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A- Problemi alla base della definizione del nuovo modello formativo

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LM in Architettura – Costruzione – Città (titolo provvisorio) – Proposta di adeguamento al DM.270/2004 – Ottobre 2009 - Pierre-Alain Croset – Mario Sassone – Marco Trisciuoglio

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Politecnico di Torino – I Facoltà di Architettura

Corso di laurea magistrale in Architettura – Costruzione – Città (titolo provvisorio) Proposta di adeguamento al D.M. 270/2004

Premessa

Questo documento rielabora il precedente documento redatto da Pierre-Alain Croset, Mario Sassone e Marco Trisciuoglio, presentato e discusso in Consigli di Presidenza e Consigli di Facoltà tra giugno 2008 e novembre 2008. Si adegua in particolare alle nuove direttive imposte dalla Nota del MIUR n. 160 del 04-09- 2009, che impone moduli didattici di almeno 6CFU per le discipline di base e caratterizzanti in tutte le Classi di Laurea1. Nel precedente documento, era stato invece proposto che 2 dei 3 possibili modelli di Laurea potessero avere alcuni insegnamenti di base e caratterizzanti con solo 4 CFU, in corrispondenza dei minimi richiesti dalla tabella della Classe LM4: questa possibilità, che consentiva una maggiore flessibilità nell’architettura della Laurea, è stata cancellata, rendendo di fatto ancora più difficile programmare una Laurea “equilibrata” tra i vari insegnamenti.

Fortunatamente, questa direttiva non si applica agli insegnamenti “affini e integrativi”, per i quali è possibile agire in deroga2.

A- Problemi alla base della definizione del nuovo modello formativo

1. I vincoli del D.M. 270/2004

Come già evidenziato nei precedenti documenti e precedenti Consigli, la tabella della Classe LM4 è molto vincolante nell’obbligare ad attivare un’attività didattica per ben 10 discipline caratterizzanti.

Fortunatamente, la tabella limita a 4 CFU il minimo per 9 tra queste discipline, mantenendo un minimo più alto solo per l’ICAR 14 (min. 12 CFU).

Un’altra difficoltà è rappresentata dall’obbligo, fissato dalla L. 270 e non dalla specifica Classe di Laurea, di avere almeno 12 crediti per „attività affini o integrative“, e 8 crediti come „crediti liberi“, e quindi con assoluta libertà di scelta da parte dello studente.

Si tratta di difficoltà evidenti se si rappresenta in un quadro sintetico la semplice sommatoria dei vincoli espressi dalla Legge e dalle delibere di Ateneo:

- minimo di 40 CFU per Laboratorio;

- minimo di 9 corsi obbligatori di 6 CFU;

- minimo di 12 crediti per „attività affini o integrative“;

- minimo di 8 crediti come „crediti liberi“;

- tesi da 30 crediti.

1 Art. 47: Al riguardo, si ritiene che si debba prevedere - come ulteriore requisito organizzativo necessario all’attivazione dei corsi di studio - che gli insegnamenti erogabili in ciascun corso di studio nelle classi definite in attuazione del D.M. n. 270/2004, vengano organizzati in modo tale che a ciascuno di essi, ovvero a ciascun modulo coordinato, corrispondano non meno di 6 crediti.

2Art. 47, nota 22: Per quanto riguarda gli insegnamenti affini e integrativi potrà essere previsto un numero di crediti inferiore a 6, previa delibera motivata dei Consigli di facoltà (o delle altre strutture didattiche competenti).

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Sommando questi dati, si ottiene:

Attività di Laboratorio per un totale minimo di 40 CFU 9 Corsi disciplinari obbligatori 6 CFU 54 CFU

Totale obbligatori 94 CFU

Attività affini o integrative 12 CFU

Crediti liberi 8 CFU

Tesi di Laurea 15-30 CFU

Totale generale 139-154 CFU

ottenendo quindi da 19 a 34 CFU di troppo rispetto ai 120 CFU della Laurea3.

Per riuscire a rientrare nel totale dei 120 CFU, occorre prevedere una relativa integrazione tra Unità di progetto, corsi caratterizzanti e attività affini o integrative, in modo da ridurre il numero totale dei corsi da frequentare.

