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ACCORDO DI PARTENARIATO 2014-2020 ITALIA

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(1)

ACCORDO DI PARTENARIATO 2014-2020 ITALIA

Sezione 2

(Conforme all’articolo 14 del Regolamento UE N.1303/2013)

(settembre 2014)

(2)
(3)

2. Disposizioni volte a garantire l’efficace attuazione dei Fondi SIE ... 325

2.1 Disposizioni, coerenti con il quadro istituzionale degli Stati membri, volte ad assicurare il coordinamento tra i Fondi e gli altri strumenti di finanziamento dell’Unione e nazionali e con la BEI ... 325

2.2 Informazioni necessarie per la verifica ex ante della conformità alle norme in materia di addizionalita’ (Art. 15 (1) (b) (ii) del Regolamento generale) ... 332

2.3 Sintesi della valutazione dell’adempimento delle condizionalità ex ante applicabili a livello nazionale, ai sensi dell’Art. 19 e dell’Allegato XI e, ove le condizionalità ex ante applicabili non sono soddisfatte, delle azioni da adottare, degli organismi responsabili e delle tempistiche di attuazione di tali azioni... 335

Tavola 11A – Valutazione sintetica del soddisfacimento delle condizionalità ex ante tematiche applicabili a livello di Accordo di Partenariato (che ricadono sotto la responsabilità del livello nazionale) ... 338

1.1 Ricerca e innovazione ... 338

1.2 Infrastrutture per la ricerca e l’innovazione... 340

2.1 Crescita digitale ... 341

2.2 Infrastruttura di reti d’accesso di nuova generazione (NGN) ... 343

3.1 PMI ... 346

4.1 Efficienza energetica di infrastrutture, edifici pubblici ed abitazioni ... 350

4.2 Cogenerazione ... 353

4.3 Energie rinnovabili ... 354

5.1 Prevenzione e gestione dei rischi ... 354

5.2 Buone condizioni agronomiche ed ambientali (BCAA) ... 358

5.3 Requisiti minimi per fertilizzanti e prodotti fitosanitari ... 358

5.4 Altri standard previsti dalla legislazione nazionale ... 358

6.1 Settore delle risorse idriche ... 358

6.2 Settore dei rifiuti ... 359

7.1 Trasporti... 361

7.2 Ferrovie ... 362

7.3 Altri modi di trasporto ... 362

8.1 Accesso al mercato del lavoro ... 363

8.2 Lavoro autonomo, imprenditorialità e creazione di imprese ... 382

8.3 Istituzioni del mercato del lavoro ... 387

8.4 Invecchiamento attivo e in buona salute ... 390

8.5 Adattamento dei lavoratori, imprese e imprenditori al cambiamento ... 402

8.6 Occupazione giovanile ... 411

9.1 Inclusione attiva ... 420

9.2 Integrazione delle comunità a rischio discriminazione e dei Rom ... 432

9.3 Sanità - ... 448

(4)

10.1 Abbandono scolastico ... 449

10.2 Istruzione superiore ... 471

10.3 Apprendimento permanente ... 490

10.4 Sistemi di istruzione e formazione professionale ... 512

11.1 Capacità istituzionale e amministrazione pubblica efficiente ... 519

Tavola 11B – Valutazione sintetica del soddisfacimento delle condizionalità ex ante generali applicabili a livello di Accordo di Partenariato (che ricadono sotto la responsabilità del livello nazionale) ... 536

B.1 Antidiscriminazione ... 536

B.2 Parità di genere ... 541

B.3 Disabilità ... 545

B.4 Appalti pubblici ... 552

B.5 Aiuti di Stato ... 563

B.6 Normativa ambientale ... 602

B.7 Sistemi statistici e indicatori di risultato ... 603

B.7 Sistemi statistici e indicatori di risultato (FEAMP) ... 606

Tavola 13 – Condizionalità ex ante generali applicabili a livello nazionale che risultano “non soddisfatte” o “parzialmente soddisfatte” ... 609

B.4 Appalti pubblici ... 609

B.5 Aiuti di Stato ... 611

B.6 Normativa ambientale ... 616

Tavola 14 – Condizionalità ex ante tematiche applicabili a livello nazionale che risultano “non soddisfatte” o “parzialmente soddisfatte” ... 618

1.1 Ricerca e innovazione ... 618

1.2 Infrastrutture per la ricerca e l’innovazione... 621

2.1 Crescita digitale ... 621

2.2 Infrastruttura di reti d’accesso di nuova generazione (NGN) ... 623

4.1 Efficienza energetica di infrastrutture, edifici pubblici ed abitazioni ... 623

6.1 Settore delle risorse idriche ... 624

7.1 Trasporti... 627

7.2 Ferrovie ... 632

7.3 Altri modi di trasporto ... 632

2.4 Metodologia e meccanismi volti a garantire la coerenza nel funzionamento del quadro di rifermento dell’efficacia dell’attuazione, ai sensi dell’Art. 21 del Regolamento generale ... 639

2.5 Valutazione in tema di rafforzamento della capacità amministrativa delle Autorità coinvolte nella gestione e nel controllo dei Programmi e, se del caso, dei beneficiari nonché, se necessario, una sintesi delle azioni da adottare a tale scopo... 644

2.6 Sintesi delle azioni previste nei Programmi per conseguire una riduzione degli oneri amministrativi

a carico dei beneficiari ... 659

(5)

ALLEGATI:

Allegato I: Risultati Attesi – Azioni

Allegato II: Elementi salienti della proposta di SI.GE.CO 2014-2020

Allegato III: Tabella di correlazione tra le azioni dell’Accordo di Partenariato e le azioni della Strategia EUSAIR

Allegato IV: Tavole di raccordo tra Priorità di Investimento e Risultati attesi

Allegato al Documento di approfondimento Condizionalità ex ante OT11

(6)
(7)

2. D

ISPOSIZIONI VOLTE A GARANTIRE L

EFFICACE ATTUAZIONE DEI

F

ONDI

SIE

2.1 D

ISPOSIZIONI

,

COERENTI CON IL QUADRO ISTITUZIONALE DEGLI

S

TATI MEMBRI

,

VOLTE AD ASSICURARE IL COORDINAMENTO TRA I

F

ONDI E GLI ALTRI STRUMENTI DI FINANZIAMENTO DELL

’U

NIONE E NAZIONALI E CON LA

BEI 1. M

ODALITÀ VOLTE AD ASSICURARE IL COORDINAMENTO TRA I

F

ONDI

SIE

E TRA QUESTI E GLI ALTRI STRUMENTI FINANZIARI RILEVANTI A LIVELLO NAZIONALE ED EUROPEO

Come già anticipato nella Sezione introduttiva 1.3, la proposta strategica dell’Accordo di Partenariato dell’Italia, nel confermare l’unitarietà delle politiche di sviluppo, comunitarie e nazionali, riconosce esplicitamente la necessità di valorizzare le complementarietà tra le diverse fonti finanziarie e strumenti, anche nella logica di “specializzarne” il relativo utilizzo.

E’ quindi sulla base di questa impostazione che i Fondi europei e di investimento agiranno in via complementare, in particolare sull’OT6 e OT7, rispetto a quegli ambiti specifici di intervento per i quali occorre intervenire con investimenti infrastrutturali che per loro natura e portata travalicano l’orizzonte temporale della programmazione comunitaria. Anche nel caso del rafforzamento della sperimentazione dello Strumento di inclusione sociale attiva (SIA) previsto nell’ambito dell’OT9, e affidato al Programma Nazionale Inclusione, la logica seguita è quella di utilizzare il FSE, in risposta alle specifiche raccomandazioni comunitarie in materia, per rafforzare i servizi territoriali di accompagnamento, a complemento delle componenti più propriamente di sostegno al reddito finanziate con le risorse nazionali ordinarie.

