Motivazione
Dott.ssa Maria Teresa Turano
Prospettive sulla motivazione
• Motivazione: processo che influenza direzione, persistenza e vigore di un comportamento diretto a uno scopo a
• Teorie sugli istinti:
– Istinto: caratteristica ereditaria, comune a tutti I membri di una secie, che produce
automaticamente una certa risposta quando l'organismo viene esposto a un particolare stimolo
– Le teorie moderne fanno riferimento agli studi sui gemelli e sui figli adottati
– Basi evolutive
• Omeostasi e pulsioni:
– Omeostasi: stato di equilibrio fisiologico interno che il corpo cerca di mantenere
– Requisiti:
•Un meccanismo sensoriale che rilevi I cambiamenti dell'ambiente interno
•Un sistema di risposta che possa ripristinare l'equilibrio
•Un centro di controllo che riceva le informazioni dai sensori e attivi il sistema di risposta
– Punto prefissato: livello prefissato che mantiene l'omeostasi
Prospettive sulla motivazione
• Omeostasi e pulsioni (continua):
– Pulsioni: stati di tensione interna che motivano un organismo a comportarsi in modo tale da ridurre tali tensioni (es. fame)
– Incongruenza: spesso ci comportuamo in modo tale da aumentare, anzichè ridurre, gli stati di attivazione o le pulsioni (es. dieta)
– Alcuni comportamenti non possono essere spiegati attraverso la riduzione della pulsione (es. andare in una galleria d'arte)
Prospettive sulla motivazione
• Hebb (1955): teoria dell'attivazione ottimale
– In un ambiente noioso, l'individuo andrà in cerca di stimoli
– In un ambiente troppo ricco di stimoli, andrà in cerca di pace e tranquillità
• Seligman & Maier (1967): impotenza appresa
I cani non cercavano di sfuggire alla scossa elettrica anche se avrebbero potuto
Prospettive sulla motivazione
• Motivazione all'approccio e all'evitamento:
– Sistema di attivazione comportamentale (BAS):
viene stimolato ad agire da segnali di potenziale ricompensa e di gratificazione di un'esigenza
•Fa sì che la persona avvii o intensifichi i movimenti
verso obiettivi positivi avvertendo un'anticipazione di un piacere
– Sistema di inibizione comportamentale (BIS):
risponde a stimoli che segnalano potenziale dolore, mancato rinforzo e punizione
•Produce paura e comportamenti evitanti
Prospettive sulla motivazione
Prospettive sulla motivazione
Motivazione all'approccio e all'evitamento (continua):
– BAS e BIS coinvolgono sistemi di
neurotrasmissione diverso e differenti aree del cervello
•BAS coinvolge l'area prefrontale dell'emisfero sinistro
•BIS coinvolge numerose strutture del sistema limbico e il sistema frontale destro
– La teoria aiuta ad organizzare i processi
cognitivi, psicologici e comportamentali implicati nella ricerca del piacere e nell'evitamento del dolore
Prospettive sulla motivazione
Prospettive sulla motivazione
• Processi cognitivi:
– Incentivi: stimoli ambientali che attirano un organismo verso un obiettivo
– Teoria aspettativa-valore: il
comportamento è determinato da:
•Forza dell'aspettativa che ha la persona di giungere a un obiettivo
•Valore incentivante che la persona attribuisce all'obiettivo
•Motivazione= Aspettativa x Valore incentivante
• Processi cognitivi (continua):
– Motivazione estrinseca: eseguire un'attività per ottenere una
ricompensa esterna o evitare una punizione
– Motivazione intrinseca: eseguire un'attività per piacere di farla
Prospettive sulla motivazione
• Punti di vista psicodinamici:
– Motivazioni inconsce influenzano il modo in cui ci comportiamo
– Freud enfatizza le motivazioni sessuali e aggressive
•Poche ricerche a supporto
– Molti teorici moderni mettono in risalto alcune motivazioni, come il desiderio di autostima e di appartenenza sociale delle persone
– Le persone non sempre sono consapevoli dei fattori che le motivano
Prospettive sulla motivazione
• La gerarchia dei bisogni di Maslow:
– Gerarchia dei bisogni: una progressione che
contiene I bisogni fisiologici alla base, mentre ai vertici ci sono I bisogni di crecita sociale
– Autorealizzazione: la necessità di soddisfare il nostro potenziale
•L'autorealizzazione è la motivazione umana ultima
•La maggior parte delle persone si concentra sulla soddisfazione dei bisogni più bassi nella gerarchia al punto da dedicare troppo poco tempo
