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Riforma finanziaria etica e inclusione sociale dei poveri Le sfide di Papa Francesco alla Chiesa e alla politica. Alluvione, lavoratori Alcoa in campo

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Fiducia

e decadenza

www.conquistedellavoro.it

I

l Governo ha dunque affrontato la sfida della diducia sulla legge di Sta- bilità. Un passaggio considerato ne- cessario dal premier Letta per misu- rare quanto ancora siano larghe le inte- se dopo lo strappo di Forza Italia, che va all’opposizione a pcohe ore dal vo- to sulla decadenza di Berlusconi da se- natore.

Cgil, Cisl e Uil insistono sul merito. E sul merito si mobiliteranno sabato 14 dicembre con una serie di manifesta- zioni a livello regionale. L’annuncio ie- ri alla riunione degli Esecutivi unitari.

“L’obiettivo - spiega Bonanni - è fare proposte e discutere, posto per posto, per influenzare il dibattito”. Il leader Cisl non sottovaluta comunque l’aper- tura del premier Letta ad un rapido confronto con le parti sociali per inseri- re il meccanismo automatico che desti- na alla riduzione del cuneo fiscale le ri- sorse recuperate attraverso la spen- ding review. Bonanni stigmatizza inve- ce il “balletto indegno” sul tema della rivalutazione delle pensioni che semi- na “sfiducia tra la gente”.

Intanto modifiche alla legge di Stabili- tà vengono sollecitate anche dalla Fns Cisl. Il segretario generale Pompeo Mannone chiede al Governo “misure volte a garantire gli organici ed i servizi e ad alleviare le condizioni complessi- ve di disagio del personale che vi ope- ra che non ha mai lesinato impegno a favore della tutela dei cittadini”. Man- none condivide l’allarme lanciato dal Capo della Polizia Pansa, secondo il quale non è possibile accrescere la si- curezza con 15 mila poliziotti in meno.

Ocse: Italia, il precario di oggi povero da anziano

I

n Italia ”l’adegua- tezza dei redditi pensionistici potrà essere un proble- ma” per le generazio- ni future, e “i lavora- tori con carriere in- termittenti, lavori precari e mal retribu- iti sono più vulnera-

bili al rischio di po- vertà durante la vec- chiaia”.

Lo scrive l’Ocse nel suo rapporto sui si- stemi previdenziali.

I salari sono sotto la media Ocse.

Guardia alta contro i ladri di risorse al settore

sicurezza

ON LINE

Rsu Luxottica, vince la Femca Riforma finanziaria etica e inclusione sociale dei poveri

Le sfide di Papa Francesco alla Chiesa e alla politica

Un occhio elettronico sugli scavi di Pompei Monito sindacale:

Atac resti pubblica

ANCHE

T

orneranno ad incontrarsi il 4 dicem- bre. Nel frattempo Fiat e sindacati fa- ranno i loro conti, quelli che servono a chiudere un negoziato il cui avvio è par- so promettente alla maggior parte degli os- servatori. Le sigle di categoria vogliono chiu- dere il contratto di gruppo sulla base della piattaforma presentata lo scorso anno.

a pagina 3

D’Onofrio a pagina 7

L

e nuove tecnologie in aiuto del nostro patrimo- nio storico ed archeologi-

co. Per il sito più famoso al mondo come Pompei è sce- so in campo il Consiglio na-

zionale delle Ricerche (Cnr) con il cosiddetto “oc- chio elettronico”, quello che tecnicamente viene chiamato Mostwise. Il sen- sore è stato pensato per sorvegliare qualsiasi bene culturale. Il progetto sarà fi- nanziato a partire dal nuo- vo anno.

Ma intanto continuano i crolli nel famoso sito. Sta- volta si tratta di parti della Casa del Torello di Bronzo e delle Terme Centrali.

Isi a pagina 5 Soncin a pagina 6

Servizi a pagina 2

Alluvione, lavoratori Alcoa in campo

Fiat, prove di intesa sul contratto di gruppo

A

ffluenza record per le elezioni di rinnovo Rsu alla Luxottica di Pederob- ba che ha visto andare al voto il 79% dei lavoratori.

A ricevere il maggior nu- mero di consensi è stata la lista della Femca Cisl che è stata scelta da 226 elettori che hanno espresso il 48%

dei voti validi. La nuova Rsu è così composta: 6 de- legati Femca, 5 Filctem ed 1 Uilcem.

Ad Olbia una delegazione di 60 lavoratori Alcoa, con il segretario regio- nale Fsm Barca, hanno partecipato alle operazioni di soccorso delle popolazioni alluvionate in un centro di distribuzione allestito dalla pro- tezione civile

U

na riforma finanziaria ”che non ignori l’eti- ca” e “un vigoroso cambio di atteggiamen- to da parte dei dirigenti politici”, che devono

“affrontare questa sfida con determinazione e con lungimiranza”. E’ quanto scrive Papa Fran- cesco nella “Evangelii gaudium”, esortazione apostolica pubblicata ieri a a conclusione del- l’Anno della fede. Non si tratta di un “documen- to sociale”, ma il tema dei poveri è al centro, come lo è stato in questi primi otto mesi di pon- tificato. Il Papa sollecita “l’inclusione sociale

dei poveri” (inserendo tra i deboli da difendere i nascituri) e rilancia la necessità del “dialogo sociale”.

Il Papa chiede allora una “trasformazione mis- sionaria della Chiesa”, esortando ecclesiastici e cristiani ad “uscire dalla propria comodità e ave- re il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”.

Attenzione aprticolare alle nuove forme di fra- gilità: tra queste i migranti, una “sfida” per la sua Chiesa.

Tatarelli a pagina 6

A

tac è e deve rimanere un’azienda pubblica. Il messaggio che parte da Cgil, Cisl e Uil di Roma e La- zio e da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti è chiaro e non ammette repliche. Il mes- saggio suona un po’ come una campana di avverti- mento al Campidoglio e al sindaco Ignazio Marino, che li ha convocati il 6 di- cembre ad un tavolo che si preannuncia decisivo.

www.conquistedellavoro.it

QuotidianodellaCislfondatonel1948daGiulioPastore---ISSN0010-6348

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Anno65-N.266 MERCOLEDÌ27NOVEMBRE2013

conquiste del lavoro

Direttore:RaffaeleBonanni-DirettoreResponsabile:RaffaellaVitulano-DirezioneeRedazione:ViaPo,22-00198Roma-Tel.068473430-Fax068541233.Email:conquiste.lavoro@cisl.it.ProprietàConquistedelLavoroSrl.Societàsottopostaadirezioneecoordinamentoesercitatadaaltrisoggetti.”Impresabeneficiaria,perquestatestata,deicontributidicuiallaleggen.250/90esuccessivemodificheedintegrazioni”. Amministratoreunico:MaurizioMuzi-Sedelegale:ViaNicotera,29-00195Roma-Tel.06385098.-Amministrazione,Uff.Pubblicità,Uff.Abbonamenti:ViaPo,22i.12-00198Roma-Telefoni068473269/270-068546742/3,Fax068415365-Registraz.TribunalediRoman.569/20.12.48.Autorizz.affissionemuralen.5149del27.9.55-Sped.inabb.post.D.L.353/2003(conv.inL.27/02/2004N.46)Art.1comma2DCB- Roma.FilialediRoma.Nonrestituirealmittente-Stampa:MetrotipoSpa,ViaVaccareccia,27Pomezia(Rm);PoligraficoEuropaSrl,ViaE.Mattei,2Villasanta(MB).UnacopiaE0,60-ArretrataE0,82.Abbonamenti:annualeE103,30;iscrittiallaCislE41,50;esteroE155,00;comprensivodi”ConquistedeiPensionati”:maggiorazionediE1,66.C.C.Postalen.51692002intestatoa:ConquistedelLavoro,ViaPo,21-00198Roma

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MERCOLEDÌ27NOVEMBRE2013

2 conquiste

del

lavoro in primo piano

Una rottache va invertita:

IL BLOG DI MASSIMILIANO LENZI

R

oma (nostro servi- zio) - L’obiettivo dei sindacati con- federali è portare il Paese fuori dalla crisi spingendo il Governo ad adottare politiche econo- miche e fiscali non reces- sive finalizzate a sostene- re la domanda interna.

E’ questo il messaggio che emerge dagli esecuti- vi unitari di Cgil Cisl e Uil, convocati ieri a Roma, che hanno deciso di pro- seguire la mobilitazione contro le misure contenu- te nella legge di stabilità con manifestazioni in tut- te le regioni il 14 dicem- bre e una campagna di in- formazione a tappeto, per sensibilizzare iscritti e cittadini sui riflessi ne- gativi che avrebbe la ma- novra nel caso in cui ve- nisse approvata senza le modifiche suggerite dalle confederazioni, ma so- prattutto di ribadire le lo- ro proposte per emenda- re il provvedimento del Governo.