Particolarmente rilevante, infine, l’esplicitazione del raccordo fra la programmazione comunitaria e l’azione promossa con le politiche nazionali ordinarie per migliorare l’offerta dei servizi sanitari, per l’istruzione e l’accessibilità nelle Aree interne nell’ambito della Strategia nazionale ad esse dedicata. In questo caso infatti, l’azione delle politiche nazionali ordinarie rivolte al miglioramento di questi servizi, sostenuta da ultimo da un’apposita dotazione finanziaria stanziata con la Legge di Stabilità, è stata identificata, e come tale dovrà quindi essere assicurata e sviluppata, come una vera e propria condizione di efficacia dell’intervento complessivo.

Il completamento dell’esercizio di definizione delle strategie nazionali, richiesto dalle condizionalità ex ante per molte delle tematiche oggetto di finanziamento comunitario, consentirà con ancor più forza di porre in evidenza la complementarietà tra Fondi europei e di investimento rispetto alle politiche promosse con risorse e strumenti nazionali, laddove è rilevante, ancorché lo spettro di azione di quest’ultime sia stato fortemente compresso dal necessario rispetto degli obiettivi di finanza pubblica.

Per la quasi totalità, i Programmi Operativi Regionali dell’Italia sono monofondo, diversamente dai Programmi Operativi Nazionali. Questo richiede un forte impegno e un adeguato investimento, tanto dal lato dell’organizzazione delle strutture quanto sul fronte delle procedure di attuazione, per assicurare la necessaria integrazione tra strumenti e risorse e scongiurare rischi di duplicazione e segmentazione dell’intervento.

Questo impegno, e le sue necessarie specificazioni, deve essere parte integrante del Piano di

Rafforzamento Amministrativo richiesto a tutte le Autorità di Gestione dalla Commissione europea, con

nota n. 969811 del 28 marzo 2014.

(8)

In aggiunta alle soluzioni che saranno attivate in attuazione di questo impegno, particolare rilevanza riveste un’appropriata organizzazione e programmazione dei Comitati di Sorveglianza che, in particolare per quanto riguarda i POR FESR e FSE di una medesima Regione, dovranno essere di norma congiunti.

Dall’impostazione strategica complessiva dell’Accordo, e in particolare da quella dell’Agenda urbana (cfr.

sezione 3.1.3) e delle Aree interne (cfr. sezione 3.1.6), derivano anche particolari incentivi mirati a costruire azioni coordinate e complementari tra Programmi e Fondi diversi operanti sul medesimo territorio per ottenere un’azione più efficace che valorizzi l’apporto specifico, ma sinergico dei diversi Fondi.

Il coordinamento tra Fondi è altresì assicurato da modalità e sedi di confronto nell’ambito delle attività di monitoraggio (vedi oltre sezioni dedicati 4.1 e 4.2) e di valutazione (vedi sezioni dedicate nel par. 2.5) comuni tra Programmi e Fondi.

A livello nazionale sarà inoltre istituito un apposito Comitato con funzioni di sorveglianza e accompagnamento dell’attuazione dei Programmi 2014-2020. Il Comitato è presieduto dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione e composto da rappresentanti di tutte le Amministrazioni Centrali capofila dei Fondi e/o titolari dei Programmi e priorità trasversali, da tutte le Autorità di Gestione dei Programmi Regionali e aperto alla partecipazione del partenariato economico e sociale, sulla base di criteri che assicurino la piena coerenza con il Codice europeo di condotta del partenariato.

Questo Comitato potrà avere proprie articolazioni territoriali e tematiche, in relazione alle specificità dei temi da trattare.

Nella fase di preparazione dell’Accordo di Partenariato i termini di riferimento per il lavoro dei tavoli tematici richiedevano di esprimere anche le aree di complementarità e integrazione con la Cooperazione territoriale europea, utili anche allo sviluppo dei Programmi di cooperazione territoriale. A tutti i partner coinvolti nella preparazione dell’Accordo di Partenariato sono stati anche somministrati i questionari utilizzati per la consultazione degli stakeholder della Strategia EUSAIR dando, dunque, la possibilità di esprimere un proprio contributo. I risultati della consultazione sono stati forniti alla Commissione europea.

Analogo esercizio è in corso con riferimento alla consultazione degli stakeholder per la preparazione della Strategia EUSALP che si è aperta il 16 luglio e terminerà il 15 ottobre 2014.

L’Italia ha già messo in atto meccanismi di coordinamento tra la programmazione regionale sostenuta dai

Programmi cosiddetti mainstream e quelli di cooperazione territoriale, in attuazione del periodo di

programmazione 2007-2013. Infatti, in attuazione del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 (QSN), è

stato creato un Gruppo di coordinamento strategico per l’obiettivo “Cooperazione territoriale europea”,

allo scopo di imprimere all’attività di cooperazione un indirizzo coerente con le priorità di politica

dell’intera nazione, in tutti gli ambiti tematici toccati da questi Programmi. Il Gruppo è presieduto dal DPS

ed è composto da rappresentanti delle Amministrazioni centrali e regionali e del partenariato economico e

sociale. Al fine di rendere più evidente il coordinamento nell’utilizzo delle risorse destinate alla coesione, il

Regolamento di funzionamento del Gruppo prevede che ciascuna Amministrazione regionale elabori e

trasmetta ogni anno al DPS una relazione in cui siano inquadrate le attività di cooperazione alle quali la

Regione partecipa nel contesto della programmazione regionale e nell’ambito della organizzazione

amministrativa e funzionale della Regione. Il Gruppo conduce anche attività di monitoraggio della

partecipazione italiana ai Programmi, in termini di avanzamento della spesa e di priorità tematiche

interessate. Sono stati altresì istituiti Comitati nazionali di accompagnamento all’attuazione dei Programmi

di cooperazione transnazionali e interregionali, dei quali sono membri rappresentanti delle Amministrazioni

centrali e regionali interessate da ciascun programma e del partenariato economico e sociale, i quali hanno

(9)

il compito di valutare la coerenza strategica delle proposte progettuali proposte per il finanziamento a valere dei Programmi di cooperazione territoriale rispetto alle politiche nazionali e regionali e di delineare temi adeguati per lo sviluppo di progetti strategici, di rilievo per la programmazione regionale, da realizzare nell’ambito di questi Programmi.

A seguito dell’avvio dei lavori di preparazione della Strategia dell’UE per la regione Adriatico-Ionica (EUSAIR) e di quella per la regione Alpina (EUSALP) sono state ampliate e potenziate le attività di coordinamento in essere, a livello nazionale e regionale. Lo schema di coordinamento adottato si fonda su una stretta collaborazione tra il DPS e il Ministero degli Affari Esteri (MAE-Direzione Generale Unione Europea) che prevede quanto segue: l’esercizio congiunto da parte delle due Amministrazioni del ruolo di punto di contatto nazionale per le strategie; l’utilizzo del suddetto Gruppo di coordinamento strategico per l’obiettivo “Cooperazione territoriale europea” come sede di confronto e raccordo con lo sviluppo e l’attuazione delle Strategie; la creazione di un tavolo di coordinamento inter-amministrativo co-presieduto da DPS e MAE, al quale partecipano le Amministrazioni di settore (e i focal point da esse designati) e le Regioni interessate; l’attivazione di un Gruppo di lavoro interdipartimentale del DPS dedicato alle strategie macroregionali, aperto alla partecipazione del MAE e dei focal point. A livello regionale le Amministrazionii hanno costituito propri gruppi di lavoro dedicati alla Strategia EUSAIR (coordinato dalla Regione Marche) e alla Strategia EUSALP (coordinato dalla Regione Lombardia), nell’ambito della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome, che assicura il coordinamento a livello regionale e il coinvolgimento dei territori nella definizione della Strategia.