Come già discusso nei precedenti documenti e Consigli, proponiamo come prima misura la possibilità offerta allo studente di acquisire i crediti relativi a 2 discipline caratterizzanti direttamente all’interno delle Unità di progetto. In questo modo, i corsi obbligatori da frequentare vengono ridotti da 9 a 7, riguardanti le altre discipline caratterizzanti, in complemento di quelle presenti nelle 2 Unità di progetto scelte dallo studente.

Chiaramente, se lo studente fosse interessato a frequentare tutti 9 i corsi caratterizzanti, avrà sempre la possibilità di frequentare gli altri 2 corsi come „crediti liberi“.

Una seconda misura potrebbe riguardare l’integrazione delle „attività affini o integrative“ all’interno delle Unità di progetto, ma anche in una parte dei Corsi caratterizzanti. Già attualmente, i Moduli tematici delle Unità di progetto, essendo liberamente scelti e definiti dai docenti responsabili, riguardano spesso discipline

„affini o integrative“ (dalla Scienza dei Materiali all’Estetica, dalla Sociologia all’Informatica, dall’Architettura del Paesaggio alla Geometria): non dovrebbe quindi essere difficile imporre come vincolo che i Moduli tematici fossero attribuiti a discipline „non caratterizzanti“, motivando questa scelta proprio in ragione dell’impostazione multidisciplinare delle Unità di progetto. Questa possibilità viene usata in uno dei due modelli organizzativi che presentiamo in questo documento.

Ma questo principio potrebbe essere anche esteso ai Corsi caratterizzanti: proprio perché devono essere corsi di „secondo livello“ e quindi di approfondimento, più che „corsi di base“ monodisciplinari potrebbero essere concepiti con una parte dei crediti come „sconfinamento“ in discipline affini (per esempio Storia dell’Architettura e Storia dell’Arte, Tecnologia dell’Architettura e Scienza dei Materiali, Urbanistica e Geografia, ecc…). Questo principio, sicuramente innovativo rispetto alle chiusure disciplinari degli attuali SSD, appare tuttavia di difficile attuazione: l’art. 47 della Nota n. 160 enuncia infatti che “ciascun modulo coordinato” debba avere almeno 6CFU, e quindi l’ipotesi di avere “corsi integrati” che associno discipline caratterizzanti e discipline “affini e complementari” sarebbe possibile solo con un valore di almeno 8 CFU (6 caratterizzanti + 2 affini). Questo aumento di alcuni Corsi da 6CFU a 8 CFU porterebbe a aumentare ulteriormente gli insegnamenti “obbligatori”, riducendo eccessivamente le possibilità di scelta degli studenti.

2. Tesi di Laurea di 30 crediti

La richiesta di Ateneo di attivare „doppie lauree“ attraverso accordi internazionali con altri Atenei obbliga a Tesi di Laurea con almeno 30 CFU, come viene richiesto da tutte le Università partner che hanno già la Tesi di 30 crediti come fondamento delle loro Lauree magistrali. Questa scelta significa riservare il 4° semestre esclusivamente all’elaborazione della Tesi di Laurea, perché questi 30 CFU devono riguardare esclusivamente il „tempo di lavoro personale“ dello studente, escludendo quindi qualsiasi tipo di attività didattica. La conseguenza è che tutti gli altri insegnamenti dovranno essere concentrati in solo 3 semestri.

3Va detto che, in assoluto, non è affatto impossibile fare l’ipotesi che una „buona“ Laurea in architettura abbia bisogno di 5 semestri e 150 CFU, tuttavia, per rispettare standards europei e non solo nazionali, occorre fare una proposta contenuta entro i limiti dei 120 CFU.

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Occorre riflettere sulle modalità di organizzazione e sulle regole di elaborazione di queste Tesi di Laurea più

„pesanti“, mantenendo in ogni caso la necessità di una parte consistente di ricerca teorica, anche per le tesi

„progettuali“. La Legge 270 dà poche indicazioni. L’allegato 1 del DM 26 luglio 2007 (Linee Guida per la progettazione dei nuovi ordinamenti didattici dei Corsi di Laurea e di Laurea magistrale) indica al punto 3i) (Raccomandazioni) che il punteggio di merito deve essere adeguato alla qualità del lavoro svolto „fermo restando che la tesi di laurea magistrale deve comunque essere elaborata in modo originale dallo studente sotto la guida di un relatore“.

