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COOPERAZIONE TRENTINA

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Academic year: 2022

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COPERTINA 1

Carlo Tamburini

COOPERAZIONE: VISIONE DI VITA, DI RELAZIONI, DI BENE COMUNE Euricse

COOPERAZIONE TRENTINA

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L.

353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COM- MA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA www.cooperazionetrentina.it carta ecologica N ° 1 0 N O V E M B R E 2 0 1 9

Uno sguardo nuovo sulla disabilità

COOPERATIVE AGRICOLE,

COMUNITÀ DI PRATICA INNOVATIVE

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COPERTINA

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1

Periodico della Federazione Trentina della Cooperazione

Trento, Via Segantini, 10 - Tel. 0461 898111 www.cooperazionetrentina.it

ufficio.stampa@ftcoop.it Direttore responsabile Walter Liber Coordinatrice Dirce Pradella Comitato di Redazione

Corrado Corradini, Franco de Battaglia, Silvia De Vogli, Cesare Dossi, Egidio Formilan, Cristina Galassi, Walter Liber, Diego Nart, Sara Perugini, Dirce Pradella, Bernardino Santoni, Vincenzo Visetti.

Hanno collaborato

Franco de Battaglia, Silvia De Vogli, Laura Galassi, Lorenzo Spettoli. Progettazione grafica

Cooperativa ARCHIMEDE - www.archimede.nu Stampa tipografica

Cooperativa NUOVE ARTI GRAFICHE

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Costo singola copia: €3

Abbonamento annuale (11 numeri): € 30 Promozione 2020

Paga i primi 10 abbonamenti a prezzo pieno (30 euro, fermo da molti anni) e i restanti solo la metà.

Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Trento n. 26 Registro stampa di data 09.10.1950

INdICE

EDITORIALE

3 Intercooperazione, una centrale di energia innovatrice IN PRIMO PIANO

DISABILITÀ

4 Uno sguardo nuovo sulla disabilità 6 Etika pronta al rilancio

7 Come parlare e scrivere di disabilità

8 Siblings, un libro contro il rischio di essere invisibili 10 Il lungo iter della nuova legge

sulle politiche sociali in Trentino NEWSCOOP

13 Cooperfi di, ruolo strategico da valorizzare 14 Le idee cooperative del fare impresa al femminile 15 Infi ltrazione mafi ose? Totale estraneità ai fatti 16 Quando una Rurale si occupa di sviluppo futuro 17 Rovereto: dove c’è casa, c’è il pienone

19 Orsi presidente della Cassa Alta Vallagarina-Lizzana

20 Melinda a fi anco di San Patrignano 21 Al Castello di Avio con la coop Bellesini CULTURA COOPERATIVA

Il ritratto

22 Carlo Tamburini: Cooperazione?

Visione di vita, di relazioni, di bene comune Servizi per le associate

24 Federazione, più qualità del servizio e più possibilità di conciliazione

Storia

27 Risto 3, da quarant'anni nel cuore della comunità trentina

29 120 anni di cooperazione a Besenello C’è del nuovo

31 Un marchio per i prodotti fatti dai giovani con fragilità educative

32 Cavit, il fatturato supera i 190 milioni 33 Prove di fusione tra le Rurali di Trento

e Lavis-Mezzocorona-Val di Cembra 34 Nasce una grande coop della solidarietà

internazionale

35 Nuova “Famiglia” in Vallagarina

37 Isera, la cooperativa al servizio del paese La ricerca

39 Cooperative agricole, comunità di pratica innovative Buone prassi

41 (Video)ricette per il cambiamento 42 Sempre più solitudini, anche in Trentino 44 È nato il polo edilizia 4.0

45 La sfi da della continuità educativa da 0 a 6 anni

Scuola

47 Studenti custodi di parole OPINIONI

La porta aperta

48 Lomaso: convento e le antiche manualità

Direttore responsabile Walter Liber Coordinatrice Dirce Pradella Comitato di Redazione

Corrado Corradini, Franco de Battaglia, Silvia De Vogli, Cesare Dossi, Egidio Formilan, Cristina Galassi, Walter Liber, Diego Nart, Sara Perugini, Dirce Pradella,

INdICE

Comitato di Redazione

Corrado Corradini, Franco de Battaglia, Silvia De Vogli,

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2

COO PERAZ IONE TREN TINA

COO PERAZ IONE TREN TINA

Giuliano Preghenella IL SOCIO PIÙ SOCIAL

Cooperative Agricole COOPERATIVE AGRICOLE

Come sarà il 2019?

MIGLIORE DEL 2018

PEGGIORE DEL 2018

COME IL 2018

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1, DCB (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA - CONTIENE I.R.

DELLA COOPERAZIONE TRENTINA - CONTIENE I.R.

www.cooperazionetrentina.it www.cooperazionetrentina.it cacarta ecologicarta ecologica N ° 1 2

D I C E MB R E 2 01 9 N ° 1 2

D I C E MB R E 2 01 9

COOPERAZ IONE TRENTINA COOPERAZ IONE TRENTINA

Geremia Gios PROFESSO

RE E COOPERATORE Raffaele De Col MALTEMPO, LA RISPOSTA DEL TRENTINO UNITO

Sfatiamo i luoghi comuni sulle cooperative

1

COOPERAZIONE TRENTINA COOPERAZIONE TRENTINA

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L.

353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COM- MA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA www.cooperazionetrentina.it carta ecologica N ° 0 5 MA G G I O

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L’INCHIESTA

5 per mille alle coop sociali

Leonardo Becchetti ECONOMIA CIVILE, LA STRADA VERSO LA FELICITÀ Sant’Orsola

IL VILLAGGIO DEI PICCOLI FRUTTI È REALTÀ

COOP ERAZI ONE TRENT INA

COOP ERAZI ONE TRENT INA

Paolo De Castro VI SPIEGO LA NUOVA DIRETTIVA

Andrea Gentilini ACCOGLIENZA AL FEMMINILE

252 cooperatori trentini dal Papa

Avanti con ostinazione e tenerezza

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L.

353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COM- MA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA www.cooperazionetrentina.it carta ecologica

N ° 04 A P RI L E 2 0 19

1

COOPERAZION E TRENTINA COOPERAZION E TRENTINA

Mario Tonina NUOVE MOTIVAZIONI E IDEE DI CREDIBILITÀ Chiara Dossi UNA COOPERA

TIVA NON È NEUTRA

La nuova stagione della formazione cooperativa

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L.

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L.

353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COM 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COM- MA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI MA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA www.cooperazionetrentina.it www.cooperazionetrentina.it carta ecarta ecologica N ° 0 6 GI U G N O 2 0 1 9 N ° 0 6 GI U G N O 2 0 1 9

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2minuti

I risultati importanti raggiunti dal progetto Etika (50 mila sottoscrizioni, oltre 1 milione di euro di fondo sociale e 70 persone con disabilità già avviate in percorsi di abitare autonomo) mi offrono lo spunto per sottolineare la forza e il valore che riescono a generare i progetti intercooperativi.

Abbiamo tutti avuto esperienza di come non sia scontato arrivare ad un risultato signifi cativo una volta seduti attorno ad un tavolo, perché realizzare idee insieme non è mai facile:

servono condivisione di valori e obiettivi ed è necessario superare le differenze di approccio per cercare un’unione nella diversità.

L’esperienza cooperativa ci insegna che laddove si sono generate quelle sintonie anche relazionali tra le persone coinvolte, quando il bene comune resta in primo piano, i risultati sono sempre notevoli. Gli esempi non mancano.