Per dirla con le parole di Raffaele Bonanni, si trat- ta di ”alzare il tiro” della mobilitazione sindacale, non di organizzare solo la protesta ma di sostenere proposte ragionevoli veri- ficando allo stesso tem- po le intenzioni espresse dal presidente del Consi- glio. Intenzioni che co- munque dovranno con- cretizzarsi in misure legi- slative, magari sotto for- ma di emendamento del Governo sul quale porre la fiducia alla Camera,

che tengano assieme il ta- glio delle tasse per lavora- tori, pensionati e impre- se, il recupero dell’evasio- ne fiscale e la spending re- view. Insomma, misure serie. Non ”il brodino” di 13 euro nella busta paga dei lavoratori previsto dal Governo. Nè tantome- no l’abbandono della riva- lutazione delle pensioni.

Su quest’ultimo tema i sindacati dei pensionati non la mandano a dire:

”Basta manovre con i sol- di dei pensionati” si legge in un appello di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil al go- verno, al Parlamento e a tutte le forze politiche a seguito del ritiro dell' emendamento alla legge di stabilità sulla rivaluta- zione delle pensioni.

”Non staremo a guardare che si faccia ancora una volta cassa con le pensio- ni - affermano in una no- ta congiunta le tre sigle - ed è per questo che ve- nerdì 29 novembre dare- mo vita ad una manifesta- zione unitaria (a Roma al Teatro Italia con i tre se- gretari generali Cantone, Bonfanti e Bellissima) per chiedere che a pagare il prezzo della crisi non sia- no sempre i soliti noti”. In

particolare, Spi Fnp e Uilp chiedono ”che sia tutela- to il potere d'acquisto del- le pensioni, che ci sia un' equa redistribuzione del- la ricchezza in favore di la- voratori e pensionati, un welfare universalistico e una legge nazionale a so- stegno delle persone non autosufficienti e delle lo- ro famiglie”.

Un primo assaggio di quello che si prospetta per il 14 dicembre.

Perchè i sindacati, per dir- la con Susanna Camusso, non hanno nessuna inten- zione di smobilitare. D’al- tra parte, così com’è, la legge di stabilità appare in perfetta continuità con quelle varate dai go- verni precedenti, tanto da sembrare una finanzia- ria da inizio crisi (cinque anni fa) più che da inizio ripresa. E se la linea del Governo Letta non cam- bia in fretta, avverte il se- gretario generale Cgil, sa-

rà un disastro per il lavo- ro ed il Paese.

Lo spettro che agita il son- no e la veglia del sindaca- to confederale, e che do- vrebbe mantenere desto anche l’Esecutivo, si chia- ma deflazione. Perciò, in- sistono i sindacalisti, oc- corre agire sulla doman- da interna attraverso la leva fiscale in modo da at- tuare una vera e propria redistribuzione a favore dei ceti medi e bassi fa- cendo pagare un pò di più a chi invece ha sem- pre pagato poco, come i rentier. Il fallimento delle politiche di austerità e ri- gore, così come quello dei tagli lineari alla spesa, è nei numeri della crisi e in particolare in quelli del Pil e della disoccupazio- ne. Numeri che hanno in- dotto anche la Commis- sione Europea ad affibbia- re una sonora bocciatura al nostro Governo sulla legge di stabilità che se-

condo Bruxelles non è in grado di garantire neppu- re il risanamento dei con- ti pubblici proprio a cau- sa della scarsa crescita che verrebbe prodotta dalle misure varate dal Governo.

La situazione, secondo Cgil Cisl e Uil, è talmente grave da richiedere una

”presa di coscienza” da parte dei cittadini e so- prattutto della politica per mettere in campo nel- l’immediato misure con- cretamente finalizzate da una parte a ripristina- re un’adeguata capacità di spesa delle famiglie a reddito fisso e dall’altra a garantire il lavoro che c’è e in prospettiva a riavvia- re una fase di sviluppo ta- le da aumentare la do- manda di nuova occupa- zione. Senza dimentica- re, ovviamente, di porta- re a soluzione definitiva e completa il problema de- gli ”esodati”, rimasti sen-

za stipendio e senza pen- sione a causa del repenti- no innalzamento dell’età pensionabile introdotto dalla riforma Fornero, e quello degli ammortizza- tori sociali in deroga.

Su tali questioni i sindaca- ti si aspettano ”risultati concreti”, per usare le pa- role di Luigi Angeletti,

”non impegni solenni, promesse o aspettative”.

Risultati coerenti con gli obiettivi indicati dal Go- verno stesso all’atto del suo insediamento. E la mobilitazione continuerà fino a quando questi risul- tati non si saranno otte- nuti. Inutile sperare in un allentamento dei vincoli europei. Quello che c’è da fare lo deve fare il Go- verno Letta. Basta scuse.

Sindacati e imprese lo hanno scritto nero su bianco. Il tempo stringe, anzi per Cgil Cisl e Uil è quasi scaduto.

Francesco Gagliardi

SPARLAMENTO

Sempre più stretta la via delle riforme

A

ria di piazza più che di Gover- no, in questi giorni cruciali per il futuro politico di Enrico Let- ta e dei suoi ministri alle prese con un Silvio Berlusconi che non ne vuol sapere di decadere e chiama i suoi all’ultima battaglia.

Oggi, giornata della protesta di Silvio Berlusconi e della sua rina- ta Forza Italia contro la decaden- za, è solo la prima tappa di un au- tunno politicamente caldo per il

premier Enrico Letta. Il 1 dicem- bre sarà la volta del terzo V-Day di Beppe Grillo, all'insegna del vaffa alla casta, governo compre- so; l'8 dicembre sarà la volta del- le primarie del Pd con Matteo Renzi, il rottamatore, che dovreb- be essere incoronato - stando ai sondaggi - segretario. Il suo me- mento da capo del Pd Renzi lo ha comunque già inviato a Letta ed al Governo, di cui il Partito demo-

cratico è il principale azioni- sta: “Se il Governo non fa quello che chiediamo noi, fi- nish”. Siamo dunque all'imperati- vo politico del Pd (se Renzi vince- rà) ad un governo di larghe inte- se (ora un po’ meno larghe dopo l'uscita di Forza Italia e Berlusco- ni) ma a guida Pd, visto che Enri- co Letta appartiene al Partito de- mocratico.

Con tre leader come Berlusconi, Renzi e Grillo a sferzarlo ogni giorno il premier Enrico Letta e le riforme non avranno vita facile e

lo stesso Letta dovrà giocarsi una partita per essere leader e non soltanto premier delle larghe in- tese. Questo apre a prospettive di rivalità interna al Pd, tra Renzi e Letta, e ad una crescente fragili- tà dell'Esecutivo. Come finirà e' difficile dirlo. Le strategie di Ber- lusconi, Renzi e Grillo paiono a lo- gica dare maggiori probabilità al- le elezioni anticipate. Dall'altra parte c'è l'asse Enrico Letta e Pd non renziano, con la linea del Ca- po dello Stato Giorgio Napolita- no, che vedono nella realizzazio-

ne di alcune riforme necessarie (prima di tutte quella elettorale) l'unica via praticabile per la sal- vezza del Paese e dell'economia italiana. Certo, con Berlusconi al- l’opposizione, le larghe intese so- no diventate un'altra cosa, in ter- mini politici, bombardate come sempre da Grillo e con un Renzi scalpitante di scendere in cam- po. Chi vincerà lo sapremo sol- tanto vivendo. Speriamo almeno che a perdere non siano gli italia- ni. Come (quasi) sempre accade.

Massimiliano Lenzi

G li esecutivi unitari CGIL CISL UIL riuniti il 26 novembre valutano positivamente l'andamento dello sciopero generale articolato territorialmente dei giorni scorsi.

L'ampia consapevolezza di lavoratori e pensionati sul perdura- re della crisi, e l'assenza di stabilità, di risposte nella legge di stabilità, sono state visibili in tutte le piazze italiane.

La legge di stabilità, nella configurazione che verrà sottoposta alla fidu- cia al Senato, non dà risposte ai lavoratori, penalizza i pensionati, con- ferma la sottrazione ai lavoratori pubblici della contrattazione, non dà soluzioni agli esodati, lascia nell'incertezza CIG in deroga e Cds.

Per queste ragioni CGIL CISL UIL indicono 3 giorni di mobilitazione dedi- cata ad informare il paese del nostro giudizio e delle nostre proposte.

Chiediamo a Governo e Parlamento che si riveda la legge di stabilità,

dando centralità alla riduzione del peso fiscale su lavoratori, pensiona- ti ed imprese che investono e assumono.

Chiediamo che le risorse derivanti da evasione fiscale e spending re- view (dei cui criteri bisogna discutere) vadano automaticamente a ri- duzione del peso fiscale su lavoratori e pensionati.

Insistiamo sulla necessità di una risposta certa su ammortizzatori so- ciali ed esodati, sulla contrattazione nel lavoro pubblico, sulla rivaluta- zione delle pensioni.

