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RELAZIONE TECNICA INDICE

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Academic year: 2022

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INDICE

1. PREMESSA ... 2

2. INQUADRAMENTO IDROLOGICO ... 2

2.1. INDICAZIONE DELLE PORTATE MEDIE MENSILI RIFERITE AL PERIODO DI OSSERVAZIONE. ...2

2.2. PORTATA MEDIA ANNUA DERIVATA RICHIESTA IN CONCESSIONE...2

3. OPERE DI DIFESA IDRAULICA ESISTENTI... 3

4. OPERE RELATIVE ALLA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA CENTRALE IDROELETTRICA ... 4

4.1. DESCRIZIONE DEL PROGETTO...4

4.2. POSSIBILI ALTERNATIVE...5

4.3. AREA DI CANTIERE...5

4.4. OPERA DI PRESA...8

4.5. DIMENSIONAMENTO DELLA PRESA...9

4.6. GALLERIA IN PRESSIONE...9

4.7. CONDOTTA FORZATA...10

4.8. LA TURBINA...10

5. INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE ... 12

6. PIANO DI DISMISSIONE E DI RIPRISTINO DELLO STATO DEI LUOGHI... 12

Allegati

Allegato 1 – Tavola 1.1.9 – Tutela delle risorse paesistiche e storico-culturali

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1. PREMESSA

Su incarico di Idroemilia s.r.l., si è provveduto a redarre gli elaborati necessari alla Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto di una piccola centrale idroelettrica nel Comune di Palagano, in località Toggiano, in destra idraulica del Torrente Dragone.

Il progetto di sfruttamento dell’acqua del Dragone a scopo idroelettrico, in corrispondenza delle traverse esistenti, prevede sostanzialmente:

• uno stramazzo in destra idraulica;

• una bocca di presa;

• una centrale di trasformazione totalmente interrata;

• una galleria di invito ed una condotta di carico interrate;

• un canale di scarico;

• altri manufatti secondari utili alla gestione idraulica e produttiva.

In seguito ad un breve inquadramento idrologico, sono descritte le opere idrauliche esistenti e successivamente gli elementi sopra elencati che compongono il progetto di sfruttamento idroelettrico proposto dalla Società Idroemilia Srl.

2. INQUADRAMENTO IDROLOGICO

2.1. Indicazione delle portate medie mensili riferite al periodo di osservazione.

Le portate del Torrente Dragone sono state elaborate a partire da dati registrati e pubblicati da Enti Ufficiali alla stazione di Dolo P.te Dolo (vedi annali ARPA - Regione Emilia Romagna) per un periodo di riferimento di 4 anni (2006-2009), unico intervallo di tempo in cui il monitoraggio è stato continuo e in cui è possibile abbracciare diversi scenari di portata.

2.2. Portata media annua derivata richiesta in concessione.

La portata media “turbinabile” deriva dalla definizione del periodo in cui è possibile derivare portate variabili tra un Minimo di 1,5 mc/s e un Massimo di 7 mc/s, avendo cura di lasciare in alveo almeno 0,360 mc/s che competono al DMV.

Eseguita questa valutazione si è proceduto ad elaborare una media ponderale sulla base delle durate di competenza delle singole portate di utilizzo, arrivando a calcolare in 4,0 mc/s la portata media di derivazione sul periodo di funzionamento annuo.

Per quanto riguarda ipotetiche modifiche al regime idraulico dell’asta fluviale, si ritiene utile richiamare solamente in questa sede alcune considerazioni principali:

• In corrispondenza dell’opera di presa la realizzazione delle opere non comporta un’alterazione delle

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condizioni di deflusso che attualmente si realizzano; l’opera in progetto risulterà defilata rispetto all’alveo di piena e sostanzialmente coincidente con l’ingombro di parte della fascia golenale in destra idraulica. Di fatto il manufatto in progetto non avrà alcuna influenza sulle piene in quanto trattasi di una semplice griglia che accoglie le acque naturalmente defluenti a ridosso di essa. Ciò non si ripercuote né sulla sponda opposta né a monte, non incrementadosi il livello idraulico a fiume;

• L’impianto non comporta alcuna riduzione delle sezioni utili al deflusso, e pertanto non si inducono modificazioni del profilo del pelo libero in condizioni di progetto rispetto a quello attualmente caratterizzante l’asta fluviale;

• I lavori porteranno alla sistemazione della sponda destra del Torrente e delle relative strutture idrauliche esistenti ove necessario, nonché del ponte interessato dal progetto.