La cooperazione è un movimento di persone ancorate le une alle altre da valori comuni, di responsabilità d’impresa e di solidarietà. Ed ha una marcia in più rispetto alle altre forme di impresa perché si basa su una organizzazione a rete, i cui nodi sono tenuti stretti e rinsaldati proprio attraverso l’intercooperazione. Operare insieme trasversalmente e intersettorialmente signifi ca prima di tutto conoscersi, avere fi ducia reciproca, avviare relazioni professionali e di comune sentire. Perché è proprio l’intersezione di sensibilità diverse, di visioni differenti che genera soluzioni inaspettate e fi nali innovativi.

Ma l’intercooperazione non è solo la strada maestra per generare valore per le peculiarità insite nel nostro essere cooperative. E’ anche un modo per superare limiti strutturali, come per esempio le piccole dimensioni, e consentire di proporre offerte integrate al mercato, sempre più dominato dai grandi poteri economici.

Il nostro sviluppo socio economico passa attraverso la crescita della rete, che consente di attivare progetti e interventi di innovazione e potenziamento delle imprese, come la creazione di fi liere, partnership, reti di promozione e di commercializzazione, che coinvolgono imprese di vario grado del sistema cooperativo ma anche portatori d’interesse locali, sia pubblici sia privati.

Anche se talvolta richiede tempi più lunghi, continuiamo a credere e ad impegnarci nei progetti di sviluppo intercooperativo con determinazione e volontà di crescere insieme. E penso, per esempio, ai tavoli sulla piattaforma del welfare in cooperazione, sulla mobilità sostenibile, sullo sviluppo dell’agricoltura sociale...

Il Trentino ci chiede questo impegno e il nostro sistema ne uscirà innovato e rinsaldato da relazioni più forti.

m arina.mattarei@ftcoop.it

INTERCOOPERAZIONE,

UNA CENTRAlE dI ENERgIA INNOVATRICE

EDITORIALE

COOPERAZIONE TRENTINA

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Uno sguardo nuovo sulla disabilità

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PRIMO PIANO

COOPERAZIONE TRENTINA

5 minuti di Silvia De Vogli

disabilità

Al centro non ci sono solo i bisogni delle persone con disabilità, ma i loro desideri, le potenzialità e le autonomie.

A partire dall’abitare, che dopo le sperimentazioni delle cooperative

ora si può riferire ad un modello comune di intervento accessibile e inclusivo.

Le persone con disabilità hanno il diritto di scegliere dove e con chi vivere. Questo diritto sancito dalla Convenzione ONU del 1986 implica un nuovo sguardo sulla disabilità che si focalizza non solo e non tanto sui bisogni, ma su desideri, potenzialità, autonomie.

Come fare a renderlo concreto? Si era concluso con questo interrogativo un anno fa il convegno organizzato da Consolida insieme alle cooperative sociali, che oggi tornano al Muse per presentare gli esiti delle sperimentazioni realizzate in diverse parti del Trentino grazie al sostegno di etika e della Provincia autonoma di Trento. “Le cooperative – afferma Francesca Gennai, vicepresidente del consorzio – hanno iniziato già da alcuni anni a lavorare su questo tema, la sfida era quella di passare da sperimentazioni locali e individuali a un modello di intervento comune, rielaborando gli apprendimenti e condividendoli con gli attori del territorio al fine di aumentarne l’impatto e soprattutto ampliarne l’accessibilità”. In questo lavoro le cooperative sono state accompagnate da Consolida e dal centro di ricerca Euricse che hanno messo in campo competenze differenti di ordine pedagogico, organizzativo e di mediazione familiare.

Una nuova visione tradotta in modello

Il modello di intervento poggia su un “Progetto pedagogico - educativo” attraverso il quale le cooperative esplicitano filosofia e finalità a tutti gli interessati – persone con disabilità, famiglie, servizi socio – sanitari, ecc. – e costituisce la base del “Patto di collaborazione” che contiene gli impegni di ciascun soggetto.

Cooperativa Dove opera Persone

scuola dell’abitare Persone in progetti di vita autonoma

ELIODORO Alto Garda/Ledro 9 1

LA RETE Trento/Piana Rotaliana 12 4

IL PONTE-ITER Rovereto/Vallagarina 13 8

CS4 Alta Valsugana 13 3

INCONTRA Valli Giudicarie/Ledro 3 2

GSH Val di Non/Sole 3

Totale 53 18

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5

5 PRIMO PIANO

COOPERAZIONE TRENTINA

disabilità

Nelle immagini alcuni momenti di vita autonoma

delle persone con disabilità seguite dalla cooperativa Il Ponte.

La cooperativa predispone quindi le condizioni necessarie alla attuazione del percorso: sceglie gli educatori, individua gli spazi abitativi adeguati, avendo riguardo anche al contesto territoriale in cui si trova l’abitazione (servizi, luoghi di socializzazione, mobilità, ecc).

A questo punto c’è la fase di avvio che prevede la definizione del “Progetto di vita” di ogni singolo beneficiario, costruito in modo partecipato dalla persona con disabilità e dalla sua famiglia, in cui si tiene conto dei desideri e non solo dei bisogni e di altre variabili di natura oggettiva, ad esempio le disponibilità di alloggi in quel momento.

Il percorso si avvia con la “scuola” dell’Abitare, quindi con azioni ed esperienze finalizzate a promuovere l’aumento effettivo e graduale delle autonomie; esperienze che possono svolgersi durante brevi e ripetuti momenti di separazione dalla famiglia ed evolvere in modo graduale verso la soluzione abitativa più adatta alla persona: dalla vita autonoma al co-housing stabile con altri. In questo processo evolve necessariamente anche il ruolo dell’educatore che rimodula la propria presenza e i propri interventi in modo progressivo e coerente con l’acquisizione di autonomie e competenze da parte della persona con disabilità.

Tutto il percorso richiede un attento monitoraggio per rilevare gli apprendimenti e le strategie quotidiane della persona con disabilità e della sua famiglia. Parallelamente è importante sostenere un forte lavoro di comunità che permetta alla persona la costruzione di relazioni significative con il vicinato. Il progetto quindi deve tener in costante equilibrio le dimensioni individuali, familiari e collettive.

Le direzioni dello sviluppo

L’esperienza maturata dalle cooperative traccia le piste di lavoro per il futuro. In primis l’investimento va indirizzato nel creare una cultura che riconosca la libertà di scelta abitativa, e non solo alle persone con disabilità. Progetti di questo tipo, infatti, hanno come pre – requisito la costruzione di un contesto abitativo accogliente che possa anche trasformarsi in rete di sostegno nel caso di necessità.

Una seconda pista di lavoro è la rilettura delle competenze e la formazione degli operatori che ruotano intorno alla persona con disabilità che devono essere in grado di scrivere progetti di vita autonoma e di interpretare in modo nuovo il ruolo educativo per diventare accompagnatori e facilitatori di esperienze.

Terzo tema è quello della sostenibilità e dell’accessibilità:

interventi altamente individualizzati richiedono investimenti importanti che necessariamente integrano risorse pubbliche, collettive (come la filantropia individuale o di impresa) e familiari. Servono perciò strumenti, come le fondazioni, che sappiano raccogliere e gestire patrimoni e lasciti per il bene comune.