CGIL CISL UILimpegnano le proprie strutture alla preparazione di mani- festazioni che si svolgeranno contemporaneamente in tutte le Regio- ni il 14 dicembre.

Roma, 26 novembre 2013

Il documento approvato dagli Esecutivi unitari

I sindacati torneranno in piazza il prossimo 14 dicembre con manifestazioni in tutte le Regioni che potranno articolarsi

anche a livello territoriale

Cgil Cisl Uil, sfida al Governo sulle tasse. Bonanni: risorse da spending review direttamente a cuneo fiscale

Legge di Stabilità, Cgil Cisl Uil

proseguono la mobilitazione

(3)

precarioggi,poveridaanziani P

overa Italia. E po-

veri italiani. C’è una scelta che, al di là delle questio- ni politiche, non è più rinviabile. È uno stru- mento organico e conti- nuato di contrasto alla povertà, che superi la concezione assistenziali- stica della vecchia So- cial card e oltrepassi i li- miti della nuova Social card. La coperta del fi- nanziamento pubblico è corta e lo sarà sempre più per un po’ di anni.

Ma quando la fila davan- ti agli enti caritativi per chiedere cibo e aiuto è invece sempre più lun- ga, dove orientare le po- che risorse è facilmente comprensibile. L’errore che va evitato, la Cisl lo ripete da tempo, è per- seguire la logica di con- trasto alla povertà sot- traendo risorse al socia- le o colpendo - al solito - i pensionati, perché co- sì si “alimenta nuova po- vertà e una guerra tra poveri”. Una guerra tra bisognosi potrebbe es- sere combattuta dal 2014 anche a livello eu- ropeo, visto che i fondi per il sociale e l’aiuto ali- mentare verranno ridot- ti drasticamente e redi- stribuiti per un numero sempre maggiore di Sta- ti. A ciò si aggiunge il fat- to, poco lusinghiero vi- sta la percentuale di po- veri che aumenta, che il nostro Paese è l’unico accanto alla Grecia a non avere uno strumen- to nazionale di contra- sto all’indigenza. In un quadro del genere, per- ciò, è il sociale e gli ope- ratori sui territori a fare rete per evitare di roto- lare ancora in basso.

Un’alleanza contro la povertà nata a metà ot- tobre, che coinvolge Cgil-Cisl-Uil, Caritas, Acli, Forum nazionale del Terzo Settore, Anci, Conferenza delle Regio- ni e delle Provincie Auto- nome e altre tredici as- sociazioni impegnate sui territori.

E la Cisl è in prima linea, per evitare le derive ide- ologiche e far in modo che già nella prossima

legge di Stabilità ci sia uno strumento struttu- rato di lotta alla pover- tà, selettivo rispetto al- le condizioni di bisogno, che fornisca un soste- gno economico per fare uscire le famiglie dalla

povertà assoluta. Ma che non sia solo un aiu- to monetario, bensì as- soci all’assegno inter- venti per il reinserimen- to lavorativo e l’inclusio- ne sociale. E questo chiama in causa sia i cen-

tri per l’impiego che la rete dei servizi sociali sul territorio. Entrambi da riformare. Tuttavia i paletti non cambiano.

“Diciamo no alle ipotesi circolate di sottrarre al sociale le risorse neces-

sarie – dice il segretario confederale di via Po, Pietro Cerrito – a quelle che vorrebbero tagliare le pensioni sociali e quelle integrate al mini- mo” e all’insufficiente ri- finanziamento della Car- ta Acquisti. Entro il 23 novembre tutto sarà più chiaro, perché in quella data sarà pronta la bozza licenziata da pa- lazzo Madama. Il cam- bio di rotta che l’Italia si aspetta, comunque, è

“un’azione concreta le- gata al bisogno, che vuol dire – precisa il sin- dacalista – un’ipotesi di finanziamento unica, che non disperda i soldi, sia per gli anziani che per le famiglie”. Quel che va avviato struttu- ralmente perciò è un fi- nanziamento intanto di 3-400 milioni che po- trebbe uscire da una se- ria “spending review della Pubblica Ammini- strazione e dalla riorga- nizzazione della macchi- na istituzionale”.

La situazione drammati- ca di tante categorie so- ciali, anziani, famiglie, giovani e papà separati, è sotto gli occhi di tutti.

Non è più solo impoveri- mento generalizzato, ma intere classi sociali ormai finite sotto la so- glia della povertà assolu- ta. Lo dimostrano an- che i numeri dell’Osser- vatorio sociale Cisl sugli accordi firmati nei terri- tori che hanno come be- neficiari cittadini in disa- gio economico: in due anni più di 550. Proprio dall’Alleanza della po- vertà arriva, così, la ri- chiesta di far partire dal 2014 il Piano nazionale sulla povertà e di assicu-

rare continuità e univer- salismo degli interventi, con un finanziamento assicurato dallo Stato e la gestione dei servizi af- fidata a organizzazioni sociali, Terzo settore e Istituzioni locali. Sul ta- volo ci sono tre propo- ste, che presentano co- me punto di contatto il fatto di rendere l’inter- vento uguale in ogni Re- gione d’Italia e legato ad un ruolo attivo del ri- cevente l’aiuto: il Reis (reddito di inclusione so- ciale) proposto da Acli e Caritas, il Sia (Sostegno d’inclusione attiva) pen- sato dal ministro del La- voro Enrico Giovannini e il Rmi (Reddito mini- mo d’inserimento), stu- diato dall’Istituto per la ricerca sociale. Hanno costi a regime diversi, ri- spettivamente 6, 8 e 7 miliardi, ma tutti preve- dono la gradualità del- l’inserimento e la gestio- ne coordinata di Comu- ni, centri per l’impiego e Terzo settore. Nel Reis, invece, si delinea persino uno specifico ruolo di Caf e Patronati per l’attuazione del pro- gramma di aiuti sul terri- torio.

Sembra, tuttavia, la fon- te di finanziamento di programmi tanto com- plessi il problema fonda- mentale su cui poter cu- cire al meglio una coper- ta troppo corta. E pure la possibilità di rivedere parzialmente i tratta- menti previdenziali ha poco senso, per la Cisl, senza l’entrata a regime di un reddito minimo e avulsa da una più vasta riforma delle prestazio- ni economiche assisten- ziali. Certo la novità di avere tutti gli attori so- ciali insieme intorno ad un tavolo per dire basta alla povertà è già di per sé un primo passo im- portante, anche perché l’indigenza – ricorda Lo- renzo Lusignoli, del di- partimento Politiche so- ciali Cisl - oltre che esse- re “moralmente inaccet- tabile in un Paese svilup- pato, rischia di determi- nare un problema socia- le difficilmente arginabi- le se non lo si affronta in tempo”. Adesso co- munque, all’interno del- l’Alleanza, sarà “fonda- mentale coordinare or- ganicamente l’introdu- zione del nuovo stru- mento con l’assetto esi- stente del mercato del lavoro”, continua Lusi- gnoli, aiutando a “po- tenziare i servizi volti al reinserimento” dei sog- getti interessati ed “evi- tando che il sostegno as- sistenziale possa ali- mentare meccanismi di rinuncia alla ricerca di una nuova collocazione lavorativa”.

Alessia Guerrieri

Tasso di contribuzione per pensioni:

l’Italia al top tra i grandi Paesi europei

I

n Italia, “l’adeguatezza dei redditi pensionistici potrà essere un proble- ma” per le generazioni future, e “i lavo- ratori con carriere intermittenti, lavori precari e mal retribuiti sono più vulne- rabili al rischio di povertà durante la vecchiaia”. Lo scrive l’Ocse che, nel suo rapporto sui sistemi previdenziali.

rileva come il metodo di calcolo del si- stema contributivo sia “legato stretta- mente all’ammontare dei contributi”, e lamenta il fatto che “l’Italia non pre- veda alcuna pensione sociale per atte- nuare il rischio di povertà degli anzia- ni”.

Essenziali sono le politiche per pro-

muovere l’occupazione e

l’occupabilità e per migliorare la capa- cità degli individui ad avere carriere più lunghe sono essenziali. L’aumento dell’età pensionabile, secondo l’orga- nizzazione di Parigi, “non è sufficiente per garantire che le persone rimanga- no sul mercato del lavoro, soprattutto se esistono meccanismi che consento- no ai lavoratori di lasciare il mercato del lavoro in anticipo”.

In Italia, la partecipazione al mondo del lavoro degli over 55 resta “relativa- mente bassa”, al 40,5%, anche se dal

2000 è aumentata di quasi 13 punti percentuali.

L’Italia, inoltre, è tra i Paesi Ocse con il tasso di contribuzione per le pensioni più elevato, con il 33% della retribuzio- ne lorda nel 2012 (era il 28,4% nel 1994), seconda solo al 34% dell'Unghe- ria. Tra i grandi Paesi europei, l’Italia è l’unica ad aver registrato questo rial- zo.

