REGIONE SICILIA
ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
Servizio 1 Valutazioni Ambientali
COMUNE DI SCIACCA
CITTÀ METROPOLITANA DI AGRIGENTO V SETTORE
Servizio Sportello Unico Per Le Imprese
“P.A.U.R. PER LA COSTRUZIONE E LA GESTIONE DI UNA DISCARICA PER RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI DA REALIZZARSI SULLA CAVA DIMESSA DENOMINATA
"SPAGNOLO" IN C.DA SPAGNOLO IN AGRO DI SCIACCA (AG)"
LIVELLO DI PROGETTAZIONE:
PROGETTO DEFINITIVO
CODICE ELABORATO:
RA-26/2020 TITOLO TAVOLA O ELABORATO:
S INTESI N ON T ECNICA
SCALA: DATA:
11/01/2021
NOME FILE:
RS08SNT0001A0.PDF ELABORATO N.
RS08SNT0001A0
REVISIONE
N. DATA DESCRIZIONE REVISIONE E RIFERIMENTI DOCUMENTI SOSTITTUTIVI
1 11/01/2021 REVISIONE PROGETTO DEFINITIVO
COMMTIITENTE
PROGETTISTA:
ARCH. ROSALIA ARMETTA Piazza Martini, 24/F (90149) PALERMO Albo AA. PP. PP. CC di Palermo n. 5548 Sez. A
RA
TIMBRI E FIRME
" Documento informatico firmato digitalmente ai sensi del D.Lgs 82/2005e le s.m.i. e norme
collegate"
Firmato digitalmente da:
ARMETTA ROSALIA Firmato il 27/01/2021 14:19
Seriale Certificato:
24609594148281234411082270998152289223
Valido dal 12/01/2021 al 12/01/2024 ArubaPEC S.p.A. NG CA 3
PROGETTI
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INDICE
1. Premessa 2
2. Descrizione del progetto 2
3. Motivazioni e concezione 3
4. Dimensioni 4
5. Movimentazione materiali per la realizzazione del bacino della discarica 5 6. Sistema di impermeabilizzazione del fondo e delle sponde della
discarica
6
7. Gestione del percolato 7
8. Regimentazione acque meteoriche 8
9. Copertura finale 9
10. Ripristino finale 10
11. Opere accessorie e reti tecnologiche 11
12. Scelte di processo 12
13. Rapporti del progetto con la pianificazione di settore specifico 22
14. Possibili alternative prese in esame 43
15. Descrizione delle misure previste per evitare, ridurre e se possibile compensare gli effetti negativi
44
16. Misure previste per il monitoraggio 51
17. Conclusioni 59
18. Fotosimulazione dell’intervento 60
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1. PREMESSA
La ditta Soambiente S.r.L intende realizzare e gestire una discarica per rifiuti non pericolosi della capacità complessiva di 2.500.000 m3 circa in località “Spagnolo” in agro del Comune di Sciacca (AG).
Il presente documento espone le principali conclusioni dello Studio di Impatto Ambientale e contiene le seguenti indicazioni:
- descrizione del progetto con informazioni relative alla sua ubicazione, concezione e dimensioni;
- elaborati grafici;
- descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame;
- descrizione delle misure previste per evitare, ridurre e possibilmente compensare i rilevanti effetti negativi;
- indice generale degli elaborati presentati;
- fotosimulazione dell’intervento.
2. DESCRIZIONE DEL PROGETTO
L’area di interesse è posta a ovest del centro abitato di Sciacca. In particolare l’area d’intervento ricade in c.da “Spagnolo” Il terreno è mediamente scosceso con pendenza media di circa il 24% ed è caratterizzato da una quota minima di 129 m s.l.m., in corrispondenza della zona di accesso all’area e la quota massima di 228 m. s.l.m. in corrispondenza della zona nord-ovest ed occupa una superficie planimetrica di circa 75.800 m2.
L’area di intervento dista, in linea d'aria, Km 6,9 dal perimetro dell'abitato di Menfi, Km 5,9 dal peri-metro dell'abitato di Sambuca Di Sicilia, Km 9,3 dal perimetro dell'abitato di Santa Margherita Di Belice e Km 9,5 dal perimetro dell'abitato di Sciacca.
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L’accesso all’area è assicurato percorrendo la SS 624 da Sciacca in direzione Palermo, per poi prose‐guire poi su strada interpoderale, fino a raggiungere il sito di progetto.
3. MOTIVAZIONI E CONCEZIONE
L’opera in progetto intende rispondere all’aggiornamento del piano Regionale per la gestione dei rifiuti speciali in Sicilia (adottato con O.C.D. n. 1260 del 30 Sett. 2004), del 22/02/2017 rispetto le previsioni delle future dotazioni impiantistiche della Sicilia. In particolare, il Piano, al Capitolo III, fornisce i dati complessivi della produzione regionale di rifiuti speciali e del recupero e smaltimento, Al capitolo VI fornisce dei dati relativi ai fabbisogni impiantistici che, con riferimento alle discariche per rifiuti speciali non pericolosi, evidenziano un fabbisogno di 775.000 – 900.000 t/anno. Al capitolo IX fornisce delle indicazioni sulla localizzazione impiantistica delle discariche, facendo espresso riferimento non alla localizzazione ma alle caratteristiche intrinseche delle aree da adibire a discarica per rifiuti speciali non pericolosi.
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Il progetto proposto prevede la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi nel Comune di Sciacca per una volumetria complessiva di circa 2.500.000 m3. Con la realizzazione della discarica di progetto verranno, in parte, soddisfatte le previsioni di piano e verranno eliminati i disagi dovuti alla lontananza degli impianti di discarica.
L’area di intervento risulta inoltre di proprietà della proponente.
4. DIMENSIONI
L’area di intervento interesserà una superficie complessiva di circa 75.800 m2. In particolare l’area di discarica interessa le particelle censite al N.C.T di Sciacca al foglio di mappa n° 5 particelle 96,144, 307, 308, 309, 310, 311, 313 e su piccola porzione della particella 314.
La fase di costruzione dell’intervento in oggetto avrà una durata di circa un anno e prevederà, in sequenza, sagomatura del terreno per la realizzazione dell’invaso, il sistema di impermeabilizzazione della discarica, la costruzione della viabilità di accesso all’area e la viabilità interna all’impianto, oltre a tutte le opere necessarie ad un corretto funzionamento della discarica di progetto (canale di guardia, rete piezometri, area servizi, ecc).
La fase di gestione della discarica avrà una durata di circa venti anni e prevederà l’abbancamento dei rifiuti, secondo i criteri di riempimento definiti all’interno del presente progetto.
La fase di post gestione, ai sensi del D. Lgs. 36/2003, avrà una durata trentennale ed inizierà dopo che la discarica avrà raggiunto la saturazione dei volumi previsti dal progetto ed autorizzati. In questa fase, verranno realizzate le opere di ripristino ambientale dell’area e saranno svolte le attività di manutenzione da effettuare al fine di condurre la discarica, in sicurezza, alla fase ultima in cui si può considerare trascurabile l’impatto della stessa sull’ambiente.