Quarta pista di lavoro è l’ampliamento del perimetro di azione: l’abitare è un aspetto della vita delle persone, ma non l’unico. Il “Progetto di vita” dovrà coerentemente abbracciare e trovare risorse per includere queste persone in contesti lavorativi, sportivi, di svago.

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6

Etika pronta al rilancio

6 7

PRIMO PIANO

COOPERAZIONE TRENTINA

2 minuti

disabilità

Rinnovata la convenzione

tra i partner cooperativi e Dolomiti Energia per l’offerta di luce e gas economica,

ecologica e solidale. Confermato l’impegno sulla disabilità, allargando l’azione ad altre dimensioni oltre all’abitare, come il lavoro, la socializzazione, lo sport e la formazione.

In tre anni hanno raggiunto la cifra di 50.033 le adesioni a etika, la bolletta luce e gas ideata dalla Cooperazione Trentina con Dolomiti Energia. Si tratta di un’offerta che riesce a coniugare i valori del rispetto dell’ambiente (100% energia green) con quelli della solidarietà (fi nanzia progetti a favore di persone con disabilità) e quelli del risparmio economico (sconto del 20% il primo anno e del 10% dai successivi).

Con queste nuove adesioni il Fondo sociale ha raggiunto la cifra record di 1.049.340 euro, che saranno destinati ad incrementare i progetti a favore di persone con disabilità. I sottoscrittori di etika hanno anche contribuito in modo signifi cativo a salvaguardare l’ambiente trentino: utilizzando il 100% di energia certifi cata green hanno infatti consentito il risparmio di 25.577 tonnellate di anidride carbonica. Per assorbirla sarebbero altrimenti serviti oltre 15 mila alberi!

Soddisfatti dell’andamento di etika, i partner del movimento cooperativo (Federazione, CCB, Sait, Consolida, La Rete) hanno rinnovato il protocollo di intesa, anzi hanno rilanciato su un ulteriore sviluppo.

La nuova intesa, che si allunga in termini temporali passando dal triennio già trascorso ai prossimi 6 anni, oltre a dettare precise linee per l’elaborazione di un piano di sviluppo del progetto entro la fi ne dell’anno, dà mandato alla Federazione di avviare il percorso di verifi ca ed eventuale rinnovo dell’Accordo Quadro di fornitura dell’energia elettrica e del gas naturale, in scadenza a dicembre 2019 in coerenza ai criteri di economicità ed esclusività, ai principi ambientali e solidali che caratterizzano etika.

Negli indirizzi di sviluppo è espressa anche la volontà di mantenere il tema della disabilità come fi nanziamento esclusivo del fondo solidale di etika, allargando, però, ad altre dimensioni della vita delle persone con disabilità rispetto all’abitare, come il lavoro, la socializzazione, lo sport e la formazione.

Cogliendo le indicazioni del Comitato scientifi co di etika, nelle linee di sviluppo si sottolinea anche l’importanza della formazione sul tema dell’abitare inclusivo ad ampio raggio: operatori sociali (pubblici e privati), famigliari, avvocati, notai, amministratori di sostegno.

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Come parlare

e scrivere di disabilità

7 PRIMO PIANO

COOPERAZIONE TRENTINA

1.30 minuti di Silvia De Vogli

disabilità

Consolida, Ordine dei giornalisti, Assostampa e Fondazione

Demarchi hanno dato vita al Manifesto sulla narrazione della disabilità.

Studi internazionali dimostrano che spesso l’esclusione delle persone con disabilità non è determinata dalla menomazione, ma dallo sguardo che posiamo su di loro, a livello individuale e collettivo. Uno sguardo alimentato dalla narrazione mediatica che oscilla ancora tra l’occultamento e il pietismo, ma anche dalla rappresentazione di chi con la disabilità convive quotidianamente, come le famiglie e gli operatori. La percezione comune della disabilità – ancor oggi prevalentemente legata a limitazione, incapacità, bisogni – influenza la realtà e i comportamenti, sia nelle relazioni interpersonali, che in quelle sociali. La questione non è, quindi, teorica e formale, bensì sostanziale e riguarda la cultura collettiva. Sul tema Consolida, con l’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto – Adige, l’Assostampa e la Fondazione Demarchi e il sostegno della Provincia autonoma di Trento, ha attivato un gruppo interdisciplinare composto da giornalisti e professionisti della comunicazione (videomaker, social media manager, fotografi) insieme ad operatori sociali, genitori e persone con disabilità, con la supervisione del professore Michele Marangi docente dell’Università Cattolica. Ne è nata una proposta che contiene principi guida, indicazioni quindi non prescrittive e univoche, ma orientanti per il rispetto dei diritti delle persone con disabilità. Una proposta da condividere e integrare, e che ciascuno può tradurre nella propria quotidianità professionale e familiare.

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8

SIblINgS, un libro contro il rischio di essere invisibili

8 9

PRIMO PIANO

COOPERAZIONE TRENTINA

5 minuti di Silvia De Vogli

disabilità

Intervista allo psicoterapeuta Andrea Dondi che ha scritto un libro sui fratelli e sorelle di bambini con disabilità, analizzando le fasi e le reazioni.

“Serve valorizzare la logica di prevenzione, per evitare che anche i percorsi di crescita dei siblings diventino patologia e per recuperare la ricchezza di sguardo sulla disabilità che loro ci possono offrire”.

Nell’esperienza quotidiana di una famiglia con un figlio con disabilità, tra impegni di cura e accompagnamento, a volte è difficile dare spazio agli altri figli.

A loro lo psicoterapeuta Andrea Dondi, ha dedicato il libro “Siblings”.

Crescere fratelli e sorelle di bambini con disabilità”, pubblicato dalla casa editrice San Paolo e presentato a Trento durante la Settimana dell’accoglienza in un evento organizzato dal consorzio Consolida.

Dottor Dondi, chi sono i siblings?

Innanzitutto è giusto definire la condizione dei siblings non come un problema, ma come una condizione: i fratelli e le sorelle di bambini con disabilità vivono in un contesto famigliare particolare che comporta sfide aggiuntive rispetto ai propri coetanei e che durano spesso tutta la vita. Un’esperienza di crescita che può essere faticosa, con una chiamata implicita ad essere responsabili, indipendenti, sempre comprensivi. Detto questo il termine siblings non deve trasformarsi in un parola-etichetta.

Cosa intende?

Non dobbiamo dimenticare mai che i siblings sono prima di tutto persone, e che non sono identificabili in modo totalizzante con la – pur importante – condizione che vivono.

Le facili etichettature sono un rischio da evitare al fine di salvaguardare la dignità e la complessità delle persone.

Perché allora lei ha scritto questo libro?

Per troppo tempo ci siamo dimenticati di loro, e come comunità abbiamo un debito nei loro confronti.

La presa in carico della disabilità da parte delle istituzioni è ancor oggi concentrata prevalentemente, se non esclusivamente, sul supporto alla persona con disabilità in una logica di medicalizzazione e dimentica, invece, la famiglia, e i fratelli e le sorelle in modo particolare. Dovremmo, in una prospettiva etica, operare in una logica di prevenzione per evitare che anche i percorsi di crescita dei siblings diventino patologia e per recuperare la ricchezza di sguardo sulla disabilità che loro ci possono offrire.

