VIVING NEWS
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VOLUME 5 - OTTOBRE 2020
Manifesto
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Viving è un'associazione di promozione sociale fondata da un gruppo di giovani professionisti e amici con il desiderio di continuare il percorso di Virginia Chimenti che, a soli 26 anni, ha perso la vita, il 10 marzo 2019, in un incidente aereo, mentre si recava a Nairobi per una missione del WFP. Il nome dell'associazione parte dal soprannome di Virginia, "vivi" e grazie al gerundio inglese, -ing prende vita diventando un ponte tra passato e futuro a dimostrazione che le azioni di Virginia hanno una risonanza nel tempo. Come Virginia ha fatto nella sua vita personale e professionale, ci dedichiamo a supportare lo sviluppo individuale dei ragazzi che partecipano alle nostre attività e allo stesso tempo dei nostri associati “i Vivers” attraverso percorsi e progetti che ne favoriscano l’evoluzione educativa.
Viving ambisce a promuovere l’evoluzione educativa dei giovani della città di Roma. Il logo dell'associazione è composto da tre gorilla che da una posizione seduta iniziano a camminare con orgoglio e simboleggia la nostra missione intrinseca: facilitare il soggetto o la comunità selezionata a svilupparsi verso la propria versione migliore e più feconda, attraverso un percorso di evoluzione educativa, unico vero antidoto della povertà educativa.
Il percorso dell’associazione, nata il 9 Settembre del 2019 è iniziato con attività di sensibilizzazione ad una vita più sostenibile rivolte agli associati e a terzi, volontariato attivo e sponsorizzazione di riqualificazione e mantenimento di aree verdi comuni, veri punti di riferimento e ritrovo soprattutto per i più giovani.
Nei mesi a venire Viving continuerà a promuovere progetti che attivino sul territorio nuovi percorsi di evoluzione educativa in cui si integrino alla promozione della sostenibilità e della cittadinanza attiva anche l’istruzione, lo sport, le arti e tutte quelle esperienze che fanno parte di una crescita individuale: laboratori settimanali, attività di dopo-scuola, eventi di sensibilizzazione, gite culturali e attività di volontariato.
Viving si rivolge ai suoi associati “i Vivers” e ai giovani di Roma partendo dalla comunità che più conosciamo, quella del nostro quartiere di Roma Nord – Est con il desiderio di continuare a crescere per poter portare le nostre attività educative e di volontariato su tutto il territorio comunale.
Chi siamo
La nostra missione
A chi ci rivolgiamo
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VIVING NEWS
indice
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07 09
ATTIVITA’
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Back to nature
Mentre coltiviamo il giardino, il giardino coltiva noi
APPROFONDIMENTI DAL MONDO LA NOSTRA COMUNITÀ
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One planet school 21
26
ROMA MIA
04 | 31
Quarantena a Tianjin
Vivers movie night: Becoming
Come da bambini Un libro di testo per Franz
We can change climate change
Arrivano le Biblionavette 33
VIVING NEWS
ATTIVITÀ
Tutte le novità sulle attività condotte
nell’ultimo mese
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Un libro di testo per Franz
VIVING NEWS - ATTIVITA’
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La raccolta fondi di Viving in memoria del Professore Franz Ciminieri
di Claudia Chimenti
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08 | Cari Vivers,
questo mese tra le attività che vi voglio raccontare ce ne è una molto speciale che con grande orgoglio e privilegio sono qui a condividere.
Il 31 Ottobre 2020 una delle nostre associate Simona Agostini ci ha invitato a partecipare ad una giornata commemorativa in onore del marito, Franz Ciminieri, mancato improvvisamente il 28 Settembre 2020.
Alcuni di voi hanno avuto modo di intercettare Franz in occasione di passati eventi associativi nei quali si è potuto cogliere immediatamente la vivacità dei suoi acuti interventi in ogni confronto e dibattito organizzato.
Franz è stato un uomo di cultura, un inseguitore della conoscenza e della verità, un uomo dalla grande generosità e onestà intellettuale, un marito amorevole e dedicato, un amico conviviale ed allegro e, soprattutto, un amatissimo Professore liceale.
Franz ha insegnato in alcuni dei più noti e prestigiosi licei classici della capitale:
il Tasso, il Visconti, il Mamiani e le testimonianze dei suoi studenti, alcuni ex alunni da oltre 30 anni mi hanno profondamente commosso e riconfermato l’importanza che hanno adulti appassionati nei percorsi educativi dei più giovani.
Ogni innesto di conoscenza e apprendimento fatto con metodo e amore è un seme che fiorisce in eterno e si tramanda di generazione in generazione rendendoci immortali.
All’interno di questo bellissimo evento Viving ha promosso la raccolta fondi
“Dona un libro di testo per Franz” con l’obiettivo di devolvere il ricavato per finanziare l’acquisto di testi scolastici per ragazzi di famiglie romane che sono in situazioni di disagio economico.
