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IT Gazzetta ufficiale delle Comunità europee. consolidare e pubblicare la legislazione sui diritti dei consuma- progressi conseguiti.

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5.8. Il Comitato ritiene che la qualificazione e la connessio- tori vigente a livello europeo, nazionale e regionale e propone ne in rete delle organizzazioni di protezione dei consumatori di inserire in tale banca dati anche gli impegni che le imprese esistenti a livello nazionale, regionale e locale debba avere la si sono assunte autonomamente.

precedenza rispetto alla costituzione di ulteriori eurosportelli, dato che tali organizzazioni rappresentano i più importanti punti di contatto per i consumatori.

5.10. Il Comitato invita la Commissione ad informarlo regolarmente in merito all’attuazione del piano d’azione ed ai 5.9. Il Comitato si rallegra per la proposta di codificare,

consolidare e pubblicare la legislazione sui diritti dei consuma- progressi conseguiti.

Bruxelles, 18 novembre 1999.

Il Presidente del Comitato delle regioni

Manfred DAMMEYER

Parere del Comitato delle regioni in merito alla «Preparazione dell’attuazione del protocollo di Kyoto»

(2000/C 57/13)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento «Preparazione dell’attuazione del protocollo di Kyoto» 19 maggio 1999 (COM(1999) 230 def.);

vista la decisione della Commissione europea in data 28 maggio 1999 di consultarlo su tale argomento, conformemente al disposto dell’articolo 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea;

vista la decisione presa dall’Ufficio di presidenza il 2 giugno 1999, che autorizza la Commissione 4

«Assetto territoriale, questioni urbane, energia, ambiente» ad elaborare il parere in materia;

visto il protocollo sulla riduzione dei gas ad effetto serra approvato a Kyoto nella terza conferenza (COP3)

— 1/10 dicembre 1997 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici;

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento «Rafforzare l’integrazione ambientale nella politica comunitaria dell’energia» (COM(1998) 571 def.);

visto il precedente parere emesso dal Comitato delle regioni sul tema: «Cambiamento climatico ed energia»

18 settembre 1997 (CdR 104/97 fin) ();

visto il precedente parere emesso dal Comitato delle regioni in merito alla Comunicazione della Commissione «Energia per il futuro: le fonti energetiche rinnovabili» Libro bianco per una strategia e un piano di azione della Comunità [COM(97) 599 def.] 16 luglio 1998 (CdR 57/98 fin) ();

visto il precedente parere emesso dal Comitato delle regioni in merito alla «Comunicazione della Commissione sull’ambiente e l’occupazione: costruire un’Europa sostenibile», 19 novembre 1998 (CdR 75/98 fin) ();

(1) GU C 379 del 15.12.1997, pag. 11.

(2) GU C 315 del 13.10.1998, pag. 5.

(3) GU C 51 del 22.2.1999, pag. 41.

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visto il precedente parere emesso dal Comitato delle regioni in merito alla «Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale, al Comitato delle regioni e ai Paesi candidati dell’Europa centrale e orientale sulle strategie di adesione nel settore dell’ambiente: raccogliere le sfide dell’ampliamento ai Paesi candidati dell’Europa centrale e orientale»

COM(1998) 294 def. 19 novembre 1998 CdR 267/98 fin ();

visto il precedente parere emesso dal Comitato delle regioni sui trasporti e sulle emissioni di CO2— verso un approccio comunitario, 11 marzo 1999, CdR 230/98 fin ();

visto il progetto di parere approvato all’unanimità dalla Commissione 4 il 7 ottobre 1999 CdR 295/99 riv. 1, con relatore Hannu Penttilä (Fin), PSE,

ha adottato all’unanimità il 17 e 18 novembre 1999 (seduta del 18 novembre) nel corso della 31asessione plenaria, il seguente parere.

1. Introduzione 1.8. I meccanismi flessibili di Kyoto devono essere ulterior-

mente precisati. In particolare sulla commercializzazione dei diritti di emissione si deve organizzare una vasta consultazione, 1.1. La Commissione europea il 19 maggio 1999 ha appro- che, secondo la proposta della Commissione, dovrebbe essere vato la comunicazione al Consiglio ed al Parlamento riguardan- basata su di un Libro verde.

te la preparazione per l’attuazione del protocollo di Kyoto.

