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Agricoltura IL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL AGROINDUSTRIA

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Mercoledì 21 Ottobre 2020 23

Compromesso in seno al pacchetto sulla Pac. Vietate le dizioni legate alla zootecnia e alle Ig

Il tempo delle scaloppine vegane

L’Europarlamento verso il sì alle denominazioni fake meat

DI LUIGI CHIARELLO

V

erso la scaloppina vege- tale e l’hamburger vega- no, ma strada sbarrata alla bistecca di soia, alla costoletta di tofu o alla coto- letta di grano. Il compromesso raggiunto in seno all’Europarla- mento sulla cosiddetta fake meat – che andrà al voto dell’emiciclo Ue tra oggi e venerdì, assieme all’intero pacchetto sulla futura Politica agricola comune – «pun- ta su una netta distinzione tra denominazioni legate alla pro- duzione e alla tradizione zootec- nica e denominazioni generiche, indicative della mera forma»: lo rivela a ItaliaOggi l’eurodeputa- to Paolo De Castro, raggiunto nella serata di ieri al termine dei negoziati sulla futura Pac.

Così, l’utilizzo delle denomi- nazioni legate al patrimonio storico e produttivo zootecnico sarà vietato al mondo vegetale, mentre nei menù del mondo veg sarà possibile far ricorso a deno- minazioni di prodotto, mutuate dalla tradizione carnivora, ma ormai considerate generiche,

«per indicare forme e tagli di pietanze vegetali». E c’è di più:

i gourmet vegani, vegetariani e fruttariani dovranno rinunciare anche «all’utilizzo di denomina-

zioni da origine animale legate alle Indicazioni geografiche»;

non sarà possibile, ad esempio, impiattare la porchetta di farro o servire in tavola un bue grasso di seitan, visto che la porchetta di Ariccia è una Igp (indicazio- ne geografi ca protetta) e il bue grasso di Carrù ha un suo consorzio di tutela.

ILCOMPROMESSOSUL-

LECOSIDDETTE meat de- nominations fa parte di uno dei tanti accordi, relativi ai 430 articoli del pacchetto per la futura Politica agricola comune (2023-27), che dalla se- rata di ieri sono al voto degli eurodeputati. In particolare, è all’interno della regolamentazione sull’Organizzazione co- mune di mercato (Ocm) dei prodotti agricoli.

Intanto, a Bruxelles infuria da giorni la po- lemica. Luigi Scorda- maglia, presidente di Assocar- ni chiede «più trasparenza per i consumatori». Con lui, molti allevatori e industriali europei della carne, che considerano l’utilizzo di termini come «salsic- cia vegetale» fuorvianti dal pun- to di vista nutrizionale, perchè

«in termini di vitamine, zinco e

ferro un prodotto non a base di carne non ne apporta neanche una minima parte», spiega Scor- damaglia; la scorsa settimana, diverse associazioni aderenti al Copa-Cogeca hanno lanciato una campagna nei palazzi del- le istituzioni Ue, denominata:

«Ceci n’est pas un steak»

(«Questa non è una bistecca», ndr), in riferimento al disegno della pipa surrealista dell’arti- sta belga René Magritte.

L’iniziativa esortava la ple- naria dell’Europarlamento ad approvare un emendamento - il 165 del regolamento Ocm,

approvato in commissione agri- coltura e sviluppo rurale - in cui si precisava che denominazioni come «bistecca», «salsiccia» e

«hamburger» dovessero essere riservate esclusivamente a pro- dotti contenenti carne.

LAPOSTAINGIOCO. La par- tita, va detto, non è di poco conto: il mercato dei prodotti alternativi alla carne è in crescita e a livello mondiale ha raggiunto i 4,6 mld di dollari in valore. Entro i prossimi quattro anni dovrebbe superare i 6 mld e il 39% del suo volume d’affari sarà in Europa. In Italia, le città più «vegane» sono Bolo- gna, Piacenza e Firenze, ma la capitale europea del veg è Berlino.

Così, Scordamaglia ha lanciato il suo j’ac- cuse: «Invece di tutela- re gli interessi di poche multinazionali, le forze parla- mentari tutelino gli interessi dei produttori e allevatori che si sforzano di produrre carne naturale in maniera sempre più sostenibile». In effetti, negli ultimi anni, diversi top player dell’industria alimentare, tra cui Findus, Unilever, Nestlè,

Mc Donald’s, Burger King e Kellogg’s, hanno implementato attività di sostegno alla produ- zione e distribuzione di alimen- ti a base di soia, denominati, appunto, «hamburger vegano»,

«salsiccia veg», ecc.

Collocati su posizioni opposte rispetto al mondo della carne, questi colossi del food sosten- gono le denominazioni vegetali, anche alla luce della transizione verso sistemi alimentari più so- stenibili in termini di emissioni in atmosfera e salute dei consu- matori, in coerenza con quanto previsto dalla strategia lanciata dalla commissione Ue, denomi- nata Farm to fork, che punta su una drastica riduzione del con- sumo di carni rosse.

L’ASSEDIOAL MADEIN ITALY. Ma lo scontro sulle denominazio- ni tra zootecnia e colossi del food ricorda anche un’altra battaglia, ingaggiata in seno alle istituzio- ni europee, che vede ancora una volta contrapposti gli allevatori e i big mondiali dell’alimentare.

Questa partita oggi rappresenta una minaccia per il giro d’affari delle principali produzioni di qualità Made in Italy: si tratta della futura adozione di un’uni- ca etichetta nutrizionale euro- pea degli alimenti. Su questo fronte, da una parte c’è il mo-

dello di etichettatura francese a semaforo, denonominato Nutri- score, che prescinde dalla dieta alimentare del singolo e (con un bollino colorato, associato a lettere dell’alfabeto dalla A alla E) premia o penalizza i prodotti alimentari, in base al loro con- tenuto di zuccheri e grassi. Così facendo, il Nutriscore fi nisce per promuovere il consumo di pro- dotti interamente industriali e di bevande sugar free. E disin- centiva l’acquisto di alcune tra le Dop più rilevanti della tradi- zione agroalimentare italiana - come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Prosciutto di Parma, il San Daniele, ecc.

- che hanno un importante e valido valore nutrizionale, se inserite in un corretto regime alimentare.