Nel periodo febbraio 2013-febbraio 2014 il DPS ha convocato, d’intesa con il MAE, cinque riunioni del Gruppo di coordinamento strategico per l’obiettivo “Cooperazione territoriale europea", dedicate alle Strategie macroregionali. Diverse riunioni del tavolo inter-amministrativo coordinato da MAE-DPS sono state convocate in relazione alle fasi di consultazione della Strategia EUSAIR e allo sviluppo della Strategia EUSALP.

Per il periodo di programmazione 2014-2020 si prevede di confermare e continuare l’attività del Gruppo di coordinamento strategico e di creare ancora Comitati nazionali di accompagnamento alla partecipazione dell’Italia ai Programmi di cooperazione territoriale, istituendo un Comitato nazionale per ciascuno dei Programmi interregionali e transnazionali ai quali partecipa l’Italia e per il Programma Italia-Croazia, in ragione dell’ampiezza dell’area di cooperazione e della numerosità delle Regioni italiane interessate. Il Gruppo di coordinamento strategico verrà raccordato al Comitato con funzionamento di sorveglianza e accompagnamento dell’attuazione dei Programmi 2014-2020, in modo da assicurare coerenza e complementarietà di azione.

A rafforzamento dell’azione di coordinamento già in essere si proporrà alle Autorità di Gestione dei

Programmi in attuazione dell’Obiettivo “Investimenti per la crescita e l’occupazione” di invitare le Autorità

di Gestione dei Programmi di cooperazione ad assistere alle sedute dei Comitati di sorveglianza, affinché

possa esservi piena circolazione e condivisione delle informazioni e siano valorizzate le opportunità di

complementarità e il valore aggiunto dei Programmi di cooperazione territoriale.

(10)

2. M

ODALITÀ PER ASSICURARE IL COORDINAMENTO DEI

F

ONDI

SIE

CON ALTRI STRUMENTI FINANZIARI NAZIONALI ED EUROPEI E CON LA

BEI

Il coordinamento e la complementarità dei Fondi strutturali con altri Programmi e Fondi UE saranno garantiti attraverso apposite sedi di governance nell’ambito delle quali vi sarà un confronto sulla programmazione delle attività e sulle risorse assegnate alle politiche di coesione e ai diversi Programmi e Fondi UE. Tale coordinamento sarà di fondamentale importanza per garantire un’agevole programmazione e implementazione, evitando duplicazioni degli interventi realizzati con i Fondi strutturali e con gli altri Programmi/Fondi UE.

Tale coordinamento e complementarità verrà, in particolare, garantito sui seguenti Programmi e Fondi comunitari:

Horizon: nel periodo 2014-2020 con particolare riferimento alle azioni che concorrono al raggiungimento dei Risultati attesi dell’Obiettivo Tematico 1, si utilizzeranno meccanismi per il rafforzamento delle sinergie tra i Fondi Strutturali e i Programmi comunitari per la ricerca e l’innovazione, come previsto dal Regolamento generale 1303/2013 (punto 30).

In particolare, per quanto riguarda il Programma Horizon 2020, si prevede la possibilità di combinare nella stessa operazione finanziamenti provenienti da diversi strumenti dell'Unione, garantendo le ricadute territoriali a livello nazionale e regionale di progetti europei, evitandone, allo stesso tempo, il doppio finanziamento. Proprio nella prospettiva del pilastro indipendente del programma “Spreadening Excellence and Widening Participation”, per contribuire a rafforzare le capacità delle regioni, in particolare di quelle meno sviluppate, di partecipare alle opportunità offerte dal Programma Horizon 2020, e di sfruttarne i risultati in una prospettiva di mercato, si sosterranno azioni di sistema nella forma di interventi a monte e a valle - come consentito dallo stesso Regolamento generale e come espressamente previsto dall’OT1 (azione 1.2.1) - la mobilità anche transnazionale dei ricercatori per la promozione di reti di collaborazione della ricerca con altre regioni europee (OT10, azione 10.4.8).

L’intervento della politica di coesione in Ricerca, Sviluppo Tecnologico e Innovazione potrà inoltre contribuire a rafforzare la partecipazione nazionale ad iniziative di programmazione congiunta e ad azioni ERA-NET (art. 185 TFUE) su temi di particolare rilevanza per lo sviluppo economico e sociale dei territori, attraverso il supporto previsto dall’OT1 alla realizzazione di progetti complessi di attività di ricerca e sviluppo su poche aree tematiche di rilievo e all’applicazione di soluzioni tecnologiche funzionali alla realizzazione delle Strategie di S3 nazionale e regionali (azione 1.2.3).

Il riconoscimento del ruolo cardine dei partenariati pubblico-privati (art. 187 TFUE) nell’attuazione delle Strategie di S3, ha comportato la previsione di un approccio selettivo di valorizzazione di queste aggregazioni per il rafforzamento della capacità dei sistemi innovativi regionali e nazionale di apertura e di partecipazione alle reti europee della ricerca e dell’innovazione. Nella stessa prospettiva, va interpretato il sostegno alla partecipazione degli attori anche delle regioni meno sviluppate a piattaforme di concertazione e reti nazionali di specializzazione tecnologica come i Cluster Tecnologici Nazionali (azione 1.2.1).

Infine, l’OT1, nell’ambito del Risultato atteso 1.5 “Potenziamento della capacità di sviluppare l’eccellenza

nella R&I”, prevede un’azione dedicata al sostegno alle infrastrutture della ricerca considerate cruciali per i

sistemi nazionali e transeuropei (azione 1.5.2 nell’Allegato Risultati-azioni), con particolare riferimento alle

infrastrutture ESFRI sostenute per le regioni meno sviluppate e in transizione.

(11)

LIFE: la sinergia con il Programma LIFE e le altre iniziative in materia di ambiente e clima, è perseguito nell'attuazione dei Programmi Operativi. Il Programma LIFE sostiene la mitigazione del cambiamento climatico e l'adattamento ai medesimi, l'efficienza nell'uso delle risorse, nonché i settori della natura. Per questi temi si prevede il finanziamento dei progetti integrati promuovendo il coordinamento e la mobilitazione di altri Fondi con il coinvolgimento del Punto di contatto nazionale LIFE.

Programma Erasmus+: per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport finalizzato a migliorare il livello di competenze e abilità chiave con specifica attenzione alla loro rilevanza per il mercato del lavoro, anche grazie ad una cooperazione rafforzata tra i settori dell’istruzione e formazione e mondo del lavoro. Il Programma prevede azioni di mobilità transnazionale ai fini dell’apprendimento per l’istruzione e la formazione di giovani, docenti e staff, cooperazione per l’innovazione e lo scambio di buone prassi, sostegno alle riforme delle politiche, con un focus particolare sul dialogo internazionale.

Fondo Europeo di adeguamento alla Globalizzazione (FEG): è lo strumento attraverso il quale l’Unione europea fornisce un sostegno ai lavoratori collocati in esubero in conseguenza di trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione, quali un aumento notevole delle importazioni nel mercato comunitario, un brusco calo della quota di mercato dell’Unione in un determinato settore o una delocalizzazione in paesi terzi, oppure a causa del grave deterioramento della situazione economica derivante dal persistere della crisi economica e finanziaria globale o da una nuova crisi. A differenza del Fondo Sociale Europeo (FSE), che segue una programmazione pluriennale con allocazioni finanziarie predefinite, il FEG è un fondo fuori bilancio che fornisce agli Stati Membri un sostegno puntuale e limitato nel tempo.

Il FEG, attivato su domanda degli Stati Membri interessati, cofinanzia pacchetti integrati e personalizzati di misure di politica attiva (es. orientamento professionale, bilancio competenze, formazione, assistenza alla ricerca impiego, promozione imprenditorialità ecc.) volti a favorire la ricollocazione dei lavoratori in esubero e dei lavoratori autonomi la cui attività è cessata. L’integrazione delle azioni degli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale, comprese le azioni cofinanziate dagli altri fondi dell’Unione europea, è espressamente prevista dal FEG.