all'autorealizzazione
Prospettive sulla motivazione
Prospettive sulla motivazione
• Teoria dell'autodeterminazione: si
concentra su tre fondamentali bisogni psicologici:
– Competenza: bisogno di padroneggiare nuove sfide e di perfezionare le proprie capacità
– Autonomia: bisogno di ottenere maggiore libertà e di regolarsi da soli e non
mediante forze esterne
– Relazioni: bisogno di creare legami significativi con gli altri
Prospettive sulla motivazione
La motivazione sociale
• Affiliazione sociale:
– Teorie evoluzioniste: gli esseri umani si sono evoluti per divenire creature
altamente socievoli
– L'affiliazione presenta numerosi vantaggi adattivi
•Maggiore accesso a possibili partner sessuali
•Maggiore protezione dai predatori
•Efficiente suddivisione del lavoro
•Trasmissione delle conoscenze di generazione in generazione
• Affiliazione sociale (continua):
– I rapporti sociali positivi costituiscono un contributo importante per una vita
soddisfacente
– 4 motivi psicologici basilari (Hill, 1987):
•Ottenere stimoli positivi
•Ricevere sostegno emotivo
•Ottenere attenzione
•Consentire il confronto sociale
– Confronto sociale: confrontare le nostre convinzioni, i nostri sentimenti e i nostri comportamenti con quelli di altre persone
La motivazione sociale
• Affiliazione sociale (continua):
– L'intensità del desiderio di amicizia varia da persona a persona
– Il bisogno di affiliazione è influenzato da fattori situazionali
•Situazioni che incutono paura
•Esclusione sociale
La motivazione sociale
La motivazione al successo
• Motivazione al successo:
– Bisogno di realizzazione: desiderio positivo di riuscire in un compito e di competere con
successo negli standard di eccellenza
•Motivazione al successo e paura di fallire
– Persone fortemente motivate al successo:
obiettivi elevati e poca paura di fallire
•Percepiscono loro stessi come responsabili degli esiti
•Preferiscono compiti intermedi
•Desiderano un feedback della performance
• La teoria del conseguimento dell'obiettivo: si concentra sul modo in cui il successo viene definito sia dal singolo che
all'interno della situazione stessa
La motivazione al successo
•
Orientamento alla padronanza: si concentra soprattutto sul miglioramento personalesforzandosi al massimo e perfezionando nuove abilità
•
Orientamento all’ego: il suo scopo è rendere meglio degli altri•
Clima motivazionale: situazione che, nella definizione del successo rispetto a unobiettivo, incoraggia o ricompensa un
approccio orientato alla padronanza oppure all’ego
La motivazione al successo
• Orientamento verso il conseguimento dell'obiettivo:
– Obiettivi di approccio basati sulla padronanza:
desiderio di padroneggiare un compito e imparare nuove conoscenze e abilità
– Obiettivi di approccio basati sull'ego: orientamento competitivo che si concentra sull'essere giudicati favorevolmente rispetto alle altre persone
– Obiettivi di evitamento basati sulla padronanza: paura di non rendere all'altezza dei propri standard
– Obiettivi di evitamento basati sull'ego: paura di fare meno bene rispetto agli altri
La motivazione al successo
• Orientamento verso il conseguimento dell'obiettivo (continua):
– Teoria del conseguimento degli obiettivi 2x2:
ciascuno di noi può essere descritto in funzione di un “profilo motivazionale verso l'obiettivo”
•Gli obiettivi da conseguire per gli studenti universitari predicono la loro risposta psicologica al corso e il loro rendimento nello stesso corso
•La combinazione di orientamento alla padronanza e orientamento all'ego potrebbe risultare ottimale
•L'orientamento alla padronanza è preferibile all'orientamento all'ego
La motivazione al successo
La motivazione al successo
• Clima motivazionale:
– Influenzato da: genitori, insegnanti, allenatori e supervisori
– Clima che coinvolge l'ego: le persone sono messe a confronto tra loro, vernfono sollecitate a
competere per essere migliori e quelle che rendono meglio sono oggetto di particolari attenzioni
– Clima che coinvolge la padronanza: gli sforzi, il godimento dell'attività e il miglioramento