1.9. La Commissione invita la BEI e la BERS a formulare proposte per il finanziamento degli investimenti e dei trasferi- 1.2. In tale comunicazione la Commissione esprime preoc- menti di tecnologia necessari alla riduzione delle emissioni. A cupazione per l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, tale scopo si potrebbe istituire uno specifico strumento che dovrebbe essere ratificato dal maggior numero di parti finanziario. La Commissione ritiene inoltre che vada ulterior- possibile, ad iniziare dalla UE. mente precisato il collegamento tra aiuti ufficiali allo sviluppo e progetti di limitazione delle emissioni. I Paesi in via di sviluppo (PVS) dovrebbero partecipare attivamente a tale 1.3. Secondo la Commissione per ridurre le emissioni definizione.

occorre potenziare le politiche, misure, ed azioni prese tanto a

livello nazionale quanto a livello comunitario. 1.10. La citata comunicazione della Commissione conside- ra l’ampliamento della UE è un’opportunità per creare premes- se favorevoli ad una riduzione delle emissioni nei paesi 1.4. La Commissione ritiene che i paesi membri devono candidati all’adesione.

assumersi la responsabilità principale nella riduzione delle

emissioni accelerando i processi decisionali nel campo dell’at- 1.11. La conferenza di BuenosAires, COP4, 1998, poneva tuazione delle misure necessarie. l’accento sull’analisi approfondita e l’ulteriore sviluppo dei

meccanismi flessibili di Kyoto.

1.5. La Commissione considera che le misure prese a livello 1.12. Per la riduzione delle emissioni dei paesi in via di comunitario possono integrare le iniziative nazionali. Già sviluppo e per la conservazione dei «pozzi di assorbimento» di durante il vertice di Helsinki 1999 si dovrebbe iniziare ad carbonio, oltre alle misure prese dai paesi partecipanti, sono a inserire la dimensione ambientale (e in particolare per quanto

disposizione anche meccanismi flessibili quali la commercializ- riguarda i gasad effetto serra) in tutte le politiche comuni. La zazione dei diritti di emissione (Emission Trading, ET), l’attua- Commissione sottolinea l’urgenza di misure in campo fiscale,

zione congiunta (Joint Implementation, JI) ed il meccanismo energetico e dei trasporti. di sviluppo ecologico (Clean Development Mechanism, CDM), le cui regole di applicazione sono state elaborate e discusse nella riunione COP5 a Bonn nel 1999, e dovrebbero essere 1.6. La Commissione confida nell’efficacia degli accordi

decise alla riunione COP6 all’Aia nel 2000.

con l’industria per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra ed attende che le associazioni industriali manifestino il loro interesse nel corso del 1999.

2. Osservazioni di carattere generale

2.1. Il Comitato stima che la comunicazione sull’attuazione 1.7. La Commissione considera che per controllare l’evolu-

del protocollo di Kyoto sia importante, e che le misure ivi zione delle emissioni e l’efficacia delle misure prese sia

proposte siano urgenti.

essenziale stabilire sistemi di controllo e verifica sia a livello nazionale che internazionale.

2.2. Il Comitato considera che le conseguenze dell’effetto serra sulle possibilità di sopravvivenza a lungo termine tanto della natura che dell’uomo sono generalmente riconosciute. Il continuo aumento della temperatura atmosferica globale e lo (1) GU C 51 del 22.2.1999, pag. 33.

(2) GU C 198 del 14.7.1999, pag. 3. scioglimento dei ghiacciai provoca un innalzamento della

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superficie marina. Anche nel territorio dell’UE questo puo` dal punto di vista della riduzione delle emissioni tre diversi gruppi omogenei ed hanno tutti bisogno dell’aiuto comunita- causare mutamenti geografici imprevedibili. I rischi collegati al

mutamento climatico, come, ad esempio, improvvisi fenomeni rio.

atmosferici locali e le più vaste catastrofi che ne possono

derivare, possono causare sofferenze umane e gravi danni 2.9. Il Comitato considera la riduzione delle emissioni di

economici. gas ad effetto serra una sfida ambiziosa, la cui attuazione

richiede nuovi specifici gruppi di azione. Per rallentare il cambiamento climatico e per rispettare gli impegni presi a 2.3. Secondo la Commissione ed i rapporti della AEA l’UE

Kyoto bisogna pervenire, soprattutto a livello comunitario, avrebbe difficoltà a raggiungere l’obiettivo di una diminuzione

oltre che nazionale e locale, a decisioni e misure a lungo dell’8 % delle emissioni entro gli anni 2008-2012. Invece di

termine che garantiscano uno sviluppo ecologicamente, econo- diminuire, le emissioni hanno iniziato a crescere dal 1994.

micamente e socialmente sostenibile. Il processo decisionale e Anzi, ora si prevede, a parità di condizioni, un innalzamento

le possibilità di intervento devono essere alla portata dei delle emissioni di gas ad effetto serra del 6 % entro il 2010.

cittadini.

