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UCID Il Giovane ricco - Mc.10,

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Academic year: 2022

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UCID – 28-5-2018 – Il Giovane ricco - Mc.10,17-27 -

Il Vangelo ci narra che, un giorno, un giovane si reca da Gesù, e gli chiede: Gesù che cosa devo fare di buono? Per realizzare la mia vita? Per costruire un mondo più giusto, più pulito…? e si sente dire da Gesù cinque piccole parole rivoluzionarie:

và, vendi, dona, vieni, seguimi !

Piccole parole , che sono state fonte di ispirazione e conversione per tante persone: pensiamo ai primi discepoli di Gesù, pensiamo a Francesco di Assisi , a Chiara, a molti uomini e donne generose di oggi, che non vivono ripiegati su se stessi ma si aprono alla solidarietà, e al servizio delle persone più in difficoltà.

Il brano del Vangelo racconta che quel giovane, una persona buona, con delle possibilità, con delle energie, con dei talenti, con delle ricchezze, incontrato Gesù, e sentito la proposta : và, vendi, dona, vieni, seguimi , se ne è andato via triste.

E’ una conclusione triste, che rappresenta un possibile esito amaro anche della nostra vita.

Possiamo avere nelle mani molte ricchezze -- energia, buona volontà, sincerità, coraggio, tempo, talenti -- e tuttavia possiamo sprecarle e andarcene via tristi, non solo al termine di questo anno solare, ma anche al termine dell’intera esistenza.

Proprio perché non accada questo, proprio affinché le nostre ricchezze siano utilizzate al meglio, e ci rendano felici, gioiosi, con una vita sempre più realizzata, e possiamo anche diffondere attorno a noi questa gioia, questa realizzazione, vi consegno tre parole magiche.

1 - procedi con metodo e non a casaccio.

2 - l’intelligenza può essere guidata dal discernimento.

3 – vieni e seguimi.

Primo: procedi con metodo e non a casaccio.

Cioè sappiti dare un ordine , anche nella confusione della tua giornata, nelle tante cose da fare, nelle diverse situazioni che ti coinvolgono, nei tanti incontri con le persone, nelle telefonate da fare.

Avere un ordine: è davvero una parola magica.

Datevi un metodo, un ordine; cercate di non accumulare tutto per l’ultimo momento, di non lasciarvi travolgere dalle cose.

So che non è facile, so che il metodo richiede una disciplina quotidiana della mente e del cuore, ma so pure che è fondamentale per non uscire tristi dalla vita.

Vi racconto un episodio.

Un giorno, un vecchio professore fu chiamato come esperto per parlare sulla pianificazione più efficace del proprio tempo ai quadri superiori di alcune grosse compagnie nordamericane.

Decise allora di tentare un esperimento.

In piedi, davanti al gruppo pronto a prendere appunti, tirò fuori da sotto il tavolo un grosso vaso di vetro vuoto. Insieme prese anche una dozzina di pietre grosse quanto palle da tennis che depose delicatamente una ad una nel vaso fino a riempirlo.

(2)

Quando non si poteva aggiungere più altri sassi, chiese agli allievi: “Vi sembra che il vaso sia pieno?” e tutti risposero “Si!”.

Attese qualche istante e aggiunse: “Siete sicuri?”

Si chinò di nuovo e tirò fuori da sotto il tavolo una scatola piena di breccia che versò accuratamente sopra le grosse pietre, muovendo leggermente il vaso perché la breccia potesse infiltrarsi tra le pietre grosse fino al fondo.

“È pieno questa volta il vaso?”, chiese.

Divenuti più prudenti, gli allievi cominciarono a capire e risposero: “Forse non ancora”.

“Bene!”, rispose il vecchio professore.

Si chinò di nuovo e tirò fuori questa volta un sacchetto di sabbia che con precauzione versò nel vaso.

La sabbia riempì tutti gli spazi tra i sassi e la breccia. Quindi chiese di nuovo:

“È pieno ora il vaso?”. E tutti senza esitare risposero: “No!”.

Infatti rispose il vecchio e, come si aspettavano, prese la caraffa che era sul tavolo e ne versò l’acqua nel vaso fino all’orlo.