Le principali opere di progetto che costituiscono l’impianto riguardano la realizzazione del bacino di discarica, dell’area servizi, sulla quale insisterà un immobile a una elevazione fuori terra da adibire a uffici e una entro terra da adibire a locali tecnici, e la realizzazione della viabilità di accesso ed interna all’area.
Il bacino della discarica sarà realizzato mediante la costruzione di un argine a chiusura dell’area delimitata dalle pareti di scavo della cava dismessa, detto argine sarà rinforzato mediante un muro di contenimento in
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dismessa. La copertura finale avrà una pendenza inferiore a 22° tale da permettere la realizzazione in sicurezza del successivo sistema di impermeabilizzazione.
La realizzazione del bacino di discarica, in gran parte già esistente, consente di sfruttare la volumetria scavata durante le fasi di coltivazione della cava dismessa e quindi di ridurre, ad opere ultimate, mediante il rinterro‐ricolmo delle stesse aree, l’impatto visivo che, ad oggi, arreca, al paesaggio circostante, in quanto le anzi citate aree di scavo sono visibili a svariati chilometri dal sito.
Tutt’intorno alla discarica verrà realizzata una pista perimetrale, sia per permettere l’accesso ai mezzi per il deposito dei rifiuti sul fondo della discarica, che per le operazioni di manutenzione durante tutte le fasi di vita della discarica stessa. All’interno dell’area di intervento verrà realizzata un’area servizi, costituita dai manufatti e dalle attrezzature necessarie per la corretta gestione della discarica e delle attività lavorative del personale.
La viabilità di accesso ed interna al sito di progetto verrà realizzata in manto bituminoso in modo tale da eliminare il sollevamento di polveri dovute al transito dei veicoli. Solo la pista perimetrale del bacino di discarica verrà realizzata mediante la stesura di una sovrastruttura stradale in misto di cava e non asfaltata, cosi da contenere l’impatto sull’ambiente circostante.
Una volta terminate la coltivazione della discarica verrà realizzato il pacchetto di copertura secondo quanto riportato nel D. Lgs. 36/2003. La superficie superiore finale della discarica sarà caratterizzata da una pendenza inferiore a 22°, in modo da favorire il deflusso delle acque meteoriche verso i recettori di raccolta e allontanamento dall’area di discarica.
5. MOVIMENTAZIONE MATERIALI PER LA REALIZZAZIONE DEL BACINO DELLA DISCARICA
Per le attività di modellamento propedeutiche alla realizzazione dell’impermeabilizzazione dell’invaso di progetto, si rendono necessarie operazioni di scavo per la modellazione del fondo, delle sponde e della pista perimetrale oltre che operazioni di riporto per la formazione dell’argine di valle e la regolarizzazione della pista perimetrale a servizio della discarica.
La pista perimetrale, per limitare i quantitativi dei movimenti terra, seguirà quanto più possibile
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Il fondo del bacino sarà suddiviso in un lotto unico avente pendenza del fondo pari al 2% in modo da favorire l’evacuazione del percolato. L’argine di valle sarà realizzato con terreno proveniente dagli scavi in cantiere.
Complessivamente dalle operazioni di scavo si genererà un volume di circa 1.400 m3, per lo scavo delle fondazioni del locale tecnico e uffici e della pensilina, circa 25.000 m3 per la regolarizzazione del fondo vasca e delle pareti rocciose e per la messa in sicurezza delle pareti rocciose, mentre per le operazioni di riporto del materiale sarà necessaria una volumetria di circa 11.000 m3. Il materiale proveniente dagli scavi, sarà stoccato nelle aree limitrofe l’area di discarica, lo stesso materiale, se ritenuto riutilizzabile, sarà reimpiegato in parte nella fase di costruzione e gestione della discarica, mentre la parte rimanente sarà in disponibilità del proprietario del sito.
6. SISTEMA DI IMPERMEABILIZZAZIONE DEL FONDO E DELLE SPONDE DELLA DISCARICA
Il nuovo invaso, data la elevata permeabilità degli strati costituenti il fondo vasca (vedasi relazione geologica redatta dal Dott. Antonio Calamita), dovrà avere caratteristiche tali da scongiurare eventuali infiltrazioni di percolato attraverso gli strati sottostanti ed in modo tale da rendere indenne la falda acquifera da eventuali contaminazioni. Alla luce delle superiori considerazioni la configurazione finale sul fondo del nuovo invaso dovrà essere costituita dai seguenti elementi costruttivi (elencati dal basso verso l’alto):
-
argilla compattata, eventualmente additivata e/o trattata, di spessore non inferiore a 100 cm in grado di garantire una conducibilità idraulica di 1E-9 m/s;-
geocomposito bentonitico inferiore di contatto con i nuovi profili in materiale minerale compattato, coesionato meccanicamente (ovvero agugliato o cucito) dello spessore minimo di 5mm (ISO 9863- 1) e conducibilità idraulica k≤ 1E-11 m/s (ASTM D5887);-
geomembrana in HDPE dello spessore di 2 mm (sottotelo);-
geocomposito bentonitico superiore di contatto con la geomembrana in HDPE coesionato meccanicamente (ovvero agugliato o cucito) dello spessore minimo di 5mm (ISO 9863-1) e conducibilità idraulica k≤ 1E-11 m/s (ASTM D5887);-
tessuto non tessuto con grammatura non inferiore a 1000 g/mq.Firmato digitalmente da
PAOLO SODANO
CN = SODANO PAOLO
C = IT
Data e ora della firma: 27/01/2021 13:44:35
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strato drenante costituito da materiale di riporto sabbioso spessore minimo 30 cm;-
tessuto non tessuto con grammatura non inferiore a 1000 g/mq.-
geocomposito bentonitico superiore di contatto con la geomembrana in HDPE coesionato meccanicamente (ovvero agugliato o cucito) dello spessore minimo di 5mm (ISO 9863-1) e conducibilità idraulica k≤ 1E-11 m/s (ASTM D5887);-
geomembrana in HDPE dello spessore di 2 mm (sopratelo).-
tessuto non tessuto con grammatura non inferiore a 1000 g/mq.-
strato drenante costituito da materiale di riporto sabbioso spessore minimo 50 cm;Si precisa che il progetto prevede il collaudo di tutte le opere sopra elencate per la verifica dei requisiti minimi di progetto (conducibilità idraulica di 1E-9 m/s) al termine della realizzazione.
L’impermeabilizzazione prevista per le sponde dell’invaso sarà conforme ai requisiti richiesti al paragrafo 2.4.2 dell’allegato 1 al D. Lgs. 36/2003.
La configurazione finale delle pareti del nuovo invaso dovrà essere costituita dai seguenti elementi costruttivi (elencati dalla zona di contatto con le pareti rocciose verso l’interno della vasca):
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tessuto non tessuto con grammatura non inferiore a 1000 g/mq.-
geocomposito bentonitico superiore di contatto con la geomembrana in HDPE coesionato meccanicamente (ovvero agugliato o cucito) dello spessore minimo di 5mm (ISO 9863-1) e conducibilità idraulica k≤ 1E-11 m/s (ASTM D5887);-
geomembrana in HDPE dello spessore di 2 mm.Il sistema di drenaggio del percolato viene realizzato mediante la posa in opera di strato drenante costituito da materiale di riporto sabbioso e di spessore minimo 50 cm.
