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ITALIANI VACCINATI 15% 50% 90%

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Niccolò Carratelli/ROMA

Otto su dieci pronti a vaccinar- si contro il Covid. Questo il da- to, presentato come media na- zionale, che dovrebbe fotogra- fare l’adesione da parte degli operatori sanitari, veri prota- gonisti di questa prima fase del- la campagna vaccinale. Ma, prendendo in esame i numeri delle singole Regioni, risulta evidente che la risposta non sia ovunque così confortante.

«L’80% di medici e infermieri si è reso disponibile», confer- mano in effetti dall’assessora- to alla Salute della Regione La- zio. Dove, però, restano al mo- mento fuori dalla platea da im- munizzare circa 70mila opera- tori della sanità privata, liberi professionisti che non hanno contratti con strutture pubbli- che. Anche in Lombardia «sia- mo sopra all’80%», ha assicura- to l’assessore regionale al Wel- fare, Giulio Gallera. Ma dall’uf- ficio stampa precisano: «È una previsione, frutto di un sondag- gio con i direttori generali del- le aziende sanitarie. Dati reali li avremo solo quando gli inte- ressati avranno firmato il con- senso informato, dopo aver let- to il bugiardino dell’Aifa, che è appena arrivato». Le stime in Piemonte, invece, abbassano un po’ l’asticella: «Siamo intor- no al 65%», fanno sapere dallo staff del commissario per il pia- no vaccini regionale, Antonio Rinaudo. Sulle oltre 195mila persone interessate da questa prima fase della vaccinazione (120mila operatori delle azien- de sanitarie e 75mila operatori

e ospiti delle Rsa) circa i due terzi hanno già manifestato la propria volontà di sottoporsi alla doppia iniezione. Ma a far sospettare che la media nazio- nale sia più bassa dell’80%

sbandierato sono i riscontri che arrivano dal Sud. In Pu- glia, ad esempio, gli operatori

sanitari che si sono registrati sul portale della Regione sono 53mila e le “prenotazioni” si chiuderanno dopodomani. Po- co più della metà della platea vaccinabile, calcolando che en- tro metà gennaio arriveranno nelle province pugliesi 95mila dosi targate Pfizer. Va peggio

in Sicilia, dove hanno compila- to il form disposto dalla Regio- ne in 40mila su un totale di 118mila operatori potenzial- mente coinvolti nella campa- gna. Ma non c’è una scadenza per farsi avanti e, quindi, molti potrebbero iscriversi dopo l’E- pifania. Va detto che, in ogni caso, queste adesioni sono orientative e non vincolanti, nessuno ha ancora firmato niente: c’è tempo per inserirsi, ma anche per ripensarci, fino al momento di fissare l’appun- tamento per la vaccinazione.

L’incertezza alimenta il di- battito sulla necessità o meno di prevedere una forma di ob- bligo per medici e infermieri.

Nel governo a spingere per questa soluzione è la sottose- gretaria alla Salute Sandra Zampa: «Se ci si rendesse con- to che c’è un rifiuto che non si riesce a superare credo andreb- be considerato l’obbligo, per- ché fare il vaccino deve essere una precondizione per chi lavo- ra nel pubblico». Di parere op- posto la ministra della Pubbli- ca amministrazione, Fabiana Dadone: «Non sono una gran- de appassionata dell’obbligo in campo vaccinale – ha spiega- to – Credo sia più giusta una forte raccomandazione». Non è contrario Filippo Anelli, pre- sidente della Federazione de- gli ordini dei medici (Fnom- ceo): «Il diritto di rifiutarsi può venire meno se mette a rischio la salute pubblica, che è un in- teresse superiore. Ma su que- sto deve decidere il Parlamen- to, come successe con i vaccini obbligatori stabiliti dall’allora

ministra Lorenzin».

