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UdineEconomica. Mensile di attualità economica politica e culturale edito dalla Camera di Commercio di Udine - Ottobre N. 9

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Attualità:

Presentata a Muggia la Guida ai vini 2005 Pag. 21

Innovare è ormai una

necessità

L’intervento del presidente della Camera

Torna a tirare l’export friulano

Nel semestre è aumentato del 10,9 %

di Ulisse

A

nche quest’anno è stato il Teatro Nuovo Giovanni da Udine la prestigiosa cornice della Festa del lavoro e del pro- gresso economico, tradizio- nale appuntamento orga- nizzato dalla Camera di commercio di Udine per rendere omaggio alla tena- cia, alla caparbietà e all’im- pegno dei lavoratori e degli imprenditori che con il loro lavoro hanno fatto grande il Friuli. La cerimonia di

premiazione, sempre emo- zionante, sia per chi riceve i riconoscimenti sia per chi li consegna, è stata presen- tata con la solita verve da Milly Carlucci, che in Friu- li ha trascorso buona parte della sua giovinezza. Ospi- te d’eccezione, per questa cinquantunesima edizione della Festa, il presidente nazionale di Confindustria Luca Cordero di Monteze- molo che, incredibile ma ve- ro, un pizzico di radici friu-

lane le ha pure lui: la non- na, Clementina Del Torso, era di Ariis di Rivignano, località dove il numero uno di Confindustria ha tra- scorso alcune estati.

Ma i veri protagonisti della cerimonia sono stati ancora i lavoratori e gli im- prenditori, tutti riuniti sul palco del Teatro per riceve- re i riconoscimenti diretta- mente dai componenti della Giunta camerale in rappre- sentanza di tutte le catego-

rie economiche. Una coreo- grafia particolare, quella scelta per l’evento, ideata proprio per valorizzare al massimo la filosofia del pre- mio, che punta a riconosce- re il ruolo svolto dai lavo- ratori e dagli imprenditori nello sviluppo dell’economia locale.

Tutti d’accordo sulla de- licatezza dell’attuale fase economica, i rappresentan-

I

l p r e s i d e n t e d e l l a Camera di commercio di Udine, Adalberto Val- duga, dopo aver dato il benvenuto agli ospiti e so- prattutto al presidente di Confindustria Montezemo- lo, evidenziando come la

“sua presenza dia un si- gnificato nuovo a questa 51ª Festa del lavoro e del progresso economico”, è entrato subito nel merito.

“Abbiamo parlato – ha det- to – molto in questi mesi della situazione economi- ca, delle sue difficoltà con- giunturali e strutturali, degli effetti di una globa- lizzazione sempre più spinta; abbiamo analizza- to i punti di forza e i pun- ti di fragilità della strut- tura economica di un ter- ritorio cresciuto rapida- mente; abbiamo cercato di capire i motivi di questa difficoltà a cambiare; ab- biamo cercato nuove solu- zioni per aggiungere ai prodotti sempre più valo- re: la crescita dimensiona- le, l’innovazione, la ricerca, il rapporto imprese-Uni- versità.

Sempre con difficoltà di sintesi, con la difficoltà di trovare soluzioni realizza- bili in concreto, spesso con il rischio di far diventare i suggerimenti (l’innovazio- ne, la ricerca) vuoti slogan ripetuti in ogni occasione.

Ed oggi siamo ancora qui, di fronte a una situazione economica difficile, in uno stato quasi di attesa, con una ripresa che c’è, ma non come vorremmo, troppo condizionati da un’incer- tezza, che tocca sia l’impre- sa che ogni singolo cittadi- no, frenando gli investi- menti, rallentando i consu- mi. La necessità di cambia- re appare sempre più ur- gente ed indifferibile. Ma allora, cosa dobbiamo fare?

Come dobbiamo agire?

Penso che se vogliamo davvero realizzare il cam- biamento, dobbiamo ripor- tarci ancora una volta alla persona, ai suoi valori, a

Montezemolo

alla Festa del lavoro

UdineEconomica

Registrazione Tribunale di Udine n. 7 del 18 Febbraio 1984

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Mensile di attualità economica politica e culturale edito dalla Camera di Commercio di Udine - Ottobre 2004 - N. 9

D

opo il tonfo del 2003 (-9,4 per cento), nel primo semestre di quest’anno l’export friulano è cresciuto del 10,9%, a una velocità doppia rispetto al resto del Paese (+5,7%) e con quasi quattro punti in più rispetto al Nord-Est (7,1%). Significativo appare il fatto che gran parte di questo incremento si sia realizzata con i dieci Paesi della “nuova” Europa, anche in termini – come segnala Bankitalia – di investimen- ti destinati a consolidare un insediamento già forte in uno scacchiere per noi de- cisivo. Ad avallare l’ottimi- smo diffuso da questi dati concorrono anche la ripresa dell’occupazione, con un sal- do positivo di 24 mila unità da gennaio ad agosto, l’ac- centuazione dei consumi energetici che inevitabil- mente si accompagna ai ci- cli espansivi e la diminuzio- ne del 2 per cento dei giorni di cassa integrazione, anche se quest’ultimo dato è con- traddetto da un andamento di segno contrario per quan- to riguarda la mobilità.

L’economia friulana, pur incrinata da persistenti cri- si aziendali (stavolta anche nella Bassa), ha dunque im- boccato la strada dell’auspi- cata ripresa?

All’inaugurazione del nuovo stabilimento del- l’Asem a Buia – fatto già di per sé indicativo di una più vigorosa attitudine a inve- stire in innovazione –, il presidente dell’Assindustria Fantoni se ne è detto sicuro, anche se gli imprenditori complessivamente conside- rati sembrano privilegiare una speranzosa cautela.

Un’inchiesta della Fonda- zione Nord Est ha infatti rilevato che sono più nume- rosi coloro che scommettono sulla stabilità della con- giuntura (42%) di quanti confidano in un suo pro- gresso (sono il 34% contro il 39% di giugno, da con- frontare con il 30% di mar- zo, segno che le attese sono

(segue a pagina 2) (segue a pagina 3)

Pronta la squadra

per la missione in Cina Pag. 26

A Tolmezzo va in scena Carnia Alpe Verde

Pag. 21

Alle pagine 2 - 3 - 4 - 6

(segue a pagina 2)

di Adalberto Valduga

Lavoratori e imprese in primo piano

(2)

ti delle istituzioni che sono intervenuti prima della con- segna dei premi: il momen- to economico è particolare, non del tutto positivo, ma lo si può affrontare con fidu- cia. Il professor Cecotti, sin- daco di Udine; Adalberto Valduga, presidente della Camera di commercio; Ric- cardo Illy, presidente della Regione, e Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria, hanno con- diviso questo pensiero.

Portando i saluti del Co- mune di Udine, il professor Cecotti ha sottolineato come stia crescendo la fiducia le- gata alle possibilità della ripresa economica che, sep- pur lentamente, si sta con- cretizzando. Da parte sua, l’amministrazione comuna- le sta spingendo sull’acce- leratore dell’innovazione tramite l’apertura del Polo tecnologico (che sarà inau- gurato a giorni), in collabo- razione con l’Università friulana, altri enti pubblici e società private. Riguardo al ruolo delle multiutility, il sindaco ha ribadito la ne- cessità di rafforzare un si- stema territoriale prima di affrontare un livello di con- centrazione superiore tra aziende di servizi che, co- munque, rimane necessario.

Uno spazio su cui le comu- nità locali non possono in- tervenire, invece, ha conclu- so Cecotti, è quello della

nuova legge fi- nanziaria. Il patto di stabi- lità, così come proposto dal governo, è con- trario alla Co- stituzione e pe- nalizza le Re- gioni a statuto speciale come il Friuli Vene- zia Giulia, pa- rificandole a quelle a statu- to ordinario.

Inoltre, il tetto per gli investi- menti rallenta la realizzazione delle nuove necessarie infrastrutture e mette in crisi il settore delle costruzioni che, fino a ora, era trainante.

Il presidente della Came- ra di commercio di Udine ha puntato il suo interven- to sulla necessità del cam- biamento da parte delle im- prese e della politica per affrontare le nuove proble- matiche poste dal mercato e dall’attuale momento d’in- certezza. Tra le altre cose, ha sostenuto Valduga, biso- gna rivalutare la cultura del lavoro e dell’impresa e

far crescere l’efficienza del- la struttura amministrativa pubblica per riprendere con vigore la strada dello svi- luppo. Pure il presidente Il- ly non si è sottratto al com- pito richiesto dal contesto della cerimonia per riassu- mere il proprio pensiero sul- l’attualità economica, da- vanti a un teatro “Giovanni da Udine” stracolmo di per- sone attente e partecipi.