Programma per l'Occupazione e l'Innovazione sociale (EaSI): sostiene gli sforzi degli Stati Membri nel programmare ed implementare le riforme sociali e l’occupazione a livello europeo, nazionale, regionale e locale, attraverso azioni innovative, il coordinamento sociale, l’individuazione, l’analisi e la condivisione delle migliori prassi. EaSI integra ed amplia la copertura di tre Programmi esistenti: Progress (Programma per l’Occupazione e la solidarietà sociale), EURES (Servizi per l’occupazione in Europa), lo Strumento Europeo Progress di Microfinanza. EaSI sostiene, pertanto, azioni innovative, la mobilità geografica volontaria dei lavoratori, l’accesso alla microfinanza per le persone vulnerabili che desiderano avviare una microimpresa.

Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI): è il nuovo strumento finanziario destinato a sostenere le

politiche migratorie degli Stati membri e si concentra sui flussi migratori, sulla gestione integrata della

migrazione sostenendo azioni tese ad affrontare tutti gli aspetti della migrazione, compresi l'asilo, la

migrazione legale, l'integrazione e il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi che soggiornano irregolarmente. In

tale cornice, il Fondo contempla, tra l’altro, l’attivazione di misure rivolte all’integrazione dei migranti e ai

minori stranieri non accompagnati. Il Regolamento del FAMI prescrive la necessità della complementarietà

del Programma nazionale del Fondo medesimo con il sostegno finanziario fornito da altri Fondi dell'Unione,

incluso il Fondo Sociale Europeo.

(12)

Fondo indigenti (FEAD): sostiene gli interventi promossi dai Paesi dell'UE per fornire agli indigenti un'assistenza materiale (tra cui quella alimentare) complementari alle misure per l’inclusione e contrasto alla condizione di povertà finanziate con altre risorse, benché il FEAD possa sostenere anche specifici Programmi di assistenza non materiale. Il coordinamento con l’azione del FEAD, che l’Italia ritiene di grande importanza e su cui è avvenuto un intenso confronto con il partenariato rilevante, sarà assicurato da interventi complementari del FSE diretti a servizi per l’inclusione di persone e nuclei familiari in grave stato di deprivazione, nonché per servizi di inclusione lavorativa e di pronto intervento sociale per i senza fissa dimora (per maggiori dettagli si veda la Sezione 3.1 in relazione all’Obiettivo Tematico 9).

Azioni Marie Curie - Promuovere le carriere nella ricerca: si tratta di borse di ricerca europee destinate ai ricercatori a prescindere da età, genere o nazionalità. Oltre a beneficiare di una sovvenzione, i ricercatori hanno la possibilità di maturare esperienza all’estero e nel settore privato, nonché di integrare la loro formazione con altre competenze o discipline utili per la loro carriera. Tali borse sono finalizzate a promuovere l'eccellenza e l'innovazione in Europa.

Strumenti per il coordinamento tra Sviluppo rurale e primo pilastro della PAC

La riforma dei pagamenti diretti e l'introduzione di nuove forme di sostegno nell'impianto dei pagamenti stessi richiede un’attenta definizione di regole che consentano di evitare duplicazioni, sovrapposizioni e eventuali sovra compensazioni.

Per ciò che riguarda le condizioni di accesso al regime dei pagamenti “verdi” e le relative pratiche (diversificazione, mantenimento dei prati permanenti e aree di interesse ecologico), le regole necessarie per assicurare la coerenza e la complementarità sono definite con provvedimenti nazionali previa concertazione tra lo Stato e le Regioni.

Per ciò che riguarda, invece, i regimi di aiuto agli investimenti, quali ad esempio la riconversione e ristrutturazione degli impianti o la promozione, in alcuni settori compresi in organizzazioni di mercato (vino, ortofrutta), la duplicazioni dei finanziamento sarà evitata attraverso la realizzazione della piena interoperabilità dei sistemi di gestione e controllo delle domande di aiuto e di pagamento. Fino alla completa realizzazione del suddetto sistema di scambio dati saranno applicate tra i regimi di aiuti dello sviluppo rurale e dell’OCM regole di demarcazione analoghe a quelle previste nel periodo di programmazione 2007-2013 semplificate e, per quanto possibile, omogenee sul territorio nazionale.

3. C

OORDINAMENTO TRA GLI INTERVENTI DEI

F

ONDI

SIE

E I

P

ROGRAMMI COMPLEMENTARI

Al perseguimento delle finalità strategiche dei Fondi SIE 2014/2020 e al rafforzamento dei Sistemi di gestione e controllo concorrono anche gli interventi attivati a livello nazionale, ai sensi dell’articolo 1, comma 242, della legge 147/2013, aventi carattere di complementarietà rispetto agli interventi della programmazione comunitaria.

Tali interventi/programmi complementari sono finanziati con le risorse disponibili sul Fondo di Rotazione ex

lege 183/87, per effetto, prevalentemente, dell’utilizzo di tassi di cofinanziamento comunitario pari o

prossimi al livello massimo fissato dai regolamenti comunitari nelle categorie di regione di riferimento.

(13)

Al fine di assicurare un trattamento equilibrato tra le diverse aree del Paese, e mantenere un adeguato volume di investimenti nelle aree nelle quali intervengono i Programmi che utilizzano i suddetti tassi di cofinanziamento, le risorse così rinvenienti restano nella disponibilità di tali aree.

Gli interventi/Programmi complementari sono definiti in partenariato tra le Autorità nazionali aventi responsabilità di coordinamento dei Fondi SIE e le singole Amministrazioni centrali e regionali interessate, con l’Accordo, ove pertinente, della Commissione europea. Essi, previa istruttoria delle Amministrazioni di coordinamento dei Fondi SIE, per la parte di rispettiva competenza, sono adottati con delibera del CIPE, con il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni.

Il coordinamento tra l’intervento dei Fondi SIE e le risorse allocate nei Programmi complementari si realizza, nella fase di programmazione, attraverso la valutazione della coerenza dei contenuti dei singoli Programmi/interventi complementari con le strategie e gli obiettivi perseguiti dai Programmi cofinanziati dai Fondi SIE.

Le azioni specifiche e gli interventi strategici volti a realizzare le condizioni di integrazione ed interoperabilità con la programmazione comunitaria 2014/2020 attraverso i Programmi complementari devono rispettare i requisiti di ammissibilità definiti dalla normativa comunitaria che disciplina l’intervento dei Fondi SIE.

L’esecuzione dei Programmi complementari si basa su Sistemi di gestione e controllo affidabili, in grado di assicurare l’efficace raggiungimento degli obiettivi, il monitoraggio continuo sull’andamento delle singole operazioni finanziate, il rispetto della normativa nazionale e comunitaria applicabile, la regolarità delle spese sostenute e rendicontate.

Fermo restando l’opportuno presidio di coordinamento nazionale, la sorveglianza sull’attuazione dei

Programmi complementari viene svolta dal Comitato istituito a livello nazionale con funzioni di sorveglianza

e accompagnamento dell’attuazione dei Programmi SIE 2014-2020.

(14)

2.2 I

NFORMAZIONI NECESSARIE PER LA VERIFICA EX ANTE DELLA CONFORMITÀ ALLE NORME IN MATERIA DI ADDIZIONALITA

(A

RT

. 15 (1) (

B

) (

II

)

DEL

R

EGOLAMENTO GENERALE

)

Il principio di addizionalità, sancito dall’art. 95 del Regolamento 1303/2013

1

, stabilisce che il sostegno dei fondi destinati all'Obiettivo “Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione” non sostituisce le spese strutturali pubbliche o assimilabili di uno Stato membro e che, nel periodo 2014-2020, dovrà essere mantenuto un livello di spese strutturali, pubbliche o assimilabili, mediamente pari su base annua al livello di riferimento stabilito nell'Accordo di Partenariato.