Sull’altro versante, c’è la pro- posta di etichettatura nutrizio- nale avanzata dal governo ita- liano e denominata NutrInform battery, che informa i consuma- tori circa l’apporto nutrizionale del singolo alimento in base al peso, rapportato, però, al corret- to regime dietetico medio di un adulto.

© Riproduzione riservata

Negli Stati Uniti stimano danni per 450 milioni di dollari all’anno. Adesso l’emergenza fi tosanitaria ha varcato l’oceano ed è arrivata in Europa e in Italia. A portare distruzione nei campi è la Popillia Japonica, coleottero giapponese inserito dalla Commissione Europea nella lista degli organismi dan- nosi prioritari. Dal 2014 ha invaso i campi del Nord Italia infestando ad oggi un’area pari a 7.500 chilometri quadra- ti. La Popillia japonica ha un’alta capacità infestante: può attaccare oltre 300 piante tra erbacee, arbustive ed arboree, spontanee (come alcune essenze forestali) o coltivate (es. alcu- ne pomacee, drupacee, microfrutti, vite), colpendo sia le radici (preferibilmente di graminacee), sia la parte aerea (fi ori, foglie e frutti), di cui si nutrono rispettivamente le larve e gli adul- ti. Le conseguenze sono devastanti. Per combatterla, il Crea ha realizzato un progetto, IPM Popillia, che sfrutta la lotta biologica a basso impatto ambientale e ha messo a punto un vademecum per far fronte a livello europeo alla problematica.

Il progetto del Crea prevede l’impiego di nematodi (organismi vermiformi microscopici che penetrano all’interno dell’insetto, uccidendolo attraverso dei batteri) e funghi entomopatogeni (funghi che colonizzano e uccidere attraverso la produzione di micotossine) e di reti insetticide. Il progetto vede la partecipa- zione di un consorzio di 13 partner europei, e per l’Italia, oltre al Crea, anche Università di Siena, Settore Fitosanitario della Regione Piemonte, Vignaioli Piemontesi.

Andrea Settefonti

© Riproduzione riservata

Arriva la Popillia Japonica,

il coleottero Attila dei campi

SICHIAMA SOLEA ed è l’olio extravergine nato dall’utilizzo ibrido dei terreni. L’imprenditore ragusano Enrico Spadola ha piantato 600 ulivi su bordo di un terreno agricolo dove esiste un campo fotovoltaico la cui autorizzazione prevedeva, appunto l’obbligo di piantare alberi di ulivo come schermo visivo. Nessun trattamento e zero concimazioni, solo potatu- re e irrigazioni «d’emergenza» è la fi losofi a alla base della coltivazione. Da settembre è iniziata la vendita dell’olio con l’etichetta Solea.

IN SICILIAPRODUZIONE in perdita, in particolare a Palermo e Trapani dove il segno meno va dal 10 al 60% a seconda delle zone maggiormente colpite, nei mesi passati, da vari eventi cli- matici sfavorevoli. La stima della produzione siciliana 2020, secondo l’indagine condotta dagli osservatori di mercato di Cia, Italia Olivicola e Aifo (Associazione italiana frantoiani oleari), sarà di 28.500 tonnellate di olio contro le 34.353 del 2019, -17%. In ribasso le produzioni di tutte le regioni del sud, Puglia in testa con un crollo del 51%.

ESPIANTATI 60 ULIVI a Monopoli, in provincia di Bari: è il piano di prevenzione con cui gli agricoltori pugliesi intendo- no creare una cintura di sicurezza e contenere la diffusione della Xylella. Dal 2013 il contagio s’è spostato dal Salento verso nord ad una velocità di più 2 km al mese raggiungendo l’area del capoluogo dove si produce il 15% dell’extravergine nazionale. In base ai dati Sian, da quando c’è Xylella fasti- diosa in Salento, la produzione leccese è calata fi no all’80%.

A Brindisi del 16%, a Taranto del 4%.

DEVOTO OLIO La campagna Copa-Cogeca

IL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

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Agricoltura

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Mercoledì 21 Ottobre 2020

T E C N O L O G I A & I N N OVA Z I O N E

Il consorzio piemontese La Granda pioniere della tecnica di simbiosi tra piante e batteri buoni

Nasce l’agricoltura simbiotica

Addio concimi chimici. Microrganismi per salvare i sapori

DI EMANUELE SCARCI

I

l Consorzio La Granda lancia la sfi da dell’agricol- tura simbiotica. Un model- lo di allevamento che bloc- ca i concimi chimici e favorisce l’utilizzo di microrganismi per la simbiosi tra piante e batteri buoni. Questa metodologia na- turale per ora coinvolge in pri- mis il Consorzio piemontese La Granda e, secondo i promotori, un centinaio di operatori con un migliaio di ettari di terre- no. Tra novembre e dicembre dovrebbe arrivare la certifi - cazione del disciplinare da parte di enti terzi ma intanto è stata costituita la start up Simbiotech che annovera tra i soci La Granda ma anche le assicurazioni Generali.

«La Granda è un percorso che valorizza la qualità della fassona e dà a tutti i protago- nisti della fi liera l’attenzione che meritano», premette il fon- datore de La Granda, Sergio Capaldo. «È un nuovo modo di produrre carne, che inizia già dalla terra, perché se la terra è buona ne benefi cia tutta la fi liera. Si tratta di riscoprire il sapore del pomodoro e degli ortaggi, del latte e della carne, oggi omologati dai concimi chi- mici. Questi trovano un impie- go talmente diffuso, da Paler-

mo a Bolzano, che converrebbe produrre il Parmigiano reggia- no in Polonia». Inoltre, l’uso di concimi chimici è talmente intensivo da aver abbassato la resa dei terreni.

Il guru dell’agricoltura sim- biotica incita a non trascurare la rotazione delle colture: «E’

fondamentale», dice. E si mo- stra critico anche verso le pro- duzioni biologiche: «Utilizzano cadmio, un metallo pesante, tossico e pericoloso per la salu- te umana».

Capaldo, veterinario, è il fondatore de La Granda ed è il direttore zootecnico per Slow Food oltre che responsabile della qualità delle carni del gruppo Eataly. «A Farinetti», sottolinea Capaldo, «ho chiesto una spazio sugli scaffali, come il prodotto tradizionale e il bio- logico».