Ringrazio sinceramente Simona per averci reso parte di questo memoriale e per aver creduto insieme a Franz, sin dal principio, negli obiettivi e desideri di sviluppo di Viving. Personalmente da questa giornata mi porto dietro un grande carico di chiarezza su cosa sia giusto perseguire e su quello per cui vale la pena combattere: migliorare i giovani, credere in loro e dargli gli strumenti per entrare fieri e consapevoli nel mondo adulto ma soprattutto fargli sognare.
Grazie Franz, di cuore, per essere stato un Professore nella vita.
VIVING NEWS - ATTIVITA’
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Come sappiamo le restrizioni implementate dal governo per contenere i contagi di COVID ci hanno nuovamente impedito di organizzare eventi e riunioni in presenza e per questo abbiamo deciso di ricominciare a farci compagnia da remoto riproponendo l’appuntamento di “Vivers Movie Night”
tramite l’utilizzo della piattaforma di streaming condiviso Netflix Party. Dopo aver guardato, analizzato e discusso insieme documentari come The True Cost, A Plastic Ocean e Virunga abbiamo pensato di cambiare genere e scegliere la storia di una persona che potesse ispirarci, darci forza e anche un po' di quella speranza per il futuro di cui abbiamo ora più bisogno che mai. Il titolo selezionato per l’evento virtuale organizzato il 30 Ottobre 2020 alle 21.30 è stato “Becoming: la mia storia” diretto dalla regista Nadia Hallgren. Becoming è stato definito un vero e proprio viaggio nella vita di una donna che ha avuto un impatto enorme sulla comunità statunitense: il documentario racconta la storia di Michelle Obama e del suo impegno per il sociale, le minoranze, le donne e di come questo sia
Vivers Movie
Night
Becoming
di Claudia Chimenti
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10 | stato ed è tuttora di grande ispirazione per le
nuove generazioni. Per prepararci alla visione abbiamo chiesto a due nostre Vivers, particolarmente informate e interessate agli argomenti dell’attivismo femminista e antirazzista di fornirci un po' di contesto sulle fondamenta storiche e sociali che hanno reso così importante la figura della prima First Lady afroamericana degli Stati Uniti d’America. Con grande cura Isabella e Giulia si sono cosi cimentate nella creazione di un breve video in cui ci introducono la figura di Michelle, ambasciatrice di un femminismo light e delle sue leggendarie predecessore Harriet Tubman, Sojourner Truth, Rosa Parks e Angela Davis.
Il documentario sfiora il cuore di queste tematiche e si concentra sull’esempio di questa Donna forte, tenace, vulnerabile, sincera e piena di senso dell’umorismo.
Di tutto il documentario la frase che mi è restata incisa è la sua citazione leggendaria
“ when they fly low, you fly high ”
a ricordarci di guardare sempre in alto perché è lì che bisogna arrivare.
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LA NOSTRA
COMUNITÀ
Mi sono chiesto tante volte cosa fosse Viving per me. Viving è tante cose.
Viving è un gruppo di persone che ha tanta voglia di fare qualcosa di giusto, qualcosa di importante.
Nasce con l’intenzione di portare un aiuto concreto sul nostro territorio, trasmettendo alle persone, tramite piccole azioni, diversi principi e valori:
rispetto, amicizia, umiltà. Siamo nati un anno fa e siamo già riusciti a raggiungere un buon numero di persone. Purtroppo la situazione attuale non ci ha permesso di fare quanto avremmo voluto.
Sono però convinto che ne usciremo più carichi di prima, perché Viving è un gruppo di belle persone.
Già dal momento della nostra nascita c’era tanta voglia di mettersi al lavoro, perché Viving è un mezzo per dare sfogo alla nostra intima voglia di cambiamento. Alla voglia di confrontarsi per far emergere ed ottenere il meglio da tutti noi!
Viving è un modo per crescere. È un luogo segreto e sicuro dove ognuno di noi può dire la sua senza doversi preoccupare di niente. Come da bambini.
Viving è una scusa per stare insieme. Amici e persone che hanno condiviso tanto nella loro vita e che trovano il modo di fermare il tempo e riderci su.
Perché Viving è l’esempio della nascita di qualcosa di bello da qualcosa di brutto. Viving è solo l’inizio della tua splendida eredità.
Ci manchi.
di Giorgio Insom
Come da bambini
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APPROFONDIMENTI DAL MONDO
Una Rubrica per le novità nel mondo in tema di sostenibilità,
economia circolare ed educazione civica.
Approfondimenti dal mondo
Una Rubrica per le novità nel mondo in tema di sostenibilità, economia circolare ed educazione civica.
VIVING NEWS
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VIVING NEWS - APPROFONDIMENTI DAL MONDO
Quarantena a Tianjin
di Flaminia Casazza
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10 settembre 2020
Oggi è il giorno che 307 italiani, tra imprenditori e famiglie, separate a causa del Coronavirus, aspettavano da 8 mesi. Siamo il terzo volo charter, organizzato dalla Camera di Commercio Italiana in Cina.
L’iter per poter ottenere il nuovo visto speciale che permette di poter finalmente varcare i confini cinesi e approdare alla Terra di Mezzo, è durato un mese, ma con esito positivo.
