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PROGETTO ESECUTIVO INTERVENTO A

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Academic year: 2022

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COMUNE DI REVELLO PROVINCIA DI CUNEO Concentrico di Staffarda

PROGETTO ESECUTIVO PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL COMPLESSO ABBAZIALE E DEL BORGO RURALE – LOTTO I

PROGETTO ESECUTIVO

INTERVENTO “A”

DOC-GEN 03B - Relazione specialistica intervento “A” - Strutture

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COMUNE DI REVELLO PROVINCIA DI CUNEO

RELAZIONE TECNICA E FOTOGRAFICA RELATIVA A INTERVENTI IN COPERTURA PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL COMPLESSO ABBAZIALE DI STAFFARDA INERENTI IL FABBRICATO AFFACCIATO SU PIAZZA ROMA USO BIGLIETTERIA, MAGAZZINI E ALLOGGI

INTERVENTO LOCALE AI SENSI CAP. 8 NTC 2018 PER RIPARAZIONE DEI DANNI E FORMAZIONE DEL CORDOLO LIGNEO IN SOMMITA’ DEI MURI PORTANTI ALL’IMPOSTA DEI TETTI

COMMITTENTE:

FONDAZIONE ORDINE MAURIZIANO

via Magellano , 1 – 10128 TORINO

I TECNICI:

Dott. ing. Roberto Accastelli

via Cuneo 21 – 12033 Moretta (CN)

Studio Tecnico Associato NOV.AC. di Novarese ing. Chiaffredo e Accastelli ing. Roberto

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La presente relazione è redatta dal sottoscritto ing. Roberto Accastelli dello Studio Tecnico Associato NOV.AC. di Novarese ing. Chiaffredo e Accastelli ing. Roberto, con sede in via Cuneo 21 a Moretta, iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Cuneo al n. 2020.

Il presente progetto strutturale trae origine da quello più generale architettonico di riqualificazione del complesso abbaziale e del borgo rurale di Staffarda redatto dallo studio Valdemarin & Associati di Torino a firma dell’arch. Luigi Valdemarin, oggetto di autorizzazione da parte della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria Asti e Cuneo.

Nell’ambito del più generale progetto per la riqualificazione del complesso abbaziale e del borgo rurale di Staffarda sono necessari interventi di natura strutturale inerenti l’orditura portate in legno massiccio del tetto che insiste sul corpo di fabbrica già uso granaio al piano primo e uso biglietteria, accesso al chiosto e locali di servizio al piano terreno. Si tratta della porzione di fabbricato che affaccia a ponente sulla piazza Cavour, a levante sul chiostro e che risulta in aggregato con il portico della chiesa a mezzanotte e con la manica ad alloggi a mezzogiorno. Da quest’ultima si differenzia per un modesto salto di quota delle coperture che le rende indipendenti.

Il tetto che copre l’ex granaio si presenta sagomato a due falde asimmetriche composte da un nucleo centrale principale e da una manica aggiuntiva verso il chiostro che viene coperta dall’allungamento della falda di levante.

Copertura a pianta pressochè rettangolare con dimensioni dei lati misurate sugli spigoli esterni pari a circa 33,10x15,45 m; la superficie in pianta del tetto, tenuto conto degli sporti (ponente, levante e mezzogiorno) risulta:

- impronta in pianta della falda di ponente pari a circa 197 mq; tenendo conto di una pendenza della falda del 49% diventano circa 219 mq;

- impronta in pianta della falda di levante pari a circa 378 mq; tenendo conto di una pendenza della falda del 44% diventano circa 423 mq;

- in totale la superficie misurata secondo la linea di massima pendenza risulta pari a circa 642 mq.

Il corpo di fabbrica di cui all’oggetto risulta destinato a magazzini, accesso carraio al chiostro e biglietteria al piano terreno ed ex granaio in disuso al piano primo, su cui affaccia il nudo tetto.

Edificio realizzato in muratura portante piena, a mattoni pieni legati con malta di calce, con orizzontamenti voltati sul piano terreno (sui magazzini volte e botte con catena metallica a vista). Non sono evidenti particolari dissesti o deformazioni o fuori piombo in atto; quanto presente é compatibile con la vetustà dell’edificio.

L’orditura portante della manica principale è formata da una successione di dieci capriate posate a passo inferiore a 3 m, a sagoma triangolare, ma non simmetriche rispetto al colmo; ne consegue una pendenza dei puntoni del 59%

circa lato piazza Cavour e del 44% lato chiostro; lato piazza Cavour, sempre in asse alle capriate è presente un ulteriore puntone che segue la pendenza della falda che è invede del 49%.

