Da ventotto anni sui vostri banchi 1
La notizia peggiore che ho ricevuto nell’ultimo
periodo? Quella che comunicava a me e ai miei compagni che non avremmo potuto partecipare alla trasmissione televisiva della Rai “Per un pugno di libri”. Forse ad alcuni sembrerà superficiale, ma per me era molto più che un’occasione per andare in televisione.
Tralasciando la preparazione e l’organizzazione, ancora
pressoché nulle siccome avevamo scoperto da poco che saremmo stati noi i protagonisti dei giochi, questo progetto era diventato forse l’unico appiglio a cui mi ero aggrappata nella
speranza che potesse ribaltare le sorti di quest’anno scolastico. Non era solo la speranza di vincere e tornare a scuola il giorno seguente con la consapevolezza di aver trionfato sugli altri concorrenti, ma era, prima di tutto, un modo per stare insieme, per sentirsi di nuovo vicini e legati come si era un anno fa. Perciò questa notizia è stata la peggiore delle ultime settimane. Essa è arrivata insieme alla consapevolezza che non si può tornare indietro, che quest’ultimo anno di liceo resterà così: sospeso tra didattica a distanza e banchi di scuola, ma senza tutta la magia che l’andare a scuola comporta, senza quel ‘non so che’ che ti fa alzare dal letto alla mattina nonostante tu
abbia una versione di latino alle prime due ore e l’unica cosa che vorresti fare è rimanere sotto le coperte a sonnecchiare accarezzando il tuo gatto. Spesso mi sono trovata di fronte a persone che mi hanno chiesto se mi mancasse o meno la didattica in presenza e la mia risposta è stata sempre la stessa: sì, la didattica in presenza mi manca, ma non tanto per la didattica in sé (a mio parere, con Google Classroom e le video lezioni su Google Meet è come seguire una spiegazione in classe), quanto piuttosto per il fatto di essere a scuola, in classe, circondata dai miei compagni con cui scambiare occhiate, battute, sguardi. Con la didattica a distanza sparisce la tensione diffusa che si ha prima di un compito in classe, il ripasso dell’ultimo minuto che, anche se nella maggior parte dei casi finisce solo per confonderti ancora di più le idee, è un modo per condividere, per vivere tutti insieme gli stessi attimi, le stesse emozioni. Andare a scuola non è solo didattica. Andare a scuola è anche momenti, emozioni. Se tutto questo viene meno, rimane solo il seguire la lezione davanti a un computer, in una sala vuota, con gli auricolari nelle orecchie e le pantofole nei piedi.
Greta Marchisotti, V A
Molto più di una
trasmissione
Anno XXVIlI
Numero 5
Marzo 2021
Numero 5 Marzo 2021
Attualità in pillole
Cosa sta succedendo in Birmania?
Il simbolo dei manifestanti, sostenitori della democrazia, sono le tre dita alzate, proprio come in Hunger Games. Ma come è iniziato tutto? Facciamo un passo indietro. La Birmania è un Paese asiatico, colonia inglese fino al 1948. Tra 1962 e il 2008 la popolazione è stata soggiogata da una dittatura militare.
Dal 2008 il Paese ha attraversato un periodo di transizione democratica, e il popolo ha affidato il governo a Aung San Suu Ky, la quale aveva trascorso molti anni agli arresti domiciliari durante la dittatura. È sicuramente un personaggio con tante luci
premio Nobel per la Pace, 1991 ma anche con tante ombre: il suo mandato è stato criticato in relazione alla questione dell’etnia di fede musulmana, Rohingya, che dal 2017 ha subito una campagna di violenze. È l’8 novembre 2020 quando il partito guidato da Aung ottiene una maggioranza schiacciante (83% delle sedute parlamentari). Iniziano a serpeggiare i primi malumori tra i vertici dell’Esercito. Il 26 gennaio infatti il generale Min Aung Hlaing aveva minacciato di abolire la Costituzione. L’esercito, sospettando brogli elettorali, denuncia i risultati alla Corte Suprema, la quale il 28 gennaio dichiara di non aver riscontrato nessuna irregolarità. Ed ecco che la mattina del primo febbraio, il giorno in cui il neoeletto governo avrebbe dovuto giurare davanti al Parlamento, l’esercito prende il potere appellandosi all’articolo 417 della Costituzione, cioè dichiarando di voler indagare sulle elezioni sospette. La leader Aung è stata arrestata, le reti mobile e telefonica sono state ristrette e i servizi dei media di Stato sono stati interrotti. L’appello di Aung è stato “Le azioni dell’esercito sono volte a riportare il Paese alla dittatura. Incoraggio la popolazione a non accettarlo, a rispondere e a protestare senza riserve contro il colpo di Stato”. Ed è proprio quello che sta accadendo: lo scorso 3 marzo, i metodi disumani della polizia contro i manifestanti hanno ucciso 38 persone, tra questi 4 bambini e un 14enne.
La regolamentazione della prostituzione: tre modelli europei Trovare il bandolo della matassa sembra sempre più impossibile. La dottrina cristiana condanna severamente questa pratica, in quanto “lede la dignità della persona”. All’interno
dello stesso pensiero femminista ci sono schieramenti opposti:
c’è chi sostiene che ognuno sia libero di decidere per il proprio corpo, che quindi la prostituzione non sia una piaga sociale da combattere, e chi invece sostiene che questa contribuisca a rafforzare la concezione patriarcale delle donne come oggetti sessuali . È un fenomeno estremamente variegato; la sociologa Giulia Garofalo Geymonat afferma che “sex work” sia un
“termine ombrello che comprende un ampio spettro di pratiche che riguardano la creazione di esperienza sessuale per altri in cambio di un’esplicita remunerazione”. Il modello svedese si basa sulla criminalizzazione del cliente sancita dalla legge svedese Kvinnofrid, letteralmente “pace delle donne”.
L’obiettivo è abolire a lungo termine la prostituzione, offrendo però sostegno ai e alle sex workers. Uno studio ha evidenziato come nel decennio 19992009 la prostituzione in strada si sia dimezzata. Il sex work online è invece aumentato, ma molto meno rispetto ai Paesi limitrofi. Si è concluso che la legge Kvinnofrid è efficiente. È stata esportata quindi in Norvegia e in Islanda. Il modello tedesco intravede nella legalizzazione un modo per contrastare lo sfruttamento e al tempo stesso tutelare coloro che si prostituiscono volontariamente. Tuttavia questo approccio facilmente fallisce, in quanto in Germania l’80/90 % delle donne che esercitano la prostituzione è vittima del traffico di esseri umani. Il modello italiano prevede invece l’abolizionismo. Dopo la legge Merlin del 1958, con la quale vennero aboliti i “locali di meretricio”, la prostituzione non è né regolamentata né penalizzata, cioè sono leciti sia l’esercizio del mestiere sia il pagamento per ottenere il servizio. Sono reato invece sfruttamento, favoreggiamento e controllo da “parti terze”. Quest’ultimo ha una definizione vastissima, e ciò finisce per scoraggiare l’autoorganizzazione e la sindacalizzazione dei e delle sex workers. Un errore che non si deve assolutamente compiere è quello di criminalizzare la persona che esercita la prostituzione: in questo caso le tutele per chi offre il servizio diventano pari a zero.