Finalmente potrò vantare di detenere il record per più tamponi fatti in un anno e per più quarantene affrontate in differenti location. La prima nella mia dolce accogliente casa a Roma, un gentile training a quello che mi sarebbe aspettato in Cina, dove sono obbligatorie le quarantene centralizzate, ovvero in strutture alberghiere scelte dal governo cinese. Ero consapevole che una volta che l'aereo avrebbe toccato il suolo Cinese, avrei dovuto accettare pazientemente le mille sorprese che mi si
sarebbero potute presentare, a partire dall’albergo sconosciuto in cui sarei dovuta alloggiare per 15 giorni, senza mai lasciare la mia camera e senza poter ricevere alcuna visita.
Il volo da Milano Malpensa atterra a Tianjin, una città a 130 km da Pechino, al nord della Cina. Una volta arrivati ci vengono a prendere sull'aereo, tutti sigillati in una tuta bianca con visiera, occhialoni, guanti da terapia intensiva, stivali di gomma e scotch per chiudere le maniche delle mani e delle gambe, onde evitare alcun possibile contagio. Veniamo incanalati verso posti di controllo divisi a file: moduli di salute, movimenti passati e futuri, distribuzione di istruzioni e il terzo tampone dell'anno. Ci hanno fatto sedere con la testa all'in sù, ognuno aveva la libertà di poter guardare il malcapitato, di fronte a lui nella fila, soffrire.
Non c’è ne era uno che non imprecasse contro la poca delicatezza dei dottori, affermando che riuscissero magicamente a toccare il cervelletto.
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22 | È il mio turno, li minaccio gentilmente di far
piano, dopo avermi quasi strozzato, nel naso mi è sembrato un gioco da ragazzi.
Una volta finiti tutti gli step all’interno dell'aeroporto, veniamo messi su dei pullman scortati dalla polizia verso il luogo dell'isolamento precauzionale. Riusciamo a scoprire la prima sorpresa, il nostro albergo era il 'Victoria Hotel', tipico albergo cinese, con nome sopra le righe per fare sembrare il tutto lussureggiante e probabilmente calmare le anime occidentali.
Arrivati di fronte all'albergo, dobbiamo aspettare che le nostre valigie vengano disinfettate, cominciamo a ricevere le prime foto delle stanze dai nostri compagni di quarantena, stanze con vista muro, tubi o cestini dell'immondizia. Ti guardi attorno sull'autobus e dalle faccia sorridenti in aeroporto, vedi la gente che comincia a tirare su grandi respiri e a stamparsi un finto sorriso sulla faccia.
Dovevamo farci forza l'uno con l'altro.
V i v i a m o t u t t i i n C i n a d a a n n i ,
probabilmente abbiamo dovuto superare esperienze ben peggiori di questa.
Sotto consiglio di una mia amica, arrivata in albergo con il primo bus, vado al banchetto dei piani alti e riesco ad ottenere una stanza al 19esimo piano. Si sa, più in alto vivi, più le case sono belle in Cina. Speravo che questo concetto valesse anche per gli alberghi ed effettivamente la mia stanza aveva una bella e ampia vista sulla città. Tutto quello che mi bastava per poter sopravvivere e sognare la mia futura libertà. Purtroppo, invece il mio piano di fuga, era sfumato. Non mi sembrava più una buona idea calarmi di notte dalla finestra, del penultimo piano, annodando le lenzuola. Forse avrei potuto attendere la liberazione.
È così che la mia quarantena incomincia.
Sembrava di essere i primi esseri umani in vacanza su Marte, dovevamo essere testati prima di essere messi a contatto con la popolazione locale al fine di evitare un contagio delle nostre banali malattie da terrestri.
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I più coraggiosi ci portano i pasti 3 volte al giorno: alle 8 di mattina la colazione, poi alle 12.00 il pranzo e alle 18.00 la cena.
Le prime volte uscivo dalla camera dotata di mascherina, per poterli educatamente salutare e ringraziare, ma capisco subito di non essere ben accetta: all'apertura della mia porta, uno dopo l’altro ritraggono la testa, come se fossero delle tartarughe impaurite, e si strizzano la corda del cappuccio al massimo, unico punto da cui può entrare dell'aria nella loro tuta, sicuramente riprodotta prendendo spunto da Neil Armstrong.
Ogni pasto viene servito in una vaschetta di plastica avvolta in sacchetto di plastica, per aggiungere forchetta, coltello e cucchiaio in plastica a loro volta singolarmente avvolti in una bustina di plastica. Utilizzando soltanto le bacchette di legno per mangiare il cibo cinese, decido di conservare tutta quella plastica monouso che come era stata prodotta, sarebbe stata cestinata senza essere riciclata perché considerata potenzialmente infetta.
Se calcoliamo di essere in 307 persone, ospiti del Victoria Hotel, che ogni giorno per 15 giorni ricevono 3 volte al giorno, 3 diverse posate in plastica, arriviamo a quota 41.445 posate utilizzate, durante la
nostra unica quarantena. Oltre alle posate e alle vaschette in plastica, siamo stati dotati di casse da 12 bottigliette d'acqua da mezzo litro, anziché fornirci le tipiche taniche da 8 litri o delle bottiglie grandi.
