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4.1 REQUISITI ILLUMINOTECNICI DEGLI APPARECCHI

Il livello di illuminamento e la sua uniformità o lo studio della luminanza richiedono controlli numerici in funzione delle caratteristiche degli apparecchi e del posizionamento della sorgente luminosa nella sala.

Aspetti qualitativi della radiazione incidente sulle opere possono essere analizzati tramite la tonalità di colore e la resa cromatica delle sorgenti.

4.1.1 TEMPERATURA DI COLORE

Si definisce temperatura di colore di una radiazione luminosa, la temperatura che dovrebbe avere un corpo nero affinché la radiazione luminosa emessa da quest'ultimo appaia cromaticamente più vicina possibile alla radiazione considerata.

Tale grandezza serve a quantificare la tonalità della luce e generalmente è espressa in gradi Kelvin.

L’occhio umano percepisce bianca una luce quando ha una temperatura di 5500 K. Scendendo si passa al giallo-arancio, poi al rosso ed infine agli infrarossi che non sono più percepibili dall’occhio umano.

Salendo di temperatura oltre i 5500 K si passa agli azzurri, poi ai viola ed infine agli ultravioletti (non visibili).

Figura 4.1: Temperatura di colore

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Alla temperatura di colore è associata una classificazione effettuata nella norma UNI 12464:2004 dove viene definita la luce come calda se

< 3300 K, intermedia se compresa tra 3300-5300 K e fredda se > 5300 K. La definizione ha una motivazione puramente psicologica, poiché la nostra mente tende ad associare a colori come il rosso o il giallo- arancio l'idea di caldo, mentre a colori come il bianco o l'azzurro l'idea di freddo. Quindi più la temperatura di colore scende e più la luce è definita calda e viceversa.

4.1.2 RESA CROMATICA

L'indice di resa cromatica (IRC o Ra), oppure in inglese color rendering index (CRI), indica in che modo una sorgente luminosa è in grado di riprodurre il colore di un oggetto da essa illuminato. Rappresenta quindi il grado di fedeltà di una sorgente luminosa a restituire i colori dell’oggetto illuminato.

Per restituire un valore se ne calcola il rapporto con una sorgente di riferimento, dove al valore massimo di 100 corrisponde la perfetta coincidenza della distribuzione spettrale tra la sorgente in esame e quella di confronto.

Per ottenere il valore si procede ad illuminare otto piastrine di colore campione, scelte secondo standard CIE dall’atlante di Munsell e caratterizzate tutte da una saturazione non elevata e da una luminanza di valore 6.

In aggiunta è possibile utilizzare altre sei piastrine di riferimento per ampliare la verifica della resa cromatica. Nello specifico quattro di

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saturazione molto elevata e altre due rappresentanti un color carnagione caucasica (light yellow pink) e un verde foglia (moderate olive green).

Si determina lo scostamento cromatico di ogni campione e se ne calcola un parziale fattore di resa cromatica. Il valore finale di Ra risulterà essere la sommatoria dei valori di tutti i colori campione.

La resa cromatica Ra restituisce una lettura su un campione molto ridotto di colori (8+6) e non restituisce nessuna informazione su come avviene la variazione dei colori.

Figura 4.2: Esempio di 8+6 campioni per determinare la resa cromatica. L*,a*,b*

rappresentano le coordinate cromatiche dei colori campione secondo il sistema CIE lab 1976

La norma UNI 10530:1997 suddivide i valori di resa cromatica con degli intervalli, per poi associarvi un gruppo di riferimento.

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Gruppo di resa del colore Ra Indice di resa del colore Ra

1a > 90

1b 90 ≥ Ra ≥ 80

2 80 ≥ Ra ≥ 60

3 60 ≥ Ra ≥ 40

4 40 ≥ Ra ≥ 20

Tabella 4.1: Gruppo di resa cromatica della UNI 10530:1997

Per opere esposte nei musei come dipinti, affreschi, arazzi e tappeti si consiglia l’utilizzo di sorgenti luminose nel gruppo 1a.

Per mosaici, intarsi lapidei e marmorei, vetri policromi, oggetti monocromatici o statue le luci dovrebbero appartenere al gruppo 1b.

Si sconsiglia di scendere sotto il gruppo 1b per poter percepire i colori naturali delle opere esposte.

4.2 CAUSE DI DEGRADO E PROTEZIONE DELLE OPERE

L’illuminazione delle opere può rappresentare una delle principali cause di degrado per le opere esposte in un museo. Anche se non è possibile bloccare la degenerazione delle opere, sarà di massima importanza ridurre il più possibile tale processo.

Se ogni opera soggetta ad un irraggiamento luminoso è sottoposta a deterioramenti, al fine di conservarla dovrebbe essere tenuta in un ambiente completamente buio. Naturalmente ciò non è possibile perché bisogna garantire una corretta acuità visiva all’osservatore.

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4.2.1 DANNO IN FUNZIONE DELLA LUNGHEZZA D’ONDA

La materia subisce danni più o meno rilevanti in funzione della frequenza d’onda che la irraggia.

Radiazione L'unghezza d'onda

Ultraviolette (UV) 100nm ≤ UV ≤ 380 nm Visibile (V) 380nm ≤ V ≤ 780 nm Infrarossi (IR) 780nm ≤ IR ≤ 1000 nm

Tabella 4.2: Suddivisione dello spettro luminoso in funzione della lunghezza d’onda

Per i danni causati dalla luce su quadri e statue si osserva una relazione con le tre gamme delle radiazioni (UV, V, IR) e i danni prodotti; minore è la lunghezza d’onda e maggiore è il danno, soprattutto su materiali organici.

Radiazioni UV e V hanno effetti sbiadenti sui colori irraggiati in quanto innescano reazioni fotochimiche. Al calare della frequenza il danno aumenta sensibilmente perché è maggiore il contenuto energetico.

Le radiazioni IR innescano reazioni passive, dando luogo al riscaldamento della tela. La riduzione di umidità e reiterati cicli di dilatazioni/contrazioni possono portare alla fessurazione delle tele. Le radiazioni IR causano anche l’accelerazione dei processi di alterazione fotochimica già innescati da radiazioni UV e V.

L’occhio umano non percepisce le radiazione ultraviolette e infrarosse, ma tali frequenze sono comunque assorbite in parte dall’opera esposta, causando un danno che non apporta beneficio alla percezione visiva.

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Tutte le sorgenti di luce artificiale, ad esclusione dei LED, producono uno spettro di emissione compreso di frequenze oltre il visibile.