A questo punto egli alza gli occhi verso l’uditorio e domanda: “Quale grande verità ci mostra questo esperimento?”.

Il più audace, pensando al tema del corso (la pianificazione del tempo), rispose:

“Questo dimostra che anche quando la nostra agenda è completamente piena, con un po’ di buona volontà, si può sempre aggiungervi qualche impegno in più, qualche altra cosa da fare”.

“No, rispose il professore; non è questo.

Quello che l’esperimento dimostra è un’altra cosa: se non si mettono per primo le grosse pietre nel vaso, non si riuscirà mai a farvele entrare in seguito.

Un attimo di silenzio e tutti presero coscienza dell’evidenza dell’affermazione.

Quindi proseguì: “Quali sono le grosse pietre, le priorità, nella vostra vita?

La salute? La famiglia? Gli amici? Difendere una causa? Realizzare qualcosa che vi sta a cuore?

La cosa importante è mettere queste grosse pietre per prime nella vostra agenda.

Se si dà la priorità a mille altre piccole cose (la breccia, la sabbia), si riempirà la vita di sciocchezze e non si troverà mai il tempo per dedicarsi alle cose veramente

importanti.

Dunque non dimenticate di porvi spesso la domanda: “Quali sono le grosse pietre nella mia vita?” e di metterle al primo posto nella vostra agenda”.

Poi con un gesto amichevole il vecchio professore salutò l’uditorio e abbandonò la sala.

Alle “grosse pietre” menzionate dal professore –la salute, la famiglia, gli amici…- bisogna aggiungerne due altre, che sono le più grosse di tutte: i due più grandi comandamenti: amare Dio e amare il prossimo.

E’ coltivare la tua intima relazione con Dio e vivere la tua vita come dono per chi il Signore ti fa incontrare nel tuo quotidiano.

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2SECONDA PAROLA MAGICA.

«L’intelligenza può essere guidata dal discernimento».

Il discernimento evangelico è la capacità di distinguere, e di giudicare con obiettività.

Il compianto nostro Vescovo e Papa Giovanni Paolo II , oggi santo, parlando del discernimento evangelico, dice: «La complessa situazione attuale chiede di essere non solo conosciuta, ma anche e soprattutto interpretata.

Tale interpretazione è richiesta dall’ambivalenza e talvolta dalla contraddittorietà da cui è segnata la situazione, che registra profondamente intrecciati tra loro difficoltà e potenzialità, elementi negativi e ragioni di speranza, ostacoli e aperture.

Il discernimento evangelico richiede di distinguere tra ciò che è essenziale e ciò che è accessorio.

Questo discernimento è fondamentale per tutti, al di là di ogni confessione, di ogni fede.

- Dal punto di vista religioso, lo strumento più importante che ci viene offerto da Dio è la considerazione di un orizzonte più vasto in cui inserire i temi contingenti:

è l’orizzonte della vita eterna, che dà il giusto valore a tutto.

E a proposito :

Si narra che Un uomo aveva tre amici: due gli erano carissimi, mentre si mostrava piuttosto indifferente verso il terzo, che pure gli era sinceramente affezionato.

Un giorno, essendo stato accusato, sebbene ingiustamente, di un grave delitto, fu chiamato in tribunale.

In questa penosa situazione si rivolse fiducioso agli amici suoi, chiedendo la loro difesa, come testimoni della sua onestà.

Il primo dei suoi amici, quello che aveva curato di più, si scusò di non poterlo accompagnare, perché impedito da affari urgenti;

il secondo l’accompagnò fino alla porta del tribunale, ma lì si fermò, non volendo entrare per non compromettersi;

il terzo, che egli aveva curato di meno, entrò, parlò con sincero e vibrante accento in suo favore, e lo fece assolvere.

In quel giorno egli poté distinguere, in modo sicuro, i veri dai falsi amici.

Ogni uomo ha tre amici in questo mondo: il denaro, i parenti, le buone opere.

Per distinguere i veri dai falsi amici, basta considerare come si comportano con l’uomo che compare al tribunale di Dio.