L’economia italiana cre- sce molto meno rispetto a quella europea e mondia- le, ha attaccato Illy. Il si- stema economico indu- striale del Friuli Venezia Giulia sta tenendo bene grazie alla sua vocazione all’esportazione. Illy, ha poi esposto il proprio “de- calogo” degli svantaggi competitivi italiani: forbi- ce costo del lavoro-reddito netto troppo aperta; siste- ma giudiziario estrema- mente lento; istruzione e formazione professionale da migliorare; sistema in- frastrutturale in ritardo;

ricerca con pochi fondi a disposizione; burocrazia assai complessa e produt- tività in calo. Dove è pos- sibile, la Regione sta in-

t e r v e n e n d o (utilizzo dei Fondi struttu- rali europei per la forma- zione, soste- gno alle im- prese per l’in- novazione, ri- fo r m a d e g l i enti locali…) per dare fidu- cia alle impre- se e alle mae- stranze impe- gnate sul ter- ritorio, ha sin- tetizzato Illy.

Dopo gli in-

terventi degli ospiti, i pro- tagonisti della Festa sono tornati a essere i premiati (operai, impiegati, rappre- sentanti di aziende, uomini d’arte, di scienza e cultura) i cui profili sono stati letti da una Milly Carlucci in splendida forma.

Oltre cinquanta i ricono- scimenti assegnati in questa edizione, di cui 20 a dipen- denti, 31 alle aziende e tre ad altrettanti friulani che si sono particolarmente di- stinti per il loro impegno di imprenditori all’estero, a cui si si sono affiancate le tar-

ghe d’oro, riservate a perso- nalità del mondo dell’eco- nomia, della scienza, del- l’arte e della cultura. Un premio speciale è stato con- segnato a Carlo Caracciolo, presidente del Gruppo Edi- toriale l’Espresso, per aver fortemente creduto nelle po- tenzialità del “Messaggero Veneto” e de “Il Piccolo”, quotidiani editi nella regio- ne Friuli Venezia Giulia, ai quali ha garantito il man- tenimento della piena au- tonomia, rendendo così an- cora più forte il loro radi- camento sul territorio.

nel frattempo migliorate senza tuttavia disancorar- si da un atteggiamento di prudente attesa), ma anche di quanti si dicono rasse- gnati a un suo peggiora- mento (erano il 23% a set- tembre contro il 33% di marzo). Questa divaricazio- ne può essere spiegata con il contrapposto condiziona- mento esercitato da due fattori esterni: da una par- te il boom dei prezzi petro- liferi, che alla lunga potreb- be indurre effetti recessivi, e, dall’altra, il risveglio del- la Germania che fino a qualche anno fa, da sola, assorbiva il 40% delle no- stre esportazioni. Se il dia- volo non ci mette la coda, se cioè le quotazioni del greggio arretreranno a li- velli più ragionevoli, le ra- gioni di una motivata fidu- cia fanno aggio su quelle del pessimismo.

C’è però chi (imprendito- ri soprattutto, ma anche politici) non si dà ugual- mente per soddisfatto, sul- la base di questo ragiona- mento: il Friuli è destinato in prospettiva a declinare se non approfitterà della buona congiuntura per scio- gliere finalmente i nodi di sempre, divenuti insoppor- tabili nell’economia globa- lizzata. E cioè: infrastrut- ture insufficienti, sottoca- pitalizzazione e indeboli- mento dimensionale, valore aggiunto stagnante. Tra i tanti suggerimenti rivolti alla rimozione di questi blocchi, meritano partico- lare considerazione quelli capaci di innescare, se rea- lizzati, risultati a cascata, aprendo un circuito virtuo- so nel quale possano inse- rirsi nuove intraprese a forte contenuto intellettua- le. Li suggerisce il buon senso; e sono, nell’ordine, gli investimenti nelle infra- strutture di servizio (dalle ferrovie alla portualità, dal- l’efficienza amministrativa, alla promozione del territo- rio globalmente intesa) e tutte quelle misure volte ad accrescere la disponibilità e la qualità del capitale di rischio.

Più semplice da dire che da fare. Ci vuole infatti una forte capacità programma- tica e di coordinamento del- la Regione (la legge costi- tuzionale 2 le ha però con- ferito piena capacità al ri- guardo) per disegnare la griglia delle priorità e per scongiurare la dispersione della spesa in rivoli inin- fluenti. Non basta: ci vuole anche una buona dose di progettualità, unita a mol- to coraggio, per adattare a questa scaletta quanti – soggetti e istituzioni –, pur avendo ben meritato in pas- sato, prospettano potenzia- lità più ricche di quante non siano state finora esplorate. Friulia, per esempio. La riforma di Friulia, invocata da tre lu- stri per accrescerne l’effi- cacia e divenuta più urgen- te dopo l’emorragia banca- ria degli anni scorsi, si se- gnala come il cardine di una politica industriale al- l’altezza delle sfide.

Il presidente della Giunta regionale, Illy

Il pubblico intervenuto Giorgio Celiberti

Targhe d’oro

Franco Asquini (pre- sidente Friulia Spa)

Gianpietro Benedetti (presidente Danieli & C.

Officine Meccaniche Spa)

Alessandro Calligaris (Calligaris Spa)

Lorenzo Pelizzo (pre- sidente Banca Popolare di Cividale)

PER L’ECONOMIA

PER L’ARTE

Furio Honsell Vittorino Meloni PER LA SCIENZA PER LA CULTURA

Il sindaco di Udine, Cecotti (segue da pagina 1)

51ª premiazione del lavoro e del progresso economico

Illy e Cecotti: “Investire

in ricerca e innovazione”

(3)

quei valori che oggi vengo- no qui premiati. Dobbiamo agire sulla cultura, non so- lo sull’impresa, dell’impren- ditore, dei suoi collaborato- ri, ma, del territorio, senza la cui condivisione non pos- siamo sperare di vincere la sfida del cambiamento. Cre- do che non ci siano alterna- tive: se vogliamo garantire anche per un futuro pros- simo la qualità della vita e i livelli di benessere rag- giunti, dobbiamo essere tut- ti fortemente convinti della necessità di cambiamento, di rivalutare la cultura del lavoro, anche del lavoro in fabbrica, di cui non potremo comunque fare a meno, mo-

dificando i no- stri comporta- menti.

Per vincere una competi- zione sempre più selettiva, è necessario che ogni attore sia in grado di da- re tutto quello che ha: è ne- cessario anda- re “a tavolet- ta”. Un impe- gno parziale, un coinvolgi- m e n t o p o c o convinto e con- diviso, non consentono più di vincere, come accade in tutte le competizioni, anche in quelle sportive. Una par- te importante del mondo ha iniziato la strada dello svi- luppo; Cina, India: oltre 2 miliardi su 6, un parte con- sistente del mondo che non si accontenta più di una vi- ta di disagi, di un livello di vita di sola sopravvivenza.

Gli effetti sull’economia sono stati sconvolgenti. Ve- diamo ad esempio cosa sta succedendo per l’acciaio: un prodotto considerato ma- turo, già da tempo al ter- mine della curva di svilup- po. E’ bastato che Cina ed India iniziassero un trend di forte crescita, perché il mercato dell’acciaio ne ve-

nisse immediatamente tra- volto; i prezzi sono raddop- piati in pochi mesi, rove- sciando mercati, conti eco- nomici, programmi azien- dali. La stessa cosa sta ac- cadendo per altre materie prime strategiche: dal pe- trolio al carbone, ai prodot- ti base della chimica. La coperta appare troppo cor- ta: è finito il periodo delle cose facili. Per restare sul mercato le aziende e le per- sone devono dare il massi- mo e con loro i territori a cui appartengono. Ma per cambiare è necessario che tutti ne siano pienamente convinti, che soprattutto i giovani accettino una sfida impegnativa e faticosa, mettendosi in gioco per un obiettivo di sviluppo. Un impegno che deve partire dalla famiglia e dalla scuo- la, che troppo spesso inve- ce di preparare i giovani a superare le difficoltà che verranno, creano le pre- messe per un approccio al- la vita senza valori, senza entusiasmo. Anche l’impre- sa, gli imprenditori devono cambiare con la piena con- sapevolezza di essere pro- tagonisti del cambiamento;

protagonisti della trasfor- mazione dell’impresa, qua- le insieme di risorse im- prenditoriali e di capacità umane e professionali, sen-

za lasciarsi andare come ha detto il presidente Mon- tezemolo all’assemblea di Confindustria: “Al qualun- quismo e alla protesta di chi crede che le colpe siano sempre degli altri”. La so- luzione dei problemi non è semplice, va cercata fatico- samente attraverso l’impe- gno quotidiano, operando e confrontandosi all’interno dell’azienda, concentrando

l’attenzione sulle risorse umane che rimangono oggi più di ieri il vero cuore del- l’impresa. E’ necessario tra- sformare le nostre imprese riuscendo ad andare oltre al sapere fare: i distretti, ad esempio, che tanta par- te hanno avuto nel nostro sviluppo economico, devono trasformarsi da soggetti chiusi in sé stessi, in di- stretti aperti, pronti a in-

teragire con l’esterno ad integrare le proprie cono- scenze: la logistica, il marketing, facendo cresce- re nuove professionalità, oggi necessarie per essere competitivi, per internazio- nalizzare l’impresa. Anche gli imprenditori devono ri- trovare la volontà di met- tersi ancora una volta in