4.2.2 DANNO IN FUNZIONE DEL’INTENSITÀ E DELLA DURATA

Ridurre lo spettro della sorgente luminosa alle sole frequenze del visibile (V) consente di ridurre sensibilmente l’insorgere di deterioramenti causati dalla luce, ma comunque è ancora presente una componente di rischio per le opere esposte. Si procede quindi a ridurre l’intensità ed il tempo di irraggiamento.

Come per la resa cromatica, anche per il danno in funzione dell’intensità e della durata si procede a suddividere le tipologie delle opere in vari gruppi (v. Tab. 4.4).

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Le opere sono classificate per la loro sensibilità alla luce secondo le raccomandazioni dell’IES RP-30-96, della CIE 157:2004, dell’AIDI (Guida per l'illuminazione delle opere d'arte negli interni, 1996) o dell’UNI 10829:1999.

Comparando le classificazioni dei vari enti si osservano comunque evidenti analogie.

A

Estremamente sensibili

B

Molto sensibili

C

Mediamente sensibili

D

Poco o non sensibili

IES Tessuti, Cotone,

Fibre naturali, Coloranti estremamente sensibili, Pellicce, Seta, Inchiostri, Stampe e disegni, Acquerelli, Lacche, Lana, Alcuni minerali

Tessuti con colori stabili

Pitture ad olio Rifiniture in legno Cuoio

Alcuni materiali plastici

Metalli Pietre Vetro Ceramica

La maggior parte dei minerali

CIE Seta

Coloranti estremamente sensibili Giornali

Costumi, Acquerelli, Arazzi, Stampe e disegni, Manoscritti, Miniature, Pitture in mezzi stemperati, Carta da parati, Gouache, Cuoio tinto, Pellicce, piume, piante

Pitture ad olio ed a tempera, Affreschi, Legno e cuoio non dipinti, Corno, ossa, avorio, Lacche, Alcuni materiali plastici

Metalli Pietre Vetro Ceramica Smalti La maggior parte dei minerali

AIDI Tessili (seta),

Tappeti, Arazzi, Opere su carta,

Acquerelli, Coloranti sensibili, Libri, Cuoio tinto, Piume, Lacche, Disegni a pennarello

Pitture ad olio ed a tempera Affreschi Avorio Ossa Corni

Metalli Pietre Ceramica Vetro

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A

Estremamente sensibili

B

Molto sensibili

C

Mediamente sensibili

D

Poco o non sensibili

UNI 10829

Tessili (seta),

Tappeti, Arazzi, Opere su carta, Acquerelli, Libri, Cuoio tinto, Piume, Pitture e tempra non verniciate, pitture con tecniche miste o moderne o con materiali instabili, Lacche, disegni a pennarello

Pitture ad olio ed a tempera verniciate Affreschi

Avorio Ossa Corni

Metalli Pietre Ceramica Vetro

Tabella 4.3: Suddivisione dei materiali per classi di sensibilità alla luce

Avendo come riferimento un materiale, dalla tabella 4.3 si ricava la sua classe di sensibilità alla luce (v. Tab.4.4). Questo permette di individuare l’illuminamento massimo in lux e l’esposizione energetica massima annua espressa in lx ora / anno che le opere possono assorbire senza subire danni rilevanti.

A

Estremamente sensibili

B

Molto sensibili

C

Mediamente sensibili

D

Poco o non sensibili

Emax lx·ora/

anno ore annue

Emax lx·ora/

anno ore annue

Emax lx·ora/

anno ore annue

Emax lx·ora/

anno ore annue

IES 50 50.000 1.000 200 480.000 2.400

CIE 50 15.000 300 50 150.000 3.000 200 600.000 3.000

AIDI 50 50.000 1.000 150 500.000 3.333 > 300

UNI

10829 50 50.000 1.000 150 500.000 3.333

Tabella 4.4: Valori massimi delle varie classificazioni

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I valori della tabella 4.4 sono validi solo se non sono presenti frequenze ultraviolette.

Le prescrizioni per il flusso luminoso e le limitate ore di esposizione dovrebbero preservare le opere dallo sbiadimento dei colori e dal riscaldamento delle tele.

Il valore minimo per l’illuminamento è fissato a 50 lx, in quanto al di sotto di esso non è più possibile percepire ogni dettaglio.

Se nel museo sono presenti opere molto sensibili alla luce è consigliabile creare un percorso tra le sale con la finalità di ridurre gradualmente l’illuminamento e allestire le opere più sensibili nell’ultimo ambiente. Questo perché l’occhio umano richiede qualche minuto per abituarsi a bassi livelli di illuminamento.

4.3 SORGENTI LED

Un LED (Lighting-Emitting Diode) è un dispositivo a semiconduttore che se attraversato da una corrente emette fotoni. In pratica il diodo trasforma l'energia elettrica in energia luminosa.

La lunghezza d'onda della luce emessa, l'efficienza nella conversione elettro-ottica e quindi l'intensità luminosa ottenuta dipendono dal semiconduttore utilizzato.

Questo permette ai produttori dei LED di poter scegliere un qualsiasi range per la gamma del colore e qualsiasi tonalità. In commercio esistono Led che non emettono ultravioletti (UV) e infrarossi (IR), ma solo frequenze nello spettro del visibile umano (V). Per la temperatura di colore delle sorgenti bianche, anche se teoricamente potrebbe

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essere qualsiasi, in commercio si trovano LED a luce calda (circa 3100 K) e neutra (circa 4200).

Figura 4.3: Distribuzione in frequenza dei LED a luce calda e neutra

La tecnica di produzione per questi diodi è ancora soggetta a rapidi sviluppi e per i prossimi anni sono previsti notevoli incrementi delle prestazioni.

L’impiego di questa tecnologia come sorgente luminosa è possibile grazie alla creazione di quelli che vengono chiamati LED di potenza (Power LED). Facendo passare per il diodo una corrente di circa dieci volte superiore ai comuni LED (da 30 mA a 340 mA) il flusso emesso diventa paragonabile a quello di altre sorgenti luminose, come le alogene e le fluorescenti.

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105 Figura 4.4: Schema dei componenti di un LED di potenza

I Led di potenza si possono montare singolarmente o in formazione su circuiti stampati per raggiungere potenze comprese tra 1 e 100 Watt.

I Power LED necessitano di una adeguata struttura per dissipare il calore prodotto durante il funzionamento con il fine di mantenere bassa la temperatura della giunzione. Per assicurare il flusso luminoso nominale e la durata utile della lampada non si deve superare la temperatura massima di giunzione del LED, nemmeno nel funzionamento continuato.

Smaltire il calore prodotto dalla giunzione del LED è quindi indispensabile per garantire un corretto periodo di funzionamento.