Sottotelo sarà allocato un sistema di rilevamento di eventuali perdite di percolato, sistema basato su misurazioni elettriche, tale da consentire il rilevamento di eventuali perdite di percolato e tale da rendere agevole la localizzazione delle stesse perdite facilitando eventuali interventi di riparazione.
7. GESTIONE DEL PERCOLATO
Il sistema di drenaggio e raccolta del percolato deve impedire fuoriuscite incontrollate di percolato e contribuire con l’impermeabilizzazione all’efficienza della barriera idraulica della discarica. Allo stesso modo
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deve favorire il più veloce transito del percolato verso i punti di raccolta in modo da minimizzare il formarsi di battenti di percolato e di falde sospese all’interno dell’ammasso di rifiuti.
Il fondo della vasca verrà modellato con pendenze di circa il 2% in modo da agevolare il convogliamento del percolato verso il pozzo per l’emungimento dello stesso. Lo strato drenante sarà posato sul fondo dell’invaso allo scopo di garantire la captazione ed il convogliamento del percolato verso il pozzo di risalita dal fondo.
Lo strato drenante sarà completato dalla formazione di una rete di captazione costituita da collettori microfessurati, interposti nella ghiaia, aventi lo scopo di captare e convogliare il percolato verso il pozzo di risalita.
Il percolato così raccolto verrà sollevato dal pozzo tramite una elettropompa, adatta per il sollevamento di acque torbide fangose ed aggressive, ed inviato tramite collettori interrati, in appositi serbatoi, ad asse verticale in acciaio inox, per lo stoccaggio temporaneo.
Prima dell’inizio della coltivazione, il sistema di collettamento consentirà l’allontanamento delle acque meteoriche dai settori ancora non interessati dall’abbancamento dei rifiuti, così da ridurre la produzione complessiva di percolato e di conseguenza l’impatto sull’ambiente.
8. REGIMENTAZIONE ACQUE METEORICHE
Per quanto riguarda il sistema di regimazione delle acque superficiali è previsto un canale di guardia che raccoglie le acque meteoriche a monte della discarica, evitando così possibili allagamenti della stessa. Il canale di guardia della discarica di progetto sarà posizionato sul lato esterno della pista perimetrale e sarà in grado di raccogliere, una volta realizzato il pacchetto di chiusura finale della discarica, anche le acque meteoriche provenienti dalla superficie coperta. Ulteriori due tratti di canale lambiranno la strada di accesso all’impianto e l’area servizi, in modo da evitare possibili loro allagamenti.
L’acqua raccolta dal canale sarà convogliata nel ricettore esistente adiacente il limite di proprietà.
Le acque meteoriche delle superfici impermeabili della viabilità e dell’area servizi verranno raccolte da una serie di caditoie e convogliate nella vasca per il trattamento delle acque di prima pioggia. Le acque trattate e filtrate verranno convogliate nella vasca di accumulo delle acque industriali, dotata di sfioro, e quelle sovrabbondanti nel ricettore esistente a valle della proprietà.
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9. COPERTURA FINALE
La progettazione della copertura finale prevede la formazione di un sistema composito multistrato, collocato sopra la massa dei rifiuti abbancati, che garantisca:
- l'isolamento della massa dall'ambiente esterno e la drastica riduzione della formazione di percolato;
- la captazione del biogas prodottosi nella massa abbancata;
- il deflusso delle acque meteoriche sulla superficie della copertura e di quelle eventualmente infiltratesi nel primo strato, fino alle opere di collettamento;
- la formazione di uno strato idoneo ad ospitare e/o sopportare gli elementi del recupero ambientale (vegetazione di vario tipo).
In particolare la copertura finale dell’invaso colmato ha lo scopo di separare i rifiuti dall’ambiente circostante, impedendo il contatto con gli agenti atmosferici esterni e minimizzando l’infiltrazione dell’acqua e il rilascio del biogas nell’atmosfera. Inoltre, la copertura finale permetterà la restituzione dell’area all’ambiente circostante, dopo un adeguato periodo di tempo definito “post chiusura”.
La copertura finale, prevista per l’attuazione del recupero ambientale, prevederà, dal basso verso l’alto:
-
posa di uno strato di regolarizzazione con la funzione di permettere la corretta messa in opera degli strati sovrastanti, costituito da argilla compattata dello spessore minimo di 50 cm, eventualmente additivata e/o trattata, di spessore non inferiore a 100 cm in grado di garantire una conducibilità idraulica di 1E-9 m/s, avente la funzione di impedire o rendere minima la percolazione di acqua, derivante dalle precipitazioni meteoriche all'interno della volumetria abbancata, ove si trasformerebbe in percolato;-
tessuto non tessuto con grammatura non inferiore a 1000 g/mq.-
geocomposito bentonitico superiore di contatto con la geomembrana in HDPE coesionato meccanicamente (ovvero agugliato o cucito) dello spessore minimo di 5mm (ISO 9863-1) e conducibilità idraulica k≤ 1E-11 m/s (ASTM D5887);-
geomembrana in HDPE dello spessore di 2 mm;PROGETTI
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geocomposito bentonitico superiore di contatto con la geomembrana in HDPE coesionato meccanicamente (ovvero agugliato o cucito) dello spessore minimo di 5mm (ISO 9863-1) e conducibilità idraulica k≤ 1E-9 m/s (ASTM D5887);-
tessuto non tessuto con grammatura non inferiore a 500 g/mq.-
strato drenante costituito da materiale di riporto sabbioso spessore minimo 50 cm;-
riporto di uno strato di terreno proveniente dagli scavi di cantiere, opportunamente vagliato ed arricchito con compost, dello spessore minimo di 100 cm.Lo strato di superficie è finalizzato a promuovere la crescita vegetativa e a proteggere la copertura impermeabilizzante. Il suo spessore deve essere sufficiente a consentire:
- lo sviluppo dell'apparato radicale di specie non arboree;
- la capacità di accumulo dell'acqua da utilizzare nei periodi di siccità;
- il controllo dell'erosione a lungo termine;
- la prevenzione dell'essiccamento e del "freezing" (gelo) della parte sommitale del livello impermeabilizzante.
Una manutenzione particolarmente attenta è richiesta nel periodo immediatamente successivo al completamento della copertura, quando maggiori sono le possibilità di perdita di vegetazione e di formazione di cunicoli e canaletti nello strato vegetale più esposto.
Le pendenze sono state studiate in maniera da favorire il ruscellamento superficiale delle acque di precipitazione, senza, per contro, dar luogo a fenomeni di instabilità.
10. RIPRISTINO FINALE
Obiettivo del ripristino ambientale è la restituzione del sito interessato dalla discarica all’ambiente. Ciò è attuato mediante una rivegetazione della copertura finale.