Secondo alcune stime le misure di riduzione delle emissioni nei paesi industrializzati dovrebbero raggiungere il 30-35 % se

non si vuole che la temperatura media del globo terrestre si 2.10. La riduzione delle emissione dei gas ad effetto serra è innalzi più di 1,5 gradi (Celsius) entro il 2100. un problema sociale vasto e di portata globale, e non riguarda unicamente le politiche ambientali di sviluppo sostenibile e le politiche energetiche e dei trasporti. Sulla base del Trattato di 2.4. Il rispetto degli impegni presi a Kyoto è una questione Amsterdam bisogna integrare la dimensione ambientale ed di credibilità per le strategie climatiche dell’UE, che si dimostra- energetica nelle politiche agricole, del lavoro, sociali e dei fondi no avanzate, innovative ed ambiziose. Le difficoltà che l’UE strutturali che sono attuate tanto a livello comunitario quanto incontra nell’avviare l’attuazione delle misure di riduzione nazionale. Tale dimensione va integrata anche nei diversi delle emissioni, rappresentano un problema sia nelle relazioni programmi di finanziamento e di ricerca e sviluppo.

con i paesi non compresi nell’allegato I sia con i paesi partecipanti.

3. Osservazioni di carattere particolare 2.5. Le emissioni di gas ad effetto serra provengono da

quasi tutte le attività economiche, quali i settori dell’energia,

3.1. Nel protocollo di Kyoto erano stati individuati quali dei trasporti, dell’industria, dell’agricoltura e dei consumi

campi cruciali d’azione i seguenti settori: energia, industria, domestici. La produzione di energia a partire da combustibili

trasporti ed agricoltura. La Commissione ha deciso di aggiunge- fossili e soprattutto i trasporti sono le fonti principali dell’au-

re a questo elenco anche il settore terziario e quello domestico.

mento delle emissioni di gas ad effetto serra.

Nel settore terziario si includono molti servizi pubblici prodotti a livello locale o regionale (es. asili, scuole, servizi sociali, 2.6. In particolare la forte crescita del trasporto di persone ospedali, ecc...). Il concetto di settore terziario è molto vasto e di merci minaccia il raggiungimento dell’obbiettivo di ed è caratterizzato dalla presenza di un gran numero di attori riduzione delle emissioni, anche se si riuscisse a diminuire le appartenenti a realtà di diverso ordine di grandezza. Esempi emissioni delle automobili tramite specifici accordi con i dei due estremi potrebbero essere un barbiere con 1-2 produttori. Nel periodo 1985-1996 il consumo di energia del dipendenti rispetto ad un ufficio progetti multinazionale, settore dei trasporti è aumentato del 40 % e si prevede che oppure un taxista rispetto ad un grande albergo.

cresca ancora del 30 % entro il 2010.

3.2. A livello locale sussistono notevoli differenze per quanto riguarda la quantità e le fonti delle emissioni. Anche i 2.7. Secondo la relazione dell’AEA sullo stato dell’ambiente

mezzi finanziari e tecnologici di riduzione delle emissioni a (1999) le emissioni di CO2dell’industria dovrebbero diminuire

disposizione variano molto, cosı` come i tempi di efficacia delle del 15 % nel periodo 1990-2010. Invece le emissioni del

misure prese. Tuttavia il ventaglio di risorse a disposizione a settore terziario e domestico dovrebbero rimanere stabili nei

livello locale è molto ampio.

prossimi anni. Infine la produzione di energia elettrica e termica dovrebbe riuscire a mantenere il livello di emissioni

del 1990 almeno fino al 2010. 3.3. I comuni e le regioni sono spesso responsabili della produzione e la distribuzione di energia, dell’assetto territori- ale, della progettazione e della costruzione delle strade, dei 2.8. La situazione nei paesi candidati membri dell’UE e trasporti collettivi e della depurazione delle acque fognarie e degli altri paesi ad economia in transizione vicini all’UE è dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

caratterizzata dalla diminuzione delle emissioni dei settori ad alta intensità di energia ed al tempo stesso da un aumento