personale sono messi in rilievo e vengono ricompensati
La motivazione al successo
• Famiglia e bisogno di successo:
– Creare un ambiente stimolante dal punto di vista cognitivo favorisce la motivazione intrinseca nei bambini
– I genitori che incoraggiano e premiano i risultati, senza però punire i fallimenti, promuovono una forte motivazione al successo
– Il timore di fallire si sviluppa quando gli educatori danno per scontato il successo ma puniscono il fallimento
La motivazione al successo
• Cultura e bisogno di successo:
– Le norme culturali forgiano la motivazione al successo
•Le culture individualistiche tendono a sottolineare i successi personali
•Nelle culture collettivistiche la motivazione al successo riflette in modo più forte il desiderio di essere accettati nella famiglia e nel gruppo sociale, di soddisfare le loro aspettative e di lavorare per i loro obiettivi
La motivazione al successo
Il conflitto motivazionale
• Conflitto approccio-approccio: si verifica quando ci troviamo di fronte a due
alternative allettanti e sceglierne una significa rinunciare all'altra
• Conflitto evitamento-evitamento: si verifica quando dobbiamo scegliere tra due
alternative indesiderabili
• Conflitto approccio-evitamento: significa essere al contempo attratti e respinti dallo stesso obiettivo
Prospettive sulla motivazione
• Motivazione:
La MOTIVAZIONE è una configurazione organizzata di esperienze soggettive che consente di spiegare l’inizio, la direzione, l’intensità e la persistenza di un
comportamento diretto a uno scopo (De Beni e Moè, 2000).
Stati motivazionali
• Motivato chi agisce avendo delle motivazioni
- Lo studente che si presenta all’esame, con l’aspettativa di far bene
• Demotivato chi non agisce in base a delle motivazioni
- Lo studente che non sentendosi preparato a sufficientemente si presenta all’appello successivo
• Non motivato chi non possiede motivazioni
- Lo studente che non dimostra nessun interesse a far bene o male, manifestando un ridotto coinvolgimento
Motivi
• Motivazione estrinseca: le persone risultano motivate se spinte dalla promessa di premi o dalla minaccia di punizioni e quindi da
elementi esterni all’attività stessa e
dipendenti dal livello di risultato conseguito.
- rinforzo
Motivi
• Motivazione intrinseca: lo svolgimento del compito o dell’attività dipende
dall’interesse, dalla volontà di
autodeterminarsi dell’individuo. Svincolato quindi bisogni e forze esterne.
- personalità
Motivazione intrinseca e personalità
• Vicinanza tra motivazione intrinseca e personalità
La personalità è un insieme di modi di
esprimere preferenze per certe attività per il semplice gusto di affrontarle a prescindere
dal risultato concreto e in assenza di
pressioni esterne (es. premi, evitamento di punizioni)
Teorie di personalità e
motivazione
Motivi
• Preoccupazione ricorrente (pursuit o
concern) la preferenza per specifici obiettivi che porta ad un’attenzione selettiva verso particolari stimoli.
- Sono impliciti: sono fuori dalla consapevolezza
- Non rilevabili con strumenti autovalutativi - Possono essere considerati dei tratti di
motivazione, elementi distintivi presenti fin dalla nascita e aventi una componente
emotiva, non consapevole.
TAT (Murray, 1938)
• Test di appercezione tematica il soggetto deve comporre, in base alla scena
raffigurata sulla tavola, un racconto indicando:
- Cosa sta succedendo
- I pensieri e i sentimenti delle persone coinvolte
- Avvenimenti precedenti alla scena - Conclusione dell’evento
Teoria motivazionale di McClelland (1951)
• Secondo McClelland possono essere individuati 3 MOTIVI fondamentali:
- Riuscita: porta a ricercare situazioni che portano al successo focus sulla
prestazione
- Affiliazione: bisogno di accettazione da parte degli altri e di protezione
- Potere: desiderio di autoaffermazione,
attraverso il controllo o l’influenza sugli altri
Teoria motivazionale di McClelland (1951)
Ogni motivo ha una componente di:
1. AVVICINAMENTO 2. EVITAMENTO
Basi biologiche
RIUSCITA vasopressina
AFFILIAZIONE dopamina
POTERE testosterone e norepinefrina
Basi biologiche
Tuttavia i processi di socializzazione possono influenzare l’emergenza dei motivi.