Grazie ad apparecchi con corpi in alluminio si può ottenere un deflusso efficiente del calore. Infatti il materiale ha una buona capacità di assorbire e condurre il calore generato. Se tale accorgimento non risultasse sufficiente, negli apparecchi vengono inseriti dei dissipatori ad alette.

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Caratteristica importante dei LED è che la temperatura elevata generata dal flusso di corrente è dissipato nella parte retrostante dell’apparecchio, inoltre il flusso luminoso è privo di radiazioni infrarosse. Ne risulta che il cono luminoso non trasmette calore agli oggetti illuminati. Per questo gli apparecchi che montano luci a LED bianca, al tatto, hanno temperature basse e si possono evitare tutti i fenomeni di degrado dovuti all’aumento di temperature sulle opere.

Lo spettro delle sorgenti luminose a LED bianchi varia a seconda se la luce è calda (LED ww)o neutra (LED dw), di conseguenza varia anche la resa cromatica delle due tipologie di luci.

Figura 4.5: A sinistra un LED a luce calda, a destra a luce neutra

Mediamente un LED a luce calda ha una resa cromatica di 85 che lo pone nella classe 1b. I Led a luce naturale ottengono valori di 70 e sono posti in classe 2.

La resa cromatica per le opere esposte particolarmente sensibili alla luce dovrebbe essere in classe 1a, per questo in commercio si trovano dei LED definiti ad elevata resa cromatica (High CRI) che riescono a raggiungere un valore di Ra pari a 90.

Un normale LED di potenza in tonalità bianco caldo, anche grazie a una componente ridotta delle frequenze dei blu, provoca ad un’opera

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un danno inferiore a quello causato da lampade alogene dotate di filtro UV.

Figura 4.6: A sinistra un LED a luce calda, a destra una luce alogena

Un LED è regolabile di intensità (dimmerabile) tramite una modifica dell’ampiezza di pulsazione. A differenza di quanto avviene per le lampade a scarica ad alta pressione e per le lampade fluorescenti, i LED possono essere dimmerati da 0 al 100% e il consumo si riduce in modo direttamente proporzionale, mentre la temperatura di colore e la resa cromatica rimangono costanti.

L’economicità di una lampada dipende dalla sua efficienza luminosa e dalla sua durata utile. L’efficienza è il rapporto tra il flusso luminoso emesso (in lumen) e la potenza impiegata (in watt). I LED presentano ancora potenziali di sviluppo in termini di aumento dell’efficienza luminosa che li portano ad aumentare la loro resa anno dopo anno.

Per durata utile si intende quando il flusso raggiunge l'80%

dell’emissione di luce iniziale. Per i LED è fissato a 50000 ore. Questo verrebbe dire una durata teorica di 100000 ore, corrispondenti a più di 11 anni (24 ore su 24, sette giorni su sette). Si intuisce che è molto difficile fare dei test di vita reali per questi prodotti. I ricercatori hanno quindi definito dei test convenzionali per stimare la vita dei LED, basandoli su cicli relativamente brevi.

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Diversamente dalle sorgenti di luce tradizionali il LED non "brucia" ma nel tempo riduce l'intensità della luce emessa.

Riepilogando le caratteristiche principali dei LED di potenza sono:

- Luce conservativa. La luce non contiene infrarossi (IR) e ultravioletti (UV)

- Scarso consumo energetico. Attualmente il consumo è pari a 40-80 lm/W e si ipotizza di raddoppiare il valore nei prossimi cinque anni.

- Resa cromatica elevata. Pari a 85-90 per la luce bianca calda.

- Apparecchio freddo. Il calore si sviluppa sulla piastra, ma non viene emesso in direzione dell’oggetto illuminato. Per questo le sorgenti LED sono idonee a illuminare oggetti sensibili alla luce.

- Programmazione luminosa. I LED sono dimmerabili per intensità e temperatura di colore (sistemi DALI).

- Durata. Con una vita media di 50000 ore possono essere previsti intervalli di manutenzione molto lunghi.

Per queste caratteristiche i LED sono un’ottima scelta per le sorgenti luminose di un museo.

4.4 CASO DI STUDIO: SCELTA E POSIZIONAMENTO DEGLI APPARECCHI

Per l’illuminazione delle sale espositive è stato scelto di utilizzare esclusivamente apparecchi a LED di potenza con sorgente monocromatica. Come visto in precedenza, questa tipologia di luce

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limita i danni sulle opere e restituisce un adeguato flusso luminoso.

Inoltre i LED hanno scarsi consumi e limitati cicli di manutenzione.

4.4.1 LA SCELTA DEGLI APPARECCHI

Dopo una ricerca tra i maggiori produttori, si è scelto di utilizzare apparecchi forniti dalla iGuzzini. Azienda leader nel settore.

Come scelta progettuale non sono stati inseriti dei binari nelle sale, ma apparecchi ad incasso. Nello specifico:

1. Incasso BD70 Linealuce ottica ellittica warm white 3100K 2. Incasso 2975 Express corpo piccolo warm white 3200K 3. Incasso 2989 Express corpo piccolo 2 vani warm white 3200K 4. Incasso M877 Famiglia X26 incasso 250 high flux neutral

white 4200K

5. Incasso M879 Famiglia X26 incasso 1000 high flux neutral white 4200K

6. Incasso M880 Famiglia X26 incasso 1500 high flux neutral white 4200K

Gli apparecchi Linealuce sono luci lineari che permettono di ottenere una luce uniforme sulla parete espositiva, mentre gli apparecchi Express sono dei faretti direzionabili (335° rispetto all’asse verticale e 65° sul piano orizzontale) per raggiungere illuminamenti puntuali sulle opere.

Gli apparecchi della famiglia X26 non illuminano mai direttamente le opere, ma solo gli ambienti dove sono esposte. Per questo motivo le luci presentano una temperatura di colore più elevata (tonalità neutral

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white 4200K), garantendo una miscelazione con la tonalità warm white e migliorando il confort visivo dell’utenza.

BD70 Linealuce ottica ellittica warm white 3200K

Apparecchio di illuminazione a luce diretta e wall washer finalizzato all’impiego di sorgenti LED. Monocromatico completo di piastra multiled di potenza 28x1W in &nbsp;colore Warm White (3200K), ottica con lenti in materiale plastico versione ELLITTICA. Completo di lampada e alimentatore elettronico incorporato. Costituito da corpo in alluminio estruso, sottoposto a fosfocromatazione, doppia mano di fondo, passivazione a 120°C e con testate di estremità in pressofusione di alluminio complete di guarnizioni siliconiche 50/60 Shore A, sottoposte a trattamento di post-cooling a 200°C.