Anelli ha stimato che in Ita- lia ci sia un centinaio di medi- ci catalogabili come “negazio- nisti” rispetto ai vaccini, com- presi gli ultimi arrivati anti Co- vid. Cento su 400mila, «è un’e- sigua minoranza, magari ru- morosa, su cui sono in corso le

inchieste degli ordini regiona- li e in qualche caso ci sono già state sanzioni». Gli ultimi casi a Roma, dove l’Ordine dei me- dici ha avviato un procedi- mento disciplinare nei con- fronti di 13 iscritti, che aveva- no espresso pubblicamente (anche sui social media) posi-

Berlino si assicura, con una trattativa privata, 30 milioni di fiale Attesa per il siero di Moderna e AstraZeneca prodotto a Pomezia

Italia ostaggio di intoppi per neve la Germania si mette in proprio

IL RETROSCENA

Francesco Grignetti/ROMA

H

a destato scandalo che la Germania abbia ricevuto 151mila dosi del vaccino, quando in Francia ne sono arrivate 19.500 e all’Italia appena 9.750.

Consegnate e nemmeno inoculate tutte. In Sicilia, per dire, le 30 dosi messe a disposizione dei sanitari di

Siracusa, impongono che a gruppi di 10 salgano su un bus e vadano fino a Paler- mo per vaccinarsi. Hanno iniziato ieri, forse finiranno oggi.

Adesso che comincia la vaccinazione di massa, pe- rò, le differenze saltano fuo- ri prepotenti. L’Italia, in ba- se agli acquisti centralizzati in sede europea, otterrà 2,3 milioni di dosi entro la fine di gennaio (8,7 milioni nel primo trimestre).

Si inizia oggi con le prime

469mila dosi, che nel giro di tre giorni arriveranno ai 203 ospedali indicati dalle Regioni al commissario straordinario Domenico Ar- curi.

E la solita Germania di- mostra di avere una marcia in più. Intanto perché nel fi- ne settimana ha già vaccina- to 21.566 persone. Poi per- ché è emerso che, non sod- disfatti dalla fornitura euro- pea (hanno diritto a 11 mi- lioni di dosi nel trimestre) hanno contrattato con Bion-

Tech-Pfizer una extraforni- tura nazionale per ulteriori 30 milioni di dosi. Entro il 31 dicembre riceveranno 1,3 milioni di dosi. Noi, 469mila.

Il governo di Berlino ha pi- lotato le cose in modo che la

società turco-tedesca Bion- Tech ha acquistato due sta- bilimenti dalla Novartis su suolo tedesco e li sta ricon- vertendo in corsa, così la produzione avverrà sul ter- ritorio, riducendo drastica- mente i tempi di consegna e

i possibili intoppi. Che già si stanno verificando: il piano di consegna in Italia, per di- re, prevede che voli speciali partano dall’aeroporto di Lipsia per i nostri scali regio- nali, e da lì, con scorta delle forze di polizia, coordinati

L’emergenza coronavirus

Allarme sui sanitari contrari al vaccino

È scontro sull’obbligo

Al Sud ancora poche prenotazioni per le dosi da parte di medici e infermieri Inchiesta sui camici bianchi negazionisti. Divergenze tra Zampa e Dadone

LE FASI DELLA VACCINAZIONE IN ITALIA

ITALIANI VACCINATI

Operatori sanitari e socio-sanitari Ospiti lungodegenze

Popolazione over 80

GENNAIO-MARZO Fase 1:

Tutto il resto della popolazione

OTTOBRE-DICEMBRE Fase 4:

Popolazione over 60

Persone con comorbilità severa, immunodeficienza e/o fragilità Gruppi a rischio elevato di malattia grave o morte

Insegnanti e personale scolastico a alta priorità

APRILE-GIUGNO Fase 2:

Persone con comorbilità moderata Insegnanti e personale scolastico rimanente

Lavoratori di servizi essenziali e settori a rischio

Carceri e comunità

LUGLIO-SETTEMBRE Fase 3:

50%

90%

15%

5%

Le prime dosi di vaccino Pfizer arrivate a Codogno

2 FATTO DEL GIORNO

MARTEDÌ 29 DICEMBRE 2020

LA PROVINCIA PAVESE

(4)

pavia

La Maugeri mette in rete i suoi “super frigoriferi”

Vaccino, da lunedì 500 dosi al San Matteo e negli ospedali di Voghera e Vigevano

Somministrazione a medici e infermieri in ambulatori idonei. Poi saranno allestiti tendoni per accelerare le operazioni

il monitoraggio

Nessuna reazione allergica

dopo le prime iniezioni a Pavia

PAVIA

Sono tre i frigoriferi che San Matteo e Asst utilizzeranno per stoccare le migliaia di vac- cini che di volta in volta la Re- gione invierà alla provincia di Pavia. Mentre il policlinico ne ha uno nella divisione di Farmacia e sta pensando di acquistarne altri due, gli ospe- dali di Asst proprio in questi giorni hanno ottenuto in pre- stito un macchinario da Mau- geri, che dovrebbe essere uti- lizzato all’ospedale di Voghe-

ra. Il freezer consente di con- servare perfettamente i vacci- ni anti-Covid, che richiedono una temperatura costante a -75°, raggiungendo i -82°.