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9

9 PRIMO PIANO

COOPERAZIONE TRENTINA

disabilità

Molti genitori di figli con disabilità rivolgono alle cooperative sociali richieste di aiuto per capire quali siano le soluzioni più adeguate per sostenere il presente e il futuro dei loro figli. Domande che riguardano sia i tipi di servizi disponibili, ma anche la tutela e gli aspetti economici. Per questo Consolida, con il sostegno della

Provincia autonoma di Trento, ha organizzato per le cooperative un percorso di approfondimento e studio degli strumenti giuridici che il nostro ordinamento mette a disposizione finalizzato a studiare soluzioni pratiche che sostengano il futuro delle persone con disabilità.

L’avvocato Elisa Molinari – docente del percorso formativo – ha fatto una panoramica sulle diverse possibilità, soffermandosi in modo particolare sulla legge nazionale 112 del 2016 e su quella provinciale n 8 del 2018.

Entrambe le normative hanno lo scopo di valorizzare le risorse e le capacità delle persone con disabilità per metterle in condizione, in un futuro nel quale verrà meno il supporto familiare, di evitare l’istituzionalizzazione quale unica soluzione concretamente praticabile.

Uno degli strumenti che ha richiamato maggiormente l’attenzione delle cooperative è sicuramente quello del trust, di origine anglosassone, ma ormai divenuto parte del nostro ordinamento giuridico, anche se rimane oggi poco utilizzato per via della sua complessità.

Il percorso formativo si è concluso con l’impegno da parte del consorzio e delle cooperative di avviare un tavolo di lavoro multidisciplinare che coinvolga tutti i soggetti che oggi si occupano di persone con disabilità (le cooperative sociali e, insieme a loro, l’ente pubblico) quanto i professionisti (avvocati, notai, commercialisti) in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze emergenti.

L’avvocata Elisa Molinari.

Il libro è una guida per genitori, ma può essere utile anche a tutti coloro – educatori e insegnanti – che accompagnano il percorso di crescita dei siblings. Quali sono le principali indicazioni?

L’errore più grossolano che si può commettere – ma è anche il più frequente – è pensare che i siblings percepiscano e vivano la disabilità allo stesso modo degli adulti.

Le sfide e i problemi che i siblings affrontano cambiano a seconda delle fasce di età, per questo nel libro a seconda delle fasi evolutive indico ai genitori dei segnali da tener in considerazione che corrispondono ai rischi che corrono i loro figli come quello di finire sullo sfondo, diventando “invisibili” oppure quello di cercare l’eccellenza o al contrario la ribellione, per essere visti.

Tra le sfide che i siblings vivono c’è sicuramente il “dopo di noi” famigliare.

Quali sono i consigli in questi casi?

Quello del caregiver è un ruolo molto difficile e complesso, per i genitori è coevo alla nascita del figlio con disabilità, per i fratelli e le sorelle non è così.

In genere i siblings non si tirano indietro, anzi, ma è importante che i genitori non diano per scontato questo passaggio di consegne ma negozino con i propri figli tenendo conto di aspettative, desideri e bisogni di tutti.

STRUMENTI GIURIDICI

PER L’AUTONOMIA

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10

Il lungo iter della nuova legge sulle politiche sociali in Trentino

Le proposte della Cooperazione Trentina sull’affidamento: no agli appalti,

sì a tante possibili modalità di affidamento. Sì alla coprogettazione e al supporto agli enti locali per l’applicazione.

Dopo 12 anni di attesa, il percorso di implementazione della Legge provinciale 13 sulle politiche sociali è stato protagonista di una poderosa accelerazione. La nuova normativa interessa le cooperative sociali di tipo A che offrono servizi socio assistenziali a disabili e anziani, mentre restano escluse quelle che si occupano di infanzia (che fanno riferimento all’assessorato e al dipartimento Istruzione) e quelle che operano nel settore sanitario e socio sanitario (che fanno capo all’assessorato e al dipartimento Sanità), oltre a tutte le coop sociali di tipo B.

Questa legge interessa tutte le organizzazioni del terzo settore, di cui le cooperative sono soltanto una parte e quindi l’interlocuzione è molto complessa, anche considerando che il testo risale a qualche anno fa e che nel frattempo, soprattutto nel campo dei servizi alla persona, sono intervenute notevoli evoluzioni. Questo si interseca anche con il nuovo Codice del Terzo Settore, recentemente approvato.

Nell’alveo della discussione attorno ai criteri di applicazione di questa normativa, la Federazione ha fin da subito evidenziato alcuni presupposti fermi per il sistema cooperativo: il riconoscimento del ruolo del terzo settore, il principio di sussidiarietà, il ricorso all’appalto solo in via residuale ed eventualmente su servizi molto standardizzati. Non solo: la Federazione ha chiesto che le decisioni venissero prese attraverso ampi percorsi partecipativi e con l’accompagnamento di un soggetto scientifico terzo. D’accordo con Consolida e con CNCA, ha poi proposto l’introduzione della Consulta delle politiche sociali, per creare un luogo dove fosse rappresentata l’articolazione complessa di

questo mondo, con funzione di proposta alla Giunta provinciale su queste materie.

Dalla Consulta (assemblea) è stata poi selezionata una versione ristretta, composta da 15 persone di cui la metà a rappresentanza del terzo settore; ed in effetti buona parte dei componenti provengono dal sistema cooperativo: Massimo Occello (Fai), Liliana Giuliani (Gruppo 78), Angelo Prandini (La Bussola), Massimiliano Deflorian (Anffas), Filippo Simeoni (Il Ponte), Massimo Komatz (Villa Sant’Ignazio), Anna Orsingher (CS4), Paolo Damianis (Villa Maria).

La legge contiene delle importanti ed interessanti innovazioni. Al posto dell’affidamento diretto dei servizi, introduce infatti una nuova metodologia che si basa su una relazione collaborativa più che subalterna tra ente pubblico commissionante e impresa erogatrice del servizio. Esclusa opportunamente l’ipotesi dell’appalto (che funziona male nei campi dei servizi

‘puri’ come pulizie e portierato, figuriamoci per i servizi di cura delle persone fragili), il testo prevede la co-programmazione e il principio della sussidiarietà, garantendo l’assegnazione di questo genere di servizi esclusivamente a imprese senza scopo di lucro.

Il percorso di assegnazione dei servizi prevede quattro fasi: autorizzazione, accreditamento, affidamento e valutazione. Nella prima fase, l’autorizzazione, si stabilisce che chiunque voglia gestire servizi socio assistenziali, anche se rivolti a privati, debba essere autorizzato dalla Provincia. I servizi non finanziati dall’ente pubblico possono essere gestiti anche da imprese profit. La riforma delle politiche sociali riconosce di norma questa competenza alle Comunità di Valle, con alcune eccezioni.

10 11

PRIMO PIANO

COOPERAZIONE TRENTINA

di Dirce Pradella 5 minuti

disabilità

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11

Fino a giugno 2021 tutte le imprese ed associazioni che già operavano nella disabilità, a servizio degli anziani e a supporto del disagio di adulti e minori sono state accreditate automaticamente, per dare loro tempo di attivare la procedura con le nuove regole richieste.

La nuova normativa stabilisce che in caso di servizi sostenuti dall’ente pubblico, all’autorizzazione vada aggiunto l’accreditamento, poiché sono previsti livelli di qualità ulteriori rispetto a quelli base. Requisiti definiti in un lungo percorso affiancato dalla Fondazione de Marchi, approvati dalla Giunta Provinciale con un apposito regolamento. Stanno in quest’ambito i temi del bilancio sociale, del collegamento col territorio, della valorizzazione del volontariato.

