademia; cfr. ivi, pp. 181, 182, 183, 202, 214. Cfr. anche L. SERVOLINI, Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Görlich, Milano 1955, p. 568, s.v.; A. M. COMANDUCCI, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, a cura di L. Pelandi, L. Servolini, III, Patuzzi, Milano 19623, pp. 1259-1260, s.v.

29 Disegnatore dichiarato delle Tavv. I-VI (1813), esegue tuttavia (come peraltro altri disegnatori qui dichiarati in elenco) altri disegni, incisi, ai quali non compare sottoscritto il cog(nome). Autore di uno dei disegni (Vat. lat. 13748, 111, f. 11 v.) della Tav. XIX (1813) può forse aver delineato anche Bonifacio VIII, di Manno Bolognese e, in aggiunta o in alternativa, la mezza figura sulla facciata di San Petronio, di Bonafuto Veneziano, incisi nella tavola ma che non trovano nel codice il disegno corrispondente.

30 Alla Tav. LXII (1816) è per errore un tipografico riportato «Nemi dis:» invece che «Nenci dis:»; tuttavia nel codice vaticano nessuno dei disegni componenti la tavola reca apposto da Cicognara il (cog)nome Nenci; cfr. nota infra.

31 Disegnatore dichiarato delle Tavv. XI, XXXIII, XXXIV (1813), lo è anche assieme a Francesco Hayez della Tav. XXII (1813); con Federico Zandomeneghi delle Tavv. VI, VII, XXVII (1816) e con Domenico Udine della Tav. XX (1816), e inoltre delle Tavv. XXII, XXIII, LXII (i disegni 363, 364, 369, 370, ivi tradotti, sono però i primi tre di mano di Udine ed il quarto di Hayez), e LXIV (i disegni incisi in quest’ultima, 350, 349, 352, sono tuttavia di mano di Domenico Udine). Per il terzo invece (1818) è codisegnatore non dichiarato delle Tavv. XXIII, XLVI.

32 Disegnatore dichiarato della Tav. XL (1813).

33 Piroli è incisore dichiarato di una sola tavola della Storia riproducente alcune opere di Andrea Briosco, disegnate come si legge nel margine inferiore destro dell’impronta, da Rinaldo Rinaldi: Tav. XXXVI (1816), «Bassi rilievi trasportati in Parigi dal

Monumento dei Torriani in S. Fermo a Verona, opere di Andrea Riccio.» / «Due Compartimenti del Candelabro che vedesi nella Chiesa di S. Antonio in Padova.» / «Rinaldi dis.» / «Piroli inc.»; tuttavia dei quattro disegni tradotti solo due (Vat. lat. 13748, 285, 286, f. 41 v.) sono di Rinaldi mentre i due restanti (Vat. lat. 13748, 290, 291, f. 42 v.) sono di mano di [Jean George] Tessier. Ammesso

a frequentare i corsi all’Accademia di San Luca concorre nella terza classe di scultura nel 1766 riportando il secondo premio, come pubblicato nell’inventario del primo tomo (il secondo, relativo al secolo XIX, non è stato edito, né è in programma) del terzo volume I disegni di figura nell’Archivio Storico dell’Accademia di San Luca, a cura di A. Cipriani, E. Valeriani, III.I. Concorsi

e Accademie del secolo XVIII (1756-1795), Quasar, Roma 1991, pp. 47, 49, ove si legge: «1766 / CONCORSO CLEMENTINO //

SCULTURA / Terza Classe: Si dovrà copiare in modello di creta la figura di Giona di Raffaelle d’Urbino nella chiesa di S. Maria del

Popolo. (tema della prova: Modellare l’atto del Nudo) / TOMMASOPIROLI romano, secondo premio». Attivo fra Roma e Parigi,