Giulia Maccarrone, IVB
Esplorazione di Marte
Da molti anni ormai è in corso una vera e propria corsa alla scoperta del pianeta rosso: molti Paesi del mondo, come USA, Russia, Europa e Asia stanno portando avanti massicce spedizioni esplorative per scoprire i segreti di questo pianeta. Dagli anni Sessanta a oggi sono state inviate decine e decine di sonde automatiche senza equipaggio, tra cui orbiter (satelliti che orbitano attorno ad un pianeta), lander (veicoli di atterraggio) e rover (veicoli in grado di muoversi sulla superficie del pianeta, trasportati mediante i lander). Le prime due sonde, inviate nell'ottobre del 1960, facevano parte del programma spaziale sovietico ma entrambe non raggiunsero l’orbita terrestre. Seguirono altri tentativi sia da parte del programma sovietico sia di quello della NASA e nel 1964 la sonda Martiner4 inviò circa 20 immagini dell'area a sud della Valles Marineris, una zona situata all'equatore di Marte composta da un vasto sistema di valli. Nel corso degli anni molte altre sonde completarono la missione e portarono moltissime informazioni sul Pianeta Rosso: la presenza di un paesaggio desertico e temperature simili alla tundra terrestre, le due Lune di Marte, la composizione rocciosa e l’antica presenza di acqua; queste sono solo alcune delle numerose scoperte fatte. Ancora oggi l’esplorazione di Marte è attiva, infatti il 18 febbraio 2021 il rover NASA Perseverance ha raggiunto il suolo del pianeta superando i “7 minuti di terrore” per completare l’operazione di atterraggio nel cratere Jazero. La missione principale del rover è quella di studiare la geologia del pianeta, cercare forme di vita risalenti a miliardi di anni fa e valutare l’abitabilità; la scelta del cratere Jazero, infatti, è strategica in quanto circa 4 miliardi di anni fa si crede ospitasse un lago e un delta fluviale, potrebbe quindi contenere tracce di vita microbica. Inoltre pochi minuti dopo l’entrata in funzione del rover sono arrivate le prime immagini in bianco e nero ma anche a colori: si tratta di foto del suolo e di alcune rocce vicino al rover.
Alessia Menti, II A
Da ventotto anni sui vostri banchi 3
Attualità in pillole Numero 5 Marzo 2021
Esplorazione di Marte Perseverance, l’uomo su Marte
Perseverance, come molti di voi sapranno, è il rover della Nasa che è approdato sul pianeta rosso il 18 febbraio 2021. Per arrivare su Marte ha dovuto percorrere 470
milioni di chilometri, una cifra inimmaginabile e utopica fino a qualche tempo fa. Il rover è atterrato con successo dopo un viaggio di 203 giorni, e sicuramente non senza qualche difficoltà, siccome a causa della distanza tra noi e Marte era impossibile un controllo diretto delle sue azioni durante l’ultima fase del viaggio. Nel mondo cinematografico per molti anni addietro il suolo marziano è stato al centro di storie (come il film cult “Mission to Mars” del 2000), insieme ai suoi abitanti, dipinti quasi sempre come delle creature di colore verde, alcune volte antagoniste altre protagoniste. Si può dire quindi che Marte ha sempre abitato in una remota parte della nostra immaginazione, fino ad arrivare a oggi dove il sogno diventa realtà: l’essere umano può guardare, sentire e analizzare quel mondo tanto osannato e ricercato. Non è passato nemmeno un mese dal suo arrivo sul pianeta che Perseverance ha già inviato più di 7000 foto sulla Terra, delle quali la primissima ha fatto il giro del mondo dal sito della Nasa a Instagram e Facebook.
Dopo aver aperto i suoi occhi, il rover ha messo in funzione anche i suoi apparecchi acustici e ha iniziato a registrare i vari suoni che lo circondano. Abbiamo potuto ascoltare per la prima volta nella storia dell’umanità il vento che soffia sul pianeta inesplorato, e vedere per la prima volta il tramonto in un nuovo mondo, ma più importante è il fatto che a breve verrà utilizzato anche il drone, ingenuity, che c’è a bordo, per esplorare la zona e finalmente comprendere e rispondere alle migliaia di domande che abbiamo riservato per questo momento. La missione di Perseverance quindi è quella di cercare e trovare delle tracce di acqua per esempio, oppure di trovare degli indizi indicativi del fatto che forse in un epoca lontana da noi migliaia o milioni di anni, ci furono forme di vita esistenti su un pianeta diverso dal nostro. Infatti come sappiamo Marte ha avuto caratteristiche strettamente correlate, in via teorica, a quelle della Terra, e finalmente, forse, potremmo dimostrarlo. Oltre alle centinaia di ricerche che compierà, il rover raccoglierà del materiale fisico come rocce per esempio, che verranno studiate una volta che esso farà ritorno sulla Terra. Una missione sognata a lungo che finalmente viene portata sull’orizzonte della realtà, nella nostra epoca. Ci dobbiamo sentire fortunati e onorati di viverla.
Lorenzo Cerini, V B
Il nome della casa “Fancy + Punk” vi dice qualcosa? Se la risposta è no, vuol dire che forse vi siete salvati dal trash videoludico. Altrimenti, con tutta probabilità, avete sentito parlare del loro capolavoro,
“Balconing Simulator”, simulatore di tuffi dal balcone con l’obiettivo di centrare la piscina di sotto, titolo che riprendeva una discutibile moda nata qualche estate fa.
In ogni caso, questi geniali sviluppatori hanno lanciato, al termine della prima ondata, “Coronavirus Quarantine Simulator”, presentato con testuali
parole: “Una breve esperienza che aiuta ad allenare le proprie abilità per la sopravvivenza quotidiana durante la pandemia, divertendosi con situazioni ridicole”. E in effetti il gioco non propone nulla di diverso: il vostro personaggio dovrà compiere le azioni quotidiane, dal lavarsi le mani al recarsi al supermercato, rispettando le restrizioni imposte a causa del Covid19; il tutto è condizionato da una barra della vita, che si riduce ogni volta che infrangete una delle regole o rischiate di contagiarvi. Il gameplay è il classico dei simulatori:
controllerete solamente il movimento e le mani del vostro personaggio, cercando di completare gli obiettivi che il gioco vi propone. Con una grafica e un’interazione con gli oggetti dell’ambiente tipica degli indie games, percorrerete disperatamente affollate corsie nei negozi, alla ricerca delle risorse necessarie per sopravvivere, dovrete cercare di lavarvi le mani senza toccarvi la faccia, pena la perdita di punti vita e, infine, dovrete inventarvi qualcosa da fare durante le eterne ore da passare in casa, cercando di impiegare il tempo in maniera produttiva. Per cui, se non vi siete stufati della quarantena reale e non vedete l’ora di pulirvi le mani inondandole di gel anche in un videogioco, “Coronavirus Quarantine Simulator” è il titolo che fa per voi. Il gioco è disponibile su Steam e, viste le basse prestazioni richieste, è alla portata di praticamente qualsiasi PC. Riuscirete, come recita il trailer, a essere eroi e salvare il mondo rimanendo a casa?
