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Motivazione. Dott.ssa Maria Teresa Turano

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(1)

Motivazione

Dott.ssa Maria Teresa Turano

(2)

Prospettive sulla motivazione

Motivazione: processo che influenza direzione, persistenza e vigore di un comportamento diretto a uno scopo a

• Teorie sugli istinti:

Istinto: caratteristica ereditaria, comune a tutti I membri di una secie, che produce

automaticamente una certa risposta quando l'organismo viene esposto a un particolare stimolo

Le teorie moderne fanno riferimento agli studi sui gemelli e sui figli adottati

Basi evolutive

(3)

• Omeostasi e pulsioni:

Omeostasi: stato di equilibrio fisiologico interno che il corpo cerca di mantenere

Requisiti:

•Un meccanismo sensoriale che rilevi I cambiamenti dell'ambiente interno

•Un sistema di risposta che possa ripristinare l'equilibrio

•Un centro di controllo che riceva le informazioni dai sensori e attivi il sistema di risposta

Punto prefissato: livello prefissato che mantiene l'omeostasi

Prospettive sulla motivazione

(4)

• Omeostasi e pulsioni (continua):

Pulsioni: stati di tensione interna che motivano un organismo a comportarsi in modo tale da ridurre tali tensioni (es. fame)

Incongruenza: spesso ci comportuamo in modo tale da aumentare, anzichè ridurre, gli stati di attivazione o le pulsioni (es. dieta)

Alcuni comportamenti non possono essere spiegati attraverso la riduzione della pulsione (es. andare in una galleria d'arte)

Prospettive sulla motivazione

(5)

Hebb (1955): teoria dell'attivazione ottimale

– In un ambiente noioso, l'individuo andrà in cerca di stimoli

– In un ambiente troppo ricco di stimoli, andrà in cerca di pace e tranquillità

Seligman & Maier (1967): impotenza appresa

I cani non cercavano di sfuggire alla scossa elettrica anche se avrebbero potuto

Prospettive sulla motivazione

(6)

• Motivazione all'approccio e all'evitamento:

Sistema di attivazione comportamentale (BAS):

viene stimolato ad agire da segnali di potenziale ricompensa e di gratificazione di un'esigenza

•Fa sì che la persona avvii o intensifichi i movimenti

verso obiettivi positivi avvertendo un'anticipazione di un piacere

Sistema di inibizione comportamentale (BIS):

risponde a stimoli che segnalano potenziale dolore, mancato rinforzo e punizione

•Produce paura e comportamenti evitanti

Prospettive sulla motivazione

(7)

Prospettive sulla motivazione

(8)

Motivazione all'approccio e all'evitamento (continua):

BAS e BIS coinvolgono sistemi di

neurotrasmissione diverso e differenti aree del cervello

•BAS coinvolge l'area prefrontale dell'emisfero sinistro

•BIS coinvolge numerose strutture del sistema limbico e il sistema frontale destro

La teoria aiuta ad organizzare i processi

cognitivi, psicologici e comportamentali implicati nella ricerca del piacere e nell'evitamento del dolore

Prospettive sulla motivazione

(9)

Prospettive sulla motivazione

• Processi cognitivi:

Incentivi: stimoli ambientali che attirano un organismo verso un obiettivo

Teoria aspettativa-valore: il

comportamento è determinato da:

•Forza dell'aspettativa che ha la persona di giungere a un obiettivo

•Valore incentivante che la persona attribuisce all'obiettivo

•Motivazione= Aspettativa x Valore incentivante

(10)

• Processi cognitivi (continua):

Motivazione estrinseca: eseguire un'attività per ottenere una

ricompensa esterna o evitare una punizione

Motivazione intrinseca: eseguire un'attività per piacere di farla

Prospettive sulla motivazione

(11)

• Punti di vista psicodinamici:

– Motivazioni inconsce influenzano il modo in cui ci comportiamo

– Freud enfatizza le motivazioni sessuali e aggressive

•Poche ricerche a supporto

– Molti teorici moderni mettono in risalto alcune motivazioni, come il desiderio di autostima e di appartenenza sociale delle persone

– Le persone non sempre sono consapevoli dei fattori che le motivano

Prospettive sulla motivazione

(12)

• La gerarchia dei bisogni di Maslow:

Gerarchia dei bisogni: una progressione che

contiene I bisogni fisiologici alla base, mentre ai vertici ci sono I bisogni di crecita sociale