Il Consorzio conta su 85 soci, ha 15 mila capi e ne lavora 4 mila l’anno. Nel 2019 ha realiz- zato ricavi per 14 milioni.

Capaldo sta completando le

procedure per brevettare l’ana- lisi del suolo secondo il metodo dell’agricoltura simbiotica, con la relativa banca dati. Questi due passaggi «sono indispensa- bili per avere lo status di start up innovativa e il relativo sgra- vio fi scale», sostiene l’impren- ditore. «Inoltre, sarebbe impor- tante che l’Italia si dotasse delle tecnologie ad hoc. Per esempio, ottenere l’impronta microbica da uno spettrofotometro costru- ito in Italia: oggi devo acconten- tarmi di uno di fabbricazione israeliana».

All’estero alcuni studi sull’agricoltura simbiotica sarebbero stati promossi da grandi produttori del vino della Napa valley mentre in Europa si starebbero muovendo i primi passi in Germania.

L’agricoltura simbiotica sem- bra avere le potenzialità per scavarsi una nicchia tra pro- dotti tradizionali e biologici. Ma può garantire volumi e prezzi d’acquisto comparabili? «Innan- zitutto le rese sono superiori a quelle standard», risponde Ca- paldo: «Le piante si sviluppano meglio e rendono anche di più.

Quanto ai prezzi dipende dalla grande distribuzione. In linea di massima, non si andrà al di sopra del +10% del prodotto tradizionale».

© Riproduzione riservata

Utilizzo dei big data, ricerca genetica, progetto con Novamont di recu- pero della plastica. Ma anche iniziative legate alla lotta agli insetti sen- za chimica. Sono alcuni dei progetti e delle speri- mentazioni in ambito di agricoltura 4.0, tecniche di breeding e realizza- zione di vitigni resisten- ti a cui lavora da tempo Crpv, Centro Ricerche Produzioni Vegetali di Cesena. Il direttore Al- varo Crociani parla a ItaliaOggi di quale sia il fi lo che lega l’agricol- tura del futuro prossi- mo. «Elemento chiave è lo sfruttamento utile dei big data. Abbiamo un progetto, Agro.Big.

Data.Science, per la messa a punto di stru- menti digitali per sfrut- tare informazioni che sono sempre più un fat- tore determinante della produzione. Si parte dai big data, si elaborano con algoritmi di analisi, si estrapolano previsioni dei fenomeni». Il proget- to parte dalla sperimen- tazione della logica dei data driven su 3 fi liere produttive (kiwi, pero e spinacio), complete del- la sensoristica necessa- ria per la rilevazione di dati in tempo reale. Agro.

Big.Data.Science sarà il punto di approdo per lo sviluppo di soluzioni specializzate per arri- vare alla soluzione di problemi specifi ci delle tre fi liere, per la valida- zione della metodologia data driven sulle fi liere agroalimentari oltre alla messa a punto di una piattaforma Big Data specifica per il settore agroalimentare, fl essibi- le e utilizzabile anche da fi liere diverse da quelle considerate nel progetto.

In campo della sosteni- bilità, «con Novamont abbiamo allo studio tra progetti per arrivare ad alternative all’uso della plastica, in campagna e lungo tutta la fi liera. Un esempio sono le paccia- mature e le manichette di irrigazione biodegra- dabili nella coltivazione delle orticole».

Andrea Settefonti

© Riproduzione riservata

Tra big data e genetica

Sergio Capaldo

DI ANDREA SETTEFONTI

G

enetica determinate nel futuro agricolo.

Ed è sulla genetica che punta Syngen- ta. Come sottolinea a ItaliaOggi, Ste- fano Carducci, commercial manager Vegetable Seeds Business di Syngenta Italia, in occasione del Food&Science Festival che si è tenuto a Mantova. «La genetica può svolgere un ruolo fondamentale per la sostenibilità, per le risorse e per il benessere delle

persone. Oggi i consumatori chiedono che gli ortaggi ab- biamo anche caratteristiche legate al benessere fi sico, come un elevato contenuto in vitamine, aminoacidi o sali minerali». E oltre alle caratteristiche lega- te ad aspetti salutistici,

«le varietà devono dare risultati in campo in termi- ni di rese, devono avere facilità

di coltivazione e dare reddito agli agricoltori.

Oltre, ovviamente, a resistere alle malattie e ai cambiamenti climatici». In questa ottica ri- entrano alcune innovazioni fatte da Syngenta come quella che ha portato a Paskualeto, la varietà di ciliegino indicata per soddisfare sia i produttori sia la gdo e per rispondere alle diffi - coltà che incontra la coltivazione dei pomodori Pachino. Rispetto alla maggioranza dei ciliegini estivi presenti sul mercato, Paskualeto si distin-

gue, oltre che per la pezzatura delle bacche più contenuta, per l’elevato tenore zuccherino che dà al ciliegino estivo un gusto pieno e imme- diato. Sviluppata presso il Centro Ricerca &

Sviluppo di Acate, nel ragusano, la novità è anche sotto il profi lo agronomico dal momento che ha una buona resistenza alle spaccature dovute alle alte temperature. Oltre Paskualeto, l’innovazione genetica Syngenta ha prodotto altre varietà di pomodori come Yoom o Ca- mone, di cavoli, tra cui i broccoli EasyBroq,

e anche altri ortaggi oltre alle angurie senza semi. A carat-

terizzare la sostenibilità ci son poi l’iniziativa Cascina Pulita e il modello evoluto di sostenibilità aziendale Interra Farm. Il modello Cascina Pulita si occupa dello smaltimento dei rifi uti delle imprese agricole e degli allevamenti. In tale ambito sono state attivate iniziative per il recupero e riciclo degli scarti con l’obiettivo della sosteni- bilità aziendale. In particolare, con il progetto

«Zero Scarti», Cascina Pulita ha realizzato il primo ed unico grande impianto ad oggi esi- stente sul territorio nazionale per il recupero delle confezioni vuote di agrofarmaci in HDPE, un impianto capace di trattare un volume pari a tutto quanto immesso di rifi uto sul territorio nazionale.