Occorre quindi riflettere per mettere a punto regole condivise per lo svolgimento di questo lavoro di „ricerca originale“. I 30 crediti devono necessariamente essere considerati come „tempo di lavoro dello studente“. Gli attuali „percorsi di tesi“ devono essere ripensati, sia per le tesi progettuali, sia per le tesi di ricerca (mono o multidisciplinari). In ogni caso, occorre garantire che il lavoro della tesi possa essere effettivamente concentrato all’interno dell’ultimo semestre.

Occorre tuttavia ricordare che attualmente le migliori tesi, che rappresentano una percentuale molto significativa delle tesi discusse nelle Commissioni, sono già oggi non solo “lavori elaborati in modo originali dallo studente”, ma anche lavori ricchi e complessi che rappresentano un tempo di elaborazione che supera sicuramente 3 mesi a pieno tempo, e che hanno quindi già effettivamente un “peso” di 30 CFU, se consideriamo anche, in ogni caso, il “saggio di ricerca 2” che rappresenta una parte significativa dell’elaborazione teorica all’interno della tesi di laurea.

Non pensiamo sia corretto immaginare l’obbligo di frequentare un seminario o corso propedeutico al lavoro della tesi, da aggiungere ai 30 crediti (che sono già tanti): questo potrebbe essere solo un’opzione, non un obbligo. È possibile tuttavia ipotizzare il principio di un „pre-esame“, a metà del semestre, sotto forma di

„seminario di tesi“, con la discussione pubblica dei lavori di tesi davanti una Commissione che comprenda almeno un contro-relatore.

Occorre inoltre garantire una pluralità di approcci dei singoli relatori. Per esempio immaginare la possibilità di avere tesi del tutto „individuali“, liberamente proposte dai singoli candidati, oppure „gruppi di tesi“, che esplorano in modo individuale problematiche o tematiche comuni. In questo senso potrebbe essere ripensato un’ipotesi di „seminario di tesi“, che diventi luogo di scambio della riflessione teorica prima/durante il lavoro di tesi.

3. Unità di progetto con una forte riduzione della didattica?

Si propone di ridurre le attuali 3 Unità di progetto a solo 2, ma con un peso maggiore di crediti. Questa proposta, apparentemente radicale, è in realtà praticamente una scelta „obbligata“.

Occorre riflettere seriamente sulle conseguenze della forte riduzione del rapporto ore docenza/credito, che scende da 20 ore/credito a 10 ore/credito. Proporre di mantenere più alto questo rapporto non appare possibile, non solo in ragione della Delibera di Ateneo: la stessa Legge 270 indica nell’art. 5, paragrafo 2, che la quota dell’impegno orario complessivo che deve rimanere riservata a disposizione dello studente per lo studio personale „non può comunque essere inferiore al 50%“ (arrivando quindi a un massimo di 12,5 ore/credito). Nello stesso articolo, è precisato „salvo nel casi in cui siano previste attività formative ad elevato contenuto sperimentale o pratico“, ma questa precisazione riguarda vere e proprie „attività di laboratorio“, dove la presenza del docente deve essere praticamente permanente, al fianco dello studente.

Questo non è il caso della progettazione architettonica, perché per sviluppare un buon progetto, lo studente ha proprio bisogno di molto tempo di lavoro personale.

Ciò che invece consuma molto del tempo del docente è la pratica della „revisione individuale“, che obbliga un docente a sedersi al fianco di un unico studente, idealmente una volta ogni settimana per ognuno dei 30 studenti, per discutere in dettaglio il singolo progetto. A differenza di una lezione frontale, dove il „tempo della didattica“ dell’insegnante è uguale al „tempo di apprendimento“ dello studente, l’attività della revisione individuale fa sì che il „tempo di apprendimento“ dello studente corrisponde solo all‘1/30 del „tempo della didattica“. La didattica della progettazione richiede infatti una forma specifica di didattica e di relazione tra docente e studente.

Come viene successivamente illustrato, proponiamo due soluzioni alternative.