Piroli collabora a numerose altre raccolte di stampe tradotte a semplice contorno, realizza varie incisioni tratte dalle opere di Canova, di Flaxman, dalla Divina Commedia dantesca, nonché dai Bassorilievi antichi di Roma dell’archeologo danese Jörgen Zoega (Dahler 1755 - Roma 1809); il primo volume di quest’ultima opera usciva nel 1808 con incisioni di Piroli appunto e di Piranesi, il secondo rimaneva a metà e le tavole compaiono nel 1809 prive di corredo esplicativo per la sopravvenuta morte dell’autore. Cfr. A. FABBRONI, Dissertazione sulle statue appartenenti alla favola di Niobe a sua Altezza Reale Pietro Leopoldo Arciduca

d’Austria Gran Duca di Toscana, Moucke, Firenze 1779, con 19 tavole incise in rame da Ferdinando Gregori su disegno di

Michelangelo Maestri «non con tanta accuratezza e buon gusto come le incise da Piroli»: L. CICOGNARA,Catalogo ragionato dei Libri d’Arte e d’Antichità posseduti dal conte Cicognara, I, Capurro, Pisa 1821, r.fot. Forni, Sala Bolognese 1998, p. 157, n. 3505 e

p. 162, n. 3542 (T. PIROLI, Niobes historia Graecae sculpturae miraculum, in fol., con 15 tavole rappresentanti le statue della favola di Niobe); Principi del disegno ricavati dalle più corrette opere degli antichi e di Raffaelle ordinati ed incisi da Tommaso Piroli l’anno 1788, «In Roma / si vendono da Bouchard e Gravier al Corso, da Romero in Piazza di Spagna, e presso l’Autore all’Arco della Regina» [1788]. L’unica monografia sull’incisore è il necrologio comparso nel 1824, anno della morte, su una rivista di memorie romane: L. C[ARDINALI], N.° III. / Necrologia, in «Memorie Romane di Antichità e di Belle Arti» 1 (1824), vol. I,

Sezione II. Arti. Escavazioni. Bibliografia. Necrologia, pp. 26-32 - e Necrologia di Tommaso Piroli romano intagliatore in rame scritta da

Luigi Cardinali, Bourliè, Roma 1824, pp. I-VIII (I e II frontespizio e occhietto [H.COLE, in The Universal Catalogue of Books on

Art, I, Chapman & Hall London 1870, p. 228) -, testo di Luigi Cardinali pubblicato poi con il titolo Tommaso Piroli, in

«L’Album» 6 (1839), pp. 29-31. Sulla vicenda biografica ed artistica di Piroli cfr. L. CICOGNARA, Lettere ad Antonio Canova, a

cura di G. Venturi, Argalia, Urbino 1973, pp. 33, nota 5, 81-82, nota 12; F. SPESSO, Tommaso Piroli, incisore romano

(1750-1824): proposte per un catalogo, in «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 9 (1995), pp. 79-94; R.

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664

Ridolfi Michele Angelo (Gragnano di Lucca 1795 - Lucca 1854)

34

DISEGNATORE

Rinaldi Rinaldo (Padova 1793 - Roma 1873)

35

DISEGNATORE

Romanelli (Romanolli) Martino? (Quarata 1770 - ?)

36

DISEGNATORE

Ruggeri (Ruggieri) Giovanni (Roma 1785 - ?)

37

INCISORE

& Tassotti, Bassano del Grappa 1993, pp. 321-322, s.v. Piroli Tommaso; A. P. TORRESI, Secondo dizionario biografico di pittori

restauratori italiani dal 1750 al 1950, Liberty house, Ferrara 2003, p. 115, s.v.; ANONIMO, Piroli Tommaso, in TB XXVII, p. 87;

G.MOSCHINI, Dell’Incisione in Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, pp. 181, 182, 215, ove erroneamente è menzionato come «Piralli»; A. PELLICCIONI, Dizionario degli

artisti incisori italiani (dalle origini al XIX secolo), Gualdi, Carpi 1949, p. 137, s.v.; E. SPALLETTI, “Unicamente intento al naturale” e