© Riproduzione riservata

Le innovazioni genetiche in mostra al Food&Science Festival

Dal ciliegino zuccherino alle angurie senza semi

SUI MERCATI

Made in Italy alimentare in crescita

Food made in Italy in pro- gressione sui mercati esteri ad agosto: +3% sui primi otto mesi del 2019, per un valore di 29,4 miliardi di euro. I dati per com- parto, disponibili per i primi sette mesi dell’anno, evidenzia- no una crescita a doppia cifra per la pasta, con un +30% ri- spetto al periodo gennaio–luglio 2019. Lo rivelano le elaborazio- ni dell’Ismea effettuate su dati Istat: «anche nei mesi più critici dell’emergenza epidemiologica, a causa delle misure restrittive adottate da molti Paesi clienti, le esportazioni di pasta non hanno accusato grossi contrac- colpi, a fronte di fl essioni anche signifi cative registrate dagli al- tri comparti nei mesi di aprile e, in particolare, di maggio», scrive l’istituto in una nota.

Più in generale, l’analisi rivela le buone performance di: deri- vati dei cereali (+13%); ortaggi freschi e trasformati (+7,8%); oli (+5%) e coltivazioni industria- li (+13,7%). Stabili i comparti animali e carni e ittico, in netta fl essione fl orovivaistico (-10,7%) e vini e mosti (-3,2%).

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Supplemento a cura di LUIGI CHIARELLO agricolturaoggi@italiaoggi.it

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Mercoledì 21 Ottobre 2020 Mercoledì 21 Ottobre 20

A T T U A L I T À

La congiuntura letta del neopresidente di Legacoop agroalimentare: alto rischio dalla Brexit

La crisi spinge al cibo low cost

Maretti: dall’estero arrivano prodotti sempre più competitivi

DI ARTURO CENTOFANTI

I

ntegrazione, innovazione e sostenibilità delle fi liere.

Sono i tre elementi attorno i quali, secondo Cristian Maretti, neopresidente na- zionale di Legacoop Agroa- limentare, si deve sviluppare il settore agricolo e alimentare italiano. «Da sempre la nostra linea politica è stata quella di ragionare sulla dimensione, sulla necessità di acquisizioni tra aziende, di internazionaliz- zazione dei mercati a iniziare da quello europeo. La novità adesso è che l’innovazione deve avere una rinforzata declinazione di- gitale, deve portare alla cresci- ta dell’attività economica, avere una maggiore sostenibilità nella produzione e un legame più for- te con il consumatore».

Domanda. Quale deve es- sere il rapporto tra consumo e sostenibilità?

Risposta. Dobbiamo capire che nel settore i processi sono lenti, non possiamo spingere un bottone e modifi care un frutto.

In agricoltura le scelte hanno ricadute da 10 a 15 anni, men- tre in un supermercato si sceglie

quello che si vuole.

D. Cosa occorre per mi- gliorare questo rapporto?

R. Non sempre c’è la serietà giusta nei decisori politici nel cogliere gli elementi in campo e l’agroalimentare rischia di esse- re in ritardo. Ma la cooperazio- ne agropesca in Italia ha fatto passi importanti su impiego di fi tofarmaci e concimi organici, e i risultati si riscontrano anche negli indicatori biologici. Erano 30 anni che nei fi umi non si ve- devano gli aironi cinerini.

D. Quale ruolo può svolge- re Legacoop e la cooperazio- ne nei legami di fi liera?

R. Siamo persone che fanno impresa, soprattutto con l’appor- to della loro attività e del lavoro familiare. È il nostro ingredien- te principale e vorremmo essere un elemento legante all’interno del mondo agroalimentare

D. Quale momento vive il settore?

R. Siamo schiacciati dalla pressione di competere con prezzi molto bassi dovuta alla situazione economica del Pae- se dove pesano gli effetti della pandemia e la polarizzazione dei consumi. Le persone cerca-

no la convenienza e dall’estero arrivano prodotti competitivi sul piano del prezzo.

D. Come si esce da questa competizione?

R. C’è necessità di accordi commerciali. Il settore è in un momento di grande diffi coltà.

Se ne esce tutti insieme, noi e Alleanza delle cooperative agroalimentari.

Occorrono ulteriori avanzamenti in ter- mini di integrazione delle nostre orga- nizzazioni a livello nazionale.

D. Qual è il pro- blema più urgen- te che il settore deve risolvere?

R. C’è da decide- re e risolvere subito l’accordo sulla Bre- xit. Se non arriva

l’accordo il rischio è grosso e se la Ue sarà troppo indulgente si potrebbe determinare un ef- fetto non positivo nell’immagi- nario del mercato comune. Ne potrebbe uscire una fotografi a pericolosa per le ricadute sulla globalizzazione.

© Riproduzione riservata

ILGRUPPOMANTOVANODELLECARNIEDEISALUMI MARTELLI

(270 mln euro di fatturato) punta sull’internazionalizza- zione. Ha attivato Martelli Deutschland, nuova fi liale commerciale in collaborazione con due suoi partner tedeschi storici: Peter Voss, che ne assumerà la direzione commerciale e la società Betz Hol- ding. Obiettivo è raggiungere il referenzia-

mento dell’intera gamma di prodotti dell’azienda mantovana presso la distribuzione moderna tedesca. Attualmente il gruppo Martelli realizza il 18% del suo giro d’affari all’export principalmente negli Usa, in Francia, Australia e Giappone.

IL GRUPPO CREMONINI tiene a battesimo all’aeroporto di Bari un abbinamento inedito:

quello fra un fast food McDonald’s, gestito in concessione, e una caffetteria Lavazza.

TREVALLI COOPERLAT, gruppo cooperativo lattiero-caseario marchigiano con un giro d’af- fari di 224 mln euro, ha ottenuto un fi nanziamento di 23 mln euro da Unicredit, Intesa Sanpaolo e Cassa depositi e Prestiti a supporto del suo piano di sviluppo produttivo e commerciale. Della linea di credito, 11 mln euro sono resti- tuibili in 6 anni e gli altri 12 mln in 10 anni.