Il denaro, il suo più caro amico, l’abbandona per primo;

i parenti e gli amici lo accompagnano fino alle soglie della tomba;

mentre le buone opere, che così spesso l’uomo trascura, lo seguono fino al tribunale di Dio, dispongono il giudice in suo favore, ottengono misericordia e grazia.

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Come nuovi soci imprenditori e dirigenti cristiani, oggi vi viene consegnato il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, che è una specie del famoso “ Bignami “ usato nel liceo.

Anche in questo Compendio troverete un orizzonte da tener presente per il vostro discernimento nelle diverse problematiche del vostro lavoro, per diventare artigiani del discernimento.

Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa è uno strumento per realizzare meglio il bene comune che costituisce il fine principale di ogni attività politica; in questo Compendio viene offerto la ricchezza della Dottrina Sociale che vediamo testimoniata da tanti amministratori locali, attenti e generosi nel loro servizio al bene comune.

In un discernimento comunitario, e cioè come UCIDINI riuniti attorno a Gesù risorto, il Signore e Maestro, in ascolto di ciò che lo Spirito oggi suggerisce, vogliamo cogliere in questo discernimento comunitario due sfide.

La prima sfida è l’impegno, come singolo, a educarsi a esercitare insieme i tre linguaggi a nostra disposizione:

quello della testa, quello del cuore e quello delle mani.

Bisogna cioè imparare a pensare bene, a sentire bene e a lavorare bene.

Sì, anche il lavoro, perché il lavoro non è soltanto un mezzo per vivere, ma è qualcosa d’inerente al nostro essere persona umana, e quindi anche un mezzo per conoscere la realtà, per capire la vita: è strumento di formazione umana reale e effettiva.

Noi abbiamo ereditato dall’illuminismo l’idea - non giusta - che l’educazione è riempire di concetti la testa.

E quanto più sai, tanto più sarai migliore.

No. Non è automatico.

L’educazione deve toccare la testa, il cuore e le mani.

Educare a pensare bene, non solo a imparare concetti, ma a pensare bene;

educare a sentire bene;

educare a fare bene.

In modo che questi tre linguaggi siano interconnessi: e cioè , tu pensi quello che senti e fai, tu senti quello che pensi e fai, tu fai quello che senti e pensi, in unità.

Questo è educarsi.

La seconda sfida in questo discernimento comunitario, è quella della fedeltà creativa:

essere fedeli all’ispirazione originaria dell’UCID e insieme essere aperti al soffio dello Spirito Santo e intraprendere con coraggio le vie nuove che Lui suggerisce.

Ma come si fa a conoscere e a seguire lo Spirito Santo?

Siamo chiamati tutti a diventare degli artigiani del discernimento comunitario.

Non è facile farlo, ma dobbiamo farlo se vogliamo avere questa fedeltà creativa, se vogliamo essere docili allo Spirito.

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È questa la strada perché anche l’UCID scopra e segua passo dopo passo la via di Dio a servizio della Chiesa e della società.

TERZA ED ULTIMA PAROLA MAGICA : VIENI E SEGUIMI.

Il brano del Vangelo di oggi ci racconta appunto di questa domanda del giovane a Gesù:

che cosa devo fare e perché?

e ci dice che la risposta data da Gesù è esigente, e ci mette in questione, ci mette sotto verifica.

Come mai quel giovane che interroga Gesù in una maniera così sincera,

ordinata, autentica, se ne va via poi triste?

Perché non ha capito l’ultima parola di Gesù: «Vieni e seguimi»; non ha capito che tutte le cose assumono concretezza e verità quando sono portate dalla capacità di amare Gesù e di riconoscerlo come nostra guida e Signore.(Jesus is my coach).

Il dramma di quel giovane è di non aver capito che, se la proposta di Gesù gli fosse sembrata troppo ardua, poteva rispondere a Gesù: “Signore tu mi chiedi una cosa difficile; non so come fare a seguirla, ma aiutami tu, dammi la forza”.

Se quel giovane avesse avuto questo guizzo di intelligenza, la sua storia sarebbe stata diversa.

Soltanto con questo rapporto di fiducia e di amore con Gesù, riconosciuto nostra guida e nostro Signore, tutto il resto assume ordine, metodo, gioia, facilità, dal momento che in lui abbiamo un punto di riferimento certo e sicuro.

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