Tutta plastica che anche questa non verrà riciclata, per paura di poter incrementare il contagio, dato che il virus può sopravvivere sulla plastica per circa 72 ore. Questo è un esempio dell’aumento del consumo di plastica, causa Covid-19. Anche noi che abbiamo affrontato un periodo di lockdown, durato 3 mesi, avremo visto in casa nostra un aumento del consumo di plastica usa e getta, dalle confezioni di frutta e verdura, agli imballaggi di ogni genere alimentare, dai flaconi dei detergenti alle bottiglie d’acqua, di cui è aumentato sensibilmente il consumo domestico.
Inoltre, quanto pare i dati dicono che la gente, in questo momento di pandemia, si fida più di un incarto di plastica, che dei freschi sfusi (ma, per dovere di cronaca, sono dati che vedevano già l’anno scorso un incremento dell’imballato rispetto al fresco).
L’idea del consumatore è che la plastica fungerebbe da barriera per il virus, ma purtroppo non è ancora provato.
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Il covid-19 ha moltiplicato i rifiuti di plastica anche in altri modi. Per esempio, ha fatto crollare il prezzo del petrolio. Dato che è il principale componente della maggior parte dei tipi di plastica, i costi di produzione sono scesi, sottolinea David Xi dell’università di Warwick. Questo ha disincentivato le aziende a utilizzare plastica riciclata.
Durante la fase più dura della pandemia, la sicurezza ha occupato senza dubbio il primo posto nei pensieri di ognuno di noi, mentre le tematiche ambientali sono state messe inevitabilmente in secondo piano. È importante però considerare l’emergenza coronavirus come un monito a rispettare maggiormente la natura per il bene del nostro Pianeta e dell’umanità intera.
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VIVING NEWS - APPROFONDIMENTI DAL MONDO
One Planet School è la nuova piattaforma di e-learning lanciata dal WWF che mette a disposizione degli utenti corsi di approfondimento suddivisi in lezioni, create e tenute da autorevoli personalità del mondo scientifico che si alternano ad esperti WWF.
Il progetto, gratuito e rivolto a tutti, è stato coordinato ed ideato da Gianfranco Bologna, presidente onorario del Comitato Scientifico WWF, ed ha come obiettivo primario lo sviluppo personale ed in particolare quello
degli educatori, in qualità di divulgatori, aiutando a raggiungere una nuova consapevolezza e mettendo alla portata di tutti conoscenze scientifiche più avanzate, attraverso slide di presentazione, video e tanto altro materiale.
Attualmente i corsi sono articolati in 4 tematiche principali: LA SFIDA DELLA COMPLESSITÀ, NOI SIAMO NATURA, I G R A N D I C A M B I A M E N T I e COSTRUIAMO IL FUTURO, un viaggio che parte dal sistema Terra, passando attraverso le bellezze del Mar Mediterraneo, per poi soffermarsi sulle caratteristiche del suolo e dei fiumi.
One Planet school
Di Cristina Vacca
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20 | Per maggiori informazioni o accedere ad i corsi visita:
https://oneplanetschool.wwf.it/.
E tu, cosa aspetti?
Learn. Speak up. Take action.
Sul sito ufficiale della OPS è inoltre possibile trovare anche altre due importanti ed interessanti sezioni, quella delle NOVITÀ ED APPUNTAMENTI, per rimanere sempre aggiornati in materia di sostenibilità, natura ed ambiente, e la cosiddetta LIBRARY, una vera e propria libreria online in cui trovare svariati tra articoli, report, materiale didattico e molto altro.
“Per il WWF, One Planet S c h o o l è l ’ o a s i d e l l a conoscenza accessibile a tutti, un enzima per la riflessione, uno strumento democratico e semplice per f a r e i n m o d o c h e l a sostenibilità sia patrimonio di tutti e non di pochi”
così la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi ha voluto dare il benvenuto alla nuova piattaforma.
Oltre alla presidente, ad introdurci questo bellissimo progetto troviamo un testimonial d’eccellenza Piero Angela, noto divulgatore scientifico, che con un video introduttivo esorta tutti ad “informarsi bene per capire e poi per agire”.
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We can change climate change
Piccole azioni possono innescare enormi cambiamenti
Join the countdown è un'inziativa globale lanciata con un evento digitale in grande stile da TEDx il 10 Ottobre 2020 per accellerare e promuovere soluzioni per affrontare la crisi climatica, con il fine di trasformare idee in azione.
L'obiettivo è quello di costruire un futuro migliore e di ridurre di metà le emissioni di CO2 nell'aria entro il 2030 promuovendo la corsa verso un mondo a zero- carbone.
Perché “countdown”? Perchè il tempo che abbiamo a disposizione per invertire la rotta della crisi climatica è poco. Anzi, pochissimo. Come spiegato dal docente norvegese di Scienze Ambientali Johan Rockstrom, a cui è stato affidato una delle prime discussioni, nei prossimi dieci anni, fino al 2030, la nostra sfida è riuscire a realizzare la trasformazione più profonda che il mondo abbia mai conosciuto. Questa è la nostra missione. Questo è il “countdown”.
