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L’OFFERTA COMUNALE DI ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA

Anno scolastico 2012/2013

Nell’anno scolastico 2012/2013 sono 152.849 i bambini di età tra zero e due anni iscritti agli asili nido comunali; altri 45.856 usufruiscono di asili nido privati convenzionati o con contributi da parte dei Comuni.

Ammontano così a 198.705 gli utenti dell’offerta pubblica complessiva.

Nel 2012 la spesa impegnata per gli asili nido è stata di circa 1 miliardo e 559 milioni di euro. Il 19,2%

di tale spesa è rappresentato dalle quote pagate dalle famiglie, la restante a carico dei Comuni è stata di circa 1 miliardo e 259 milioni di euro.

Fra il 2004, anno base di riferimento, e il 2012 la spesa corrente per asili nido, al netto della compartecipazione pagata dagli utenti, ha subito un incremento complessivo del 48%. Nello stesso periodo è aumentato del 36% (oltre 52 mila unità) il numero di bambini iscritti agli asili nido comunali o sovvenzionati dai Comuni.

Nel 2011, per la prima volta dal 2004, si ha un decremento del numero di bambini beneficiari dell’offerta comunale di asili nido (-0,04% nel 2011) confermato anche nel 2012 (-1,4%).

Nel 2012/2013 sono in calo le iscrizioni agli asili nido comunali (circa 2.600 utenti in meno rispetto all’anno precedente) e in misura più contenuta i contributi dei Comuni ai nidi privati o alle famiglie (circa 300 bambini in meno).

La percentuale di Comuni che offrono il servizio di asilo nido, sia sotto forma di strutture che di trasferimenti alle famiglie per la fruizione di servizi privati, è passata dal 32,8% del 2003/2004 al 50,7%

del 2012/2013.

Forti le differenze territoriali: i bambini che usufruiscono di asili nido comunali o finanziati dai comuni variano dal 3,6% dei residenti fra 0 e 2 anni al Sud al 17,5% al Centro. La percentuale dei Comuni che garantiscono la presenza del servizio varia dal 22,5% al Sud all’76,3% al Nord-est.

Nell’anno scolastico 2012/2013 l’1,2% dei bambini tra zero e due anni (circa 20 mila) ha usufruito dei servizi integrativi per la prima infanzia. Tale quota risulta in diminuzione nel corso degli ultimi tre anni di osservazione.

Sommando gli utenti degli asili nido e dei servizi integrativi, sono 218.412 i bambini che si avvalgono di un servizio socio-educativo pubblico o finanziato dai Comuni, il 4,8% in meno rispetto all’anno scolastico precedente. Il calo degli utenti è più accentuato per i servizi integrativi per la prima infanzia (oltre 8.000 bambini in meno rispetto al 2011/2012), più contenuta la diminuzione degli utenti per gli asili nido (circa 2.900 bambini in meno).

PROSPETTO 1. ASILI NIDO COMUNALI: UTENTI E SPESA. Anni scolastici 2003/2004 - 2012/2013

TIPO DI SERVIZIO / INDICATORE 2003/04 2004/05 2005/06 2007/08 2008/09 2009/10 2010/11 2011/12 2012/13 Asili nido (strutture comunali e contributi/integrazioni a rette)

Utenti 146.152 150.110 159.909 165.214 176.262 192.944 201.640 201.565 198.705

Totale spesa sostenuta dai comuni (milioni

di euro) 851 900 953 1.020 1.118 1.182 1.227 1.245 1.259

Totale spesa impegnata (Spesa pubblica e

degli utenti - milioni di euro) 1.035 1.111 1.167 1.256 1.367 1.447 1.502 1.534 1.559

Percentuale di spesa pagata

dagli utenti 17,5 18,6 18,0 18,5 17,9 18,0 18,3 18,8 19,2

Gli utenti sono riferiti al 31.12.2012, quindi all’anno scolastico 2012/2013, mentre la spesa è riferita all’intero anno solare 2012.