3.4. In molti paesi dell’UE le autorità locali hanno anche un della quota di emissioni del settore dei trasporti. La maggior

ruolo ufficiale nell’applicazione della legislazione nazionale parte dei paesi candidati hanno sottoscritto il protocollo di

sull’ambiente. L’autorità locale concede per esempio ai diversi Kyoto.

attori le licenze di emissione conformi alle disposizioni di legge, controlla e segue l’evoluzione delle emissioni e partecipa, secondo le proprie possibilità, anche al lavoro di diffusione I paesi candidati, i paesi ad economia in transizione vicini

all’UE e gli altri paesi non compresi nell’allegato I, costituiscono dell’informazione.

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3.5. I problemi collegati all’ambiente vanno risolti là dove raffreddamento e l’illuminazione degli edifici pubblici consu- mano molta energia, cosı` come l’illuminazione pubblica e il si manifestano. In molte questioni di gas ad effetto serra

collegate con l’attività sociale spesso il livello locale è il miglior trattamento delle acque e dei rifiuti. Per esempio, negli edifici comunali si è potuto abbassare notevolmente il consumo specialista ed il più vicino al cittadino. I benefici delle misure

prese si vedono spesso direttamente o indirettamente a livello energetico attraverso modifiche del tempo di utilizzo ed altri controlli basati sui risultati di ispezioni energetiche.

locale, per poi essere generalmente riconosciuti.

Nell’ambito dell’illuminazione pubblica, la scelta di nuove lampade e nuove soluzioni d’illuminazione hanno permesso di risparmiare elettricità. Infine, il consumo di elettricità delle 3.6. Le misure contro i mutamenti climatici producono

pompe per l’acqua potabile e di scarico è stato diminuito con molteplici benefici per i cittadini. Per esempio il miglioramento

l’installazione di regolatori di frequenza.

locale della qualità dell’aria in quartieri industriali, densamente abitati, e con molto traffico, ha come effetto positivo per gli abitanti una migliore qualità di vita, una minor incidenza di malattie ed un maggior comfort.

3.12. Il Comitato constata che alcune decisioni di vasta portata, necessarie per la diminuzione delle emissioni, possono avere un effetto economico e strutturale negativo a livello 3.7. La riduzione dei gasche distruggono l’ozono dell’alta

regionale e locale: per limitare questi danni e per garantire atmosfera migliora la produttività agricola e forestale, e riduce

l’accettabilità delle misure sono indispensabili meccanismi di anche le radiazioni di raggi UV, che sono nocivi alla salute sostegno nazionali e comunitari.

umana.

3.8. Alcune misure per la riduzione delle emissioni miglio- 3.13. Le negoziazioni internazionali sui meccanismi flessi- rano direttamente le condizioni economiche dei cittadini. Tali bili stabiliti a Kyoto hanno rallentato l’avvio delle misure sia sono ad esempio l’aumento d’efficienza nella produzione pratiche che politiche nazionali e comunitarie. Per esempio, i tradizionale di energia e nella sua distribuzione, il raddoppio paesi dell’UE, come la maggioranza degli altri paesi compresi della quota di cogenerazione di elettricità e calore, il raddoppio nell’allegato I, non hanno ancora nessuna applicazione, né dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, le iniziative di esperienza della commercializzazione delle emissioni. L’avvio risparmio ed uso efficiente dell’energia, ed infine la promozio- di un mercato di quote di emissioni presuppone l’esistenza di ne di acquisti ecologici. Per incrementare l’utilizzo delle fonti statistiche affidabili, di metodi di controllo e di test nazionali.

energetiche rinnovabili la produzione commerciale occupa un posto chiave. Attualmente già molti produttori distribuiscono energia proveniente da fonti rinnovabili per questioni di

3.14. Il Comitato ritiene che l’impiego degli strumenti immagine. Con l’aprirsi dei mercati dell’energia anche i

di Kyoto — commercializzazione dei diritti di emissione, consumatori possono esigere dell’energia prodotta secondo i

attuazione congiunta (Joint implementation) e meccanismo di criteri dello sviluppo sostenibile.