Una “conquista” se si conside- ra che l’arrivo del nuovo frigo- rifero, da destinare all’ospe- dale di Voghera, unito a quel- lo già presente all’ospedale di Vigevano, consentirà di con- servare fino a 24.000 dosi di siero. Anche la casa farmaceu- tica belga Pfizer Biontech, ha sviluppato piani logistici e strumentazioni molto detta-

gliate per garantire un tra- sporto efficace, oltreché lo stoccaggio e il controllo conti- nuo della temperatura. Sono stati progettati contenitori a temperatura controllata che utilizzano ghiaccio secco per mantenere le condizioni di conservazione di -70 gradi fi- no a 10 giorni. Una volta che i contenitori termici arrivano a destinazione, sono state stu- diate diverse opzioni: si pos- sono conservare fino a sei me- si in congelatore a temperatu- ra ultra bassa, oppure utilizza- re i contenitori isotermici Pfi- zer in cui arriveranno le dosi, purché siano riempiti di ghiaccio secco ogni 5 giorni (fino a 30 giorni di conserva- zione). Infine il vaccino può essere conservato per cinque giorni tra i 2 e gli 8 gradi. —

D.Z.

Donatella Zorzetto / PAVIA Quasi 500 dosi di vaccino Pfi- zer Biontech in arrivo per la provincia di Pavia. Il 4 gennaio tutto deve essere pronto per la prima fase del grande disegno che prevede la vaccinazione di massa di operatori sanitari e Rsa contro il Covid-19. Il V-Day di domenica ha aperto la strada al resto dell’operazio- ne. Sarà il ministero, attraver- so le Regioni, a garantire le for- niture, che proseguiranno a scaglioni anche nei giorni suc- cessivi. La prima fase della vac- cinazione, che dovrebbe con- cludersi a gennaio, riguarde- rà, in provincia di Pavia, 25.095 candidati. Di questi 19.229 sono operatori della sa- nità: medici, infermieri, opera- tori socio sanitari, medici di ba- se, ma sono inclusi anche gli amministrativi e i lavoratori delle imprese di pulizie negli ospedali. Altri 5.866 sono ospi- ti delle residenze per anziani.

TRE CENTRI VACCINO IN PROVINCIA

Per Pavia questo si traduce nell’allestimento di tre punti di stoccaggio del vaccino e di cinque ambulatori attrezzati allo scopo. Pronti ad utilizzare lo stock di 500 dosi in arrivo il 4 gennaio. A Pavia il San Mat- teo ha già a disposizione un fri- go per conservare il siero a -75° e ne acquisterà altri due. Il 4 gennaio prossimo il policlini- co inizierà le vaccinazioni in tre ambulatori all’interno del reparto di Malattie infettive, sotto la direzione del profes- sor Raffaele Bruno. Ambulato- ri che rimarranno aperti 7 gior- ni su 7 da mattina a sera: in ognuno di essi saranno al lavo- ro un medico, un’infermiera e un assistente sanitario. Le vac- cinazioni - ha annunciato Bru- no - dovrebbero proseguire si- no alla copertura di 6.000 per- sone in 100 giorni.

Anche per Asst Pavia il pro- getto è praticamente definito.

Ad oggi l’Azienda socio sanita-

ria ha a disposizione, un free- zer a -82° all’ospedale di Vige- vano, per conservare fino a 24.000 dosi, e si sta attrezzan- do per ampliare la dotazione anche all’ospedale di Voghe- ra. A tale proposito, grazie all’intermediazione del diret- tore generale di Ats Mara Azzi, ha ottenuto la cessione tempo- ranea di un frigorifero dall’isti- tuto Maugeri di Pavia.

ASST: 24 MEDICI E INFERMIERI DEDICATI

Poi c’è il personale dedicato.