I rimaneggiamenti di questo tetto sono evidenziati dalle tracce di malta su due livelli ancora visibili sulla faccia interna della parete di testata rivola a mezzogiorno (foto7-16) e dal fatto che parte delle capriate sono formate da elementi lignei in rovere lavorati pressochè a 4 fili e da altre, all’apparenza più recenti, formate da specie legnose resinose lavorate uso trieste.

L’orditura portante della manica secondaria a correre e levante, in parallelo al chiostro, risulta formata da puntoni affiancati alle capriate della manica principale a loro volta accompagnati dai passafuori a supporto del cornicione esterno.

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L’esame delle capriate evidenzia le seguenti carenze strutturali (fare riferimento alla numerazione presente nella pianta e nella tabella della Tavola IA 04:

- la capriata n. 9 (rovere lavorato a 4 fili) risulta puntellata a causa del degrado del nodo catena puntone lato piazza Cavour;

- le capriate 2,3,5,10 presantono un vistoso fuori piombo tra la sommità al colmo e la catena alla base;

si tratta di deformazioni significative tra i 30 e i 50 cm; questa deformazione ha comportato l’appoggio anomalo del monaco sulla catena della capriata 2, il distacco di alcune saette e la sconnessione della fasciatura metallica alla base del monaco atta a bloccarlo in asse alla catena;

- alcune capriate sono prive delle saette e delle controcatene.

Lo stato di sofferenza che interessa le capriate si è tradotto in una vistosa deformazione dei due piani di falda e della sommità del colmo visibili ad occhio nudo (foto 5-6-15); anche l’andamento della linea di gronda lungo biazza Cavour sale vistosamente a ribadire lo stato di sofferenza conseguente alla deformazione dalla capriata puntellata che scendendo all’interno ha sollevato in modo anomalo il passafuori (foto14);

Oltre alle carenze prima elencate va precisato che sulla sommità del timpano di mezzanotte manca il dormiente e le costane appoggiano a semplice gravità; a fronte di un timpano che al colmo sale a circa 7,00 m dal piano pavimento non sono presenti elementi portanti che ne contrastino il ribaltamento fuori dal piano.

La normativa che regola l’intervento strutturale a progetto fa riferimento al capitolo 8 della NTC 17 gennaio 2018, alla circolare applicativa n. 7 del 21 gennaio 2019 e alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 febbario 2011.

Dal punto di vista normativo gli interventi a progetto si collocano al punto 8.4.1 delle NTC 2018, che titola interventi locali o riparazioni.

Il carico sul tetto risulta dovuto al peso della orditura lignea e dei coppi pari a 80 kg/m2 cui si somma il carico neve di progetto al suolo, funzione della località Staffarda, con altezza sul livello del mare pari a 267 m, sita in zona Alpina 1, pari a 158 kg/m2 ; il sovraccarico accidentale neve in copertura corretto con il fattore di forma risulta pari a 127 kg/m2.

I carichi in gioco restano perssochè invariati, come pure la sagoma del tetto; non si verificano sostanziali modifiche della azioni sulla fondazioni, comunque molto lontane dal limite normativo del 10% che imporrebbe una diversa classificazione dlel’intervento (p.to 8.4 NTC 2018).

Interventi a progetto:

- sostituzione e integrazioni degli elementi lignei danneggiati, privilegiando il recupero dell’esistente;

- riposizionamento delle capriate fuori piombo anche con eventuale smontaggio e rimontaggio;

- verifica dei nodi migliorando laddove necessario le giunzioni legno-legno con viti filettate marcate CE;

- inserimento del cordolo ligneo tra le capriate e tra i puntoni, previo livellamento dei mattoni su cui poggiano, e ancorando ogni elemento con almeno due barre filettate 8.8 diam. 16 mm da inserire nel muro sottostante per almeno 50 cm con resina epossidica uso sismico classe C2; fori ben puliti dalla povere e asciutti;

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- a cavaliere tra puntoni, nodo all’appoggio delle capriate e passafuori, piastra metallica estradossale nascosta in grado di rendere solidali tra loro questi elementi mediante viti filettate e tale da assicurare la continuità del cordolo per l’intera lunghezza delle tre pareti longitudinali;

- formazione sulle due testate di controventi di falda disposti a croce di Sant’Andrea mediante la posa di piastre fissate ai puntoni, cui si collegano le aste con tondi diam. 20 mm e con la posa di tenditore intermedio adatto alla messa in tiro;

questo presidio reversibile è previsto dalll’ultimo comma p.to 6.3.5 della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 febbario 2011 e in concorso con il cordolo ligneo serve a migliorare la stabilità fuori del piano delle pareti di testata, specie quella di mezzanotte che allo stato attuale e molto vulnerabile.