Ai fini della progettazione degli interventi di rivegetazione sono stati adottati principi e metodi dell’Ingegneria Naturalistica nell’ambito dei condizionamenti tecnico-funzionali legati alla tipologia di infrastrutture quali:
- presenza di strati drenanti e geotessili di copertura;
- conseguente condizionamento sull’impiego di specie con esclusione di specie arboree ed uso
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- necessità di terreno vegetale a fronte di disponibilità quali-quantitative legate allo stoccaggio del materiale di scavo proveniente dalle operazioni di costruzione della discarica stessa;
- possibilità di ammendamento reso possibile dalla disponibilità di compost prodotto da impianti presenti in zona.
La finalità dell’intervento di rivegetazione è quella di ricostituire stadi della serie dinamica della vegetazione naturale potenziale del sito mediante l’uso esclusivo di:
- semine con funzione antierosiva e preparatorie all’ingresso di specie erbacee locali;
- specie arbustive ed arboree autoctone con funzione di stabilizzazione, di rivegetazione e ricostruzione di habitat.
Dai dati ottenuti dallo studio della vegetazione, dai rilievi eseguiti e da quelli riportati da bibliografia dal S.I.F (Sistema informativo Forestale), nonché prendendo in considerazione le condizioni microclimatiche ed edafiche della superficie della discarica da rivegetare sono quelle previste nel Piano di Ripristino Ambientale allegato al progetto definitivo.
Il terreno di scotico verrà arricchito con compost nel primo strato di 30 cm in percentuale che verrà determinata in sede esecutiva, in base all’effettiva matrice del terreno disponibile.
Su tutta la superficie della discarica verrà effettuata l’idrosemina e la formazione di una macchia ad arbusti.
La messa a dimora avverrà con disposizione a “macchia” sul 60% della superficie, lasciando il restante 40 % a solo cotico erboso. Ciò viene fatto in funzione di ottenere la massima diversità dell’habitat di neoformazione.
Per la messa a dimora delle specie arbustive sulle sponde della discarica chiusa si seguirà la disposizone a mosaico con 1 esemplare ogni 4 mq.
11. OPERE ACCESSORIE E RETI TECNOLOGICHE
Con questa definizione si individuano alcune opere sussidiarie, ma indispensabili per una corretta gestione della discarica. Tali opere si concentrano generalmente nell’area denominata “area servizi” che funge da filtro al flusso dei materiali e dei veicoli in ingresso.
In corrispondenza dell’ingresso all’area di intervento, si prevede la realizzazione di un’area sulla quale saranno posizionati la palazzina uffici e servizi per il personale e i parcheggi.
L’area presenta carattere permanente e sarà quindi impermeabilizzata con manto bituminoso.
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La palazzina uffici sarà costituita da una struttura a due elevazioni, di cui una entro terra, avente superficie lorda pari a 149,35 mq, da adibire a locali tecnici e una fuori terra, avente superficie lorda pari a 208,23 mq, da adibire ad uffici ed ospiterà, all’interno, un ufficio pesa, un ufficio con archivio e gli spogliatoi/servizi per il personale, entrambe le strutture saranno realizzate in c.a. nel piazzale sarà realizzata una pensilina in acciaio, che ospiterà il sistema di lavaggio ruote.
Il piazzale ospiterà, inoltre, i serbatoi per lo stoccaggio temporaneo del percolato ed una fossa per lo scarico temporaneo di rifiuti affetti da sospetta non conformità. Sempre nel piazzale dell’area servizi, ma dal lato opposto, verranno realizzati i parcheggi, la rimessa dei mezzi operanti in discarica sarà ospitata dalla stessa pensilina adibita, principalmente al lavaggio ruote.
L’intera area di progetto sarà fornita da energia elettrica continua attraverso un impianto realizzato secondo le vigenti prescrizioni di legge, alimentato dalla confinante linea a Bassa Tenzione, verrà quindi installato un armadio di arrivo Enel, al confine della proprietà, dalla quale partirà la rete di distribuzione di energia elettrica interna all’area di progetto.
12. SCELTE DI PROCESSO
Per quanto riguarda le scelte di processo, la conoscenza del flusso di rifiuti in entrata è un fattore chiave nella gestione di una discarica. Essa permette, infatti, di prevedere le eventuali emissioni e la composizione dei flussi in uscita, quindi di ridurre il rischio di danni alla salute dell’uomo e all’ambiente.
I rifiuti conferiti devono essere conformi ai criteri di ammissibilità per la categoria specifica di discarica, per questo motivo è necessaria la loro caratterizzazione analitica e l’effettuazione di controlli prima dell’accettazione.
Per l’elenco dei codici CER, che si riporta nella successiva tabella, previsti nel progetto in esame, saranno rispettati i criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica previsti dallo specifico D.M. 03 agosto 2005.
TABELLA CODICI CER CODICE
CER DESCRIZIONE
01 01 01 rifiuti da estrazione di minerali metalliferi 01 01 02 rifiuti da estrazione di minerali non metalliferi
01 03 06 sterili diversi da quelli di cui alle voci 01 03 04 e 01 03 05 01 03 08 polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce 01 03 07
01 03 09 fanghi rossi derivanti dalla produzione di allumina, diversi da quelli di cui alla voce 01 03
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07
01 03 99 rifiuti non specificati altrimenti
01 04 08 scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 01 04 09 scarti di sabbia e argilla
01 04 10 polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07
01 04 11 rifiuti della lavorazione di potassa e salgemma, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 01 04 12 sterili ed altri residui del lavaggio e della pulitura di minerali, diversi da quelli di cui alle
voci 01 04 07 e 01 04 11
01 04 13 rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07
01 04 99 rifiuti non specificati altrimenti
01 05 04 fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi per acque dolci
01 05 07 fanghi e rifiuti di perforazione contenenti barite, diversi da quelli delle voci 01 05 05 e 01 05 06
01 05 08 fanghi e rifiuti di perforazione contenenti cloruri, diversi da quelli delle voci 01 05 05 e 01 05 06
01 05 99 rifiuti non specificati altrimenti
05 01 10 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 05 01 09
05 01 13 fanghi residui dell'acqua di alimentazione delle caldaie 05 01 14 rifiuti prodotti dalle torri di raffreddamento
05 01 16 rifiuti contenenti zolfo prodotti dalla desolforizzazione del petrolio 05 01 17 bitume 05 01 99 rifiuti non altrimenti specificati
05 06 04 rifiuti prodotti dalle torri di raffreddamento 05 06 99 rifiuti non specificati altrimenti
05 07 02 rifiuti contenenti zolfo
05 07 99 rifiuti non altrimenti specificati
06 03 14 sali e loro soluzioni, diversi da quelli di cui alle voci 06 03 11 e 06 03 13 06 03 16 ossidi metallici, diversi da quelli di cui alla voce 06 03 15
06 03 99 rifiuti non specificati altrimenti 06 04 99 rifiuti non specificati altrimenti
06 06 03 rifiuti contenenti solfuri, diversi da quelli di cui alla voce 06 06 02 06 06 99 rifiuti non altrimenti specificati
06 08 99 rifiuti non altrimenti specificati 06 09 02 scorie contenenti fosforo
06 09 04 rifiuti prodotti da reazioni a base di calcio, diversi da quelli di cui alla voce 06 09 03 06 09 99 rifiuti non altrimenti specificati
06 10 99 rifiuti non altrimenti specificati 06 13 03 nerofumo
06 13 99 rifiuti non specificati altrimenti
07 07 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 07 11
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07 07 99 rifiuti non specificati altrimenti