Speciale premiazioni

LAVORATORI IN QUIESCENZA

Cesarino Zilli

per 37 anni dipendente della Fontanini & Cat- telan Srl

IMPRENDITORI FRIULANI DISTINTISI ALL’ESTERO

IMPIEGATI

Lucio Cattaino

impiegato alla Coopca di Tolmezzo, 37 anni di atti- vità

Luigi Dereatti

36 anni di attività alla Coopca di Tolmezzo

Nereo Morandini 33 anni di attività all’Ac- ciaieria Fonderia Cividale Spa di Cividale del Friuli Valdino Bassi

35 anni di attività alle Oru di Basaldella di Campofor- mido

Alessandro Bosco 33 anni di attività alla Co- stantini Pietro di San Vito al Torre

Luciano Del Bianco 33 anni di attività alla Caf- faro di Torviscosa

LAVORATORE FRIULANO ALL’ESTERO

Alfonso Del Pizzo di Osoppo, figura esem- plare di lavoratore friu- lano all’estero

Fausto Del Fabbro di Forni Avoltri, impren- ditore friulano

Francesco Marello di Flambro

Pierino Zoppè dipendente della Torre- fazione Demar Caffè, 46 anni di attività

Mario Esposto dipendente della Unicre- dit Banca, 43 anni di at- tività

Roberto Vicentini (La- vanderia Industriale Vi- centini - Tolmezzo)

Renata Lirussi (Mira- mode Srl - Tricesimo)

PREMIO

“DONNA IMPRENDITRICE”

Enzo Driussi

Comitato Friulano Dife- sa Osterie

PREMIO

“VENTENNALE DI FONDAZIONE”

Riconoscimenti speciali

PREMIO

“GIOVANE IMPRENDITORE”

51ª premiazione del lavoro e del progresso economico

Valduga: “La società rivaluti la cultura del lavoro”

Il presidente Valduga

(segue a pagina 6)

(segue da pagina 1)

(4)

L

a fiducia. È l’arma individuata da Mon- tezemolo per sconfig- gere l’incertezza che grava sulla situazione economica attuale. La debole crescita registrata nella prima par- te dell’anno sta dando se- gni di un ulteriore rallen- tamento. Il presidente na- zionale di Confidustria, Luca Cordero di Monteze- molo, intervenuto al Teatro Nuovo Giovanni da Udine in occasione della festa del lavoro e del progresso eco- nomico organizzata dalla Camera di commercio, non

ha nascosto le difficoltà.

“ È u n mo - mento parti- colare, deli- c a t o – h a ammesso –, m a q ue s t o m o m e n t o può rappre- s e n t a r e un’opportu- nità di cre- scita, di sti- m o l o e d i slancio per nuove inizia- tive che de- vono pot er a t t i n g e r e dalla f idu- cia”.

“Dobbia- mo stare vi- cino alle im- p r e s e , s o - prattutto a quelle piccole e medie, dobbiamo rappre- sentarle non solo nei mo- menti di confronto con i sindacati, ma con continui- tà perché prima di essere imprenditori siamo citta- dini e se tutti insieme ci adoperiamo per raggiunge- re una coesione sociale at- torno ai temi dello sviluppo questo momento può dive- nire foriero di un cambia- mento guidato dal coraggio.

Basta con riforme che nien- te hanno a che fare con la competitività.”. Chiaro il riferimento al federalismo,

sul quale Montezemolo ha espresso forte perplessità

“perché concreto è il rischio di duplicare i passaggi bu- rocratici”

C’è bisogno di scelte for- ti, scelte che in qualche mo- do siano in grado di rilan- ciare la competitività. “Se ci sono pochi soldi – ha spiegato Montezemolo – dobbiamo spenderli meglio tagliando i costi e non gli investimenti”.

La ricetta di Confindu- stria tocca diversi aspetti.

“Innanzi tutto la burocra- zia – ha attaccato deciso Montezemolo –: è inaccet- tabile perdere tempo e de- naro per inseguire il decor- so delle pratiche. Questo Governo, che si diceva vi- cino alle imprese, fino a og- gi non ha fatto nulla per recuperare efficienza e con- sentire alle aziende di af- frontare efficacemente la concorrenza”.

La seconda frecciata al Governo riguarda le politi- che contributive. “Ci sono tasse inique come l’Irap che incidono pesantemente sul costo del lavoro, inoltre è ormai assodato che i con- tributi a pioggia non ser- vono, bisogna puntare sugli incentivi allo sviluppo”.

Uno sviluppo che, secondo Montezemolo, va persegui- to proseguendo sulle strade dell’innovazione e della ri- cerca.

Ma Montezemolo ha an- che sollecitato gli impren- ditori ad assumersi le loro responsabilità. “Rimboc- chiamoci le maniche, non attribuiamo tutte le re- sponsabilità a terzi – ha esortato –, perseguiamo l’innovazione nella gestio- ne, negli investimenti, nel- l’organizzazione, nella for- mazione del personale. Ri- troviamo l’orgoglio di fare gli imprenditori”.

Altro nodo cruciale da affrontare: le infrastruttu- re, “che sono un aspetto fondamentale per la com- petitività di una Regione – ha sottolineato – e per questo servono investimen- ti in grandi opere, investi-

menti che devono stare fuo- ri del patto di stabilità”.

Si è soffermato in parti- colare sull’importanza del manifatturiero Monteze- molo, “che rimane tuttora la colonna portante del- l’economia, il core business dell’Italia e per questo va integrato con i servizi. Non dimentichiamo la logistica, sempre più strategica per l’impresa, rivalutiamo il ruolo degli operai e l’impor- tanza della formazione”.

“Tra i servizi per le aziende non possiamo poi dimenticare il ruolo della banche – ha proseguito il presidente di Confindustria – che al pari degli impren- ditori devono sapere sce-

gliere e rischiare scommet- tendo sulle idee di chi non ha abbastanza denaro. Do- po le grandi aggregazioni, anche le banche devono riappropriarsi il territorio”.

Al manifatturiero, Monte- zemolo ha affiancato il tu- rismo, come settore privi- legiato per lo sviluppo del futuro.

Ultimo aspetto su cui Montezemolo ha voluto sof- fermarsi, la solidarietà.

“Una società solidale che sappia interpretare il ma- lessere e il disagio di chi vive situazioni di difficoltà, una società più concorren- ziale e innovativa in grado di farsi carico dei bisogni di chi ha bisogno”.

OPERAI

Claudio Fadini

38 anni di attività alla Mo- roso di Cavalicco

Antonino Gortan 36 anni di attività alle Car- tiere Burgo di Tolmezzo

Angelo Dario Biancuzzi dipendente della C.A.M.A.M.

di Manzano, 36 anni di at- tività

Nadia Travain

dipendente della Gervasoni di Pavia di Udine, 35 anni di attività

Carla Mauro

35 anni di attività alla R o s s i M a r i n o & C. d i Udine

Carla Gorasso

34 anni di attività alla Ger- vasoni di Pavia di Udine

Lorenzo Pittis

34 anni di attività alla Cal- ligaris di Manzano

Ugo Cuzzolin

34 anni di attività alla Cal- ligaris di Manzano

Franco Villis

33 anni di attività alla Se-Al di Della Vedova G. & C. di Pavia di Udine

Pietro Not

33 anni di attività al Car- tificio Ermolli di Moggio Udinese

51ª premiazione del lavoro e del progresso economico

Montezemolo: “Manifatturiero

centrale per l’economia friulana”

Tutti i premiati

UdineEconomica

mensile fondato nel 1984 Direttore editoriale:

Adalberto Valduga Direttore responsabile:

Mauro Nalato Vicedirettore: Bruno Peloi

Editore:

Camera di Commercio di Udine Via Morpurgo 4 - 33100 Udine Progetto grafico: Colorstudio Impaginazione/Fotoliti:

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Archivio: C.C.I.A.A. - Anteprima Per la pubblicità rivolgersi a:

EURONEWS

Tel. 0432 512270-292399-202813 La tiratura del mese settembre

è stata di 52 mila copie Il presidente di Confindustria, Montezemolo

La Giunta camerale e i presidenti delle categorie

DIRIGENTI

Sante Tutino

dirigente alla Quality Food Group di Martignacco, 37 anni di attività

(5)

gioco, di credere nella loro impresa; di riprendere ad investire, creando così un nuovo clima di fiducia. Il cambiamento prima anco- ra che economico è cultu- rale e di questo dobbiamo farci carico, realizzando il cambiamento all’interno delle nostre imprese e nel- le categorie, ma soprattut- to promuovendo il cambia- mento nella società.