La portata massima turbinabile presa a riferimento nella stesura del progetto (pari a 7 mc/s) risponde a precise esigenze di carattere tecnico ed economico, ed in particolare da un lato di ottimizzazione dell’impianto e dall’altro di minimizzazione degli impatti.

I periodi in cui risulta essere derivabile la portata massima sono sostanzialmente associati alla presenza di fenomeni di morbida o di piena.

La portata media naturale del corso d’acqua stimata per la sezione di presa è pari a 4,0 mc/s a fronte di una portata massima derivabile pari a 7 mc/s.

Nel caso in esame, per la tipologia di regime che caratterizza l’asta fluviale, il funzionamento a pieno regime della derivazione con gli stimati 7 mc/s si ha in concomitanza degli eventi di piena e quindi proprio quando il fiume ha la sua massima “disponibilità”, non ripercuotendosi direttamente né sui periodi di basse portate né sul periodo di frega della fauna ittica, caratterizzati da portate derivabili ampiamente inferiori alla massima.

L’eventuale riduzione della portata massima si configurerebbe come una perdita in termini economici dal momento che non muterebbero sostanzialmente le dimensioni delle opere (e pertanto i costi relativi) diminuendo di fatto considerevolmente invece la produzione dell’impianto.

Anche ipotizzando di voler ridurre la portata massima derivabile, l’incremento delle portate residue a fiume risulterebbe essere nullo sui periodi di bassa portata e verificabile solo sui periodi di morbida e piena, periodi nei quali la risorsa a fiume è addirittura sovrabbondante e dannosa per l’ecosistema fluviale.

3. OPERE DI DIFESA IDRAULICA ESISTENTI

Nell’area in esame sono presenti 5 traverse di cui una in corrispondenza del ponte dell’attraversamento.

Queste opere distano tra loro rispettivamente:

- 1°-2°: circa 28 m;

- 2°-3°: circa 76 m;

- 3°-4°: circa 130 m;

- 4°-5°: circa 78 m,

per una lunghezza totale di circa 370 m.

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4. OPERE RELATIVE ALLA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA CENTRALE IDROELETTRICA

Con la presente relazione si affronta sostanzialmente il dimensionamento idraulico delle opere necessarie alla intercettazione, presa, adduzione e scarico delle acque da turbinare, demandando alla fase propriamente esecutiva del progetto la definizione delle verifiche statiche delle strutture idrauliche e civili, atteso che il progetto della macchina sarà in capo al produttore che fornirà anche le specifiche dimensionali per raggiungere i rendimenti e le produzioni previsti.

4.1. Descrizione del progetto

Il progetto in oggetto di studio è relativo alla realizzazione di una minicentrale idroelettrica in destra idraulica del Torrente Dragone.

Il progetto in studio prevede la captazione dell’acqua in corrispondenza della traversa posta sotto il ponte stradale di Via Cà di Vinchio e la restituzione a valle dell’ultima briglia esistente e distante circa 300 m dal punto di presa.

Risulta quindi necessario utilizzare una condotta di 1,4-1,5 m di diametro, in relazione al materiale utilizzato, e lunghezza pari a 260 m circa.

Il salto idraulico lordo sfruttabile, tra opera di presa in corrispondenza del ponte e opera di rilascio a valle dell’ultima briglia, risulta di circa 17,00 m e l’ubicazione dell’opera ricade in destra idraulica.

L’intera opera si colloca completamente nel territorio del Comune di Palagano, ad esclusione dell’opera di rilascio che ricade in Comune di Montefiorino, ed è composta da:

• opera di presa della portata di concessione composta da una griglia avente dimensioni 1m x 20m, posta appena a monte dell’attraversamento;

• condotta forzata di 260 m circa in vetroresina completamente interrata a profondità di posa di circa 2,5 m;

• fabbricato di produzione, totalmente interrato, posto a circa 15 m a monte dell’ultima briglia;

• canale di restituzione della portata turbinata;

• cabina di consegna ENEL localizzata completamente fuori terra, all’esterno delle fasce di espansione inondabili (Allegato 1);

• elettrodotto di 1.068 m circa di cui: 228 metri circa interrati e 840 metri circa in cavo aereo.