Quanto all’affidamento, in analisi in queste settimane, la Federazione ha elaborato alcuni documenti propositivi che sono stati accolti. Gli uffici provinciali sostengono che non sia più procrastinabile l’affidamento diretto (raccomandazione della Corte dei Conti, dell’Unione Europea ecc.) e che quindi vadano trovate altre formule. Dentro le diverse modalità di affidamento,

si discute di strumenti quali il catalogo dei servizi, dei costi standard, di rette e tariffe, di coprogettazione e di voucher, cioè la scelta in capo all’utente (e non più all’ente pubblico) dell’impresa erogatrice dei servizi. Ma sull’esclusione dell’appalto l’accordo pare raggiunto.

Sulle modalità di affidamento, la Consulta ha avviato una serie di incontri territoriali, che hanno consentito di raccogliere numerosi elementi propositivi. Dalla Cooperazione è arrivato l’invito a valorizzare la ricchezza di modalità di affidamento, costruendo una serie di supporti amministrativi per aiutare a scegliere l’opzione più coerente caso per caso. Non solo: la Federazione ha chiesto una presa di posizione politica sugli strumenti dalla (nel frattempo) nuova Giunta, che l’approvazione delle linee guida avvenga contemporaneamente e un supporto per l’implementazione di queste modalità alternative a favore di Comuni e Comunità di Valle.

Sulla quarta e ultima fase prevista dalla nuova legge, la valutazione, al momento non sono stati stabiliti né criteri né linee orientative.

11 PRIMO PIANO

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disabilità

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COOPERfIdI,

ruolo strategico da valorizzare

Il settore agricolo ha un ruolo fondamentale per l'economia del Trentino e per il mantenimento degli assetti paesaggistici e degli equilibri idrogeologici ed ecologici, nonché per la coesione sociale.

Come spiegato dall'assessore all’agricoltura della Provincia autonoma, Giulia Zanotelli, il sistema pubblico comunitario, statale e provinciale mette a disposizione importanti risorse per promuovere la qualità e la sostenibilità, l’innovazione, la formazione e la ricerca, l’insediamento di nuovi giovani, per sostenere nuove iniziative progettuali e per compensare i costi aggiuntivi connessi alla produzione in aree di montagna svantaggiate.

In coerenza con questi obiettivi è stato avviato un primo confronto conoscitivo per verificare la sensibilità delle banche che operano sul territorio rispetto al settore dell’agricoltura. L’esito è stato ampiamente positivo, in quanto già esistono una serie di strumenti dedicati all'agricoltura ed essendo emersa la piena disponibilità da parte degli istituti di credito ad intraprendere un percorso congiunto con gli attori del settore e la Provincia per contribuire a dare risposte alle nuove esigenze e a migliorare la conoscenza degli strumenti a disposizione, avviando un ciclo virtuoso ed un processo che assume anche una forte valenza culturale.

Sotto questo profilo, si ritiene di valorizzare il ruolo strategico di Cooperfidi (guidato dal presidente Renzo Cescato e dal direttore Michele Sartori) a cui aderiscono 1.407 soci, di cui 1.043 sono imprese agricole. Questo anche in relazione al percorso di crescita che lo ha contraddistinto in questi anni nel suo ruolo di assistenza nei confronti delle imprese agricole e al riconoscimento di "confidi agricolo" (uno dei due ad oggi operanti in Italia!) che gli consente un significativo ampliamento dell'operatività. Le garanzie rilasciate dal consorzio, ivi comprese le garanzie statali fornite dal Fondo Centrale di Garanzia (che escludevano fino ad oggi le imprese agricole), contribuiscono, infatti, a colmare il difetto di una adeguata rispondenza patrimoniale di alcune aziende e rendono possibili ristrutturazioni finanziarie che altrimenti avrebbero difficoltà per ottenere un finanziamento bancario.

Il riconoscimento di “confidi agricolo” di Cooperfidi si integra e viene potenziato dal processo di istituzione di una Sezione Speciale del Fondo di Garanzia statale, processo che è in avanzata fase di realizzazione e che, una volta terminato, permetterà di ottenere percentuali di copertura e controgaranzia più elevate e più estese.

Sopra il presidente di Cooperfidi Renzo Cescato e sotto il direttore Michele Sartori.

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le idee cooperative del fare impresa al femminile

A Trento la borsa per il turismo cooperativo

giovani, invito ad associarsi

Una delegazione trentina ha par- tecipato all’incontro sull’impresa al femminile organizzato a Roma dalla Commissione Dirigenti Cooperatri- ci: Nadia Martinelli, pre sidente delle Donne in Cooperazione, Eleonora Da Ronco del direttivo, Clara Maz- zucchi, vicepresidente Federconsu- mo e Maria Elisa Andreolli, presi- dente della Famiglia Cooperativa Monte Baldo.

Focus della giornata il racconto di storie di donne, imprenditrici e cooperatrici, le cui esperienze hanno dato voce ad un’importante riflessione sui temi dell’innovazione, della cooperazione al femminile, delle idee del fare impresa con modi, tempi e strumenti che valorizzano differenze e patrimonio comune.

Tra queste, intensa l’esperienza della trentina Mazzucchi, che ha

raccontato il suo percorso, la storia della sua cooperativa, la nascita dell'Associazione Donne per arrivare ai risultati attuali, con la crescita dei ruoli ricoperti dalle donne, che oggi interessa anche la presidenza della Federazione.

All’evento, coordinato da Anna Manca, presidente Nazionale Commissione Dirigenti Cooperatrici, sono intervenuti la Ministra per Pari Opportunità e Famiglia Elena Bonetti (che ha incoraggiato la Cooperazione a farsi portavoce di buone pratiche) e Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, al quale è stato consegnato il quaderno con il decalogo che prevede “cosa fare insieme”, come osservare le quote di genere, sostenere la reciprocità tra generi e generazioni differenti e molto altro. Gardini ha

ribadito che in questo momento è necessario accelerare i percorsi, inserire interventi premiali, innovare a 360°.

Si terrà per la prima volta a Trento la BITAC, la Borsa italiana del Turismo cooperativo ed associativo, manifestazione creata dalle com- ponenti turistiche delle tre centrali cooperative nazionali riunite nell’Al- leanza delle Cooperative Italiane Turismo e beni culturali. Finalità della manifestazione è promuovere la conoscenza e la collaborazione tra

In questi giorni si stanno svolgendo i festeggiamenti per il 50 anni dell’associazione Giovani Cooperatori Trentini. Il direttivo invita ad associarsi tutti i giovani interessati al movimento cooperativo, ed esorta i cooperatori senior a coinvolgere i figli e ad avviarli su questa strada. Per info: 0461-898 672 www.cooperazionetrentina.it/Associazione-Giovani-cooperatori o su Facebbok.

le imprese turistiche cooperative, specializzate in particolare nei settori del turismo culturale, naturalistico, scolastico e sociale, quindi nei sistemi dell’accoglienza che puntano a viaggiatori interessati ad un’esperienza di vita più che ad una vacanza, su ferie lente ed esperienziali, o che hanno una sensibilità particolare verso la

sostenibilità e la cultura dei territori.

La Bitac sarà organizzata in due giornate: il 4 dicembre (parte culturale) e il 5 dicembre, (incrocio tra domanda ed offerta). L’evento ha il patrocinio della Federazione.

Novità dell’edizione 2019 è il lancio di un Premio BITAC, che ha finalità di far conoscere progetti già realizzati e nuove idee da mettere in pratica.

