Studio e sviluppo di un metodo per l'elaborazione di immagini NIRS ai fini della caratterizzazione di ulcere venose croniche
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Conclusioni.
Questo lavoro di tesi ha affrontato lo studio di un metodo di elaborazione d’immagini NIRS con l’obiettivo di sviluppare uno strumento utile ai clinici per la valutazione dell’efficacia della terapia iperbarica in pazienti con ulcere venose croniche.
Lo studio della presente tesi ha coinvolto sei pazienti: tre pazienti sottoposti alla terapia due volte al giorno (gruppo A) e tre pazienti che effettuano la terapia una volta al giorno (gruppo B). Per ogni paziente sono state ricavate le immagini di saturazione di ossigeno, prima e dopo la terapia di ogni seduta, adoperando il dispositivo Multispectral Imaging Device KC103 della Kent Imaging. Tale dispositivo acquisisce quattro immagini a quattro lunghezze d’onda e ritorna in uscita due file in formato DICOM: nel primo file sono contenute le quattro immagini nel vicino infrarosso nel secondo file è racchiusa l’immagine di saturazione. Per elaborare, analizzare le immagini e confrontare i risultati è stato sviluppato uno strumento software in Matlab, attraverso il quale, si possono eseguire due operazioni preliminari alla fase di analisi dell’immagine di saturazione:
1. l’allineamento dell’immagine acquisita dopo la seduta in camera iperbarica con quella acquisita prima della seduta, ai fini di poterle confrontare correttamente;
2. la segmentazione dei pixel di artefatto da riflesso in modo da identificarli e non considerali in successive analisi sull’immagine di saturazione.
Lo strumento, inoltre, permette di selezionare manualmente la regione d’interesse (ROI), fornisce il calcolo dell’area dell’ulcera, consente di ottenere i profili dalla mappa di saturazione di ossigeno e il valore medio di StO2 nella ROI della mappa per valutare i cambiamenti dell’ossigenazione del tessuto leso prima e dopo la terapia iperbarica e durante il periodo del trattamento. Infine, lo strumento dà un’informazione aggiuntiva (oltre ai parametri area e valore medio): il segnale di saturazione ricavato partendo dalla distance transform; tale segnale descrive come varia il livello di saturazione di ossigeno dal centro al bordo dell’ulcera. Tuttavia, anche se questo segnale fornisce informazioni utili al clinico, accorerebbero più pazienti per validare le analisi e i risultati dedotti dal segnale.
Dalle analisi condotte sulle immagini di saturazione è emerso che per tutti i pazienti
il valore medio di StO2 dell’ulcera nell’immagine di saturazione l’ultimo giorno di terapia è
minore rispetto al primo girono e ciò potrebbe confermare l’efficacia della terapia, poiché i
valori di saturazione di ossigeno dell’ulcera si riducono. Questo risultato è concorde a studi
precedenti[4][5], nei quali si è dimostrato che le lesioni che tendono a guarire hanno livelli di
concentrazione di emoglobina inizialmente alti, che in seguito al trattamento della ferita
diminuiscono per avvicinarsi ai livelli di concentrazione del tessuto sano. Tuttavia, anche se
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per tutti i pazienti il valore medio l’ultimo giorno di terapia è minore rispetto al primo giorno, attraverso lo studio della retta di regressione lineare, è stato ritenuto utile valutare se questo valore diminuisce linearmente all’aumentare dei giorni di trattamento. La retta di regressione lineare, inoltre, è stata calcolata ponendo come variabile indipendente il numero di sedute di terapia e come variabile dipendente l’area dell’ulcera giacché, se la terapia è efficace, la dimensione dell’ulcera dovrebbe diminuire a mano a mano che la stessa guarisce.
Il risultato dedotto dall’analisi sull’area dell’ulcera per tutti i pazienti è lo stesso di quello derivato dall’analisi sul valore medio. Per due pazienti su sei la terapia sembra meno efficace, poiché né l’area né il valore medio diminuiscono in modo significativo nel tempo.
Per gli altri pazienti, invece, sia l’area della zona lesa sia il livello di saturazione di ossigeno nell’ulcera decrescono all’aumentare dei giorni di terapia, perciò per questi pazienti la terapia sembra più efficiente. Infine, sono stati confrontati due gruppi di pazienti (A: pazienti trattati due volte al giorno, B: pazienti sottoposti alla terapia una volta al giorno) attraverso lo studio delle rette di regressione: sono state ricavate due rette di regressione, adoperando come variabile indipendente il numero di sedute e come variabile dipendente una volata l’area media dell’ulcera e una volta il livello di saturazione medio nell’ulcera. Per entrambi i gruppi sia il livello di saturazione sia l’area decrescono linearmente all’aumentare del numero di sedute. Tuttavia, per il gruppo B le rette hanno una pendenza maggiore rispetto a quelle del gruppo A, pertanto si potrebbe dedurre che i pazienti del gruppo B guariscono più velocemente rispetto a quelli del gruppo A; ma il numero di pazienti analizzati è basso per affermarne questa deduzione in modo significativo.
Un importante punto affrontato in questa tesi è la valutazione dei due metodi di
segmentazione utilizzati. Per questo scopo sono stati calcolati gli indici dice tra le maschere
realizzate da due operatori, tra quelle ricavate dal primo utente e quelle ottenute
dall’algoritmo di segmentazione semiautomatico, e tra quelle create dal secondo operatore e
quelle realizzate attraverso la procedura di segmentazione semiautomatica, per un set di 12
immagini. Questi indici dice sono stati usati per eseguire un’analisi della varianza, attraverso
la quale si può verificare se il metodo di segmentazione semiautomatico si “comporta” come
un osservatore umano. Dai risultai del test è emerso che l’algoritmo di segmentazione Fuzzy
C-means è significativamente indistinguibile da un osservatore umano (con un livello di
significatività del 5%). In particolare, sia per l’operatore umano sia per l’algoritmo di
segmentazione semiautomatico è difficile identificare i singoli pixel di artefatto. La procedura
di segmentazione a soglia, invece, è significativamente riconoscibile da quella svolta da un
utente. Un ulteriore parametro che è stato considerato per valutare l’efficienza dell’algoritmo
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