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ECONOMICA MENTE N Novembre 2020

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Academic year: 2022

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FLASH DI SCENARIO

56,7

L’indice dell’attività manifatturiera negli

Stati Uniti a Novembre

Economia della montagna ferma, danni al turismo da 12,4 mld

Per l’industria turistica invernale si profilano 12,4 miliardi di mancati incassi. La parte maggiore, quasi 10 miliardi, è legata al turismo invernale secondo le stime elaborate da Federturismo Confindustria e l’Associazione nazionale esercenti impianti a fune (Anef). A questa cifra si devono aggiungere le perdite per le attività commerciali e le varie forme di ristorazione che, secondo i calcoli di Confcommercio, oscillano tra 1,7 (impianti aperti con distanziamento sociale) e 2,4 miliardi (impianti chiusi) di spesa dei turisti.

Sole 24 Ore, 25 novembre 2020

Anche nel 2018 in crescita il fatturato delle multinazionali

Nel 2018 le multinazionali estere in Italia e quelle italiane all’estero consolidano il contributo positivo alla crescita del sistema produttivo italiano. Rispetto al 2017, le prime aumentano gli addetti di oltre 81 mila unità (+6%), il fatturato di oltre 21 miliardi (+3,8%), il valore aggiunto di quasi 6 miliardi (+4,9%) e la spesa in Ricerca e sviluppo di quasi mezzo miliardo (+13,1%). Le multinazionali estere contribuiscono all’economia nazionale con l’8,3% degli addetti (+0,3% rispetto al 2017), il 18,6% del fatturato (+0,1%), il 15,5%

del valore aggiunto (+0,2%) e il 23,6 % della spesa in Ricerca e sviluppo (+1,2%).

Istat, 23 novembre 2020

Cresce l'indice dell'attività manifatturiera degli USA a Novembre

L’indice Pmi manifatturiero degli Stati Uniti è salito oltre le previsioni, portandosi a quota 56,7 punti a novembre, dai precedenti 53,4 punti. Si tratta di un dato migliore delle attese degli analisti, che si aspettavano un raffreddamento a 53 punti. Ogni lettura al di sopra dei 50 punti indica un miglioramento delle condizioni economiche da parte dei direttori degli acquisti.

ANSA, 23 novembre 2020

12,4 mld

I mancati incassi per l’industria turistica

invernale

Speaker della settimana

EUGENIO GAIOTTI, Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia

«Nell’ultimo trimestre dell’anno l’economia nazionale tornerà verosimilmente a girare in negativo anche se la contrazione delle attività sarà di ampiezza lontana da quella primaverile e la crescita nel 2021 sarà probabilmente inferiore a quanto previsto in autunno».

24 novembre 2020

ITALIAITALIAUSA

ECONOMICA

MENTE

N 44- 25 Novembre 2020

+3,8%

Il fatturato delle multinazionali in Italia

nel 2018

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FOCUS LOCALE

Il turismo in Veneto nei primi 9 mesi del 2020

l mese di Settembre, con flussi turistici ridotti di un terzo, chiude una stagione estiva che ha visto il dimezzamento del numero di turisti e dei relativi pernottamenti. Su tale risultato pesa la forte contrazione da parte del mercato internazionale (-68,9% degli arrivi nel periodo giugno-settembre) e la riduzione anche del turismo domestico (-7,2%), nonostante i segni positivi di agosto (+8,6%) e di settembre (+0,5%).

Il 2020 era iniziato bene per il turismo veneto (gennaio +8,1% di presenze, febbraio +2,1%), ma poi la pandemia e il lockdown hanno determinato il crollo dei flussi turistici: marzo (-83,7%), aprile (-95,7%), maggio (-93,4%), giugno (-79%). A luglio inizia la ripresa, con numeri che comunque rappresentano la metà di quelli registrati a luglio 2019, infine ad agosto le presenze si riducono del 28%, a settembre del 31,9%. Il periodo gennaio-settembre si chiude così con un -52,8% delle presenze, cioè dei pernottamenti effettuati in strutture ricettive. Il numero di turisti pernottanti in strutture ricettive venete segue un andamento simile, indicato dal - 58,1% degli arrivi.

Complessivamente nei primi 9 mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, le presenze di turisti stranieri diminuiscono del 67%, mentre le presenze italiane si riducono del 21,3%. La principale provenienza estera rimane la Germania, seguita da Austria, Paesi Bassi e Svizzera.