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Qui sopra la Ministra per Pari Opportunità e Famiglia Elena Bonetti con Anna Manca, presidente Nazionale Commissione Dirigenti Cooperatrici e Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. Sotto un’immagine della delegazione trentina presente all’evento.

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Mezzacorona e Sant'Orsola

dichiarano la totale estraneità ai fatti

Fiducia e solidarietà della Federazione.

La presidente Mattarei: "Abbiamo appreso la notizia con sorpresa, in quanto non emergono fatti o nomi di persone collegati al movimento cooperativo".

La Procura della Repubblica di Trento ha avviato delle indagini per possibili infiltrazioni mafiose nell’economica trentina. L’ipotesi di reato è riciclaggio.

Per accertare le responsabilità la Guardia di Finanza ha effettuato diverse perquisizioni in Sicilia e Trentino nelle sedi di società che operano nel settore della produzione e commercializzazione di vino e di piccoli frutti, tra cui le cooperative Mezzacorona e Sant’Orsola.

"Le ragioni di questa operazione – hanno dichiarato in un comunicato stampa congiunto la Procura distrettuale antimafia presso il Tribunale di Trento e il Comando della Guardia di Finanza di Trento – sono fondate su gravi indizi che hanno denotato una infiltrazione di cosa nostra, effettuata attraverso il riciclaggio di beni, terreni e fornitura di merce da parte della criminalità organizzata di stampo mafioso siciliana”.

La Federazione, anche attraverso la propria attività di

vigilanza e controllo, può testimoniare la serietà e il rigore nella gestione delle due cooperative, degli amministratori e dei manager.

"Abbiamo appreso la notizia delle perquisizioni – ha affermato la presidente Marina Mattarei – con molta sorpresa, in quanto non emergono fatti precisi o nomi di persone collegate al movimento cooperativo trentino coinvolti nell’inchiesta. Fiduciosi nell’operato della magistratura nell’accertamento dei fatti a tutela dei soci e amministratori delle società coinvolte, raccomandiamo la massima prudenza nel diffondere, ad ogni livello, notizie che possono apparire allarmistiche e molto dannose per la reputazione e la credibilità di queste cooperative nei confronti di tutti gli stakeholder: soci, clienti, dipendenti, fornitori, sistema bancario".

In una dichiarazione del presidente Silvio Bertoldi, Sant'Orsola ha puntualizzato che le verifiche della Guardia di Finanza sono state compiute “nulla trovando e sequestrando”, precisando “di essere del tutto estranea alle attività al centro delle attenzioni investigative in corso” e ha colto l’occasione “per ringraziare gli organi dello Stato all'opera ritenendo le iniziative in corso di importanza vitale per le attività produttive e per il tessuto socio economico virtuoso del Trentino e nazionale”.

Per il Gruppo Mezzacorona, il presidente Luca Rigotti ha dichiarato “la totale estraneità del Gruppo a collegamenti e attività mafiose in Sicilia” e precisato che “l'azienda ha dato la massima disponibilità e la totale collaborazione all'indagine conoscitiva, riponendo piena fiducia nell'operato dell'autorità giudiziaria”.

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Quando una Rurale

si occupa di sviluppo futuro

Al Museo delle palafitte di Ledro è stato presentato il convegno

“LedroVentiTrenta”. Ha illustrato i risultati della ricerca che la Cassa Rurale di Ledro ha condotto nei mesi scorsi per offrire alle diverse componenti della società ledrense gli strumenti per affrontare al meglio il decennio 2020-2030. “Per una banca del territorio – ha osservato il presidente Marco Baruzzi – è fondamentale preoccuparsi del futuro e dello sviluppo della comunità perché la sua crescita è anche la nostra. Per questo abbiamo creduto fin dall’inizio in questo progetto che ha trovato al nostro fianco con eguale entusiasmo anche l’Università di Trento”.

“Immaginare il futuro – ha aggiunto il direttore Marco Gabrielli – significa fare il primo passo per poi aiutare chi

ha il dovere a governarlo, in questo caso imprenditori, amministratori, giovani e in generale la comunità di Ledro. Questo è stato il principio che, oltre un anno e mezzo fa, ci ha spinti ad avviare questo progetto i cui risultati sono andati oltre ogni nostra aspettativa”.

Lo studio è stato elaborato dal ricercatore Leonardo Benuzzi. A rappresentare l’Università di Trento è stato il professor Alberto Nucciarelli, tra i responsabili del progetto

“Innovation Olympics”, ai cui studenti la Cassa Rurale di Ledro offrirà la possibilità di sviluppare proposte e progetti per il decennio ’20-’30 in valle di Ledro, tra i quali verranno poi scelti e sovvenzionati quelli ritenuti più interessanti dando in tal modo fin dall’inizio uno sviluppo concreto all’iniziativa.

La presentazione del progetto.

Minibond in funivia

La società Funivie Seggiovie San Martino, che gestisce gli impianti di risalita nel comprensorio sciistico di San Martino di Castrozza, con ben 60 km di piste, ha emesso il suo primo minibond di 2 milioni di euro decennale, con scadenza 2029, garantito dal Fondo Europeo per Investimenti.

Advisor e arranger dell’operazione è Mediocredito Trentino Alto Adige.

Il minibond andrà a finanziare la costruzione sull’Alpe Tognola della nuova seggiovia esaposto ad ammorsamento automatico

Cigolera: il nuovo impianto a marchio Leitner rappresenta la prima opera di ammodernamento del Collegamento Ces – Tognola, snodo cruciale del celebre Carosello delle Malghe, sulla Ski Area San Martino Passo Rolle.

Gli investimenti complessivi sull’area sfiorano i 5 milioni di euro, grazie alle opere in fase di realizzazione nella zona dell’Alpe Tognola, confermando l’importanza dello sci nell’ambito dell’offerta turistica dell’intera località. La novità più attesa è senz’altro la nuova seggiovia

Cigolera, una seggiovia a sei posti ad agganciamento automatico, con una portata oraria di 2000 persone e un tempo totale di percorrenza di soli 3 minuti e mezzo.

Stretta di mano tra il direttore di Mediocredito Diego Pelizzari e l’AD di Funivie Seggiovie San Martino, Valeria Ghezzi.

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Rovereto: dove c’è casa, c’è il pienone

L’acquisto della casa è per la maggior parte delle persone il più importante investimento della vita. Ma le cose da sapere sono tante, così come le insidie che si nascondono dietro una normativa molto complessa.

Sono stati molti gli aspetti presi in considerazione nell’incontro organizzato dalla Cassa Rurale di Rovereto.

La partecipazione è stata superiore alle aspettative.

Segno che il tema appassiona e coinvolge ma anche per i preziosi interventi programmati nella serata, frutto delle sinergie della banca con i partner istituzionali locali. Soprattutto adesso che la normativa al riguardo è molto complessa. Ad esempio un atto di acquisto è passato da due paginette degli Anni Settanta ad alcune decine di oggi.

Molti i consigli e le raccomandazioni dispensate dai

qualificati relatori. Uno su tutti? Informarsi “prima” di procedere all’acquisto di una abitazione.

“La Cassa Rurale è a disposizione con una consulenza su misura – è stato osservato – e con prodotti specifici”.

Anche le Valli di Fiemme e Fassa avranno il loro Distretto del- l’Economia Solidale, un laboratorio di sperimentazione civica, econo- mica e sociale, già attuato in altre zone del Trentino con buoni risultati.