Ma l’impresa da sola non

basta: l’esempio deve esse- re dato dalle istituzioni e dalla politica, che devono anch’esse cambiare per rendere competitivo il ter- ritorio su cui opera l’im- presa. E’ un obbligo mora- le, prima ancora che eco- nomico e politico. Il loro intervento risulta indi- spensabile per dotare il territorio di servizi e delle necessarie infrastrutture, in particolare energetiche, ma ancora di più è deter- minante per garantire l’ef-

ficienza della struttura amministrativa pubblica, per ridurre i costi di una gestione ancora troppo onerosa.

Non possiamo più per- metterci suddivisioni, nel territorio, qui nella nostra piccola regione, tra le stes- se categorie economiche, ma dobbiamo mettere tut- to il nostro impegno a coin- volgere il maggior numero di persone promuovendo ciò che unisce, emarginan- do ciò che divide: il rischio

è la frammentazione.

Un impegno comune quindi, per promuove- re il cambiamento da parte di tutti: con le istituzioni e la politica che diano l’esempio e indichino la strada;

l’impresa, le categorie economiche, sono pron- te ad assumersi le loro responsabilità, rifug- gendo da ogni corpora- tivismo, per il bene del nostro territorio, per il bene del Friuli.

Speciale premiazioni

SETTORE INDUSTRIA Eurotech Spa Amaro

Progettazione, sviluppo e produzione di pc miniatu- rizzati

Friulparchet Srl San Giorgio di Nogaro Produzione e commercio pavimenti in legno Pitta & C. Srl San Giorgio di Nogaro Costruzioni edili Pre System Srl Sedegliano

Produzione di manufatti e strutture prefabbricate in calcestruzzo armato

SETTORE COMMERCIO Baldan Sport Snc Tarvisio

Commercio al minuto di calzature, abbigliamento

e articoli sportivi Germacar Udine Spa Tavagnacco

Officina meccanica, ripa- razione auto, commercio al minuto veicoli industriali e commerciali e di pezzi di ricambio

Immobiliare Domini Srl Udine

Intermediazione immobi- liare

Mico Mode Snc Latisana

Commercio articoli abbi- gliamento

SETTORE TURISTICO ALBERGHIERO Trattoria

Ai Tre Musoni di Tomada Attilio, Tomada Luigi e Zuccolo Franca Snc Udine

Trattoria Blasut di Bernardis & C. Snc Lavariano

Hotel Patriarchi Aquileia Ristorante Taverna

Al Pescatore Snc Marano Lagunare

SETTORE ARTIGIANATO Consorzio Produttori Pietra Piasentina Torreano

Incremento attività, incen- tivazione, assistenza tec- nica

alle aziende produttrici di pietra piasentina

Marmi Vrech Srl Cervignano del Friuli Lavorazione, trasformazio- ne, posa in opera, commer- cializzazione

del marmo e dei materia- li lapidei

Selekta Srl Udine

Attività di fotolito – ripro- duzione, editoria, stampa arti grafiche

Ve.Ja. Beauty House di Fabbro Vera & C. Snc Tricesimo

Estetica

SETTORE AGRICOLTURA Az. Agr.

Forgiarini Federico Varmo Az. Agr.

Masiero Tiberio

Castions di Strada Az. Agr. Moras Franco e C. ss Aquileia Az. Agr.

Terre Rosse di Lestani Adamo Bicinicco

SETTORE ESPORTAZIONI C.A.M.A.M. Srl Manzano

Costruzione macchine utensili per la lavorazione del legno

Friulco Srl Povoletto

Produzione valvole per oleodotti

Tecnomaster Pavia di Udine

Produzione e vendita di circuiti elettronici stam- pati

Mobilificio

Trevisan Remo Snc Camino al Tagliamento

SETTORE ATTIVITÀ TRADIZIONALI E ARTISTICHE Segat Gino

Udine

Officina elettrauto

Vetreria Artistica di Malisan Michele San Lorenzo di Sedegliano

SETTORE COOPERAZIONE Latteria Sociale Turna- ria di Lavariano, Scarl

SETTORE OCCUPAZIONE

FEMMINILE Rubbermac Srl, Gonars Produzione e commer- cio suole per calzature in gomma

SETTORE IDEA IMPRENDITORIALE

INNOVATIVA Simco

Tecnocovering Srl Bagnaria Arsa

Coperture e rivestimenti metallici di fabbricati

Occupati in crescita nelle imprese del Fvg

51ª premiazione del lavoro e del progresso economico

Valduga, occorre andare a tavoletta

(segue da pagina 3)

Riconoscimenti alle aziende

Il presidente Valduga con Caracciolo

S

ono quasi 8 mila le entrate previste dal- le imprese friulane nel 2004, contro 6 mila 200 uscite, per un saldo occupa- zionale di circa 1.600 unità.

Sono questi i risultati sin- tetici dell’indagine Excel- sior 2004, il “sistema infor- mativo permanente” sulla domanda di lavoro delle im- prese realizzato dal sistema camerale e finanziato dal Ministero del Lavoro e dal- l’Unione Europea (Fse) che ha come campo di osserva- zione l’universo delle im- prese private con dipenden- ti di ogni dimensione, loca- lizzazione e attività econo- mica. L’indagine interessa u n c a m p i o n e d i c i r c a 100.000 imprese e fornisce

dati significativi a livello provinciale e in alcuni casi sub-provinciale. Sono 7.794 le entrate previste dalle im- prese friulane nel 2004, mentre in regione sfiorano le 18 mila unità a fronte di 14.566 uscite; quindi il 43%

delle assunzioni previste in regione nel 2004 sono espressione dell’economia di Udine. I flussi regionali producono un saldo positivo di 3.489 nuovi posti di la- voro, pari al +1,3%, rispet- to al 2003, del lavoro dipen- dente nelle imprese private extra-agricole. Il tasso re- gistrato nella regione è esattamente pari a quello nazionale. Il saldo della provincia di Udine è invece di 1.626 pari a +1,4% (sem-

pre del lavoro dipendente nelle imprese private extra- agricole) rispetto al 2003.

Rispetto al 2003 il saldo è decisamente più contenuto:

infatti le previsioni per la provincia di Udine lo scorso anno erano +3,1%, ovvero 3.483 unità a saldo, mentre a livello nazionale il tasso previsto era di +2,4%, ov- vero 254.057, dati peraltro che a livello locale trovano una certa corrispondenza con le stime dell’Istat che, per il 2003, ha indicato una crescita dell’occupazione in provincia di Udine di circa 4 mila unità (anche se com- plessiva, cioè dipendenti e indipendenti) e confermato quelli nazionali dove si re- gistra una crescita di

240.000 dipendenti. Il saldo del +1,4% per la provincia di Udine è determinato da un flusso in entrata (+6,8%) che è quasi identico a quel- lo del 2003, mentre il flusso delle uscite è in crescita ri- spetto agli ultimi anni e raggiunge, per le previsioni 2004, il 5,5% per Udine e +5,1% per l’Italia. Quindi a fronte di entrate stabili (erano 7.700 nel 2003 in provincia, sono 7.800 que- st’anno) aumentano le usci- te, che sono passate da 4.200 del 2003 a 6.168 pre- viste nel 2004.

Pur con una riduzione si- gnificativa dei saldi, il ri- sultato del 2004 è comun- que importante in conside- razione della prolungata

stagnazione economica e ci consente di cogliere un cli- ma di “consapevole fiducia”

degli imprenditori che pur manifestando maggiore prudenza rispetto allo scor- so anno continuano a inve- stire in risorse umane. A livello nazionale, una im- presa su quattro prevede di realizzare assunzioni. Ma occorre tenere conto del fat- to che un ulteriore 10% del- le aziende intervistate si è dichiarato pronto ad assu- mere al verificarsi di deter- minate condizioni, ricondu- cibili essenzialmente a una eventuale riduzione del co- sto del lavoro e a quella del- la pressione fiscale. La pri- ma condizione è più “richie- sta” dalle piccole imprese

del Nord-Est e del Centro, mentre la seconda è più se- gnalata dalle imprese me- ridionali. Per quanto ri- guarda i settori economici, l’incremento occupazionale è guidato dal Commercio (+36.400 in Italia e +710 in regione) e dall’Edilizia (+31.000 in Italia e +600 nel Friuli Venezia Giulia).