CONCENTRAZIONENELSETTORE dei sistemi d’automazione dei processi produttivi per l’industria del packaging alimen- tare. Il gruppo veneto Piovan (233,6 mln euro di fatturato), quotato al segmento Star di Borsa Italiana, ha siglato un accordo per rilevare il 100% del capitale della modenese Doteco (19,7 mln euro di giro d’affari), specializzata nella fornitura di tecnologie per la dosatura di fi lm plastici. Il closing dell’operazione è atteso entro questo mese e potrebbe perfezionarsi con un esborso

compreso fra 15 e 22 mln euro.

Il produttore genovese di gelati e sorbetti Tonitto 1939 (10 mln euro di fatturato previsti per quest’anno) ha siglato due nuovi accordi commerciali destinati a incrementare ulterior- mente i ricavi realizzati all’estero. L’azienda sarà infatti fornitore di gelati del retailer belga Ahold-Delhaize e di sorbetti del portoghese Prozis.

CONCENTRAZIONENELMONDODELLABIRRA. Il gruppo danese Carlsberg ha siglato un accordo con la tedesca Bitburger Braugruppe per rilevare il birrifi cio di Wernersgrüner in Sassonia, che ha una capacità produttiva di un mln di ettolitri, e il relativo brand. L’operazione, soggetta al via libera delle competenti autorità antitrust, dovrebbe perfezionarsi per gennaio 2021 ed è destinata a migliorare l’effi cienza e la fl essibilità produttiva del gruppo danese sull’importante mercato della Germania nord-orientale. I dettagli fi nanziari dell’accordo non sono stati resi noti.

ILGRUPPOVITIVINICOLOFRANCESE Grands Vins Jc Bois- set (270 mln euro di fatturato) ha siglato un accordo con lo specialista in superalcolici Marie Brizard Wine &

Spirits per rilevare i vini rosé Moncigale, brand le cui vendite sono calate del 15% a 72,7 mln euro negli ultimi anni. L’operazione, i cui dettagli fi nanziari non sono stati resi noti, dovrebbe fi nalizzarsi fra fi ne anno e il primo trimestre 2021.

FRIESLAND CAMPINA WAMCO NIGERIA, società di cui la cooperativa olandese Friesland Cam- pina (11,3 mld euro di ricavi a livello globale)

controlla il 67,61% delle quote, ha rilevato l’impianto per la produzione di bevande a base latte e latte in polvere di Iko- rodu (Nigeria) della Nutricima Ltd, controllata del gruppo britannico Pz Cussons (760 mln euro). L’operazione rientra nell’ambito della strategia di crescita Friesland Campina Wamco Nigeria sul mercato lattiero-caseario del paese africano affacciato sul Golfo di Guinea. L’azienda, presente nel paese dal 1954, può contare sui conferimenti di latte di 9 mila allevatori nigeriani.

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Luisa Contri RISIKO AGRICOLO

PAOLO ZA NETTI, 45 anni, è il nuovo presidente di Assolatte.

Succede a Giuseppe Ambrosi.

Bergamasco, Zanetti, è esponen- te della Zanetti con sede legale (ma anche commerciale e ammi- nistrativa) a Lallio (Bg), il più grande gruppo lattiero caseario italiano privato. Zanetti ha ricoperto il ruolo di vicepresidente di Federa- limentare cui era stata affi data la delega al

«Made in Italy» e all’internazionalizzazione.

assolatte@assolatte.it

DOMENICO RAIMONDO è stato ri- eletto per il quarto mandato alla guida del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop. La riconferma alla carica di presidente è arri-

vata nella seduta d’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione eletto lo scorso 30 settembre. Salernitano, 49 anni, una passione per la politica e l’equitazione, quarta generazio- ne di «mastro casaro», Raimondo resterà in ca- rica per altri tre anni. Nuovi i due vicepresidenti che sono Silvia Mandara per la componente dei trasformatori ed Ettore Bellelli per gli allevatori. info@mozzarelladop.it

SANTO DI MARIA, 37 anni, è il nuovo coordina- tore della Federazione Coldiretti di Trapani.

Il direttore uscente, Giuseppe Meringolo, assumerà la direzione regionale del Patrona- to Epaca della Calabria. Di Maria, dottore agronomo, ha maturato una vasta esperienza nelle federazioni di Agrigento e Siracusa. tra- pani@coldiretti.it

ORESTE GERINI è stato eletto di- rettore generale del dipartimento Diqpai del Mipaaf, la struttura che si occupa di politiche com- petitive, qualità agroalimentare, pesca e ippica. Gerini, laurea

in Scienze agrarie, direttore della direzione generale della prevenzione e del contrasto alle

frodi agroalimentari dell’Icqrf, è anche docente di «Aggiornamenti di legislazione vitivinicola»

all’Università di Pisa. o.gerini@politichea- gricole.it

GIACOMO PASTORE è il nuovo amministratore delegato di FrescoFrigo, la start up dell’he- althy food fondata a fi ne 2018 da Enrico Pandian, che mantiene il ruolo di presidente.

Pastore, 34anni, è laureato in economia e ma- nagement alla Bocconi di Milano, con un master in strategy e business administration.

Sue esperienze in Europa Investimenti, Pwc e in Valentino Fashion Group Usa. info@

frescofrigo.it

GIOSUÈ DE SIMONE, presidente del Consorzio del Provolone del Monaco Dop, è stato eletto rappresentante provinciale di Napoli dell’Arac, associazione regionale allevatori. Delegato

all’assemblea regionale è stato scelto, invece Benedetto De Gregorio. De Simone prende il posto di Roberto Maddè. segreteria@ara- campania.it

ROBERTO MASI nel board del gruppo Sebeto, di cui fa parte il brand Rossopomodoro. Masi affiancherà l’amministratore delegato Roberto Colombo.