Dal punto di vista paesaggistico sono previste misure di mitigazione, già nelle scelte progettuali adottate.

Le infrastrutture proposte saranno realizzate totalmente (edificio centrale) e parzialmente (opera di presa e annessi) interrate ed il più possibile nascoste dalla scarpata naturale presente e, ove necessario, saranno risistemate morfologicamente, in modo che si possano armonizzare con il paesaggio circostante, e dare un’impressione di unitarietà, continuità ed omogeneità di paesaggio.

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4.2. Possibili alternative

La localizzazione dell’area di intervento è il risultato finale di uno studio di analisi scaturito dall’indagine delle condizioni ottimali e maggiormente idonee alla progettazione, nonché funzionale alla realizzazione ed alla successiva gestione dell’attività, in termini di minimizzazione degli impatti e nel rispetto dei criteri di sostenibilità, che vengono di seguito analizzati:

1. L’area di intervento possiede le caratteristiche idrologiche e idrauliche idonee per un razionale sfruttamento della risorsa con contenimento degli impatti sia sul paesaggio sia sulla stabilità dell’alveo;

2. L’opera di presa sfrutterà traverse esistenti, minimizzando le opere di costruzione;

3. L’area è già accessibile grazie al sentiero esistente che costeggia la sponda destra del Dragone, utilizzato come pista permanente fuoristrada “Dragone”;

4. L’energia elettrica prodotta sarà destinata ad uso pubblico;

Ipotizzando di sfruttare un altro sito si avrebbero conseguenze negative, tra le quali:

1. La “violazione” del paesaggio con conseguente inserimento dell’area di cantiere in un contesto naturale vergine;

2. L’interessamento di percorsi viari più impattanti con eventuale attraversamento di nuclei abitati per raggiungere i luoghi di utilizzo del materiale;

3. L’eventuale interferenza con habitat e specie naturali presenti nell’intorno del sito alternativo.

L’eventuale scelta di non realizzare il progetto avrebbe come conseguenze principali:

1. Non consentire di sopperire ad una quota della richiesta provinciale e interregionale di energia elettrica da fonti rinnovabili;

2. Non consentire le operazioni di manutenzione delle traverse esistenti.

Inoltre l’impianto in esame, che si configura come un mini idroelettrico, ha delle peculiarità rispetto alle centrali idroelettriche di grande taglia, oltre ai vantaggi dell'uso di un'energia rinnovabile:

• investimenti contenuti: la realizzazione di un tale impianto non richiede la costruzione di opere particolarmente costose. Questo permette un veloce ritorno dell'investimento;

• consente un miglioramento delle condizioni idrogeologiche del territorio;

• contribuisce alla riduzione dell'effetto serra, e quindi beneficia di incentivazioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili, confermate anche dalla recente normativa in materia.

4.3. Area di cantiere

La costruzione dell’impianto necessiterà di un area di cantiere ubicata in destra idraulica, in posizione baricentrica rispetto alle opere di presa e di resa, e la sua gestione non genererà interferenze con l’ambiente antropico circostante in quanto si colloca a grande distanza da abitazioni residenziali e aree ad uso pubblico,

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in modo da non creare disturbo.

Come strada di accesso sarà utilizzata la pista esistente, che si collegherà con Via Cà di Vinchio la quale riporta alla SP28 (Comune di Palagano) visibile nella Figura 1.

Figura 1: Mappa stradale

Come pista di accesso verrà utilizzato il percorso esistente pista permanente fuoristrada “Dragone”. Il sentiero esistente lungo il Dragone risulta in buono stato di conservazione e risulta idoneo al transito di mezzi d’opera, ove necessario saranno preventivamente realizzate piste temporanee.

L’area di cantiere verrà recintata e segnalata con appositi cartelli (Tav. 5).