Autorealizzazione: la necessità di soddisfare il nostro potenziale

•L'autorealizzazione è la motivazione umana ultima

•La maggior parte delle persone si concentra sulla soddisfazione dei bisogni più bassi nella gerarchia al punto da dedicare troppo poco tempo

all'autorealizzazione

Prospettive sulla motivazione

(13)

Prospettive sulla motivazione

(14)

Teoria dell'autodeterminazione: si

concentra su tre fondamentali bisogni psicologici:

Competenza: bisogno di padroneggiare nuove sfide e di perfezionare le proprie capacità

Autonomia: bisogno di ottenere maggiore libertà e di regolarsi da soli e non

mediante forze esterne

Relazioni: bisogno di creare legami significativi con gli altri

Prospettive sulla motivazione

(15)

La motivazione sociale

• Affiliazione sociale:

Teorie evoluzioniste: gli esseri umani si sono evoluti per divenire creature

altamente socievoli

– L'affiliazione presenta numerosi vantaggi adattivi

•Maggiore accesso a possibili partner sessuali

•Maggiore protezione dai predatori

•Efficiente suddivisione del lavoro

•Trasmissione delle conoscenze di generazione in generazione

(16)

• Affiliazione sociale (continua):

I rapporti sociali positivi costituiscono un contributo importante per una vita

soddisfacente

4 motivi psicologici basilari (Hill, 1987):

•Ottenere stimoli positivi

•Ricevere sostegno emotivo

•Ottenere attenzione

•Consentire il confronto sociale

Confronto sociale: confrontare le nostre convinzioni, i nostri sentimenti e i nostri comportamenti con quelli di altre persone

La motivazione sociale

(17)

• Affiliazione sociale (continua):

– L'intensità del desiderio di amicizia varia da persona a persona

– Il bisogno di affiliazione è influenzato da fattori situazionali

•Situazioni che incutono paura

•Esclusione sociale

La motivazione sociale

(18)

La motivazione al successo

• Motivazione al successo:

Bisogno di realizzazione: desiderio positivo di riuscire in un compito e di competere con

successo negli standard di eccellenza

•Motivazione al successo e paura di fallire

Persone fortemente motivate al successo:

obiettivi elevati e poca paura di fallire

•Percepiscono loro stessi come responsabili degli esiti

•Preferiscono compiti intermedi

•Desiderano un feedback della performance

(19)

La teoria del conseguimento dell'obiettivo: si concentra sul modo in cui il successo viene definito sia dal singolo che

all'interno della situazione stessa

La motivazione al successo

(20)

Orientamento alla padronanza: si concentra soprattutto sul miglioramento personale

sforzandosi al massimo e perfezionando nuove abilità

Orientamento all’ego: il suo scopo è rendere meglio degli altri

Clima motivazionale: situazione che, nella definizione del successo rispetto a un

obiettivo, incoraggia o ricompensa un

approccio orientato alla padronanza oppure all’ego

La motivazione al successo

(21)

• Orientamento verso il conseguimento dell'obiettivo:

Obiettivi di approccio basati sulla padronanza:

desiderio di padroneggiare un compito e imparare nuove conoscenze e abilità

Obiettivi di approccio basati sull'ego: orientamento competitivo che si concentra sull'essere giudicati favorevolmente rispetto alle altre persone

Obiettivi di evitamento basati sulla padronanza: paura di non rendere all'altezza dei propri standard

Obiettivi di evitamento basati sull'ego: paura di fare meno bene rispetto agli altri

La motivazione al successo

(22)

• Orientamento verso il conseguimento dell'obiettivo (continua):

Teoria del conseguimento degli obiettivi 2x2:

ciascuno di noi può essere descritto in funzione di un “profilo motivazionale verso l'obiettivo”

•Gli obiettivi da conseguire per gli studenti universitari predicono la loro risposta psicologica al corso e il loro rendimento nello stesso corso

•La combinazione di orientamento alla padronanza e orientamento all'ego potrebbe risultare ottimale

•L'orientamento alla padronanza è preferibile all'orientamento all'ego

La motivazione al successo

(23)

La motivazione al successo

(24)

• Clima motivazionale:

Influenzato da: genitori, insegnanti, allenatori e supervisori

Clima che coinvolge l'ego: le persone sono messe a confronto tra loro, vernfono sollecitate a

competere per essere migliori e quelle che rendono meglio sono oggetto di particolari attenzioni

