con SD rispetto ai pazienti con PD sono quindi al momento estremamente preliminari e non supportate da risultati di altri studi. Le analisi sono in corso e possibili ipotesi per queste differenze saranno eventualmente da valutare se i risultati finali confermeranno questi dati.
Per quanto riguarda i dati di farmacocinetica, un’analisi preliminare eseguita su 11 pazienti, 6 pazienti con SD e 5 pazienti con PD, ha evidenziato una differenza statisticamente significativa nei valori dell’AUC, della C
max e del T
max del FT al giorno 1 che risultano essere maggiori nei pazienti con SD vs i pazienti con PD (rispettivamente 8.970 h
.µg/ml ±
1.188, 3.080 µg/ml ± 0.436, 0.857 h ± 0.143 vs 4.622 h
.µg/ml ± 1.174, 1.433 µg/ml
± 0.361, 3.100 h ± 0.872) e del T
1/2 al giorno 28 che risulta essere maggiore nei pazienti con SD vs i pazienti con PD (rispettivamente 3.998 h ± 0.823 vs 1.937 h ± 0.549). Anche la differenza dell’AUC del 5-FU tra gruppo di pazienti con SD e gruppo di pazienti con PD è risultata essere statisticamente significativa (rispettivamente 3.448 h
.µg/ml ± 0.465 vs 1.747
h
.µg/ml ± 0.603). Sono state inoltre osservate delle differenze statisticamente significative
nei valori della AUC del FT nei pazienti con SD al giorno 28 vs il giorno 1 (rispettivamente 12.85 h
.µg/ml ± 1.084 vs 8.970 h
.µg/ml ± 1.188) e nei valori della C
max del FT nei pazienti con PD al giorno 28 vs il giorno 1 (rispettivamente 2.808 µg/ml ± 0.575 vs 1.433 µg/ml ± 0.361). Questi dati sollevano alcune considerazioni riguardo a possibili meccanismi d’
azione dell’ UFT diversi da quello della citotossicità che giustifichino queste differenze farmacocinetiche tra i due gruppi di pazienti con SD e con PD. In particolare i pazienti con diagnosi di carcinoma colon-rettale e i due pazienti con carcinoma del pancreas erano già stati tutti pretrattati con fluoropirimidine e presentavano al momento dell’ inserimento in studio una malattia clinicamente resistente alle fluoropirimidine stesse. Improbabile quindi che fosse ancora presente una certa chemiosensibilità dei pazienti a questa classe di farmaci.
Altri aspetti infine supportano l’ esistenza di meccanismi diversi da quello citotossico.
Come già descritto, studi sperimentali hanno confermato come il trattamento
chemioterapico metronomico con UFT + CTX produca un’ attività antineoplastica di tipo
sinergico rispetto ai singoli farmaci, che questa attività è sostenuta da una azione di tipo
inibitoria sulla neoangiogenesi tumorale e che uno dei metaboliti dell’ UFT, l’ acido gamma
idrossibutirrico (GHB), ha una azione specifica di tipo antiangiogenetica (56). In particolare
studi condotti in vitro hanno dimostrato come la 50% inibitory concentration (IC50) del
GHB su cellule endoteliali sia di 0.0258 µg/ml. Emi e coll. hanno osservato quindi come la
somministrazione di UFT alla dose di 200 mg x 2/die produca una C
max del FT di 14.7