Masi è stato ad di Carrefour Hypermarkets Italia, McDonald’s Italia e Starbucks Italia. Attualmente ricopre il ruolo di Operations Manager dell’Associazione Calcio Milan. Con l’arrivo di Masi, Marco Ai- roldi, fi no a oggi vice presidente esecutivo, ha lasciato il board. Continuano a farne par- te Stephen Alexander, Joshua Spoer- ri, Roberto Colombo, Franco Manna e Pippo Montella. Sebeto, specializzato nella ristorazione casual dining, è di pro- prietà del fondo inglese di private equity Opcapita. info@opcapita.com

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Mercoledì 21 Ottobre 2020

M E R C A T O A G R I C O L O

Assiteca risarcisce le cantine dalle perdite di mercato in base al listino dei produttori vinicoli

Indennizzi al prezzo in bottiglia

Parri: non rileva il costo delle uve, ma il valore del vino

DI ANDREA SETTEFONTI

I

ndennizzare le perdite da mancata vendita del vino al prezzo di mercato della bottiglia e non del semplice valore del costo di ri-acquisto dell’uva. Lo prevede «Le vie della vite», un programma as- sicurativo di Assiteca, il più grande broker

a s s i c u r a t i v o italiano e socie- tà di consulen- za sulla gestio- ne integrata dei rischi azien- dali, che tutela l’imprenditore vitivinicolo per tutto il ciclo di coltivazione, produzione e distribuzione del vino, dalla fase vegetati- va della vite, al processo di vinificazione fi no alla vendi-

ta. «Le coperture tradizionali calcolano il rimborso dei danni sul costo al quintale dell’uva, secondo le tariffe stabilite dal Mipaaf, mentre Assiteca ga- rantisce il rimborso calcolato sul prezzo di vendita delle bottiglie secondo il listino della cantina produttrice. Ed è l’uni- ca realtà nel settore a farlo», spiega a ItaliaOggi Marzio Emanuele Parri, account executive Assiteca.

Domanda. Come nasce l’idea di questa forma di tutela?

Risposta. Nella produzione del vino, che è una lavorazio- ne molto delicata, ci sono una serie di fattori al di fuori di quelli che governano il proces- so produttivo e che incidono in termini di ricavi. Il timo-

re principale è non avere il prodotto sul m e r c a t o . E questo signi- fica lasciare s p a z i o a l l a concorrenza e poi è difficile recuperare.

D. Su quali aspetti in- terviene la copertura?

R. Si parte dalla gestione responsabilità amministrati- va dell’azienda prevista dal dl 231 del 2001 che può portare alla sospensione dell’attività e al sequestro preventivo dei beni aziendali. Per questo ven- gono analizzate le compliance con le norme che vanno dalla sicurezza sul lavoro, al danno ambientale, alla frode in com- mercio. Poi si interviene sulla parte vegetativa, produzione dell’uva, sulla vinifi cazione e infi ne sulla distribuzione.

D. Come viene assicura-

to il mancato guadagno della vendita di una bot- tiglia di vino?

R. Si assicurano i rica- vi non realizzati. Se si ha perdita di prodotto per le av v e r s i t à a t m o s f e r i c h e, sono previste coperture per 9 eventi, non ci si limita al rimborso del danno al solo costo dell’uva che viene in- dicato dal Mipaaf per ogni territorio, indipendente- mente da quale che sia il controvalore della bottiglia sul mercato. In questo caso non c’è corrispondenza tra prodotto perso e valore che avrei ricavato. Assiteca con- sente alle aziende di dotar- si della liquidazione della parte mancante tra quanto dice il Mipaaf e sul costo dell’uva e il controvalore della bottiglia al netto dei costi non sostenuti per pro- durla. L’azienda è garantito il margine di contribuzione se fosse andata a vendere.

D. Viene assicurata sol-

tanto la perdita di uva?

R. Abbiamo previsto la co- pertura della mancata vendita anche sia per gli aspetti legati alla produzione, sia al trapor- to e vendita. In ogni caso si ha il controvalore della bottiglia rispetto al prodotto perso.

D. Qual è la parte più de- licata del processo?

R. Per la nostra esperien- za è la vinifi cazione. I fattori atmosferici, sì, ci sono ma la natura reagisce, un vigneto in produzione da almeno 1 anni (5 anni dall’impianto, ndr) regge abbastanza bene. Sono quelli durante la vinifi cazio- ne, i danni determinanti per aver il prodotto finito come deve essere.

D. A quale tipo di azien- de si rivolge Assiteca

R. Tutti coloro che produco- no vino di eccellenza, anche se sviluppano piccoli quantitati- vi. Abbiano Ornellaia, Fresco- baldi, Badia a Coltibuono e di recente acquisizione Cecchi.

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MERANOWINE FESTIVAL

diventa anche Digital.

E lo fa con WinHunter Hub, una piattaforma digitale per interagire con i produttori, per seguire gli eventi e per conoscere e acquistare i prodotti pre- miati da The WineHunter Award. Un sistema onli- ne da utilizzare duran- te l’evento e oltre, come spazio di consultazione e punto di riferimento per appassionati, addetti ai lavori e media. È la novità della 29edizione della manifestazione (6- 10 novembre) che sfrutta la opportunità del digitale grazie a una intuizione del suo patron Helmuth Köcher e alla collabo- razione con il partner di progetto ForTeam. Lo sco- po è quello di amplifi care a livello internazionale i contenuti dell’evento e di farlo con uno spazio telematico dove tutti i protagonisti, gli operatori del settore e i visitatori possono incontrarsi per conoscere le novità, scopri- re le eccellenze e interagire tra loro. A questo si ag- giunge The Interactive Exhibition, una vetrina aperta 24 ore su 24.

DALLA COLLABORAZIONE

tra la start up MIXCYCLING

e l’azienda veneta di chiu- sure Labrenta nascono i tappi del futuro. Sono sta- ti infatti studiati nuovi materiali sostenibili per la realizzazione di tappi innovativi a basso impat- to ambientale. Tra questi una gamma di prodotti di prossima uscita che abbatte la componente plastica da un minimo di 10 a oltre il 50% ri- spetto agli standard di mercato. La tecnologia Mixcycling introduce in- fatti nuovi blend ottenuti da un processo brevettato che combina scarti con polimeri. Questi ultimi possono derivare al 100%

da riciclo, essere biode- gradabili o vergini. Il materiale organico, una volta nobilitato, sostitui- sce le componenti inqui- nanti usate in diversi ambiti, primo tra tutti il packaging. Mixcycling ha lanciato una campagna di equity crowdfunding fi nalizzata a raccogliere capitali per accelerare la crescita e creare una rete utile a condividere buone pratiche a supporto di contenuti innovativi e sostenibili.

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DI VINO

Lo stellone del Prosecco brilla sui mercati internazionali.