“credibil filosofo nell’arte”, in [A. CAPUTO, S. BIETOLETTI, E. SPALLETTI], Lorenzo Bartolini, Le Lettere, Firenze 2010, pp. 11-53,

spec. pp. 12, fig. 2, 52, nota 12; M. TINTI, Lorenzo Bartolini, I, Reale Accademia d’Italia, Roma 1936 («Artisti Italiani dell’Ottocento», 2), pp. 37, 38, spec. nota 1, 39. A proposito delle sopra citate traduzioni calcografiche da Flaxman e Dante cfr. [C. CONCINA, M. PALUMBO, C. NICOLINI], in Dante poeta e italiano legato con amore in un volume. Mostra di manoscritti e stampe

antiche della raccolta di Livio Ambrogio, cat. a cura di L. Ambrogio, C. Concina, E. Malato, A. Mazzucchi, Salerno, Roma 2011,

pp. 116, n. IX.141, 266, tav. LXXVI («JOHN FLAXMAN, La ‘Divina Comedia’ di Dante Alighieri. Cioè l’‘Inferno’, il ‘Purgatorio’, ed il

‘Paradiso’. Composto da Giovanni Flaxman Scultore Inglese ed inciso da Tommaso Piroli Romano, Roma, Tommaso Piroli, 1802»);

questa edizione della Commedia non contiene il testo dantesco ma solo i 111 disegni a contorno realizzati a Roma, fra il 1792 e il 1793, dallo scultore neoclassico inglese John Flaxman (1755-1826) su commissione del banchiere olandese Thomas Hope; si tratta di un’edizione non autorizzata, pubblicata a Roma nel 1802 dall’incisore Tommaso Piroli. Il committente voleva infatti una preziosa edizione, limitata alla cerchia dei propri amici, mentre la pubblicazione di Piroli - di 111 tavole, ciascuna di mm 206 x 273, numerate (frontespizio, antiporta, 38 per l’Inferno e per il Purgatorio, 33 per il Paradiso), incise all’acquaforte su disegni di Flaxman (legatura in marocchino rosso, piatti con decorazioni a secco all’interno di una cornice floreale dorata; titolo e decorazioni in oro al dorso, tagli dorati - ebbe ampia risonanza e circolazione europee. Tutte le tavole, la maggior parte delle quali è disposta orizzontalmente rispetto al libro, hanno una didascalia incisa in corsivo che cita i versi, la cantica e il canto cui l’illustrazione fa riferimento; alcune tavole recano anche i nomi dei personaggi raffigurati, incisi in corsivo minuto lungo i bordi dell’immagine. Cfr. Edizioni, a cura di R. Galleni, in Dante vittorioso. Il mito di Dante

nell’Ottocento, cat. a cura di E. Querci, Allemandi & C., Torino-Londra-Venezia-New York 2011 («Biblioteca dell’Unità

d’Italia»), pp. 232-234, n. 2 e tavv., e n. 2a (La Divina Commedia di Dante Alighieri con tavole in rame, 4 voll., Tipografia all’insegna dell’Ancora, Firenze 1817-1819 [e 3 voll., Tipografia all’insegna dell’Ancora, Firenze 1817-1818] [Editori: A. Renzi, G. Marini, G. Muzzi. Tavole calcografiche disegnate da Luigi Ademollo e Francesco Nenci, incise da Luigi Ademollo, Paolo Lasinio, Emilio Lapi, Vincenzo Benucci e Giovanni Masselli]). Cfr. inoltre Lettera di Giuseppe Bossi (Milano 20 Dicembre 1803) ad Antonio Canova [a Roma], in Lettere scelte dell’inedito epistolario di Antonio Canova, a cura di [A. Valmarana], Longo, Vicenza 1854, pp. [22]-24 (lettera 7), ove si legge: «Se questa volta io ti arreco, soavissimo Amico, una solenne seccatura, attribuiscila alla confidenza ispiratami dalla buona amicizia tua, e dall’amore che tu hai al progresso delle Arti, e di quelli che vi si esercitano. Del quale ho anche ultimamente sentito un luminoso argomento, che ti fa onore quanto una bella statua, nella generosa cessione d’una tua pensione all’Accademia di Roma. Nel passaggio che fece [Tommaso] Piroli per Milano alloggiò da me, e solo il giorno prima della di lui partenza, che fu jeri, cadendo il discorso sulle opere che presentemente si fanno in Roma, mi fece parola di certi quadri, che al numero di dieci debbonsi fare per la Cappella del Quirinale. Voi ne dovreste, mi disse, cercare uno, ché per mezzo di Canova l’otterreste assai facilmente. Il consiglio dell’Amico, il mezzo proposto, la occasione onorevole di fare un quadro in concorso con tanti Artisti tutti a me sì lungamente superiori, la speranza del progresso che si ottiene dalla intensità dello studio necessario in tali incontri, l’accrescermi così le ragioni di riveder Roma, e il legittimare più ampiamente anche presso il Governo, mi fecero abbracciare immediatamente il partito, e proposi di scriverti, come or faccio, interessando la tua amicizia perché voglia ottenermi siffatto onore. […]».