Verniciatura acrilica liquida ad elevata resistenza agli agenti atmosferici e ai raggi UV, cottura a 150°C.&amp;nbsp; Il vano ottico è chiuso superiormente da uno schermo in vetro sodico calcico temprato, semiacidato, spessore 4mm fissato con silicone.

Controcassa per l’installazione in alluminio con tappi in tecnopolimero da ordinare separatamente. Predisposto per cablaggio passate tramite due pressacavi PG11 in ottone nichelato idonei per cavi ø 6.5÷11mm contenuti in un apposito box in materiale termoplastico solidale al vano. Tutte le viti esterne sono in acciaio inox A2.&nbsp;

Dati punti luce

Rendimento punto luce : 47%

Luminaire efficacy : 16.19 lm/W Classification : A70 ↓100.0% ↑0.0%

CIE Flux Codes : 88 96 99 100 47 Reattore/Alimentatore :

Potenza del sistema : 37.16 W Lunghezza : 1268 mm Larghezza : 101 mm

Sorgenti:

Quantità : 1

Nome : LED (28x1W) Warm White (ottica Ellittica) Potenza : 32.34 W Temp. Di Colore : 3200 Flusso luminoso : 1280 lm

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111 Figura 4.7: Curva fotometrica dell’apparecchio Linealuce BD70

Figura 4.8: Diagramma di Söllner dell’apparecchio Linealuce BD70

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112 Figura 4.9: Quota dell’abbagliamento (UGR) dell’apparecchio Linealuce BD70

2975 Express corpo piccolo warm white 3200K e 2989 Express corpo piccolo 2 vani warm white 3200K

Apparecchio ad incasso realizzato in pressofusione di alluminio e materiale termoplastico,sorgente LED ad alta resa con emissione monocromatica 3x2.2W in tonalità warm-white (3200K). Ottica LED con lenti in materiale plastico fascio medio (M=25°). L’apparecchio permette una rotazione intorno all’asse verticale di 335° e di 65°

rispetto al piano orizzontale con frizionamento continuo (solo su questa rotazione). Disponibile come accessorio schermo antiabbagliamento.

Le caratteristiche tecniche degli apparecchi sono conformi alle norme EN 60598-1 e particolari.

2989.001 - corpo piccolo 2 vani a LED warm white - ottica medium - Bianco

LF46 - Lampada LED (3x2,2W) Warm White (ottica M) LF46 - Lampada LED (3x2,2W) Warm White (ottica M)

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113 Dati punti luce

Rendimento punto luce : 65%

Luminaire efficacy : 39.57 lm/W Classification : A80 ¯100.0% -0.0%

CIE Flux Codes : 93 99 100 100 65 Reattore/Alimentatore :

Potenza del sistema : 6.21 W Diametro : 108 mm

Sorgenti:

Quantità : 1 (2975) o 2 (2989) Nome : LED (3x2,2W) Warm White

(ottica M) Potenza : 6.21 W Temp. Di Colore : 3200 Flusso luminoso : 378 lm

Figura 4.10: Curva fotometrica e diagramma conico degli apparecchi Express

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114 Figura 4.11: Diagramma di Söllner degli apparecchi Express

Figura 4.12: Quota dell’abbagliamento (UGR) degli apparecchi Express

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M877 Famiglia X26 incasso 250 high flux neutral white 4200K M879 Famiglia X26 incasso 1000 high flux neutral white 4200K M880 Famiglia X26 incasso 1500 high flux neutral white 4200K

Prodotto a profilo rigido per illuminazione lineare a LED, predisposto per installazione ad incasso. Versione High Flux indicata per illuminazione di teche, mensole, corner espositivi e bordature perimetrali. Struttura in barra di alluminio estruso con cornice di battuta, schermo lineare in policarbonato opalino diffondente. Testate laterali e terminali di chiusura in policarbonato stampato. Il prodotto è equipaggiato con molle a contrasto per applicazione ad incasso su fresature cieche (mensole); per inserimento in supporti con fresatura passante utilizzare le molle accessorie.

M877.012 - X26 incasso 250 High Flux 4200K – Alluminio LH35 Lampada LED (3W) Neutral White

Versione con modulo a 3 LED 24Vdc ad alta emissione (3W totali) - colore bianco, tonalità neutral white (4200K) - indice di resa cromatica (CRI) 80.

Dati punti luce

Rendimento punto luce : 49%

Luminaire efficacy : 36.99 lm/W Classification : A40 ¯100.0% -0.0%

CIE Flux Codes : 51 81 96 100 49 Reattore/Alimentatore :

Potenza del sistema : 3.7 W Lunghezza : 250 mm Larghezza : 38 mm

Sorgenti:

Quantità : 1 Nome : LED (3W) Neutral White Potenza : 3.68 W Temp. Di Colore : 4300 Flusso luminoso : 279.3 lm

M879.012 - X26 incasso 1000 High Flux 4200K – Alluminio LH37 Lampada LED (12W) Neutral White

Versione con modulo a 12 LED 24Vdc ad alta emissione (12W totali) - colore bianco, tonalità neutral white (4200K) - indice di resa cromatica (CRI) 80.

Dati punti luce

Rendimento punto luce : 49%

Luminaire efficacy : 37.24 lm/W Classification : A40 ¯100.0% -0.0%

CIE Flux Codes : 51 81 96 100 49 Reattore/Alimentatore :

Potenza del sistema : 14.7 W Lunghezza : 1000 mm Larghezza : 38 mm

Sorgenti:

Quantità : 1 Nome : LED (12W) Neutral White Potenza : 14.7 W Temp. Di Colore : 4200 Flusso luminoso : 1117.2 lm

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M880.012 - X26 incasso 1500 High Flux 4200K – Alluminio LH37 Lampada LED (18W) Neutral White

Versione con modulo a 18 LED 24Vdc ad alta emissione (18W totali) - colore bianco, tonalità neutral white (4200K) - indice di resa cromatica (CRI) 80.

Dati punti luce

Rendimento punto luce : 49%

Luminaire efficacy : 37.24 lm/W Classification : A40 ¯100.0% -0.0%

CIE Flux Codes : 51 81 96 100 49 Reattore/Alimentatore :

Potenza del sistema : 22.05 W Lunghezza : 1500 mm Larghezza : 38 mm

Sorgenti:

Quantità : 1 Nome : LED (18W) Neutral White Potenza : 22.05 W Temp. Di Colore : 4200 Flusso luminoso : 1675.8 lm

Figura 4.13: Curva fotometrica degli apparecchi X26 M877, M879, M880

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117 Figura 4.14: Diagramma di Söllner degli apparecchi X26 M877, M879, M880

Figura 4.15: Quota dell’abbagliamento (UGR) degli apparecchi X26 M877, M879, M880

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118

4.4.2 IL POSIZIONAMENTO DEGLI APPARECCHI

Nell’illuminazione museale è molto importante evitare il riflesso delle sorgenti luminose presenti nel locale sull’opera esposta. La mancata schermatura di finestre e lucernari, o l’errato posizionamento dei centri luminosi possono portare a questo inconveniente. Per evitare il problema si può procede ad una costruzione geometrica (v. Fig. 4.16) per determinare l’esistenza di riflessi sulla superficie di un quadro.