sviluppo ecologico (Clean Development Mechanism) — a livello internazionale possa contribuire a proteggere il clima in maniera efficace in termini di costi. Per questo motivo 3.9. In questo contesto è urgente limitare le emissioni di

le norme riguardanti la commercializzazione dei diritti di CO2dovute al traffico, che sono in continua crescita, soprattut-

emissione a livello internazionale devono essere chiarite al più to mediante l’attuazione dell’accordo sull’ambiente raggiunto

presto, prevedendo in tale contesto anche la partecipazione con l’associazione dei costruttori europei di automobili

delle imprese. Vanno inoltre elaborate proposte riguardanti un (ACEA). Sono state nel frattempo sviluppate nuove tecnologie

«Early crediting system» (sistema per la concessione anticipata che permettono ai motori di risparmiare carburante, che

dei crediti) mediante il quale realizzare già prima dell’inizio del tuttavia presuppongono carburanti di qualità migliore di

periodo di bilancio di Kyoto, 2008-2012, una serie di progetti quanto previsto dalla Direttiva 98/70/CE. Mediante carburanti

riguardanti il clima nell’ambito del meccanismo di sviluppo privi di zolfo i produttori automobilistici dovrebbero essere in

ecologico.

grado di commercializzare nuovi motori più efficienti dal punto di vista energetico, quali i motori ad iniezione diretta di benzina.

3.15. Gli Stati membri dell’UE e le organizzazioni finanzi- arie hanno una vasta esperienza nell’erogazione di sostegni 3.10. Lo sviluppo e la produzione delle nuove tecnologie ai paesi candidati membri ed agli altri paesi dell’Europa tese ad impedire il cambiamento climatico e la ricerca e lo centro-orientale per la riduzione delle emissioni.

sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, hanno creato nuovi posti di lavoro e migliorato la competitività dell’econo- mia. Un buon esempio di questo è l’industria dell’energia

eolica in Danimarca. 3.16. Gli enti locali e regionali dei paesi UE hanno già

rapporti diretti con le autorità locali dei paesi candidati membri e degli altri paesi vicini. Il «know-how» relativo alla mappatura ed al controllo delle emissioni ed anche le esperienze relative 3.11. Nell’organizzare i servizi per i propri abitanti, il livello

locale è anche un notevole consumatore di energia ed un all’applicazione concreta di misure di riduzione delle emissioni, possono essere trasferiti a tali paesi, incoraggiando in tal modo acquirente che puo` sicuramente influenzare l’efficienza dell’uso

dell’energia ed il livello delle emissioni. Il riscaldamento, il la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.

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3.17. In molti Stati UE gli enti locali hanno già a disposizio- rispetto ad operatori caratterizzati da un maggior grado di rischio economico.

ne le conoscenze ed i mezzi necessari al controllo delle emissioni di gas ad effetto serra, quali statistiche e programmi di misurazione delle emissioni conformi alla direttiva sulla

3.25. Gli accordi volontari con i diversi gruppi ed i relativi prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento (IPPC).

programmi di sostegno sono un modo utile di ridurre le Gli esempi e le esperienze più significativi riguardanti i migliori

emissioni. Un esempio promettente è costituito dall’accordo metodi di controllo e le misure concrete per la riduzione delle

europeo di riduzione di emissioni di CO2 concluso con emissioni potrebbero essere raccolti e divulgati ampiamente

l’industria automobilistica. Tale strategia è tanto più efficace ad esempio tramite le gare indette per stabilire la migliore

quanto più il settore è concentrato nelle mani di pochi e pratica nell’UE e nei paesi vicini.

potenti attori. Questo tipo di accordi possono essere presi a 3.18. Gli investimenti del meccanismo di sviluppo ecologi- livello nazionale o comunitario.

co (CDM) che riguardano da vicino i paesi in via di sviluppo, si possono adattare al rafforzamento dei «pozzi di assorbimen-

to» di carbonio, per esempio tramite progetti di rimboschi- 3.26. Per quanto riguarda le misure di risparmio energetico

mento. in alcuni paesi dell’UE vi sono possibilità di accordi ad esempio

tra il settore dei servizi comunali ed il governo nazionale. Vi 3.19. Per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra sono numerosi esempi del funzionamento di accordi nazionali si possono usare diversi metodi: la normativa (emissioni volontari nel campo dello smaltimento dei rifiuti. I più noti caratteristiche e consumo energetico massimo dei diversi sono probabilmente il sistema delle bottiglie di vetro e delle settori, quote e permessi di emissione), i meccanismi di prezzo lattine a cauzione concordato con l’industria delle bevande, la (tasse, pagamenti, commercializzazione delle emissioni) e gli raccolta degli pneumatici usati concordato con i produttori e accordi volontari con i relativi meccanismi di compensazione gli importatori degli stessi, ed infine la raccolta differenziata come per esempio quelli usati per le fonti rinnovabili e la della carta, degli imballaggi e del vetro.

cogenerazione.