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La prima difende il principio che sia necessario mantenere la stessa quantità di ore della didattica per garantire un alto livello di progettazione all’interno delle Unità di progetto. Attualmente vengono erogate all’interno delle U.P. 240 ore (100 + 80 + 60) di didattica. Per mantenere un carico didattico confrontabile (200 ore) all’interno dell’Unità di progetto, si dovranno portare le Unità di progetto a 20 CFU (8 CFU ICAR14 (80 ore) + 6 CFU Caratterizzante (60 ore) + 6 CFU moduli tematici delle discipline affini o integrative (60 ore)).

Questo innalzamento corrisponderebbe inoltre ad un giusto riconoscimento dell’effettivo lavoro personale che producono attualmente gli studenti più meritevoli e impegnati: i loro progetti nelle Unità di progetto attuali necessitano sicuramente almeno 500 ore di lavoro personale (quindi corrispondenti a 20 CFU), ma vengono riconosciuti con „solo“ 13 crediti. Anche per questa ragione i colleghi dei corsi disciplinari si lamentano del fatto che gli studenti lavorono „troppo“ per il loro progetto.

La seconda rimette parzialmente in causa il principio multidisciplinare delle Unità di progetto, eliminando di fatto i 2 Moduli tematici, e lasciando che le attività affini o integrative siano scelte separatemente dallo studente. Secondo questo scenario, le 2 Unità di progetto obbligatorie dovrebbero mantenere più o meno lo stesso numero dei crediti (14CFU invece dei 13CFU attuali), portando ad una maggiore riduzione delle ore di insegnamento. Il carico didattico verrebbe infatti ridotto da 240 ore a 140 ore (8 CFU ICAR14 (80 ore) + 6 CFU Caratterizzanti (60 ore)). Inoltre, questa riduzione a solo 2 Unità di progetto di 14 CFU porterebbe ad avere un totale di solo 28CFU, quindi inferiori ai 40 CFU per “attività applicative e di laboratorio”4 richiesti dalla Tabella della Classe LM-4. Per ottenere i 40 CFU richiesti, proponiamo che due degli insegnamenti delle Discipline caratterizzanti siano svolti sotto la forma di un Laboratorio o workshop.

4. Garantire una minima offerta di corsi opzionali per approfondimenti e interessi culturali extracurriculari

Una buona Laurea Magistrale in Architettura dovrebbe sempre tutelare il diritto dello studente di scegliere corsi opzionali durante il suo percorso di studi, secondo i propri interessi e desideri di approfondire tematiche di ricerca legate a specifiche discipline.

Per rispondere a questo diritto di scelta, sarebbe quindi indispensabile avere a disposizione un buon numero di „crediti opzionali“, all’interno dei quali attivare diverse offerte formative veramente „di approfondimento“. Questa pluralità di offerte è garantita nelle Unità di progetto, ma molto più difficilmente per altri insegnamenti, a causa della rigidità della tabella della Classe LM-4, come ricordato precedentemente.

Bisogna inoltre tenero conto del fatto che almeno 8 CFU devono essere riconoscibili come „crediti liberi“, da contabilizzare in più rispetto ai crediti opzionali, lasciando allo studente la libertà di scelta se usare questi crediti „liberi“ per approfondire i propri interessi culturali (compresi quelli apparentemente più distanti dall’architettura come la Storia della Musica, la Scienza dell’Alimentazione oppure la Semiotica del Teatro), per frequentare Corsi opzionali offerti dalla nostra Facoltà, oppure per frequentare insegnamenti afferenti all’area dell’Architettura offerti da altre strutture universitarie nazionali o internazionali (anche per esempio durante un’esperienza Socrates). Oppure anche per frequentare insegnamenti “affini e complementari” offerti da altre Lauree, in particolare la nostra Laurea in Ecodesign, oppure le altre Lauree in classe LM-4 attivate nel nostro Ateneo.

B- Due diversi scenari

Vengono di seguito illustrati 2 diversi scenari per l’organizzazione del Corso di Laurea, che applicano i principi definiti precedentemente. Per ogni scenario viene presentato non solo la distribuzione quantitativa

4Questa tabella indica chiaramente, nel paragrafo finale degli „Obietivi formativi qualificanti“, che „I curricula previsti dalla classe si conformano alla direttiva 85/344/CEE [in realtà direttiva non più in vigore, perché sostituita dalla più recente Direttiva per le Qualifiche professionali 2005/36/EC!!!] e relative raccomandazioni, prevedendo anche, fra le attività formative, attività applicative e di laboratorio per non meno di quaranta crediti complessivi“.