Clima che coinvolge la padronanza: gli sforzi, il godimento dell'attività e il miglioramento

personale sono messi in rilievo e vengono ricompensati

La motivazione al successo

(25)

• Famiglia e bisogno di successo:

Creare un ambiente stimolante dal punto di vista cognitivo favorisce la motivazione intrinseca nei bambini

I genitori che incoraggiano e premiano i risultati, senza però punire i fallimenti, promuovono una forte motivazione al successo

Il timore di fallire si sviluppa quando gli educatori danno per scontato il successo ma puniscono il fallimento

La motivazione al successo

(26)

• Cultura e bisogno di successo:

– Le norme culturali forgiano la motivazione al successo

•Le culture individualistiche tendono a sottolineare i successi personali

•Nelle culture collettivistiche la motivazione al successo riflette in modo più forte il desiderio di essere accettati nella famiglia e nel gruppo sociale, di soddisfare le loro aspettative e di lavorare per i loro obiettivi

La motivazione al successo

(27)

Il conflitto motivazionale

Conflitto approccio-approccio: si verifica quando ci troviamo di fronte a due

alternative allettanti e sceglierne una significa rinunciare all'altra

Conflitto evitamento-evitamento: si verifica quando dobbiamo scegliere tra due

alternative indesiderabili

Conflitto approccio-evitamento: significa essere al contempo attratti e respinti dallo stesso obiettivo

(28)

Prospettive sulla motivazione

Motivazione:

La MOTIVAZIONE è una configurazione organizzata di esperienze soggettive che consente di spiegare l’inizio, la direzione, l’intensità e la persistenza di un

comportamento diretto a uno scopo (De Beni e Moè, 2000).

(29)

Stati motivazionali

Motivato  chi agisce avendo delle motivazioni

- Lo studente che si presenta all’esame, con l’aspettativa di far bene

Demotivato  chi non agisce in base a delle motivazioni

- Lo studente che non sentendosi preparato a sufficientemente si presenta all’appello successivo

Non motivato  chi non possiede motivazioni

- Lo studente che non dimostra nessun interesse a far bene o male, manifestando un ridotto coinvolgimento

(30)

Motivi

Motivazione estrinseca: le persone risultano motivate se spinte dalla promessa di premi o dalla minaccia di punizioni e quindi da

elementi esterni all’attività stessa e

dipendenti dal livello di risultato conseguito.

- rinforzo

(31)

Motivi

Motivazione intrinseca: lo svolgimento del compito o dell’attività dipende

dall’interesse, dalla volontà di

autodeterminarsi dell’individuo. Svincolato quindi bisogni e forze esterne.

- personalità

(32)

Motivazione intrinseca e personalità

Vicinanza tra motivazione intrinseca e personalità

La personalità è un insieme di modi di

esprimere preferenze per certe attività per il semplice gusto di affrontarle a prescindere

dal risultato concreto e in assenza di

pressioni esterne (es. premi, evitamento di punizioni)

(33)

Teorie di personalità e

motivazione

(34)

Motivi

• Preoccupazione ricorrente (pursuit o

concern) la preferenza per specifici obiettivi che porta ad un’attenzione selettiva verso particolari stimoli.

- Sono impliciti: sono fuori dalla consapevolezza

- Non rilevabili con strumenti autovalutativi - Possono essere considerati dei tratti di

motivazione, elementi distintivi presenti fin dalla nascita e aventi una componente

emotiva, non consapevole.

(35)

TAT (Murray, 1938)

• Test di appercezione tematica  il soggetto deve comporre, in base alla scena

raffigurata sulla tavola, un racconto indicando:

- Cosa sta succedendo

- I pensieri e i sentimenti delle persone coinvolte

- Avvenimenti precedenti alla scena - Conclusione dell’evento

(36)

Teoria motivazionale di McClelland (1951)

• Secondo McClelland possono essere individuati 3 MOTIVI fondamentali:

- Riuscita: porta a ricercare situazioni che portano al successo  focus sulla

prestazione

- Affiliazione: bisogno di accettazione da parte degli altri e di protezione

- Potere: desiderio di autoaffermazione,

attraverso il controllo o l’influenza sugli altri

(37)

Teoria motivazionale di McClelland (1951)

Ogni motivo ha una componente di:

1. AVVICINAMENTO 2. EVITAMENTO

(38)

Basi biologiche

RIUSCITA  vasopressina

AFFILIAZIONE  dopamina

POTERE  testosterone e norepinefrina

(39)

Basi biologiche

Tuttavia i processi di socializzazione possono influenzare l’emergenza dei motivi.