3.20. L’utilizzo esteso della tassazione ambientale ed ener- 3.27. Per poter influenzare le abitudini di consumo degli getica nei paesi dell’UE è uno dei mezzi principali per attuare individui è necessario uno sforzo continuo di informazione e il principio universalmente accettato «chi inquina paga». formazione ad esempio con un’opera di divulgazione, istruzio- ne e consulenza. A diversi livelli viene sentita la necessità di 3.21. L’attuazione delle misure di riduzione delle emissioni

una migliore formazione ecologica. I produttori di energia, le nell’ordine d’efficienza di costo è comprensibile in via di

organizzazioni, le scuole e le varie autorità possono offrire principio e da un punto di vista generale, tuttavia il punto di

buone informazioni ai diversi gruppi di riferimento. L’insegna- partenza rimane problematico. Spesso infatti non è chiaro se

mento precoce dato ai bambini produce effetti anche a lungo per efficienza di costo si intenda il rendiconto economico

termine ed è importante per il rallentamento dell’effetto serra dell’operatore privato oppure se si tenga conto dell’utilità

globale.

sociale dell’investimento. Rimane inoltre da chiarire anche l’intervallo temporale considerato. E` importante che gli investi- menti per la riduzione delle emissioni siano effettuati interna-

3.28. E` imperativo attirare l’attenzione pubblica sul cambi- lizzando i costi ed i benefici esterni. amento climatico e le questioni energetiche e ambientali devono essere integrate nel processo decisionale tanto a livello 3.22. Risulta ancora difficile quantificare ed allocare tutti i

locale quanto a livello nazionale e comunitario. Le agenzie costi ed i benefici sociali (risparmi) correlati alla riduzione delle

locali e regionali per l’energia sostenute dal programma di emissioni di gas ad effetto serra. Una parte degli effetti non è

promozione delle fonti energetiche rinnovabili Altener e conosciuta, e tanto meno quantificata.

dal programma SAVE II si sono dimostrate buoni canali di diffusione dell’informazione.

3.23. Nel Quinto programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (RST) dell’UE trovano molto spazio anche le questioni climatiche. Nell’attuazione del programma bisogna

3.29. La mappatura delle emissioni di gas ad effetto serra tenere conto anche del punto di vista del livello regionale e

ed il controllo della loro evoluzione secondo quanto raccoman- locale.

dato dalla IPCC, sono un pre-requisito fondamentale per il 3.24. Le esigenze riguardo ai tempi di ripagamento (pay- controllo della quota di ogni paese membro nella divisione back) degli investimenti necessari alla riduzione delle emissioni degli oneri comuni. In tal modo il controllo dell’evoluzione variano a seconda degli attori coinvolti. Per esempio, per delle emissioni sarebbe possibile sia per area geografica a gli investimenti di natura infrastrutturale, gli impianti di livello regionale e locale sia per campo di azione.

produzione energetica possono concedere un periodo di ripagamento (time to pay back) relativamente lungo di

10-20 anni. Per quanto riguarda il consumo di energia, invece, 3.30. Le campagne di protezione dell’ambiente promosse per iniziativa delle città e delle regioni, quali la campagna del le PMI e le imprese industriali esigeranno per i loro investimenti

di risparmio energetico un periodo di ripagamento breve di ICLEI «Cities for Climate Protection» ed i diversi programmi locali per lo sviluppo sostenibile (LA21) in molti paesi europei addirittura 2-4 anni. Comunque in entrambi i casi si tratta

sempre della stessa quantità di energia da produrre o risparmi- permettono di adottare misure concrete di protezione climatica e di portare l’importanza dello sviluppo sostenibile integrato are. Le basi della programmazione economica sono molto

diverse per il produttore che ha un’ottica di lungo termine, un all’attenzione dei responsabili delle politiche locali e vicino al cittadino.

utilizzo intensivo di capitale e di rischio relativamente basso

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4. Conclusioni questo contesto non bisogna pero` ignorare il ruolo umanitario degli aiuti ufficiali allo sviluppo.