L’Azienda metterà a disposi- zione, nelle due sedi di Vigeva- no e Voghera, in ambulatori appositi, 12 medici e 12 infer- mieri, 8 operatori socio sanita- ri per l’igienizzazione delle po- stazioni e 6 amministrativi. Il piano prevede pure che Asst Pavia utilizzi 3 squadre con mezzi mobili per le vaccinazio- ni nelle 85 case di riposo del

territorio. Saranno infine orga- nizzati punti di vaccinazione esterni, nella fase di sommini- strazione di massa, con tenso- strutture, o in spazi forniti da Comuni e Provincia.

LA ROAD MAP IN LOMBARDIA

L’operazione di vaccinazione in Lombardia si strutturerà in quattro fasi. I primi ad essere vaccinati, dopo i medici e gli operatori sanitari, con tutta probabilità tra fine marzo-ini- zio aprile 2021, saranno gli ul- tra 60enni e le persone con im- munodeficienza e o fragilità, oltre ai gruppi a rischio più ele- vato di grave malattia o morte.

La terza fase prevede vaccina- zioni per insegnanti, lavorato- ri di servizi essenziali, carcera- ti e persone di ogni età con pa- tologie meno gravi e a seguire, nella quarta fase, saranno vac- cinati i cittadini rimanenti. —

PAVIA

Niente complicanze per i 50 vaccinati contro il Covid-19 che domenica scorsa, durante il V-Day, sono sfilati al San Matteo per farsi iniettare il sie- ro anti-contagio. Da Raffaele Bruno, primario di Malattie in- fettive al policlinico di Pavia, a Fausto Baldanti, direttore del Laboratorio di Biologia Mole- colare, tutti sono rimasti in os- servazione per una ventina di

minuti dopo l’iniezione e non hanno dato segno di malesse- ri. Tra i 50 vaccinati di domeni- ca, figurano anche Marco Be- nazzo (preside facoltà di Medi- cina e direttore Otorino San Matteo), Claudio Lisi (presi- dente Ordine dei medici di Pa- via), Gianluigi Marseglia (di- rettore di Pediatria San Mat- teo), Francesco Mojoli (diret- tore di Rianimazione del poli- clinico di Pavia), Stefano Perli- ni (direttore del Pronto Soccor- so al San Matteo), padre Ma- rio (superiore dei cappellani), Luigia Belotti (presidente Or- dine degli infermieri di Pavia), Luigi Cei (presidente dell’Ordi- ne professioni sanitarie) e Rita Portesan (Ordine delle Ostetri- che). Per gli ospedali di Asst i primi a ricevere il vaccino so- no stati Luigi Magnani (capo

dipartimento Area Medica e di- rettore Medicina Voghera e Ca- sorate), Livio Carnevale (capo Rianimazione Vigevano e Lo- mellina), Maurizio Raimondi, (direttore Rianimazione di Vo- ghera), Massimo Migliavacca (capo Chirurgia-Trauma Vige- vano), Mario Alessiani (diret- tore di Chirurgia a Broni-Stra- della), Vittorio Perfetti (diret- tore di Medicina a Varzi). A lo- ro si sono aggiunti dall’istituto Maugeri: Matteo Vigna (pneu- mologo), Federico Sottotetti (oncologo) e Cristina Bianchi (coordinatrice infermieristica Covid). Infine, della clinica Cit- tà di Pavia hanno ricevuto il sie- ro Giovanni Bonalumi (re- sponsabile Chirurgia vascola- re) e Andrea Ferro (coordina- tore Chirurgia). —

D.Z.

L’emergenza coronavirus

L’arrivo a Pavia, domenica mattina, delle prime dosi di vaccino anti-Covid della Pfizer. A destra, le speciali celle frigorifere che Maugeri ha messo a disposizione

la logistica

A Tortona e Casale due centri stoccaggio per il Piemonte

Anche il presidio Asl di Torto- na riceverà oggi le dosi di vacci- no PfizerBioNTech contro il Co- vid-19. I vaccini saranno ini- zialmente stoccati nei presidi di Tortona e Casale Monferra- to, dotati dei frigoriferi neces- sari per la conservazione. Da queste sedi verranno poi distri- buiti nei centri di somministra- zione Asl: ospedali di Acqui Terme, Casale Monferrato, No- vi Ligure, Ovada e Tortona. Se sarà possibile, già oggi verran- no vaccinati i primi dipendenti a Tortona e Casale, da domani nelle altre sedi.