Come ha poi sostenuto il segretario generale delle Nazioni Unite Antònio Guterres, la scienza dimostra che bisogna limitare il riscaldamento globale di 1.5 gradi centigradi sopra i livelli pre-industriali.
“ Negli ultimi 25 anni, il 10% più ricco della popolazione è stato responsabile per più di
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VIVING NEWS - APPROFONDIMENTI DAL MONDO
di Federica Reale
metà di tutte le emissioni di CO2, mentre il 50% più povero è stato responsabile solo del 7% delle emissioni ”.
Quindi, se è vero che questa sfida ci coinvolge tutti allo stesso modo, le responsabilità sono tutt’altro che uniformi. Tutte le organizzazioni, aziende, città, nazioni e cittadini del mondo sono stati invitati a collaborare per agire a favore del clima.
E' un movimento aperto a tutti coloro che credono nel potere delle piccole azioni perchè ciascuno di noi ha un ruolo fondamentale da svolgere per fare la differenza. Per capire meglio come diventare parte di questo movimento, potete iniziare a seguire su Instagram l'account
@tedcountdown e guardare il live dell’evento su YouTube digitando "Ted Countdown Climate Change".
La causa ambientale vede schierati sullo stesso fronte personalità molto diverse tra loro. L'evento digitale è una chiamata all'azione e consiste nella discussione di idee riguardo soluzioni e possibili innovazioni da parte di più di 50 ospiti, tutti personaggi noti a livello mondiale, tra cui, per citarne solamente alcuni, ci sono il presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, il Principe Williams, Duca di Cambridge e Sua Santità Papa Francesco. Artisti, attivisti, imprenditori, scienziati, membri del parlamento, avvocati, professori scrittori, comici, CEOs, fisici, produttori, filosofi e molti altri ancora hanno apertamente discusso quali sono gli ostacoli e le opportunità lungo la strada verso la costruzione di un mondo sostenibile.
In questo articolo vengono presentate alcune delle idee discusse, intese come trasformazioni necessarie di tre attori indispensabili a vincere questa sfida: le grandi città, le aziende e i singoli cittadini di tutto il mondo.
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La scienziata Angel Hsu ha spiegato come il 60-80% delle risorse energetiche mondiali siano usate nelle città e come quest’ultime siano responsabili di approssimativamente il 70% delle emissioni mondiali di CO2 nell'aria. L’ironia è che, sebbene le città causano la maggior parte del problema, ne sono anche la soluzione. Infatti, molte di loro si stanno muovendo per rispondere al cambiamento climatico con politiche ambiziose. Copenhagen, per esempio, ambisce a diventare una città a “zero-carbon”
nel 2025; Glasgow in Scozia si augura lo stesso entro il 2030.
Diecimila città in tutto il mondo stanno concretizzando programmi ambiziosi che includono: target per la riduzione delle emissioni, la conversione ad energie rinnovabili e politiche per l’efficienza energetica, che potrebbero risparmiare a molte persone e città soldi ed energia.
Analisi recenti hanno dimostrato, spiega Hsu, come solo 6,000 città equivalgono al 4%
delle emissioni globali. L'obiettivo è portare un totale di 20,000 città verso l’innovazione.
Il direttore scientifico all’Università Pantheon-Sorbonne di Parigi, Carlos Moreno, ha presentato il concetto di “Città dei 15 minuti”. Seguendo quest’idea, gli spazi urbani dovrebbero essere ridisegnati così da permettere alle persone di vivere l’essenza della città senza perdere costantemente il tempo di pendolarismo.
Quindi in modo tale che possa essere garantito a tutti l’accesso allo svago, al lavoro, al cibo e alla propria abitazione, alla cultura, all’ educazione e alla sanità avendo tutto a portata di un massimo di 15 minuti di distanza.
L’idea ruota attorno quattro principi fondamentali:
1. Ecologia: promuovere la creazione di città con spazi verdi e parchi da usare come punti di ritrovo e di svago.
2. Prossimità: collocare tutte le attività essenziali nelle vicinanze.
3. Solidarietà: creare connessioni tra i cittadini in modo che possano aiutarsi a vicenda.
4. Partecipazione: cercare di coinvolgere direttamente i cittadini nella trasformazione di aree urbane.
Sostanzialmente, le nuove città si c o s t r u i s c o n o s u l c o n c e t t o d i decentralizzazione, con l’implementazione di nuovi servizi per ogni quartiere, più piste ciclabili, nuovi modelli economici per incoraggiare la nascita di negozi locali e più aree verdi ed infrastrutture multiuso.
Quest’idea prova a riconciliare le città con gli esseri umani che ci vivono, città che seguano lo stesso ritmo dei cittadini anziché quello delle macchine. Ad oggi, le città sono costruite attorno una bolla di accelerazione illusoria in cui la maggior parte del tempo è sprecato nel traffico, nonostante siano costruite con l’intenzione di far risparmiare tempo. La città dei 15 minuti accorcia realmente i tempi, suggerendo un ritmo di vita diverso.