4.1. Il Comitato considera che per l’attuazione del protocol-

4.8. Il Comitato considera che, tra i meccanismi flessibili di lo di Kyoto e per ottenere una riduzione delle emissioni

Kyoto, l’attuazione congiunta (JI) ed il meccanismo di sviluppo dell’8 % siano necessarie misure nazionali e comunitarie.

ecologico (CDM) completano le misure prese dai paesi parteci- panti e possono facilmente integrarsi nel lavoro di collabora- 4.2. Il Comitato esorta il Consiglio europeo di Helsinki di

zione con i paesi candidati all’adesione, con i paesi ad fine anno a far progedire il processo d’integrazione delle

economia in transizione e con gli altri paesi esclusi dall’allegato politiche riguardanti le questioni ambientali e climatiche

I, per la riduzione delle emissioni e l’organizzazione delle affinché si raggiunga una concreta riduzione delle emissioni di

autorità locali.

gasad effetto serra.

4.9. Secondo il Comitato bisogna giungere rapidamente ad 4.3. Il Comitato ritiene che per affrontare l’enorme sfida

un accordo tra i paesi membri sul livello minimo della della riduzione delle emissioni sia essenziale la partecipazione

tassazione sull’energia.

dei diversi attori locali.

4.10. Il Comitato considera che i problemi strutturali locali 4.4. Il Comitato considera che a livello locale e regionale vi e regionali collegati alla riduzione delle emissioni di gas ad siano importanti possibilità di influenza sia a breve che a lungo effetto serra sono compensati da finanziamenti a livello periodo per quanto riguarda i gasad effetto serra. Tali nazionale e comunitario.

possibilità sono convergenti in numerosi paesi dell’UE. Il

livello regionale e locale va dunque considerato nelle strategie 4.11. Per poter procedere ad un’analisi costi-benefici nazionali e comunitarie riguardanti il clima come un gruppo a esaustiva ed alla quantificazione degli effetti della riduzione sé stante e rilevante. delle emissioni di gas ad effetto serra per l’insieme della società, sono necessari ulteriori finanziamenti per la ricerca e per la 4.5. L’Unione europea si è posta l’obiettivo di raddoppiare formazione. Il Quinto programma quadro di ricerca e sviluppo la quota delle fonti energetiche rinnovabili (12 % nel 2010), di tecnologico (RST) dovrebbe tener conto anche del punto di raddoppiare anche la cogenerazione del calore e dell’elettricità, vista del livello locale e regionale.

di aumentare l’efficienza energetica, e di incrementare notevol-

mente l’utilizzo del gasmetano. Il Comitato considera la 4.12. Secondo il Comitato bisognerebbe incoraggiare gli realizzazione di questi obiettivi ancora urgente. Il Comitato accordi a livello locale e regionale per la riduzione delle ritiene inoltre che l’UE debba perseguire l’obiettivo di aumenta- emissioni di gas ad effetto serra. Il Comitato invita l’UE e gli re la quota di veicoli che utilizzano combustibili alternativi Stati membri ad avviare il dialogo in materia e a sostenere le come l’idrogeno, il biogas, l’etanolo e l’estere di metile di colza. regioni nei loro sforzi di protezione del clima mondiale.

4.6. Il Comitato è favorevole alla proposta della Commis- 4.13. A livello comunitario e nazionale si deve continuare sione di dare inizio alla prove nazionali di commercializzazione ad appoggiare le campagne ed i programmi volontari ed anche dei diritti di emissione già prima del 2008. Il Comitato gli appalti che hanno un effetto positivo sugli obiettivi di desidera al tempo stesso sottolineare l’esigenza, conforme alle riduzione delle emissioni.

disposizioni del protocollo di Kyoto, di definire innanzi tutto

misure di protezione climatica nel proprio paese. 4.14. Per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra originate dal settore dei trasporti bisogna assicurare il finanziamento per lo sviluppo delle forme di trasporto che soddisfano la 4.7. Il Comitato considera importante che i meccanismi

flessibili di Kyoto siano accompagnati da una politica integrati- domanda locale, come ad esempio il traffico su rotaia, i trasporti comuni ed il traffico ciclistico e pedonale.

va di aiuti allo sviluppo e di riduzione delle emissioni. In

Bruxelles, 18 novembre 1999.

Il Presidente del Comitato delle regioni

Manfred DAMMEYER

Riferimenti

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