4 FATTO DEL GIORNO

MARTEDÌ 29 DICEMBRE 2020

LA PROVINCIA PAVESE

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L’emergenza coronavirus

Nelle strutture della provincia di Pavia lavorano 6.420 persone con 5.866 anziani ospiti Il direttore Ats: «Impensabile che non si vaccini chi è a contatto con soggetti fragili»

Nelle Rsa la puntura non piace

solo 2 operatori su 10 dicono «sì»

sondaggio

Dottori di famiglia pronti le adesioni sono già all’80%

IL CASO

Donatella Zorzetto

A

due giorni dal V-Day nazionale, che anche a Pavia ha mobilitato San Matteo, Asst e istituzioni per invitare alla vaccinazione di massa contro il Covid-19, scoppia il caso delle Rsa. In provincia, secondo i primi da- ti pervenuti sulle adesioni al- le vaccinazioni da parte degli operatori sanitari, solo due su 10 si sarebbero detti dispo- sti a farsi iniettare il siero anti Covid-19. In pratica solo il 20% del personale, costitui- to soprattutto da Oss (Opera- tori socio sanitari) è risultato convinto a farsi fare la puntu- ra. Personale che, tradotto in cifre, rappresenta un vero e proprio esercito: sono 6.420 lavoratori alle dipendenze delle 85 case di riposo distri- buite in provincia di Pavia.

Mentre gli ospiti, ad oggi, so- no complessivamente 5.866.

MOLTI FOCOLAI, POCHI VACCINABILI

Eppure proprio le case di ri- poso rappresentano da mesi l’anello più fragile della cate- na. Un luogo in cui sono scop- piati - dato confermato sino alla settimana scorsa - 23 fo- colai, con centinaia di ospiti positivi al virus. E sono il luo- go in cui si è contata una buo- na parte dei 500 morti della seconda fase della pandemia e degli oltre 1.800 registrati dal febbraio scorso ad oggi.

Quindi i primi dati sulla scar- sa adesione alla campagna di vaccinazione hanno creato uno shock in chi, nei diversi ospedali pavesi e soprattutto al San Matteo, sta facendo opera di convincimento pro-vaccino.

Di questa schiera fa parte anche Mara Azzi, direttore generale di Ats Pavia, che proprio sulle case di riposo

da mesi sta concentrando un’attenzione particolare: in- viando squadre di medici Usca per esami sul posto, or- ganizzando corsi di prepara- zione del personale al tratta- mento dei pazienti contagia- ti, stilando un protocollo con regole precise per evitare il diffondersi del virus.

SI MUOVE ATS

Azzi non fa mistero di essere colpita negativamente dal ri- sultato di questa prima inda- gine. Premette: «L’avvio del- la campagna vaccinale rinvi- gorisce l’impegno contro il

Coronavirus da parte di tutti gli operatori sanitari, ma è ne- cessario continuare a preser- vare le misure necessarie per rallentare la diffusione del vi- rus che diventa malattia in una piccola percentuale di persone ma che continua a preoccupare. Continua fortu- natamente il leggero trend positivo, segno che le misure intraprese hanno avuto effet- to, ma ci auguriamo che la campagna vaccinale anti-Co- vid dia l’effettiva svolta che tutti attendiamo».

E prosegue: «La seconda ondata non è finita, dobbia-

mo rimanere vigili e sensibi- lizzare soprattutto i giovani al rispetto delle misure di contenimento del contagio, in famiglia, ma anche nei lo- cali, fuori dalle scuole e sui mezzi pubblici – tema fonda- mentale in vista del prossi- mo rientro dei ragazzi delle superiori previsto per il 7 gen- naio». Poi, rispetto alla fred- dezza del personale delle Rsa nei confronti del vaccino contro il Coronavirus, si fa più dura: «Bisogna cogliere a pieno l’importanza di questo vaccino – sottolinea –. E gli operatori delle case di riposo non possono sfuggire a que- sto. Non è pensabile che solo il 20% degli operatori delle Rsa voglia tutelarsi contro il Covid, quando si è a contatto giorno e notte con persone anziane e fragili. Ci sono i pre- supposti per pensare che nei loro confronti pesi un vero e proprio obbligo».