Ad esempio

Alte richieste di prestazioni  predicono il motivo alla riuscita

Permissivismo nei confronti di comportamenti aggressivi nei bambini  sostiene il motivo al potere

(40)

Basi biologiche

Rheinberg (2006)

Motivi Immagine di sè

(41)

Basi biologiche: localizzazione emisferica

Rheinberg (2006)

Motivi Immagine di sé

Emisfero destro Emisfero sinistro

(42)

Motivo implicito: sensation seeking

• Un motivo implicito conduce alla preferenza per attività a rischio

Ricerca di sensazioni (sensation seeking) Spinta motivazionale che porta a porta a

provare sensazioni sempre nuove e si accompagna alla ricerca di novità

(43)

Motivo implicito: sensation seeking

• Un motivo implicito conduce alla preferenza per attività a rischio

(44)
(45)

Disposizioni motivazionali

•Tendenza

all’avvicinamento/allontanamento:

è un tratto del temperamento che ha forti collegamenti con le

emozioni ed ha una base biologica

(identificata da Gray nel 1970).

(46)

Disposizioni motivazionali

• TENDENZA ALL’AVVICINAMENTO

- BAS (sistema dopaminergico), conduce a comportamenti motivati o ad

evitamento attivo. Si ritiene che sia alla base dell’impulsività

• TENDENZA ALL’EVITAMENTO - BIS conduce ad inibizione ed

evitamento passivo. Si suppone essere la

base biologica degli stati d’ansia.

(47)

Disposizioni motivazionali

• Elliot e Thrash (2002)

Relazione tra sistemi BIS/BAS con i tratti di personalità

 BAS (sistema dopaminergico) 

estroversione e tendenza a provare emozioni positive

 BIS  nevroticismo e provare

emozioni negative

(48)

Temperamento e motivazione

• Carver e White (1994)

Questionario che valuta le dimensioni di avvicinamento/evitamento.

24 item → 4 fattori BIS

BAS drive

BAS fun seeking

BAS reward resp.

(49)

Temperamento e motivazione

• Questionaro BIS/BAS

Ogni item del questionario è un’affermazione che descrive una situazione o uno specifico stato d’animo e con la quale Lei potrebbe essere in accordo o in disaccordo. Per ogni affermazione Lei dovrà indicare quanto è in accordo o in disaccordo con quanto riportato nella frase scegliendo una sola delle quattro alternative proposte:

1=completamente vero per me 2=abbastanza vero per me

3=abbastanza falso per me

4=completamente falso per me

(50)
(51)
(52)

Motivazioni

intrinseche/estrinseche

• La persona «motivata» è un soggetto attivo, che sceglie cosa fare, come e per quali motivi.

• La persona «motivata» è un agente

passivo, spinto da altri, dalla situazione

o da sistemi di ricompensa esterni.

(53)

Percezione di competenza

• Una motivazione intrinseca,

motivazione di effectance, porta ad uno stato motivazionale che spinge a sperimentare un senso di padronanza - Motivazione di effectance 

motivazione a controllare e ad avere

padronanza dell’ambiente

(54)

Percezione di competenza

• Una motivazione intrinseca,

motivazione di effectance, porta ad uno stato motivazionale che spinge a sperimentare un senso di padronanza - Motivazione di effectance 

motivazione a controllare e ad avere

padronanza dell’ambiente

(55)

Il ruolo dell’ambiente: il modello di Harter (1978)

• Come si ostacola lo sviluppo della motivazione di effectance?

1. scoraggiando una persona nei primi tentativi di padronanza

- ad esempio in una situazione di fallimento dire:

“lascia stare faccio io”, “non sei capace”, “a me riesce meglio e più velocemente”

2. la disapprovazione porta il bambino ad evitare di mettersi in gioco.

3. aumento dell’ansia, percezione di non controllo della situazione.

(56)

Concetti chiave introdotti da Harter

• Percezione di competenza: essere efficaci nel proprio agire,

riuscire a concretizzare i propri obiettivi, modificare la situazione.

• Percezione di controllo: l’andamento della situazione o la

possibilità di raggiungere un obiettivo dipende in parte da se stessi (senso di responsabilità).

• Sfida ottimale: competizione tra sé e il compito. La sfida è

ottimale se consente, una volta vinta, di incrementare le proprie capacità e competenze.