Le città
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Un secondo grande cambiamento necessario parte dalle aziende. I CEO di IKEA ed Amazon sono stati intervistati affinché spiegassero li loro programmi per agire in maniera più sostenibile e contribuire alla costruzione di un futuro migliore.
IKEA si è impegnata a diventare “climate positive” entro il 2030. Questo significa che tutti i materiali utilizzati durante il processo di produzione verranno da fonti sostenibili o saranno riciclabili. IKEA, è responsabile di circa lo 0.1% delle emissioni globali, che sono una notevole quantità, anche per questo Jesper Brodin, CEO dell’
Ingka Group, responsabile di IKEA retail e Pia Heidenmark Cook, il capo della sostenibilità ad IKEA, stanno cercando opportunità per migliorare, studiando alternative sostenibili. L’azienda mira a diventare più sostenibile senza aumentare il prezzo dei propri prodotti. L’ obiettivo di IKEA è quello di riuscire a dimostrare che il guadagno non è in contrasto con l’operare eticamente. La sostenibilità è, secondo la vision IKEA, da implementare come un nuovo modello “low cost”, che non è in contrasto con fare business giustamente. L’organizzazione è infatti riuscita ad ingrandirsi del 6.5% e contemporaneamente a diminuire il suo impatto ecologico del 4.3% iniziando a separare la crescita dall’emissione.
Traguardo raggiunto grazie ad un team che ha analizzato il business nella sua interezza, puntando ad utilizzare soltanto materiali riciclabili o riciclati, come ad esempio il cotone organico per i divani o il legno proveniente esclusivamente da fonti sostenibili.
La crisi climatica è anche una crisi di giustizia ed uguaglianza, un problema di diritti umani.
Per questo motivo, IKEA ha raccolto 150 millioni di euro negli ultimi due anni, grazie alla sua fondazione filantropica, per sviluppare attività a favore del clima nei paesi in via di sviluppo: ad Ingka stanno lavorando con i rifugiati perché imparino la lingua e le abilità necessarie al lavoro.
In Amazon invece il settore della sostenibilità è stato unito alla squadra operativa così che il primo possa facilmente collaborare con chi concretizza i cambiamenti. Amazon si impegna ad utilizzare per il 100% energia rinnovabile entro il 2025. Per garantire ciò, è stato ideato il “carbon system of record”, uno strumento che aiuta l’azienda a considerare in quali passaggi c’è più urgenza di diminuire le emissioni.
Altro traguardo, che Amazon si è imposto, è quello di garantire un processo di produzione ad emissioni zero entro il 2040. L’azienda è consapevole di avere bisogno di alleati per raggiungere questo obiettivo e ha perciò invitato altre grandi realtà ad intraprendere la sua stessa strada. Fin’ora 11 grandi organizzazioni si sono unite ad Amazon nella sua missione.
Tutto ciò a dimostrazione che il mondo aziendale si sta sensibilizzando sempre più alla questione ambientale e sta velocemente passando all’azione a favore del clima.
Le aziende
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VIVING NEWS - APPROFONDIMENTI DAL MONDO
Le persone
Il terzo grande cambiamento necessario è quello che dovrebbe partire da tutti noi, singoli individui. Hanno partecipato all’evento anche molti cantanti ed artisti, tra cui Prince Royce che ha lanciato un appello al pubblico invitando a fare la differenza nel nostro piccolo: comprando cibo a km zero, camminando di più o muovendoci in bici, e, soprattutto, votando per persone che condividono la nostra visione per un futuro a zero emissioni.
Cristiana Figueres, diplomatica di nazionalità costaricana, racconta di come il suo Paese, oggi noto per l’alto livello di educazione, per il profondo impegno alla pace e la gestione lungimirante della natura, non è sempre stato così. Il padre, giovane contadino, coltivava il sogno di un Paese fondato su giustizia e guidato dalla legge e quando, nel 1948, il governo rifiutò il risultato delle elezioni democratiche facendo ricorso ai militari, suo padre optò per l’azione, lanciando un esercito rivoluzionario composto da uomini e donne coraggiosi, che sconfissero le forze del governo per stabilire valori che il paese conserva ancora oggi. Figueres spiega come da suo padre abbia imparato l’arte
“dell’ottimismo testardo”, il mindset necessario a trasformare la realtà che ci viene data in quella che vogliamo.
Oggi, a livello mondiale, siamo di fronte una crisi urgente, che sta rapidamente peggiorando poiché abbiamo continuato a rimandare per troppo tempo. Questo decennio sarà decisivo per invertire il senso di marcia: se continuiamo per la strada che il mondo sta percorrendo, condanniamo i nostri figli ad un mondo inabitabile.
Diversamente, se riusciamo a tagliare le emissioni, ci muoviamo verso un mondo con città verdi, energie e trasporti efficienti, economie giuste e abbondanti. Un mondo più sano e sicuro, più equo e giusto di quello che abbiamo oggi.
Davanti agli avvenimenti del nostro tempo, possiamo scegliere se restare indifferenti e fare niente, se sperare che il problema si risolva da solo oppure diventare ottimisti testardi e credere che abbiamo il dovere di affrontare la sfida. Il vero ottimismo di cui parla la Figures è l’input necessario ad intraprendere una sfida.