Tutte le destinazioni turistiche hanno risentito del periodo di crisi: le città d'arte segnano un forte crollo delle presenze turistiche (-64,2%), così come le località termali (-63,7%), e quelle lacuali (-56,3%). La stagione balneare si conclude con un -45,7%. La vacanza in montagna perde di meno, ma la contrazione dei flussi è comunque pesante e pari a -20,6%.

L'area UNESCO del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene registra nei primi 9 mesi dell'anno un dimezzamento dei flussi turistico (-51,5% degli arrivi e -45,5% delle presenze).

Ufficio Studi Sistema Statistico Regione Veneto, Novembre 2020

-52,8%

Le presenze turistiche nei primi 9 mesi del 2020

-58,1%

Gli arrivi nei primi 9 mesi del 2020

-67%

Quelle di turisti stranieri

-21,3%

Quelle italiane

1°Germania 2° Austria 3° Paesi Bassi 4° Svizzera

Francia 6° UK

7° Polonia 8° Repubblica

Ceca 9° Belgio

Romania 11°USA

-63,7% Località termali -64,2% Città d’arte

-56,3% Lago -45,7% Mare -20,6% Montagna Le presenze turistiche per mese nei primi 9 mesi del 2020 (su base annuale)

Le principali provenienze Le destinazioni turistiche più colpite

5° Francia 10° Romania

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FOCUS DELLA SETTIMANA

Italia: rischio di nuova caduta, specie nei servizi

L’Italia è a rischio di una nuova caduta in recessione a fine 2020: peggiorano soprattutto i servizi, ma anche nell’industria si è arrestata la risalita. La domanda interna è fragile, l’occupazione si è già fermata, le imprese hanno più debito, solo l’export era in risalita, ma la pandemia minaccia il secondo stop agli scambi mondiali. I tassi di interesse restano stabili in un’Eurozona che frena, mentre il petrolio risale nonostante gli USA sotto ritmo, e la crescita del Brasile sorprende.

Seconda recessione. Le recenti misure restrittive per arginare l’epidemia inducono a stimare che nel 4°

trimestre si avrà di nuovo un PIL in calo. L’impatto sull’economia italiana dovrebbe essere contenuto rispetto al crollo nel 1° e 2° (-17,8%), dato che molti settori produttivi restano aperti. Ciò avviene subito dopo il forte rimbalzo nel 3° (+16,1%), che aveva riportato l’attività al -4,5% dai livelli pre-Covid.

Peggiorano i servizi. Il PMI nei servizi (Purchasing Managers’ Index) segnala un ulteriore arretramento già in ottobre (46,7 da 48,8), con domanda indebolita. Dopo il recupero parziale del settore turistico fino ad agosto, a fine anno in vari segmenti le perdite saranno ancora vicine al 70% (stime Federturismo).

Industria: risalita stoppata.Nell’industria, viceversa, il PMI in ottobre (53,8) ha fornito ancora segnali positivi.

Tuttavia, la produzione già a settembre-ottobre ha visto interrompersi il suo rapido recupero, sui livelli pre-Covid:

ciò potrebbe preludere a una nuova, moderata, caduta nel 4° trimestre.

Domanda interna fragile. Gli indicatori segnalano fino a ottobre una tenuta, dopo il rimbalzo nei mesi estivi. Gli ordini interni dei produttori di beni di consumo sono risaliti a -28,3 (-34,4 nel 3° trimestre), quelli dei produttori di beni strumentali a -31,4 (da -42,8).

La fiducia delle famiglie però diminuisce, con forte calo delle attese sull’economia: ciò alimenta la propensione al risparmio. L’ICC segnala in ottobre un -8,1% annuo dei consumi: i dati peggiori sono per turismo, servizi per il tempo libero, trasporti.

Stop dell’occupazione. L’occupazione si è di nuovo appiattita a settembre, dopo la risalita temporanea a luglio-agosto. La disoccupazione sembra ripuntare verso il basso, come a marzo-aprile, per la contrazione della forza lavoro. Il 4° trimestre anche per l’occupazione si preannuncia in negativo.

Più debito per la liquidità.A settembre la dinamica del credito alle imprese ha accelerato ulteriormente (+6,8%

annuo, da -1,0% a gennaio), per sopperire alla carenza di liquidità. I prestiti con garanzie pubbliche hanno superato i 110 miliardi a novembre (dati Task Force). Ciò peserà sul debito bancario (da 16,5% a 18,9% del passivo, stime CSC) e sugli oneri finanziari, riducendo le risorse per investimenti.