Figura 4.16: Studio dei riflessi di un punto luce su un quadro

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119

Nota la sezione dell’ambiente si posiziona l’osservatore in modo tale che intercetti gli estremi del quadro R e S con un angolo di 45°. Infatti, se l’angolo fosse superiore, la visione d’insieme dell’opera sarebbe compromessa.

In seguito va costruita un’immagine speculare della sorgente luminosa C ribaltandola rispetto alla superficie del quadro (retta RS). Fatto ciò si ottiene il punto C’.

Congiungendo il punto di osservazione del visitatore con il punto C’, la retta che si viene a creare non deve intercettare il quadro per evitare riflessi. Nella figura 4.16 l’apparecchio risulta inserito in una posizione errata.

Per determinare la zona dove è possibile inserire gli apparecchi di illuminazione (v. Fig.4.17), che viene detta zona utile, si procede tracciando la retta che si ottiene congiungendo l’occhio dell’osservatore con la cornice superiore del quadro (punto R). La retta va poi ribaltata specularmente rispetto alla superficie del quadro.

La zona utile è definita dal triangolo formato dal proseguimento della retta RS, dalla retta orizzontale passante per CC’ e dalla retta CR (v.

Fig.4.17).

Posizionando l’apparecchio nella zona utile la luce potrebbe però essere troppo vicina al quadro. Questo va evitato perché una luce troppo radente potrebbero causare ombre indesiderate sull’opera esposta se vi sono eventuali rilievi della tela. Inoltre l’illuminamento tra la parte superiore ed inferiore dell’oggetto potrebbe risultare troppo disuniforme.

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120

Per evitare questi problemi (v. Fig.4.17) si traccia una semiretta dall’estremità inferiore del quadro (punto S) inclinata di 70° rispetto all’orizzontale. In questo modo si ottiene la zona utile ridotta.

Le costruzioni appena descritte possono naturalmente essere ottenute in maniera speculare per una sorgente posta a terra invece che sul soffitto.

Figura 4.17: Zona utile e zona utile ridotta (ABC)

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4.4.3 DIMENSIONI MASSIME DELLE OPERE DELLA SALA ESPOSIZIONI TEMPORANEE

Le verifiche della zona utile ridotta sono comunemente effettuate conoscendo le dimensioni delle opere da esporre e ricavando la posizioni delle luci. Nel caso di ambienti adibiti ad allestimenti temporanei però non è possibile, perché le opere periodicamente sono sostituite.

Quindi nella sala per esposizioni temporanee del museo in analisi (v.

Fig.4.18) si è proceduto in modo contrario alla norma; decisa una posizione per gli apparecchi si è ricavata l’opera di dimensioni massime (per larghezza e altezza) che è possibile allestire sulle pareti.

Tale informazione tornerà utile ai curatori del museo per decidere quali mostre è possibile ospitare nella sala.

Per ricavare la larghezza massima delle tele è sufficiente fare una analisi in pianta sugli ingombri dei visitatori davanti alle opere (v.

Fig.4.18). Fissata una distanza minima di un metro per apprezzare l’opera nel suo insieme e una distanza massima di due metri e quaranta per garantire il passaggio, i visitatori si disporranno intorno alla tela con una forma simile a quella in figura 4.18.

Per le opere laterali ne deriva un numero massimo di 15 adulti che possono osservare in contemporanea il quadro e una larghezza massima dell’opera di 1,45 metri.

Per la parete in fondo alla sala è possibile inserire un unico quadro di dimensioni notevoli, cioè 4,0 metri.

Lateralmente si inseriranno gli apparecchi puntuali ad incasso Express, mentre sulla parete in fondo gli apparecchi lineari Linealuce.

(28)

122 Figura 4.18: Ingombri visitatori nella sala esposizioni temporanee e larghezza massima delle opere esposte

(29)

123

Per ricavare l’altezza massima si procede a determinare la zona utile ridotta (v. Fig.4.19, 4.20).

Figura 4.19: Zona utile ridotta per gli apparecchi Express sulle pareti laterali

Figura 4.20: La zona utile ridotta per gli apparecchi Linealuce sulla parete in fondo alla sala per esposizioni temporanee coincide con una retta

(30)

124

Gli apparecchi Express per illuminare le pareti laterali della sala risultano alla distanza massima della zona utile ridotta e consentono di illuminare quadri di dimensione massime pari a 1,45 x 1,50 metri.

La posizione degli apparecchi Linealuce risulta obbligata e non modificabile. Infatti il triangolo della zona utile ridotta si è ristretto fino a coincidere con una retta congiungente l’apparecchio con l’estremità inferiore del quadro. L’utilizzo di questi apparecchi comunque permette di illuminare opere di dimensioni massime eccezionali pari a 4,00 x 1,65 metri.

(31)

125

4.5 CASO DI STUDIO: CALCOLI DELLA SALA ESPOSIZIONI TEMPORANEE

La sala per esposizioni temporanee, vista la sua semplice volumetria, si presta per una analisi della sola luce artificiale con Relux Professional. Per la sala si sono svolti i calcoli su una prima soluzione con soli quadri esposti ed una seconda con la possibilità di esporre anche piccole statue su dei podi.

L’ambiente è stata rimodellato nel simulatore con la finalità di ottenere dei dati più accurati. Importando modelli da altri programmi in Relux si possono verificare errori nei risultati di calcolo.

Una volta determinata la pianta della stanza, tramite elementi di arredo del programma sono state ottenute le aperture e la zona del soffitto ribassato.

I punti luce sono stati inseriti grazie ad un plugin sviluppato dalla iGuzzini per il programma Relux; all’interno del plugin è presente l’intero catalogo della ditta con informazioni illuminotecniche e volumetriche dei loro apparecchi.

Infine per la restituzione dei dati illuminotecnici nella sala sono state inserite delle superfici di misurazione virtuale dove calcolare i valori di illuminamento e luminanza.

