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(1) . RASSEGNA STAMPA 07-11-2018. 1. QUOTIDIANO SANITÀ’ Tumore pancreas operabile. A Pavia parte studio clinico di fase II 2. ASKA NEWS Tumori, ogni anno 150mila pazienti soffrono di dolore intenso 3. ANSA Fumare è molto più dannoso che stare seduti a lungo 4. DOCTOR 33 Patto delle Società scientifiche incontra il ministro 5. QUOTIDIANO SANITÀ’ Le società scientifiche del “Patto” incontrano Grillo e Bartolazzi: “Urgente la piena attuazione della legge Gelli” 6. REPUBBLICA Cannabis terapeutica gratis per le cure palliative 7. DOCTOR 33 Appropriatezza prescrittiva, troppi farmaci preventivi prescritti ai pazienti nel fine vita 8. LIBERO Il bambino che rimbalza da un utero all’altro 9. GIORNALE Stanchi e smemorati, tutta colpa dello stress L'ansia? È femmina 10. ITALIA OGGI Controllo macchinari in capo al medico 11. IL MESSAGGERO Magnesio superstar soprattutto per l'uomo.

(2) 7/11/2018. Tumore pancreas operabile. A Pavia parte studio clinico di fase II per verificare efficacia preoperatoria di chemioterapia e androterap…. quotidianosanità.it Martedì 06 NOVEMBRE 2018. Tumore pancreas operabile. A Pavia parte studio clinico di fase II per verificare efficacia preoperatoria di chemioterapia e androterapia con ioni di carbonio Avviato un nuovo studio clinico sul tumore del pancreas operabile che introduce un trattamento preoperatorio con chemioterapia e adroterapia con ioni carbonio per migliorare la prognosi dei pazienti. La ricerca, che coinvolgerà pazienti affetti da neoplasia pancreatica operabile, è condotta da Cnao, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, in collaborazione con la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia. Con 13.300 nuove diagnosi stimate in Italia nel 2018 e 22.000 persone che complessivamente ne sono colpite nel nostro Paese, il tumore del pancreas è una delle forme tumorali più gravi e più difficilmente curabili con una sopravvivenza pari all’8% a 5 anni dalla diagnosi. Cnao, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, ha avviato, in collaborazione con la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, uno studio clinico di fase II su pazienti affetti da neoplasia pancreatica operabile, per valutare quanto l’approccio preoperatorio che combina la chemioterapia e l’adroterapia con ioni carbonio possa migliorare la sopravvivenza libera da progressione della malattia, la sopravvivenza globale e il tasso di resecabilità (la percentuale di rimozione chirurgica efficace della massa tumorale) di tumori del pancreas operabili. Al momento della diagnosi solo il 20% dei pazienti presenta un tumore al pancreas in uno stadio iniziale e quindi resecabile, ma, anche nei casi di asportazione chirurgica completa l’incidenza di recidive locali è comunque elevata, soprattutto in assenza di terapie aggiuntive. Il tumore del pancreas, inoltre, per la sua posizione vicina a tessuti sensibili non può essere irradiato con alte dosi di radioterapia convenzionale, non compatibili con la tolleranza dei tessuti sani. “L’approccio pre-operatorio rappresenta la modalità più moderna, specialmente se preceduto o associato a chemioterapia. La possibilità di avere a disposizione particelle come gli ioni carbonio con elevata efficacia biologica (2 o 3 volte superiore a quella della radioterapia convenzionale) e con selettività spaziale, permette di erogare la dose efficace senza compromettere i tessuti circostanti - osserva Francesca Valvo, direttore medico del Cnao e curatrice della ricerca -. Ci aspettiamo, come già noto dai lavori pubblicati dai giapponesi, un più elevato tasso di resecabilità completa e una migliore sopravvivenza senza malattia. L’impiego di ioni carbonio si è rivelato efficace anche nei casi di tumore del pancreas inoperabile e pertanto al Cnao è in corso uno studio prospettico anche per questi casi”. “In una patologia a prognosi così severa - afferma Silvia Brugnatelli, responsabile dello studio presso l’Uoc di Oncologia Medica del Policlinico San Matteo - la possibilità di combinare più forme di terapia, inclusa la chemioterapia che è ben tollerata dal paziente e non compromette i successivi passaggi di radioterapia e chirurgia, rappresenta un modello con un potenziale impatto importante sulla prognosi della malattia; in altre parole siamo convinti di poter dare una speranza in più ai nostri pazienti. Altri importanti Irccs, l’Istituto Oncologico Veneto e Centro Oncologico di Reggio Emilia hanno aderito a questo studio”. “Le esperienze preliminari da noi eseguite hanno dimostrato che nei pazienti operabili l’intervento chirurgico di resezione del pancreas e dei linfonodi non presenta maggiori difficoltà tecniche dopo chemioterapia e adroterapia preoperatoria - afferma Paolo Dionigi, direttore della Uoc di Chirurgia Generale 1 del Policlinico S. Matteo -. Le cellule del tessuto neoplastico e dei linfonodi asportati evidenziano alterazioni profonde ed estese http://www.quotidianosanita.it/stampa_articolo.php?articolo_id=67535. 1/2.