L’Italia ha l’obbligo di effettuare la verifica anche a livello regionale, essendo la popolazione delle regioni meno sviluppate

2

pari a circa il 30 per cento della popolazione totale del Paese, quindi inclusa tra il 15 e il 65 per cento indicato nell’articolo 95 del cirato regolamento.

Secondo quanto stabilito dal Regolamento, i dati nazionali assunti come base di riferimento per la stima regionale sono fino al 2017 quelli riportati nel Documento di Economia e Finanza (DEF) 2013, coerenti con i valori del Gross Fixed Capital Formation (GFCF) riportati nei Programmi di Stabilità e di Crescita, preparati dagli Stati Membri in accordo con il Regolamento (CE) n. 2223/1996 del Consiglio

3

; per gli anni 2018-2020, in assenza di ulteriori indicazioni programmatiche, viene ipotizzata l’invarianza dei tre aggregati (Investimenti pubblici, Prodotto interno lordo e, quindi, quota) rispetto all’ultimo anno.

Il profilo programmatico regionale è stato costruito mettendo in relazione le informazioni della banca dati Conti Pubblici Territoriali (CPT)

4

e i dati nazionali riportati nel DEF con il relativo profilo programmatico; è stata cioè calcolata la quota media degli investimenti nelle regioni meno sviluppate di fonte CPT sul dato nazionale di fonte DEF per gli anni confrontabili (2006-2011) e ricostruito il peso di tali investimenti rispetto al PIL nazionale.

Per le stime al 2020 la quota media storica degli investimenti delle regioni meno sviluppate è stata applicata al dato nazionale. Per gli anni 2014 e 2015 tale quota è stata incrementata per tenere conto del completamento dei Programmi di spesa cofinanziati dai Fondi Strutturali 2007-2013. In assenza di informazioni sulle proiezioni di PIL a livello territoriale, ai fini della costruzione della quota, è stato usato il PIL nazionale con le sue stime.

La tavola 2.2.1 e la tavola 2.2.2 riportano quindi il profilo programmatico del rapporto tra Investimenti fissi lordi e Prodotto Interno Lordo rispettivamente a livello nazionale e a livello regionale.

1 Regolamento (UE) N. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 recante disposizioni comuni sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo, sul Fondo di Coesione, sul Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale e sul Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca.

2 Le regioni considerate ai fini della verifica sono Campania, Calabria, Puglia, Basilicata e Sicilia.

3 Regolamento (CE) n. 2223/1996 del Consiglio, del 25 giugno 1996, relativo al Sistema europeo dei conti nazionali e regionali nella Comunità.

4 La banca dati dei CPT è oggi parte del Sistema Statistico Nazionale e ha una disponibilità di dati a partire dal 1996. Presenta caratteristiche di completezza, flessibilità e dettaglio territoriale. Oltre a riferirsi a un universo particolarmente ampio di enti di spesa e alla totalità dei flussi finanziari pubblici (spese, sia correnti che in conto capitale, e entrate), i dati consentono un’articolazione flessibile per svariati sub-aggregati relativi, ad esempio, a macro-aree e regioni amministrative, a diverse classificazioni settoriali, a diverse definizioni di spesa, a diversi erogatori finali. Il progetto CPT è stato avviato nel 1994 con lo scopo di disporre di uno strumento in grado di garantire la misurazione dei flussi finanziari sul territorio e la verifica del principio di addizionalità delle risorse comunitarie rispetto alle risorse nazionali. Per approfondimenti sul progetto CPT e sulle

(15)

Tavola 2.2.1 - Investimenti fissi lordi delle amministrazioni pubbliche a livello nazionale (in % del PIL)

ANNI 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Investimenti fissi lordi in percentuale

del PIL (ESA code P.51)

1,8 1,7 1,7 1,6 1,5 1,5 1,5

Tavola 2.2.2 - Investimenti fissi lordi delle amministrazioni pubbliche nelle regioni meno sviluppate (in % del PIL)

ANNI 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Investimenti fissi lordi in percentuale

del PIL (ESA code P.51)

0,5 0,5 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4

Tenendo conto dei limiti delle disponibilità informative, le Autorità italiane fissano quindi un valore medio del rapporto tra investimenti nelle regioni meno sviluppate e PIL nazionale nel periodo 2014-2020 pari allo 0,4 per cento. Tale valore tiene conto al tempo stesso della quota media storica degli investimenti delle regioni meno sviluppate rispetto a quelli nazionali, della chiusura della programmazione 2007-2013, ma anche della riduzione degli investimenti, nel livello e nella quota rispetto al PIL, evidenziati a livello nazionale nel DEF.

L’evoluzione di tutti i principali indicatori macroeconomici segnala una progressiva caduta - come si

evidenzia nella tabella seguente - man mano che se ne segue l’evoluzione nei principali documenti

programmatici italiani, costituendo la base del profilo prudenziale degli investimenti pubblici e del relativo

rapporto al PIL che anche il DEF 2014 segnala e che viene recepito nel profilo di addizionalità.

(16)

Evoluzione delle principali variabili macroeconomiche nei Documenti di Programmazione Nazionale

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

RPP 2007+DPEF 2007-2011 (dal 2006) 742.118 764.431

RPP per il 2008 795.683 819.500

RPP per il 2009 794.549 817.230 841.375 867.323

RPP per il 2010 728.678 752.429 781.688 810.909

DFP 2011-2013 730.529 746.072 776.933 802.573

DEF 2011 (sez. II) Legislazione vigente 722.302 739.966 768.182 790.767 814.900 DEF 2011 (sez. II) Tendenziale 728.214 753.269 774.153 794.684 813.909

DEF 2012 736.202 781.855 805.599 827.102 846.811

DEF 2012 (sez. II) Tendenziale 747.381 803.000 817.334 836.257 853.306

DEF 2013 753.449 765.158 786.656 807.952 829.762 852.206

DEF 2013 (sez. II) Tendenziale 771.190 783.050 802.729 824.048 844.181 864.498

DEF 2014 735.354 753.517 751.619 767.303 784.596 803.240 823.153 845.630

DEF 2014 (sez. II) Tendenziale 765.418 781.252 799.254 818.322 840.037 863.375

RPP 2007+DPEF 2007-2011 (dal 2006) 67.830 68.000

RPP per il 2008 67.784 68.144

RPP per il 2009 61.944 55.725 56.588 57.218

RPP per il 2010 61.540 57.483 59.539 57.926

DFP 2011-2013 59.439 54.369 52.323 51.902

DEF 2011 (sez. II) Legislazione vigente 53.899 48.691 45.217 46.037 45.956 DEF 2011 (sez. II) Tendenziale 58.789 59.786 53.303 52.292 52.212

DEF 2012 47.917 47.970 47.999 47.341 47.554

DEF 2012 (sez. II) Tendenziale 54.809 54.099 50.707 49.163 49.260

DEF 2013 47.827 55.297 45.380 45.988 42.500 42.842

DEF 2013 (sez. II) Tendenziale 52.239 52.643 50.035 47.062 44.364 44.114

DEF 2014 48.680 48.791 42.536 45.407 45.925 43.860 41.891 41.488

DEF 2014 (sez. II) Tendenziale 49.935 53.832 53.139 49.696 47.072 45.985

RPP 2007+DPEF 2007-2011 (dal 2006) 42.660 43.180

RPP per il 2008 42.861 42.715

RPP per il 2009 37.244 36.568 37.399 37.943

RPP per il 2010 35.329 32.632 35.159 33.695

DFP 2011-2013 33.447 30.800 28.550 29.480

DEF 2011 (sez. II) Legislazione vigente 31.879 31.230 27.014 27.816 28.192 DEF 2011 (sez. II) Tendenziale 32.624 32.925 30.352 29.356 29.563