4.5.1 DISPOSIZIONE DEGLI APPARECCHI NELLA SALA

Nelle seguenti piante sono riportate le disposizioni degli apparecchi nell’ambiente espositivo. La pianta della figura 4.22 evidenzia gli apparecchi con temperatura di colore calda (3200 K) per illuminare le opere esposte, mentre nella pianta in figura 4.23 sono riportate le luci a temperatura di colore neutra (4200 K) inserite nelle aperture sul soffitto per fornire luce diffusa all’ambiente.

(32)

126 Figura 4.21: Pianta per la disposizione apparecchi per illuminare le opere

(33)

127 Figura 4.22: Pianta per la disposizione apparecchi per la luce diffusa

(34)

128

4.5.2 METODOLOGIA DI CALCOLO

Per la restituzione dei valori di calcolo con Relux la sala è stata divisa in due zone distinte (v. Fig. 4.24).

Figura 4.23: Pianta delle zone e disposizione delle opere per i due allestimenti

(35)

129

Una porzione identificata come zona espositiva e un’altra come zona di sosta. Per entrambe è stata creata una superficie di misurazione virtuale, al fine di verificare un illuminamento omogeneo dove sono poste le opere ed un accento di luce nella zona di sosta.

Essendo l’ambiente in esame una sala per esposizioni temporanee, per evidenziare la sua flessibilità, si sono ipotizzate due soluzioni espositive.

Il primo allestimento con soli quadri alle pareti; nello specifico 6 quadri sulla parete di sinistra, 5 sulla parete di destra e un unico quadro sulla parete superiore della sala. Le dimensioni delle opere sono state ricavate dalle precedenti analisi.

Il secondo allestimento vede l’eliminazione di 5 quadri sulla parete di sinistra, per sostituirli con 4 podi dove inserire delle opere tridimensionali.

Gli output ricavati da Relux Professional sono:

Illuminamento massimo Emax

Illuminamento medio Emed

Illuminamento minimo Emin

Rapporto Emin / Emed

RapportoEmax / Emin

Indice di abbagliamento UGR

Per la verifica dei quadri si fa riferimento ai valori massimi di illuminamento indicati dalla UNI 10829:1999, dove si trovano tabelle in funzione della sensibilità delle opere alla radiazione luminosa.

Per le statue sui podi si è provveduto ad un’analisi dell’illuminamento semicilindrico.

(36)

130

Per garantire una soddisfacente uniformità degli illuminamenti sui quadri esposti e sul pavimento della zona esposizioni si sono verificati i seguenti rapporti:

Emin / Emed > 0,5 Emax / Emin < 5

Come scelta progettuale, per il piano di calpestio della zona di sosta non si è ritenuto necessario rispettare i rapporti.

La normativa UNI 12464-1:2004 non riporta valori da osservare per le sale espositive dei musei. Infatti, per la complessità del tema e per preservare le opere esposte è preferibile da parte del progettista un’analisi puntuale e calibrata sul caso specifico.

Per la sala in analisi si sono ritenuti accettabili valori a terra compresi tra 100 e 250 lx. Il range dei valori è moderatamente basso perché la sala è la parte terminale di un percorso espositivo dove il livello di illuminamento si abbassa gradualmente. Comunque valori anche di poche decine di lux permettono all’utente di evitare eventuali ostacoli sul percorso.

4.5.3 ALLESTIMENTO MOSTRA 1: QUADRI

Seguendo il percorso di un possibile visitatore dall’ingresso della sala fino a raggiungere la zona di sosta, i risultati dell'analisi illuminotecnica sono presentati sotto forma di schede (tabelle dei valori di illuminamento e luminanza, curve isolux, mappature di isocolore di illuminamento, valori medi calcolati) nelle pagine seguenti. In tabella 4.6 è riportato un riepilogo dei risultati ottenuti sui quadri.

(37)

131

Quadro sinistra 6: Linealuce (!BD70)

Figura 4.24: Quadro sinistra 6; tabelle illuminamento e luminanza

(38)

132 Figura 4.25: Quadro sinistra 6; isolinee e falsi colori illuminamento

Emed=134 lx Emin=75 lx Emax=195 lx

Emin / Emed=0,56 Emax / Emin=2,60

(39)

133

Quadro sinistra 5: Express corpo piccolo 2 vani (2989)

Figura 4.26: Quadro sinistra 5; tabelle illuminamento e luminanza, illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=172 lx Emin=100 lx Emax=247 lx

Emin / Emed=0,58 Emax / Emin=2,47

(40)

134

Quadro sinistra 4: Express corpo piccolo 2 vani (2989)

Figura 4.27: Quadro sinistra 4; tabelle illuminamento e luminanza, illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=178 lx Emin=107 lx Emax=255 lx

Emin / Emed=0,60 Emax / Emin=2,38

(41)

135

Quadro sinistra 3: Express corpo piccolo 2 vani (2989)

Figura 4.28: Quadro sinistra 3; tabelle illuminamento e luminanza, illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=181 lx Emin=108 lx Emax=259 lx

Emin / Emed=0,60 Emax / Emin=2,40

(42)

136

Quadro sinistra 2: Express corpo piccolo 2 vani (2989)

Figura 4.29: Quadro sinistra 2; tabelle illuminamento e luminanza, illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=179 lx Emin=104 lx Emax=255 lx

Emin / Emed=0,58 Emax / Emin=2,45

(43)

137

Quadro sinistra 1: Express corpo piccolo 2 vani (2989)

Figura 4.30: Quadro sinistra 1; tabelle illuminamento e luminanza, illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=169 lx Emin=92 lx Emax=240 lx

Emin / Emed=0,55 Emax / Emin=2,61

(44)

138

Quadro parete superiore: Linealuce (!BD70)

Figura 4.31: Quadro parete superiore; tabelle illuminamento e luminanza

(45)

139 Figura 4.32: Quadro parete superiore; illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=183 lx Emin=114 lx Emax=227 lx

Emin / Emed=0,62 Emax / Emin=1,99

(46)

140

Quadro destra 1: Express corpo piccolo 2 vani (2989)

Figura 4.33: Quadro destra 1; tabelle illuminamento e luminanza, illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=184 lx Emin=112 lx Emax=259 lx

Emin / Emed=0,61 Emax / Emin=2,31

(47)

141

Quadro destra 2: Express corpo piccolo 2 vani (2989)

Figura 4.34: Quadro destra 2; tabelle illuminamento e luminanza, illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=194 lx Emin=123 lx Emax=271 lx

Emin / Emed=0,63 Emax / Emin=2,20

(48)

142

Quadro destra 3: Express corpo piccolo 2 vani (2989)

Figura 4.35: Quadro destra 3; tabelle illuminamento e luminanza, illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=196 lx Emin=122 lx Emax=275 lx

Emin / Emed=0,62 Emax / Emin=2,25

(49)