08 01 12 pitture e vernici di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 08 01 11
08 01 18 fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01 17
08 01 99 rifiuti non specificati altrimenti 08 02 01 polveri di scarti di rivestimenti 08 02 99 rifiuti non specificati altrimenti
08 03 13 scarti di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 12 08 03 15 fanghi di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 14 08 03 18 toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 17 08 03 99 rifiuti non specificati altrimenti
08 04 10 adesivi e sigillanti di scarto, diversi da quelli di cui alla voce 08 0 09 08 04 12 fanghi di adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 11 08 04 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 01 01 ceneri pesanti, fanghi e polveri di caldaia (tranne le polveri di caldaia di cui alla voce 10 01 04)
10 01 02 ceneri leggere di carbone
10 01 05 rifiuti solidi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei fumi 10 01 07 rifiuti fangosi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei fumi 10 01 15 ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento, diverse da quelli
di cui alla voce 10 01 14
10 01 17 ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di cui alla voce 10 01 16 10 01 21 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 10
01 20
10 01 24 sabbie dei reattori a letto fluidizzato 10 02 01 rifiuti del trattamento delle scorie 10 02 02 scorie non trattate
10 02 08 rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 10 02 07 10 02 10 scaglie di laminazione
10 02 12 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 10 02 11
10 02 14 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 10 02 13
10 02 15 altri fanghi e residui di filtrazione 10 02 99 rifiuti non specificati altrimenti 10 03 02 frammenti di anodi
10 03 05 rifiuti di allumina
10 03 16 scorie diverse da quelle di cui alla voce 10 03 15
10 03 18 rifiuti contenenti carbonio derivanti dalla produzione di anodi, diversi da quelli di cui alla voce 10 03 17
10 03 20 polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce 10 03 19
10 03 22 altri particolati e polveri (compresi quelli prodotte da mulini a palle), diversi da quelli di
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cui alla voce 10 03 21
10 03 24 rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 10 03 23 10 03 26 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui
alla voce 10 03 25
10 03 28 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 10 03 27
10 03 30 rifiuti prodotti dal trattamento di scorie saline e scorie nere, diversi da quelli di cui alla voce 10 03 29
10 03 99 rifiuti non specificati altrimenti 10 04 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 05 01 scorie della produzione primaria e secondaria 10 05 04 altre polveri e particolato
10 05 09 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 10 05 08
10 05 11 scorie e schiumature diverse da quelle di cui alla voce 10 05 10 10 05 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 06 01 scorie della produzione primaria e secondaria
10 06 02 scorie e schiumature della produzione primaria e secondaria 10 06 04 altre polveri e particolato
10 06 10 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 10 06 09
10 06 99 rifiuti non specificati altrimenti 10 09 03 scorie di fusione
10 09 06 forme e anime da fonderia inutilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10 09 05 10 09 08 forme e anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10 09 07 10 09 10 polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce 10 09 09 10 09 12 altri particolati diversi da quelli di cui alla voce 10 09 11
10 09 14 scarti di leganti diversi da quelli di cui alla voce 10 09 13
10 09 16 scarti di prodotti rilevatori di crepe, diversi da quelli di cui alla voce 10 09 15 10 09 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 11 03 scarti di materiali in fibra a base di vetro 10 11 05 particolato e polveri
10 11 10 residui di miscela di preparazione non sottoposti a trattamento termico, diversi da quelle di cui alla voce 10 11 09
10 11 12 rifiuti di vetro diversi da quelli di cui alla voce 10 11 11
10 11 14 fanghi provenienti dalla lucidatura e dalla macinazione del vetro, diversi da quelli di cui alla voce 10 11 13
10 11 16 rifiuti solidi prodotti dal trattamento di fumi, diversi da quelli di cui alla voce 10 11 15 10 11 18 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui
alla voce 10 11 17
10 11 20 rifiuti solidi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 10 11 19
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10 11 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 12 01 residui di miscela di preparazione non sottoposti a trattamento termico 10 12 03 polveri e particolato
10 12 05 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi 10 12 06 stampi di scarto 10 12 08 scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a
trattamento termico)
10 12 10 rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 10 12 09 10 12 12 rifiuti delle operazioni di smaltatura diversi da quelli di cui alla voce 10 12 11
10 12 13 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti 10 12 99 rifiuti non specificati altrimenti
10 13 01 residui di miscela di preparazione non sottoposti a trattamento termico 10 13 04 rifiuti di calcinazione e di idratazione della calce
10 13 06 particolato e polveri (eccetto quelli delle voci 10 13 12 e 10 13 13) 10 13 07 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi
10 13 10 rifiuti della fabbricazione di cemento-amianto, diversi da quelli di cui alla voce 10 13 09 10 13 13 rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 10 13 12 10 13 14 rifiuti e fanghi di cemento
10 13 99 rifiuti non specificati altrimenti 12 01 01 limatura e trucioli di metalli ferrosi 12 01 02 polveri e particolato di metalli ferrosi
12 01 03 limatura, scaglie e polveri di metalli non ferrosi 12 01 04 polveri e particolato di metalli non ferrosi
12 01 05 limatura e trucioli di materiali plastici 12 01 13 rifiuti di saldatura
12 01 15 fanghi di lavorazione, diversi da quelli di cui alla voce 12 01 14
12 01 17 residui di materiale di sabbiatura, diversi da quelli di cui alla voce 12 01 16
12 01 21 corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 12 01 20 12 01 99 rifiuti non specificati altrimenti
16 01 06 veicoli fuori uso, non contenenti liquidi né altre componenti pericolose 16 01 12 pastiglie per freni, diverse da quelle di cui alla voce 16 01 11
16 01 16 serbatoi per gas liquefatto 16 01 17 metalli ferrosi
16 01 18 metalli non ferrosi 16 01 19 plastica
16 01 20 vetro
16 01 22 componenti non specificati altrimenti 16 01 99 rifiuti non specificati altrimenti
16 08 04 catalizzatori esauriti da cracking catalitico fluido (tranne 16 08 07)
16 11 02 rivestimenti e materiali refrattari a base di carbonio provenienti da processi metallurgici, diversi da quelli di cui alla voce 16 11 01
16 11 04 altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti da processi metallurgici, diversi da
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16 11 06 rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 16 11 05
17 01 01 cemento 17 01 02 mattoni
17 01 03 mattonelle e ceramiche
17 01 07 miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diversi da quelli di cui alla voce 17 01 06
17 03 02 miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01 17 05 04 terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03
17 05 06 materiale di dragaggio, diverso da quello di cui alla voce 17 05 05