DEF 2012 32.030 29.953 29.491 29.813 30.172

DEF 2012 (sez. II) Tendenziale 31.760 29.643 28.467 28.297 28.353

DEF 2013 29.224 28.257 28.156 28.289 28.669 28.761

DEF 2013 (sez. II) Tendenziale 30.179 29.776 29.430 29.553 29.252 29.019

DEF 2014 31.907 29.979 27.132 25.730 24.835 24.453 24.857 25.019

DEF 2014 (sez. II) Tendenziale 28.530 28.362 28.274 27.688 27.163 26.879

RPP 2007+DPEF 2007-2011 (dal 2006) 1,7 1,7

RPP per il 2008 1,7 1,8

RPP per il 2009 0,9 1,2 1,5 1,5

RPP per il 2010 0,7 2,0 2,0 2,0

DFP 2011-2013 1,2 1,3 2,0 2,0

DEF 2011 (sez. II) 1,3 1,1 1,3 1,5 1,6

DEF 2012 1,8 0,4 -1,2 0,5 1,0 1,2

DEF 2013 -2,4 -1,3 1,3 1,5 1,3 1,4

DEF 2013 Aggiornamento -2,4 -1,7 1,0 1,7 1,8 1,9

DEF 2014 -1,9 0,8 1,3 1,6 1,8 1,9

RPP 2007+DPEF 2007-2011 (dal 2006) 1,9 1,8

RPP per il 2008 1,8 1,6

RPP per il 2009 2,0 2,0 1,9 1,9

RPP per il 2010 1,5 1,7 1,8 1,9

DFP 2011-2013 1,0 1,8 1,9 1,9

DEF 2011 (sez. II) 0,6 1,8 1,8 1,8 1,8

DEF 2012 0,4 1,3 1,8 1,9 1,9 1,9

DEF 2013 1,6 1,8 1,9 1,8 1,8 1,8

DEF 2013 Aggiornamento 1,6 1,2 1,9 1,9 1,7 1,7

DEF 2014 1,4 1,0 1,2 1,5 1,5 1,5

RPP 2007+DPEF 2007-2011 (dal 2006) 0,7 0,7

RPP per il 2008 0,7 0,7

RPP per il 2009 0,6 0,6 0,7 0,7

RPP per il 2010 -0,1 1,1 1,1 1,1

DFP 2011-2013 -1,5 0,7 0,8 1,0

DEF 2011 (sez. II) -0,7 0,5 0,6 0,6 0,7

DEF 2012 -0,9 0,1 -0,6 0,1 0,4 0,6

DEF 2013 -1,1 -0,3 0,6 0,8 0,7 0,8

DEF 2013 Aggiornamento -1,1 -1,8 -0,1 0,9 0,9 1,0

DEF 2014 -1,9 -0,2 0,7 0,8 1,0 1,0

RPP 2007+DPEF 2007-2011 (dal 2006) 652.965 670.640

RPP per il 2008 664.219 682.590

RPP per il 2009 667.311 680.623 699.004 719.654

RPP per il 2010 667.828 679.711 695.502 714.910

DFP 2011-2013 676.145 679.169 688.777 705.737

DEF 2011 (sez. II) Legislazione vigente 669.462 677.107 683.802 699.175 717.228 DEF 2011 (sez. II) Tendenziale 657.726 670.486 672.969 683.898 696.435

DEF 2012 672.627 676.842 677.725 687.709 700.615

DEF 2012 (sez. II) Tendenziale 665.247 676.668 672.533 681.578 690.897

DEF 2013 666.538 671.377 679.373 693.230 705.836 718.273

DEF 2013 (sez. II) Tendenziale 672.490 683.791 688.124 699.509 710.988 725.089

DEF 2014 758.270 770.046 761.002 767.939 775.763 787.238

Spesa c/c primaria Crescita del PIL reale

Prezzi: deflatore del PIL Investimenti PA Totale conto capitale PA

Totale Entrate PA

Tassi di occupazione (ULA)

(17)

La programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020 interviene in un periodo di perdurante recessione economica, in cui le difficoltà strutturali continuano a frenare la ripresa, con un aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali che minano la coesione nazionale e ostacolano la ripresa della crescita.

Tuttavia, benché permangano elevate le difficoltà attuali e prospettiche nel conciliare gli obiettivi della politica regionali con gli ineludibili obiettivi di finanza pubblica, appare opportuno sottolineare che il lungo orizzonte temporale della programmazione comunitaria potrebbe consentire di ripristinare, nel medio- lungo periodo, condizioni favorevoli ad un miglioramento dell’impegno di spesa per investimenti nelle regioni meno sviluppate.

Peraltro, lo stesso Programma Nazionale di Riforma 2014 prevede “nuovi spazi di azione per gli enti territoriali affrontando i limiti del Patto di Stabilità Interno, l’uso intelligente ed efficace dei fondi strutturali europei, il finanziamento di nuove opere nel settore idrico, la prosecuzione degli interventi già decisi in connessione con l’EXPO 2015 e la realizzazione di piccoli e medi progetti sul territorio, con una particolare attenzione alle regioni meridionali”.

Al tempo stesso, il Documento di Economia e Finanza 2014 assume l’impegno di una forte accelerazione del processo di riforma strutturale dell’economia, per una nuova e sostenibile ripresa della crescita e dell’occupazione. L’urgenza e l’ambizione delle azioni di riforma - fondate al tempo stesso su un consolidamento fiscale sostenibile e sull’accelerazione delle riforme strutturali per favorire la crescita - sono in piena sintonia con il quadro europeo. Diventerà quindi fondamentale utilizzare anche gli spazi di flessibilità esistenti nel Patto di Stabilità e Crescita per rendere possibile, mantenendo le finanze pubbliche in ordine, un rilancio degli investimenti pubblici produttivi.

Inoltre, l’immediato collegamento con lo sviluppo dell’economia reale attraverso il legame al PIL ridurrà l’impatto di rischi attuali e potenziali e, auspicabilmente, l’incertezza nel raggiungere i target di investimento previsti.

2.3 S

INTESI DELLA VALUTAZIONE DELL

ADEMPIMENTO DELLE CONDIZIONALITÀ EX ANTE APPLICABILI A LIVELLO NAZIONALE

,

AI SENSI DELL

’A

RT

. 19

E DELL

’A

LLEGATO

XI

E

,

OVE LE CONDIZIONALITÀ EX ANTE APPLICABILI NON SONO SODDISFATTE

,

DELLE AZIONI DA ADOTTARE

,

DEGLI ORGANISMI RESPONSABILI E DELLE TEMPISTICHE DI ATTUAZIONE DI TALI AZIONI

Si riporta di seguito lo schema riassuntivo delle condizionalità ex ante che ricadono sotto la responsabilità del livello nazionale (Tavole 11, 13 e 14 del Template AP).

Per quanto riguarda le condizionalità ex ante tematiche FESR, FSE, FEASR e FEAMP, 20 risultano soddisfatte, 5 parzialmente soddisfatte e 5 non sono soddisfatte.

Per le condizionalità ex ante generali 4 risultano soddisfatte e 3 parzialmente soddisfatte.