Seguono le professioni le- gate alla ristorazione e tu- rismo (+12.500 in Italia e +518 in Friuli Venezia Giu- lia). I settori manifatturie- ri complessivamente sfio- rano un incremento di 14 mila unità a livello nazio- nale e di circa 850 unità nel Friuli Venezia Giulia.

Mario Passon Ufficio Statistica

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L

a sera della vigilia d e l Na t a l e 1 9 9 3 , Sandro Comini – no- to ai più per le sue doti creative, magistralmente espresse in oltre 25 anni di carriera con il trio de- menziale “Frizzi Comini Tonazzi” – e l’av vocato Carlo Dal Bo danno i na- tali (vista la data è pro- prio il caso di dirlo) a Uni- dea, convogliando nella neonata agenzia di pub- blicità le esperienze de- cennali da entrambi ac- cumulate nel mondo del marketing e della comu- nicazione.

Oggi ricoprono rispet- tivamente le cariche di presidente e amministra- tore delegato della Srl di-

venuta, in oltre 10 anni di vita, una realtà di spic- co del settore.

Col passare del tempo, il “progetto Unidea” si consolida: nel 1997 i 3 so- ci (si era intanto aggre- grato il direttore commer- ciale Mauro Regeni), sul- l’onda della crescita del mercato di internet, deci- dono di integrare i servi- zi offerti da Unidea con la Ueb, che si occupa del- le problematiche legate all’informatica, e, più tar- di, con un ufficio stampa che comunichi e promuo- va l’immagine delle azien- de loro clienti.

Nasce così nel 2001 la Stilo Srl, agenzia che, pur gravitando nell’orbita di

Unidea, mantiene sin dal principio una sua autono- mia di “stile”, appunto, e in cui Comini e Dal Bo ri- coprono le stesse cariche rivestite all’interno della più “a nzia na” a genzia pubblicitaria, mentre la compagine societaria si arricchisce di Mauro Re- geni e della responsabile amministrativa Roberta Pironio.

Questi ultimi, in parti- colare, seguono appassio- natamente da vicino gli sviluppi dell’ufficio stam- pa, considerandolo quasi come una loro “creatura”.

In questi primi tre anni di vita la Stilo ha già sa- puto dare di sé un’imma- g ine di professionalità forte e incisiva, oggi rico- nosciuta da tutti i suoi clienti: “I tratti distintivi sia di Unidea sia di Stilo sono la dinamicità del la- voro e un ambiente sere- no”, sostiene Carlo Dal Bo; l’agenzia di via Lova- ria – il domicilio di Stilo è negli spaziosi e acco- glienti uffici di Unidea, situati in pieno centro sto- rico – punta infatti sulla valorizzazione delle risor- se umane e sulle poten- zialità di menti creative.

Per questo investe sul personale scegliendo col- laboratori competenti, ma soprattutto giovani (l’età media si aggira sui 30 an- ni) e motivati.

“Il nostro gruppo fun- ziona bene – confer ma l’amministratore delegato – proprio perché i profes- sionisti che lavorano con noi, dal grafico al giorna-

lista, qui trovano un am- bient e sti mola nt e e a l tempo stesso rilassato”.

Un’allegria che si respira a maggior ragione nel re- parto “giornalistico”, il cui team ha instaurato un rapporto di amicizia invi- diabile, con ripercussioni positive su ciò che la Sti- lo genera ogni giorno.

La mission aziendale di Stilo non si ferma sic et simpliciter alla stesura di comunicati stampa, ma prevede un’azione più ar- ticolata di attività di co- municazione, che va dalla preparazione di presen- tazioni aziendali all’orga- nizzazione di conferenze stampa, seguendo passo passo l’intero iter del lan- cio della notizia: stesura, approvazione, lancio, re- call, raccolta degli artico- li e rassegna stampa.

“La gestione delle rela- zion i con gli orga n i d i stampa, assieme al con- tatto continuativo coi no- stri clienti, è la parte più

“difficile” del nostro lavo- ro – spiega la responsabi- le dell’ufficio stampa Ro- salba Tello, giornalista pubblicista –.

Da una parte bisogna veicolare sui giornali lo- cali e nazionali le infor- mazioni che ci vengono fornite in maniera corret- ta, veloce e puntuale; dal- l’altra è importante for- nire ai nostri colleghi no- tizie accattivanti, golose, inedite. In quanto giorna- liste, Barbara e io sappia- mo cosa ci si aspetta da un comunicato stampa, che dev’essere chiaro, sin-

tetico e completo, e conte- nere dati interessanti, nuovi; per questo studia- mo sempre a fondo i con- tenuti dei nostri testi, cu- rando molto anche la for- ma – cosa sempre più ra- ra nel nostro bistrattato mestiere – prima di dif- fonderli alla stampa per conto del committente”.

In un uff icio stampa, insomma, non ci si im- provvisa “esperti” della comunicazione: è fonda- mentale possedere, secon- do lo staff Stilo, almeno la qualifica di giornalista per poter vantare un rap- porto “alla pari” e di fidu- cia con i colleghi a cui si manda il comunicato. “Noi sappiamo cosa interessa e cosa invece rischia di essere cestinato – precisa la giornalista –, in quanto noi stesse, quando scrivia- mo “dall’altra parte della barricata”, ci troviamo a

fare i conti con chi, giu- stamente, vuole emergere e far sentire la propria vo- ce con i mass media”.

“ Su St i lo – c onclude l’amministratore delegato Dal Bo – continueremo a investire, rafforzandola ulteriormente con servizi di comunicazione integra- ta. D’altronde, la linea seguita sembra dare buo- ni frutti, visto l’alto nu- mero di rinnovi contrat- tuali”. Persone affiatate nel lavoro che collaborano per un unico fine, quindi:

fornire un servizio a 360°

per il quale il cliente pos- sa esprimere piena soddi- sfazione.

Tutto questo grazie al- l’ottima intuizione di Co- mini, Dal Bo e Regeni da un lato, e all’impegno di chi è coinvolto diretta- mente nella gestione del- l’uff icio stampa dall’al- tro.

Un’impresa fondata da un avvocato e da un musicista

Unidea e Stilo, società leader in pubblicità e comunicazione

di Giada Bravo

S

tilo è un raro esem- pio di come una real- tà aziendale di pic- cole dimensioni possa ri- spondere – grazie alle com- petenze e alla serietà di chi vi collabora e alla struttura consolidata a cui si appoggia (attualmente il portafoglio clienti assor- be in parte le realtà gesti- te da Unidea) – alle esi- genze di aziende che inten- dono comunicare la pro- pria immagine attraverso gli organi di stampa. Il ter- ritorio di competenza com- prende essenzialmente le zone del Triveneto, ma il bacino d’utenza recente- mente si è allargato fino alla Lombardia. “Sulla Sti- lo – precisa Dal Bo – con- tinueremo a investire an- che in futuro; siamo gli unici in provincia di Udine

a offrire un servizio così completo. Perciò, paralle- lamente a Unidea, faremo crescere anche il nostro ufficio stampa, che riscuo- te sempre più successo: lo dimostrano le cifre e i con- tratti che annualmente vengono rinnovati”.

Gli ambiti in cui opera l’ufficio stampa Stilo spa- ziano dal finanziario (ban- che, società di consulenza) all’industriale (produttori di mobili, scaffalature ec- cetera), dall’enogastrono- mico (supermercati e iper- mercati a grande distribu-

zione, prodotti gastronomi- ci locali, cantine) al pubbli- co (Comuni, Provincia, en- ti), senza trascurare le as- sociazioni, i gruppi sportivi, il turismo, gli eventi e le manifestazioni di folclore.

Tra le numerose mansioni svolte dalla Stilo, il coordi- namento con il referente dell’ente o dell’azienda cliente per il lancio di no- tizie con cadenza ciclica e programmata, la prepara- zione di cartelle stampa, la raccolta di rassegne stam- pa, il contatto con i giorna- listi per sollecito o invito alla pubblicazione delle no- tizie, l’aggiornamento delle mailing list – tarate su mi- sura del cliente a seconda della tipologia o della mer- ceologia –, il recall di con- trollo successivo al lancio del comunicato.

Comini, Dal Bo e Regeni

L’area di intervento copre il Triveneto e la Lombardia

Realtà piccola ma efficiente

L’

agenzia di ufficio stampa Stilo Srl ha sede in via Lovaria 1 a Udine, accanto agli uffici di Unidea.

Le due aziende possono essere entrambe contattate allo 0432-295181 – 0432-501535 - fax 0432-501535, via e-mail info@ agenziaunidea.it, oppure r.tello @agen- ziastilo.it. Presidente sia della Stilo sia di Unidea è il direttore creativo Sandro Comini; gli altri soci sono l’amministratore delegato Carlo Dal Bo, il direttore commerciale Mauro Regeni e la responsabile ammini- strativa Roberta Pironio.