Ad esempio
Alte richieste di prestazioni predicono il motivo alla riuscita
Permissivismo nei confronti di comportamenti aggressivi nei bambini sostiene il motivo al potere
Basi biologiche
Rheinberg (2006)
Motivi Immagine di sè
Basi biologiche: localizzazione emisferica
Rheinberg (2006)
Motivi Immagine di sé
Emisfero destro Emisfero sinistro
Motivo implicito: sensation seeking
• Un motivo implicito conduce alla preferenza per attività a rischio
Ricerca di sensazioni (sensation seeking) Spinta motivazionale che porta a porta a
provare sensazioni sempre nuove e si accompagna alla ricerca di novità
Motivo implicito: sensation seeking
• Un motivo implicito conduce alla preferenza per attività a rischio
Disposizioni motivazionali
•Tendenza
all’avvicinamento/allontanamento:
è un tratto del temperamento che ha forti collegamenti con le
emozioni ed ha una base biologica
(identificata da Gray nel 1970).
Disposizioni motivazionali
• TENDENZA ALL’AVVICINAMENTO
- BAS (sistema dopaminergico), conduce a comportamenti motivati o ad
evitamento attivo. Si ritiene che sia alla base dell’impulsività
• TENDENZA ALL’EVITAMENTO - BIS conduce ad inibizione ed
evitamento passivo. Si suppone essere la
base biologica degli stati d’ansia.
Disposizioni motivazionali
• Elliot e Thrash (2002)
Relazione tra sistemi BIS/BAS con i tratti di personalità
BAS (sistema dopaminergico)
estroversione e tendenza a provare emozioni positive
BIS nevroticismo e provare
emozioni negative
Temperamento e motivazione
• Carver e White (1994)
Questionario che valuta le dimensioni di avvicinamento/evitamento.
24 item → 4 fattori BIS
BAS drive
BAS fun seeking
BAS reward resp.
Temperamento e motivazione
• Questionaro BIS/BAS
Ogni item del questionario è un’affermazione che descrive una situazione o uno specifico stato d’animo e con la quale Lei potrebbe essere in accordo o in disaccordo. Per ogni affermazione Lei dovrà indicare quanto è in accordo o in disaccordo con quanto riportato nella frase scegliendo una sola delle quattro alternative proposte:
1=completamente vero per me 2=abbastanza vero per me
3=abbastanza falso per me
4=completamente falso per me
Motivazioni
intrinseche/estrinseche
• La persona «motivata» è un soggetto attivo, che sceglie cosa fare, come e per quali motivi.
• La persona «motivata» è un agente
passivo, spinto da altri, dalla situazione
o da sistemi di ricompensa esterni.
Percezione di competenza
• Una motivazione intrinseca,
motivazione di effectance, porta ad uno stato motivazionale che spinge a sperimentare un senso di padronanza - Motivazione di effectance
motivazione a controllare e ad avere
padronanza dell’ambiente
Percezione di competenza
• Una motivazione intrinseca,
motivazione di effectance, porta ad uno stato motivazionale che spinge a sperimentare un senso di padronanza - Motivazione di effectance
motivazione a controllare e ad avere
padronanza dell’ambiente
Il ruolo dell’ambiente: il modello di Harter (1978)
• Come si ostacola lo sviluppo della motivazione di effectance?
1. scoraggiando una persona nei primi tentativi di padronanza
- ad esempio in una situazione di fallimento dire:
“lascia stare faccio io”, “non sei capace”, “a me riesce meglio e più velocemente”
2. la disapprovazione porta il bambino ad evitare di mettersi in gioco.
3. aumento dell’ansia, percezione di non controllo della situazione.
Concetti chiave introdotti da Harter
• Percezione di competenza: essere efficaci nel proprio agire,
riuscire a concretizzare i propri obiettivi, modificare la situazione.
• Percezione di controllo: l’andamento della situazione o la
possibilità di raggiungere un obiettivo dipende in parte da se stessi (senso di responsabilità).
