LA DIFFICOLTÀ DELLA RAPPRESENTANZA
ISTITUZIONALE: ANALISI E STRUMENTI
INDICE
1. Il metodo
2. Il contesto
3. Dove siete
METODO NARRATIVO
raccontare contiene in sé la parola contare, implica il mettere ordine
Raccontare come unica possibilità di dare conto della complessità delle relazioni umane
Particolarità del counselling come modo per aiutare a raccontarsi e a chiarire la propria situazione
Società liquida
Perdita dei confini
Ordine
Dove siete
Siete elementi di sistemi interconnessi:
" si sommano le cose più spinose da gestire, le
relazioni non sempre facili con l'opinione
pubblica, la stampa, i politici e a volte anche sì,
anche con i colleghi... “
Appartenenza:
Tenere i piedi in molte scarpe
Perché la carriera mal si confà nel mantenere un ruolo di disponibilità e vicinanza anche emotiva agli iscritti.
Missione non impossibile sia chiaro, ma molto faticosa e certo improbabile anche eticamente quando il
Presidente diventa magari un dirigente nella stessa Provincia.
Disequilibrio:
Uno dei sistemi prevale sugli altri
Mi occupo delle rivendicazioni e dimentico il dovere di aggiornarsi. O rinuncio per compiacimento politico a mettere in discussione gli elementi critici intraprofessionali.
Dall'altra parte la mancanza di una trasparente etica
professionale nella gestione dei propri ruoli e funzioni, genera la preferenza ad allearsi con chi ti sembra dare maggiore
autorevolezza al tuo ruolo e spesso non è la parte professionale.
Frammentazione:
Mettere d’accordo elementi diversi
E' difficile che la rappresentanza ordinistica e i Colleghi dirigenti armonizzino le reciproche azioni verso istituzioni politiche, sindacali e direzioni aziendali avendo prima
concordato una linea di azione entro la quale non si è disponibili ad accettare inferenze ritenute inappropriate per la professione.
Visibilità - critiche:
(frustrazione?)
… Quelli che "l'ordine non serve/non ci rappresenta/non sanno che significhi lavorare". Magari lo leggi sui social, mentre sei su uno smonto notte e invece di dormire, stai cercando di fare qualcosa per la professione
Rischio di fossilizzazione:
Rapporto tra incarico e tempo
Questa è una mia grande paura. Identificare l’ OPI con le con le STESSE persone. La cosa che più mi spaventa è di diventare io stesso immobile, identico negli anni, e infine credere che la mia presidenza sia una posizione contrattuale. Sono pro tempore. Lo ripeto sempre agli altri ma in realtà lo ripeto sempre a me stesso. Sono al servizio della professione e sono pro tempore.
Costo personale:
Impegno legato alla carica
Ogni volta che mi muovo è una feria. Ogni ora che spendo per il'Ordine è un ora che sottraggo a
qualcos’altro.
Anzi, uno dei problemi principali nel fare il presidente è che dovrebbe essere fatto full time, cosa che spesso – è semplicemente irrealizzabile.
Metterci la faccia:
Rappresentanza
Parlare di doveri professionali e morali legati all’Essere infermieri e non al fare gli infermieri è impopolare, a volte mi sembra di non riconoscere la figura che si delinea così legata alle tecniche ma non più vicina alla persona, rappresentare a tavoli istituzionali questi modello di infermiere non fa guadagnare fiducia perché si perde lo specifico di presa in carico totale spezzettando la persona in attività piuttosto che in percorsi, questo crea una dicotomia rispetto a
quanto viene chiesto dai colleghi e a volte ci si chiede chi stiamo rappresentando.
Conflitti di ruolo
:
Se nella tua organizzazione hai un ruolo di
responsabilità potresti trovarti in conflitto rispetto alle mancanze dell’organizzazione.
Se invece non hai mansioni che implicano un potere ti ritrovi ad essere in una posizione di superiorità verso i tuoi superiori.
Tollerare la pluriappartenenza:
Reggere il fatto di essere contemporaneamente
fedele e infedele a tutti questi sistemi
Consapevolezza del ruolo:
Le frustrazioni maggiori nel mio caso probabilmente stanno proprio quando ti accorgi che un leader non può prescindere dall’esercitare l’autorità in certi contesti. Ho imparato a farlo per ciò che la legge mi chiede. Ad esempio il pretendere il pagamento della quota. O l’esercitare il potere disciplinare. Ho imparato a farlo quando non esistevano vie alternative. Ma certamente è un qualcosa che comporta fatica nel
momento in cui, e questo non mi stancherò mai abbastanza di sottolinearlo, io sono gli iscritti e gli iscritti sono me. Non è che io non mi ritrovi in condizioni di dilemmi etici e
Autovalutazione:
Imparare ad autovalutarsi trovando un equilibrio
tra aspetti positivi del proprio operato e criticità.
Consapevolezza che ci sarà sempre qualcuno
insoddisfatto
No ‘soluzione 100%’
Non perdere di vista i valori:
Continuare ad interrogarsi su ciò che è
veramente importante, in particolare la
solidarietà.
Apprendimento:
Formazione istituzionale e sul campo
Le cause [di molti problemi] risiedono principalmente nella mancanza di una cultura professionale aggiornata e tesa ad approfondire le conoscenze non solo delle norme di interesse professionale ma anche di tutto ciò che riguarda la salute: economia e giurisprudenza sanitaria, evoluzioni sociologiche, evoluzioni tecnologiche.... La mia esperienza personale mi fa dire che il mancato aggiornamento delle proprie conoscenze a tutto tondo rende dipendenti da ciò che ci dicono gli altri e quindi meno disponibili "ad osare nelle rivendicazioni e nelle innovazioni professionali".
Attivare gruppi:
aumentare fiducia all'interno della rete dei
collaboratori e investire sulla delega. Operare
con un’ottica di decentramento e ricordarsi
che l'Ordine è un sistema consiliare e non
presidenziale.
Coinvolgere la comunità professionale:
E la quadra, sarà banale, è la partecipazione in questo
Ordine che è fatto di persone. Persone alle quali aggiungere persone. Persone che siano propositive, che propongano
soluzioni idee, miglioramenti. Persone che scelgono persone che li rappresentano per un periodo limitato di tempo
Favorire la crescita dei futuri presidenti:
Certamente dovrò essere pronto a cedere il passo e mi domando spesso se ne sarò capace e se lo farò nel modo giusto
.
Capacità di ascolto e di dialogo:
Bisogna ascoltare le problematiche delle persone partendo dal
presupposto che il contenuto del messaggio che riportano è corretto e tenere quel contenuto esposto e ben illuminato in una bacheca
virtuale perenne. Non ha senso porre atteggiamenti di ragione o di torto ed invece accade spesso, e mi accade spesso, di etichettare un problema che mi viene riportato come degno di nota oppure no a seconda del mio posizionamento, del mio progetto, dei miei
convincimenti, del mio vissuto e del mio schema mentale. Se qualcuno ti espone un problema quel problema è comunque vero in quanto
espressione di un disagio e come tale va accolto con rispetto e dignità, cosa assai ardua se ti mette in discussione
Giusta distanza:
I social in questo “stare vicino” spesso aiutano anche se la forma ha una sua dignità ed una sua ragion d’essere indispensabile. Non ho mai perseguito la formalità
dell’appuntamento e della richiesta scritta, ma alle volte è necessario oltre che eticamente e
giurisprudenzialmente corretto. Però forse, mi illudo, il segreto sta qui. Cercare la via di mezzo tra la formalità