Anche nel bel mezzo della pandemia. Non altrettanto si può dire per lo Champagne e il Cava spagnolo. Nei primi 6 mesi del 2020 l’export di Prosecco Dop (comprende Doc e Docg) è aumentato del 4,7% a oltre 189 milioni di bottiglie. Trainato soprattutto da Stati Uniti (+3%) e Francia (+36%). Tra i gran- di paesi consumatori cede lo 0,4% solo il Regno Unito.

Sul mercato domestico l’uffi cio studi del Consorzio del Prosecco Doc, stima vendite per 82,7 milioni di bottiglie di Prosecco Dop. Che sommate all’export diventano 271,7 mi- lioni di bottiglie.

«La performance dell’export è superiore alle attese», com- menta il direttore del Consorzio Luca Giavi, «con il +36%

in Francia che ci riempie di orgoglio». Giavi però si soffer- ma anche sul calo del mercato italiano, stimabile intorno al -10% nei primi 9 mesi: ha trascinato in rosso il dato totale dell’imbottigliato Doc a -1,4%. «Ma questo dato», puntualizza,

«non tiene contro dell’effetto Rosé: nel primo giorno sono state richieste fascette per 2 milioni di bottiglie».

Oggi i prezzi del Prosecco Doc sono in sostanziale stabilità (-1,8%) mentre le giacenze a inizio ottobre, risultati al Mipaaf, sono di 2 milioni di ettolitri contro 1,8 milioni dell’anno scor- so. Ma si è in attesa delle nuove denunce di produzione.

Nel mondo delle bollicine, saltano i tappi anche in casa Asti. L’incremento dell’export in 6 mesi è stato del 24% a 17,4 milioni di bottiglie. Non gioiscono invece nella terra dello Champagne: nel primo semestre l’export è crollato del 34%

a meno di 42 milioni di bottiglie. Regno Unito, Spagna e Cina hanno dimezzato l’import; l’Italia l’ha ridotto del 36%.

«Leggere questi dati dello Champagne mi fa male», commenta Giavi. «Lo Champagne è la storia del vino». Meno peggio il Cava spagnolo: l’export ha perso solo il 7%. Tra i pochi paesi ad avere un segno positivo è il Regno Unito: +41%.

Emanuele Scarci

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Prosecco dop, su del 4,7%

l’export tra gennaio e giugno

Un fondo di stabilità da 1,5 milioni per contrastare le spe- culazioni sul vino sfuso Chianti Classico, il successo della recente vendemmia verde e la candidatura del territorio del Chianti Classico a sito Unesco patrimonio dell’umanità: il Consorzio toscano ha scoperto le carte in occasione dell’an- teprima a Milano sull’esplorazione digitale del territorio e dei suoi vini. Quest’ultimo progetto offre vedute a 360° che permettono di navigare in modo interattivo.

«È solo l’inizio di un progetto più ampio, che sviluppiamo in collaborazione con il cartografo Alessandro Masnaghetti», ha detto Giovanni Manetti, presidente del Consorzio vino Chianti Classico. «Valorizzerà ulteriormente la nostra deno- minazione, mettendo in evidenza il binomio vino-territorio».

Il tifone Covid ha ridotto vendite e prezzi del Chianti Classi- co del 6-7%. «Durante il Covid si perdeva oltre il 20%», ha os- servato Carlotta Gori, direttore del Consorzio, «ma da giugno è iniziato un rally, trainato dal Nord America, che continua fi no a oggi». Restano però fenomeni speculativi sui prezzi dello sfuso, oggi intorno ai 253 euro/ettolitro. «Per questo abbiamo costituito un fondo», ha precisato Gori, «alimentato da un centesimo a bottiglia. Abbiamo raccolto 1,5 milioni e siamo disposti a intervenire direttamente sul mercato per difendere prezzi e redditività delle imprese».

Il Consorzio ha incentivato il ricorso alla vendemmia ver- de. «Da noi ha avuto un buon successo», ha detto il direttore,

«nonostante i 1.100 euro/ettaro per i vini Docg non fossero remunerativi, ma evitavano appesantimenti delle giacenze».

E ha dato una mano alla vendemmia appena conclusa: la produzione è stimabile in 270mila ettolitri, -10%. Infi ne, la Fondazione Chianti Classico ha quasi ultimato il dossier per candidare il Chianti nella World Heritage List dell’Une- sco che conta 55 siti italiani. «Il Covid», ha concluso Gori, «ha rallentato la preparazione, ma ora siamo a buon punto».

Emanuele Scarci

© Riproduzione riservata

Chianti Classico, 1,5 milioni per speculazioni sullo sfuso

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Il trend delle vendite di vino

DI

Vendite gdo +9%

Vendite online +102%

Export -2,6% in volume

-4% valore

Marzio Emanuele Parri

(dati Nomisma sui primi 6 mesi del 2020)

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MERCOLEDÌ — 21 OTTOBRE 2020 – LA NAZIONE

Valdelsa

A Vagliagli nel Chianti

’Dievole’ punta sull’extravergine La qualità dell’olio è «Favolosa»

La storica azienda vinicola ha dedicato un evento ad hoc alla nuova cultivar

che è molto più resistente SAN GIMIGNANO

Tempo di raccolta delle olive e di «fettunta» in attesa dell’olio nuovo. Proprio dai vecchi rac- conti sono state aperte, cioè ria- perte, le porte dello storico fran- toio di Casa alla Terra oggi rinno- vato e con sette nuovi dipenden- ti. La struttura, realizzata negli anni ’80 e rimasta in mano agli agricoltori del Chianti Geografi- co fino al 2015, era caduta nell’oblio. Era infatti rimasta chiusa per cinque anni. Ma oggi il frantoio di Casa alla Terra, fi- nalmente torna a lavorare le oli- ve: sono stati infatti acquistati in blocco terreno e fabbricato dall’Oleificio Toscano della fami- glia aretina Morettini, di Monte San Savino, che da oltre 70 anni si occupa ed è presente con la sua esperienza nel settore dell’olivicoltura.

