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La Porta. Dietro la porta, il buio completo Nel buio nascono le stelle E tra le stelle si spande il blu

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Academic year: 2022

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Testo completo

(1)

La Porta

Dietro la porta, il buio completo

Nel buio nascono le stelle

E tra le stelle si spande il blu

(2)

L’ essere che osserva la porta non ha nome


quasi non sa cosa significhi un nome

Siede immobile e totalmente vuoto, sembra ammirare i disegni che si creano in quel buio luminoso.

E’ nudo - sarebbe nudo se lo guardassimo con occhi umani- ma non prova alcuna vergogna.

Il suo corpo può assumere molte forme: quella che ha preso ora ricorda vagamente un uomo, forse per la vicinanza al loro mondo che di recente ha sperimentato. Ha ancora una parvenza di mani, si potrebbero distinguere degli occhi in un accenno di volto.

E’ stato mandato ad osservarli: li ha guardati per alcuni istanti e poi è tornato. E’ stato così che ha scoperto l’esistenza dei nomi e come vengono utilizzati dagli uomini.

Li ha visti impiegarli in molti modi, ma tutti alla fine non avevano che uno scopo: definire se stessi. Ha scoperto che gli uomini hanno il costante bisogno di definirsi, individuarsi. E’ il solo modo che conoscono per soddisfare il loro bisogno di Amore.

Li ha visti usare le parole per circoscrivere i concetti; sa che hanno inventato il tempo per delimitare il fluire; ha notato che devono poter pensare le cose perché le cose possano esistere per loro. La ricerca dell’Amore negli uomini si esprime così.

Si era sentito vagamente angosciato osservandoli, schiacciato dall’assenza di vuoto, dal caos e dalla complicazione di tutte quelle parole frammentate. Si era perso in un disegno del Tutto fatto di parti microscopiche e scollegate, troppi dettagli tra cui spariva il senso d’insieme.

(3)

E quando aveva realizzato di avere uno stato lui stesso, di “sentirsi” in qualche modo, si era visto già in parte contagiato da quella realtà fatta di nomi e concetti.

Era fuggito via per tornare a casa, nella casa di buio e luce in cui si trova la porta.

(4)

Q uesto essere non ha tempo

Non è mai nato, non appartiene a nessuna Storia. Per molti versi, quest’essere non esiste.

Eppure il dolore che ha vissuto nel mondo degli uomini è ancora con lui.

Ha già sperimentato il dolore e la paura in molte delle forme che ha assunto negli universi, ma mai nessun ricordo lo aveva seguito fin qui, di fronte alla porta.

Perché in questo luogo i ricordi non esistono.

Allora perché pensa agli uomini? Perché ha ancora la forma delle loro mani addensata intorno a sé, proprio qui dove nulla ha sostanza, sulla soglia appena prima dell’esistenza?

C’è qualcosa in loro di cui non può liberarsi.

Vivono staccati dall’immenso “tutto”. Non ricordano l’Universo totale in cui lui invece si è sempre trovato immerso. Non percepiscono quell’immensità accogliente e simbiotica ,in cui ogni suono risuona fino a diventare silenzio. Tutto ciò che percepiscono è caos, divisione, emozione.

Anche solo l’idea lo spaventa. Lo dispera.

E forse… lo attira?

(5)

Nell’istante stesso in cui formula questo pensiero, una voce che è dentro di lui, ma che non è completamente la sua, gli parla.

Ha il suono indefinibile e la presenza impalpabile che conosce bene, che lo accompagna da sempre. E’ una parte di lui, la sua essenza più profonda, eppure è anche al di fuori di lui.

E’ il suono dei suoi pensieri, non completamente suoi.

Non avere paura.

La porta collega il buio al buio, la notte alla notte, le stelle alle stelle La soglia non è che immaginaria, sospesa

Non esitare: questo è tutto ciò che c’è

E mentre viene cullato dalla dolcezza di questa voce interiore e totale, una consapevolezza lentamente nasce ed affiora in lui.

Ancora avvolto, ma già parzialmente distaccato dall’Universo, si rende conto di aver oltrepassato la soglia. Non solo è tornato a casa, ma è anche già ripartito per un nuovo viaggio. Un nuovo, lunghissimo viaggio.

Le mani che si ostinavano a non lasciarlo non erano un residuo del mondo degli uomini, bensì l’inizio della nuova forma che stava cominciando ad assumere.

La paura che aveva provato osservandoli era un richiamo, un invito. In qualche luogo remoto, tra le infinite possibilità nascoste nel buio oltre la porta, si era riconosciuto incarnato nel mondo degli uomini ed aveva risuonato con se stesso.

Un ricordo nel mondo senza tempo.

(6)

L’ aveva seguito,

non aveva avuto alcun bisogno di scegliere

Aveva oltrepassato la porta, la sottilissima porta impalpabile che divide ed unisce il Tutto nel Tutto ed aveva iniziato ad esistere.

E perciò ora è in viaggio. Va verso una destinazione in cui da ora si trova da sempre.

Va verso la materia divisa, il tempo non immobile, il pensare.

Verso i nomi.

“Perché?” si sente pensare. E’ il suo primo pensiero: sentirselo formulare lo terrorizza.

“Aiuto!” pensa ancora. Non vuole perdere la beatitudine, non vuole smettere di percepire il Tutto.

Ma la voce interiore che è la sua, e non solo, parla di nuovo.

Non avere paura

La porta collega il buio al buio, la notte alla notte, le stelle alle stelle La soglia è immaginaria, sospesa. La soglia è immobile.

E’ la casa

Ricordati: questo è tutto ciò che c’è. Non esitare Ricordati di me

Noi siamo

(7)

L’essere senza nome chiude gli occhi, che ormai si sono addensati intorno a lui, e si lascia prendere da quella infinita dolcezza. Da quell’ultimo abbraccio totale che conserverà per sempre nella parte più profonda di sé, ora che “sempre” e “sé” iniziano ad avere un senso.

Sorride. E’ il suo primo sorriso, così scopre di essere pronto.

E con una certa curiosità, si domanda quale sarà il suo nome.

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