• Sfida ottimale: competizione tra sé e il compito. La sfida è
ottimale se consente, una volta vinta, di incrementare le proprie capacità e competenze.
• Motivazione interiorizzata: capacità di auto-ricompensa. La
persona riesce a svincolarsi dal riconoscimento esterno.
Motivazione di effectance e
personalità
Una sfida ottimale: l’esperienza di flusso
• E’ quel tipo di esperienza che si prova quando si è talmente assorbiti in un compito da dimenticare il passare del tempo e anche se stessi e i propri
bisogni: fame, freddo ecc.
-
Non vi è interesse per lo stato finale, ossia per gli obiettivi che si possono raggiungere, ma profonda concentrazione nello svolgimento del compito.Compiti che portano ad un’esperienza di flusso
• L’esperienza di flusso emergerebbe nell’esecuzione di un compito che
- può mettere alla prova le abilità di chi lo esegue, senza eccedere in difficoltà – cosa che crea ansia – o risultare troppo semplice – caratteristica che produce apatia o disinteresse.
- è ritenuta importante e di valore per sé e venga, quindi, sentita come propria.
- è affrontata per il piacere che si prova e non per i risultati o giudizi a cui conduce.
Teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan (1985)
• Ad esempio: Boggiano e Pittman (1992)
- Fase 1 Persone che aspettano in una sala d’aspetto.
Gruppo 1: viene invitato a leggere delle riviste Gruppo 2: viene invitato a fare ciò che vuole.
- Fase 2 I due gruppi nuovamente inseriti nella sala d’aspetto. L’istruzione per entrambi: fate ciò che volete.
Chi legge le riviste? Ci sono differenze fra Gruppo 1 e 2?
Teoria dell’autodeterminazione
di Deci e Ryan (1985)
Teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan (1985)
La soddisfazione di questi bisogni, in un ambiente adatto, favorirebbe la realizzazione di sé, un buon livello di autostima, una riduzione di eventuali
sintomi depressivi o patologici e il benessere.
Quindi, alla soddisfazione di autonomia,
competenza e relazione si associano variazioni:
nell’umore
nella vitalità
nei sintomi fisici
nell’autostima
Teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan (1985)
Possono ridurre la percezione di autodeterminazione:
- paure legate al compito o alle proprie capacità (non possedere le capacità adatte a svolgere il compito, ad esempio: “Sei troppo piccolo”, “non sei capace ”)
- scadenze (limiti temporali accrescono l’ansia e favoriscono l’interesse per il risultato)
- valutazioni e giudizi (confronto con i risultati di altri)
- troppe direttive su come e cosa fare
Teoria dell’autodeterminazione
di Ryan e Deci (2000)
Teorie implicite dell’intelligenza
Secondo Dweck esistono due tipi di convinzioni ENTITARIO:
- “si nasce così”
preoccupati di dimostrare ciò che sono quanto valgono e cosa sanno fare
evitano situazioni che potrebbero evidenziare i limiti delle loro capacità.
Valutazione: giudizio su di sé, una misura delle proprie abilità.
Emozioni tipiche: paura del giudizio, dell’insuccesso, noia
conseguente alla scelta di compiti e situazioni “facili” dove non c’è grosso rischio di fallire ed essere giudicati incompetenti.
Teorie implicite dell’intelligenza
Secondo Dweck esistono due tipi di convinzioni INCREMENTALE:
- “si diventa così”
più rivolti ad imparare, migliorare, accrescere competenze e abilità
Valutazione: riguarda la prestazione e non la persona.
Emozione tipica: sfida = challenge che indica il gusto di affrontare compiti, situazioni o occasioni sociali per mettere alla prova le
proprie abilità e migliorarle.
Un incrementale reagisce all’insuccesso pensando di non essersi impegnata abbastanza o di non aver scelto le strategie migliori per riuscire, sa imparare dai propri errori.
Teorie implicite dell’intelligenza
Quindi gli ENTITARI si distinguono dagli incrementali per:
- la reazione all’insuccesso
- l’atteggiamento verso le novità.
L’insuccesso per un entitario è: “NON SONO PORTATO PER QUEL COMPITO”, oppure “NON SONO ADATTO PER QUELLA
SITUAZIONE”.
Porta a concludere di non essere bravi o di non avere la giusta personalità. QUINDI: a pensare di non poter migliorare o
cambiare.