34 Disegnatore dichiarato («Michel Ridolfi dis.») assieme a Pietro Carrarini della Tav. III (1816).

35 Disegnatore dichiarato delle Tavv. XIII, XXVII, XXVIII, XXIX, XXX, XXXI (1813); assieme a Domenico Udine della Tav. XXXII (1813); Tavv. VIII, IX, XXXVI (1816); con Luigi Zandomeneghi della Tav. XII (1816) mentre con Francesco Hayez della Tav. LI (1816); II, XXI, XXVII (1818); con Luigi Durantini della Tav. XXXI (1818).

36 Disegnatore dichiarato («Romanolli [leggi Romanelli] disegnò») della Tav. XXIII (1813).

37 Quanto a Ruggeri (Ruggieri) incisore di alcune tavole che corredano i tre volumi della Storia della Scultura di Cicognara - Tavv. VIII, XIX (1813) «Ruggeri»; Tavv. I, LXIV (1816) «Ruggieri»; Tav. XL (1818) «Ruggieri», Tav. XLI (1818) «Ruggeri» -, si tratta quasi certamente di «Giovanni Ruggeri Romano», che frequenta a partire dal 1807 l’Accademia di Belle Arti di Venezia, e del quale è per alcuni anni documentato l’iter formativo e concorsuale. Incisore e pittore - assieme a Bernatti, Cipelli, Dala, Martens, Moretti, Musitelli ed altri all’Accademia - nel 1810 ottiene il «Primo Accessit» per l’«INCISIONE./ DALLA FIGURA» - Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle Arti per la distribuzione de’ Premii nell’Agosto MDCCCX [12.

Agosto], Picotti, Venezia [1810], p. 75 -. Per la sua immatricolazione nel 1807 e le registrazioni del suo percorso accademico:

«[1807] Giovanni Ruggeri di Francesco Romano d’an / ni 21 abita a S. Pantaleon in Casa Fornarini / per l’Incisione» - AABAVe/Accademia di Belle Arti in Venezia. Matricola degli Alunni Inscritti. Dall’Anno Scolastico 1807- al 1822-23 (Anno Scolastico

1807, p. 3, n. 38) -; [1808] Giovanni Ruggeri Romano d’anni 23. fi /glio di Francesco abita a S. Pan / taleon in Casa Fornarini per la Incisione» - ivi, Anno Scolastico 1808, p. 5, n. 28 -; «22 d.° [1808. / 22. Dicembre] Giovanni Ruggeri / di Patria Romano /d’anni 26 /

(9)

665

nato da Francesco / Domiciliato in Casa Foscarini in Contra / da di S. Pantaleone / Per la scuola d’Incisione, e Ornato» - ivi, Anno Scolastico 1808-09, p. 28, n. 115 -; «Novembre 1809 / d.° [5] Giovanni Ruggeri Romano /d’anni 24 / figlio di Francesco / abita a S. Pantaleone n. / Per l’Incisione, e Architettura, e Pit.a» - ivi, Anno Scolastico 1809-10, p. 10, n. 46 -; «d.° [1810. / 15. Novembre] Giovanni Ruggeri Romano /d’anni 25 / figlio di Francesco / abita a S. Pantaleone / Per l’Incisione, e Architettura» - ivi, Anno Scolastico 1810-11, p. 17, n. 96 -; «d.° [1811] 5 9bre Giovanni Ruggeri Romano / d’anni 26 figlio di Francesco / abita a S. Pantaleone / Per l’Incisione, e la Figura / e Architettura» - ivi, Anno Scolastico 1811-12, p. 12, n. 67 -. Del calcografo compaiono incise tre tavole,

una su disegno di Alvise Pigazzi, due su disegno di Giuseppe Nadi, rispettivamente nel primo dei due volumi della prima edizione delle Fabbriche Veneziane di Cicognara e nella seconda parte del primo volume della seconda edizione; cfr. L. CICOGNARA, Le Fabbriche più cospicue di Venezia misurate, illustrate, ed intagliate dai membri della Veneta Reale Accademia di Belle Arti, 2 voll., Alvisopoli, Venezia 1815-1820; ID., Le Fabbriche e i Monumenti Cospicui di Venezia illustrati da Leopoldo Cicognara, da