Male anche i salari. In media in Italia nel 2012 un lavoratore ha percepito un reddito di 28.900 euro, pari a 38.100 dollari, al di sotto dei 42.700 dollari me- di dei Paesi Ocse.

I

talia ed Europa hanno grandi sfide da affrontare. Il nostro Paese, sia nel 2011 che nel 2012, aveva assun- to l’impegno di ridurre di 2 milioni e 200mila le persone in povertà as- soluta entro il 2020. E l’Europa sta ultimamente guardando alla pover- tà come una sfida da affrontare su- bito (nel continente i bisognosi so- no 40 milioni). Per questo, sta pen- sando di dedicare il 20% dei fondi destinati al sociale proprio per con- trastare il dilagare dei cittadini che vivono con meno di mille euro al mese. Negli ultimi cinque anni, se- condo l’Istat, le famiglie sotto la so- glia di povertà relativa sono passa- te dall’11 al 12,7% (cioè 9 milioni e mezzo di persone); mentre nell’ulti- mo anno il numero degli individui in povertà ha raggiunto quasi 5 mi-

lioni con un incremento del 33%. La povertà assoluta, così come quella relativa, colpisce trasversalmente la società in particolare le famiglie con figli (+2% con due figli, +3% con tre figli), i dipendenti (+2%), i pen- sionati (+1,7%), gli autonomi (+8%). Tutto questo peggiora man mano che si scende nel Mezzogior- no.

Il confronto con i nostri partner eu- ropei non è affatto consolante. Se- condo l’Eurostat nel 2011 le perso- ne a rischio esclusione sociale sono nella Ue27 il 24,2%, mentre in Italia nello stesso periodo si è prima scesi dal 26% al 24,5% del 2010 per poi balzare in un solo anno fino al 28,2% (i numeri provvisori per il 2012 mostrerebbero un ulteriore incremento al 30,4%). Dal confron-

to per diversi indicatori di reddito, si comprende con chiarezza che in Italia, in assenza di uno strumento di contrasto nazionale alla povertà, finito il ruolo di ammortizzatore so- ciale svolto negli anni dalla fami- glia, l’allarme è ancora più eviden- te. Qui, infatti, le persone a rischio di povertà sono il 19,6%, contro una media Eu27 e Ae17 pari a 16,9%; quelle con severa depriva- zione materiale sono l’11,2%, con- tro una media Eu27 dell’8,8%

eEa17 del 6,5%. I dati provvisori per il 2012 indicano un peggiora- mento di entrambi gli indicatori: sa- lirebbero al 19,8% le persone a ri- schio di povertà e al 14,5% le perso- ne con deprivazione materiale seve- ra.

Al. Guer.

Alleanza contro la povertà Inclusione sociale al centro

Ieri il rapporto Ocse sui sistemi previdenziali. Cisl: situazione drammatica per intere classi sociali

Italia ed Europa, i numeri dell’indigenza

(4)

MERCOLEDÌ27NOVEMBRE2013

4 conquiste

del

lavoro attualità

La tenuta dei sistemi previdenziali e il rispetto del principio costituziona- le di adeguatezza rendono indifferibi- le l’individuazione di soluzioni cali- brate sui giovani, posto che ad essi si applicherà per intero il sistema di cal- colo contributivo che, per offrire pre- stazioni di una qualche consistenza, richiede versamenti consistenti effet- tuati per un lungo periodo.•Tale obiettivo sarà difficilmente realizza- bile in presenza di percorsi lavorativi discontinui, come quelli che caratte- rizzano sempre più la loro carriera professionale.•Per colmare il diffe- renziale negativo tra le pensioni per- cepite dai nostri padri e quelle che sa- ranno erogate ai nostri figli, risulta funzionale la costruzione di un siste- ma previdenziale multipilastro, basa- to sulla pensione pubblica obbligato- ria a ripartizione e su varie forme di risparmio individuale a capitalizza- zione, specificamente regolate e fi- scalmente incentivate, con una fun- zione compensatoria rispetto al defi- cit di copertura sociale offerto dal si- stema pubblico.•Ma, nonostante “co- struirsi una seconda pensione” appa- ia una necessità improcrastinabile per i giovani, l’urgenza indifferibile di tale intervento non trova conferma nei dati relativi alle adesioni alla pre- videnza complementare.•La relazio- ne annuale della Covip (anno 2012) rivela che soltanto il 18 per cento dei lavoratori con meno di 35 anni è iscritto a una forma pensionistica

complementare, mentre il tasso di partecipazione sale al 24,7 per cento per i lavoratori di età compresa tra 35 e 44 anni e al 30,2 per cento per quel- li tra 45 e 64 anni.•Tale deludente ri- sultato si spiega con la difficoltà, non banale per un giovane lavoratore, di reperire le risorse necessarie da desti- nare a futuro reddito pensionistico, aggravata dall’attuale fase congiun- turale, che ha inficiato la sua già limi- tata capacità di risparmio. La previ- denza complementare, per essere di una qualche utilità, richiede apporti sostanziosi, difficilmente raggiungi- bili dai giovani nell’attuale contesto socio-economico.•Ma il fattore che, per acquisizione ormai condivisa, maggiormente ostacola le adesioni alla previdenza integrativa è rappre- sentato dalla mancanza di un’adegua- ta formazione e informazione finan- ziaria e previdenziale.•L’adesione ri- chiede consapevolezza rispetto alla propria “posizione” previdenziale obbligatoria e conoscenze “di base”

relative alla previdenza complemen-

tare. Nelle diverse fasi di partecipa- zione ad un fondo pensione, agli indi- vidui si chiede di risparmiare in un’ottica di lungo periodo, di sceglie- re il tipo di investimento più adegua- to al proprio profilo di rischio, di ge- stire le risorse in maniera efficiente, di non intaccare il montante accumu- lato con anticipazioni, di richiedere erogazioni in rendita piuttosto che in capitale, di assicurarsi contro il “ri- schio di longevità”.•La richiesta, in- somma, prevede l’assunzione di una responsabilità diretta da parte dei sin- goli e contempla la capacità di com- prensione e di gestione degli step de- cisionali in cui si articola un piano pensionistico. Tuttavia, l’evidenza empirica dimostra che il grado di co- noscenza e di dimestichezza della po- polazione con alcuni concetti finan- ziari e previdenziali di base è assai li- mitato. La sensazione di insicurezza per il futuro blocca gli individui in po- sizioni agnostiche e ne inibisce le scelte; tutto ciò si concretizza nel- l’adesione ad opzioni di default, per-

cepite aprioristicamente come otti- mali o, più spesso, nell’inclinazione a differire le decisioni o nell’immobi- lismo.•Alcuni degli Autori più accre- ditati sull’argomento sostengono che gli individui, prima di assumere decisioni finanziarie o previdenziali, dovrebbero possedere una “financial license”, analogamente alla patente di guida richiesta prima di circolare con una autovettura. La “bontà” di ta- le suggerimento risiede nella com- plessità della materia, che richiede competenze specialistiche, e nella possibilità che l’improvvisazione de- termini danni economici ingenti.•Ri- fuggendo da reazioni nostalgiche nei confronti del precedente welfare sta- te, tanto dispensatore di privilegi quanto fonte di oneri per le genera- zioni a venire, forse ci si dovrebbe in- terrogare sulla necessità che i sogget- ti istituzionali offrano ai singoli indi- vidui risposte adeguate.•È urgente un intervento per i giovani, per un verso, sul fronte delle politiche del la- voro, per altro verso, fornendo loro gli strumenti di conoscenza più ade- guati per fronteggiare le decisioni pensionistiche.

(Luisa Tadini)

Per approfondimenti si consi- glia•L. Tadini, Previdenza comple- mentare: un intervento necessario per i giovani,•in BollettinoOrdina- rio ADAPT n. 40 del 18 novembre 2013

Italia 2014. Governo e parti sociali a confronto sulle possibili vie d’uscita dalla crisi

Lavoro, misure sostenibili perscongiurareildefault

Filo diretto con il Centro Marco Biagi / 267

La previdenza complementare per il futuro dei giovani

I

mprese, sindacati e gover- no insieme per affermare che le vie dello sviluppo e del lavoro non sono esauri- te ma che piuttosto hanno cam- biato direzione. Gli attori coin- volti nella definizione dei pro- cessi di crescita dell'Italia sono dunque chiamati a uno sforzo suppletivo per immaginare al- ternative valide che possano in- dividuare nuove forme di occu- pazione sostenibile. Il lavoro, insomma, non è sparito ma si è semplicemente spostato e l'abi- lità dei decisori, in una delicata fase di transizione, dovrà esse- re quella di interpretare i cam- biamenti in corso affinché essi possano portare benefici alla comunità piuttosto che essere vissuti come vicende tragiche.