Alla guida della struttura c’è la giornalista Rosalba Tello, collaboratrice del Messaggero Veneto, ex docente di filosofia, una lunga esperienza nel settore della co- municazione e del giornalismo, supportata dalla col- lega Barbara Machin, pubblicista, laureata in relazio- ni pubbliche, e da Ivo Barnaba, laureato in scienze diplomatiche.

Profilo d’impresa

Rosalba Tello e Ivo Barnaba

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I

l mercato dell’edilizia è da sempre altalenante, e per essere costante- mente sulla cresta dell’on- da dev’essere flessibile. Lo sa bene la De Sabbata, sto- rica azienda di costruzioni con sede a Maiano, capace di essere vincente su più fronti: dalle realizzazioni per aziende agli interventi immobiliari agli appalti pubblici. Un calibrato mix sotto il duplice segno del pubblico e del privato che, fino a ora, ha dato buoni frutti. La diversificazione delle attività è stata detta- ta, nel corso degli anni, dal mercato. Dopo la ricostru- zione del ’76, il mercato ha dato una brusca frenata.

“S’era rifatto tutto – esor- disce Luigi De Sabbata, uno dei due titolari – e, per non restare al palo, abbia- mo cominciato a dialogare con i gruppi industriali friulani. Negli ultimi anni, però, ci siamo nuovamente orientati sulle realizzazioni immobiliari, mentre adesso ci stiamo muovendo ancora nel settore pubblico, visto l’inevitabile rallentamento del mercato della casa”. Un mercato verso il quale De

Sabbata è ottimista e non prevede alcuno sboom e nemmeno il rischio di una bolla immobiliare. “In Friu- li la casa – spiega – non è mai stata sopravvalutata.

Possono essersi verificati casi particolari, magari in centro a Udine, ma, in ge- nerale, il rapporto fra il rea- lizzato e il venduto è stato globalmente calibrato e cor- retto. Non ci sono state, in- somma, supervalutazioni”.

In Friuli, dunque, il matto- ne non ha raggiunto le cifre sproporzionate toccate in altre regioni, soprattutto nelle grandi città, e conti- nua a piacere e a rimanere

“dinamico” anche se non nella misura di qualche tempo fa. Ed è per questo che De Sabbata appunta il suo interesse verso il com- parto dei lavori pubblici.

Ma per un’azienda di medie dimensioni è difficile entra- re in questo ambito? “Si re- gistra attualmente una for- te divaricazione tra chi pensa e chi esegue i lavori.

I progettisti non sempre tengono conto, quando fan- no i prezzi e gli appalti, del- l’equo compenso dell’impre- sa, che deve giocare al ri- basso per aggiudicarsi l’ap- palto con conseguente sca- dimento del ruolo di chi opera”, spiega De Sabbata.

E aggiunge: “Il mercato pubblico pretende prodotti di alta qualità, ma si fatica a farsi riconoscere un’ade- guata contropartita econo- mica, ciò vale soprattutto per la piccola e media im- presa, che ha poco potere contrattuale”.

De Sabbata suggerisce un confronto con gli attori principali del mercato, sol-

lecita il rispetto del prez- ziario regionale e denuncia la cronica mancanza di manodopera: “Non ci sono più friulani che vogliono fare questo mestiere e le imprese assumono extra- comunitari che non sempre sono adeguatamente for- mati, con il rischio di un incremento dei costi per assicurare la realizzazione di opere comunque a rego- la d’arte”.

Per De Sabbata la cate- goria è di fronte a un bivio:

“Ci sono stati dei limiti nel- la valutazione di certi feno- meni che stanno esploden- do e ai quali va data tem- pestiva soluzione. In pas- sato, come categoria, non abbiamo saputo far pesare il nostro potere a sufficien- za. Manteniamo infatti una grande fetta dell’occupazio- ne. Va quindi aperto un ta- volo di confronto con pro- gettisti, enti locali e sinda- cati”. Un tavolo dove discu- tere due questioni-chiave:

maggiore guadagno per i lavoratori che devono co- stare meno alle imprese, anche nell’ottica di sconfig-

gere la piaga del lavoro ne- ro, e riqualificazione della manodopera. “Per scioglie- re alcuni nodi, sarebbe fon- damentale la realizzazione di corsi di formazione nei Paesi dell’Est finalizzati a portare successivamente in Friuli gente preparata.

Se non si agisce sul fronte della formazione professio- nale, le imprese sono gio- coforza costrette a prende- re il primo che bussa alle loro porte e che, ovviamen- te, va tutelato. E che costa anche se non sa fare il me- stiere di muratore a regola d’arte”.

Ma il vero punto dolente per la categoria, secondo De Sabbata, era e resta il “ruo- lo” del muratore. Figura da rivalutare, tramite un “ri- lancio” mirato dell’immagi-

ne. Anche tramite iniziati- ve pubblicitarie con testi- monial d’eccezione. Figure a cui offrire uno stipendio adeguato. “In questi tempi si parla molto di innovazio- ne e ricerca. Chi lavora nel mio settore non è sfiorato in maniera “diretta” da questi due elementi. Per noi infatti la vera innovazione passa attraverso la forma- zione di personale. Che de- ve sapere operare al meglio.

Se il muratore è competen- te, si offre un prodotto di qualità. E, di contro, si ga- rantisce non già la soprav- vivenza, ma l’esistenza del- le stesse imprese edili”.

Dal generale al partico- lare. Luigi De Sabbata ha un preciso obiettivo per il futuro: mantenimento sia dell’immagine aziendale sia della fidelizzazione della clientela. Azione da svolgere sempre in loco.

“Non ci interessa uscire dall’orbita regionale. La nostra è una impresa a vo- cazione artigiana molto radicata a livello territo- riale. Questo potrebbe es- sere un limite, ma anche un pregio. Resta il fatto che la nostra storia deve continuare a essere scritta nell’ambito della zona d’appartenenza”.

A

nni di boom, i Ses- santa. Anni segnati da una effervescen- za che ha “fatto” storia. Ed è proprio in questo perio- do d’euforia economica che decolla la De Sabbata co- struzioni Srl. A fondarla, nel 1960, Umberto De Sabbata che, dopo un mas- sacrante periodo da emi- grante in Svizzera, decide di dare una svolta alla sua vita: rientra in Friuli e mette in piedi una realtà artigianale. Impresa che, complice il momento favo- revole, si sviluppa in fret- ta. In quell’epoca in zona

c’è tanto da fare e Umber- to si butta a capofitto nel lavoro. Con il tempo fanno ingresso nell’impresa i due figli che ora la guida- no: Luigi e Sandro. En- trambi contribuiscono al- lo sviluppo dell’azienda che nel 2003 ha registrato quasi 6 milioni di euro di fatturato.

La previsione di cresci- ta s’aggira sul 20%.

Per renderla più dina- mica, i due fratelli si sono suddivisi i compiti: San- dro s’occupa della parte operativa e produttiva, Luigi di quella ammini-

strativa e commerciale.

Di recente è stato ulti- mato un intervento “a re- gola d’arte” della antica fornace delle Cantine Bi- doli. Un’operazione nel pieno rispetto dell’archi- tettura tipica del Friuli.

In cantiere, attualmente, interventi di grande pre- g i o a S a n D a n i e l e d e l Friuli, in un palazzo sto- rico in cui soggiornò Ciro di Pers.

Fra le aspettative di Luigi De Sabbata, lau- reando in pedagogia e let- tore incallito, l’allarga- mento del raggio d’azione

con interventi di pregio nel cuore di Udine. “Ho vi- sto alcune cose molto in- teressanti. Sussistono por- zioni della città che meri- terebbero d’essere recupe- rate.

Più in generale, al di là di Udine, mi interessa il recupero dell’architettura spontanea friulana”. L’im- presa di Maiano – posizio- ne strategica nel centro del Friuli – è a carattere familiare, ma di portata regionale. Ha l’attestazio- ne Soa e la certificazione d i q u a l i t à I s o 9 0 0 1 - 2000.

Pmi al microscopio

L’impresa di costruzioni maianese impegnata sia nel pubblico sia nel privato

De Sabbata, la flessibilità come forza aziendale

di Anna Marcolin

Luigi De Sabbata

È stata fondata da papà Umberto nel 1960

Un’azienda nata negli anni del boom economico

I

mpresa storica, la De Sabbata costruzioni Srl ha se- de in via Milano 5 a Maiano (0432-959504; fax 0432- 948251); e-mail: desabbata@libero.it). Alla guida dell’azienda, fondata nel 1960, i fratelli Luigi e Sandro.

L’impresa – che annovera circa 40 dipendenti – opera in vari comparti: appalti pubblici, realizzazioni immobi- liari e loro commercializzazione e recupero di edifici sto- rici e dell’architettura spontanea friulana. Da anni, inoltre, collabora con aziende leader del Friuli, fra cui la Fantoni di Osoppo. Fra gli ultimi interventi, l’amplia- mento del Bravimarket di Gemona.