• Motivazione interiorizzata: capacità di auto-ricompensa. La

persona riesce a svincolarsi dal riconoscimento esterno.

(57)

Motivazione di effectance e

personalità

(58)

Una sfida ottimale: l’esperienza di flusso

• E’ quel tipo di esperienza che si prova quando si è talmente assorbiti in un compito da dimenticare il passare del tempo e anche se stessi e i propri

bisogni: fame, freddo ecc.

-

Non vi è interesse per lo stato finale, ossia per gli obiettivi che si possono raggiungere, ma profonda concentrazione nello svolgimento del compito.

(59)

Compiti che portano ad un’esperienza di flusso

• L’esperienza di flusso emergerebbe nell’esecuzione di un compito che

- può mettere alla prova le abilità di chi lo esegue, senza eccedere in difficoltà – cosa che crea ansia – o risultare troppo semplice – caratteristica che produce apatia o disinteresse.

- è ritenuta importante e di valore per sé e venga, quindi, sentita come propria.

- è affrontata per il piacere che si prova e non per i risultati o giudizi a cui conduce.

(60)

Teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan (1985)

• Ad esempio: Boggiano e Pittman (1992)

- Fase 1 Persone che aspettano in una sala d’aspetto.

Gruppo 1: viene invitato a leggere delle riviste Gruppo 2: viene invitato a fare ciò che vuole.

- Fase 2 I due gruppi nuovamente inseriti nella sala d’aspetto. L’istruzione per entrambi: fate ciò che volete.

Chi legge le riviste? Ci sono differenze fra Gruppo 1 e 2?

(61)

Teoria dell’autodeterminazione

di Deci e Ryan (1985)

(62)

Teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan (1985)

La soddisfazione di questi bisogni, in un ambiente adatto, favorirebbe la realizzazione di sé, un buon livello di autostima, una riduzione di eventuali

sintomi depressivi o patologici e il benessere.

Quindi, alla soddisfazione di autonomia,

competenza e relazione si associano variazioni:

 nell’umore

 nella vitalità

 nei sintomi fisici

 nell’autostima

(63)

Teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan (1985)

Possono ridurre la percezione di autodeterminazione:

- paure legate al compito o alle proprie capacità (non possedere le capacità adatte a svolgere il compito, ad esempio: “Sei troppo piccolo”, “non sei capace ”)

- scadenze (limiti temporali accrescono l’ansia e favoriscono l’interesse per il risultato)

- valutazioni e giudizi (confronto con i risultati di altri)

- troppe direttive su come e cosa fare

(64)

Teoria dell’autodeterminazione

di Ryan e Deci (2000)

(65)

Teorie implicite dell’intelligenza

Secondo Dweck esistono due tipi di convinzioni ENTITARIO:

- “si nasce così”

 preoccupati di dimostrare ciò che sono quanto valgono e cosa sanno fare

 evitano situazioni che potrebbero evidenziare i limiti delle loro capacità.

Valutazione: giudizio su di sé, una misura delle proprie abilità.

Emozioni tipiche: paura del giudizio, dell’insuccesso, noia

conseguente alla scelta di compiti e situazioni “facili” dove non c’è grosso rischio di fallire ed essere giudicati incompetenti.

(66)

Teorie implicite dell’intelligenza

Secondo Dweck esistono due tipi di convinzioni INCREMENTALE:

- “si diventa così”

 più rivolti ad imparare, migliorare, accrescere competenze e abilità

Valutazione: riguarda la prestazione e non la persona.

Emozione tipica: sfida = challenge che indica il gusto di affrontare compiti, situazioni o occasioni sociali per mettere alla prova le

proprie abilità e migliorarle.

Un incrementale reagisce all’insuccesso pensando di non essersi impegnata abbastanza o di non aver scelto le strategie migliori per riuscire, sa imparare dai propri errori.

(67)

Teorie implicite dell’intelligenza

Quindi gli ENTITARI si distinguono dagli incrementali per:

- la reazione all’insuccesso

- l’atteggiamento verso le novità.

L’insuccesso per un entitario è: “NON SONO PORTATO PER QUEL COMPITO”, oppure “NON SONO ADATTO PER QUELLA

SITUAZIONE”.

Porta a concludere di non essere bravi o di non avere la giusta personalità. QUINDI: a pensare di non poter migliorare o

cambiare.