Quanto alle possibili cause

che possano frenare l’80%

dei lavoratori delle case di ri- poso, soprattutto Oss, dal vaccinarsi, Azzi dice di vole- re vederci chiaro. Il dubbio è che si tratti di un problema di professionalità.

INCONTRI CON GLI OPERATORI IN VISTA

«Se si tratta essere informati nel giusto modo sulla situa- zione che stiamo affrontan- do con l’utilizzo dei vaccini anti-Covid, siamo pronti ad attivarci tempestivamente – conclude il direttore genera- le di Ats Pavia –. Voglio dire che ritengo opportuno pensa- re ad un confronto aperto con gli operatori delle strut- ture, ad un incontro con i ver- tici di Asst che possa chiarire tutti gli aspetti riguardanti il vaccino in arrivo, gli effetti positivi che può portare con- tro il rischio di diffusione del- la pandemia, quindi i benefi- ci che può dare a tutti. È inve- ce impensabile che in luoghi delicati come le Rsa non ci si attrezzi per proteggere se stessi e gli altri. È un dovere prima che una scelta, e noi la- voreremo perchè chi ci lavo- ra ne diventi sempre più con- sapevole». —

PAVIA

La loro è un’adesione al vacci- no anti-Covid che già sfiora percentuali molto alte: tra i medici di famiglia della pro- vincia di Pavia, in tutto 380, come del resto tra il persona- le ospedaliero, in un primo sondaggio si raggiunge l’80% di favorevoli al siero Pfi- zer Biontech. A testimoniar- lo, durante il V-Day di dome- nica scorsa, è stato Claudio Li-

si, presidente dell’Ordine dei medici di Pavia, che ha posto l’accento «sull’obbligo mora- le in capo a chi opera nella sa- nità». «Ho dato il mio piccolo contributo come presidente – ha spiegato –, ma mi augu- ro che la vaccinazione venga presto estesa a tutti gli iscritti dell’Ordine di Pavia e a tutte le figure professionali del mondo sanitario».

Sulla stessa linea d’onda so- no anche i sindacati dei medi-

ci pavesi. Lo testimonia Gior- gio Monti, presidente provin- ciale della Fimmg (Federazio- ne dei medici di famiglia).

Sottolineando: «Mi auguro che l’adesione sia massiccia.

Vaccinarsi è un obbligo mora- le e anche scientifico, lo dob- biamo per tutelare noi stessi dai rischi che affrontiamo tut- ti i giorni nello svolgere la no- stra professione, ma anche nei confronti dei pazienti e degli altri cittadini in genera-

le». Cosa pensare invece di chi del vaccino non vuol senti- re parlare anche se svolge una professione sanitaria?

«Se un medico decide di non farsi vaccinare ritengo che debba fare qualche riflessio- ne – conclude Monti –. Dicia- mo che tra i miei colleghi so- no molti quelli che attendo- no il momento di poter fare il vaccino, ritenendolo uno schermo contro il virus che di cui non si possa fare a meno.

Poi ci sono gli “attendisti”, ma fortunatamente si limita- no a un 20% di casi. A questi direi di non aspettare oltre, che è tempo di decidere per il sì e con questa decisione final- mente fare una mossa concre- ta per mettere uno stop al con- tagio». —

D.Z.

Tra gli operatori delle case di riposo solo due su 10 disponibili a vaccinarsi. Sotto, il Dg di Ats Mara Azzi

Saranno convocati incontri a tema per superare i dubbi tra gli addetti

La vaccinazione del presidente dell’Ordine del medici Claudio Lisi

Amedeo Santosuosso il giurista

«Obbligo di vaccino?

Sì, è lecito con i medici»

PAVIA

Il principio di base dell'or- dinamento giuridico «è che ognuno è libero di fare ciò che vuole, a patto di non arrecare danno agli al- tri. I medici che non voglio- no essere vaccinati contro il Covid, possono rimane- re liberi di non vaccinarsi ma non possono esporre gli altri a rischio, lavoran- do a contatto con persone deboli». Da qui può scatta- re l'obbligatorietà. In caso contrario «il loro datore di lavoro può non essere ob- bligato a farli lavorare». A spiegarlo è Amedeo Santo- suosso professore di dirit- to, scienza e nuove tecno- logie presso l'Università degli studi di Pavia. Un principio questo che vale, precisa il giurista, «per tut- ti coloro che lavorano a contatto con il pubblico, come ad esempio gli inse- gnanti nella scuola». La coazione, cioè l'obbligare fisicamente qualcuno dun- que è da escludere, ma l'obbligatorietà «può scat- tare come conseguenza in- diretta del non volersi fare vaccinare per una pura questione ideologica. Di- verso sarebbe il caso – con- tinua Santosuosso - di una persona che non può sotto- porsi a vaccinazione per motivi sanitari. In quel ca- so il datore di lavoro è ob- bligato a trovargli un'altra collocazione». —

