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I Gestione del disturbo ossessivo compulsivo in Medicina di Famiglia

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a g g i o r n a m e n t i

46 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXI numero 6 - 20 settembre 2014

I

l disturbo ossessivo compulsi- vo è una patologia complessa, tuttavia nella sua forma più classica può essere facilmente ri- conosciuto e diagnosticato nel setting della medicina generale.

DSM-5: la nuova

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entità nosografica

Nel nostro Paese circa un milione di persone di ogni età e sesso presenta un disturbo ossessivo compulsivo, che nell’ultima edi- zione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) non viene più collocato nel corposo capitolo dei disturbi d’ansia, ma gli è stato riservato un capitolo dedicato e un’entità nosografica autonoma, a cui si associano quadri psicopatologici correlati (Obessive-Compulsive and Related Disorders).

Il Professor Guido Di Sciascio, UO di Psichiatria Universitaria - AOU Consorziale Policlinico di Bari, segnala che “l’insorgenza del disturbo ossessivo compulsi- vo nella forma classica è caratte- rizzata dalla comparsa di un dop- pio cluster sintomatologico, uno legato alla componente ideativa - quindi idee e pensieri ossessivi e intrusivi - e l’altro di tipo compor- tamentale in cui di verificano del-

le compulsioni, cioè comporta- menti ‘obbligati’ e ripetivi (un esempio per tutti è quello di la- varsi le mani continuamente), che nell’ottica del paziente hanno una valenza legata alla riduzione della componente ansiosa, derivante appunto dai sintomi ossessivi a livello del pensiero. Tra i quadri psicopatologici correlati vanno segnalati la tricotillomania e il di- smorfismo corporeo, disturbi ab- bastanza frequenti in particolare nella popolazione giovanile”.

È un disturbo che in alcune circo- stanze di particolare severità può diventare altamente invalidante dato il tempo nel quale il paziente trascorre impegnato in compul- sioni e quindi in comportamenti ripetitivi che limitano fortemente la vita sociale.

Terapie consolidate

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e strategie non farmacologiche Se da un punto di vista classifica- tivo e diagnostico si è di fronte a queste novità, il Prof. Di Sciascio puntualizza che “sul fronte del trattamento è ormai acclarata da tempo l’efficacia degli SSRI (ini- bitori selettivi della ricaptazione della serotonina) come terapia di prima scelta.

A questa classe di farmaci appar-

tengono sei diversi PA disponibili come farmaci generici, caratte- rizzati da un eccellente profilo di tollerabilità e sicurezza che li ren- de facilmente utilizzabili e ma- neggevoli.

Generalmente la gestione del di- sturbo ossessivo compulsivo ri- chiede una dose più elevata ri- spetto al loro impiego nella de- pressione e in ragione dell’au- mentato dosaggio potrebbero presentarsi effetti collaterali più significativi che possono essere gestiti e non inficiano il tratta- mento a lungo termine.

Nei pazienti non responder è possibile tentare strategie di ‘au- gmentation’, associando agli SSRI farmaci antipsicotici. In casi molto selezionati e particolar- mente resistenti si stanno propo- nendo strategie non farmacologi- che, riferibili a tecniche di stimo- lazione cerebrale, quali la deep brain stimulation, realizzabili all’interno di alcuni ambiti specia- listici”.

Nell’ultima edizione del DSM-5 al disturbo ossessivo compulsivo è stato riservato un capitolo dedicato e un’entità nosografica autonoma,

a cui si associano quadri psicopatologici correlati

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