Per ampliare la rete aderente al

distretto, al quale già aderiscono le cooperative Le Rais, Oltre, Terre Altre e Progetto 92, il 23 novembre verrà organizzato un evento di riflessione e confronto, coinvolgendo le aziende delle valli di Fiemme e Fassa, tra le quali in prima linea Famiglia Cooperativa e Cassa Rurale.

Appuntamento alle 9 al PalaFiemme con la relazione introduttiva del prof Stefano Zamagni, la buona prassi della cooperativa Quid e una tavola rotonda che cercherà di mettere a fuoco quali siano gli elementi chiave per far funzionare quest’alleanza virtuosa tra pubblico e privato.

La delegazione del cda di Trentingrana a Anuga.

TRENTINgRANA piace sempre

Un distretto dell’economia solidale in fiemme e fassa

La presenza di Trentingrana ad Anuga è stata sinonimo di successo. Da undici edizione la fiera di Colonia è un appuntamento immancabile ed è certamente uno degli eventi internazionali dedicati al food più importanti, luogo di incontro e condivisione per milioni di visitatori e 7500 espositori di cui circa 400 del settore lattiero caseario.

Il primo giorno allo stand era presente una delegazione istituzionale composta da membri consiglio di amministrazione guidato dal presidente Renzo Marchesi.

Tanta gente ha partecipato alla serata organizzata dalla Cassa Rurale di Rovereto.

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ASSOCIAZIONE

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DONNE

IN COOPERAZIONE

chi siamo

L’associazione DONNE IN COOPERAZIONE nasce grazie all’impegno di un gruppo di donne per potenziare e valorizzare la presenza femminile nel movimento cooperativo.

È un luogo di lavoro, pensiero e confronto dove progettiamo azioni per favorire la parità di genere e sviluppare un modello cooperativo inclusivo, plurale e democratico in un’ottica di valorizzazione delle differenze.

iL NOSTRO IMPEGNO

FORMAZIONE perché ogni persona ha un potenziale unico

e noi la aiutiamo ad esplorarlo, a farlo emergere e crescere

CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E LAVORO per aiutare donne e uomini che lavorano, a vivere in pienezza

l’esperienza della genitorialità

GOVERNANCE PARITARIA perché capacità, competenze e sensibilità femminili possano portare

valore aggiunto nei consigli di amministrazione delle cooperative Progettiamo, sviluppiamo, promuoviamo e realizziamo

iniziative a sostegno dell’innovazione organizzativa delle Cooperative in cui venga riconosciuto il valore professionale e individuale di ogni persona .

aderisci e sostienici

Per maggiori informazioni vai sul sito

www.cooperazionetrentina.it/Associazione-Donne-in-cooperazione oppure inquadra con il tuo smartphone il codice qui a fianco

oppure scrivici a donne@ftcoop.it

Donne in Cooperazione, via Segantini 10 - 38122 Trento - Tel. +39 0461 898672 - Fax +39 0461 985431 - donne@ftcoop.it

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Orsi presidente della

CASSA AlTA VAllAgARINA-lIZZANA

A fi ne settembre centocinquanta socie e soci della Cassa Rurale Valsugana e Tesino si sono dati appuntamento per la gita sociale a Fico, il più grande parco a tema sul cibo al mondo.

Una iniziativa "sold out", tutto esaurito, con partenza all'alba.

Hanno partecipato alla trasferta anche il presidente Arnaldo Dandrea, il vicepresidente Stefano Modena e il consigliere Mario Casagrande.

"La cooperazione è lavoro e impegno assieme, ogni giorno – è stato detto –. Ma per fare comunità non basta solo il dovere, è opportuno saper divertirsi. Questo è stato un primo appuntamento, un primo momento che troveremo il modo e il tempo di replicare anche per il prossimo anno".

Nel corso della giornata hanno trovato spazio visite guidate, momenti dedicati alla degustazione dei prodotti delle tradizioni culinarie regionali e la scoperta di tante curiosità in un’atmosfera serena e divertita.

Adriano Orsi è stato nominato presidente della Cassa Rurale Alta Vallagarina e Lizzana. L’istituto di credito cooperativo è il risultato del- l’unifi cazione di due Casse Rurali. “Un viaggio tra ostacoli ed inter ru- zioni – è stato ricordato durante i lavori assembleare alla presenza del- la base sociale – sempre sotto l’ala della capogruppo Cassa Centrale Ban ca. Il progetto ha fi nalmente visto la sua realizzazione il 1° luglio di quest’anno con la nascita della Cassa Rurale Alta Vallagarina e Lizzana”.

Un istituto di credito cooperativo che porterà avanti la propria identità a servizio delle comunità locali di Volano, Besenello, Lizzana, Calliano, Nomi e Marco dove il ruolo della banca di credito cooperativo, per oltre cento anni, è stato fondamentale sia per la vita e sia per lo sviluppo dei territori.

Il direttore della Rurale, Michele Goller, ha illustrato i principali numeri del la nuova banca: quattromila soci, 14.400 clienti, sette spor telli con la sede legale a Volano. I valori amministrati: 514 milioni 900 mila euro di raccolta complessiva, 265 milioni 700 mila euro di crediti e 39 milioni e 600 mila euro di fondi propri.

La carica di vicepresidente è stata assegnata Stefano Cattoi. I consiglieri sono Matteo Barozzi, Luca Calliari, Franco Giuliani, Matteo Mambelli, Carlo Togni. Il ruolo di presidente del collegio sindacale è stato affi dato a Daniel Frizzera. Gli effettivi sono Lorenzo Saiani, Stefano Tomazzoni.

Supplenti: Paolo Battisti, Maurizio Setti.

I soci in assemblea e un primo piano del presidente Adriano Orsi.

la RURAlE VAlSUgANA E TESINO porta i soci a fico

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MElINdA a fianco di San Patrignano

Tra gli eventi dell’autunno trentino la “Festa della patata del Lomaso” è tra i più attesi e partecipati. A fine ottobre l’edizione numero dodici. Il programma ha soddisfatto grandi e piccini. Hanno trascorso uno o più giorni in un territorio straordinario e sono stati catturati dal sapore del frutto della terra declinato nei piatti di un ricco menù. Dall’antipasto fino al dolce, per un festival di sapori non slegati dai tanti saperi legati alla patata: la storia, le tecniche di coltivazione, le tante varietà prodotte nel mondo, l’impiego nell’arte culinaria.

La “Festa della patata del Lomaso” è sostenuta anche da Copag – Cooperativa Produttori Agricoli Giudicariesi, Cassa Rurale Alto Garda, Federazione Provinciale Allevatori, Famiglia Cooperativa Terme di Comano, Astro, La Trentina, Cantina Toblino, Agraria Riva, Agri 90.

In occasione della corsa per la vita WeFree Run all’interno della comunità di Coriano, Melinda ha donato mele agli oltre 2.000 partecipanti, di cui 1.300 ospiti dell’associazione.

WeFree è un progetto focalizzato sulla prevenzione all’uso degli stupefacenti a partire dall’età scolastica, che Melinda sostiene da tempo, da ultimo con l’iniziativa conclusa a giugno

“Spicchi di Vita”, che ha previsto la realizzazione di uno speciale vassoio solidale di mele.

“Melinda mantiene costante il suo impegno nel sociale, come già dimostrato nei confronti di San Patrignano, ma anche, ad esempio, per i terremotati o, più di recente, gli alluvionati – osserva Andrea Fedrizzi, responsabile marketing del Consorzio –. San Patrignano è da tempo un nostro social partner, quindi ci sembrava doveroso e coerente sostenerlo nei mesi autunnali, tradizionalmente dedicati alla prevenzione, uno dei cardini della mission della comunità assieme al recupero”.