Lorenzo Della Peruta, IV SA
Il DNA più antico al mondo
Numero 5 Marzo 2021
Coronavirus Quarantine Simulator
Il ritrovamento di denti di mammut sepolti nel permafrost siberiano da più di un milione di anni ha permesso il sequenziamento del più antico DNA della storia. I campioni, provenienti da tre animali, risalgono a due diversi periodi: un mammut lanoso, risalente a circa 800.000 anni fa e altri due a più di un milione di anni (i più antichi campioni finora analizzati provenivano da un cavallo di massimo 780.000 anni fa). Love
Dalén, professore al centro di Paleogenetica di Stoccolma e il cui studio è stato pubblicato su Nature, ha sottolineato come questo ritrovamento di DNA sia particolarmente antico, più della comparsa dei Neanderthal e
dei Sapiens. Il ritrovamento dei mammut risale in realtà agli anni ’70 in Siberia e i loro resti sono conservati all’Accademia russa delle Scienze a Mosca. Essi erano stati datati in precedenza comparandoli con altri fossili, ad esempio di piccoli roditori, presenti negli stessi strati sedimentari. La squadra ha anche estratto campioni di polvere dai denti di ciascun mammut, da cui è stato estratto materiale genetico che, anche se degradato in frammenti molto piccoli, ha permesso il sequenziamento di decine di milioni di basi e di effettuare una stima sulla loro età basandosi su dati genetici. Ciò ha permesso di risalire all’età del più vecchio animale, stimata 1,65
milioni di anni. Il secondo mammut risalirebbe a 1,34 milioni di anni fa, mentre il più giovane a 870.000 anni fa.
È stato molto difficile ricomporre i piccoli tratti di DNA, di gran lunga più piccoli dei frammenti che si possono ottenere da un DNA moderno di alta qualità, ma utilizzando il genoma di un elefante africano, i ricercatori sono stati comunque in grado di ricostruire parti dei genomi, scoprendo così che alcune varianti geniche associate alla vita artica, come la presenza del pelo, la capacità di termoregolazione, i depositi di grasso e la tolleranza al freddo, si trovano già nell’esemplare più antico, suggerendo che i mammut avessero una pelliccia molto prima della comparsa del mammut lanoso.
Dalén confida di poter analizzare, con le nuove tecniche, anche DNA più antico che potrebbe ancora trovarsi nel permafrost, risalente fino a 2,6 milioni di anni fa. I ricercatori, infatti, sono molto interessati a trovare campioni di creature antenate degli attuali alci, buoi muschiati, lupi e lemming, per far luce sull’evoluzione delle specie moderne. La genomica è stata spinta nel passato come una macchina del tempo e ora potrebbe far luce sugli altri esseri viventi dell’antichità.
Giovanna Barberis Canonico, IV A
Da ventotto anni sui vostri banchi 5 Ed eccoci alla seconda e ultima parte di questo articolo,
dedicato alla morte di Dio. Nella scorsa parte abbiamo svelato la verità: l’uomo ha ucciso Dio e si è reso conto che la sua vita non vale veramente nulla. La scienza e la ragione hanno avuto la meglio sulle illusioni religiose, illusioni sì dannose, ma forse non così dannose come chi, conscio del fatto che non esiste alcun Dio che lo giudichi, è pronto a fare del male senza subirne le conseguenze. Dostoevskij, nel suo incredibile romanzo
“Delitto e castigo”, ci presenta il personaggio di Raskolnikov, un intellettuale molto dotto, ateo convinto e razionale fino al midollo. Egli crede nel primato dell’intelletto sopra qualunque tipo di superstizione e di religione. Crede di non avere bisogno di valori esterni a lui, ma di poter agire per sé stesso
e di aver totale controllo delle proprie azioni. La morale cristiana non gli serve, egli è totalmente superiore alla gente semplice, chiusa nella fede in un Dio immaginario. Tuttavia, è un intellettuale impoverito:
Raskolnikov vuole vivere del suo sapere ed è incattivito quando vede chi è meno intelligente di lui fare successo; a questo si aggiunga il senso di colpa per i
continui sacrifici economici che i famigliari fanno per mantenerlo. Questo logoramento lo porta a compiere una decisione assurda, quella di uccidere una vecchia usuraia. Questa donna ci viene presentata come una persona malvagia, che fa del male agli altri, e per questo estremamente odiabile. Insomma, ucciderla non comporterebbe una perdita per nessuno. Inoltre, i suoi soldi verrebbero senza dubbio fatti fruttare da un uomo intelligente come me, pensa Raskolnikov. Sostiene inoltre che, se Newton o Keplero avessero dovuto uccidere un uomo, o addirittura un centinaio di uomini, per illuminare l'umanità con le loro leggi e le loro idee, ne sarebbe valsa la pena. Ragionevolmente e razionalmente, questo omicidio è più che giusto. Così la uccide. La uccide poiché ha senso farlo. Purtroppo, il giovane si accorge che la ragione non basta. L’omicidio inizia a tormentarlo fino allo stremo. Il senso di colpa in lui si fa incontrastabile, e sembra che non esista via d’uscita. Ma una via d’uscita la trova in Sonja, una ragazza pura e ingenua ma pervasa da una fede sincera e profonda. La giovane offre la speranza e la carità della fede in Dio alla solitudine del nichilismo di Raskolnikov.
Così, l’uomo si costituisce ed accetta la pena. Cosa significa tutto questo per Dostoevskij? Beh, è semplice:
che la troppa fiducia nella ragione e nel proprio intelletto
può provocare disastri, in primis all’interno di noi. Il punto non è che Raskolnikov ha ucciso una signora di cui non importava a nessuno, ma che, subito dopo, egli è crollato. Tutte le sue sicurezze sono svanite e, dopo aver compiuto un omicidio, è inevitabilmente sprofondato nell’oblio. Per Dostoevskij, quindi, la religione offre un’alternativa migliore dell’ateismo. Ma è veramente così? L’uomo senza una morale dettata dalla religione può continuare ad agire per il bene, o perderà inevitabilmente di vista la via giusta, quella moralmente più giusta? Se nel mondo diventassimo tutti improvvisamente atei, inizieremmo a perdere i valori morali? La risposta non è così scontata. C’è chi dice che non è così: nonostante sia vero che la morale dell’Occidente derivi direttamente da quella del cristianesimo (sii onesto, non uccidere, non tradire le persone, non mentire, abbi compassione), se la gente smettesse di credere in Dio non perderebbe “la retta via”, cioè non inizierebbe a tradire, a mentire, ad agire in modo disonesto e il mondo non sprofonderebbe necessariamente in una sorta di caos di malvagità.