Export in risalita.L’export di beni è rimbalzato del 30,3%

nel 3° trimestre (-3,2% dai valori di febbraio). Il recupero ha riguardato tutti i principali tipi di beni e, con ritmi diversi, i maggiori mercati. Le indicazioni a inizio 4°

trimestre erano positive: in risalita gli ordini manifatturieri esteri. Tuttavia, le probabilità di una nuova caduta a fine anno sono alte, a causa della pandemia, specie nelle voci legate al turismo.

Documento completo Congiuntura Flash Novembre, CSC

(4)

LA RUBRICA DELL’ECONOMIA SOSTENIBILE

Produzione di carta, in crescita al 57% l’uso di fibre riciclate

Per l’industria italiana della carta il riciclo è materia prima. Accade dal ’200, quando in Italia nacque la carta come è ancora oggi, ma ora il riutilizzo della carta da macero è il 57% degli approvvigionamenti del settore. Anche se sofferente per il crollo epidemico della domanda (-6% nei primi nove mesi del 2020), la filiera industriale della carta vale l’1,4%

del Pil italiano con oltre 24,5 miliardi di fatturato e un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 3,4 miliardi di euro. Sono questi alcuni dei temi toccati da Lorenzo Poli, presidente dell’Assocarta, insieme con Stefano Ciafani, presidente della Legambiente, per la presentazione del ventunesimo rapporto ambientale dell’industria cartaria italiana.

Le esperienze di valore ambientale che da anni impegnano il comparto sono consolidate.

Le norme frenano il riciclo

Ma per rigenerare carta da carta c’è un problema. Si producono rifiuti. Per rilavorare i 5 milioni di tonnellate di carta straccia bisogna gettare quasi 400mila tonnellate di rifiuti che sono arrivati nei contenitori della raccolta differenziata: il cellofan che avvolge le riviste, le graffette di metallo, le spirali di rilegatura, la pellicola interna dei cartoni del latte e così via. Ma gli impianti per trattare questi scarti faticano a essere autorizzati, o addirittura vengono vietati, com’era accaduto alla Cartiera di Mantova quando l’altr’anno si era riaccesa e aveva voluto tornare a riciclare carta dopo decenni di abbandono industriale.

L’effetto del virus

Un cenno sul settore. Le cartiere italiane — dai colossi con presenza in tutto il mondo fino ai piccoli produttori di carte rare — hanno 19.100 addetti diretti, hanno prodotto nel 2019 circa 9 milioni di tonnellate di carta e cartone, di cui il 41,8% è stato esportato.

Il Sole 24 Ore, 25 novembre 2020

La flessione del 6% rilevata nei primi nove mesi del 2020 è un indicatore del disastro sanitario di quest’anno e della clausura domestica che ha cambiato il modo di consumare: le carte grafiche (quelle da stampare: volantini, giornali, stampanti) sono crollate del -28,5% mentre è cresciuta la domanda di carte per usi igienico sanitari (+2,4%) e per imballaggio (+2,7%). Nei primi nove mesi dell’anno la perdita di fatturato è stata del 14,3%.

Semplificare per l’ambiente

«Se il 57% medio della nostra produzione proviene da fibre riciclate, negli imballaggi siamo oltre l’80%», ha ricordato il presidente dell’Assocarta. Ma per Lorenzo Poli il Governo deve affiancare le aziende nel percorso ambientale, invece di rappresentare quasi sempre un ostacolo all’evoluzione sostenibile. «Insieme con Legambiente chiediamo al Governo supporto per progredire nel processo di decarbonizzazione. È tempo di semplificare la normativa per le autorizzazioni, di applicare il decreto End of Waste su carta e cartone e di realizzare gli impianti che possano rendere la filiera sempre più circolare e libera dalle fonti fossili». Aggiunge Ciafani della Legambiente: «Un obiettivo che ci vede in prima linea in una cammino comune con Assocarta».