(18)

CONDIZIONALITA’ EX ANTE TEMATICHE FESR, FSE, FEASR e FEAMP

SODDISFATTE 3.1 PMI

4.2 Cogenerazione 4.3 Energie rinnovabili

5.1 Prevenzione e gestione dei rischi

5.2 Buone condizioni agronomiche ed ambientali (BCAA) (FEASR) 5.3 Requisiti minimi per fertilizzanti e prodotti fitosanitari (FEASR) 5.4 Altri standard previsti dalla legislazione nazionale (FEASR)

6.2 Rifiuti (criteri 1 e 3 soddisfatti; criteri 2 e 4 da valutare a livello di programma operativo) 8.1 Accesso al mercato del lavoro

8.2 Lavoro autonomo, imprenditorialità e creazione d’impresa 8.3 Modernizzazione delle Istituzioni del mercato del lavoro 8.4 Invecchiamento attivo

8.5 Adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti 8.6 Occupazione giovanile

9.2 Integrazione delle comunità a rischio discriminazione 10.1 Abbandono scolastico

10.2 Istruzione superiore

10.3 Apprendimento permanente 10.4 Sistemi di istruzione e formazione

11.1 Capacità istituzionale e Amministrazione Pubblica efficiente

PARZIALMENTE SODDISFATTE 1.1 Ricerca e innovazione

2.2 Infrastruttura di reti d’accesso di nuova generazione (NGN)

4.1 Efficienza energetica di infrastrutture, edifici pubblici ed abitazioni 6.1 Risorse idriche

9.1 Inclusione attiva

NON SODDISFATTE

1.2 Infrastrutture per la ricerca 2.1 Crescita digitale

7.1 Strade

(19)

7.2 Ferrovie

7.3 Altre modalità di trasporto

DA VALUTARE A LIVELLO DI PO 9.3 Sanità

CONDIZIONALITA’ EX ANTE GENERALI

SODDISFATTE

B.1 Antidiscriminazione B.2 Uguaglianza di Genere B.3 Disabilità

B.7 Sistemi statistici e indicatori di risultato (FESR, FEAMP) PARZIALMENTE SODDISFATTE

B.4 Appalti pubblici B.5 Aiuti di Stato

B.6 Normativa ambientale: VIA VAS NON SODDISFATTE.

Nessuna.

(20)

T

AVOLA

11A V

ALUTAZIONE SINTETICA DEL SODDISFACIMENTO DELLE CONDIZIONALITÀ EX ANTE TEMATICHE APPLICABILI A LIVELLO DI

A

CCORDO DI

P

ARTENARIATO

(

CHE RICADONO SOTTO LA RESPONSABILITÀ DEL LIVELLO NAZIONALE

)

Condizionalità ex ante Adempim ento della condizion alità:

Sì/No/Par zialmente

Criteri di adempimento Adempim ento di ciascun criterio:

Sì/No

Riferimento, se i criteri sono risultati soddisfatti (riferimento alle strategie, alle disposizioni legislative o ad altri documenti rilevanti, inclusi i riferimenti a sezioni importanti, articoli o commi, accompagnati da un collegamento ipertestuale o da altro accesso al testo)

Spiegazione

1.1RICERCA E INNOVAZIONE - Esistenza di una strategia di specializzazione intelligente nazionale o regionale in linea con il programma di riforma nazionale, che esercita un effetto leva sulla spesa privata in ricerca e innovazione ed è conforme alle caratteristiche di sistemi efficaci di ricerca e di innovazione ai livelli nazionale e regionale5

Parzialme

nte Disponibilità di una strategia di specializzazione intelligente nazionale che:

Parzial mente

Le due Amministrazioni competenti, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), hanno completato il percorso di confronto con le Regioni per l’adozione, prima dell’approvazione dell’Accordo di Partenariato, di una strategia nazionale in linea con i contenuti del Piano Nazionale della Ricerca (PNR).

L’intero processo di costruzione delle RIS3 e della strategia nazionale è stato supportato dal Progetto dedicato coordinato dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica (DPS).

Il sistema di governance della strategia nazionale individua (paragrafo 6.1 e 6.2) degli organi specifici e le relative funzioni (comitato di indirizzo e gruppi di lavoro tematici composti da esperti).

La quadrupla elica è stata gestita in fase preparatoria sia a livello nazionale sia dalle regioni. Nel tempo, l’elemento dinamico che permette l’applicazione del codice sul

5 Amministrazioni responsabili: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Segreteria Tecnica del Ministro; Direzione Generale della Ricerca. Ministero dello Sviluppo Economico - Segreteria Tecnica del

(21)

partenariato è il meccanismo delle chiamate a manifestare l’interesse per la costruzione dei piani strategici. Allo scopo di consentire alla strategia di adempiere alla condizionalità ex ante 1.1 è stato predisposto un piano di azione, il cui primo punto prevede l’adozione della strategia e del piano di azione stesso con DPCM.

– si basi sull'analisi SWOT (punti di forza, debolezza, opportunità e minacce) o analisi analoghe per concentrare le risorse su una serie limitata di priorità di ricerca e innovazione;

Parzialm ente

Il paragrafo 3.3 contiene la SWOT degli obiettivi della SNSI.

Il paragrafo 8 un’analisi delle aree di specializzazione.

Il 4.3 descrive la scelta delle tematiche nazionali.

Il 6.1 rappresenta il meccanismo di selezione per gli interventi su specifiche traiettorie di sviluppo, nell’ambito delle aree tematiche nazionali.

Il paragrafo 3.4 affronta la questione del posizionamento delle specializzazioni sulle catene internazionali del valore.

La concentrazione delle risorse avviene sugli obiettivi dei piani strategici.

L’analisi dell’esperienza della passata programmazione e il focus sui tecnologici nazionali nonché la definizione dei criteri di selezione delle traiettorie di sviluppo saranno realizzati come indicato nel Piano di azione.

– definisca misure per stimolare gli investimenti privati in RST;

Parzialm ente

La strategia nazionale presenta nei paragrafi 5.1 e 5.2 un quadro unitario delle misure necessarie per favorire la propensione all’investimento da parte del sistema imprenditoriale (incentivazione alla ricerca e

(22)

innovazione, domanda pubblica, azioni di sistema, partenariati pubblico-privati, innovazione sociale). Tale quadro sarà completato e rafforzato, come indicato nel Piano di azione.

– preveda un meccanismo di controllo.

Parzialm ente

La strategia nazionale descrive ai paragrafi 6.1 e 6.2 i meccanismi (e indicatori) di monitoraggio e valutazione finalizzati ad assicurare un efficace controllo sull’attuazione della strategia stessa. La descrizione verrà migliorata e i meccanismi rafforzati, come indicato nel Piano di azione trasmesso insieme all’Accordo di Partenariato.

Adozione di un quadro che definisce le risorse di bilancio disponibili per la ricerca e l'innovazione.

Parzialm ente

La procedura attuativa della SNSI, come descritta al paragrafo 6.1, soddisfa il requisito attraverso la definizione dei costi e delle coperture dei piani strategici. Una descrizione sintetica delle risorse di bilancio verrà inserita secondo quanto specificato nel Piano di azione trasmesso insieme all’Accordo di Partenariato.

1.2INFRASTRUTTURE PER LA RICERCA E LINNOVAZIONE - Esistenza di un piano pluriennale per la

programmazione di bilancio e la definizione delle priorità di investimento6

NO Adozione di un piano indicativo pluriennale per la

programmazione di bilancio e la definizione delle priorità di investimento in rapporto alle priorità dell'Unione e, se del caso, al Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (ESFRI).

NO Il MIUR ha predisposto il Piano Nazionale per

le Infrastrutture di Ricerca (in coerenza con il PNR 2014-2020). Si tratta di un documento programmatico pluriennale in cui si delineano le strategie, le priorità, gli investimenti e le relative risorse finanziarie per il potenziamento, la governance e la specializzazione del sistema nazionale delle IR.

Il PNIR collega ciascuna IR, in base al suo impatto, ai vari settori tematici che ricalcano

6

(23)

le grandi sfide sociali di Orizzonte 2020 e che sono stati individuati come prioritari nella Strategia Nazionale e nelle RIS3. Nel documento sono definiti le metodologie di investimento, gli impatti socio-economici e la rilevanza nazionale ed europea della singola IR.