Questa visione sembra molto esagerata. D’altra parte, molte persone pensano che, senza un Dio in cui credere, gli individui davvero potrebbero cadere in un graduale agire verso il male. Tuttavia, anche senza dover dare ragione o torto a una di queste due visioni, si può sicuramente affermare che noi, in quanto esseri umani, non possiamo fare a meno dell’irrazionalità, cioè di ciò che va oltre la ragione. Anche quando crediamo di agire consapevolmente e consciamente, anche dopo aver pianificato una decisione molto dettagliatamente, la realtà è che le nostre azioni hanno sempre una componente inconscia, dettata dai nostri complessi, dai nostri pregiudizi, dai nostri inevitabili errori di calcolo, dalle nostre paure. Avere qualcosa che ci freni è comunque utile e giusto, qualcosa che ci dica: “Uccidere è sbagliato, in ogni caso. Rubare è sbagliato, anche se rubi soldi a un ladro. Mentire è sbagliato, anche se lo fai per quella che secondo te è una giusta causa”. Questa cosa può dircela Dio o può dircela anche la morale che abbiamo dentro di noi. Perché? Perché estendendo un’azione a legge morale preveniamo eventuali disastri.
Perché sappiamo che non mentendo, non tradendo, non agendo in modo disonesto, bene o male staremo bene con noi stessi, e faremo stare bene le persone attorno a noi.
Alessandro Dasi, V B
Numero 4 Febbraio 2021
La soluzione esistenziale
Caro Covid, anche per il secondo anno consecutivo sei riuscito a impedirci di festeggiare il Carnevale, una tradizione grazie alla quale le persone si divertono travestendosi e per le strade s’incontrano bambini che ridono lanciando coriandoli. Ancora una volta è stato il virus a decidere per noi come travestirci, non solo per questo periodo che dura sempre troppo poco, ma per l’intero 2020 e oltre: tutti con una mascherina che ci impedisce di vedere i sorrisi delle altre
persone. Covid, potevi anche essere un pochino più fantasioso no? Il carnevale è una festività che nella nostra Valsesia è molto sentita. Ogni paese, piccolo o grande che sia, ha i propri rappresentanti carnevaleschi: ragazzi, uomini, donne del paese che durante questo periodo
“tengono le chiavi” della città e, a seconda del luogo di provenienza, hanno
un nome specifico. Il loro compito è quello di presentare il proprio paese ai balli, incontrando altre maschere e portando un piccolo dono per ringraziarli dell’ospitalità. Nel mio piccolo paese, Scopa, il Carnevale riunisce le persone più anziane fino ai giovani che man mano prendono il posto dei primi e con grande impegno e sacrificio continuano a occuparsi di tutte le faccende carnevalesche. Ci sono momenti “simbolo” in questo periodo: il Giovedì Grasso, conosciuto come “Giubiaccia”, è il giorno in cui il comitato carnevale visita, insieme con le maschere, le case del paese per raccogliere gli ingredienti che
ogni famiglia offre per cucinare la paniccia. Il sabato, c’è il Gran Ballo delle maschere, dove tutte le maschere dei paesi valsesiani si riuniscono per festeggiare. La domenica pomeriggio tutti i bambini sfilano per le vie del paese, divertendosi e raccogliendo dolci dagli abitanti che gli aspettano alle porte. Arriva poi il Martedì Grasso, il giorno vero e proprio del Carnevale: alle 6:00 del mattino vengono accessi i fuochi nella piazza del comune e in quei grandi calderoni verrà cucinata la paniccia, simbolo della festa, che consiste in un minestrone di verdure con riso (o pasta); alle 12:00 questo delizioso minestrone viene distribuito a tutti gli abitanti del paese insieme a un sacchetto di arance, bollito, pane, salame e a volte anche delle fette di toma. Nel pomeriggio, il comitato organizza una festa per i bambini: ci si riunisce in un salone, dove tutti sono travestiti nei modi più svariati, e a ogni piccolo abitante viene donato un pacco regalo dal comitato con dentro dei doni. Dopo l’anno difficile che abbiamo vissuto e che viviamo ancora oggi, l’allegria e la spensieratezza che trasmetteva il carnevale sarebbe servita per riscaldare gli animi di tutti noi. Caro Covid, arriverà il giorno in cui toglieremo le mascherine che ci obblighi a indossare e ritorneremo ancora a rivivere il nostro amato Carnevale.
Arianna Demiliani, I B
DIARIO DI UNA LICEALE
Numero 5 Marzo 2021
Barche volanti e dove trovarle
In questi giorni ho fatto pochi sogni, ma i pochi che ricordo sono veramente assurdi. Il primo inizia con me e alcune mie amiche che siamo su una barca (ma proprio uno yacht di lusso, mica una barchetta da poveracci) e stiamo guardando fuori dagli oblò che ci sono nella cabina. Stiamo osservando quei ristoranti tipici di tutte le zone marittime, quelli con le terrazze fuori
e le lucine poetiche, quando la nostra barca inizia a spostarsi, ma non muovendosi normalmente, navigando nell'acqua: inizia a volare. Barche volanti e dove trovarle, si potrebbe dire… Ma torniamo al racconto. Dopo essere passati troppo
vicino alle terrazze dei ristoranti, rischiando di decapitare metà della clientela, iniziamo a salire lungo una collina limitrofa: in pratica, il nostro mezzo di trasporto da barca si è trasformato in una cabina della funivia, ma senza essere attaccata a nessun cavo. Trascorriamo un po' di tempo a guardare il paesaggio sottostante, quando improvvisamente la nostra barca sparisce nel nulla. Proprio così: puff. E quindi cadiamo nel vuoto.
Miracolosamente, però, nessuno si fa male, perché riusciamo ad aggrapparci al volo a degli altissimi alberi; e con altissimi
intendo dire che da dove eravamo noi non riuscivamo a vedere né la cima né le radici, entrambe avvolte dalla nebbia. Tuttavia, riusciamo a scendere scivolando verso il basso come fanno i pompieri con la sbarra di ferro e, con il nostro arrivo alla base dell’albero, il sogno termina. Il secondo è più corto, ma ugualmente bizzarro. Inizia con me in compagnia di alcuni personaggi di un anime che ho visto: siamo in un supermercato, ma è come se fosse l'ambientazione di un videogioco, quindi dobbiamo superare diversi livelli; un esempio di livello è quello con la famosa prova del labirinto di crackers, dove bisogna riuscire a orientarsi in mezzo a centinaia di confezioni. Alla fine, riusciamo ad arrivare al premio finale:
l'accesso alla zona pizza del supermercato. Quest’ultima, però, non è quella dove si vende la pizza, naturalmente: è un posto con grandissimi gonfiabili rossi e bianchi posizionati in modo da formare una pizza gigante. Il sogno quindi si conclude con tutti noi che ci mettiamo a dormire su questa enorme pizza: esiste un finale migliore?