Mueller e Dweck (1998) teoria entitaria dell’intelligenza rende vulnerabili agli insuccessi.
Teorie implicite dell’intelligenza
Possedere una teoria entitaria o incrementale:
- definisce l’interpretazione della propria ed altrui intelligenza e personalità
- orienta verso certi obiettivi e non altri DWECK distingue 2 tipologie di obiettivi:
DI PRESTAZIONE. Mirare a dimostrare che si vale al fine di ottenere giudizi positivi su di sé o di evitare di mostrarsi incapaci. Focus
come la prestazione è vista dagli altri.
DI PADRONANZA. Sentire che il proprio agire ha conseguenze
importanti per sé. Focus ciò che si sta facendo e su di sé come soggetto che impara e vive esperienze.
Teorie implicite dell’intelligenza e obiettivi
ENTITARIA:
Tende a sviluppare obiettivi di prestazione
La persona tende a definirsi in base ai propri risultati e questi sono fonti importanti di giudizio su di sé.
INCREMENTALE:
Tende a sviluppare obiettivi alla padronanza La persona distingue sé dai propri risultati.
Interpreta i risultati come elementi che possono aiutare a cambiare e migliorare.
Teorie implicite dell’intelligenza e obiettivi
OBIETTIVI DI PRESTAZIONE OBIETTIVI DI PADRONANZA
Teorie implicite dell’intelligenza e della personalità
• Cheng e Hau (2003) studi mirati a capire se chi possiede una visione entitaria dell’intelligenza avrà la stessa
visione anche in altri ambiti (personalità, creatività, intelligenza emotiva, moralità).
- Se una persona non si impegna a cambiare qualche
elemento di personalità questa risulterà, naturalmente, stabile.
Spinath, Riemann e Angleitner (2003) hanno dimostrato che le teorie incrementali o entitarie sono poco legate all’effettiva intelligenza e ai diversi tratti di personalità (e comunque a maggiore intelligenza tende a corrispondere una visione più entitaria).
Perché è successo?
Le persone dopo un successo o un insuccesso sentono il bisogno di dare una spiegazione
Secondo Weiner le persone di fronte ai propri risultati positivi (successi) o negativi (fallimenti) tendono a
esprimere delle cause classificabili in interne o esterne a
seconda del locus of control ovvero a ritenere che è merito o colpa propria (locus interno) o degli altri (locus esterno).
Dopo questa riflessione molto immediata e che può essere osservata nel bambino fin dai primi mesi di vita vengono
sviluppate altre due valutazioni circa la stabilità e la controllabilità.
Le attribuzioni
Processi attraverso i quali gli individui interpretano le cause degli eventi
Questi processi sono una conseguenza del bisogno, presente in ogni individuo, di comprendere il mondo e le sue regole (Heider, 1958).
Classificazione delle attribuzioni
Lo stile attributivo
Insieme sufficientemente stabile di credenze e di categorie causali a cui le persone abitualmente fanno riferimento per spiegare la realtà.
Lo stile di attribuzione ha come antecedenti:
la prestazione attuale, la prestazione passata e la prestazione degli altri influisce su quella futura.
Errore sistematico di attribuzione o bias edonico
Lo stile attributivo
Lo stile attributivo
Lo stile attributivo
Stile di attribuzione, aspettative, emozioni e persistenza
L’attribuzione a cause stabili (abilità/inabilità,
facilità/difficoltà del compito) porta ad aspettare in caso di successo, un ulteriore successo o, in caso di fallimento, un ulteriore fallimento.
Stile di attribuzione, aspettative,
emozioni e persistenza
Stili di coping: fronteggiare o evitare?
Di fronte ai problemi, alle difficoltà, alle incertezze, ai rifiuti o agli insuccessi le persone possono reagire o soccombere anche in base a delle loro convinzioni e rappresentazioni delle proprie capacità.
Lo stile di «coping» (dall’inglese to cope = fronteggiare) si riferisce alla modalità individuale di fare fronte ai problemi
e alle difficoltà.
Stili di coping
STRATEGICO EVITAMENTO SOCIALE
EMOTIVO
Impotenza appresa
L’impotenza appresa è accompagnata dall’aspettativa dell’inevitabile fallimento e dalla sensazione che non sia possibile fare niente per affrontare positivamente la
situazione.