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degli insegnamenti, ma anche l’organizzazione temporale in 4 semestri progressivi. Vengono inoltre spiegati brevemente vantaggi e svantaggi di ogni soluzione.

Scenario A - con 2 Unità di progetto obbligatorie e „pesanti“

Organizzazione della Laurea secondo il “punto di vista dello studente”.

Lo studente deve acquisire crediti corrispondenti alle seguenti modalità didattiche:

A- Unità di progetto

1a UP a scelta - ICAR/14 + 1° SSD caratterizzante + 2 affini 20 CFU (8 + 6 + 3 + 3) 2a UP a scelta - ICAR/14 + 2° SSD caratterizzante + 2 affini 20 CFU (8 + 6 + 3 + 3)

Totale Unità di progetto 40 CFU

B- Corsi caratterizzanti

Corso 3° SSD Caratterizzante 6 CFU Corso 4° SSD Caratterizzante 6 CFU Corso 5° SSD Caratterizzante 6 CFU Corso 6° SSD Caratterizzante 6 CFU Corso 7° SSD Caratterizzante 6 CFU Corso 8° SSD Caratterizzante 6 CFU Corso 9° SSD Caratterizzante 6 CFU Totale Corsi 42 CFU C- Crediti liberi

Crediti liberi 8 CFU

D- Tesi di laurea

Tesi di Laurea 30 CFU

_______

120 CFU

Primo anno

I semestre

U.P. 1 (1° SSD caratterizzante + 2 affini) 20 CFU Corsi caratterizzanti

Corso 3° SSD 6 CFU

Corso 4° SSD 6 CFU

Totale 32 CFU

II semestre

U.P. 2 +(2° SSD caratterizzante + 2 affini) 20 CFU Corsi caratterizzanti

Corso 5° SSD 6 CFU

Corso 6° SSD 6 CFU

Totale 32 CFU

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6 Secondo anno

I semestre

Corsi caratterizzanti

Corso 7° SSD 6 CFU

Corso 8° SSD 6 CFU

Corso 9° SSD 6 CFU

Crediti liberi 8 CFU

Totale 26 CFU

II semestre

Tesi di Laurea 30 CFU

Totale 30 CFU

Totale complessivo 120 CFU

Vantaggi

- mantenimento di 2 U.P. con i 2 moduli tematici e con un alto numero di ore di docenza, e quindi con una pedagogia del progetto similare a quella attuale;

- forte connotazione progettuale della Laurea nel primo anno.

Svantaggi

- assenza totale di attività opzionali a scelta dello studente, in quanto le attività “affini e complementari”

sono vincolate nelle 2 UP, e il terzo semestre è vincolato a 3 Corsi obbligatori;

- possibilità di scelta solo nelle 2 UP, e nei “crediti liberi” (solo 8 CFU);

- terzo semestre con 3 Corsi obbligatori, e assenza di attività progettuale;

- per liberare alcuni crediti per Corsi opzionali, sarebbe necessario attivare alcuni Corsi caratterizzanti con solo 4 CFU, in deroga alle Delibere di Senato e alla Nota n. 160.

Scenario B - con 2 Unità di progetto obbligatorie e „leggere“

Organizzazione della Laurea secondo il “punto di vista dello studente”.

Lo studente deve acquisire crediti corrispondenti alle seguenti modalità didattiche:

A- Unità di progetto e attività applicative e di laboratorio

1a UP a scelta - ICAR/14 + 1° SSD caratterizzante 14 CFU (8 + 6) 2a UP a scelta - ICAR/14 + 2° SSD caratterizzante 14 CFU (8 + 6)

“Laboratorio disciplinare” 3° SSD Caratterizzante 6 CFU

“Laboratorio disciplinare” 4° SSD Caratterizzante 6 CFU Totale attività applicative e di laboratorio 40 CFU

B- Corsi caratterizzanti

Corso 5° SSD Caratterizzante 6 CFU Corso 6° SSD Caratterizzante 6 CFU Corso 7° SSD Caratterizzante 6 CFU Corso 8° SSD Caratterizzante 6 CFU

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7 Corso 9° SSD Caratterizzante 6 CFU