Lapechesogna
Ancora oggi si discute sui filtri e sulle precauzioni che il politicamente corretto assume nei confronti di ciò che è esterno. Il sottoscritto si astiene da ogni forma di elitarismo sociale e da ogni tentativo di pulizia culturale. Ma il fatto è che il nuovo spettro che si aggira per l’Occidente (e non solo) si nasconde dietro al buonismo e diventa vittima innocente dei discorsi della destra conservatrice. L’ignoranza o la volontà di esser ignoranti di quello che è presente al di là dei nostri confini sta portando alla diffusione di una credenza persuasiva e potentissima, la quale ha conquistato più del 23% della popolazione mondiale:
l’Islam. Quando si parla di questa religione, si notano immediatamente i pregiudizi e la scarsa conoscenza riguardo a essa. Quando si parla di secolarizzazione, si tende, per associazione, a constatare che le principali religioni (a maggior ragione quelle abramitiche) abbiano raggiunto questo traguardo. Niente di più falso.
Bisogna riconoscere la rigidità e le solide fondamenta di questo credo, in quanto nasce come mezzo di unificazione politica innescata da Maometto e successivamente maneggiato principalmente da istituzioni politiche. È noto il caso della presa del potere da parte della dinastia degli Ottomani dal XIII secolo e, di conseguenza, l’irrigidimento dei dettami religiosi dei mullah (teologi islamici) che diedero il colpo di grazia al libero spirito scientifico notevole nell’impero arabo, a favore ovviamente di una maggiore autorità da parte delle istituzioni dominanti.
Il tawhîd (standardizzazione religiosa) ha portato i concetti di scienza, vita e potenza a esser indistinguibili dalla natura stessa di Dio, soffocando ogni tipo di sviluppo filosoficoculturale. Inoltre, se da un lato la morale cristiana andò pian piano ad affievolirsi nei secoli, dall’altra parte la morale islamica ha assunto un carattere sempre più difensivo e aggressivo nei confronti del diverso, questo causato probabilmente dalla scomparsa dell’egemonia economica e tecnologica avuta nei secoli medievali.
Diventa quindi intuitivo comprendere l’attuale potenza politica di questa religione e il motivo dell’esistenza di dittature che tutt’oggi fanno leva su di essa, come avviene in Iran, Arabia Saudita, Mauritania. Alla base di questi regimi non vige una costituzione, bensì il libro sacro di ogni fedele musulmano: il Corano. Quest’ultimo rappresenta appieno i valori originali e la nonsecolarizzazione della religione, poiché questo viene interpretato alla lettera dalla maggior parte dei credenti. Sono noti i versetti sulla futura distruzione di Roma (Occidente), sull’egemonia degli uomini sulle donne e sul disprezzo nei confronti dei miscredenti. Tutto ciò a noi fa ridere, ma non dovrebbe, siccome questi dettami rappresentano l’obiettivo di tutto l’inconscio collettivo di questa comunità; una volontà latente che, talvolta, negli individui più vittime di questi dogmi, innescano pensieri che possono compromettere la sicurezza e l’equilibrio sociale. Per non citare la pedagogia e l’istruzione incentivata da questa religione, la quale, soprattutto nelle seconde generazioni, semina paura e disprezzo nella cultura dei propri amici o delle proprie maestre. Nemmeno il sapere scientifico riesce a ricevere consenso da queste idee: infatti, molte pratiche, riti (es. matrimoni misti) e concetti entrano in netto contrasto con i nostri codici giuridici e con i nostri studi scientifici. Il mio invito non è quello di disprezzare questa realtà, la quale, nonostante i suoi problemi, nasconde un affascinante mondo pieno di colori e storia sepolta nei secoli: il mio invito è quello di conoscere, eliminare i nostri inutili pregiudizi e comprendere appieno (o il meglio possibile) chi ci sta vicino, individuando i pregi e anche i suoi difetti e, se si può, accennando anche a un tentativo di confronto. La cosa più importante è esser coscienti dei nostri diritti, guadagnati dopo anni di guerra e di morti e saperli rispettare e condividerli con gli altri.
Anonimo Numero 5 Marzo 2021
Multiculturalità, gli occhi foderati di prosciutto
Da ventotto anni sui vostri 7
opo quello che è successo nello stanzino delle scope a scuola, molte cose sono cambiate: da un mese e mezzo io e Luca lavoriamo in squadra contro i terroristi e ciò si è rivelato molto fruttuoso, dal momento che le nostre organizzazioni collaborano. Quando eravamo ancora nel ripostiglio lui ha risposto alla mia domanda raccontandomi della sua missione. Un anno prima, la sua organizzazione aveva ricevuto le prime informazioni sui malviventi e gli aveva affidato l’incarico come prova conclusiva del suo percorso di addestramento per diventare una spia.
Quando è arrivato a Sanremo gli hanno procurato un’iscrizione al liceo “Cristoforo Colombo” perché già allora si sapeva che quella scuola aveva a che fare con il loro piano: infatti, durante lo scorso anno scolastico, Luca aveva trovato parecchie piste da seguire che però si erano rivelate errate. Ogni volta che i compagni della classe che frequentava e i loro amici non erano più sospettabili, chiedeva il trasferimento in un’altra sezione per fare lo stesso lavoro e, nel frattempo, spiava anche gli altri ragazzi della scuola. Solo durante l’estate passata era riuscito a trovare una pista stabile, ma quando aveva localizzato il posto in cui risiedevano i possibili attentatori, al momento del sopralluogo si era trovato davanti a un appartamento in soqquadro e privo di prove utili. Quello era appunto lo stesso appartamento della palazzina in cui avevo fatto irruzione assieme al capitano Ladeno. Poi era cominciato un nuovo anno e lui si era spostato nella classe che ora frequentiamo entrambi. Non l’ha mai cambiata perché i suoi sospetti erano rivolti a me e questi, sin dal primo giorno di scuola, lo avevano portato a pensare che potessi essere io Black Jack.