- Negli studi in ambito umano è stato dimostrato che il
verificarsi di fenomeni di impotenza appresa dipende dal tipo di attribuzione formulata.
- Se gli insuccessi sono ricondotti a cause controllabili (ad esempio impegno) allora l’individuo può preservare
un’aspettativa di riuscita.
Resilienza
La resilienza è la capacità di piegarsi (alle avversità, agli insuccessi, ai lutti) e di non spezzarsi, ma reagire.
- È favorita dal supporto sociale, da un senso di agentività («posso farcela!») e dall’avere obiettivi e valori da
perseguire e in cui si crede.
- La persona resiliente, dopo avere vissuto una perdita di controllo o situazioni di difficoltà, tende a impegnarsi e a lavorare di più, invece di diminuire lo sforzo.
L’autoefficacia: due componenti
Motivazione
Strategie
L’autoefficacia
Obiettivo Affrontare Evitare
PADRONANZA
OTTENERE RISULTATI
DIMOSTRAZIONE DI ABILITA’
Desiderio di migliorarsi di crescere, di imparare
abilità
Voglia di ottenere buoni risultati e standard
personali
Voler ottenere giudizi positivi dagli altri
Desiderio di competere Standard normativi
Paura di non riuscire a
padroneggiare il compito, a gestirlo, sentirsi
incompetenti
Timore di non farcela a raggiungere i propri obiettivi e standard Evitare giudizi di incompetenza
Paura di essere vinti, di fare brutta figura
Modello aspettative-valori di Eccles e coll. (1983)
Secondo Eccles e coll. il senso si autoefficacia non si basa esclusivamente sulle aspettative di riuscita e sulla
valutazione delle competenze ma deriva anche da:
- valore dato al compito - aspettative personali
Se la persona considera il compito importante e se pensa di riuscire comportamento motivato
È necessario che la persona ritenga che il compito o la situazione abbiano significato e valore personale.
Modello aspettative-valori di Eccles e coll. (1983)
Aspettative degli altri Obiettivi Valore dato al compito
Spiegazioni date ai propri risultati
Percezioni di abilità e di
facilità Aspettative personali
Motivazione
Modello aspettative-valori di Eccles e coll. (1983)
Secondo Eccles e coll. il VALORE fa riferimento a:
Obiettivi a lungo termine: es. studente che prepara un esame in vista del conseguimento della laurea
Emozioni anticipate per il successo: es. sportivo che si allena per la vittoria e anticipa orgoglio/soddisfazione
Valore in sé del compito: utilità del compito in sé, es. sport per mantenere la forma fisica
Importanza del risultato: l’attività rientra nella definizione di sé. Es. studente che ritiene valga la pena affrontare lo studio perché può accrescere le proprie conoscenze utili per la professione futura
Teoria delle percezioni di sé (Markus e Nurius, 1985)
Percezioni di sé: rappresentazioni che abbiamo di noi stessi e che le persone che ci conoscono hanno su di noi.
Teoria delle percezioni di sé (Markus e Nurius, 1985)
Percezioni di sé: rappresentazioni che abbiamo di noi stessi e che le persone che ci conoscono hanno su di noi.
Teoria delle percezioni di sé (Markus e Nurius, 1985)
Discrepanza
Emozioni anticipate
Teoria di Atkinson
La spinta motivazionale deriva dalla relazione moltiplicativa tra:
TENDENZA INDIVIDUALE caratteristica disposizionale (tratto di personalità)
PROBABILITA’ di riuscita
- alta probabilità in compiti ritenuti facili
- bassa probabilità in compiti ritenuti difficili INCENTIVO (emozione anticipata)
- Tendenza al successo Orgoglio o soddisfazione - Tendenza all’insuccesso Vergogna
Teoria di Atkinson
Teoria di Atkinson
Teoria di Atkinson
Le emozioni precedono il comportamento motivato e contribuiscono, assieme alle tendenze di base e alla percezione di difficoltà del compito, a far sì che la persona si motivi o rinunci
Emozione anticipata:
Risente di componenti personali
Legata all’esperienza pregressa (es. regolata dalla frequenza degli insuccessi)
Risente del giudizio sociale
Risente dei valori ritenuti importanti per il singolo