Ad oggi, come spiega Figueres, non abbiamo
“il diritto di arrenderci”. L’ottimismo testardo è quell’atteggiamento che fornisce la motivazione per continuare a voler fare la differenza ogni giorno, è quello spirito che ci fa saltare giù dal letto ogni mattina con la voglia di combattere e pieni di speranza. Ed è proprio quando molte altre emergenze ostacoleranno la realizzazione del mondo che vogliamo o quando accadimenti politici freneranno il nostro ottimismo, che deve entrare in gioco la testardaggine.
Figueres ci propone di iniziare ogni giorno chiedendoci quale sia il futuro che vogliamo e che cosa stiamo facendo per trasformarlo in realtà, ci invita a fare un p r i m o g r a n d e p a s s o : c a m b i a r e l’atteggiamento di fronte al problema.
Ciascuno di noi può incominciare unendosi alla numerosa famiglia di ottimisti testardi già presenti in ogni parte del mondo.
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VIVING NEWS - ROMA MIA
di Federica Reale
Mentre coltiviamo il giardino, il giardino
coltiva noi
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"Bisogna coltivare il nostro giardino” - Candido, o l'ottimismo (1959) - Voltaire
Secondo un sondaggio social che il Corriere ha proposto ai suoi lettori, il Covid non sembra aver allentato la nostra attenzione sui comportamenti green.
Ci siamo lasciati alle spalle un intenso 2019 che ha portato nelle piazze di tutto il mondo milioni di ragazzi (insieme a tanti altri adulti) che chiedevano interventi per prevenire il riscaldamento globale ed il cambiamento climatico.
Dal sondaggio emerge che il 55%
dei votanti ha confermato l’interesse per il futuro del nostro pianeta. Le p e r c e n t u a l i s o n o s a l i t e ulteriormente quando è stato chiesto se si è disposti a spendere di più per acquistare un prodotto attento all’ambiente (68%) e se è
stato ridotto il consumo di plastica in casa (62%). Infine, raggiunge il 78% il numero dei lettori che hanno trovato nel lockdown un amico che ha contribuito ad insegnare in famiglia che il cibo non va sprecato.
La vera nuova consapevolezza acquisita durante il lockdown è che il verde è un bene prezioso e la sua presenza non ci è soltanto piacevole ma necessaria. Il verde ha potere terapeutico sulle nostre vite, non è solo ornamento per i nostri balconi.
Durante il lockdown, infatti, secondo i dati Istat, quasi un terzo della popolazione si è dedicata al giardinaggio, coronando il sogno di 6 italiani su 10 (62%): coltivare la terra.
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VIVING NEWS - APPROFONDIMENTI DAL MONDO
24 | Abbiamo trascorso mesi, chiusi nei nostri
pochi metri quadrati come piante in un vaso, obbligati ad adattarci e farci bastare quello che avevamo, ci siamo affacciati alle finestre in cerca di sole e ci siamo impegnati a trovare modi per non cedere al nervosismo e allo sconforto. In questo modo abbiamo sperimentato per la prima volta qualcosa di simile alla vita delle piante, che adesso forse capiamo un po’ meglio.
Ma soprattutto, abbiamo realizzato di avere lo stesso bisogno che hanno gli altri animali:
quello di stare con loro.
Da tempo conosciamo gli effetti positivi del verde: da secoli costruiamo giardini negli ospedali, nei monasteri e in vari luoghi di reclusione, oltre che in scuole ed università.
Stare tra le piante aiuta a guarire prima, a concentrarsi, a riflettere ma il vero toccasana è proprio mettere le mani nella terra e tra le foglie, infilare un paio di guanti e munirsi di semplici attrezzi per dedicarsi a zappettare, travasare, raccogliere o seminare.
Il segreto del giardinaggio sta nella combinazione tra attività fisica ed interazione sociale, esposizione alla luce solare e alimentazione più sana.
La luce del sole abbassa la pressione del sangue e aumenta i livelli di vitamina D, lavorare in giardino aumenta la destrezza e migliora la mobilità fine delle mani, è un buon esercizio aerobico e rafforza il tono muscolare al punto che un’ora di giardinaggio, soprattutto se dedicata a lavori più intensi come zappare, seminare o travasare, porta facilmente a bruciare lo stesso numero di calorie di un’ora in palestra.
Inoltre, è stata dimostrata la positiva correlazione tra le attività a contatto con le piante e il ritardo di sintomi di demenza senile e i pazienti in fase di recupero da infarto e altre patologie cardiache reagiscono meglio meglio ai lavori a contatto con la terra
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VIVING NEWS - APPROFONDIMENTI DAL MONDO www.viving.it Insomma, mentre lo coltiviamo, il nostro giardino coltiva noi, insegnandoci a rispettare i tempi della natura, a programmare le nostre azioni, ma soprattutto ad essere umili dato che non tutto è sotto il nostro controllo e a non perdere le speranze considerato che anche quando tutto sembra perduto le piante hanno sempre la capacità di sorprenderci.