Il peso dellafiliera della carta sul Pil italiano

Gli addetti diretti delle cartiere italiane nel 2019

19mila

9 mln

Le tonnellate di carta e cartone prodotte nel 2019

41,8%

La % di carta e cartone esportata sul totale della produzione nel 2019

1,4% 24,5 mld

Il fatturato della filiera

57%

La produzione da fibre riciclate

-14,3%

La perdita di fatturato nei primi nove mesi del 2020

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CLASSIFICA VERONA

CLASSIFICA ITALIA

2° Interporto Europeo (2020) | 1° Interporto Italiano (2020) 2° Città italiana per presenza di multinazionali

88 Multinazionali presenti

5° Provincia italiana per numero di presenze turistiche (CCIAA Verona, 2018)

10° Provincia italiana per V.A prodotto, 2° in Veneto (ISTAT, dati 2016)

65 Marchi noti a livello nazionale e internazionale 5° Provincia italiana per interscambio manif. (Istat 2019)

1° Provincia del triveneto 7ª in Italia per val. produzione (2017 AIDA) 1° Provincia Veneta per prodotti di qualità (2018, Regione del Veneto)

2° Provincia Veneto per marchi e brevetti registrati (2017, CCIAA VR) 2° Provincia veneta per n° di start up innovative (2019, Registro Imprese)

2° Provincia Veneta per produzione di energia da fonti rinnovabili (2018, Regione del Veneto)

9° Provincia italiana, 2° in Veneto per n° di imprese eco-investitrici (GreenItaly 2020)

8° Provincia Italiana, 1° in Veneto per n° di contratti di green jobs 2019 (GreenItaly 2019)

1° Università d’Italia nelle lauree scientifiche magistrali (2019, Education Around)

4° Provincia che è uscita velocemente dalla crisi (2016, Prometeia) 7° provincia italiana per qualità della vita (ranking indagine Qualità della Vita Il Sole24 Ore, 2019)

2° Provincia Veneta per numero di passeggeri del trasporto pubblico locale per abitante (2018, Regione del Veneto)

KPI TERRITORIALI E NAZIONALI

PIL

PRODUZIONE INDUSTRIALE EXPORT

IMPORT

Verona Veneto Italia

n.a +0,4%

(2019) +0,1%

(2019)

-2,4%

(III Trim 20/III Trim 19)

-4,32%

(III Trim 2020/III Trim 19) -5,1%

(Settembre 2020/Settembre 2019)

+0,8%

(2019/2018)

29,7%

(Settembre 2020)

+1,3%

(2019/2018)

-0,6%

(2019/2018)

+2,3%

(2019/2018)

-0,7%

(2019/2018)

OCCUPAZIONE (15-64 anni) DISOCCUPAZIONE (15 anni e oltre) DISOCCUPAZIONE

GIOVANILE (15-24 anni)

69,8%

(2019)

4,6%

(2019)

15,4%

(2019)

67,5%

(2019)

5,6%

(2019)

18,2%

(2019)

58,2%

(Settembre 2020) (Settembre 2020)9,6%

+3,3%

(2019/2018)

59%(2019)

10%(2019)

29,2%

(2019)

2° Paese manifatturiero dell’UE (2019)

2° Paese nel mondo per competitivià dei settori produttivi (Ansa 2018)

1° Paese dell’UE per economia circolare (GreenItaly 2020) 1° Paese dell’UE per % di riciclo sul totale dei rifiuti (GreenItaly 2020)

2° Paese dell’UE per uso efficiente di risorse nei processi produttivi (GreenItaly 2020)

10° potenza mondiale per export (wto)

5° Paese del Mondo per Surplus commerciale (2019) 13° Paese per reputazione (Country RepTrack 2018)

54° Paese per corruzione (CPI 2017, Transparency International) 30° classifica 50 best country for business (forbes-2017) 30° posto classifica global competitiveness index (wef) 2019 28° posto classifica global innovation index (2020)

Le previsioni del CSC per l’Italia

(Variazioni %) 2019 2020 2021

PIL 0,3 -10,0 4,8*

Esportazioni di beni e servizi 1,0 -14,3 11,3

Tasso di disoccupazione1 9,9 9,8 12,4

Prezzi al consumo 0,6 -0,3 0,4

Indebitamento della PA2 1,6 10,8 5,8*

Debito della PA2 134,6 158,7 156,5

1valori percentuali; 2in percentuale del PIL

* non incorpora la manovra delineata nella NaDEF per il 2021. Includendola, in base alle stime del Governo, il PIL potrebbe salire al 5,7% e l'indebitamento al 7,1% nel 2021.

Riferimenti

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