143

Quadro destra 4: Express corpo piccolo 2 vani (2989)

Figura 4.36: Quadro destra 4; tabelle illuminamento e luminanza, illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=189 lx Emin=115 lx Emax=266 lx

Emin / Emed=0,61 Emax / Emin=2,31

(50)

144

Quadro destra 5: Express corpo piccolo 2 vani (2989)

Figura 4.37: Quadro destra 5; tabelle illuminamento e luminanza, illuminamento con isolinee e falsi colori

Emed=168 lx Emin=90 lx Emax=244 lx

Emin / Emed=0,53 Emax / Emin=2,71

(51)

145

Quadro Illuminamento (lx) Emin / Emed

Emax / Emin

Medio Minimo Massimo

Sinistra 1 169 92 240 0,54 2,61

Sinistra 2 179 104 255 0,58 2,45

Sinistra 3 181 108 259 0,60 2,40

Sinistra 4 178 107 255 0,60 2,38

Sinistra 5 172 100 247 0,58 2,47

Sinistra 6 134 75 195 0,56 2,60

Parete superiore 183 114 227 0,62 1,99

Destra 1 184 112 259 0,61 2,31

Destra 2 194 123 271 0,63 2,20

Destra 3 196 122 275 0,62 2,25

Destra 4 189 115 266 0,61 2,31

Destra 5 168 90 244 0,54 2,71

Tabella 4.6: Riepilogo dati quadri

Tutti i quadri risultano verificati con un illuminamento massimo sotto i 300 lx, come da prescrizioni per le opere sensibili alla luce, anche i rapporti tra gli illuminamenti risultano verificati (v. Tab.4.6).

Per i calcoli della superficie di calpestio si farà riferimento al pavimento dell’intera sala e alla sola zona espositiva (v. Fig.4.39-4.41). Le verifiche si riterranno rispettate se sarà verificata la sola zona espositiva. Questo perché l’accento di luce nella zona di sosta non permette la verifica dei rapporti di illuminamento sull’intera sala.

Comunque si dovrà garantire un livello minimo di illuminamento (qualche decina di lux) per evitare eventuali ostacoli a terra.

(52)

146 Figura 4.38: Pavimento sala; tabella illuminamento

Emed=124 lx Emin=32 lx Emax=222 lx Emin / Emed=0,26 Emax / Emin=6,94

Figura 4.39: Pavimento zona espositiva; tabella illuminamento

Emed=137 lx Emin=86 lx Emax=197 lx Emin / Emed=0,63 Emax / Emin=2,29

(53)

147 Figura 4.40: Pavimento zona espositiva e di sosta; isolinee dell’illuminamento

(54)

148 Figura 4.41: Pavimento sala esposizioni; falsi colori dell’illuminamento

(55)

149

A termine del lavoro sull’allestimento della mostra 1 sono riportate delle viste assonometriche dove è possibile osservare e confrontare i livelli di illuminamento e luminanza (v. Fig.4.42-4.45). Le immagini ottenute, rispettando tutte le indicazioni normative, appaiono corrette. I valori sulle opere non superano quelli limite (300 lux) e il contrasto con le pareti sono abbastanza netti da focalizzare l’attenzione sulle opere, ma tali da non provocare disagio all’osservatore. Il pavimento appare sufficientemente illuminato da evitare eventuali ostacoli lungo il percorso ed il livello di luminanza soddisfacente.

É possibile osservare come dalle feritoie sulla copertura filtri l’adeguato livello di luce per ottenere l’effetto scenico desiderato. Inoltre, se la mostra non dovesse presentare opere particolarmente sensibili alla luce è possibile attingere alla luce naturale dai lucernari. Questo permette di spengere gli apparecchi X26 e ridurre i costi.

Figura 4.42: prospetto della parete destra con illuminamento e luminanza

(56)

150 Figura 4.43: Vista assonometrica dell’illuminamento e della luminanza

(57)

151 Figura 4.44: Vista assonometrica dell’illuminamento e della luminanza

(58)

152 Figura 4.45: Vista assonometrica dell’illuminamento e della luminanza

(59)

153

4.5.4 ALLESTIMENTO MOSTRA 2: QUADRI E STATUE

Questo secondo allestimento si ricava togliendo i quadri 1-5 dal lato sinistro della sala per poi aggiungere quattro podi (v. Fig. 4.24) su cui possono essere esposte delle piccole statue di dimensioni massime di 40x40 centimetri con un’altezza di circa 60 centimetri.

Per poter garantire al visitatore una buona percezione dell’opera è opportuno triangolare le sorgenti luminose sulle forme di ogni singola statua. Per ottenere questa triangolazione si ridirezionano i faretti Express a 2 vani (2989) che illuminavano i quadri rimossi dalla precedente soluzione e si accende un ulteriore faretto Express a corpo piccolo (2975).

Per le statue è stata posta con Relux una superficie di misurazione virtuale sopra i podi e poi si è effettuato un calcolo dell’illuminamento semicilindrico (v. Fig.4.46).

(60)

154 Figura 4.46: Tabelle illuminamento semicilindrico: In alto statue 1 e 2, in basso statue 3 e 4

Altezza podio 1,40 m

Altezza piano di riferimento 2,00m

Statue Illuminamento (lx) Emin / Emed

Emax / Emin

Medio Minimo Massimo

Statua 1 223 216 227 0,97 1,05

Statua 2 223 211 230 0,95 1,09

Statua 3 222 212 227 0,95 1,07

Statua 4 212 204 216 0,96 1,06

Tabella 4.7: Riepilogo dati illuminamento semicilindrico delle statue

(61)

155

Per la superficie di calpestio, come nell’allestimento della mostra precedente, si riterrà verificata la soluzione se saranno rispettati i valori della zona espositiva (v. Fig.4.48).

Figura 4.47: Pavimento sala; tabella illuminamento

Emed=136 lx Emin=31 lx Emax=232 lx Emin / Emed=0,23 Emax / Emin=7,48

(62)

156 Figura 4.48: Pavimento zona espositiva; tabella illuminamento

Emed=152 lx Emin=88 lx Emax=232 lx Emin / Emed=0,58 Emax / Emin=2,64

Nonostante l’inserimento dei podi all’interno della zona espositiva, i valori di illuminamento restano omogenei all’interno della sala.

Il valore massimo è situato nei pressi dei podi mentre il minore ai margini della zona di sosta (v. Fig.4.47-4.50).

