maestralu.altervista.org Homo sapiens: la vita di gruppo
L’Homo Sapiens fu la prima specie a vivere in gruppi organizzati. I primi ominidi vivevano in piccoli gruppi, le famiglie. Ben presto però si resero conto che da soli erano troppo indifesi per
sopravvivere in un ambiente pieno di pericoli. Per questo alcune famiglie, legate da vincoli di parentela, cominciarono ad unirsi formando gruppi più grandi: i clan.
Per affrontare difficoltà sempre maggiori, come ad esempio le migrazioni verso nuove zone di caccia, i diversi clan cominciarono ad unirsi formando delle tribù.
Le tribù potevano comprendere circa un centinaio di persone e controllavano un territorio
abbastanza ampio. Probabilmente ogni tribù era guidata da un capo, che poteva essere il più forte o il più abile ed esperto.
All'interno di una tribù i compiti erano suddivisi e ognuno doveva fare la propria parte: gli uomini si dedicavano alla caccia o alla pesca e alla costruzione di capanne, compiti che richiedevano maggiore forza fisica.
Le donne si prendevano cura dei bambini, si dedicavano alla raccolta di frutta e erbe, alla
lavorazione delle pelli e al confezionamento di abiti.
I bambini si esercitavano nella caccia e nella lavorazione delle selce, e aiutavano le donne nella raccolta di cibo e legna.
Gli anziani si occupavano dell’ "istruzione” dei più piccoli: insegnavano le tecniche di caccia, la lavorazione della selce e delle ossa.
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Lo sviluppo del linguaggio e la nascita dei sentimenti
La vita di gruppo rese anche necessario stabilire delle regole per mantenere la pace e il rispetto tra i membri, per definire i vari compiti, per garantire la sicurezza ecc. Con l’homo sapiens quindi compaiono le prime società organizzate.
Nello stesso tempo, vivendo in gruppo, l’uomo imparò a “voler bene”: nasceva in lui il bisogno di stringere legami e di conservarli, di creare un gruppo non solo per poter sopravvivere, ma anche per il solo desiderio di stare con i propri simili.
Con la vita sociale, quindi nell’uomo cominciarono a nascere tutte quelle emozioni e sentimenti che caratterizzano la nostra specie.
Vivendo in gruppo, l’uomo avvertì il bisogno di comunicare per organizzare le battute di caccia, i trasferimenti, dividere i compiti, scambiare informazioni. Così si sviluppò il linguaggio e con esso, una capacità di pensiero più evoluta.
Quando il linguaggio divenne più articolato e complesso, l’uomo fu in grado di raccontare avvenimenti ed esprimere emozioni e sentimenti.
La sepoltura
Con il rafforzarsi dei legami affettivi, cambiò anche l’atteggiamento nei confronti dei defunti.
All'inizio infatti le persone morte venivano abbandonate diventando cibo per i predatori.
L'homo sapiens invece seppelliva i propri morti. I corpi venivano sepolti in posizione fetale all'interno di una fossa. Vicino al corpo del defunto mettevano alcuni oggetti che aveva usato in vita: armi, utensili, collane di conchiglie o altri ornamenti, ma anche ossa e denti di animali o fiori per celebrare il morto.