La definizione del documento è stata preceduta da un processo di confronto con gli stakeholders e da un puntuale censimento delle IR che ha individuato circa 200 IR (con focus Mezzogiorno), che richiederebbero una notevole mobilitazione di risorse finanziarie intorno ai 3 miliardi di euro.

Il documento è stato predisposto e si è in attesa di osservazioni per l’adozione successiva che dovrebbe avvenire entro ottobre 2014

2.1CRESCITA DIGITALE- Un quadro politico strategico dedicato alla crescita digitale, per stimolare servizi privati e pubblici accessibili, di buona qualità e

interoperabili consentiti dalle TIC e aumentarne la diffusione tra cittadini, compresi i gruppi vulnerabili, imprese e pubbliche amministrazioni, anche con iniziative transfrontaliere7

NO La strategia di specializzazione intelligente nazionale o regionale prevede, ad esempio, un quadro politico strategico dedicato alla crescita digitale, contenente quanto segue:

NO (http://www.agid.gov.it/sites/default/files/docum enti_indirizzo/strategia_italiana_agenda_digitale.p df) .

La delega in materia di Agenda Digitale è affidata al Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione. Responsabile della redazione della strategia è il Dipartimento della Funzione Pubblica che si avvale a tal scopo dell’Agenzia per l’Italia digitale, cui è affidata l’attuazione della Strategia Agenda digitale italiana.

La strategia metterà a sistema gli obiettivi e le strategie di azione definite nell’ambito della Cabina di Regia per l’Agenda digitale.

L’Agenzia è sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro da lui delegato (art. 1.2 dello Statuto – DPCM 8/1/2014 pubblicato

7

(24)

sulla GURI il 14/2/2014). Il Comitato di indirizzo è composto da un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un rappresentante del Ministero dello Sviluppo economico, un rappresentante del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, un rappresentante del Ministro per la Pubblica Amministrazione, un rappresentante del Ministero dell'Economia e delle Finanze e due rappresentanti designati dalla Conferenza Unificata e dai membri del Tavolo permanente per l'innovazione e l'Agenda digitale italiana. Il Tavolo permanente per l’Innovazione e l’Agenda digitale italiana è composto da esperti e rappresentanti delle imprese e delle università. Il Presidente del predetto tavolo è individuato dal Ministro delegato per la semplificazione e la pubblica amministrazione e presieduto da un Commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale nominato dal Governo.

La strategia individua nell’ambito di questi organismi modalità di coinvolgimento anche di associazioni di consumatori.

E’ in corso di redazione una versione della strategia a valle di un confronto con le Regioni e aggiornata alla luce degli obiettivi strategici definiti dal Ministro competente, che potrà essere finalizzata entro il prossimo mese di ottobre

– programmazione di bilancio e definizione delle azioni prioritarie mediante l'analisi SWOT o analisi analoghe conformemente al quadro di valutazione dell'agenda digitale europea;

No

(25)

– analisi del sostegno equilibrato a domanda e offerta di

tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (TIC);

No

– indicatori per misurare i progressi degli interventi in settori quali alfabetizzazione digitale, e- inclusione, e- accessibilità e-sanità (e-health) nei limiti previsti dall'articolo 168 TFUE, conformi, ove opportuno, alle pertinenti strategie settoriali dell'Unione, nazionali o regionali esistenti;

No

– valutazione della necessità di rafforzare lo sviluppo delle capacità nelle TIC.

No

2.2INFRASTRUTTURA DI RETI DACCESSO DI NUOVA

GENERAZIONE (NGN) - Esistenza di piani nazionali o regionali per reti NGN che tengano conto delle azioni regionali al fine di raggiungere gli obiettivi dell'Unione di accesso a Internet ad alta velocità, concentrandosi su aree in cui il mercato non fornisce un'infrastruttura aperta ad un costo accessibile e di qualità, in conformità delle norme dell'Unione in materia di concorrenza e di aiuti di

Parzialme

nte Esistenza di un piano nazionale o regionale per reti NGN che contenga:

Parzial mente

Il Progetto Strategico Banda Ultralarga, sviluppato dall’Amministrazione centrale (MISE), è stato sottoposto a consultazione pubblica aperta a tutti alla quale hanno risposto sia Amministrazioni pubbliche, soprattutto Regioni, sia il mercato, al fine di definire uno strumento capace di garantire una regia unitaria in tutti i territori da sviluppare secondo le tre distinte modalità operative descritte nel Piano stesso.

Il Progetto strategico nazionale Banda Ultralarga - Aiuto di Stato SA.34199 (2012/N) Piano Digitale – Banda Ultralarga è stato autorizzato con Decisione C(2012)9833(http://goo.gl/wp58tF;

http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stor ies/comunicazioni/agenda_digitale/28-12- 2012/agenda-digitale-italiana-decisione-

Il Piano, approvato dalla Commissione europea con Decisione C(2012) 9833 del 18 dicembre 2012 (Regime d’aiuto n. SA34199 2012/N) fissa obiettivi, e risorse necessarie per raggiungere i target fissati: garantire il servizio di connettività a tutti i cittadini ad almeno 30 Mbps con un fabbisogno totale pubblico di circa 2,5 miliardi di euro. È prevista, inoltre, l’estensione della copertura a 100 Mbps per almeno il 50 per cento della popolazione, con priorità per le aree ove vi siano siti di data center di nuova generazione, maggiore concentrazione demografica, scuole, aree industriali strategiche e snodi logistici (aeroporti, porti e interporti);

università, centri di ricerca, poli tecnologici e centri servizi territoriali, strutture sanitarie,

(26)

Stato, e forniscano servizi accessibili a gruppi vulnerabili8

Commissione-Europea.pdf). tribunali, per le quali si prevede entro il 2020 un fabbisogno pubblico totale di ulteriori 7 miliardi di euro.

Il Piano Strategico, sviluppato dall’Amministrazione centrale, è stato sottoposto a consultazione pubblica alla quale hanno risposto sia Amministrazioni Pubbliche, soprattutto Regioni, sia il mercato nella volontà di definire insieme uno strumento capace di garantire una regia unitaria in tutti i territori da sviluppare secondo le tre distinte modalità operative descritte nel Piano stesso.

Il Piano è realizzato dall’Amministrazione centrale e, in particolare, dalla sua società in house Infratel Italia, di concerto con tutte le Amministrazioni regionali che possono anche attuarlo in autonomia, previo parere di coerenza da parte dei Ministero dello Sviluppo Economico.

– un piano di investimenti in infrastrutture basato su un'analisi economica che tenga conto delle infrastrutture private e pubbliche esistenti e degli investimenti programmati;

Parzialm ente

Il progetto strategico contempla un’analisi economica tale da consentire una scelta consapevole e appropriata del modello di intervento più idoneo a seconda dei territori oggetto di intervento e definisce a questo scopo criteri generali di priorità.

L’analisi economica alla base della stima del fabbisogno, è funzione:

1. delle aree bianche determinate dal processo annuale di consultazione pubblica rivolta al mercato che rivela i Piani in banda ultralarga già realizzati e le previsioni di investimento nei successivi tre anni, nell’intero territorio nazionale. Tale consultazione garantisce una

La Commissione europea ha segnalato, nel documento di Commenti in merito alla proposta di Accordo di Partenariato per l’Italia 2014-2020, la necessità di ricevere chiarimenti in merito alla effettiva presenza di un’analisi economica ed evidenze circa la consultazione delle parti interessate (sia sul fronte della domanda che dell’offerta); l’effettiva previsione di meccanismi e/o criteri che consentano la selezione degli interventi più appropriati per ottimizzare le risorse pubbliche; evidenza della gerarchizzazione delle misure in ogni contesto regionale che tenga conto dei pertinenti obiettivi di

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