Le opere in progetto riguarderanno i primi metri di sottosuolo e saranno effettuati scavi di fondazione in sponda destra che è costituita principalmente da materiale grossolano come ciottoli e sabbia, con probabile presenza di roccia costituita da alternanze di spessi strati di arenite con sottili strati di marna.

Durante l’esecuzione dell’opera saranno necessarie attività di disboscamento solo in prossimità delle sponde e in alcune zone in quanto l’area individuata dal progetto è parzialmente già priva di vegetazione. Viene comunque prevista una compensazione monetaria in quanto il PTCP della Provincia di Modena colloca l’area in ambito forestale boschivo (Elaborato 9.4).

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Per quanto riguarda i materiali di risulta, questi saranno accumulati all’interno dell’area di cantiere e saranno riutilizzati nei successivi riempimenti e per l’esecuzione dei manufatti di ingegneria naturalistica necessari.

Tutta l'area di cantiere verrà recintata con materiali robusti e di altezza tale da rendere non equivoco il divieto di accesso, allo scopo di impedire l'ingresso ai non addetti ai lavori.

Si evidenzia come la recinzione non potrà essere posizionata, per ovvie ragioni, in corrispondenza dell'alveo del corso d'acqua: per tale motivo in prossimità del termine della recinzione saranno posizionati idonei cartelli secondo quanto indicato in seguito.

La recinzione sarà costituita da una rete di polietilene ad alta densità, indeformabile, di color arancio brillante a maglie ovoidali e di altezza non inferiore a 1.2 m, fissata opportunamente a sostegni adeguati (barre in acciaio di diametro non inferiore a 20 mm) infissi nel terreno e posti ad una distanza non superiore a 200 cm. Le barre di acciaio dovranno avere in sommità tappi protettivi in plastica.

Gli accessi e le uscite dei mezzi dal cantiere nonché le immissioni sulle pubbliche vie di transito, saranno sempre adeguatamente segnalati mediante il posizionamento di appositi cartelli segnaletici "ATTENZIONE IMMISSIONE AUTOCARRI" e, in condizioni di evidente pericolo, si provvederà a realizzare idoneo manufatto di scavalcamento.

I depositi di materiali verranno realizzati all'interno della recinzione in modo tale da non costituire intralcio ai percorsi pedonali e veicolari.

Nel cantiere sono previsti i seguenti cartelli:

• in prossimità dei quadri elettrici e delle linee elettriche aeree e interrate: cartello di avvertimento tensione elettrica pericolosa, di divieto di spegnere con acqua;

• sui box di cantiere: cartelli riportanti la destinazione d'uso dei locali;

• in prossimità del box dove è ubicato il pacchetto o la cassetta di medicazione: estratto delle procedure per il primo soccorso;

• nel luogo dove sono ubicati gli estintori: cartello di identificazione dell'estintore;

• presso il box o in altro luogo ben visibile: cartello riportante i numeri utili per l'intervento dei vigili del fuoco e dell'ambulanza.

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In ogni caso la segnaletica di sicurezza in cantiere sarà adeguata alla normativa vigente. Nel quadro della informazione alla sicurezza, il personale sarà a conoscenza del significato della segnaletica usata e delle segnalazioni da usare. La segnaletica di sicurezza è complementare alla segnaletica stradale riferita al codice della strada per la circolazione esterna al cantiere.

4.4. Opera di presa

L’opera di presa si colloca in destra idraulica del Torrente Dragone, subito a monte del ponte di Via Cà di Vinvchio ed in continuità con le traverse esistenti; l’opera in progetto risulterà defilata rispetto all’alveo di piena e sostanzialmente coincidente con l’ingombro di parte della fascia golenale in destra idraulica. Di fatto il manufatto non avrà alcuna influenza sulle piene in quanto trattasi di una semplice griglia che accoglie le acque naturalmente defluenti a ridosso di essa..

Figura 2 –Estratto tavola 4.1

Figura 3: La figura sopra riportata mostra il particolare dell’opera di presa.

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4.5. Dimensionamento della presa

L’adduzione si compone di 2 parti funzionanti in sequenza:

1. La prima si sviluppa tra la bocca di presa e la condotta in pressione, costituisce “l’imbuto”, in pratica è assimilabile ad una galleria di invito, in pressione e non, necessaria alla derivazione della risorsa necessaria all’esercizio della centrale;

2. La seconda si sviluppa con pendenza media di circa 2%, si collega alla centrale ed è chiamata propriamente condotta forzata.

Mentre è necessario che la seconda parte del sistema adduttore, nel quale si realizza la maggior parte del salto, sia costantemente in pressione, per l’altra tratta non si dovrà necessariamente operare in pressione.

Nel caso in esame si è preferito dimensionare immaginando di operare con tutte le tratte sopra identificate in pressione dal momento che la portata di derivazione è praticamente sempre assicurata e, non evidenziandosi particolari vincoli altimetrici e planimetrici, dal punto di vista idraulico sono in grado di utilizzare tutto il salto disponibile, compreso eventualmente il battente d’acqua a monte della presa, adattandosi altresì a rapide variazioni della portata.

Per il dimensionamento verranno dunque seguiti i seguenti criteri:

1. si farà riferimento alla massima portata derivabile Qu=7 mc/s;

2. il diametro della condotta in pressione dovrà essere quanto più possibile costante;

3. le perdite di carico dovranno essere contenute il più possibile;

4. le velocità di ingresso alla turbina saranno richieste dal costruttore delle macchine.

L’azione a cui tale adduttrice sarà sottoposta è una combinazione delle seguenti componenti:

1. pressione idrostatica;

2. sovrappressioni da colpo d’ariete (trascurabili visto lo sviluppo delle adduzioni);

3. sollecitazioni addizionali.

Il calcolo di tali componenti da cui deriva il dimensionamento della condotta forzata viene rimandato alla fase esecutiva; in tale sede si anticipa che la sezione netta della condotta sarà di 1,4-1,5 metri di diametro con uno spessore variabile da 7 (in caso di vetroresina) a 20 (in caso di calcestruzzo) cm; verrà realizzata con virole saldate e giunti.

4.6. Galleria in pressione

Si assume come portata di dimensionamento quella massima derivabile in fase di produzione Qu = 7.00 mc/s.

Il diametro interno verrà raccordato tra la presa e la condotta, con geometria variabile.

Si è calcolata la cadente piezometrica in prima approssimazione assumendo un coefficiente K di Strickler pari a 110, valore consono a una parete in vetroresina.

J = 0.0049 m/m

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Cadente piezometrica complessiva = 1,5 m su circa 260 m

Ai fini del tracciamento del profilo altimetrico della galleria/condotta in pressione si sono considerate alcune condizioni di massima:

• Il fondo della galleria alla partenza deve trovarsi a 0,50 m circa sotto la quota di presa;

• La quota della soglia della presa è fissata a +20-30 cm rispetto alla quota di fondo alveo (527,70 m s.l.m.) a monte del ponte. In prima analisi la lunghezza della galleria (circa 7 m in pianta) è fissata conoscendo il punto di partenza e di arrivo.

• Le profondità di scavo sono le minime indispensabili al ricoprimento adeguato delle infrastrutture di trasporto;

• La condotta forzata terminale dovrà risultare breve e ripida.

4.7. Condotta forzata

Si sono seguiti, per il dimensionamento della condotta forzata i seguenti criteri:

• diametro della condotta costante inferiore alle geometrie assegnate alla galleria in pressione (in fase esecutiva si valuterà la convenienza di adottare diametri decrescenti in relazione alle caratteristiche di targa della macchina da installare);

• velocità costante pari a 2.2 m/s con portata media (ma potrebbe arrivare anche a 4 m/s con portata massima);

• dimensionamento eseguito in base alla portata massima derivabile Qu = 7.00 mc/s;

• perdite di carico sono valutate come per la galleria/condotta in pressione.

Calcolo delle perdite di carico

In via di prima approssimazione le perdite di carico associate alla tratta di galleria in pressione e condotta forzata in progetto vengono di seguito calcolate in funzione dei differenti modelli di calcolo.

Si tenga presente che in questa fase il diametro della condotta forzata in vetroresina è pari a 1,4-1,5 metri e nella galleria si assume cautelativamente pari a quello della condotta.

La perdita di carico distribuita sul tratto di circa 260 m, risulta di 49 cm per ogni 100 metri di sviluppo.

A tale valore deve aggiungersi la perdita dovuta all’opera di imbocco nonché le perdite, concentrate in questa fase, calcolabili in un 20% del totale di quelle distribuite come precedentemente calcolate.

Si calcola quindi una perdita complessiva pari a 60 cm a tubi nuovi, che cautelativamente si possono considerare pari a 70 cm a tubi usati.

4.8. La turbina

Viene proposta n. 1 Turbina KAPLAN ad asse verticale e a chiocciola di alimentazione intorno all’elica.

Detta turbina potrà essere ottimizzata in fase di sviluppo esecutivo studiando una tipologia a bulbo sempre ad asse verticale ma più compatta, per il momento si considera quella a chiocciola ai fini di eseguire

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valutazioni, le più cautelative possibili, in termini di impatto ambientale (ingombri, accessi, etc.).

Le macchine installate sono:

• N.1 turbina asse verticale (per H (piano di appoggio-sommità)= 7-8 m e Q = da 1,5 a 7 mc/s)

• N.1 moltiplicatore

• N.1 alternatori

Oltre ovviamente a quadri, trasformatori, armadi, cablaggi e console di governo.

Il lay-out rappresentato, non solo è ottimale per il tipo di condizioni al contorno presenti nell’area in esame (installazione di n. 1 turbina Kaplan idonea per poter turbinare 1,5÷7 mc/s con 17 m di salto) ma è stato già collaudato in un impianto già realizzato un paio d’anni fa dal proponente.

La macchina può sfruttare fino al 20% della portata massima, che nell’andamento delle portate nell’anno non è cosa da trascurare.

Il funzionamento del gruppo sarà gestito dall’automatismo di centrale per poter ricercare la massima efficienza.

Salto legale.

Salto naturale (Hm) (misurato in m): differenza di quota fra la superficie libera dell'acqua alla estremità del rigurgito creato dalle opere di presa e la superficie liquida alla sezione di restituzione:

528,20 (presa) - 510,70 (resa) = 17.50 m

Salto legale o di concessione (Hc) (misurato in m): differenza di quota fra i due peli morti dei canali di monte ed a valle del meccanismo motore (art. 35 Testo Unico 11 dicembre 1933 n° 1775):

527,70 (presa) - 510,50 (resa) = 17,20 m

Salto motore utile o salto utile netto (Hu) (misurato in m): differenza tra il carico totale della corrente all'entrata del meccanismo motore ed il carico totale all'uscita del meccanismo stesso:

17,00 – 1,5 = 15,5 m

Potenza nominale.

Potenza legale o nominale di una concessione (Pn) (misurata in kW): potenza idraulica media teoricamente disponibile nell'anno in relazione alla portata ed al salto di concessione.

Considerando la portata media turbinabile pari a 4 mc/s, con un salto di concessione Hc = 17.00 m, si ricava una potenza legale o nominale:

Pn = 593,70 kW

Assumendo valori medi alti dei rendimenti esposti e considerando un salto motore Hu = 15,5 m circa, si ricava una potenza effettiva di utilizzazione:

Pe = 541,32 kW

Potenza efficiente di una centrale (Peff) (misurata in kW): è la massima potenza misurata ai morsetti dei generatori, complessivamente sviluppata dalla centrale in servizio continuo (esclusi cioè temporanei sovraccarichi) nelle più favorevoli condizioni di salto e di portata.

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Potenza idraulica (misurata in kW) od elettrica installata (misurata in kVA): potenza complessiva, somma delle potenze di targa, delle turbine idrauliche (in kW) o dei generatori elettrici (in kVA) installati, comprese le eventuali riserve (Pi). Nelle grandi centrali moderne collegate a grandi reti di trasmissione e di interconnessione è Wi = Weff.

Potenza garantita (misurata in kW): serve a caratterizzare il contributo di una centrale connessa ad na rete di interconnessione al passaggio del periodo critico (generalmente l'estate); questa nozione è legata alla forma particolare del diagramma di carico della rete.

5. INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE

L’esecuzione dell’opera ed il successivo funzionamento sono progettati in funzione della minimizzazione degli impatti ambientali di qualsiasi natura, per il rispetto dell’ecosistema di sito e, in sintesi, per giungere al termine dei lavori ad una situazione ambientale che risulti in bilancio positivo. Il bilancio tiene conto, oltre che degli aspetti biologici e vegetazionali, anche di quelli paesaggistici e della fruibilità collettiva.

Di seguito sono riportati le opere compensative e di mitigazione in progetto:

• durante la fase realizzativa saranno evitati i periodi stagionali più critici, in modo da non arrecare disturbi alla fauna ed intorbidimenti dell’acqua;

• l’opera di presa sfrutterà traverse già esistenti e l’impatto visivo sarà praticamente inesistente.

• le movimentazioni di terreno vegetale di copertura, ove necessario, sarà effettuata con attenzione, ovvero verrà rimosso senza miscelare gli strati a diversa composizione;

• una volta attivato l’impianto sarà attivato un monitoraggio post-operam delle portate, sia prelevate che transitanti. Questa opera servirà anche per la verifica delle analisi idrologiche previsionali;

• la manutenzione delle traverse esistenti e delle opere in progetto consentirà di garantire la sicurezza idraulica.

6. PIANO DI DISMISSIONE E DI RIPRISTINO DELLO STATO DEI LUOGHI

In caso di cessazione dell’attività qui proposta, e su espressa richiesta dell’autorità competente, si provvederà ad attivare tutte le operazioni necessarie per la messa in pristino delle opere allo status quo ante. Per una maggiore chiarezza si faccia riferimento alla Tavola 6 di progetto.

Gli elementi su cui intervenire sono identificabili come segue:

- Opera di presa: verrà smontata la griglia ed inviata ad un recupero/smaltimento autorizzato e verrà ripristinata la continuità spondale;

- Condotta: si procederà con la completa rimozione e lo smaltimento idoneo della stessa. La trincea di alloggiamento verrà ripristinata utilizzando materiale lapideo di riempimento;

- Centrale: si procederà con l’estrazione e l’allontanamento/recupero di tutte le apparecchiature elettromeccaniche e la demolizione delle opere civili fuori terra. I volumi sotto il p.c. saranno riempiti

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con materiale naturale terroso e lapideo sino a p.c.;

- Canale di scarico: sarà demolito e riempito con materiale lapideo, ponendo particolare cura a zone di sbocco in alveo che dovrà essere protetta in continuità con le preesistenti difese spondali.

Al termine di queste operazioni si provvederà al recupero delle superfici golenali tramite rinaturalizzazioni.

Le attività di monitoraggio previste sono descritte nella relazione “Piano di monitoraggio”.

Si stima un costo forfetario delle operazioni di dismissione, a costi attualizzati, di 150.000,00 €.

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STATO DI FATTO - PROGETTO PTCP Tav. 1.1.9

(Tutela delle risorse paesistiche e storico-culturali)

-

All. 01

Sp28

Via Toggiano

Via Toggiano

Via Casa Marcolini

PROVINCIA DI MODENA

DATA:

ELABORATO:

SCALA:

OGGETTO:

DENOMINAZIONE DELL'OPERA:

TITOLO:

MAR 2015

COMMITTENTE: REVISIONE:

PROFESSIONISTI:

CONSULENZA ESTERNA CONZULENZA ESTERNA

Coordinamento e prestazioni specialistiche Ing. Adelio PAGOTTO

PROGETTO PRELIMINARE

DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE UNICA AI SENSI DEL D.LGS. 387/2003 PER LA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA CENTRALE IDROELETTRICA

AD ACQUA FLUENTE SUL TORRENTE DRAGONE SITUATA IN LOCALITA' TOGGIANO

Area interessata dall'intervento Confine Comunale

LEGENDA

Opere in progetto

Linea ENEL in progetto Scala 1:5'000

(Tutela delle risorse paesistiche e storico-culturali)

PTCP Tav. 1.1.9

TgMc - Tav 1 2 3 5 6 Alleg Espro - Topografia - V12.dwg

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