29 luglio 2014

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In calo i bambini che usufruiscono dei servizi socio-educativi

Gli asili nido e gli altri servizi socio-educativi per la prima infanzia (servizi integrativi) assorbono circa il 18% delle risorse dedicate dai Comuni al welfare locale e il 46% della spesa rivolta all’area di utenza “famiglia e minori”1. Nel 2012, la spesa complessiva per i servizi socio-educativi2, al netto delle quote pagate dalle famiglie, è stata pari a 1 miliardo e 294 milioni di euro, circa un milione e 600 mila euro in meno rispetto all’anno precedente. Il 97% della spesa è stata assorbita dai servizi di asilo nido e il rimanente 3% dai servizi integrativi. Il calo osservato nel 2012 rispetto all’anno precedente riguarda unicamente la spesa per servizi integrativi (in calo di oltre 15 milioni di euro); la spesa rivolta agli asili nido, al contrario, presenta un aumento di quasi 14 milioni di euro, pari all’1,1%.

Al 31 dicembre del 2012 (anno scolastico 2012/2013) i bambini iscritti ai servizi socio-educativi per la prima infanzia erano 218.412, il 4,8% in meno rispetto all’anno scolastico precedente.

Il calo degli utenti registrato nell’ultimo anno, pari a circa 11.000 bambini, è più accentuato per i servizi integrativi (oltre 8.000 bambini in meno rispetto al 2011/2012), mentre per gli asili nido risulta più contenuto (circa 2.900 bambini in meno, pari al -1,4%).

Nell’anno scolastico 2012/2013 gli utenti di nidi e servizi integrativi sono pari al 13,5% dei residenti in Italia di età compresa fra 0 e 2 anni (fino a 36 mesi) (Indicatore di presa in carico degli utenti, Prospetto 2).

PROSPETTO 2. INDICATORI DEI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA Anni scolastici 2003/2004 - 2012/2013

TIPO DI SERVIZIO /

INDICATORE 2003/04 2004/05 2005/06 2007/08 2008/09 2009/10 2010/11 2011/12 2012/13 Asili nido

Percentuale di comuni

coperti dal servizio (a) 32,8 35,2 36,7 38,3 40,9 48,3 47,4 48,1 50,7

Indicatore di presa in carico

degli utenti (b) 9,0 9,1 9,6 9,9 10,5 11,4 12,0 12,2 12,3

Servizi integrativi Percentuale di comuni

coperti dal servizio (a) 11,9 14,0 15,1 23,0 23,7 23,8 21,4 17,1 15,2

Indicatore di presa in carico

degli utenti (b) 2,4 2,1 2,1 2,2 2,3 2,3 2,2 1,7 1,2

Totale servizi per l'infanzia

Percentuale di comuni

coperti dal servizio (a) 38,4 42,0 43,2 48,6 51,0 56,2 55,2 55,1 54,6

Indicatore di presa in carico

degli utenti (b) 11,4 11,2 11,7 12,1 12,8 13,7 14,2 13,9 13,5

(a) Percentuale di comuni in cui è presente il servizio. L'indicatore è calcolato al netto della Provincia di Bolzano, dove non è disponibile l’informazione per comune.

(b) Utenti per 100 bambini residenti tra 0 e 2 anni (fino a 36 mesi).

L’andamento dell’indicatore è stato utilizzato per monitorare i risultati raggiunti con alcuni provvedimenti, avviati nel 2007 per incentivare l’ampliamento dell’offerta dei servizi sul territorio: il

“Piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia” e gli “Obiettivi di servizio”. Questi ultimi sono definiti nell’ambito della politica di sviluppo regionale come obiettivi target da raggiungere nelle regioni del Mezzogiorno, per riequilibrare lo svantaggio nello sviluppo economico e sociale rispetto al Centro-nord.

Dal 2004, anno “base” di riferimento, al 2010 si è registrato un aumento complessivo di 2,8 punti percentuali: gli utenti sono passati dall’11,4% dei bambini residenti nell’anno scolastico 2003/2004 al 14,2% nel 2010/2011 (Prospetto 2). Nei due anni successivi, tuttavia, la variazione è stata di segno negativo: dal 14,2% (2010/2011) si è passati al 13,9% nel 2011/2012 e al 13,5% nel

1 I dati raccolti con l’indagine sono riferiti ai soli utenti delle strutture comunali o delle strutture private convenzionate o sovvenzionate dal settore pubblico, mentre sono esclusi dalla rilevazione gli utenti del privato tout-court.