Totale Corsi 30 CFU C- Attività opzionali

Attività affini e integrative 12 CFU

Crediti liberi 8 CFU

Totale attività opzionali 20 CFU D- Tesi di Laurea

Tesi di Laurea 30 CFU

_______

120 CFU

Primo anno

I semestre

U.P. 1+ 1° SSD caratterizzante 14 CFU Laboratorio disciplinare 3° SSD Caratterizzante 6 CFU Corsi caratterizzanti

Corso 5° SSD 6 CFU

Corso 6° SSD 6 CFU

Totale 32 CFU

II semestre

U.P. 2+ 2° SSD caratterizzante 14 CFU Laboratorio disciplinare 4° SSD Caratterizzante 6 CFU Corsi caratterizzanti

Corso 7° SSD 6 CFU

Corso 8° SSD 6 CFU

Totale 32 CFU

Secondo anno

I semestre

Corsi caratterizzanti

Corso 9° SSD 6 CFU

Attività affini e integrative 12 CFU

Crediti liberi 8 CFU

Totale 26 CFU

II semestre

Tesi di Laurea 30 CFU

Totale 30 CFU

Totale complessivo 120 CFU

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8 Vantaggi

- buona libertà di scelta al primo semestre del secondo anno, grazie alla disponibilità delle “attività affini e integrative” a libera scelta e non più vincolate alle UP;

- possibilità di frequentare una terza U.P., utilizzando gli 8 “crediti liberi” come ICAR 14 con i 6 CFU di un SSD ancora non frequentato durante il primo anno;

- possibilità di frequentare altre attività progettuali in altri Corsi di studi, per esempio in Disegno industriale, associando i 12 CFU di “attività affini e integrative” con “crediti liberi” ;

- possibilità di attivare “corsi integrati” di alta specializzazione, associando qualsiasi disciplina

“caratterizzante” con le “attività affini e integrative”.

Svantaggi

- obbligo di modificare la didattica della progettazione nelle Unità di progetto, a causa della forte riduzione del numero delle ore e della soppressione dei moduli tematici;

- necessità di attivare almeno altri 2 Corsi caratterizzanti nella forma di Laboratorio per ottenere il totale minimo di 40 CFU come “attività applicative e di laboratorio” , con un “ritorno” al Vecchio Ordinamento con Laboratori monodisciplinari, contrari alla tradizione torinese, a meno che non si formulino modalità di didattica applicativa e di laboratorio (come recita la direttiva) che siano innovativi rispetto al passato, che consentano -ad esempio- l’addestramento all’uso di strumentazioni specifiche o la partecipazione attiva a un’esperienza di elaborazione concreta (cantiere didattico, sperimentazione, realizzazione di prototipi) scaturita all’interno di una disciplina;

- semestri molto “pesanti” in termini di frequenza per gli studenti, obbligati durante la settimana a frequentare un’attività pratica disciplinare e 2 corsi disciplinari in parallelo con l’esperienza progettuale nell’Unità di progetto.

C- Le ragioni di una scelta

In seguito alla proposta di questi due modelli organizzativi, abbiamo cercato di elaborare alcune simulazioni riguardanti la collocazione delle varie discipline nelle 3 forme di insegnamento: Unità di progetto, Laboratori monodisciplinari, corsi caratterizzanti. Anche nella discussione e nel confronto con i modelli formativi proposti nelle Lauree magistrali in classe LM -4 della Seconda Facoltà di architettura, è emerso con chiarezza che il secondo modello, da noi studiato fosse quello preferibile.

La ragione principale di questa scelta riguarda la possibilità effettiva di garantire maggiori libertà di scelta da parte dello studente. Questo fatto appare molto importante se intendiamo rispettare un valore forte di questa Laurea magistrale: consentire allo studente la possibilità di acquisire competenze progettuali nei due “campi”

sperimentati all’interno delle due attuali Lauree magistrali in Architettura: il campo della “costruzione”, e quello della “progettazione urbana e territoriale”.