Il seminario “Italia 2014, le vie del futuro non sono finite”, pro- mosso da “Il diario del lavoro”

in collaborazione con Vodafo- ne e Finmeccanica e tenutosi a Roma presso il Tempio di Adria- no, si è dunque posto l'obietti- vo di studiare le possibili linee di sviluppo equo e sostenibile a partire dall'analisi di un contin- gente che sembra aver esauri- to la sua vena propositiva.

Serve dunque una nuova strate- gia che deve essere elaborata dal confronto delle parti nella certezza che dalla crisi si deve uscire insieme attraverso un ri- pensamento dell'intero siste- ma di produzione e di relazioni.

Un approccio nuovo che preve- da la discussione non solo sulle forme ma anche sui contenuti dell'occupazione, secondo Pie- tro Cerrito, segretario confede- rale della Cisl, che osserva co- me lo spazio nei settori tradizio- nali del nostro mercato del la- voro sia in fase di esaurimento.

Piuttosto che arroccarsi sulle vecchie posizioni è però giunto il momento di affrontare il cam- biamento andando alla ricerca dei settori in grado creare occu- pazione e incentivarli. Si tratta di settori dimenticati o trascu- rati come, per fare degli esem- pi, quello dell'agricoltura, dell' ambiente e dei servizi alla per- sona. Sono tutti grandi campi in cui si può costruire il futuro ma per fare questo, propone Cerrito, bisogna sedersi intor- no a un tavolo mettendo insie- me tutte le risorse utili per far ripartire l'occupazione, soprat- tutto per i giovani: “La produ- zione industriale – spiega l'esponente della Cisl - potrà as-

sorbire poco nel futuro e non sarà in grado di far fronte ai tan- ti disoccupati che si prevedono nei prossimi anni e che per la maggior parte sono giovani; a questa fascia dobbiamo offrire opportunità in altri settori an- che perché non tutte le perso- ne sono disponibili ad andare a lavorare in fabbrica; bisogna al- lora guardare con maggiore in- teresse – ha concluso il sindaca- lista - a quei settori che posso- no assorbire manodopera ma che oggi ancora non vengono considerati validi”.

Oltre ai nuovi settori ci sono pe- rò dei problemi strutturali che riguardano il benessere dei la- voratori come quelli delle pen- sioni e della fiscalità. Il campa- nello d'allarme lo ha suonato in giornata l'Ocse secondo cui l'adeguatezza dei redditi pensionistici sarà un problema per le generazioni fu- ture e con- dannerà alla po- vertà

gli italiani con carriere intermit- tenti, lavori precari e mal retri- buiti. Un problema che può es- sere risolto solo offrendo la possibilità alle persone di co- struire schemi integrativi che possano far fronte all'abbassa- mento progressivo delle pen- sioni: “Lo Stato può fare molto da questo punto di vista defi- scalizzando i contributi dei lavo- ratori; sul tema della fiscalità si tratta invece di abbassare le tasse sul lavoro, di stanare l'evasione e, in termini genera- li, di recuperare le risorse lad- dove sono sprecate”.

Il futuro del lavoro va però al di là dell'intervento statale e coin- volge le parti sociali in un dialogo

sempre più serrato e costrutti- vo. E' la via della partecipazio- ne sui cui l'esempio tedesco, dai comitati aziendali all'ap- prendistato, offre ai parteci- panti al dibattito più di uno spunto. Roberto Maglione, di- rettore risorse umane di Finmeccanica, espone il proto- collo firmato dalla sua azienda come esempio di un nuovo mo- dello di relazioni industriali ba- sate sul diritto di informazione, consultazione, condivisione con i lavoratori oltre che sui pia- ni di welfare aziendale. La crea- zione di nuova occupazione de- ve però passare anche attraver- so una riduzione della distanza fra il mondo della for- mazione e quel-

lo del lavoro. Secondo Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confin- dustria, i giovani italiani paga- no dazio al fatto di entrare trop- po tardi nel mercato del lavo- ro. Il modello tedesco di ap- prendistato, che prevede un'al- ternanza fra scuola e lavoro, può rappresentare, da questo punto di vista, un'opzione più che valida. Per raggiungere questo obiettivo, sarà però ne- cessario investire di più sui ser- vizi per l'impiego, ha concluso Carlo Dell'Aringa, sottosegreta- rio del Lavoro, che ha indicato nel programma di Garanzia Gio- vani, che sarà operativo a parti- re dal prossimo gennaio, una prima importante risposta in questa direzione. Tra gli altri in- terventi programmati in giorna- ta: Antonio D’Amato, Cesare Damiano, Maurizio Sacconi, Maurizio Tarquini, Inno- cenzo Cipolletta, Au-

relio Regina.

Manlio Masucci

(5)

MERCOLEDÌ27NOVEMBRE2013

conquiste

del

lavoro TERRITORIO & IMPRESE

Atac,restiaziendapubblica

esegualastradadelrisanamento

Fermata d’ autobus. Monito di Cgil Cisl Uil e Filt Fit Uiltrasporti di Roma e Lazio. Attesa per il tavolo con Marino del 6 dicembre

R

oma (nostro ser- vizio). Atac è e de-

ve rimanere

un’azienda pub- blica. Il messaggio che parte dalla conferenza stampa indetta dai sinda- cati Cgil, Cisl e Uil di Ro- ma e Lazio e dalle catego- rie dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti è chiaro e non ammette re- pliche. D’altronde non potrebbe essere diverso visti i recenti fatti di Ge- nova, ma il messaggio dei sindacati suona un po’ come una campana di avvertimento al Cam- pidoglio e al sindaco Ignazio Marino, che li ha convocati il 6 dicembre prossimo ad un tavolo che si preannuncia deci- sivo per il futuro dei tra- sporti pubblici romani. E se le risposte non saran-

no quelle che i lavoratori si aspettano, la mobilita- zione sarà totale. “Lo sta- to di profonda difficoltà finanziaria dell’azienda Atac è il risultato di anni di una cattiva gestione da parte dei manager e di comportamenti clien- telari inammissibili - tuo- na Giampaolo Pavoni, se- gretario Cisl Roma e La- zio con delega ai traspor- ti -. Ma quello che deve essere chiaro è che Atac è e deve rimanere pub- blica in quanto azienda la cui missione è produr- re servizi, uno status non compatibile con il presupposto privatistico del profitto. Per questo va perseguito il pareggio di bilancio, affrontando la questione della riorga- nizzazione per riportare ad efficienza e efficacia il

servizio che Atac offre al- la cittadinanza, la valoriz- zazione delle professio- nalità esistenti in azien- da e la gestione di incari- chi, responsabilità e ruo- li”. Perché se Atac conta 11mila dipendenti, di cui 1.386 sono amministrati- vi, 193 quadri e 79 diri- genti, per la vastità del- l’utenza e del territorio coperto servono molti meno dirigenti e più auti- sti, più vetture in giro e più nuove, e contempo- raneamente una miglio- re efficienza di tutto il si- stema di trasporto attra- verso un'unica Agenzia del trasporto su scala re- gionale. Il rilancio del- l’azienda dei trasporti più grande d’Italia è pos- sibile, e trova una rispo- sta importante nell’ac- cordo raggiunto dai sin-

dacati confederali e di ca- tegoria di Cgil, Cisl, Uil con il sindaco Marino e l’assessore Improta fir- mato lo scorso 6 novem- bre e confermato da una nuova intesa il 23 no- vembre che ne dà attua- zione. Il momento è cru- ciale, l’azienda è a un bi- vio: o si cambia pagina o si apre il baratro. Per questo il Patto per l’Atac sottoscritto il 6 novem- bre è importante e si fon- da su punti su cui non si può trattare: il rilancio del ruolo pubblico di Atac con un nuovo con- tratto di servizio fino al 2019 come strumento operativo dell'affida- mento in house fino alla stessa data, un nuovo piano industriale, e la ri- visitazione del sistema degli appalti che è impor-

tante per la spesa e per l'occupazione. E quindi tra interventi sul dimen- sionamento e sulla strut- tura retributiva della diri- genza, l’eliminazione dei superminimi, la riduzio- ne del 15% degli stipendi dei dirigenti, quello che si è messo nero su bian- co è un impegno a cor- reggere le troppe distor- sioni di un’azienda che, se ben gestita, potrebbe essere un vanto per la Ca- pitale. E però anche qui serve davvero una vera terapia d’urto. A tal pun- to che il 6 dicembre pros- simo sarà il “punto di non ritorno”, o ripresa o declino. Ne è consapevo- le Gianluca Donati, se- gretario della Fit Cisl La- zio: “Noi sindacati abbia- mo preso impegni di re- sponsabilità con l’azien-

da e creato i presupposti perché Atac ritorni in equilibrio. Un modo di agire responsabile che però deve essere condi- viso con le istituzioni. Il 6 dicembre ci aspettiamo che il sindaco confermi il contratto di servizio at- tuale che è di 114 milioni di chilometri per 511 mi- lioni di euro fino al 2019 e l’impegno di fare una delibera per il contratto in house a partire dal prossimo primo gennaio insieme alle relative co- perture economiche”.