La cimice marmorata o cimice asiatica, è una presenza costante nei frutteti trentini e anche nelle abitazioni. È un insetto fastidioso ma innocuo per l’uomo. Al contrario è molto dannoso per l’agricoltura.

Il sistema frutticolo rappresentato da Apot con i Consorzi Melinda e La Trentina ha seguito con costante attenzione e crescente preoccupazione l’evoluzione della cimice asiatica in Trentino.

Va innanzitutto evidenziato che già dal 2015 il tema è oggetto di studio da parte dei tecnici e ricercatori della

Fem e che dal 2017 Apot finanzia un dottorato per approfondirne le conoscenze base.

Nel 2018 è stato attivato all’interno di Apot un tavolo di coordinamento sul problema, proseguito nel corso del 2019, con sei riunioni tecniche con i rappresentanti dei principali Consorzi frutticoli ed i tecnici del Centro di Trasferimento Tecnologico della Fondazione Mach, per seguire lo sviluppo della popolazione di cimice e coordinare le azioni possibili per la mitigazione del problema.

festa della patata,

nuovo successo nel lomaso

Cimice asiatica sotto controllo

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21 Al Castello di Avio

con la coop bEllESINI

La cooperativa sociale Bellesini, attiva nei settori dell’educazione e della cultura per l’infanzia, ha intrapreso una collaborazione con il FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) per la gestione di percorsi didattici innovativi presso il Castello di Avio, primo bene acquisito in Italia.

L’esperienza della cooperativa ha consentito di valorizzare e arricchire il panorama dell’offerta del Castello:

l’intreccio di contenuti storico-culturali, messaggi educativi e aspetti di gioco, amplifica infatti gli apprendimenti promuovendo la libera espressione di sé, la parità di genere, il piacere della condivisione e il confronto costruttivo.

Gli operatori della cooperativa, appositamente formati con percorsi curati dal direttore del FAI trentino, Alessandro Armani, hanno organizzato visite animate studiate in base all’età:

‘La contessa del castello’ per la scuola dell’infanzia, ‘Diventare dame e cavalieri’ per la scuola primaria, e delle visite attive per le secondarie di primo e secondo grado, con la possibilità di realizzare anche laboratori specifici:

le regole della cavalleria medievale, la nutrizione nei secoli, le battaglie medievali e come realizzare un affresco (laboratorio che sarà realizzato anche al Festival della Famiglia a inizio dicembre). L’offerta inoltre si articola

con l’organizzazione di eventi speciali come per esempio i laboratori di gioco, le “visite da brivido” ad Halloween, il Natale al Castello.

Dall’avvio di queste attività il numero di visitatori al castello è aumentato del 30%: agosto da solo ha registrato 4500 visitatori e il 12 e 13 ottobre, nelle Giornate FAI d’Autunno, oltre 500 presenze e più di 40 nuovi tesserati FAI.

Per info:

www.bellesini.it - 0464 684453.

Con fAI ‘Vedo, sento, parlo e… ascolto’

La cooperativa sociale Fai di Trento, insieme ad altri soggetti, ha organizzato un percorso rivolto agli imprenditori per migliorare la qualità delle relazioni con i propri clienti: “Vedo, sento, parlo e… ascolto!”

Sei serate a cadenza mensile, libere e gratuite, dedicate a commessi, parrucchieri, edicolanti e a tutti coloro che, nello svolgere il proprio lavoro sentono di avere un ruolo sociale si sentono un po' psicologi con i loro clienti.

Sono professioni, infatti, sempre a contatto con le persone. Il percorso è organizzato dal progetto V.I.P. Very Informal People, proposto all’interno del bando “Welfare a KM Zero”. È stato realizzato dalla Fai in collaborazione con il Comune di Trento, la Comunità della Valle dei Laghi, lo Studio Associato Tangram, la cooperativa Città Futura, l’Associazione Atas Onlus, l’Associazione dei Commercianti al dettaglio e la Cassa Rurale di Trento.

Le visite guidate per bambini e ragazzi organizzate dalla coop Bellesini al Castello di Avio.

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Cooperazione: visione di vita, di relazioni, di bene comune

Carlo Tamburini ritratto da Pierluigi Negriolli.

Il ritratto dell’esperienza cooperativa di Carlo Tamburini, fino al 2001 direttore della Cassa Rurale di Arco. Il sistema cooperativo come corda robusta e salda a cui tenersi legati anche nei momenti difficili. La nuova stagione delle Casse Rurali, che riorganizzate potranno esportare i valori della cooperazione e del bene

comune anche in altri mondi, dei servizi, della cultura, della convivenza.

“Ma lei si sente più bancario o cooperatore”? A questa domanda, schietta e diretta, Carlo Tamburini, “pensionato attivo” e a lungo direttore della Cassa Rurale di Arco, resta un attimo in silenzio: perché è vero, oggi soprattutto nel mondo del credito, il dibattito è acceso su cosa sia o non sia cooperazione, se le fusioni ne tradiscano la vocazione territoriale o ne rendano, invece, più efficienti i servizi, se occorra avere, dietro gli sportelli, più competenza o più ascolto, più efficienza o più solidarietà… Ma dopo una brevissima attesa il silenzio di Tamburini si trasforma in un sorriso quasi liberatorio e le sue parole tornano esplicite nel far capire che nella vita tutto si salda, e che la cooperazione prima di essere un sistema economico è una visione di vita, di lavoro, di relazioni, di comunità, di bene comune. “Da ragazzo – racconta – ho fatto le mie prime esperienze nel volontariato. Andavamo in montagna insieme con i compagni di scuola e di oratorio, aiutavo nelle varie iniziative… Una volta diplomato l’approdo alla Cassa Rurale, a “tenere i conti”, è stato quasi un proseguire “naturalmente” l’impegno per il paese. Continuavo a occuparmi della mia gente, nella consapevolezza che ognuno di noi sta meglio se tutti stanno bene.

Sono entrato nel 1963, sono andato in pensione nel 2001, non ho più responsabilità in banca e sono ritornato al volontariato. Ho tenuto i conti della parrocchia, sono stato nell’Istituto per il Sostentamento del Clero e per 15 anni presidente della scuola materna di Arco, che viene riconosciuta come una bellissima scuola, con otto sezioni, 200 bambini, 35 dipendenti. Quanto alla Cooperazione ha anch’essa i suoi momenti di maggior successo e quelli di difficoltà, ma resta sempre un riferimento decisivo, una corda robusta alla quale tenersi legati."

“Quando sono entrato alla Rurale di Arco, avevo il numero 5 di matricola, ora non so più quanti sono i dipendenti. Ma la Cassa di Arco è nata proprio per iniziativa di una cooperativa agricola, prima erano sorte quelle di Tenno, Oltresarca e Pannone, anch’esse espressione del mondo contadino. Poi le esigenze sono cresciute oltre i consumi, le scorte, i caseifici, le cantine, e poi c’era la casa da sistemare, sono nate le cooperative edilizie, s’è radicata l’“intercooperazione” che è il segreto di tutto, aiutarsi fra i vari settori, non esser soli nella propria attività. È cresciuta anche la Cassa. Nel 1963 avevamo un solo sportello, a Dro, nel 1977 abbiamo aperto la filiale di Riva. Del 1977 sono anche i primi estratti conto! Pare impensabile

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di Franco de Battaglia 6 minuti

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