- posa di una coppia di piatti metallici a ripristinare la continuità del cordolo ligneo in corrispondenza del camino che insiste sul timpano di mezzanotte; i piatti presentano una larghezza minima che gli consente di corrrere ai lati esterni del muro senza restingere la sezione del camino, restando mascherati alla vista; a monte e a valle dove fiancheggiano il cordolo in legno saranno fissati con viti ad esso;

il secondo camino presente sul tetto è esterno alla grossa orditura del tetto anche se in aderenza lungo due lati; è un camino in uso a servizio della stufa della biglietteria a piano terreno; l’intervento architettonico dovrà predisporre le protezioni adatte a tutelare l’integrità dell’orditura nel tempo;

- i trattamenti protettivi del legno dovranno rispettare le indicazioni della determina tecnica del Parco del Monviso n. 23/2021 del 7 aprile 2021 inerente i “boschi e colonie di chirotteri della abbazia di Staffarda”, che elenca le caratteristiche dei prodotti tollerati dai pipistrelli.

Foto 1 – planimetria generale; all’interno dell’ellisse in rosso il corpo di fabbrica oggetto di intervento strutturale;

la stessa figura in rosso evidenzierà l’area di intervento nelle immagini a seguire.

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Foto 2 – vista di insieme dell’abbazia di Staffarda; all’interno dell’ellisse il corpo di fabbrica

Foto 3

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Foto 4 – con la foto 3 riprende la falda di levante; queste fotografie mettono in evidenza la non planarità della falda indice di una orditura portante in sofferenza.

Foto 5 – vista aerea da mezzogiorno.

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Foto 6 – vista della falda rivolta a ponente.

Foto 7 – prospetto rivolto a mezzanotte; le frecce indicano i piani di imposta di falde a quote inferiori a quella attuale

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Foto 8 – vista dall’interno del tetto della manica principale lato di mezzanotte; capriata 9 puntellata causa degrado da infiltrazione d’acqua sul nodo catena-puntone lato piazza.

Foto 9 - vista dall’interno del tetto della manica principale lato di mezzanotte.

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Foto 10 - vista dall’interno del tetto della manica principale lato di mezzogiorno.

Foto 11

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Foto 12 - in entrambe le foto è visibile un dormiente in rovere sotto il piano di appoggio delle capriate; purtroppo svolge la sola funzione di ripartitore di carico per le capriate in falso sugli archi e non è continuo in corrispondenza dei maschi murari; viene meno la funzione di tirante atto a stabilizzare a ribaltamento fuori dal piano della parete di mezzanotte.

Foto 13

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Foto 14 - le due foto ritraggono la falda di levante che si allunga a coprire la manica secondaria e ridosso del chiostro.

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Foto 15 - la linea di gronda si è sollevata in corrispondenza della capriata 9 (quella puntellata) a causa del degrado del nodo catena- puntone e delle conseguenti deformazioni interne.

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Foto 16 – vista sulla deformata del cornicione lato piazza da altra angolazione.

Foto 17 – timpano a mezzogiorno; le frecce rossa e blu’ indicano precedenti andamenti altimetrici della falda; la freccia gialla evidenzia la necessità di integrare/consolidare le sommità del muro.

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Foto 18 – come foto 16 ma da altra angolazione.

Foto 19 e 20 – fuori piombo tra la sommità e la catena della capriata rilevato per 4 posizioni.

Foto 21 – controcatene e saette esili e deformate dal carico di punta.

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Foto 22 – saetta staccata dal monaco alla base e piatto metallico che allinea il monaco alla capriata scollegato.

Foto 23

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Foto 24 – altre viste dal basso della falda della manica principale; per quanto attiene la piccola orditura si presenta con costane lavorate uso trieste nella parte principale e con altre già sostituite con precedenti interventi locali di riparazione e lavorate a 4 fili.

Foto 25 – vista della falda lato piazza Cavour; la dissimmetria della capriata e la correzione di cui non è chiara la motivazione della pendenza di questa falda, porta ad avere un puntone superiore in appoggio su quello canonico della capriata; frecce rosse puntone superiore; frecce gialle quello inferiore proprio della capriata.

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Foto26 – dettaglio della anomalia di cui sopra.

Foto 27 - posizioni in cui inserire il cordolo ligneo (lato chiostro) tra le capriate senza alterare la sommità del muro e con la possibilità di lasciarlo a vista o di mascherarlo con un mattone.

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Foto 28 - posizioni in cui inserire il cordolo ligneo (lato piazza) tra le capriate ( il muro arretra a filo interno quanto basta per ospitare detto cordolo) senza alterare la sommità del muro e con la possibilità di lasciarlo a vista o di mascherarlo con un mattone.

Foto 29 – effetti dell’ingresso dell’acqua dal tetto testimoniati dal pavimento bagnato.

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