17 05 08 pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce 17 05 07 17 06 04 materiali isolanti, diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03
17 08 02 materiali da costruzione a base di gesso, diversi da quelli di cui alla voce 17 08 01 17 09 04 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17
09 01, 17 09 02 e 17 09 03
19 01 12 ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 19 01 11 19 01 14 ceneri leggere, diverse da quelle di cui alla voce 19 01 13
19 01 16 polveri di caldaia, diverse da quelle di cui alla voce 19 01 15 19 01 18 rifiuti della pirolisi, diversi da quelli di cui alla voce 19 01 17 19 01 19 sabbie dei reattori a letto fluidizzato
19 02 03 rifiuti premiscelati composti esclusivamente da rifiuti non pericolosi
19 02 06 fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi da quelli di cui alla voce 19 02 05 19 02 10 rifiuti combustibili, diversi da quelli di cui alle voci 19 02 08 e 19 02 09
19 02 99 rifiuti non specificati altrimenti
19 03 05 rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 04 19 03 07 rifiuti solidificati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 06 19 05 01 parte di rifiuti urbani e simili non destinata al compost 19 05 03 compost fuori specifica
19 08 01 residui di vagliatura 19 08 02 rifiuti da dissabbiamento
19 08 05 fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane
19 08 12 fanghi prodotti dal trattamento biologico di acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 19 08 11
19 08 14 fanghi prodotti da altri trattamenti di acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 19 08 13
19 08 99 rifiuti non specificati altrimenti
19 09 01 rifiuti solidi prodotti dai processi di filtrazione e vaglio primari 19 09 02 fanghi prodotti dai processi di chiarificazione dell'acqua 19 09 03 fanghi prodotti dai processi di decarbonatazione 19 09 04 carbone attivo esaurito
19 09 05 resine a scambio ionico saturate o esaurite
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19 09 99 rifiuti non specificati altrimenti 19 10 01 rifiuti di ferro e acciaio
19 10 02 rifiuti di metalli non ferrosi
19 10 04 frazioni leggere di frammentazione (fluff-light)e polveri, diverse da quelle di cui alla voce 19 10 03
19 10 06 altre frazioni, diverse da quelle di cui alla voce 19 10 05
19 11 06 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 19 11 05
19 11 99 rifiuti non specificati altrimenti 19 12 02 metalli ferrosi
19 12 03 metalli non ferrosi 19 12 05 vetro
19 12 07 legno diverso da quello di cui alla voce 19 12 06 19 12 08 prodotti tessili
19 12 09 minerali (ad esempio sabbia, rocce) 19 12 10 rifiuti combustibili (combustibile da rifiuti)
19 12 12 altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11
19 13 02 rifiuti solidi prodotti da operazioni di bonifica di terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 01
19 13 04 fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 03
19 13 06 fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 05
20 02 rifiuti di giardini e parchi (inclusi i rifiuti provenienti da cimiteri) 20 02 02 terra e roccia
20 02 03 altri rifiuti non biodegradabili
In merito alle procedure di accettazione dei rifiuti, si ricorda che con il D.M. 27/09/2010 sono stati stabiliti i nuovi criteri e le procedure di ammissibilità dei rifiuti in discarica, in conformità a quanto stabilito dal D.Lgs. 36/03.
Per il rilascio dell’autorizzazione al conferimento, i soggetti conferitori dovranno attenersi alla seguente procedura:
- presentare preventiva richiesta di conferimento, redatta su apposito modulo, al gestore dell’impianto;
- effettuare un eventuale sopralluogo da parte del Tecnico responsabile del servizio alla Ditta
richiedente in modo da verificare il processo produttivo e la tipologia del rifiuto da smaltire,
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- presentare un’eventuale richiesta alla Ditta di analisi di laboratorio sul campione di rifiuto da smaltire;
- seguirà il rilascio dell’autorizzazione allo smaltimento in base alla tipologia del rifiuto a firma del Direttore Tecnico Responsabile;
- stipula del formale contratto con il gestore dell’impianto per l’attivazione del conferimento.
Il rifiuto conferito deve essere conforme a quanto indicato nell’autorizzazione. Nel caso in cui ciò non si verificasse il Direttore Tecnico Responsabile non accetterà il carico.
L’invio, da parte delle Ditte, di rifiuti non conformi all’autorizzazione farà decadere automaticamente il contratto, rimanendo a carico della Ditta stessa i costi relativi al recupero del materiale conferito ed al ritorno del rifiuto allo stabilimento di produzione.
È, inoltre, severamente vietata qualsiasi forma di cernita manuale all’interno della Discarica, Saranno addebitati alla Ditta conferente gli eventuali danni arrecati agli impianti, attrezzature o persone.
Ogni qualvolta un’azienda intenda effettuare un nuovo conferimento di rifiuti presso l’impianto, dovrà stipulare un contratto-scheda con il gestore nel quale dichiara sotto la propria responsabilità:
- ragione sociale dell’azienda;
- ragione sociale del trasportatore, se terzo, e dati relativi all’autorizzazione al trasporto rifiuti conto terzi;
- denominazione, codice europeo C.E.R. e quantitativo massimo annuale del rifiuto che intende conferire;
- informazioni specifiche sulle caratteristiche del rifiuto (rischi associati, microinquinanti presenti, classe di pericolosità, caratteristiche organolettiche e stato fisico).
Per ottemperare alla normativa vigente in occasione del primo conferimento, il detentore
dovrà fornire quindi una caratterizzazione di base del rifiuto, con le informazioni richieste nel
contratto, per l’ammissione dello stesso in discarica.
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Prima del conferimento, l’automezzo si posizionerà sulla pesa, spegnerà il motore, e comunicherà all’addetto la tipologia del rifiuto.
L’addetto effettuerà i controlli diretti, relativamente a:
- verifica visiva, ove possibile;
- rispondenza del rifiuto con quanto dichiarato sul formulario;
- verifica della conformità delle caratteristiche del rifiuto ai criteri di ammissibilità;
- controllo della corretta compilazione del formulario.
Se non dovesse esserci rispondenza tra il rifiuto trasportato e la propria denominazione sul formulario, l’addetto respingerà il carico, annotando le motivazioni del rifiuto sul formulario.
In caso di dubbio l’addetto al controllo:
- avviserà il tecnico/responsabile;
- i rifiuti non conformi verranno scaricati separatamente da quelli accettati e, in particolare saranno scaricati nell’apposita vasca presente all’interno del piazzale dell’impianto e se è possibile ne preleverà un campione.
Il rifiuto o il campione verrà esaminato dal tecnico/responsabile che deciderà, anche dopo verifiche analitiche, se accettare o respingere il conferimento.
In caso di mancata ammissione del rifiuto il tecnico/responsabile provvederà a darne comunicazione alla Provincia e all’ARPA.
L’addetto effettuerà la registrazione in carico del rifiuto conferito e accettato annotando:
- le informazioni relative al produttore del rifiuto e del trasportatore;
- caratteristiche del rifiuto (C.E.R., stato fisico);
- operazione di smaltimento;
- peso del carico in entrata;
- ora di arrivo;
- numero del formulario.
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Una volta effettuato lo scarico, l’automezzo dovrà tornare alla pesa per effettuare la tara, l’addetto compilerà la parte di accettazione di sua competenza sul formulario e rilascerà all’autista un attestato per l’avvenuto smaltimento.