2 Sono compresi gli asili nido (Tavola 1) e i servizi integrativi per la prima infanzia (Tavola 1.2) comunali o finanziati dai Comuni. Tutte le tavole sono disponibili in appendice sul sito www.istat.it.

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2012/20133. L’andamento decrescente dell’indicatore negli ultimi anni è attenuato, peraltro, dalla contemporanea riduzione numerica della popolazione di riferimento: i bambini fra 0 e 2 anni compiuti (fino a 36 mesi) risultano in aumento fino al 2009 e in diminuzione negli anni successivi.

Negli ultimi anni le capacità di spesa dei Comuni sono state fortemente condizionate dai vincoli posti dal Patto di Stabilità Interno, dalla crisi economica e dalle riduzioni dei trasferimenti statali destinati a finanziare le politiche sociali.

Scomponendo l’indicatore nelle due quote relative ad asili nido da un lato e servizi integrativi dall’altro (Prospetto 2), si osserva un calo per i servizi meno strutturati, ovvero quelli integrativi.

Ampio divario tra le regioni nell’offerta pubblica di asili nido

L’offerta pubblica di servizi socio-educativi per la prima infanzia si caratterizza per ampissime differenze territoriali, sia in termini di spesa che di utenti. Si conferma la carenza di strutture nelle regioni del Mezzogiorno (in particolare al Sud) e non sono visibili segnali di convergenza.

Aumenta, al contrario, la distanza fra le Regioni in cui il sistema di servizi per la prima infanzia è più consolidato e le Regioni in cui l’offerta pubblica è tradizionalmente più carente.

Nella distribuzione regionale dell’indicatore di presa in carico degli utenti per l’anno 2012/2013, ai due estremi vi sono la Calabria, con il 2,1% (in calo dal 2,5% dell’anno precedente) e l’Emilia- Romagna, con il 27,3% (in lieve aumento dal 27,2% dell’anno precedente) (Figura 1).

FIGURA 1. INDICATORE DI PRESA IN CARICO DEI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI (UTENTI PER 100 RESIDENTI DI 0-2 ANNI), PER REGIONE. Anno scolastico 2012/2013

27,3 27,1

24,6 22,8 22,4

18,8 17,5 17,3 16,9 16,4 16,2

13,3 13,1 12,9

11,0 10,4 9,8

7,0 5,6

4,4 2,7 2,1

Emilia - Romagna Valle d'Aosta/Vallée d’Aoste Trento Toscana Friuli - Venezia Giulia Trentino-Alto Adige/Südtirol Lombardia Lazio Marche Umbria Liguria Piemonte Bolzano/Bozen Sardegna Veneto Molise Abruzzo Basilicata Sicilia Puglia Campania Calabria

ITALIA

La spesa dei Comuni in rapporto ai bambini residenti in Italia fra 0 e 2 anni ha avuto un andamento crescente nel periodo 2004-2012: da 543 a 798 euro pro-capite annuo per bambino.

Il Centro Italia si mantiene nettamente al di sopra delle altre ripartizioni nella spesa media pro- capite, con un andamento crescente fino al 2011 (1.407 euro) e un calo nel 2012 (1.382 euro) (Figura 2). Seguono i Comuni del Nord-est, con valori sempre superiori alla media italiana (si passa da 767 euro pro-capite nel 2004 a 1.074 euro nel 2012) e i Comuni del Nord-ovest, dove la spesa pro-capite era pari a 670 euro nel 2004 e raggiunge i 827 euro nel 2012, valore poco superiore alla media nazionale. Nelle Isole la spesa, pur mantenendosi sempre al di sotto della media nazionale, mostra un graduale incremento dal 2004 al 2010 (passando da 340 a 501 euro pro-capite), mentre negli anni successivi si registrano deboli riduzioni, che portano il valore medio a 480 euro per bambino nel 2012. Anche i Comuni del Sud mantengono un andamento

3 La serie storica degli indicatori di presa in carico (utenti per 100 residenti fra 0 e 2 anni compiuti) è stata ricalcolata alla luce della ricostruzione intercensuaria della popolazione, avvenuta in seguito al Censimento della popolazione del 2011.

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leggermente crescente dal 2004 al 2010, passando da 131 euro a 202 euro per bambino residente, ma la distanza dal resto del Paese rimane significativa e la crescita si interrompe nel 2011 (198 euro per bambino); nel 2012 la spesa pro-capite si attesta sui 203 euro per bambino, valore quasi quattro volte inferiore rispetto alla media italiana (Figura 2).

FIGURA 2. SPESA PER SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI IN RAPPORTO AI BAMBINI RESIDENTI DI 0-2 ANNI, PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA E ANNO. Anni dal 2004 al 2012, valori in euro

0 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1.600

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA

Nell’anno scolastico 2011/2012, nelle quattro regioni Emilia-Romagna (25%), Valle D’Aosta, Provincia Autonoma di Trento e Toscana i valori medi regionali dell’indicatore di presa in carico superano il 20% (Figura 3). Livelli tra il 15% e il 20% si registrano in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche e Lazio. Livelli tra il 10% e il 15% sono relativi a Liguria, Umbria, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Veneto, Molise e Sardegna. Hanno valori compresi fra 5% e 10%

l’Abruzzo, la Basilicata e la Sicilia, mentre al di sotto del 5% vi sono la Campania, la Puglia e la Calabria.

FIGURA 3. INDICATORE DI PRESA IN CARICO DEGLI ASILI NIDO (UTENTI PER 100 RESIDENTI DI 0-2 ANNI), PER REGIONE. Anno scolastico 2011/2012

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Dal punto di vista della presenza dell’offerta pubblica sul territorio (Figura 4), quasi tutte le regioni del Nord Italia e la Toscana contano più del 70% di Comuni coperti dal servizio4; nella categoria successiva, fra il 35% e il 70%, si trovano l’Umbria, le Marche, l’Abruzzo e la Puglia5; fra il 25% e il 35% vi sono la Sicilia, la Sardegna, il Lazio, la Basilicata e la Provincia Autonoma di Trento; in Piemonte, in Molise e in Campania i comuni che garantiscono il servizio sono fra il 10% e il 25% e solo la Calabria presenta un livello regionale copertura inferiore al 10% (l’8,6%, contro il 13%

dell’anno precedente e il 15,9% di due anni prima).

A carico degli utenti un quinto della spesa per gli asili nido

La spesa corrente per asili nido sostenuta dai Comuni, singolarmente o in forma associata, ammonta a 1 miliardo e 259 milioni di euro nel 2012, al netto delle quote pagate dalle famiglie.

Anche i cittadini concorrono, infatti, al funzionamento del servizio, sostenendo una parte dei costi.

Il contributo delle famiglie, sotto forma di rette versate ai Comuni, ammonta a 300 milioni di euro, per un totale di circa 1 miliardo e 559 milioni di spesa impegnata a livello locale (Tavola 1, in allegato).

La percentuale di compartecipazione degli utenti sul totale della spesa impegnata è aumentata gradualmente negli ultimi anni di osservazione, passando dal 18% del 2009 al 19,2% del 2012, con forti differenze regionali (Prospetto 1 e Tavola 1).

Il rapporto fra la spesa sostenuta nell’arco di un anno e il numero degli utenti al 31 dicembre dello stesso anno fornisce un’indicazione approssimativa dei costi sostenuti dagli enti pubblici e dalle famiglie per questo tipo di servizio. In media, per ciascun utente, si ottiene una spesa di 6.337 euro a carico dei Comuni e di 1.511 euro da parte delle famiglie, per un totale di 7.848 euro impegnati per bambino nel 2012 (Tavola 1). In questo caso sono incorporate nella media tutte le possibili forme di offerta pubblica di asili nido da parte dei Comuni, dalla gestione diretta di strutture pubbliche ai contributi e i voucher dati alle famiglie, nonché, dal punto di vista organizzativo, dagli asili nido tradizionali alle così dette “sezioni primavera”. La notevole variabilità

4Percentuali elevate di Comuni “coperti” dal servizio dipendono anche dalla gestione in forma associata dei servizi.