(3) 7/11/2018. Tumore pancreas operabile. A Pavia parte studio clinico di fase II per verificare efficacia preoperatoria di chemioterapia e androterap…. provocate dalla chemioterapia e dalla irradiazione mirata con ioni carbonio. Anche il tessuto pancreatico residuo subisce qualche modifica diventando più compatto, ma mantiene una ottima vitalità. La ripresa funzionale postoperatoria è normale, senza particolari complicanze e i pazienti sono dimessi in media dopo 8-10 giorni dall’intervento chirurgico. I risultati preliminari dello studio sono molto incoraggianti, ma bisogna attendere per quelli definitivi”. La ricerca Lo studio, disegnato da Cnao e dal gruppo del Policlinico San Matteo, prende il nome di PIOPPO, (Preoperatoria con IOni carbonio Per tumore del Pancreas Operabile). E’ uno studio prospettico di fase II, che ha l’obiettivo di arruolare pazienti con diagnosi istologica o citologica di tumore del pancreas esocrino resecabile o nei limiti dell’operabilità. I pazienti sono sottoposti a chemioterapia neoadiuvante per sei settimane e successivamente a un trattamento con adroterapia con ioni carbonio (2 settimane con 4 sedute a settimana), prima dell’intervento chirurgico. L’obiettivo primario dello studio è la valutazione della sopravvivenza libera da progressione, ma saranno valutati come obiettivi secondari anche la sopravvivenza globale, il tasso di resecabilità stratificato per gruppi, cioè per pazienti operabili rispetto a pazienti borderline, e le tossicità eventuali.. http://www.quotidianosanita.it/stampa_articolo.php?articolo_id=67535. 2/2.