Diversamente scatterà la mobilitazione, com- preso lo sciopero se ne- cessario, ma certo, sotto il periodo natalizio sareb- be un’autentica “Capo- retto”. E stavolta non so- lo per i cittadini.

Floriana Isi

I

l settore del trasporto pubblico locale è in piena mobilitazione. In attesa del- la convocazione prevista per giovedì, al ministero del Lavoro, le segreterie nazionali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-Fna, Faisa-Cisal hanno confermato per il prossimo 16 dicembre lo sciope- ro nazionale di 4 ore degli autoferro- tranvieri - internavigatori a sostegno della vertenza per il rinnovo del con- tratto scaduto il 31 dicembre 2007.

”Il sindacato e i lavoratori del settore - si legge in una nota congiunta - sono costretti a questa ulteriore iniziativa di lotta dalla perdurante indifferenza da

parte delle associazioni datoriali As- stra ed Anav e dall’ inerzia con cui i Mi- nisteri competenti stanno affrontando la ricostituzione del tavolo negoziale e le problematiche del settore, e anche a seguito della mancata o incompleta erogazione, da parte di diverse azien- de, dell'acconto sull'una tantum con- trattuale prevista dal protocollo sigla- to il 26 aprile scorso”.

Gli impegni per la riattivazione di una sede di confronto istituzionale, assunti fin da luglio dal Ministro delle Infra- strutture e dei Trasporti e dal ministe- ro del Lavoro, non hanno avuto in que-

sti mesi alcun seguito e, dopo un lungo stallo, è giunta solo il 21 una convoca- zione del ministero del Lavoro per il prossimo 28 novembre.

”Il settore - conclude la nota -, ormai diventato una delle emergenze nazio- nali sottovalutate, rischia di franare ro- vinosamente, tra l'insoddisfazione, spesso l'esasperazione, dei cittadini e le crescenti”.

Nel corso di questa lunga vertenza si sono finora svolti dieci scioperi nazio- nali, di cui sei di 24 ore. Ognuna di que- ste iniziative di lotta è stata attuata nel pieno rispetto delle regole.

Vertenza aperta nel trasporto pubblico locale:

il 16 dicembre sciopero nazionale per il rinnovo del contratto

L

a Fistel Cisl e la Uil, i sindacati più rappresentativi all’interno del Teatro dell’Opera, denunciano di esser stati esclusi dal sindaco della Capitale, Ignazio Marino, dal- la trattativa sul futuro della strut- tura.

”Marino dimostra di non conosce- re i minimi fondamenti delle rela- zioni sindacali. Il sindaco evidente- mente pretende di scegliersi gli in-

terlocutori escludendo dalla trat- tativa la Fistel Cisl e la Uil, che han- no dimostrato un maggiore senso di responsabilità verso il futuro dell’ente”. Lo dichiara il segretario generale Fistel Cisl di Roma e del Lazio, Paolo Terrinoni, commen- tando l’accordo tra Campidoglio, Cgil e sindacati autonomi sul Tea- tro dell’Opera di Roma.

”In queste settimane i tre sindaca-

ti confederali uniti avevano fatto richiesta ufficiale di un incontro congiunto con il sindaco Marino per un confronto sul futuro del Te- atro. Noi della Fistel Cisl, insieme alla Uil, siamo rimasti in attesa cer- cando, allo stesso tempo, di avvia- re un dialogo costruttivo per evita- re ogni ipotesi di commissariamen- to e ulteriori danni per l’ente e i la- voratori”. Cgil e gli altri due sinda-

cati autonomi invece sono entrati in agitazione con il rischio che, fa- cendo saltare l’Ernani diretto da Muti, avrebbero ulteriormente danneggiato il Teatro e ogni inizia- tiva sindacale intrapresa. ”Con la decisione di incontrare solo una parte dei sindacati, condivisa con l’assessore Barca - prosegue Terri- noni - Marino ha dimostrato la sua incapacità e se ne deve andare”.

Teatro

dell'Opera,

Fistel: ”Sindaco

cihaesclusi

datrattativa”

(6)

MERCOLEDÌ27NOVEMBRE2013

6 conquiste

del

lavoro storie Unocchioelettronico

sugliscavidiPompei

A

ffluenza record per le elezioni di rinnovo delle Rsu alla Luxottica di Pederobba. In due giorni di apertura dei seg- gi sono andati a votare in 487, pari il 79% dei 617 lavoratori aventi diritto. I voti utili, escluse cioè le schede nulle o bian- che, sono stati 472. Tre le liste che si sono presentate con propri candidati: la Femca Cisl con 13 nominativi, la Filctem Cgil con 12 e la Uiltec Uil con 3.

A ricevere il maggior numero di consensi è stata la lista Cisl che è stata scelta da 226 elettori che hanno espresso il 48%

dei voti validi. Alla lista Cgil sono andati invece 210 voti (44%) mentre altri 36 elettori hanno scelto la Uil.

Le nuove Rsu (12 delegati, tutti eletti con il sistema propor- zionale puro: tanti voti, tanti eletti) sono quindi costituite da 6 delegati Cisl, 5 Cgil ed 1 Uil.

“Abbiamo presentato una lista di persone - è il commento di

Stefano Zanon, della Femca Cisl - che si caratterizza da una concezione di un sindacato che punta, sempre nella massi- ma autonomia e con il metodo della contrattazione, ad un rapporto propositivo con l’azienda. Una posizione che ci per- mette di proiettarci nel futuro con una azienda che ha au- mentato l’occupazione. Su queste basi abbiamo riscosso la fiducia della maggioranza dei lavoratori. Ma ciò che conta di più è l’altissima affluenza alle urne: tre anni fa, alle preceden- ti elezioni, la percentuale dei votanti era 9 punti più bassa: il 70%”.

Tra i 12 eletti 4 sono donne e 4 immigrati. Nelle precedenti elezioni la competizione era tra due sole liste (Cisl e Cgil) che avevano ottenuto sostanzialmente gli stessi voti: rispettiva- mente 188 e 182 con una base di 550 aventi diritto al voto.

Roberto Soncin

Dalla ricerca le nuove tecnologie in aiuto del nostro patrimonio storico, artistico ed archeologico

E intanto continuano i crolli alla Casa del Torello di Bronzo e alle Terme Centrali

P

ompei (Na) (no- stro servizio). Le nuove tecnolo- gie in aiuto del nostro patrimonio stori- co-artistico ed archeolo- gico. Ovvero come mo- nitorare e, dunque, pre- venire per non disperde- re beni quali quello, ad esempio di Pompei. Per il sito più famoso al mon- do, vetrina culturale e turistica anche nel pae- sino più sconosciuto de- gli Stati Uniti o del Giap- pone, bancomat con un altissimo massimale per le casse della Soprin- tendenza archeologica è sceso in campo il Con- siglio nazionale delle Ri- cerche (Cnr). In partico- lar modo l'Istituto nazio- nale di Ottica-gruppo beni culturali con sede a Firenze.

Quello che fa notizia ed incuriosisce è il cosid- detto “occhio elettroni- co”, quello che tecnica- mente viene chiamato Mostwise (Mobile and static wireless network and sensors).

“Tutto parte - spiega Lu- ca Pezzati dell'Istituto fiorentino e coordinato- re del progetto Iperion Ch (Integrated project for the european infra- structure on culture he- ritage, destinato appun- to alle infrastrutture cul- turali e ai siti archeologi- ci ndr) - oltre che da que- sto progetto da un altro programma di interven- to denominato Dariah.

Entrambi svilupperan- no poi progetti comuni in ambito europeo. Stia- mo lavorando affinchè il Mostwise sia uno di questi”.

Il sensore è stato pensa- to per sorvegliare qualsi- asi bene culturale. Si va da un muro antico, ad una chiesa, ad un sito ar- cheologico, ad un'ope- ra in un museo. Questo occhio opera 24 ore su 24. Basato su una tecno- logia a basso costo servi- rà per comunicare tutte quelle anomalie struttu- rali che potrebbero es- sere scoperte.

Il progetto, o meglio par- te di esso, perchè si trat- ta di una iniziativa con aspetti tecnici multidi- sciplinari e di una certa complessità, evidenzia il dottor Pezzati, sarà co- munque finanziato a partire dal 2014 su fon- di nazionali e vedrà un’ampia partecipazio- ne delle imprese.

Di questo progetto esi- ste già una fattibilità sperimentata, anni fa, sulle notissime torri di San Gimignano (Siena).

“L’idea originale - dice con orgoglio Pezzati - è stata partorita insieme con il collega dell'Uni- versità di Siena, Alessan- dro Mecocci”.

Il Dariah nasce in stretta collaborazione tra il mi- nistero dei Beni Cultura- li ed il Cnr. Destinato nel settore delle “digital hu- manities”, esso vedrà la partecipazione per i prossimi cinque anni dell'Italia. Il nostro Pae- se è tra i soci fondatori del consorzio Da- riah-Eric. Tra i 12 mem-

bri fondatori dell’Eric ci sono anche Francia e Germania. La sua mis- sion è l’allestimento di una rete di strumenti, in- formazioni, esperti e metodologie per la ricer- ca nel settore “digital humanities”. Supporta ricercatori e utilizzatori che lavorano per la frui- zione digitale del patri-

monio culturale. La rivo- luzione digitale ha con- tribuito a trasformare, in maniera consistente, il settore delle scienze umane e dei beni cultu- rali, aprendo nuove op- portunità e sfide sia per quel che riguarda la ri- cerca in tali ambiti sia per la conservazione del patrimonio cultura-

le.

Ma quale sarà il ruolo di Dariah e di Iperion per monitorare, tra l'altro anche Pompei? Lavore- ranno affiancati per svi- luppare chip intelligenti da situare all'interno di manufatti del patrimo- nio culturale in modo da valorizzarlo e costitu- ire un volano per lo svi-

luppo culturale e turisti- co del territorio.

“E' importante - eviden- zia ancora Luca Pezzati - che ci sia questa infra- struttura europea di supporto alla ricerca per la conservazione e il restauro. Segnerà una nuova stagione nella quale l'Italia sarà prota- gonista nel campo dei beni culturali”.

Iperion coinvolgerà qualche centinaio di ri- cercatori, direttamente impegnati nell’infra- struttura, e un volume previsto di accessi inter- nazionali di circa 200 ad- detti l'anno.

Il target degli utenti è composto da scienziati, conservatori, restaura- tori, storici dell'arte, ar- cheologi, architetti, cu- ratori, responsabili del- la conservazione e mol- ti altri anche nel mondo dell’impresa.

La sede principale di Ipe- rion Ch è a Firenze, sot- to il coordinamento scientifico del Cnr, un centro multi-disciplina- re costituito attorno all' Opificio delle pietre du- re, da istituti del Mini- stero dei Beni culturali e da laboratori di ricer- ca delle Università e de- gli enti di ricerca operan- ti in Toscana.

Luca Tatarelli

P

ompei (Na) (nostro servizio).

Si frantuma un altro pezzo di stucco antico e si forma uno squarcio enorme nel muro di cinta delle Terme Centrali negli scavi di Pompei (Napoli) mentre al ministe- ro dei Beni culturali si "studia chi mandare a frenare questo sfa- scio". Lo denunciano Antonio Pe- pe della Sas Cisl Fp negli scavi pom- peiani e Maria Rosa-Rosa della Uil.

I crolli delle ultime ore hanno inte- ressato la Casa del Torello di Bron- zo (REG. V, Insula 1, Civico 3,6,7,9).

Si tratta di una delle più grandi di- more pompeiane dotata tra l’altro di un particolare sistema di utilizzo e distribuzione dell’acqua potabi- le. Le Terme Centrali, invece, sono il più grande complesso termale dell’area archeologica che ricopre un’intera insula. Entrambi gli edifi- ci sono posti, uno di fronte all’altro all’inizio della Via di Nola ad ango- lo con il quadrivio di Orfeo.

Durante l’abituale giro di ronda il

custode di turno pomeridiano, nel- la zona del Quadrivio di Orfeo ap- punto, all’interno della Casa del To- rello, ha notato che dal bordo del- la vasca del peristilio si era stacca- to gran parte dello stucco che la ri- copriva, un muretto si era appog- giato su di una colonna e che, pas- sando dalle Terme Centrali , nel muro di cinta posteriore, si era for- mato uno squarcio di oltre 2 metri di lunghezza per 1 metro di altez- za.

"E mentre nelle sale cinematografi- che oggi e domani arriva “Pom- pei”, il primo film interamente pro- dotto da uno dei più importanti musei del mondo, il British di Lon- dra - commentano i sindacalisti della Cisl e della Uil - nella Pompei vera si frantuma un altro pezzo"

negli scavi.

Nella città antica, patrimonio dell' umanità, si attende con impazien- za l’arrivo di un Soprintendente a tempo pieno e di un direttore ge-

nerale con tanto di vicario e staff, che dovrebbero una volta per tut- te concretizzare gli interventi di re- stauro previsti per il “Grande Pro- getto Pompei”.

"Siamo ormai stufi di ripetere che se fosse stata attuata una manu- tenzione ordinaria del sito - denun- ciano Antonio Pepe e Maria Ro- sa-Rosa - tutto ciò poteva essere evitato, ma purtroppo nessuno sembra ascoltare con il risultato che oltretutto altre domus ed altre aree diventano inaccessibili ai turi- sti e si restringe ancor più l’area vi- sitabile del sito archeologico".

I due sindacalisti si augurano che il ministro dei Beni culturali, Massi- mo Bray faccia presto "a scegliere dirigenti all’altezza di arginare il de- grado, che da un po’ di tempo ci vede protagonisti delle cronache e che Pompei possa al più presto di- venire il vero simbolo della rinasci- ta del Paese".

L. Ta.

Elezioni Rsu.

Alla Luxottica di Pederobba vince la Femca.

Record di affluenza

alle urne: ha votato

il 79% dei lavoratori

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MERCOLEDÌ27NOVEMBRE2013

7 conquiste

del

lavoro vertenze

S

iglato in Confindustria, a Potenza, l'accor- do sulla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione alla Tower Automotive Italy, azienda che opera nell'indotto Fiat di Melfi e che produrrà alcuni componenti per i nuovi modelli Suv, in codice Fiat 334 e Jeep 520. Il ciclo di cigs interesserà i 115 dipen- denti dello stabilimento a rotazione dal 3 dicembre 2013 al 31 dicembre 2014. Il ricor- so all’ammortizzatore sociale - ha spiegato l'azienda nel corso dell'incontro - si rende necessario per realizzare il piano di ristrut- turazione. I sindacati hanno ottenuto garan- zie sul mantenimento dei livelli occupazio- nali al termine della cassa integrazione.

“I

lavoratori della Indesit nelle assemblee; le quasi 700 firme su circa 900 lavoratori, rac- colte spontaneamente nel sito di Caserta; la po- sizione unitaria della Rsu dello stabilimento di Comunanza, chiedono tutti con forza una sola cosa: di respingere le procedure di mobilità av- viate dall’azienda e di riprendere già nei prossi- mi giorni la trattativa sulla riorganizzazione aziendale”. Così il segretario generale della Fim Giuseppe Farina sulla vertenza Indesit. “Non c’è più tempo da perdere - aggiungere - Il Mini- stero dello Sviluppo Economico deve riconvoca- re rapidamente la trattativa e l’azienda ritirare la mobilità e fare gli ultimi passi necessari per concludere positivamente l’accordo”.

T

orneranno ad incontrarsi il 4 di- cembre. Nel frattempo Fiat e sin- dacati faranno i loro conti, quelli che servono a chiudere un nego- ziato il cui avvio, lunedì all’Unione Indu- striale di Torino, è parso promettente, nonostante una certa vaghezza da am- bedue le parti sulla consistenza degli impegni, alla maggior parte degli osser- vatori.

Fim Uilm Ugl Fismic e Quadri vogliono arrivare a chiudere il contratto di grup- po sulla base della piattaforma presen- tata lo scorso anno, che prevedeva un aumento di 150 euro lordi spalmato fi- no al 2015. Per il 2013 le sigle di catego- ria avevano portato a casa 40 euro, ora vorrebbero passare all’incasso degli al- tri 110. Al fronte sindacale il Lingotto oppone le ragioni della recessione, che da un anno all’altro non hanno cer- to perso vigore.

Sebbene abbia messo a segno una de- bole crescita negli ultimi due mesi, il mercato europeo si appresta ad archi- viare un’altra annata pessima. E peg- gio ancora è andata al mercato italia- no, l’unico tra quelli dei grandi paesi europei a restare tagliato fuori dalla “ri- presina”.

Eppure un moderato ottimismo sem- bra la cifra comune all’atteggiamento di sindacati e azienda dopo la prima presa di contatto. Per comprenderlo basta ascoltare le parole del segretario nazionale Fim Ferdinando Uliano: “Il 4 dicembre ci rivedremo per parlare del- la parte normativa. Abbiamo l'impe- gno reciproco a concludere entro l'an- no”. Simmetrica la valutazione del re- sponsabile delle relazioni industriali di Cnh Industrial Vincenzo Rhetus:

“Quando una trattativa parte seria- mente ci sono sempre buoni auspici”.

Primo frutto del clima costruttivo è l’annuncio sulla detassazione per il 2013: ai lavoratori Fiat che hanno un reddito annuo inferiore ai 40mila - so- no circa circa il 90% - andranno da 320

a 580 euro, quasi certamente con la tredicesima di dicembre. Un risultato maturato, fanno notare i sindacati, gra- zie all'accordo dell'8 marzo con cui è stato ridefinito il vecchio premio di pro- duttività.