Profilo d’impresa

Una realizzazione della De Sabbata

«Occorre formare lavoratori stranieri»

FriulAdria accreditata dal Ministero all’acquisto di partecipazioni

Banca Popolare Friul- Adria ha ottenuto l’ac- credito dal Ministero del- le attività produttive per acquisire partecipazioni temporanee e di mino- ranza in nuove imprese e Pmi delle aree svantag- giate diventando così la prima – e attualmente l’unica – banca italiana ad aver ottenuto questo prestigioso riconoscimen- to dallo Stato che le per- mette di rafforzare il pa- trimonio delle piccole e medie aziende e sostene- re le imprese che fanno innovazione agendo sul territorio del Friuli Ve- nezia Giulia e del Veneto orientale come una vera e propria finanziaria di

investimento “Un ulte- riore valore aggiunto per la nostra clientela – ha commentato l’ammini- stratore delegato Luigi De Puppi - ma anche un motivo di orgoglio per la nostra Banca che può di- re di aver raggiunto l’ec- cellenza nel campo dei servizi alle imprese.

FriulAdria è una delle p o ch e b a n ch e a d av e r chiesto l’accredito diret- to e non attraverso stru- menti giuridici apposi- ti.

Al nostro interno, in- fatti, opera da tempo Im- p r e s a & F i n a n z a , u n team di esperti nelle ope- r a z i o n i d i m e r c h a n t banking, e questo aspet- to è stato molto apprez- zato dal Mediocredito Centrale col quale nei prossimi giorni verrà fir- mata la convenzione”.

Le aziende informano

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U

n albergo a condu- zione familiare, ri- cavato da una tipica casa friulana di inizio se- colo, convertito in hotel glamour a 3 stelle nel pie- no centro di Udine. Una metamorfosi che il Suite Inn ha vissuto armoniosa- mente, conciliando tradi- zione, modernità, storia, ricerca, eleganza, design, originalità.

Quando lo scorso anno si decise di ristrutturare l’edificio di via Di Toppo le nuove generazioni di casa Quendolo, rappresentate oggi dai figli di Bruno ed Elvia, gli imprenditori En- rico e Paolo, hanno curato – supportati dall’entusia- smo, ma soprattutto dalle idee creative delle giovani mogli Giuliana e Antonel-

la – ogni singolo dettaglio:

dalle luci soffuse, celate abilmente dalle testiere dei letti che “sorridono”, alle calde tonalità delle pareti, affrescate di giallo e aran- cio, alle singolari nicchie luminose che funzionano anche da leggìo. Copriletti, cuscini, tende, tappeti, niente è lasciato al caso; il bagno poi è un vero gioiel- lino: qui l’ospite scartocce- rà la saponetta, quasi fos- se un regalo, da fili di rafia e fiocchi colorati.

Nulla di pretenzioso, ci tengono a precisare i tito- lari, che hanno optato per un restyling – operazione affidata all’architetto Pao- lo Zuliani – che conferisse al Suite Inn Hotel, una del- le poche strutture alber- ghiere in città situate a

pochi passi dal centro, un’immagine più incisiva e trendy. Ad aver dato al tutto un tocco “civettuolo”

e fascinoso è, indiscutibil- mente, la gestione tutta al femminile di Giuliana e Antonella che, ornando di oggetti “sfiziosi” mobili e pareti e non tralasciando alcun particolare, hanno reso più accattivante l’este- tica dell’hotel udinese.

Ognuna delle deliziose camere, passate dopo la recente ristrutturazione da 8 a 13, racchiude, un po’

come un prezioso vino, un proprio, personalissimo bouquet di luci e colori che la rende esclusiva: non a caso tutte posseggono un nome. “Ogni stanza è stata dedicata a un personaggio della nostra regione, noto

per aver portato il Friuli nel mondo”, afferma Enri- co, che spiega così anche uno dei motivi per cui al- cuni clienti richiedono una stanza piuttosto che un’al- tra. Chi sceglie il Suite Inn spesso è spinto, oltre che dalla qualità del servizio e dalla calda accoglienza, anche da fattori affettivi:

torna chi è affezionato ai vecchi titolari, che nell’87 presero in mano la strut- tura per farne un albergo a dimensione familiare, e torna chi apprezza il con- tatto confidenziale ma di- screto delle cognate Quen- dolo, addette alla ricezione.

“Volevamo che l’hotel man- tenesse le caratteristiche originali – spiega Giuliana –: piccolo, centrale, non standardizzato, gestito in prima persona. Al rappor- to in prima persona col cliente abbiamo aggiunto un servizio distintivo e una cornice più moderna”. So- prattutto gli austriaci (che rappresentano circa la me- tà della clientela), che han- no sperimentato il prima e il dopo “maquillage”, sof- fermandosi nell’atrio, rac- contano i titolari, di primo acchito sembrano sorpresi dalle eleganti porte a ve- tro, dal nuovo pavimento azzurro, seminato alla ve- neziana”, dai fiori colorati, dai faretti; “ma poi apprez- zano la veste rinnovata – sottolinea Giuliana Ganzi- ni –, anche perché l’atmo-

sfera familiare che con- traddistingueva l’hotel la ritrovano ancora”.

La famiglia Quendolo usa coccolare gli ospiti a partire dalla prima cola- zione, servita nella chiara saletta del piano terra ed esposta nella grande “pa- narie”, rivisitata in chiave moderna. “L’obiettivo è quello di far sentire i no- stri clienti come a casa pro- pria”, dicono le due coppie

di giovani, “in un ambien- te informale ma allo stesso tempo di un certo livello e gusto”. Il nuovo look del Suite Inn, riaperto a mar- zo di quest’anno, punta quindi da una parte a con- fermare la clientela tradi- zionale, dall’altra ad am- pliare l’utenza, considera- to anche il plusvalore of- ferto dalla comodità di raggiungere il centro, vo- lendo, anche a piedi.

Ora è un hotel glamour a tre stelle

Suite Inn, la metamorfosi

di un albergo in centro a Udine

di Rosalba Tello

L

e 13 camere, grandi e personalizzate negli arredi, nel design e nei dettagli, sono caratte- rizzate da uno stile essen- ziale eppure vivace, impre- ziosito dal calore naturale dell’acero e dai toni delica- ti dei pastelli che vanno accendendosi dal primo al secondo piano, passando dal giallo a un arancio più caldo. Le stanze del piano superiore lasciano a vista travi e tavelle originarie (persino i chiodi!), regalan- do, grazie alle altezze d’al- tri tempi dei muri, volume e luminosità. Nei corridoi azzurri, alternati dalle sca- le d’epoca, decorazioni ar- tigianali accompagnano il passaggio degli ospiti. Al- l’interno di ogni camera una selezione di oggetti de- dicati a friulani famosi ne ricorda la storia: quasi un invito a scoprire la cultura della nostra terra.

Eccentrici armadi sago- mati a frac o tight – un vez-

zo del designer –, dotati di pomelli a forma di bottoni, si intonano ai letti a bal- dacchino e a quadri post- moderni. “La nostra idea era quella di miscelare il vecchio e il nuovo senza le- sinare sulle comodità”, pre- cisa Enrico; e infatti condi- zionatori ben mimetizzati, tv e frigo-bar si integrano perfettamente nel mix vo- luto dai proprietari e ben interpretato dall’architetto

Zuliani. “Tutti i mobili sono stati realizzati su misura da un bravissimo artigiano della zona”, riferiscono i fratelli Quendolo, che fan- no notare l’effetto creato da luci e angoli soprattutto nella suite, dove si respira un’atmosfera particolar- mente suggestiva, un po’

“da antico mulino”.

L’impronta delle due gio- vani gestrici la si riconosce in alcuni particolari, raffi-

nati e tipicamente femmi- nili: una foglia come sotto- bicchiere, lampade rosse sulla scrivania, saponette impreziosite da fiocchi di rafia, biancheria colorata e di qualità, fiori e candele.

“Sono cose che metto anche in casa mia – spiega Giu- liana –, perciò mi auguro che anche grazie a questi dettagli i clienti si sentano come a casa loro”. Tra i la- vori previsti per la prossi- ma primavera: un pergola- to per fare colazione al- l’esterno, la ripavimenta- zione del parcheggio inter- no e un servizio di noleggio bici e scooter.

Q u a l e s t r u m e n t o d i marketing sta usando la famiglia Quendolo per co- municare l’ammoderna- mento del Suite Inn? “Una volta era il passaparola – spiega Enrico –, adesso ab- biamo anche un bel sito internet, da cui i nostri ospiti possono trarre tutte le informazioni utili”.