(4) 06-11-2018 . LETTORI 12.000. http://www.askanews.it/salute/. Tumori, ogni anno 150mila pazienti soffrono di dolore intenso Ma è un sintomo ancora trascurato. Studio italiano. Roma, 6 nov. (askanews) – Dura da mezz’ora a 60 minuti. In una scala da 0 a 10 può raggiungere picchi di 8-9. È il dolore episodico intenso (BTP, BreakThrough cancer Pain), che interessa ogni anno in Italia 150mila nuovi pazienti oncologici, con un impatto significativo sulla qualità di vita nell’85% dei casi. Una forma di “dolore nel dolore”, perché queste persone convivono anche con il cosiddetto “dolore di fondo”, trattato con farmaci a base di oppioidi. È italiano il primo studio al mondo che ha indagato nel dettaglio il disturbo, per definire le strategie migliori per affrontarlo. Si chiama IOPS-MS, ha coinvolto 4.016 pazienti di 32 centri ed è stato presentato al Ministero della Salute in un convegno nazionale. “Il dolore episodico intenso è ancora sottovalutato e trattato in modo non corretto – ha spiegato Paolo Marchetti, Direttore Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma e Ordinario di Oncologia all’Università La Sapienza -. I pazienti oncologici curati per il dolore di fondo con morfina (almeno 60 mg al giorno) possono presentare crisi molto intense nella giornata. Nello studio abbiamo voluto caratterizzare questa forma di sofferenza dei pazienti in trattamento con morfina, per fornire indicazioni precise non solo sulla diagnostica differenziale ma anche sulla terapia. Suggerimenti che si traducono in un vantaggio per la qualità di vita del malato e per la sua adesione ai trattamenti. Vogliamo cioè trasmettere agli operatori le conoscenze per individuare in poco tempo questo tipo di sofferenza, perché non rimanga un bisogno non riconosciuto. La terapia più efficace è rappresentata dagli oppioidi a rapido inizio d’azione (ROO, rapid onset opioid), che vantano una comparsa dell’effetto in meno di 15 minuti e una durata inferiore a 2 ore, caratteristiche che corrispondono a quelle considerate ideali per il trattamento del breakthrough cancer pain”. Nel 2018 in Italia sono stati stimati 373mila nuovi casi di tumore, più del 50% presenta dolore cronico di fondo: circa l’85% di questi ultimi convive anche con la forma episodica intensa. Nello studio IOPS-MS, pubblicato sulla rivista Cancers, l’età media dei pazienti arruolati era di circa 65 anni, colpiti da diversi tipi di neoplasia e in.

(5) differenti condizioni assistenziali, cioè curati nei reparti di oncologia, in hospice, in day hospital o al domicilio. La frequenza media quotidiana del BTP era pari a 2,4 episodi al giorno (il 64,4% ne presentava 1-2, il 29,4% fra 3 e 4, il 6,2% arrivava fino a 5). L’intensità media del dolore era pari a 7,5, per la maggioranza dei pazienti (73,9%) di 7. Nel 69,5% dei casi il sintomo non era riconducibile a una causa particolare (BTP non prevedibile), quindi spontaneo e scollegato da atti volontari (ad esempio per tentativi di alimentazione, minzione, tosse o per movimenti in presenza di metastasi ossee). Il tempo necessario per raggiungere il picco più alto di dolore era inferiore o uguale a 10 minuti nel 68,9% dei pazienti e superiore a 10 minuti nel 31,1%. La durata media degli episodi (non trattati) era di 43,3 minuti. Per l’85% dei pazienti il breakthrough cancer pain ha causato limitazioni alle attività quotidiane (moltissimo per il 28,1%, molto per il 56%, poco per il 13,5%, per nulla per l’1,7%). “Dallo studio è emerso che i pazienti risultavano più soddisfatti quando il trattamento farmacologico era in grado di fornire prontamente sollievo dal dolore – sottolinea Sebastiano Mercadante, Direttore Unità di Terapia del dolore e Cure di supporto, Dipartimento Oncologico La Maddalena di Palermo -. Vanno superate le consuetudini che finora hanno condotto gli oncologi a sottovalutare questa forma di sofferenza”. Vi sono barriere di sistema, visto che per lungo tempo in Italia si è assistito a normative volte, da un lato, a disincentivare l’utilizzo non terapeutico degli oppioidi, dall’altro a regolamentarne l’uso. Gli stessi professionisti possono essere preoccupati e demotivati nella prescrizione dalla minuziosità formale delle normative sugli oppioidi. Le barriere professionali invece sono rappresentate dalla carenza di formazione nell’uso di questi farmaci. Va infine sottolineata la necessità di una corretta diagnosi differenziale fra l’esacerbazione di un dolore di fondo non ben controllato e gli episodi di BTP”. “La prevalenza del dolore episodico intenso nei pazienti oncologici è condizionata dalle fasi della malattia, dalle diverse condizioni assistenziali e dal trattamento del dolore di base - conclude il prof. Augusto Caraceni, Direttore della Struttura Complessa di Cure Palliative, Terapia del Dolore e Riabilitazione, della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano –. Se mediamente un paziente manifesta circa 2,5 episodi al giorno, questo significa che soffrirà per circa due ore al giorno di un dolore ad elevata intensità. Le linee guida nazionali ed internazionali raccomandano per il trattamento del BTP l’utilizzo di morfina orale a pronto rilascio per trattare gli episodi prevedibili. Gli oppioidi nelle formulazioni intravenose (morfina) o sottocutanee e quelle buccali sublinguali ed intranasali di fentanyl (cioè i ROO) hanno una maggiore rapidità di insorgenza rispetto alla morfina orale”..         .

(6) 07-10-2018 513.678 http://www.ansa.it/. FUMARE È MOLTO PIÙ DANNOSO CHE STARE SEDUTI A LUNGO Studiosi contro correlazione portata avanti negli ultimi anni. ROMA, 6 NOV - Stare seduti per moltissimo tempo e fumare: i danni prodotti da queste due abitudini, comunque negative per la salute, non sono paragonabili. Se infatti stare incollati per lunghissimi periodi alla sedia (più di otto ore al giorno) aumenta il rischio di morte prematura e di sviluppare alcune malattie croniche del 10-20%, il fumo nuoce molto di più. Aumenta il rischio di morte prematura per qualsiasi causa di circa il 180%. Lo rileva in un articolo pubblicato sull'American Journal of Public Health un team di ricercatori di Canada, Stati Uniti e Australia, i cui risultati sono stati pubblicati sull'American Journal of Public Health. Il dottor Terry Boyle, uno dei nove ricercatori coinvolti nella valutazione, afferma che i paragoni sui media tra il fumo e lo stare seduti sono aumentati di 12 volte dal 2012 al 2016, e alcune rispettate istituzioni accademiche e cliniche hanno diffuso 'il mito' del paragone tra queste due abitudini. "In primo luogo spiega Boyle - i rischi di malattia cronica e di morte prematura associati al fumo sono sostanzialmente più alti rispetto allo stare seduti: mentre le persone che stanno ferme su una sedia molto hanno un rischio aumentato di circa il 10-20% di alcuni tumori e malattie cardiovascolari, i fumatori hanno più del doppio del rischio di morte per cancro e malattie cardiovascolari e oltre il 1000% di aumento del rischio di cancro ai polmoni". "In secondo luogo - aggiunge - l'impatto economico e il numero di decessi causati da malattie attribuibili al fumo superano di gran lunga quelli attribuibili allo stare seduti a lungo". "Infine - conclude - a differenza del fumo, stare seduti non è né una dipendenza né un pericolo per gli altri. Associare il rischio di stare seduti a quello del fumo è chiaramente ingiustificato e fuorviante, e serve solo a banalizzare i rischi legati al fumo stesso"..

(7) 06-11-2018  . LETTORI 1.606. http://www.doctor33.it/ . Patto delle Società scientifiche incontra il ministro. Accreditamento, linee guida e decreto assicurazioni i punti prioritari. La piena attuazione della legge 24/2017 (legge Gelli) sulla sicurezza delle cure e la responsabilità professionale, che passa innanzitutto dall'accreditamento delle società scientifiche, dalla produzione delle Linee guida e buone pratiche cliniche e dall'emanazione dei decreti attuativi relativi agli aspetti assicurativi. È questo uno degli obiettivi prioritari del "Patto delle Società Scientifiche" siglato dalle associazioni Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani), Adoi (Associazione Dermatologi Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica), Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Anmco (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), Siaarti (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva), Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), Sin (Società italiana di neonatologia), Siot (Società italiana di ortopedia e traumatologia), Sirm (Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica), Sip (Società Italiana di Pediatria), Siu (Società Italiana di Urologia) e Siud (Società Italiana di Urodinamica). Si tratta spiega una nota congiunta di un'alleanza permanente, trasversale alle diverse aree specialistiche, costituita con l'obiettivo di avanzare al ministro della Salute proposte operative per il miglioramento dei livelli assistenziali, della sicurezza e della qualità delle cure. I contenuti della Carta di Intenti sono stati discussi alla presenza del Ministro della Salute Giulia Grillo e del Sottosegretario Armando Bartolazzi. «Il rispetto delle Linee guida e delle buone pratiche, basate su prove di evidenza scientifica, rappresenta un principio fondamentale per migliorare e rendere sicuro il processo di cura», afferma il Prof. Giuseppe Ettore, delegato Sigo e della Consulta.

(8) del "Patto". «Abbiamo chiesto al Ministro della Salute - prosegue - di perfezionare in tempi celeri la procedura di iscrizione nell'apposito elenco delle Società Scientifiche che aspirano ad essere erogatori ufficiali delle Linee guida, affinché queste possano svolgere al più presto e diligentemente i propri compiti. Ciò rende necessaria anche una rapida definizione, da parte dell'Istituto Superiore di Sanità, degli standard per l'elaborazione delle raccomandazioni che devono essere integrate nel Sistema Nazionale delle Linee Guida in capo all'Istituto». Altro punto sollecitato dalle Società aderenti al "Patto" è l'emanazione dei decreti attuativi in materia di assicurazione: la legge Gelli, infatti, prevede in capo ad ogni azienda sanitaria e sociosanitaria di dotarsi di un'adeguata copertura per danni derivanti da responsabilità civile, ma demanda a specifici provvedimenti, non ancora emanati, la definizione dei caratteri essenziali delle possibili forme di copertura. «Anche la tempestiva regolamentazione di questi profili risulta di fondamentale importanza, sia ai fini della serenità dei professionisti sanitari, sia per permettere un maggior controllo del rischio e una più effettiva tutela della persona danneggiata», precisa il Prof. Pierluigi Marini, presidente Acoi e delegato della Consulta del "Patto". In aggiunta all'attuazione dei diversi punti normativi della legge 24/2017, il "Patto delle Società Scientifiche" ha individuato altre questioni meritevoli di attenzione, per le quali si auspica la costituzione di tavoli di lavoro mono e multidisciplinari sotto l'egida del Dicastero della Salute: l'analisi dell'evoluzione epidemiologica nazionale orientata agli alert sollevati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nello European Health Report 2018; la definizione dei criteri per il calcolo dei fabbisogni di personale specialistico e di integrazione dei medici in formazione; la programmazione, l'organizzazione e l'accreditamento delle reti formative post-laurea che adegui, di concerto con il Miur, i percorsi professionalizzanti alle normative europee; l'analisi dei bisogni di informatizzazione e innovazione tecnologica; la definizione degli standard strutturali, tecnologici, quantitativi e organizzativi multidisciplinari appropriati a sostenere la prevenzione, le cure materno-infantili, le cure oncologiche, le terapie chirurgiche e interventistiche, le cure intensive. Su questi temi emergenti e critici per il servizio sanitario pubblico, i rappresentanti delle Società Scientifiche hanno espresso al Ministro Grillo la piena disponibilità a collaborare..

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(413) 06-11-2018  . LETTORI 1.606. http://www.doctor33.it/ . Appropriatezza prescrittiva, troppi farmaci preventivi prescritti ai pazienti nel fine vita. Negli hospice, a circa metà dei pazienti giunti nella fase di fine vita vengono prescritti farmaci evitabili, ma sul territorio la situazione è presumibilmente peggiore. Lo evidenzia uno studio italiano pubblicato sull'American Journal of Hospice & Palliative Medicine e frutto della collaborazione di ricercatori tra la Fondazione Vidas e l'Istituto di Ricerche Farmacologche Mario Negri IRCCS, che hanno esaminato retrospettivamente le prescrizioni farmacologiche in 589 soggetti assistiti presso l'hospice Casa VIDAS nel periodo compreso tra marzo 2015 e febbraio 2017. «Abbiamo valutato la terapia in due momenti, - spiega Luca Pasina, farmacologo dell'Istituto Mario Negri e primo autore dello studio - in primo luogo quello della presa in carico dell'ospite nella struttura, in cui i farmaci somministrati riflettono sostanzialmente quelli prescritti al domicilio, e poi l'ultima terapia somministrata prima del decesso» Lo studio fornisce quindi una fotografia delle abitudini prescrittive che si producono durante il passaggio nell'hospice. «Abbiamo visto - continua Pasina - che il trattamento palliativo viene dato correttamente a tutti gli ospiti, mentre i farmaci preventivi vengono ridotti nettamente, passando dall'86.8% al 48.6%. Si tratta di un risultato positivo: dal punto di vista dell'appropriatezza prescrittiva, si va nella direzione giusta; ma è un risultato che può comunque essere migliorato, infatti i farmaci che svolgono.

(414) una funzione preventiva non servono più per questi pazienti, perché il tempo necessario per produrre benefici è decisamente superiore alla durata di vita dell'ospite». Tra i farmaci preventivi e quindi non più utili, quelli più frequentemente prescritti sono gli inibitori di pompa e gli antiaggreganti piastrinici, che espongono i pazienti nel fine vita a interazioni tra farmaci potenzialmente gravi ed evitabili. Come si diceva, dal punto di vista dell'appropriatezza prescrittiva la situazione al momento dell'ammissione nell'hospice è decisamente peggiore, perché gran parte dei pazienti assume farmaci preventivi. Sarebbe quindi estremamente interessante valutare la situazione sul territorio, nei pazienti trattati a domicilio; e probabilmente lo stesso gruppo di ricerca approfondirà questo aspetto in un nuovo studio. L'intenzione è espressa anche da Barbara Rizzi, direttore scientifico di Vidas: «questo primo studio ha dimostrato la buona attitudine dei medici Vidas nella gestione dei farmaci durante le fasi finali della malattia con una maggior prescrizione di farmaci sintomatici rispetto a quelli preventivi. I risultati mi incoraggiano nel proseguire la ricerca ampliando l'indagine al setting domiciliare e nel migliorare il processo di deprescribing da parte dei nostri medici. Quest'ultimo, infatti, è un tema emergente che implica l'acquisizione da parte dei medici di nuove competenze in ambito sia clinico sia etico»..

(415) 07-NOV-2018. www.datastampa.it. Dir. Resp.: Pietro Senaldi Tiratura: 75105 - Diffusione: 26307 - Lettori: 173000: da enti certificatori o autocertificati. 1256. da pag. 1 foglio 1 Superficie: 23 %.

(416) 07-NOV-2018. www.datastampa.it. Dir. Resp.: Alessandro Sallusti Tiratura: 117658 - Diffusione: 61539 - Lettori: 444000: da enti certificatori o autocertificati. 1256. da pag. 17 foglio 1 Superficie: 15 %.

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(418) del 07 Novembre 2018. 3K3fe£0aggfnt. estratto da pag. 25. ROMA - ITALIA. Controlla il ritmo cardiaco, aiuta a digerire, rilassa i nervi: il minerale multitasking per eccellenza ha però una valenza di genere Uno studio americano dimostra che riduce il rischio di malattie coronariche. Ma solo per lui. Gli integratori? Consultare il medico. Magnesio superstar soprattutto per l’uomo L’INGREDIENTE. E IN VARI FARMACI MAI SU PERARE LE D OSI CONSIGLIATE». agnesio a colazione per tutti, ma non staremo esagerando? Questo “ingredienno maggiori quantità di magnesio te” fondamentale per il nopossono ridurre il rischio di malatstro benessere entra in oltie coronariche in maggior misura tre 300 reazioni biochimirispetto a lle donne c he invece, a che e metaboliche che vanno dalla parità di condizioni, non otterrebcorretta digestione al controllo del bero gli stessi benefici». ritmo cardiaco. Grazie al suo effetA livello metabolico questo mito distensivo rilassa nervi e muscocronutriente contribuisce a t rali, motivo per cui viene impiegato sformare il glucosio presente negli per combattere i crampi, il mal di alimenti in fonte di energia. Quintesta, il nervosismo, l’intestino irridi è un valido alleato nel controllo tabile, la tachicardia, i dolori allo del peso corporeo. E poi aiuta anstomaco ma anche per aiutare le che il corpo a metabolizzare i cardonne c he soffrono di c icli meboidrati riuscendo a influenzare la struali dolorosi. Il cuore è l’organo produzione dei livelli di insulina. Il che più di tutti viene influenzato legame tra magnesio e insulina è da questo minerale visto che è il reun fattore rilevante per le persone sponsabile del suo ciclo di contracon diabete ma anche per chi è a rizione e rilassamento. Inoltre, regoschio visto che, come ha confermalando i l m etabolismo dei lipidi, to una ricerca d ell’Università d i contrasta l’accumulo di colesteroHarvard, l a corretta assunzione lo ai utando nella prevenzione di del minerale r iduce d el 33% i l r imalattie cardiovascolari quali l’icschio diammalarsi. tus ol’infarto. LO SCHELETRO Il m agnesio è importante anche LE DIFFERENZE nell’assimilazione de l calcio e «Secondo uno studio condotto dai quindi nel mantenere la buona saricercatori d ella Brigham Young lute dell’apparato scheletrico duUniversity nello Utah - spiega Flarante la crescita e per contrastare via Correale, medico chirurgo enil decadimento dovuto all’osteopodocrinologo - il magnesio è m arosi. La dose giornaliera media di schio. Ovvero, l’utilità legata a quecui il corpo umano ha bisogno per sto mi nerale sarebbe relativa funzionare al meglio è di circa 5-6 all’apparato circolatorio degli uomg/kg di peso corporeo, 10 mg per mini piuttosto che di quello femle donne in gravidanza e 15 mg per minile. La ricerca ha infatti dimoi bambini. «Nei bambini - prosestrato che gli uomini che assumogue Correale - la carenza di questo micronutriente p rovoca sintomi diversi fra loro come crampi muL’ENDOCRINOLOGA scolari, s tanchezza, irritabilità e FLAVIA CO RREALE: sbalzi d’umore o deficit di memo«É CONTENUTO N EI CI BI ria. Ecco perché, se un bimbo non assume a bbastanza m agnesio,. M. può anche m anifestare gli stessi deficit neurologici d i u no affetto dalla sindrome da iperattività».. A TAVOLA. Se una persona è sana e conduce una vita regolare queste dosi possono essere ricavate dagli alimenti. Il cioccolato amaro, il cacao e i funghi sono tra gli alimenti più ricchi segu iti dalle verdure a foglia verde, dalla frutta secca e dai legumi. Anche i cereali integrali contengono un’elevata dose di magnesio, così come le banane che ne contengono tre volte di più rispetto a prugne, arance, mele e pere. Ci sono casi in cui per patologie o per periodi di stress fisico e psichico non si raggiunge il fabbisogno giornaliero, così entrano in scena gli i ntegratori che vanno assunti solo in caso di reale necessità e sotto controllo medico. «Se si superano le dosi di magnesio consigliate - conclude Correale - possono verificarsi effetti collaterali fra cui nausea, diarrea, crampi allo stomaco, perdita di appetito, debolezza muscolare, difficoltà respiratorie, ip otensione, confusione mentale e battiti cardiaci irregolari. Inoltre quando si i nizia un trattamento abase di integratori al magnesio è bene tenere presente anche altri farmaci come lassativi 0 antiacidi possono contenerlo». Alessandra Iannello. TRA GLI AUM ENTI PIÙ R ICCHI I FUNGHI, IL CI OCCOLATO AMARO, 1 CERE ALI E I L EGUMI TRA LA F RUTTA CI S ONO L E BANANE. Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Il logo della testata e i contenuti appartengono ai legittimi proprietari..

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