Sospettava anche di Elisa perché trascorrevamo tutto il tempo insieme e molte volte, vedendoci parlare di lui, pensava che lo avessimo identificato. Dunque, per togliersi ogni dubbio, Luca aveva deciso di attaccarmi in quella giornata di inizio ottobre nel seminterrato della palestra. Dopo aver risolto questo grande malinteso, anche ogni dubbio riguardante Elisa cadeva, e così io e Luca abbiamo deciso di incontrarci nei pomeriggi per lavorare con le nostre organizzazioni, mentre durante la giornata di scuola ci saremmo ignorati come al solito, tenendo comunque
d’occhio tutti i ragazzi per escluderli uno ad uno. Luca, però, non era del tutto convinto dell’innocenza di Elisa e per questo nella riunione di poco fa abbiamo deciso che approfitteremo dell’imminente festa di compleanno della mia amica per scoprire se effettivamente è innocente. ~ Appena suono il campanello di casa sua, la porta si spalanca: «Adele, che bello vederti! Per una volta sei in orario» mi accoglie Elisa. Mi innervosisce fingere di essere lì esclusivamente per la festa: «Strano, vero? Buon compleanno, questo è per te» le rispondo molto rapidamente. Mentre prende il regalo mi fa strada verso il salotto, come se non sapessi dove si trovasse, e lì mi dirigo subito verso il buffet mentre lei torna ad accogliere gli invitati. A un certo punto mi raggiunge Nicolò che mi informa che il tuffo in piscina della festeggiata si farà e, mentre si allontana verso gli altri ragazzi, Luca entra nella sala e con uno sguardo gli confermo che possiamo mettere in atto il nostro piano.
Quando Elisa ritorna nel salotto, Nicolò la prende in braccio e corre verso la piscina seguito da tutti gli altri.
Non appena saltano in acqua io e Luca ci dirigiamo al piano superiore diretti alla stanza di Elisa, sicuri di non essere visti. Entrati nella camera da letto iniziamo a cercare con discrezione qualche prova che ci chiarisca l’identità di Elisa mentre lei continua a giocare nella piscina, ma non abbiamo grandi risultati: tra i libri ci sono solo quelli di una normale ragazza di diciassette anni, nei cassetti nessun quaderno o agenda utilizzato come diario segreto, nell’armadio nessun doppio fondo. In cinque minuti l’unica pista che avevamo si è dissolta nel nulla. «Ottimo, non c’è niente di niente. Ci restano poco più di due mesi per riuscire a trovare il vero responsabile. Luca lascia perdere, se ci fossero state delle prove le avremmo trovate subito» dico io facendo il punto della situazione. Con espressione lievemente frustrata si allontana dalla scrivania, ma appena ci dirigiamo verso la porta la maniglia si abbassa. In un secondo rotoliamo sotto al letto e, dalla piccola visuale che ho, riesco a riconoscere dalle scarpe che una delle due persone appena entrate è Elisa.
Mariachiara Rondone & Alice Zaninetti, IVA
Diario di una spia
Numero 5 Marzo 2021 Il racconto dell'ape
D
Da ventotto anni sui vostri banchi 9
Numero 5 Marzo 2021
Le ultime notizie riguardo alla pandemia e alla chiusura delle scuole sembrano essere pesanti come un macigno e minano le già fievoli speranze di Renzo. Che belli i tempi in cui, seppur in didattica mista, poteva stare a scuola a dirigere i flussi di studenti verso le apposite aule e osservare i lavori della nuova aula che, giorno dopo giorno, iniziava a mostrarsi nella
maestosità dei suoi mille colori sgargianti. L’avvenire sembra duro e incerto, le restrizioni si fanno più severe e le regioni sono sempre più ricche di nuove tinte e sfumature; gli italiani fanno fatica a rispettare tutti questi intrichi di normative e il virus, aiutato dalle sue varianti, colpisce più intensamente, mettendo a dura prova il Paese. Renzo è preoccupato perché tutte le sue
speranze sembrano ormai essere infrante e a fatica riesce a scorgere, con il suo sguardo attento, notizie rassicuranti; un anno fa, proprio in questi giorni, scoppiava la pandemia e ora sembra impossibile di essere costretti ad affrontare un altro lockdown. Il Vate si sente stanco, neppure i suoi amati libri riescono a dargli conforto e niente sembra voler appagare la sua infelice anima ma, ad un tratto, nella stanza cupa e spettrale si accende una luce, si sente una voce. Sembra provenire dal televisore quindi, incuriosito, si alza di scatto per andare a controllare: grida, fischi e
suoni riecheggiano per la stanza… Quando giunge dinnanzi allo schermo il suo volto si colora e si adorna di un grande sorriso… Fiorello con le sue battute è riuscito a ravvivare l’animo di Renzo, che felice si sdraia sul divano per guardare il Festival di Sanremo. Mai come ora il Festival sembrava così importante per il Vate: da giorni ripensava alle canzoni, ne canticchiava un pezzo e pensava a quanti brani sarebbe stato in grado di produrre parlando del liceo e di tutte le avventure e situazioni che ogni anno lo mettono alla prova. Immerso tra le vicende del Festival, Renzo riesce a superare quel temporaneo momento di infelicità: affascinato dalla musica di Achille Lauro e dalle nuove proposte, il bidello intasa il televoto chiamando con voci diverse e ribaltando completamente le classifiche. Terminato il Festival, l’animo festoso del Vate non si placa: la sua casa è diventata un agglomerato di spartiti, chitarre, microfoni e batterie; ogni giorno si esercita ininterrottamente ricorrendo spesso all’autotune, prendendo spunto dal suo maestro Achille Lauro. La sofferenza della chiusura del Liceo Ferrari viene così placata a suon di melodie che, tonanti, riecheggiano per tutta Borgosesia.
Samuele Barcelli, V B
Renz-omissione
Massima di Massimo
Signora mia, lo spazzolone
mica si passa da solo!
“Voglio mangiare il tuo pancreas” è un film anime del 2018 diretto da Shinichirō Ushijima, tratto dal romanzo di Yoru Sumino del 2014. Dal romanzo sono stati tratti anche un manga nel 2016 e un film live action diretto da Sho Tsukikawa, distribuito nel 2017. Trama: Sakura è gravemente malata, colpita da una malattia al pancreas, e non le restano
molti giorni da vivere, ma nessuno lo sa. Ma un giorno il timido e introverso Haruki lo scopre, in maniera del tutto casuale. Tra i due nasce un complicato rapporto di amicizia, che insegnerà molto a entrambi sulla vita e sull'affetto reciproco. Haruki Shiga è un ragazzo molto introverso e poco interessato a fare conoscenza con altre persone. Non parla, non stringe rapporti con nessuno a meno che la cosa non porti un
vantaggio e passa la maggior parte del suo tempo leggendo libri in solitudine. Durante un controllo in ospedale, il ragazzo trova un libro chiamato “Diario della malattia”; sfogliandolo apprende che il possessore dell’oggetto è un malato terminale. Mentre Haruki legge le pagine, si avvicina a lui una ragazza che reclama il diario indietro. Questa è Sakura e fin dal primo incontro sembra
mostrare interesse per il ragazzo, che invece, pur sapendo della malattia, sembra ignorarla. Sakura resta affascinata e decide di passare gli ultimi giorni della propria vita insieme ad Haruki, rivelandogli che egli è l’unico a conoscere il suo segreto. Se le sue amiche venissero a sapere della malattia, infatti, la tratterebbero con compassione e la gioia della quotidianità andrebbe persa per sempre. I due passano molto tempo insieme e pur essendo diversi sembrano andare d’accordo. Un giorno, in biblioteca, Sakura racconta ad Haruki una leggenda; un tempo si diceva che se mangi il pancreas di una persona defunta, la sua anima continuerà a vivere in te. Il ragazzo infatti non ha nessun amico e resta fermo nella sua arrogante convinzione di non aver bisogno di relazioni sociali.