(63)

157 Figura 4.49: Pavimento zona di sosta ed espositiva; isolinee dell’illuminamento

(64)

158 4.50: Pavimento zona di sosta ed espositiva; falsi colori dell’illuminamento

(65)

159 Figura 4.51: Vista assonometrica dell’illuminamento e della luminanza

(66)

160 Figura 4.52: Vista assonometrica dell’illuminamento e della luminanza

(67)

161

4.5.5 VALUTAZIONE DELL’ABBAGLIAMENTO

La valutazione dell’abbagliamento viene verificata tramite il controllo dell’indice di abbagliamento UGR. Relux Professional permette di ricavare i valori puntuali su un piano. Questi dovranno essere inferiori a quelli fissati dalla normativa. Purtroppo, anche in questo caso, la norma UNI 12464-1:2004 non fissa dei parametri di riferimento per i musei. Prendendo come spunto il valore dell’indice pari a 22 per Fiere, padiglioni espositivi si è considerato accettabile per la zona espositiva della sala, un valore dell’indice di abbagliamento UGR inferiore a 24.

Anche in questo caso si è ritenuto superfluo verificare il valore per la zona di sosta e si sono svolti i calcoli solo sulla zona espositiva. Per procedere con il calcolo si è fissata una superficie di misura ad un’altezza di 1,60 m per farla coincidere al piano orizzontale dello sguardo. Il calcolo è stato effettuato nelle direzioni delle tre pareti espositive e verso la zona di sosta. Queste verifiche dovrebbero consentire di valutare, per un osservatore in movimento all’interno della sala e con lo sguardo fisso nella direzione in analisi, eventuali abbagliamenti.

I dati ottenuti osservando nella direzione delle due pareti lunghe, ad un’analisi superficiale sembrerebbero non verificati. Analizzando più attentamente si nota che nel caso dell’osservazione verso la parete di destra (Figura 4.53), un visitatore risulterebbe abbagliato se si trovasse posizionato entro un metro dalla parete di sinistra (Figura 4.53 lato inferiore; valori UGR sopra 24). Questo per colpa dei faretti Express orientati per illuminare il quadro posto alle sue spalle. Ma la posizione di un utente con le spalle in aderenza ad un quadro per osservare il quadro sull’altra parete risulta inopportuna e improbabile.

Nei pressi delle pareti di sinistra e destra il visitatore non deve sostare e solo nel caso dell’ipotesi di allestimento con i podi per le statue si

(68)

162

può trovare a transitare un utente con lo sguardo rivolto verso le altre due pareti corte. Per queste direzioni il valori dell’indice UGR risultano verificati.

Figura 4.53: Valori puntuali dell’indice UGR; altezza piano di riferimento 2,60m e direzione verso l’alto della tabella (parete di destra)

I dati della parte inferiore sono stati scartati dalla verifica perché un visitatore non si trova mai in quella posizione osservando la parete opposta.

Figura 4.54: Valori puntuali dell’indice UGR; altezza piano di riferimento 2,60m e direzione verso il basso della tabella (parete di sinistra)

I dati della parte inferiore sono stati scartati dalla verifica perché il visitatore no si trova mai in quella posizione osservando la parete opposta.

(69)

163 Figura 4.55: Valori puntuali dell’indice UGR; altezza piano di riferimento 2,60m e direzione verso la destra della tabella (zona di sosta)

Tutti i valori per questa direzione risultano verificati.

Figura 4.56: Valori puntuali dell’indice UGR; altezza piano di riferimento 2,60m e direzione verso la sinistra della tabella (parete superiore)

Tutti i valori per questa direzione risultano verificati.

(70)

164

4.5.6 VALUTAZIONE DELLA POTENZA INSTALLATA

Prendendo in analisi la tabella 4.5 che riporta il numero degli apparecchi nella sala ed il valore dei watt per ogni apparecchio, si nota che anche con tutti gli apparecchi accesi il consumo risulta sotto il kW.

Inoltre nella sala è possibile spengere gli apparecchi X26 per utilizzare la luce naturale indiretta dei lucernari (opportunamente schermata e filtrata) permettendo di abbatte la potenza installata di più della metà.

Dati punti luce - casa produttrice iGuzzini

Numero

Codice Nome Sorgenti LED

1

BD70 Linealuce ottica ellittica 1xLED(28W) 32,34W/1280 lm 12

!BD70 Linealuce della sala al 78,13% 25,27W/1000 lm

2 2975 Express corpo piccolo 1xLED(3x2,2W) 6,21W/378 lm 4

3 2989 Express corpo piccolo 2 vani 2xLED(3x2,2W) 6,21W/378 lm 10

4 M877 X26 lunghezza 250 mm 1xLED(3W) 3,68W/279,3 lm 26

5 M879 X26 lunghezza 1000 mm 1xLED(12W) 14,7W/1117,2 lm 13

6 M880 X26 lunghezza 1500 mm 1xLED(18W) 22,05W/1675,8

lm 8

Totale apparecchi utilizzati 73

Totale potenza utilizzata 853 W

Totale potenza parziale dei 26 apparecchi sulle opere 390 W Totale potenza parziale dei 47 apparecchi per luce diffusa sala 463 W Tabella 4.5: Dati apparecchi e sorgenti luminose

Considerando la sala di superfici pari a 92 mq, la potenza specifica installata per l'illuminazione con tutti gli apparecchi accesi è pari a

(71)

165

9,27 W / mq, mentre se sfruttiamo l'illuminazione naturale e spengiamo gli apparecchi x26 la potenza specifica si riduce a 4,24 W / mq.

4.6 CASO DI STUDIO: ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE E NATURALE

In continuità con il capitolo precedente verrà effettuato uno studio fotorealistico per le sale espositive con la finalità di osservare gli effetti della luce naturale integrata alla luce artificiale delle zone espositive (v.

Tav.4.1, 4.2).

Nelle viste create con 3d Studio Max per osservare gli effetti dell’illuminazione naturale sono state inserite ulteriori luci per simulare i vari apparecchi utilizzati per l’illuminazione artificiale.

All’interno del programma sono presenti delle luci fotometriche (photometric light) che permettono di caricare file .ies, dove sono contenute le informazioni del solido fotometrico di una sorgente luminosa.

Dal sito della iGuzzini è possibile scaricare i file .ies ed eventualmente anche i modelli tridimensionali degli apparecchi. Una volta caricati questi dati nella photometric light di 3ds è possibile settare anche la temperatura di colore ed il flusso luminoso.

L’inserimento di molte luci con curve fotometriche ha notevolmente rallentato il calcolo della vista da parte del programma. Nello specifico, la sala conferenze che presenta 40 faretti Express aumenta di dieci volte i tempi di renderizzazione.

(72)

166 Figura 4.57: Assegnazione della curva fotometrica e dei parametri di un faretto Express ad una luce fotometrica di 3d studio max

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