Mueller e Dweck (1998) teoria entitaria dell’intelligenza rende vulnerabili agli insuccessi.

(68)

Teorie implicite dell’intelligenza

Possedere una teoria entitaria o incrementale:

- definisce l’interpretazione della propria ed altrui intelligenza e personalità

- orienta verso certi obiettivi e non altri DWECK distingue 2 tipologie di obiettivi:

DI PRESTAZIONE. Mirare a dimostrare che si vale al fine di ottenere giudizi positivi su di sé o di evitare di mostrarsi incapaci. Focus 

come la prestazione è vista dagli altri.

DI PADRONANZA. Sentire che il proprio agire ha conseguenze

importanti per sé. Focus  ciò che si sta facendo e su di sé come soggetto che impara e vive esperienze.

(69)

Teorie implicite dell’intelligenza e obiettivi

ENTITARIA:

Tende a sviluppare obiettivi di prestazione

La persona tende a definirsi in base ai propri risultati e questi sono fonti importanti di giudizio su di sé.

INCREMENTALE:

Tende a sviluppare obiettivi alla padronanza La persona distingue sé dai propri risultati.

Interpreta i risultati come elementi che possono aiutare a cambiare e migliorare.

(70)

Teorie implicite dell’intelligenza e obiettivi

OBIETTIVI DI PRESTAZIONE OBIETTIVI DI PADRONANZA

(71)
(72)

Teorie implicite dell’intelligenza e della personalità

• Cheng e Hau (2003) studi mirati a capire se chi possiede una visione entitaria dell’intelligenza avrà la stessa

visione anche in altri ambiti (personalità, creatività, intelligenza emotiva, moralità).

- Se una persona non si impegna a cambiare qualche

elemento di personalità questa risulterà, naturalmente, stabile.

Spinath, Riemann e Angleitner (2003) hanno dimostrato che le teorie incrementali o entitarie sono poco legate all’effettiva intelligenza e ai diversi tratti di personalità (e comunque a maggiore intelligenza tende a corrispondere una visione più entitaria).

(73)

Perché è successo?

Le persone dopo un successo o un insuccesso sentono il bisogno di dare una spiegazione

Secondo Weiner le persone di fronte ai propri risultati positivi (successi) o negativi (fallimenti) tendono a

esprimere delle cause classificabili in interne o esterne a

seconda del locus of control ovvero a ritenere che è merito o colpa propria (locus interno) o degli altri (locus esterno).

Dopo questa riflessione molto immediata e che può essere osservata nel bambino fin dai primi mesi di vita vengono

sviluppate altre due valutazioni circa la stabilità e la controllabilità.

(74)

Le attribuzioni

Processi attraverso i quali gli individui interpretano le cause degli eventi

Questi processi sono una conseguenza del bisogno, presente in ogni individuo, di comprendere il mondo e le sue regole (Heider, 1958).

(75)

Classificazione delle attribuzioni

(76)

Lo stile attributivo

Insieme sufficientemente stabile di credenze e di categorie causali a cui le persone abitualmente fanno riferimento per spiegare la realtà.

Lo stile di attribuzione ha come antecedenti:

la prestazione attuale, la prestazione passata e la prestazione degli altri influisce su quella futura.

Errore sistematico di attribuzione o bias edonico

(77)

Lo stile attributivo

(78)

Lo stile attributivo

(79)

Lo stile attributivo

(80)

Stile di attribuzione, aspettative, emozioni e persistenza

L’attribuzione a cause stabili (abilità/inabilità,

facilità/difficoltà del compito) porta ad aspettare in caso di successo, un ulteriore successo o, in caso di fallimento, un ulteriore fallimento.

(81)

Stile di attribuzione, aspettative,

emozioni e persistenza

(82)

Stili di coping: fronteggiare o evitare?

Di fronte ai problemi, alle difficoltà, alle incertezze, ai rifiuti o agli insuccessi le persone possono reagire o soccombere anche in base a delle loro convinzioni e rappresentazioni delle proprie capacità.

Lo stile di «coping» (dall’inglese to cope = fronteggiare) si riferisce alla modalità individuale di fare fronte ai problemi

e alle difficoltà.

(83)

Stili di coping

STRATEGICO EVITAMENTO SOCIALE

EMOTIVO

(84)

Impotenza appresa

L’impotenza appresa è accompagnata dall’aspettativa dell’inevitabile fallimento e dalla sensazione che non sia possibile fare niente per affrontare positivamente la

situazione.