Sakura invece, in maniera totalmente opposta, è una ragazza solare e ben voluta, che nonostante la malattia continua a vivere i propri giorni come sempre. Nell’incontrarlo la ragazza nota questa sua particolarità e pur presentandosi come il suo totale opposto, resta affascinata, insomma Sakura prima di morire gli insegna a vivere.
Manal Ait Deraa, I SB
Viaggio virtuale al Kennedy Space Center
Numero 5 Marzo 2021
Voglio mangiare il tuo pancreas
La pandemia ormai da un anno mette i bastoni tra le ruote all’industria musicale, ma artisti e case discografiche hanno saputo tenere testa rilasciando nuovi singoli e album. Oggi vorrei prendere in considerazione tre hit che stanno spopolando in radio.
Al primo posto troviamo “Vibez” di Zayn Malik, cantante inglese ed ex componente degli One Direction, che pubblica una canzone R&B e midtempo, accompagnata da un ritmo
lento. Come lui stesso ha spiegato, “Vibez” è nata come una sorta di ninna nanna romantica dedicata a sua moglie, la modella Gigi Hadid, a cui è legato da una forte connessione emotiva, e sua figlia. Nonostante il forte significato della
canzone, il videoclip non mi ha dato tanto l’idea di quello che voleva dire, ma l’ho trovato comunque molto originale. Con questo singolo il cantante ha annunciato anche l’uscita del suo nuovo album dal titolo “Nobody is listening”. La seconda canzone che andremo a vedere è “Baila Conmigo” di Selena Gomez e Rauw Alejandro. Come raccontato dalla cantante statunitense, il suo avvicinarsi al ritmo tipico delle canzoni spagnole non è casuale, infatti, come abbiamo potuto vedere e ascoltare dalle sue precedenti canzoni come “De Una Vez” e
“Taki Taki”, Selena pensava a un intero album in lingua spagnola
da parecchi anni ormai, non solo per piacere, ma anche per sfoggiare le sue radici messicane di cui va molto orgogliosa. La canzone Baila Conmigo è incentrata principalmente sull’energia che nasce all’inizio di una relazione, rappresentata nel videoclip da una coppia sulla pista da ballo che, nonostante la barriera linguistica, si ama . E’ una canzone movimentata e apprezzabile, nonostante preferisca altri generi. La terza ed ultima canzone è “La Canzone Nostra” di Mace, Blanco e Salmo. A differenza delle solite canzoni con i medesimi temi che questi tre autori sono abituati a portare, questa collaborazione è stata una sorpresa soprattutto per il significato e la scelta di parole che hanno voluto utilizzare. Essa parla infatti di momenti in cui il senso di inadeguatezza, di sconforto e frustrazione cresce in seguito alla perdita o assenza di qualcuno, in questo caso della persona amata. Come spiega Mace, l’ispirazione arriva dall’ascolto di un compositore di origine giapponese, Hiroshi Yoshimura, e da li è partito tutto. La traccia ha riscosso molto successo come dimostrano il numero delle visualizzazioni e i molteplici commenti positivi che apprezzano il mix fra ritmiche elettroniche e un'atmosfera suggestiva.
Sophia Fuselli , I SB
L’arte inestinguibile
Da ventotto anni sui vostri banchi 11 Lunedì 15 febbraio ho esplorato il sito del Kennedy Space Center
(KSC), gestito dalla NASA (è una delle basi strategiche insieme a quella di Houston, in Texas) e situato a Cape Canaveral sull’isola Merritt, in Florida. La struttura, nata per il lancio di veicoli spaziali, copre un’area di 567 km2 e accoglie oltre 17.000 lavoratori. Essa rappresenta la maggiore
destinazione turistica della Florida e al suo interno ci sono un centro visitatori e una riserva faunistica. Il suo spazioporto fu utilizzato dal governo statunitense fin dal 1949, quando il presidente Harry Truman vi istituì un sito per i test sui missili a lungo raggio. La posizione era ideale perché vicina all’Oceano Atlantico (i test
erano diretti in mare) ed era una delle zone degli USA più vicine all’equatore, in modo da sfruttare al meglio la spinta dovuta alla rotazione terrestre. Nel settembre 2004, una parte del KSC fu danneggiata dall’uragano Frances e le Launcher Platform sono state sostituite con nuove strutture mobili. In tempo di pandemia e di lockdown, si può riflettere sulle avventure degli astronauti per cui la quarantena è da sempre la normalità: si tratta di una precauzione necessaria per evitare che non venga portato alcun virus indesiderato sulla stazione spaziale. Si può così provare ad immaginarsi astronauti per un giorno e progettare la propria avventura nello spazio. Con l’Astronaut Training Experience (ATX) si può provare la sensazione di compiere una passeggiata nello spazio in un ambiente di microgravità. Utilizzando una tecnologia di simulazione entusiasmante e coinvolgente, si può
lavorare da soli o in team per risolvere i problemi della vita reale degli astronauti utilizzando le conoscenze scientifiche messe a disposizione dalla NASA. I tour nel centro visitatori sono raggruppati per epoca cronologica: dagli albori dell’esplorazione spaziale alle missioni attuali e in corso, si può avere una visione ravvicinata della storia dell’uomo nello spazio.
Tra le novità più interessanti c’è il Mars Rover Vehicle Navigator (MRVN), un laboratorio mobile hightech di grandi dimensioni con ruote progettate per viaggiare su dune, rocce e crateri.
Naturalmente non manca lo Space NASA Shop, con una vasta selezione di autentici oggetti NASA, tra cui abiti, cappelli, giocattoli, spille, monete, filmati originali, libri e perfino tazze, penne e modellini dello Shuttle. Per soli $4.99 si può acquistare online una busta di Space Food al gusto di gelato alla frutta, oppure un Sandwich all’aroma di “Freeze Dried Mint Chocolate Chip Ice Cream”. Non manca la sezione dedicata ai libri per ragazzi, con titoli tra cui “Il giovane Neil Armstrong”, calendari NASA, spillette con il logo delle varie missioni e perfino frammenti di meteoriti (un singolo frammento proveniente dall’Argentina è in vendita a soli $39.99).
Nella sezione “Masks” si possono invece acquistare maschere antiCovid griffate con scritte come “I Need My Space” o
“Failure Is Not An Option”. Per saperne di più, visitate il sito www.kennedyspacecenter.com.
Massimo Zanoli, V B
Berlino in un articolo
Viaggio virtuale al Kennedy Space Center
Numero 5 Marzo 2021
Cosa succede se uniamo storia, arte e un’enorme quantità di verza in umido? Si ottiene una delle capitali più ricche di fascino d’Europa: Berlino! In questa città possiamo infatti trovare il perfetto equilibrio tra cultura e divertimento. Immaginate la scena: vi svegliate e notate il sole alto e il cielo così
limpido che decidete di fare una passeggiata lungo il fiume Sprea e, facendo una piccola deviazione, raggiungete la maestosa Porta di Brandeburgo.
Scattate alcune foto e poi, data la bella giornata, salite sulla cupola del Parlamento: sbirciate all’interno per vedere se si stia svolgendo qualche importante riunione e dall’alto notate il complesso
sistema di vetri e specchi che illuminano la stanza, oltre al panorama della città, caratterizzato dalla Torre della Televisione.
Vi accorgete che si è fatta l’ora di pranzo e pensate che non sarebbe troppo male fare un bel picnic nel parco davanti al Parlamento baciati dal sole. Per smaltire il pranzo affittate una bicicletta e sfrecciate lungo le innumerevoli piste ciclabili di questa meravigliosa città fino a che non arrivate a costeggiare la
parte rimasta del muro di Berlino che, per 28 anni, divise in due la capitale tedesca e fu il simbolo della divisione della Germania del dopoguerra, mentre ora è decorato con vivaci e toccanti murales. Si possono trovare altri numerosi monumenti dedicati a questo periodo storico, come il memoriale dedicato alle vittime dell’Olocausto (un labirinto costituito da possenti lapidi grigie), ma anche il Checkpoint Charlie, punto di passaggio tra le due zone della città, purtroppo oggi commercializzato all’esasperazione. Terminata la vostra visita, passeggiate tra le splendide vie di Berlino Ovest fino ad arrivare al Castello Charlottenburg. Decidete di dirigervi, sempre in sella alla vostra bici, verso l’Isola dei Musei, un quartiere interamente dedicato all’arte e circondato dall’acqua. Per chiudere in bellezza la giornata vi sedete al tavolo di una birreria per degustare wurstel, bretzel e crauti. Tornate a casa e vi concedete un sonno ristoratore. Bella giornata, no?
Virginia Pollo, I B
Lo guardo. Sono felice. Il sole disegna ombre scultoree sul suo viso. Gli occhi verdi, grigi, azzurri, come l’acqua di un torrente che muta tonalità di stagione in stagione. Vorrei piangere dalla felicità, l’aria mi fischia nelle orecchie, mi annoda i capelli, mi riscalda. Com’è possibile che sia qui con me? Perché io? Che cosa gli piacerà mai di me? I miei tristi occhi scuri, i miei capelli scompigliati, la mia pancia gonfia, le mie caviglie segnate dalle cicatrici? Mi appare così incredibile di piacere sinceramente, perché mi son sempre sentita bella solo nel nascondere i miei difetti. Sono triste ma lui sorride, balla, canta per me canzoni d’estate.
Devo dirglielo o mi si fermerà in gola, nelle vene, nelle arterie, un grumo informe, un infarto, un ictus. Ma come si fa a comprendere ciò che per me non è mai stato? Cos’è l’amore? Ma dentro le ossa lo sento, nella pancia, sulla punta delle dita. Io ti amo. L’ho detto. L’ho detto a me stessa, prima che trasmigri dal cervello alle labbra si perderà nel cuore, di nuovo, scenderà nello stomaco e con un balzo salterà in gola. Striscerà come un lombrico, un millepiedi, scalando a fatica la mia trachea, aggrappandosi alle corde
vocali. Devo dirlo o mi si fermerà in gola. Mi solletica le labbra, è venuto il momento. Mi guarda negli occhi e mi passa attraverso. Scende nella mia coscienza, entra senza permesso, ho il magone. Sì, io ti amo. Ho gridato perché gli arrivasse nella pancia, facesse vibrare le foglie degli alberi, i sassolini chiari sparsi sulla strada, anche le nuvole e i passeri dovevano sapere. Non era mica un segreto dice lui. In effetti non lo era perché i miei occhi non sanno mantenere i segreti, parlano e parlano e parlano. E io mi incanto a guardarti per attimi interi, alle dita porti anelli sottili, i capelli raccolti, lo sguardo velato sempre da una leggera e intangibile malinconia che come cenere si posa nelle tue iridi. ‘Perché mi guardi?’ Non so rispondere. Ti guardo perché non posso fare altrimenti, ti guardo perché non posso farne a meno. Il mio sguardo scivola, dall’arcata decisa delle sopracciglia, lungo il naso tagliente, si arrotola sugli zigomi chiari, inciampa nelle tue labbra sottili. Non so più come pensare al niente, perché nella nebbia spunti sempre tu.
Matilde Brunelli, VA
L’AMORENONESISTE
Numero 5 Marzo 2021
Verso la fine di marzo di quest’anno Apple annuncerà nuovi prodotti di vario tipo: si parla di nuove Airpods e di nuovi iPad. La data ufficiale non è ancora stata annunciata, ma attraverso alcuni leaks sappiamo che sarà il
23 marzo, data confermata da Jon Prosser, leaker interno all’azienda, che insiste su questo Keynote. Il primo prodotto che presenteranno probabilmente saranno le Airpods di terza generazione, che nella line up si posizioneranno tra le classiche Airpods 2 e le Pro. Anche gli iPad molto
probabilmente subiranno un
aggiornamento: infatti, si parla di nuovo Pro e della nona generazione dell’iPad base. I Pro saranno come ogni anno più potenti, ma in questo 2021 si parla dell’introduzione di un nuovo materiale; invece, per quelli base ci sarà solo un aggiornamento del processore, come siamo abituati da almeno tre anni. La novità più importante però saranno gli iMac, prodotto iconico dell’azienda di Cupertino che permette di unire un’enorme potenza di calcolo a un design senza tempo. Sarà proprio quest’ultimo, però, a dover
cambiare per seguire la nuova linea più squadrata partita da iPad Pro 2018. Importante sarà l’arrivo della seconda generazione di processori interni all’interno dei MacBook che, come abbiamo visto con Air e Pro da 13 pollici l’anno scorso, porterà avanti il divorzio da Intel. Il nuovo processore si chiamerà M2 ed entrerà in una nuova probabile misura di Mac, ovvero i 14 pollici. Finalmente arriviamo a parlare di AirTags, gli accessori da attaccare a chiavi o oggetti di uso quotidiano per poterli geolocalizzare in caso di smarrimento. Di questi ultimi si parlava già a settembre dell’anno scorso, ma a quanto pare Apple ha preferito aspettare il nuovo anno per lanciarli sul mercato. Quindi, in conclusione, ci saranno, oltre alle varie nuove versioni, nuovi prodotti mai visti prima che amplieranno la line up generale come abbiamo visto all’uscita delle Airpods Max.
Leonardo Zanetta, III B
Keynote primaverile
Numero 5 Marzo 2021
Da ventotto anni sui vostri 13