5 Il 35% rappresenta il valore target definito nell’ambito della politica regionale unitaria del Quadro strategico nazionale 2007-2013; tale valore, ritenuto adeguato a garantire ai cittadini un livello minimo di servizi per l’infanzia in ambito comunale, è stato fissato come obiettivo da raggiungere da parte delle regioni del Mezzogiorno entro il 2013.

FIGURA 4. PERCENTUALE DI COMUNI COPERTI DAL SERVIZIO DI ASILO NIDO, PER REGIONE Anno scolastico 2011/2012

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sul territorio delle spese medie per bambino riflette anche la diversa composizione della spesa per tipologia dell’offerta realizzata.

Più elevata la spesa per i nidi comunali rispetto ai privati in convenzione

La spesa fin qui descritta comprende sia quella per gli asili nido pubblici comunali, sia i contributi e le integrazioni alle rette pagati dai Comuni per gli utenti di asili nido privati, convenzionati o sovvenzionati dal settore pubblico. In questo caso la spesa media per utente è decisamente inferiore rispetto ai costi di funzionamento delle strutture comunali.

Gli asili nido comunali (quasi 153 mila bambini iscritti) assorbono una spesa media annua per utente di 7.481 euro da parte dei Comuni e un contributo medio da parte delle famiglie di 1.796 euro (per un totale di 9.277 euro di spesa pro-capite annua) (Tavola 1.4). Le spese dei Comuni a favore di utenti accolti in strutture private con riserva di posti, di cui hanno beneficiato quasi 29 mila bambini, hanno un importo medio di 2.794 euro pro-capite annuo a carico dei Comuni6 (Tavole 1.5.1 e 1.5.2).

FIGURA 5. SPESA DEI COMUNI PER GLI ASILI NIDO (VALORI MEDI PER UTENTE), SECONDO LA TITOLARITÀ DEL SERVIZIO. Anno 2012

- 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000 10.000

Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA

Asili nido comunali Asili nido privati con riserva di posti

I valori medi della spesa per utente variano molto limitatamente da un anno all’altro, si evidenzia invece una discreta variabilità a livello territoriale: per il funzionamento delle strutture comunali si passa da una spesa media di 9.456 euro per bambino per i Comuni del Centro, a 5.888 euro per bambino per i Comuni del Sud. Per i posti riservati negli asili nido privati i Comuni del Centro spendono mediamente 3.502 euro l’anno per bambino, contro i 1.380 al Sud (Figura 5).

Nel 2012 è confermata una tendenza già rilevata nel 2011, calando bambini iscritti in nidi pubblici comunali (circa 2.600 utenti in meno rispetto all’anno precedente); inoltre, anche se in misura più contenuta, diminuiscono i contributi dei Comuni ai nidi privati o alle famiglie (circa 300 bambini in meno).

6 In questo caso le rette pagate dalle famiglie vengono erogate direttamente alle strutture private e pertanto sono escluse interamente dalla rilevazione, salvo situazioni particolari, in cui i Comuni ricevono dagli utenti una parte degli importi versati ai nidi privati.

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La spesa media procapite si dimezza se il Comune affida la struttura a terzi

Su quasi 153 mila bambini iscritti agli asili nido comunali, nell’anno scolastico 2012/13, il 69% (pari a 105.798 bambini), risultano frequentare strutture gestite direttamente dai Comuni, mentre il rimanente 31% degli utenti (pari a 47.051 bambini) frequenta strutture comunali affidate a soggetti terzi (solitamente a cooperative). Per quanto riguarda il corrispondente volume di spesa, su un totale di circa 1 miliardo 143 milioni di euro spesi dai Comuni nel 2012 per i nidi comunali (al netto della spesa a carico delle famiglie), l’83% è destinato alla gestione diretta degli asili nido e il 17%

ai costi dell’affidamento a terzi del servizio.