Rispetto dell’esistente, ma spazio alle tecnologie più moderne

Tredici camere personalizzate

S

ituato a pochi passi dal centro storico, in un pun- to strategico per poter accedere agevolmente alla tangenziale, alla zona universitaria e al comples- so ospedaliero, il Suite Inn Hotel si trova a Udine in via di Toppo 25. Ricavato nel 1987 da una tipica casa udi- nese di inizio secolo, è stato recentemente ristrutturato e ampliato dai proprietari, la famiglia Quendolo.

Le 13 camere, di cui una riservata per i portatori d’han- dicap, sono tutte personalizzate; ognuna è stata battez- zata con il nome di un personaggio famoso friulano. Tra i servizi aggiuntivi al pernottamento e prima colazione, telefono, fax, tv sat, presa internet, aria condizionata, frigo-bar, cassaforte, bar, accesso portatori handicap, parcheggio auto interno, noleggio biciclette.

La fascia di prezzo per questo 3 stelle si aggira attor- no ai 70-100 euro a seconda della stagionalità. Per in- formazioni: www.suiteinn.it, e-mail: suiteinn@libero.it;

telefono 0432-501683 - fax 0432-200588.

Profilo d’impresa

La famiglia Quendolo

La reception

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ent’anni di esperien- za nel settore della sedia, poi l’intuizio- ne: creare in famiglia un’azienda unica, diversa dalle altre, particolare. Na- sce nel 1982 la Vibiemme di Manzano, mettendo a frutto tutte le conoscenze già acquisite dai quattro fratelli della famiglia Brai- da. Nel tempo, lo sviluppo di una linea di prodotti “che si distingue per innovazio- ne nel disegno – spiega il direttore generale Lorenzo Braida –, utilizzo di mate- riali e soluzioni sempre ori- ginali. In che modo? Ci av- valiamo del contributo di designer e artisti prestigio- si (Paccagnella, Sacchetto, Sartori, Foschia, Pescarollo, Dalisi), anche con la propo- sta di nomi nuovi quali Co- lombo, Fabiano e il norve- gese Sabro”.

La prima svolta, nella ventennale storia della Vi- biemme, è proprio questa.

“Un momento chiave – con- ferma Lorenzo Braida –: a un certo punto, una quin- dicina di anni fa, abbiamo deciso di non produrre più solamente sedie classiche, per quanto fossero apprez-

zate dal cliente tradiziona- le. Ci siamo così avvicinati a un modo nuovo di conce- pire la sedia, come pezzo unico, ed è dunque comin- ciata la collaborazione con architetti e designer”. Il primo passo verso la noto- rietà. “Certo, in questo mo- do siamo riusciti a farci co-

noscere, fino a diventare fornitori di una catena di negozi d’arredamento di grandissimo prestigio, la Roche Bobois”.

Il secondo momento chia- ve è stato quello del lento abbandono del residenzia- le e della conseguente vi- rata verso il contract. “Un interesse – precisa il diret- tore generale – maturato una decina di anni fa e molto accentuato, in parti- colare, nell’ultimo quin- quennio. La Vibiemme, og- gi, mantiene un 20% di mercato residenziale, ma tutto il resto consiste nella fornitura di alberghi, risto- ranti, sale conferenze, co- munità. Siamo anche di- ventati fornitori di Auto- grill”. Gli alberghi? Catene di gran lusso: Holiday Inn, Sofitel, Hilton. “Ci apprez- zano proprio perché siamo ormai diventati esperti di contract, capiamo le esi- genze di una clientela par-

ticolare, sappiamo essere flessibili: sempre pronti a produrre la grande quan- tità, come pure a mettere a disposizione anche una sola sedia di qualsiasi co- lore e stoffa. Il risultato?

Riusciamo a crescere, no- nostante la crisi che il set- tore sta vivendo negli ulti- mi tempi”.

Sedie e tavoli, l’abbina- mento è sempre stato im- portante. “Alla classica se- dia in legno – prosegue Lo- renzo Braida – abbiamo iniziato ad affiancare dei tavoli che si integrano per- fettamente con lo stile Vi- biemme, mentre la model- listica si è ulteriormente aggiornata con l’introdu- zione del metallo”. La ca- pacità di fondere design e concretezza, unita a una forte flessibilità nella pro- duzione e all’ampia gamma di articoli, ha portato l’azienda manzanese a cre- scere e svilupparsi senza

perdere nulla della sua ar- tigianalità. “La nostra for- za è stata anche della fa- miglia – sottolinea il diret- tore generale –, mantenuta costante con il graduale in- serimento della seconda generazione”.

La crescita ha riguarda- to anche il settore del- l’export. Attualmente la Vibiemme esporta circa l’80% della sua produzione in tutto il mondo: Unione Europea, Stati Uniti, Giap- pone, Medio Oriente sono i principali mercati di rife- rimento. Ma qual è la filo- sofia dei Braida? “Design, innovazione ed eleganza, sposati armoniosamente a solidità, praticità d’utilizzo e comfort, sono i nostri de- siderio, stile e missione. In casa come in un ristorante, in una sala conferenze co- me in ufficio”.

Negozi di grande prestigio e contract il core-business dell’azienda di Manzano

Vibiemme ha reinventato la sedia Ora produce solo pezzi griffati

di Marco Ballico

Pmi al microscopio

L

a Vibiemme, azienda produttrice di sedie e t a v o l i , s i t r o v a a Manzano in via Cividale 44. Nata nel 1982 con un’impronta prettamente artigianale, si è nel tempo avvalsa della collaborazio- ne di prestigiosi architetti e designer, mirando a un prodotto sempre più inno- vativo. Nel frattempo è av- venuto il cambio generazio- nale: ai fratelli Braida (Cornelio, Luigi, Gino e Marino) sono subentrate le nuove leve, i cugini Loren- zo, Caterina, Francesca, Ni- cola e Anna.

Negli ultimi cinque anni, Vibiemme ha intensificato l’interesse per il mercato contract, che incide per l’80% sulla produzione.

Molto alta anche la percen- tuale dell’export (anche qui l’80%). Attualmente la dit- ta si avvale di 21 collabo- ratori. Il fatturato è di 2,6 milioni di euro. Contatti.

Telefono 0432-750473. Fax 0 4 3 2 - 7 4 0 0 5 0 . E - m a i l : vibiemme@vibiemme.it. Si- to: www.vibiemme.it.

Profilo d’impresa

S

ono partiti in quattro.

Tutti Braida, tutti fratelli: Cornelio, Luigi, Gino e Marino. Oggi i nomi sono diversi: Loren- zo, Caterina, Francesca, Nicola e Anna. Sono cugini,

fanno parte della cosiddet- ta seconda generazione.

Dei “vecchi”, il solo Marino è ancora attivo in azienda.

“Il passaggio generaziona- le non è mai facile – com- menta il direttore generale,

Lorenzo –, eppure siamo riusciti a dare continuità a un’attività che era comun- que già ben avviata”.

Ma cos’è cambiato con i

“nuovi” Braida? “Abbiamo portato una mentalità di- versa, che ben si è sposata con l’esperienza acquisita, imparando dai fondatori della Vibiemme”. La men- talità nuova si diffonde nei progetti “coraggiosi”, nel- l’affidarsi senza timori alla creatività di architetti e designer. Nel 2002 l’azien- da ha lanciato una nuova linea di design denominata

“Kimera”, in collaborazione con il designer giapponese Toshiyuki Yoshino. Nato a Yokohama nel 1959, lau- reato in Belle Arti con spe- cializzazione in “Fusione di oggetti d’arte metallici giapponesi”, Yoshino, nel 1994, si è trasferito in Ita- lia alla ricerca di nuovi set- tori in cui valorizzare le proprie idee. Nascono così

le collaborazioni nel campo dell’arredamento con le aziende italiane leader nel settore. Anche quella con Vibiemme, un partner in cui trova, attraverso la nuova collezione Kimera, il suo habitat naturale. “Un partner già pronto per ascoltare le correnti di ven- ti nuovi. Kimera – spiegano i Braida – nasce dall’intesa con chi sa ancora creare forme e concetti nuovi, pla- smando la materia nel ri-

spetto dello spirito che vive in essa. Quando un nostro cliente sceglie questa linea – aggiungono – incassa un premio per aver saputo cir- condarsi di bellezza”. Ki- mera è quasi un vizio. “Ma un vizio senza sensi di col- pa, assaporando la gioia delle forme sinuose e sin- cere, forme che non hanno tempo e che riempiono ar- moniosamente lo spazio, non alterandone il delicato equilibrio”.

La famiglia Braida

Fondata da Cornelio, Luigi, Gino e Marino, l’azienda è ora gestita dai nipoti

La famiglia Braida alla seconda generazione

Forum Palace Vilnius Lithuania Esterno

Hotel Airport Econtel Germany Ingrid 580

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