Quella con i sindacati, almeno in que- sto momento, non è la più ostica tra le partite che i vertici di Fiat si trovano a giocare.

Questa mattina, dopo un lungo fine settimana in Brasile e la breve puntata di ieri a Detroit, dove ha annunciato lo slittamento al primo trimestre 2014 dell'Ipo di Chrysler, l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne atterrerà in Italia.

A Torino lo aspettano i manager del gruppo per fare il punto sulla situazio- ne delle attività europee e in particola- re sui futuri sviluppi della strategia Pre- mium, che avrà al centro il rilancio del brand Alfa Romeo e la crescita del mar- chio Maserati che, con i nuovi modelli Quattroporte e Ghibli, sta ottenendo importanti risultati.

L'impressione negli ambienti industria- li è che, visti i tentennamenti di Veba sulla decisione da prendere sul futuro della propria quota in Chrysler, Mar- chionne abbia intenzione di concentra- re nel prossimo periodo la sua attenzio- ne verso l'Europa, in vista dell'aggior- namento del piano industriale che sa- rà annunciato in occasione dei risultati del primo trimestre del 2014, e verso il Brasile, dove l'anno prossimo sarà inaugurato il nuovo stabilimento di Pernambuco con un potenziale produt- tivo da 200-250 mila vetture.

Stando al giudizio di una parte della co- munità finanziaria, il tempo stringe e le incertezze di Veba non aiuterebbero il gruppo torinese a sviluppare quella strategia necessaria per lanciare i nuo- vi modelli che permetteranno di com- petere in ambito internazionale con i migliori concorrenti.

C.D’O.

Bilateralitàartigiana,confronto NordeSud:distanzesiderali

FieradiGenova

Accordosalvapostidilavoro

P

alermo (nostro servizio).

La Sicilia è fanalino di co- da, in Italia, sul fronte de- gli interventi targati Ebas a favo- re di lavoratori e imprese artigia- ne. Per contro, nel Centro - Nord, le aziende del settore iscritte all’ente creato dalle par- ti, si attestano tra l’80 e il 90%.

“Nel Veneto dei distretti delle piccole e medie imprese”, con le parole di Giorgio Tessitore, re- sponsabile per il settore della segreteria siciliana Cisl, la situa- zione è persino “esemplare”. Fa infatti sapere la Cisl Veneto che l’Ebav, l’omologo dell’Ebas sici- liano, “conta 145 mila adesioni tra i lavoratori e 35 mila tra le aziende, in pratica il 90% del set- tore”.

Insomma, distanze siderali. Tan- t’è che nell’Isola, su 67.371 im- prese iscritte negli albi provin- ciali delle nove Camere di com- mercio, solo 3.188 sono regolar- mente registrate all'ente creato

vent’anni fa da sindacati e im- prese per offrire i servizi previ- sti dal contratto integrativo e dare sostegno al reddito di lavo- ratori e artigiani, nelle situazio- ni di particolare difficoltà. Inol- tre in Sicilia, rende noto la Cisl, delle quasi 3.200 imprese arti- giane iscritte all’Ebas, solo 2.522 è in regola con i versamen- ti: così i lavoratori che risultano coperti dall'adesione all'ente, sono 6.451. Di essi sono dipen- denti a tempo pieno in 3.911; as- sunti a part time, in 2.540. La conseguenza è che se in Sicilia

le entrate dell’Ebas sono attor- no al mezzo milione, sono 40 volte tanto (20 milioni) quelle dell’istituto che ha sede a Mar- ghera.

E da qui che prende le mosse l’incontro - dibattito che s’è svol- to oggi nella sede Ebas di Paler- mo. Tema: “L’artigianato: con- trattazione e bilateralità. La si- tuazione siciliana e l’esperienza del Veneto”. Il confronto è sta- to introdotto dai segretari della Cisl Sicilia Maurizio Bernava e della Cisl veneta, Franca Porto.

Sono intervenuti, oltre a Tessito-

re, Francesco Cassaro, presiden- te Ebas; Giancarlo Pegoraro del cda Ebav; Giulio Fortuni, della segreteria regionale Cisl vene- ta; Mario Filippello, direttore re- gionale Cna e Filippo Ribisi, pre- sidente regionale di Confartigia- nato.

Il dibattito è stato anche prece- duto da un appuntamento nella sede della Cisl Sicilia sul confron- to tra le esperienze nelle due re- gioni in materia di contrattazio- ne di settore. “Lo abbiamo volu- to - spiega Bernava - perché la realtà veneta rappresenta, in

fatto di pratiche sindacali, bila- terali e contrattuali per il mon- do dell’artigianato, un punto di riferimento per il Paese”. “Sia- mo interessati al confronto an- che per conoscere meglio diffe- renze e comuni denominatori”, le parole di Porto. Che aggiun- ge: “Sappiamo pure che il Vene- to, se vuole consolidare e miglio- rare i risultati ottenuti, non può rimanere isolato”.

In Sicilia, rimarca ancora Tessito- re, “malgrado gli impegni assun- ti dai sette soci Ebas, quattro as- sociazioni artigiane e tre sinda- cali, con l'accordo del 25 luglio 2012 che stabiliva l'avvio nella regione della contrattazione in- tegrativa di settore, siamo fer- mi a due soli incontri, unicamen- te per il settore chimico”. È per questo che, attraverso il con- fronto, “cerchiamo valide solu- zioni” per uscire dalla situazio- ne di stallo in cui l’Isola versa.

Umberto Ginestra

Fiat,provediaccordo sulcontrattodigruppo

Potenza, commessa dal Lingotto per Tower:

investimento da 6 milioni, parte la cigs

G

enova (nostro servizio). Vertenza risolta alla Fiera di Genova, struttura espositi- va sede di manifestazioni a livello mondiale quale il Salone Nautico ed Euroflo- ra. Nessuno dei 31 esuberi previsti dall'ente diventerà realtà. Nota, questa, la più positiva al termine di una trattativa difficile, giunta più volte sul punto di rottura e scattata quando la Fiera aveva avviato le procedure di mobilità per 31 dei poco meno di 60 dipendenti. “Abbiamo azzerato i licenziamenti e ricollocati tutti i dipendenti con contratti a tempo indeterminato - spiega Silvia Avanzino, segretario Fisascat Cisl di Genova - e dopo il lungo percorso 15 andranno in società partecipate, compresi tre alla Filse, finanziaria regionale. Ancora altri tre andranno alle partecipate e sei alla Nuova Darsena Nautica e quelli in eccedenza a questi resteranno in Fiera”. Un “bel risultato” sottolinea la sindacalista della Fisascat, che ricorda come la trattativa sia stata “lunga e fatta di momenti di tensione”. L'accordo vale per il 2014 e sarà seguito da un percorso che si sta creando, spiega la Avanzino, di “trattativa aziendale e che andrà a rivedere la situazione anno per anno”. Rovescio della medaglia al salvataggio dell'occupazione, spiega Silvia Avanzino, “lo sforzo dei lavoratori di ridursi lo stipen- dio non però sul contratto nazionale ma sul regolamento organico”. Qualche lacrima perciò resta su una vertenza che, sotto la Lanterna, appare incredibile visto che al Fiera è sempre stata uno dei volani dell'economia della città. E vertenza che, ammoni- sce ancora il segretario Fisascat di Genova, “si poteva risolvere senza attivare licenzia- menti collettivi, ma piuttosto aprendo un tavolo di concertazione prima di dare il via alle procedure di licenziamento”. Unico risvolto “negativo”, insiste ancora la Avanzi- no, della vicenda che avrebbe potuto essere definita con minori sussulti sociali e senza tenere in ansia sessanta lavoratori. Il 29 maggio scorso, è scritto nella storia della vertenza, si era raggiunto un accordo tra i soci azionisti di Fiera di Genova, Cgil, Cisl e Uil e Filcams, Fisascat e Uiltucs, per le ricollocazioni a tempo indeterminato presso le società partecipate del Comune”; il più sembrava fatto a questo punto, ma poi la trattativa aveva rischiato di anche di “saltare” in estate. Il lieto fine non sembra però aver rasserenato totalmente gli animi dei lavoratori, che comunque restano guardinghi. C'è chi confessa di “non dormire la notte” per la situazione e chi accusa le istituzioni genovesi di non aver avuto la volontà “di affrontare il problema sul serio”.

Cisl e Fisascat hanno lavorato bene e portato a casa un buon risultato sociale.

Dino Frambati

Vertenza risolta. Fisascat: ”Abbiamo azzerati i licenziamenti”

Indesit, raccolta firme per riaprire la trattativa.

Farina (Fim):

risposte subito

Nuovo incontro il 4 dicembre. Fim: bisogna chiudere entro l’anno

Faccia a faccia Sicilia - Veneto. Esperienze Cisl di contrattazione integrativa

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