Nell’ambito delle strutture di titolarità dei Comuni, la spesa media per utente a livello nazionale varia da 8.923 euro annui nei servizi gestiti direttamente a 4.239 euro per utente nelle strutture affidate in appalto a soggetti terzi. La quota a carico delle famiglie non mostra variazioni altrettanto rilevanti in base al tipo di gestione del servizio: 1.914 euro per utente nel primo caso, contro 1.531 nel secondo caso7 (Tavola 1.4).

FIGURA 6. SPESA PER GLI ASILI NIDO COMUNALI (MEDIA PER UTENTE), SECONDO LA FORMA DI GESTIONE DEL SERVIZIO. Anno 2012

- 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000

Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA

Asili nido comunali a gestione diretta Asili nido comunali a gestione affidata a terzi

A livello di ripartizione geografica la spesa media per gli asili nido gestiti direttamente varia da 11.105 euro l’anno per bambino per i Comuni del Centro a 8.070 euro per i Comuni del Sud, mentre per gli asili nido affidati a terzi si passa da 5.631 euro per bambino nelle Isole a 2.970 al Sud (Figura 6).

La classifica delle forme di gestione sulla base della spesa complessiva sostenuta dai Comuni e la percentuale degli utenti coinvolti vede al primo posto la gestione diretta dei nidi a titolarità comunale (75% della spesa, coinvolgendo il 53,3% degli utenti complessivamente serviti); segue l’affidamento a terzi di nidi comunali (15,8% della spesa complessiva e il 23,7% degli utenti); al terzo posto la riserva di posti da parte dei Comuni per l’accoglienza dei propri residenti negli asili nido privati (6,4% della spesa corrente per asili nido e il 14,4% degli utenti censiti); infine i contributi dati direttamente alle famiglie per la frequenza di nidi, sia privati che pubblici (1,9% della spesa e l’8,6% degli utenti dell’offerta comunale); vi sono poi i contributi erogati ai nidi privati senza riserva di posti (finalizzati a calmierare gli importi delle tariffe pagate dalle famiglie in tali strutture), cui è rivolto lo 0,9% della spesa totale dei Comuni per asili nido8.

Le composizioni percentuali della spesa e degli utenti rispetto alle varie forme di gestione del servizio sono variabili sul territorio, riflettendo sia le scelte delle singole amministrazioni comunali che gli orientamenti regionali sulla materia (Tavole 1.5-1.5.1).

7Per gli asili nido comunali a gestione affidata a terzi una parte delle quote pagate dalle famiglie viene erogata direttamente ai gestori privati, pertanto non rientra nel campo di osservazione dell’indagine.

8In questo caso non si rileva il numero degli utenti beneficiari.

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Sei bambini su cento iscritti agli asili nido frequentano “sezioni primavera”

Un altro elemento che contribuisce a diversificare l’offerta pubblica di asili nido, sia dal punto di vista organizzativo che dei costi, è la quota delle così dette “sezioni primavera”. Si tratta di particolari servizi di asilo nido, introdotti nell’anno scolastico 2007-2008 per favorire l’ampliamento dell’offerta dei servizi per la prima infanzia, collocati all’interno delle scuole dell’infanzia e rivolti ai bambini tra i 24 e i 36 mesi di età.

Nell’anno scolastico 2012/2013 erano iscritti alle “sezioni primavera” circa 8.500 bambini, pari al 4,3% dei bambini che hanno usufruito dell’offerta di asili nido comunali o finanziati dai Comuni.

La spesa media per utente dei Comuni per le sezioni primavera risulta di 3.657 euro annui a livello nazionale, decisamente inferiore alla spesa per gli asili nido veri e propri (6.457). Anche per quanto riguarda i costi sostenuti dai Comuni per le sezioni primavera emergono differenze significative tra le regioni (Tavola 1). Si noti che in questo caso non sono distinte le spese secondo il tipo di gestione del servizio, ovvero sono comprese sia la strutture comunali (gestite direttamente o affidate a terzi), sia le integrazioni alle rette e i contributi per le strutture private.