Antonio Diedo e da Giannantonio Selva. Seconda edizione con notabili aggiunte e note, 2 voll., Antonelli, Venezia 1838-[1840]2 (BCT/G

5 x 6-7), spec. I.II, 18382, Tavv. 77 («Pianta delle Prigioni coll’indicazione delle misure principali» / «Pigazzi disegnò.»; «Ruggieri incise.»), 117 («Pianta del Prospetto principale, e dell’Atrio del Palazzo Grimani sul Canal Grande» / «Nadi disegnò.»; «Ruggieri incise.»), 118 («Dimostrazioni del Palazzo Grimani sul Canal Grande» / «Nadi disegnò.»; «Rugieri incise.»). L’unica notizia della presenza di un Ruggeri che si conserva invece nell’Archivio Storico dell’Accademia di San Luca a Roma è riferita a Giovan Pietro, romano, che nell’agosto del 1810 vince il primo premio di scultura all’Accademia del Nudo, come risulta dall’elenco manoscritto dei vincitori dei concorsi di quella specifica scuola - AASL, vol. 33 bis: «[…] il Concorso fatto nel mese di agosto quello che far si doveva nel mese di settembre del 1810. Direttore il Sig. Luigi Guttenbrun Pittore. […]» (47 r.); «[…] Scultura del Nudo. Due Primi Premi a vicenda, Francesco Benaglia Romano, Gio. Pietro Ruggeri Romano […]» (47 v.) -; non è tuttavia compreso fra gli artisti citati nel volume Le “scuole mute” e le “scuole parlanti”. Studi e documenti sull’Accademia di San Luca

nell’Ottocento, a cura di P. Picardi, P. P. Racioppi con la collaborazione di A. Cipriani, M. Dalai Emiliani, De Luca, Roma

2002, e nessun’altra notizia su di lui è conservata nella detta Accademia romana. Si veda G.MOSCHINI, Dell’Incisione in

Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, a cura della Regia Accademia di Belle Arti di Venezia, Zanetti, Venezia 1924, «[…]

edizione esemplata sul Codice conservato presso il Museo Correr (Manoscritti Moschini N. 1.), pervenuto a questo Istituto [AABAVe] dal Convento di san Michele in Isola quando, nel 1869, la Biblioteca di quei Frati Riformati divenne proprietà del Comune di Venezia. Il Codice non è originale. È la copia che lo stesso Moschini aveva fatta eseguire da un suo discepolo, poscia professore, l’abate Adriano Merlo; questi, tuttavia, non l’aveva condotta a termine. L’autografo non era stato trovato tra i Manoscritti Moschini quando essi divennero proprietà comunale. L’abate Giuseppe Nicoletti, addetto al Civico Museo Correr, completò nel 1895 la copia annotando di sua mano alla fine del Codice, come si fosse valso dell’originale, allora conservato presso la Biblioteca di Murano, Classe XIV, busta 36, N. 3», ove, alla p. 217, compare invece indicizzato «Ruggieri Giuseppe» con rimando rispettivamente alla p. 119 con riferimento al «Catalogo per L’esequie di Francesco I. celebrate in Firenze l’anno 1765, da invenzione di Giuseppe Ruggieri»: Solenni esequie celebrate nel duomo di Firenze per la morte

dell’augustissimo imperatore Francesco primo duca di Lorena e di Bar [...] ordinate da S. A. R. Pietro Leopoldo arciduca d’Austria principe reale di Ungheria e di Boemia [...], Stamperia di S. A. R, Firenze 1765 «C. di tav. ideata da Giuseppe Ruggieri [calcografo