MARTEDÌ 29 DICEMBRE 2020

LA PROVINCIA PAVESE

FATTO DEL GIORNO 5

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MARTEDÌ — 29 DICEMBRE 2020

Primo Piano

di Giulia Prosperetti ROMA

Dopo aver annunciato, lo scor- so novembre, il successo della trattativa italiana nella corsa al vaccino e salutato l’acquisto centralizzato europeo come un grande traguardo, il governo de- ve essersi essersi messo l’anima in pace. Ma mentre il nostro ese- cutivo, dopo mesi di negoziati, brindava all’accordo internazio- nale, la Germania continuava a lavorare. In sostanza se il nostro motto è sempre stato «non ci si salva da soli», la strategia di An- gela Merkel ha seguito un più lungimirante «chi fa da sé». E al- la vigilia del ‘Vaccine day’ euro- peo i numeri hanno parlato da soli: 9.750 le dosi di vaccino Pfi- zer/BioNTech che hanno valica- to il Brennero; 151.125 quelle arri- vate nei sedici Land tedeschi do- ve ieri pomeriggio erano già sta- te vaccinate 21.566 persone.

Altre dosi arriveranno anche a noi, certo, ma potrebbero non essere sufficienti. A partire da oggi, come confermato dal Commissario Arcuri, la Pfizer in- vierà all’Italia 469.950 dosi del vaccino a settimana secondo il contratto sottoscritto dall’Unio- ne Europea. Nel frattempo, men- tre con 300 milioni di dosi di sie- ri anticovid previsti entro fine 2021 su un totale di 83 milioni di abitanti, la Germania si candida a essere tra i primi Paesi a rag- giungere l’immunità e, dunque, pronti a ripartire, l’Italia cerca di recuperare terreno. Il nostro Paese ha, infatti, avviato insie- me alla Commissione europea una trattativa con Pfizer e Mo-

derna (il cui vaccino potrebbe essere validato dall’Ema nella riunione del 4 gennaio) per in- crementare del 50% le fornitu- re. Se l’Italia dovesse riuscire nell’impresa la fornitura di Mo- derna passerebbe da 10,7 a 15,7 milioni di dosi, quella Pfi- zer/BioNTech da 27 a 40 milio- ni, con complessivamente 18 mi- lioni di fiale aggiuntive. A que- ste, una volta validato il vacci- no, si aggiungerebbero i 40 mi- lioni di dosi già concordate con AstraZeneca. Una sfida, tutta- via, non semplice nel momento in cui, nonostante gli appelli del Papa alla solidarietà, nel mondo è partita la caccia alle scorte. E intanto l’ex ministro Carlo Calen- da, leader di Azione, incalza il governo sulle modalità e le for- ze in campo per vaccinare gli italiani: «Speranza ha detto che conta di vaccinare 13 milioni di italiani che vuol dire 26 milioni di dosi che a loro volta significa- no 300.000 dosi somministrate al giorno che fanno 17mila per-

sone che servono per la sommi- nistrazione dei vaccini». Consi- derando mezz’ora tra pratiche e iniezione, continua l’esponente dell’opposizione, calcoliamo una media 16 dosi per operato- re al giorno. Ciò vuol dire che occorrono 18.750 operatori qua- lificati dedicati solo alla vaccina- zione, e ad oggi ne mancano 15.000».