In particolare, la possibilità di utilizzare in diversi modi ben 20 CFU opzionali nel primo semestre del secondo anno, tutela il diritto dello studente di approfondire in diversi modi le sue conoscenze, competenze, e interessi culturali, e di completare il suo ciclo di formazione, anche in relazione con il lavoro della tesi di Laurea. Per esempio:

- approfondimento di specifiche conoscenze e competenze, nel campo delle scienze umane, o delle scienze tecniche, sotto la forma di “seminari avanzati”;

- esperienze progettuali diverse dalle Unità di progetto, sotto forma di “workshop”, oppure di esperienze progettuali anche monodisciplinari;

- accesso ad offerte formative di altre Lauree, in particolare nella Laurea magistrale in Ecodesign, oppure nelle altre Lauree magistrali in classe LM- 4 dell’Ateneo, oppure ancora in Lauree magistrali di altri classi (per esempio in Pianificazione territoriale, oppure in Ingegneria Edile).

Per la chiusura delle schede RAD, occorre tuttavia prioritariamente rispondere ad alcune scelte di fondo:

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9 1. Definizione dei Settori disciplinari.

Mentre alcuni ambiti disciplinari vincolano un unico Settore scientifico-disciplinare, altri Ambiti lasciano una libertà di scelta tra 2, 3 o 4 Settori scientifico-disciplinari. Si dovranno quindi scegliere quali Settore scientifico-disciplinare attribuire ai relativi Ambiti disciplinari, evidenziati in giallo nel prospetto seguente:

Attività formative caratterizzanti

ambito disciplinare settore CFU

Progettazione architettonica e urbana ICAR/14 Composizione architettonica e urbana 16

Discipline storiche per l'architettura ICAR/18 Storia dell'architettura 6

Analisi e progettazione strutturale dell'architettura

ICAR/07Geotecnica

ICAR/08Scienza delle costruzioni ICAR/09 Tecnica delle costruzioni

6

Discipline estimative per l'architettura e

l'urbanistica ICAR/22 Estimo 6

Progettazione urbanistica e pianificazione territoriale

ICAR/20 Tecnica e pianificazione urbanistica

ICAR/21 Urbanistica 6

Rappresentazione dell'architettura e dell'ambiente

ICAR/06 Topografia e cartografia

ICAR/17 Disegno 6

Teorie e tecniche per il restauro

architettonico ICAR/19 Restauro 6

Discipline fisico-tecniche ed impiantistiche per l'architettura

FIS/01 Fisica sperimentale ING-IND/10 Fisica tecnica industriale ING-IND/11 Fisica tecnica ambientale

6

Discipline tecnologiche per l'architettura e la produzione edilizia

ICAR/10 Architettura tecnica ICAR/11 Produzione edilizia ICAR/12 Tecnologia dell'architettura

6

Discipline economiche, sociali, giuridiche per l'architettura e l'urbanistica

IUS/10 Diritto amministrativo SECS-P/06 Economia applicata

SPS/10 Sociologia dell'ambiente e del territorio

6

Totale crediti per le attività caratterizzanti 70

Questa scelta dovrà inoltre essere confrontata con le Lauree magistrali in classe LM- 4 della Seconda Facoltà, in modo da garantire 30 CFU diversi, necessari per l’attivazione di più Lauree nella stessa classe all’interno dell’Ateneo.

2. Definizione delle discipline “affini e integrative”

Dovrà essere definito il “catalogo” di quali discipline potranno offrire un’offerta formativa, garantendo un ampio spettro di possibilità, anche per tutelare la possibilità di accedere all’offerta di altri Corsi di laurea, non solo nel nostro Ateneo.

3. Numerosità della Laurea e delle classi

Abbiamo elaborato diversi scenari, per verificare la sostenibilità della Laurea: 80 studenti immatricolati, corrispondenti al numero massimo di studenti per l’attivazione della Laurea in classe LM- 4, 120 studenti, e 160 studenti. Con 80 studenti, i corsi disciplinari vengono erogati per un’unica classe di 80, le unità di progetto prevedono un massimo di 30 studenti (3 U.P. da attivare per semestre), mentre i Laboratori monodisciplinari devono essere sdoppiati (2x 40 studenti). Per 120 studenti, i corsi disciplinari vengono sdoppiati con due classi di 60, le unità di progetto prevedono un massimo di 30 studenti (4 U.P. da attivare per semestre), mentre i Laboratori monodiciplinari devono essere sdoppiati (2x 60 studenti). Per 160 studenti, i corsi disciplinari vengono sdoppiati con due classi di 80, le unità di progetto prevedono un massimo di 35 studenti (5 U.P. da attivare per semestre), mentre i Laboratori monodisciplinari devono essere triplicati (3x 53 studenti).

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