«Ruggieri, Giuseppe fl. 1813»] disegnata da Giuseppe Zocchi e incisa da Fabio Berardi»; alla p. 181, con menzione solo di

Ruggeri fra coloro che hanno inciso la Storia di Cicognara: «A. Bernatti, Musitelli, Moretti, Ruggeri, Martens, Zuliani, Gloria [ma

Gleria], Dala, Cipelli, Baruffaldi, Dalla Valle, Dolcetti, Piralli [ma Piroli], Zorzi, Terrazzoni, Torcellan e Domenico Marchetti»; alla p. 182 ove è di nuovo rubricato Ruggieri – Ruggieri, ciò che ha indotto, facendo riferimento alla Memoria interpolata dello storico veneziano, ad identificare l’incisore univocamente come Giuseppe. La documentazione antecedente rispetto a quella sopraccitata, parimenti relativa a immatricolazioni e percorsi accademici - AABAVe/Fondo Veneta [Pubblica] Accademia di

Pittura, Scultura [e Architettura], Libro Stvdenti 1785 13 Giugno. [- 1807 6 Marzo]. Vincenzo Dottor Nodari Cancellier, Busta 4;

AABAVe/Fondo Veneta Accademia di Pittura e Scultura, Registri [Libri] Ridvzioni ed Atti Accademici […], 1755 [ma 1756] - 1795, I-III, Busta 1; AABAVe/Fondo Veneta Accademia di Pittura e Scultura, Libro Accadem[ici] Prof[essori] e loro cariche ed Accademici di onore

aggregati, 1755- 1806, Busta 1; AABAVe/Fondo Veneta Accademia di Pittura e Scultura, Filze Ridvzioni ed Atti Accademici […], 1755

[ma 1756] - 1807, I-VII, Buste 2-3 - registra contestualmente gli alunnati, gli avanzamenti, i premi, di alcuni disegnatori e della maggior parte degli incisori, prossimi traduttori della Storia (Luigi Zandomeneghi, Luigi Sabatelli, Giovanni Demin, Sebastiano Santi, Marco Bernardo, Giuseppe Dala, Giovanni Girolamo Cipelli), registrazione effettuata anno per anno durante l’intero iter accademico protrattosi per alcuni oltre il ventennio, riscontro non emerso per il «Ruggieri Giuseppe». Gli elenchi onomastici relativi al cognome Ruggeri nelle sue varianti riportato in TB XXIX, alle pagine 182-185, e in DEB X, alle pp. 66-69, e in vari altri repertori, non consentono alcuna individuazione, e Luigi Servolini, rifacendosi a Moschini, così scrive: «RUGGIERI GIUSEPPE, calcografo veneziano, allievo di Galgano Cipriani nell’Accademia di Venezia. Collaborò alle incisioni per la ‘Storia della Scultura’ del Cicognara (Venezia, 1813/18). Disegnò per l’incisione. […]» - L. SERVOLINI,

Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Görlich, Milano 1955, p. 716, s.v. -. Nella prima metà

dell’Ottocento l’incisore «G. Ruggeri» risulta impegnato con le stamperie dell’editoria marchigiana Bols di Fermo, Cortesi di Macerata e Sartori di Loreto: Giovanni, allievo romano dell’Accademia veneziana o un altro Giuseppe che risulta così registrato «d.° [1818. / 2. Novembre] Giuseppe Ruggeri Veneto d’anni 12. / Figlio di Angelo / abita a S. Pantaleone / Per l’Ornato.», troppo giovane dunque per appartenere all’officina di incisori della Storia, e che compare per la prima volta registrato fra le matricole dell’Accademia veneziana il 2 novembre 1818, assieme a Marco Comirato quasi ventenne e Benedetto Musitelli più che trentenne, i quali hanno rinnovato l’iscrizione rispettivamente per l’Architettura e l’Incisione e per l’Incisione e la Figura; cfr. AABAVe/Accademia di Belle Arti in Venezia. Matricola degli Alunni Inscritti. Dall’Anno Scolastico 1807- al 1822-23,

Anno Scolastico 1818-19, p. 7, n. 39 e nn. 58 e 49. Si consideri, di quest’ultimo «G. Ruggeri», l’incisione a bulino del secondo

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