I veri giardinieri infatti, non lavorano solo affinché le loro creazioni siano ammirate o per raccogliere i frutti del duro lavoro, ma per esprimere la propria anima.
Proprio grazie a questa presa di coscienza, a Scanzorosciate, comune in provincia di Bergamo (area fortemente colpita dal Covid-19), è stata inaugurata, a fine settembre, la prima “Aula Natura” del WWF, uno spazio didattico verde ricavato nel giardino della scuola primaria statale G. Pascoli.
Niente banchi di scuola, ma sedie e tavoli in legno sparsi nel verde. Al posto dei muri, siepi e bordure fiorite. Con in più la possibilità di accovacciarsi direttamente sull’erba. E tutt’intorno sentieri, un nido per api solitarie, mangiatoie per uccelli, un’area per fare il compost, una bat box per i pipistrelli e un giardino di farfalle.
Il WWF fa notare come in Italia abbiamo circa 40.000 cortili scolastici, tantissimi però completamente inagibili o non fruibili.
L’ obiettivo è quindi quello di dare ai giovani studenti la possibilità di approfondire, dal vivo, la conoscenza di piante ed animali, e spronare altri istituti a fare lo stesso: promuovere lezioni open air.
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VIVING NEWS
ROMA MIA
Una Rubrica dedicata alla nostra amata città, per
raccontare storie di successo sociale e sostenibile,
novità ecologiche e tanto altro.
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di Dario Budelacci
VIVING NEWS - ROMA MIA
Back
to nature
Va in scena a Villa Borghese in Roma la mostra d'arte contemporanea intitolata "Back To Nature".
Tema ambizioso per una mostra, ma molto attuale. Quale cornice migliore se non gli ottanta ettari di polmone verde incastonati nel centro città.
E' proprio tra i viali di questo grande parco che sono inserite le opere di alcuni tra gli artisti italiani più famosi al mondo.
Silenziose, quasi invisibili e non invasive ma allo stesso tempo perfettamente integrate e connesse con la natura circostante.
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32 | Da qui la prima riflessione sulla necessità di
ripensare totalmente il rapporto con la natura e la sostenibilità ambientale.
Una struttura dalle sembianze di una pesante costruzione come "Etherea" di Edoardo Tresoldi, al tempo stesso composta da filamenti, aria e luce.
Oppure la natura stessa che si fa arte. Come nell'opera dell'Accademia Aracne che con l'uncinetto dona colore agli alberi cucendo intorno un vestito quasi a volerli proteggere.
La mostra sarà presente fino al 12 dicembre e sarà condita da street artist e performance musicali di vario genere. L'ingresso è gratuito.
Ci andrai? Non fartela scappare e ricorda la mascherina!
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VIVING NEWS - ROMA MIA
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Arrivano le Biblionavette
di Veronica Zompetta
A Roma navette e furgoncini itineranti che, attrezzati con libri, sedie, tavoli pieghevoli, proiettori e materiale creativo, promuovono la cultura.
Dallo scorso Luglio fino al 31 Maggio 2021, le biblioteche hanno messo le ruote e attraversano molti quartieri della Capitale.
La cultura esce così dalle mura dei silenziosi edifici sempre meno varcati dai più giovani e va a cercarli nei parchi, nei giardini e nelle piazze.
L’ iniziativa, indirizzata a giovani ed adolescenti, fa parte del programma Romarama ed è stata promossa con Mibact e Piano Cultura Futuro Urbano.
I quartieri interessati sono alcune delle periferie più densamente popolate ed importanti di Roma: San Basilio, Casal de’Pazzi, Tiburtino III, Labaro, Corviale, Ponte Galeria, Finocchio e Ponte Di Nona.
Tantissimi dunque i municipi coinvolti, le cui biblioteche di riferimento sono: Aldo Fabrizi, Vaccheria Nardi e Giovenale nel IV Municipio, Collina della Pace e Rugantino nel VI, Renato Nicolini nell’XI e Galline Bianche nel XV.
Quattro le associazioni che portano avanti il servizio per Biblioteche di Roma a bordo di mezzi riconoscibili dal logo di Biblioteche di Roma e da quello del Mibact:
Trousse, Sentieri Popolari, Art Ludik e Ruota Libera
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E’ proprio nelle zone più periferiche della città che il rischio di dispersione scolastica tende a crescere.
Le Biblionavette non promuoveranno solo la lettura ma laboratori di scrittura, eventi culturali e d a r t i s t i c i , c o r s i sull’ecologia e gli orti urbani, o ancora corsi di informatica e di tutela dei beni comuni.
Un piano di formazione il cui ricco ventaglio tiene conto delle necessità della cittadinanza e ci rende cittadini orgogliosi e fiduciosi che anche la nostra, vecchia, cara, Roma, potrà un giorno tornare a sedere tra i grandi, a testa alta, diventando esempio e pilastro per
tematiche fondamentali come la cultura e la sostenibili.
Il programma degli appuntamenti potrebbe subire variazioni a seguito delle indicazioni contenute nei recenti DPCM, quindi è sempre consigliabile verificare l’effettivo svolgimento degli eventi dal sito:
https://www.bibliotechediroma.it
Fonte: MappaRoma1
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