- Negli studi in ambito umano è stato dimostrato che il

verificarsi di fenomeni di impotenza appresa dipende dal tipo di attribuzione formulata.

- Se gli insuccessi sono ricondotti a cause controllabili (ad esempio impegno) allora l’individuo può preservare

un’aspettativa di riuscita.

(85)

Resilienza

La resilienza è la capacità di piegarsi (alle avversità, agli insuccessi, ai lutti) e di non spezzarsi, ma reagire.

- È favorita dal supporto sociale, da un senso di agentività («posso farcela!») e dall’avere obiettivi e valori da

perseguire e in cui si crede.

- La persona resiliente, dopo avere vissuto una perdita di controllo o situazioni di difficoltà, tende a impegnarsi e a lavorare di più, invece di diminuire lo sforzo.

(86)

L’autoefficacia: due componenti

Motivazione

Strategie

(87)

L’autoefficacia

Obiettivo Affrontare Evitare

PADRONANZA

OTTENERE RISULTATI

DIMOSTRAZIONE DI ABILITA’

Desiderio di migliorarsi di crescere, di imparare

abilità

Voglia di ottenere buoni risultati e standard

personali

Voler ottenere giudizi positivi dagli altri

Desiderio di competere Standard normativi

Paura di non riuscire a

padroneggiare il compito, a gestirlo, sentirsi

incompetenti

Timore di non farcela a raggiungere i propri obiettivi e standard Evitare giudizi di incompetenza

Paura di essere vinti, di fare brutta figura

(88)

Modello aspettative-valori di Eccles e coll. (1983)

Secondo Eccles e coll. il senso si autoefficacia non si basa esclusivamente sulle aspettative di riuscita e sulla

valutazione delle competenze ma deriva anche da:

- valore dato al compito - aspettative personali

Se la persona considera il compito importante e se pensa di riuscire  comportamento motivato

È necessario che la persona ritenga che il compito o la situazione abbiano significato e valore personale.

(89)

Modello aspettative-valori di Eccles e coll. (1983)

Aspettative degli altri Obiettivi Valore dato al compito

Spiegazioni date ai propri risultati

Percezioni di abilità e di

facilità Aspettative personali

Motivazione

(90)

Modello aspettative-valori di Eccles e coll. (1983)

Secondo Eccles e coll. il VALORE fa riferimento a:

Obiettivi a lungo termine: es. studente che prepara un esame in vista del conseguimento della laurea

Emozioni anticipate per il successo: es. sportivo che si allena per la vittoria e anticipa orgoglio/soddisfazione

Valore in sé del compito: utilità del compito in sé, es. sport per mantenere la forma fisica

Importanza del risultato: l’attività rientra nella definizione di sé. Es. studente che ritiene valga la pena affrontare lo studio perché può accrescere le proprie conoscenze utili per la professione futura

(91)

Teoria delle percezioni di sé (Markus e Nurius, 1985)

Percezioni di sé: rappresentazioni che abbiamo di noi stessi e che le persone che ci conoscono hanno su di noi.

(92)

Teoria delle percezioni di sé (Markus e Nurius, 1985)

Percezioni di sé: rappresentazioni che abbiamo di noi stessi e che le persone che ci conoscono hanno su di noi.

(93)

Teoria delle percezioni di sé (Markus e Nurius, 1985)

Discrepanza

(94)

Emozioni anticipate

(95)

Teoria di Atkinson

La spinta motivazionale deriva dalla relazione moltiplicativa tra:

TENDENZA INDIVIDUALE caratteristica disposizionale (tratto di personalità)

PROBABILITA’ di riuscita

- alta probabilità in compiti ritenuti facili

- bassa probabilità in compiti ritenuti difficili INCENTIVO (emozione anticipata)

- Tendenza al successo Orgoglio o soddisfazione - Tendenza all’insuccesso  Vergogna

(96)

Teoria di Atkinson

(97)

Teoria di Atkinson

(98)

Teoria di Atkinson

Le emozioni precedono il comportamento motivato e contribuiscono, assieme alle tendenze di base e alla percezione di difficoltà del compito, a far sì che la persona si motivi o rinunci

Emozione anticipata:

 Risente di componenti personali

 Legata all’esperienza pregressa (es. regolata dalla frequenza degli insuccessi)

 Risente del giudizio sociale

 Risente dei valori ritenuti importanti per il singolo

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