L’operazione finanziaria è stata sbloccata con il liquidatore falli- mentare nominato dal tribunale di Siena. Con un investimento dei Morettini di oltre un milione di euro. Tanta roba. Soddisfazio- ne degli olivicoltori locali che

hanno ritrovato un punto di rife- rimento dopo che per anni le macchine si erano fermate e le olive raccolte avevano preso al- tre strade. In una zona che con- ta circa 800 ettari di oliveti ria- pre dunque un frantoio di nuo- va generazione, tecnologico all’avanguardia, con tutti i pas- saggi gestiti anche da remoto

con una serie di interventi per l’estrazione, l’imbottigliamento e la conservazione dell’olio ex- travergine di alta qualità. Anche il nocciolo sarà riciclato per pro- durre calore, cioè il riscalda- mento della struttura. Con l’obiettivo di raggiungere la la- vorazione di 10mila quintali di olive ogni anno. «Vorrei ringra-

ziare il sindaco Andrea Marrucci per disponibilità di aver portato a termine questa nostra opera- zione culturale e sociale – com- menta Alberto Morettini, re- sponsabile commerciale e mar- keting dell’Oleificio Toscano –.

Abbiamo ridato vita, la seconda vita al Frantoio di San Gimigna- no. Si tratta di una struttura sto- rica che necessitava di essere recuperata, riqualificata e ripor- tata in funzione per tornare a di- sposizione dell’economia locale e di centinaia di olivicoltori di un territorio che, da secoli, è ca- ratterizzato da una forte voca- zione olivicola».

Il Frantoio sarà aperto tutto l’an- no, con il progetto di portare le scuole, quando sarà il momen- to, a visitare la nuova, moderna e tecnologico struttura di Casa alla Terra.

Romano Francardelli

VAGLIAGLI

Olio extravergine d’oliva del Chianti Classico alla svolta: sem- pre di qualità migliore e più… re- sistente. La storica azienda di Dievole ha dedicato un evento al prodotto. Quest’anno a Dievo- le l’attenzione è tutta su Favolo- sa, la nuova cultivar prodotta dall’azienda da ulivete 100% ita- liane. E’ una varietà di olivo otte- nuto negli anni ’70 partendo dal- la libera impollinazione della cul- tivar Frantoio e poi seguita da una selezione delle piante rite-

nute idonee. I primi impianti ri- salgono agli anni 90, ma è solo negli ultimi 10 anni che, grazie alle nuove tecniche estrattive ed all’elevata tolleranza alla xilel-

la, la cultivar è stata valorizzata appieno. Stando agli esperti, l’olio che ne deriva è un extra- vergine con un alto contenuto di composti fenolici antiossidan- ti, caratterizzato da un buon li- vello di amaro e piccante, in ab- binamento al fruttato erbaceo.

E’ un mix italiano tra le varietà frantoio e ascolana tenera, risul-

tato di un incrocio di cultivar studiato per anni dal professor Giuseppe Fontanazza, già diret- tore del Dipartimento di Scien- za Bio-Agroalimentare del Cnr.

Dievole è da sempre attenta alla valorizzazione del territorio ed è stata tra le prime aziende a pun- tare sui monovarietali.

Andrea Ciappi

Riapre il Frantoio di San Gimignano

L’Oleificio Toscano della famiglia Morettini investe un milione di euro sulla struttura di Casa alla Terra

Il responsabile Marketing, Alberto Morettini, con i sette dipendenti del Frantoio

UNA STORIA ANTICA

Realizzato negli anni

’80, il polo produttivo era rimasto chiuso per circa un lustro

I Comuni di Monteriggioni e Castelnuovo Berardenga hanno nominato i sei componenti del consiglio di zona Quercegrossa – La Ripa, il cui territorio è diviso fra le due amministrazioni. Si tratta di Debora Pianigiani, Clau- dio Mei, Sonia Carmignani, Fran- co Carusi, Lucia Fabbri e Clau- dio Rodani. Il consiglio lavorerà per promuovere la partecipazio- ne dei cittadini alla vita ammini- strativa e resterà in carica fino alla decadenza dei due consigli comunali. Il presidente sarà elet- to nella prima riunione.

La Scossa oggi recupera

la scritta ’Colle’

San Gimignano

La comandante

della Polizia municipale Roberta Pinzi entrerà in servizio a gennaio

MONTERIGGIONI

Sacchi per la raccolta dei rifiuti organici Ritiro gratuito negli uffici comunali

MONTERIGGIONI

I residenti nel comune di Monteriggioni in questi giorni potranno ritirare gratuitamente i sacchi per la raccolta del rifiuto organico.

A Castellina Scalo gli interessati dovranno recarsi oggi dalle 9 alle 13 presso il Centro Lettura ospitato da

tempo nel Palazzo dell’Accoglienza, in via Berrettini. A Badesse, invece, la distribuzione dei sacchi è in programma domani dalle 15 alle 17,30 presso gli impianti sportivi della frazione. Ulteriori

informazioni sul calendario del ritiro dei sacchi sono disponibili sul sito:

www.comune.monteriggio- ni.si.it.

Una delle degustazioni di olio presso l’azienda ’Dievole’

Torna la «Camminata tra gli oli- vi» a Radicondoli. Si svolgerà domenica ed è patrocinata dal Comune e organizzata dalla Pro Loco. Appuntamento alle 8,30 nel centro storico. La cammina- ta s concluderà al Frantoio Pa- gliaia con la visita e l’assaggio dell’ «olio novo» offerto dalla re- te EVOlution, formata dai princi- pali produttori di olio di Radi- condoli riuniti sotto un unico marchio. Per partecipare all’evento, gratuito, serve la pre- notazione. Tel. 0577790800 en- tro le 18 di venerdì.

’Camminata tra gli olivi’

a Radicondoli

Una task-force per Ripa

e Quercegrossa

Ammessi solo con mascherina e ben distanziati, ma l’appunta- mento che l’associazione La Scossa dà ai colligiani è da non perdere. Domani alle 18.30, in piazza Arnolfo, sarà inaugurata la scritta «Colle» che era stata danneggiata dai vandali e che è stata riparata con le donazioni della comunità. «Sarà l’occasio- ne per ringraziare chi ha suppor- tato questo esempio di cittadi- nanza attiva – affermano le Ma- gliette Gialle – e per riposiziona- re la scritta al suo posto».

Per un disguido tipografico nell’edizione di ieri,

nell’articolo sul vigile di

quartiere, è saltato il nome

della nuova vice comandante

della Municipale, la dottoressa

Roberta Pinzi che prenderà

servizio a gennaio 2021.

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