FIGURA 7. SPESA DEI COMUNI PER GLI ASILI NIDO (MEDIA PER UTENTE), SECONDO LA TIPOLOGIA DEL SERVIZIO. Anno 2012

- 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000

Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA

Nidi e micronidi Sezioni primavera

Le regioni in cui è più diffuso l’utilizzo delle sezioni primavera sono il Molise, dove il 68% degli utenti risulta rientrare in questa tipologia di servizio, la Calabria (19%), la Basilicata e la Sardegna (15%). A livello di ripartizione geografica la quota di utenti delle sezioni primavera sul totale degli iscritti agli asili nido passa dal 3% del Nord ovest e del Centro al 4% del Nord est, al 7% delle Isole e al 14% del Sud (Figura 7).

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Glossario

Ambito sociale. Zona delimitata di territorio, nella quale sono gestiti ed erogati i servizi e gli interventi socio-assistenziali previsti dal Piano di Zona regionale (rif. Legge quadro n. 328/2000).

Asilo nido. Servizio rivolto alla prima infanzia per promuovere lo sviluppo psico-fisico, cognitivo, affettivo e sociale del bambino e offrire sostegno alle famiglie nel loro compito educativo. In questa categoria rientrano gli asili nido pubblici, i micronidi, “nidi aziendali” e le “sezioni primavera”

qualora il Comune o l’ente associativo che compila il questionario abbia contribuito nell’anno di riferimento al finanziamento delle spese di gestione.

Compartecipazione degli utenti. Entrate in conto corrente di competenza, accertate dal Comune o dall’ente associativo che eroga il servizio per le rette pagate dagli utenti quale corrispettivo del servizio fruito nell’anno di riferimento (unità di euro).

Compartecipazione del S.S.N. Entrate in conto corrente di competenza, accertate dal Comune o dall’ente associativo che eroga il servizio per le integrazioni provenienti dal Servizio Sanitario Nazionale.

Comunità montana. Ente locale italiano, istituito con legge 3 dicembre 1971 n. 1102 e ora disciplinato dall'art. 27 del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico sugli Enti Locali). Si tratta di un ente pubblico ad appartenenza obbligatoria, costituito con provvedimento del presidente della giunta regionale tra Comuni montani e pedemontani, anche appartenenti a province diverse. Lo scopo è la valorizzazione delle zone montane, per l'esercizio di funzioni proprie conferite, nonché l'esercizio associato di funzioni comunali.

Consorzio di Comuni. Corporazione di diritto pubblico, formata da due o più Comuni e finalizzata all’esercizio di una o più attività di pubblico interesse di loro competenza.

Distretto sociale. Struttura a carattere territoriale, ovvero che opera su uno specifico territorio di appartenenza del cittadino, nella quale sono gestiti ed erogati i servizi e gli interventi socio- assistenziali previsti dal Piano di Zona regionale (rif. Legge quadro n. 328/2000).

Indicatore di presa in carico degli utenti. Numero di utenti per 100 bambini tra 0 e 2 anni.

Indice di copertura territoriale. Percentuale di bambini tra 0 e 2 anni che risiede in comuni in cui è presente il servizio.

Servizi integrativi per la prima infanzia. In questa categoria rientrano i nidi famiglia e i servizi integrativi per la prima infanzia. Sono considerati i contributi per il servizio di “Tagesmutter” nel caso in cui esso sia organizzato dal Comune.

Spesa. Spesa in conto corrente di competenza impegnata nell’anno di riferimento per l’erogazione dei servizi o degli interventi (unità di euro).

Unione di Comuni. Ente territoriale di secondo grado, regolato dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, che recepisce la legge 3 agosto 1999, n. 265, costituito da due o più Comuni contigui che si uniscono e delegano all’unione una pluralità di funzioni di loro competenza.

Utenti. Numero di bambini iscritti al 31 dicembre dell’anno di riferimento.

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