A complicare il nostro piano di vaccinazione nazionale si è ag- giunto anche il fattore maltem- po che, come comunicato ieri sera da Pfizer, ritarderà di alme- no un giorno la consegna delle dosi in Piemonte e Liguria e ri- schia di far slittare l’arrivo delle fiale anche nelle altre regioni ita- liane. Uno scenario nel quale il (legittimo) vantaggio tedesco, ad oggi, è evidente. Questo per- ché la Germania ha agito, come da lei ammesso, anche al di fuo- ri degli accordi europei assicu- randosi per via bilaterale, grazie a un ordine integrativo concor- dato a metà dicembre con la te- desca BioNTech di Magonza, al- trie 30 milioni di dosi che vanno ad aggiungersi alle 55,8 milioni previste dall’accordo Ue. Non è tutto. Se la Germania ha ricevu- to inizialmente più fiale (oltre dieci volte più del previsto) – si apprende da Bruxelles – è per- ché ha ottenuto dal produttore un anticipo delle consegne del- le dosi previste in dicembre. Ma anche le tempistiche non sono casuali. Il calendario delle con- segne viene, infatti, trattato di- rettamente dai singoli Paesi con la casa farmaceutica e non è di competenza della Commissio- ne.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Berlino conferma: fatta incetta di vaccini Italia in ritardo, anche la neve ci rallenta

La Germania si è assicurata 30 milioni di dosi extra Ue. Roma avvia una trattativa con Pfizer e Moderna: «Incrementare del 50% le forniture»

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Fonte: Protezione Civile, ore 17 del 28 dicembre L’Ego-Hub

IN TERAPIA INTENSIVA

RICOVERATI CON SINTOMI

MARZO IERI

MARZO IERI

4.000

3.000

2.000

1.000

0

decremento rispetto al giorno precedente

-15

2.565 210

15.000 10.000 5.000 0 20.000 25.000 30.000 35.000

23.932 2.222

I DECESSI

incremento rispetto al giorno precedente 553 +361

505 459 261

298 445

674 Così dal 12 dicembre

649 484

491 846 680

683

352 553

628 415 12/12

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La corsa contro il tempo

1Prima distribuzione Nel V-day europeo l’Italia ha potuto contare su un ’armamentario’

di appena 9.750 fiale della profilassi Pfizer La metà di quelle approdate in Francia e meno delle dosi

concesse alla piccola Malta LA STRATEGIA

La speranza del siero Bruxelles decisiva

L’esecutivo ha scommesso sui farmaci di Moderna e Oxford Manca ancora l’ok dell’Europa

2Il piano Arcuri

Il commissario all’Emergenza ha chiarito che all’Italia arriveranno 450mila dosi a settimana. In totale, nel primo trimestre 2021, compresi anche i sieri Moderna, AstraZeneca e CureVac, avremo a

disposizione 28 milioni di fiale

3Via libera della Ue Il siero di Moderna

dovrebbe essere autorizzato dall’Ema, l’agenzia europea dei farmaci, il 4 o al massimo il 12 gennaio. Anche il vaccino di AstraZeneca è in lista per il disco verde che potrebbe arrivare a metà del prossimo mese

CALENDA CONTRO SPERANZA

«Vuole vaccinare 13 milioni di persone entro fine marzo?

Ci mancano almeno 15mila operatori»

CAUSA MALTEMPO

In Piemonte e Liguria ci sarà almeno

un giorno di ritardo nella consegna

delle fiale di farmaco

ROMA

Sono 8.585 i nuovi contagi da Coronavirus Sars-CoV-2 resi noti in Italia ieri, secondo i dati contenuti nel bollettino quotidiano della Protezione civile diffuso dal ministero della Salute. Nelle ultime ventiquattro ore sono stati registrati altri 445 morti (in aumento rispetto ai 298 di domenica), che portano il totale a 72.370 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia di Covid-19. A livello giornaliero sono stati eseguiti 68.681 tamponi. Il tasso di positività scende al 12,4% rispetto al 14,8 registrato domenica. I pazienti in terapia intensiva attualmente sono 2.565, con un calo di 15 unità. I ricoverati con sintomi, invece, ammontano a 23.932, facendo così registrare un incremento di 361. Sono 14.675 i dimessi/guariti in 24 ore, che portano il totale delle persone che dall’inizio dell’emergenza hanno superato il virus a 1.408.686. Calano di 6.539 gli attualmente positivi, ovvero le persone con Covid-19 in carico al sistema sanitario nazionale. In totale, a oggi in Italia sono 575.221 le persone positive al Sars CoV-2.

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IL BOLLETTINO QUOTIDIANO

Nuovo rimbalzo dei ricoveri in ospedale

Cala il tasso di positività: ora è al 12,4%

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