Verrà così compilato il registro di carico e scarico. Con cadenza giornaliera verrà effettuato un controllo delle registrazioni su brogliaccio e la stampa del registro ufficiale entro le 24 ore.
L’intento insito nella descrizione delle modalità di coltivazione/gestione dell’impianto è quella di fornire un quadro per l’interpretazione e la caratterizzazione delle scelte tecniche adottate, in modo dinamico, coerentemente allo sviluppo della discarica.
La coltivazione dell’invaso avverrà in unica fase. Il lotto sarà dotato di una rete di drenaggio del percolato e di relativo pozzo per l’emungimento.
Il piano di posa rifiuti avrà una superficie di 41.200 m2. Il lotto verrà coltivato con una pendenza costante fino a raggiungere la volumetria di circa 2.500.000 m3.
La copertura finale della discarica sarà caratterizzata da una pendenza di circa 22°, in modo da garantire il regolare deflusso delle acque meteoriche.
I rifiuti conferiti all’impianto saranno visionati dagli addetti e, se accettati come corrispondenti alle tipologie previste, saranno sottoposti a pesatura per mezzo di apposito sistema automatico.
I mezzi di trasporto, su precisa ed esplicita indicazione degli addetti, potranno scaricare nella zona operativa dell’impianto. Una volta depositati, i rifiuti saranno movimentati e compattati dai mezzi presenti in discarica. I mezzi in uscita saranno quindi sottoposti alle procedure amministrative necessarie per la quantificazione dei rifiuti conferiti e alle operazioni igieniche di decontaminazione (lavaggio ed eventuale rimozione di materiali incastrati nel mezzo).
L’organizzazione interna della discarica è visualizzabile nel seguente schema a blocchi:
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Il progetto non prevede l’installazione di sistemi di produzione di energia elettrica.
13. RAPPORTI DEL PROGETTO CON LA PIANIFICAZIONE DI SETTORE SPECIFICO
Nel caso in esame si ha la presenza a nord, ad una distanza minima, in linea d’aria, di 2198 m circa, del lago Arancio, bacino artificiale realizzato nel 1949 e riserva naturale della LIPU dal 2000, benché detto sito sembra non essere inserito nella Rete Natura 2000 (vedasi S.I.T.R della Regione Sicilia). Hanno distanza minima di m 2450 dall’area di intervento la zona SIC identificata con codice ITA040006 denominata Complesso Monte Telegrafo e Rocca Ficuzza la zona ZPS identificata con codice ITA020048 denominata Monti Sicani, Rocca Busambra e Bosco Della Ficuzza entrambe ricadenti sulla medesima porzione di territorio.
Ingresso carichi
Pesatura e accettazione
Trasferimento in discarica
Deposito e compattazione rifiuti
Lavaggio ruote mezzi
Pesatura tara
Uscita
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L’aggiornamento del piano Regionale per la gestione dei rifiuti speciali in Sicilia (adottato con O.C.D. n.
1260 del 30 Sett. 2004), del 22/02/2017 prevede al Capitolo IX che il Progetto non vada assoggettato a Valutazione di Incidenza Ambientale né a verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Incidenza Ambientale in quanto l’impianto ha distanza dai siti inseriti nella Rete Natura 2000 superiore a 2 Km.
Ai sensi dell’art. 94, comma 6 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., al fine di salvaguardare le acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, è prevista una fascia di rispetto di 200 m di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione. Dai rilevamenti eseguiti si evince che nel raggio di 200 m dal confine catastale dell’area di intervento non vi è presenza di fonti, sorgenti, o quant’altro destinato al consumo umano, per la situazione e gli accertamenti eseguiti, sui luoghi si rimanda al Piano di Sorveglianza e Controllo.
La Normativa Comunitaria tutela il “sacro diritto” delle popolazioni di condurre un tenore di vita soddisfacente, garantendo il rigoroso rispetto di alcuni principi fra i quali il principio della “gestione efficiente”
da un punto di vista ecologico contenuto nell’art. 4 e nell’art. 8 della Direttiva 91/156/CEE, per il quale qualsiasi intervento riguardante la gestione dei rifiuti deve essere attuato “senza procurare alcun danno alla salute dell’uomo e senza utilizzare procedure oppure metodi che possono provocare pregiudizio all’ambiente”.
Con il D. Lgs. n. 36 del 13 gennaio 2003 è stata recepita la Direttiva 1999/31/CE del 26 aprile 1999, che ha introdotto nell'ordinamento nazionale specifiche disposizioni relative alla gestione delle discariche, disposizioni ribadite dall’articolo 182 del nuovo Codice ambientale. Tale normativa disciplina la gestione delle discariche, stabilisce requisiti operativi e tecnici per il rilascio del titolo autorizzativo, per la costruzione e l'esercizio degli impianti e per lo svolgimento delle operazioni di chiusura. Lo scopo principale di tale normativa è quello di "prevenire o ridurre il più possibile le influenze negative sull’ambiente, in particolare l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque sotterranee, del suolo e dell'atmosfera, e sull’ambiente globale, compreso l’effetto serra, nonché i rischi per la salute umana determinate dalle discariche dei rifiuti, durante il proprio ciclo di attività ma anche, nella fase successiva alla chiusura”.
Il D.Lgs. 152/06 e s.m.i. ha come obiettivo primario la promozione dei livelli di qualità della vita umana, da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell'ambiente e l'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali. La parte IV è dedicata alla gestione dei rifiuti ed alla bonifica dei siti inquinati e prevede la ridefinizione delle priorità nella gestione dei rifiuti in conformità a quelle stabilite dalla normativa comunitaria, la razionalizzazione della normativa in materia di autorizzazioni, la conferma
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dell'organizzazione per Ambiti Territoriali Ottimali, l'istituzione della gestione associata delle funzioni degli enti locali ricadenti nel medesimo Ambito Territoriale Ottimale mediante istituzione di un'Autorità d'ambito dotata di personalità giuridica, la previsione dell'affidamento della gestione tramite procedure ad evidenza pubblica, la revisione della disciplina dei consorzi mediante l'introduzione di istituti volti ad assicurare la massima concorrenzialità nella gestione del sistema e con la previsione della possibilità di costituire ulteriori consorzi di filiera, oltre a quelli già esistenti.
L’aggiornamento del piano Regionale per la gestione dei rifiuti speciali in Sicilia (adottato con O.C.D. n.
1260 del 30 Sett. 2004), del 22/02/2017, per quanto riguarda la stima delle potenzialità impiantistiche necessarie per il trattamento, lo smaltimento e il recupero dei rifiuti speciali prodotti nel territorio Regionale, si basa sulle dichiarazioni MUD relative alla produzione di rifiuti speciali in relative a produzioni e attività di gestione rifiuti del 2012, occupandosi di valutare il destino ottimale di recupero e smaltimento di rifiuti speciali, pericolosi e non, prodotti in Regione, chiaramente facendo riferimento ad una soglia minima di produzione in ragione dei dati riportati nel Catasto Rifiuti per l’anno 2014 fornito dall’ARPA Sicilia.
L’aggiornamento del piano Regionale riporta, inoltre, al Capitolo IX i nuovi criteri per l'individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti.
Il Piano di gestione è uno degli strumenti previsti dall'art. 7 della direttiva comunitaria 2006/12/CE ed è finalizzato alla tutela della salute e dell'ambiente dagli effetti nocivi della raccolta, del trasporto, del trattamento, dell'ammasso e del deposito di rifiuti, nonché a preservare le risorse naturali.
ln coerenza con tale funzione e con quanto previsto dal Dlgs n. 152 del 2006 e s.m.i., l’aggiornamento del Piano individua misure organizzative, normative, di programmazione e pianificazione per garantire che la gestione dei rifiuti si svolga in condizioni di sicurezza (artt. 178, commi 1 e 2, 181 e 182), per attuare i principi di prevenzione, responsabilità, e "chi inquina paga", per gestire i rifiuti secondo criteri di efficacia, efficienza, economicità e trasparenza (art. 178, comma 3), per disciplinare la conclusione di accordi di programma finalizzati ad attuare gli obiettivi previsti dalla normativa nazionale (art. 178, comma 4) e per favorire la prevenzione (art. 179-180, e 199, comma 2) e il recupero (art. 181) dei rifiuti.
I contenuti minimi essenziali dell’aggiornamento del Piano sono quelli individuati espressamente dall'articolo 7 della Direttiva 2006/12/CE, richiamato, per i rifiuti pericolosi, dall'articolo 6 della Direttiva 91/689/CEE, nonché dalla disciplina nazionale di recepimento delle disposizioni comunitarie di settore, integrati con specifiche misure di prevenzione relative alla pericolosità e alla quantità di rifiuti prodotti.
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Le direttive 91/689/CEE e 2006/12/CE sono abrogate con effetto dal 12 dicembre 2010 ai sensi dell'art.
41 della direttiva 2008/98/CE.
La base di partenza di elaborazione del nuovo Piano sono i dati e le informazioni di cui art. 7, comma 1 lett. a della Direttiva CE.
Nel piano si tratta in primo luogo dei dati e delle informazioni relativi al contesto operativo esistente, e precisamente tipo, quantità e origine di rifiuti recuperati e smaltiti, modalità di recupero e di smaltimento, rapporto tra offerta impiantistica e fabbisogno, criticità.
Sulla base di questi dati è stata prefigurata l'evoluzione nel tempo della quantità e tipologia dei rifiuti prodotti e del relativo fabbisogno impiantistico, tenendo conto del contesto socio economico regionale e nazionale e degli obiettivi dell’Aggiornamento del Piano. ln dettaglio, sono stati individuati tutti i rifiuti oggetto di pianificazione, misure operative e moduli organizzativi per razionalizzare la raccolta, la cernita e il trattamento dei rifiuti (art. 7, comma 2, lett. c), della direttiva), norme e requisiti tecnici generali (art. 7, comma 1, lett. b), della direttiva), disposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare (art. 7, comma 1, lett. c, della direttiva), criteri di localizzazione di impianti adatti per lo smaltimento (art. 7, comma 1, lett. d) della direttiva), persone fisiche o giuridiche abilitate a procedere alla gestione dei rifiuti (art. 7, comma 2, lett. a), della direttiva), misure per favorire l'impiego di tecnologie pulite (art. 3, comma 1, lett. a) e b), della direttiva) e la produzione di prodotti riciclabili e riutilizzabili (art. 3, comma 1, lett. a) e b) della direttiva), Misure per limitare la formazione e per promuovere il recupero dei rifiuti, misure per garantire che lo smaltimento e il recupero dei rifiuti avvenga in modo responsabile, per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente (art 4, comma 1, della direttiva), per contrastare l'abbandono, lo scarico e lo smaltimento incontrollato (art 4, comma 2, della direttiva), una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento e recupero che tenga conto delle tecnologie più perfezionate che non comportino costi eccessivi, del contesto geografico e della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti (art. 5 comma 1, primo periodo, della direttiva) per conseguire a livello regionale l'autosufficienza impiantistica nello smaltimento e nel recupero, contribuendo alla realizzazione di tale obiettivo su scala nazionale, nonché per conseguire l'obiettivo della vicinanza dello smaltimento al luogo di produzione e la limitazione della movimentazione dei rifiuti avviati allo smaltimento (art. 199, comma 3, lettera d), al fine di garantire un alto grado di protezione dell'ambiente e della salute pubblica (art. 5, comma 2, della direttiva).
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In particolare, l’aggiornamento del piano, procede con l’identificazione del sistema dei vincoli relativi alla localizzazione di nuovi impianti per lo smaltimento ed il recupero di rifiuti speciali pericolosi e non – pericolosi, fatte salve tutte le norme che disciplinano i requisiti tecnici e operativi degli impianti di gestione dei rifiuti (D.lgs 133/2005; 36/2003).
Detta identificazione è stata ispirata ai criteri di assicurare l’armonizzazione con la pianificazione per i rifiuti urbani ed il coordinamento con gli altri strumenti di pianificazione regionali previsti dalla normativa vigente, ove adottati (art. 199, comma 4, del Dlgs 152/2006 s.m.i.). Essa favorisce la minimizzazione dell’impatto ambientale degli impianti e delle attività in considerazione dei vincoli ambientali, paesaggistici, naturalistici, antropologici e minimizzando i rischi per la salute umana e per l’ambiente. Prevede che la localizzazione di tutti i nuovi impianti, eccetto le discariche, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia urbanistica, avvenga in maniera privilegiata in aree industriali definite ai sensi del D.M. n. 1444/1968 come zone di tipo D, relative alle parti del territorio destinate a nuovi insediamenti per impianti industriali o ad essi assimilati (art. 196, comma 3, e 199, comma 3, lett. a), del Dlgs 152/06 s.m.i.) ovvero, in relazione alla tipologia di impianto e di attività anche in aree non industriali purché le attività siano connesse/asservite alle altre attività produttive già esistenti (a titolo esemplificativo e non esaustivo deve essere ritenuta adeguata la localizzazione di impianti per il recupero degli inerti in aree ove sono in essere attività estrattive od anche attività di recupero di biogas in aree ove sono presenti attività agricole).
La valutazione di fattibilità, effettuata, si basa sull’aggiornamento del piano di gestione dei rifiuti speciali, il quale prevede la localizzazione di nuovi impianti in aree servite da viabilità, anche in considerazione dell’esigenza di ridurre gli impatti connessi ai trasporti dei rifiuti sul territorio regionale. Prevede, inoltre che gli impianti siano localizzati ad una distanza sufficiente da quelli esistenti che consenta di distinguere e individuare il responsabile di un eventuale fenomeno di inquinamento, al fine di assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e controlli efficaci, nel rispetto del principio comunitario “chi inquina paga” (art.
178, commi 1 e 3, del Dlgs 152/06 s.m.i.). Definisce un quadro di sintesi che consenta l’abbinamento di ciascun vincolo/criterio ad un differente grado di prescrizione derivante dalle caratteristiche dell’area considerata e dell’attività che si intende effettuare, secondo la seguente classificazione: