In Perù i missionari forniscono ge- neri alimentari alle ollas comunes, luoghi all’aperto in cui le donne pre- parano piatti caldi per chi non ha da mangiare.
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“PENTOLE COMUNI” A LIMA La generosità che ci avete dimostrato
in questi mesi si sta trasformando, giorno dopo giorno, in vita nuova per tante persone che vivono dove ope- riamo. Grazie di cuore!
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UNITI NELLA MISSIONE Sognare insieme, ascoltare e dialoga-
re, accogliere e prendersi cura, sono alcune delle azioni proposte dal Papa nell’enciclica Fratelli Tutti per prova- re ad essere fratelli per davvero.
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I VERBI DELLA FRATERNITÀ
Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. NE/PD0108 AP/12 - Anno 30 - n. 86 Novembre 2020 - N° 86
La Lettera invita tutti gli uomini di buona volontà a riscoprire una di- mensione fondamentale del Van- gelo, la fraternità, per incarnarla nella storia, nelle nostre relazioni, nei nostri quartieri e luoghi di la- voro. Il Papa ci incoraggia a costru- ire una società solidale, attraverso un amore grande e appassionato, soprattutto verso chi è oppresso ed emarginato. Non a caso sceglie la parabola del buon samaritano come icona della fraternità per in- dicarci la via del farci prossimi per essere fratelli, e Charles de Fou- cauld, che «identificandosi con gli ultimi, arrivò a essere fratello di tut- ti». Questo invito alla fraternità in- terpella anche la nostra Comunità che nel 2021 celebrerà i 40 anni di vita. Una comunità nata dal sogno di vivere insieme e volerci bene come fratelli; di costruire un mondo dove i popoli e gli uomini si scoprono figli amati da Dio e fra- telli tra loro; di fare della comunio- ne fraterna il cuore del nostro “fare missione” e la prima testimonian- za da offrire.
Celebrare 40 anni è per noi un in- vito ad accogliere con maggiore radicalità questo progetto di Dio,
FRATELLI TUTTI
Il 3 ottobre scorso, alla vigilia della festa di San Francesco d’Assisi, il Santo Padre ha firmato l’Enciclica “Fratelli Tutti” sulla fraternità e l’amicizia sociale
P. Paolo Motta, missionario a Ouagadougou, Burkina Faso
2
• NOVEMBRE 2020impegnarci con più passione per realiz- zarlo, essere strumenti più docili nelle mani del Padre per costruire fraternità nel mondo, purificarci da tutto ciò che distrugge questo ideale, contando sul- la misericordia di Dio. Serve la luce del Vangelo e l’azione dello Spirito per vin- cere le tendenze elencate da Francesco come ostacolo alla fraternità universa- le: la mancanza di speranza, la sfidu- cia costante, la cultura dello scarto e le nuove forme di schiavitù.
Come missionari ci guida anche il “ma- gistero dei poveri”, fatto di sofferenza, lotte, docilità a Dio, Vangelo incarnato.
È quello che sperimentiamo in questa pandemia nelle nostre missioni.
In Perù abbiamo promosso una campa- gna per fornire cibo e cure mediche ai più poveri. La generosità della gente ci ha sorpreso. Tante persone, nonostante le difficoltà economiche, hanno con- tribuito con una donazione, spesso ac- compagnata da qualche frase.
Gerardo ha scritto due righe che ci han- no commosso: “Ecco il mio contributo. Lo dò adesso perché fra poco mancherà anche a me, avendo perso il lavoro!”
Anche Emilia ha fatto giungere un dono con una nota: “Scusate per il poco che pos- so dare. Da alcuni mesi non trovo lavoro.
Spero più in là poter aiutare di più”.
Nelle pagine che seguono daremo voce al Papa e a questi fratelli. E desideriamo ringraziare ciascuno di voi per essere al nostro fianco per costruire un mondo fraterno. Insieme, come famiglia, con l’aiuto di Dio. Amati, amiamo.
Buona lettura REDAZIONE
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EDITORIALE
INTENZIONI SANTE MESSE
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• per il suffragio dei tuoi
defunti • per la celebrazione di 30
Sante Messe gregoriane • per una particolare intenzione familiare o personale
La Chiesa
«con la potenza del Risorto, vuole partorire un mondo nuovo,
dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto per ogni scartato
delle nostre società, dove risplendano la giustizia e la pace»
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NOVEMBRE 2020 •
FRATELLI TUTTI
Sognare insieme
È l’accorato appello, contenuto nelle prime pagine della Lettera, che il Santo Padre rivolge non solo ai credenti ma a “tutte le persone di buona volontà”. Un invito che si ripete anche altrove nel documento per
«reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia so- ciale – scrive – che non si limiti alle parole. Bisogna sogna- re insieme, perché da soli si rischia di avere dei miraggi.
In questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la di- gnità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità».
Francesco “svela”, perciò, un «bellissimo segreto per ren- dere la nostra vita una bella avventura»: non affrontare la quotidianità chiusi nel proprio mondo ma aprirsi a «una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella qua- le ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti». Accettare la sfida di un sogno collettivo vuol dire pensare a un’al- tra umanità, che assicuri terra, casa e lavoro a tutti.
È questa la vera via della pace indicata dal Pontefice, possibile solo «a partire da un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall’in- terdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera fami- glia umana».
Ascoltare e dialogare
Tutti i giorni facciamo esperienza di quanto sia diffi- cile ascoltare. Molte volte, quando l’altro è a metà del suo discorso, lo interrompiamo e vogliamo risponder- gli senza aver ascoltato il suo pensiero fino alla fine.
Mettersi seduti ad ascoltare l’altro, invece, è l’atteggia- mento di chi supera il narcisismo e accoglie l’altro, gli presta attenzione, gli fa spazio nella propria cerchia. A fronte della nostra sordità il Papa ci ricorda che «San Francesco d’Assisi ha ascoltato la voce di Dio, ha ascolta- to la voce del povero, ha ascoltato la voce del malato, ha ascoltato la voce della natura» (FT 48), e questo ha tra-
I verbi della fraternità
Dall’ambito personale e familiare a quello sociale e politico, fino al dialogo interreligioso: in Fratelli Tutti il Papa indica con forza le azioni che costruiscono la fraternità universale. Ve ne proponiamo alcune per una riflessione condivisa
Sandra Chavez, missionaria della Comunità con una donna della missione di Maputo, in Mozambico
Il legame di amicizia è orientato ad aprire il cuore attorno a sé,
a renderci capaci di uscire da noi stessi fino ad accogliere tutti
©Lichi Mariño/Cathopic.com
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• NOVEMBRE 2020Per il superamento delle ombre il Papa indica come modello il Buon
Samaritano. Sottolinea come in una società malata tutti siamo chiamati – come il buon samaritano – a farci prossimi all’altro, superando pregiudizi, interessi, barriere.
Tutte le religioni devono avere un ruolo nella costruzione della fraternità perché
«la ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità».
FRATELLI TUTTI
Lettera Enciclica del Santo Padre Francesco su fraternità e amicizia sociale
LE OMBRE DI UN MONDO CHIUSO GENERARE UN MONDO APERTO
L’ESEMPIO DA SEGUIRE LE RELIGIONI PER LA FRATERNITÀ
Sogniamo come un’unica umanità, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce,
tutti fratelli!
Conflitti e paura Cultura dello scarto
Diritti umani non universali Le pandemie e altri flagelli Assenza di rotta comune Frontiere disumane Cattiva comunicazione
Società che integrano tutti Il valore della solidarietà La migliore politica per il bene comune
Dialogo e amicizia sociale Il valore del perdono Diritti senza frontiere Terza Enciclica, dopo
Lumen fidei (2013) e Laudato si' (2015)
Sono i capitoli della Lettera scritta da Papa Francesco, che contiene 2 preghiere Una dedica particolare è rivolta a Charles de Foucauld, il «fratello universale»
sformato il suo stile di vita.
Ascoltarsi, avvicinarsi, esprimersi, guardarsi, cono- scersi, provare a comprendersi, cercare punti di con- tatto, tutto questo è la base del dialogo, indispensabile per incontrarci e aiutarci a vicenda. In un vero spirito di dialogo si alimenta la capacità di comprendere il significato di ciò che l’altro dice e fa. Diventa possibi- le essere sinceri, non dissimulare ciò in cui crediamo, senza smettere di dialogare, di cercare punti di con- tatto, e soprattutto di lavorare e impegnarsi insieme.
«È necessario un dialogo paziente e fiducioso, in modo che le persone, le famiglie e le comunità possano trasmettere i valori della propria cultura e accogliere il bene provenien- te dalle esperienze altrui». (FT 134)
Nell’ambito religioso il dialogo tra credenti consente l’azione congiunta per il bene comune e la promozio- ne dei più poveri. Le convinzioni religiose riguardo al senso sacro della vita umana ci permettono di riconoscere i valori fondamentali della comune umanità, valori in nome dei quali si può e si deve col- laborare, costruire e dialogare, perdonare e crescere, permettendo all’insieme delle diverse voci di formare un nobile e armonico canto.
Accogliere
Alla base dell’accoglienza c’è l’amore che crea legami e fa uscire la persona da se stessa verso l’altro. Siamo fatti per l’amore e c’è in ognuno di noi «una specie di legge di “estasi”: uscire da se stessi per trovare negli altri un accrescimento di essere». Il legame di coppia e di amicizia è orientato ad aprire il cuore attorno a sé, a renderci capaci di uscire da noi stessi fino ad ac- cogliere tutti.
La stessa dinamica interpersonale il Papa la proietta a livello globale e osserva come l’amore ci fa tendere tut- ti verso una comunione universale, resa sempre più presente e palpabile dalle connessioni e comunicazio- ni che intercorrono a livello mondiale, sottolineando come «nei dinamismi della storia, pur nella diversità del- le etnie, delle società e delle culture, possiamo vedere semi- nata la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri» (FT 96).
L’arrivo di persone che provengono da un contesto socia- le e culturale differente, si trasforma quindi in un dono, che consente di incontrarsi, conoscersi e dialogare.
FRATELLI TUTTI
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NOVEMBRE 2020 •
«Abbiamo bisogno di comunicare, di scoprire le ricchezze di ognuno, di valorizzare ciò che ci unisce e di guardare alle differenze come possibilità di crescita nel rispetto di tutti. È necessario un dialogo paziente e fiducioso, perché le famiglie e le comunità possano trasmettere i valori della propria cultura e accogliere il bene proveniente dalle espe- rienze altrui» (FT 134).
Prendersi cura
Nella Bibbia troviamo la domanda che Dio rivolge a ciascuno di noi come l’ha rivolta a Caino dopo l’ucci- sione di Abele: «Dov’è tuo fratello?» (Gen 4,9). La risposta di Caino assomiglia a quella che anche noi diamo in tante situazioni: «Sono forse io il custode di mio fratello?».
Il Papa lancia una critica vera e dolorosa alla società odierna quando dice: «siamo cresciuti in tanti aspetti ma siamo analfabeti nell’accompagnare, curare e sostene- re i più fragili e deboli. Ci siamo abituati a girare lo sguar- do, a passare accanto, a ignorare le situazioni finché que- ste non ci toccano direttamente» (FT 64).
Francesco indica nella solidarietà la vera risposta all’indifferenza, una solidarietà che si esprime con- cretamente nel servizio.
«Servire significa avere cura di coloro che sono fragili nel- le nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo.
In questo impegno ognuno è capace di mettere da parte le sue esigenze, aspettative, i suoi desideri di onnipoten- za davanti allo sguardo concreto dei più fragili. Il servizio guarda sempre il volto del fratello, tocca la sua carne, sente la sua prossimità fino a “soffrirla”, e cerca la promozione del fratello» (FT 115).
A questo proposito è molto interessante il passag- gio in cui il Pontefice sottolinea come l’amore, pieno di piccoli gesti di cura reciproca, diventi azione civi-
Preghiere della fraternità dall’Enciclica
FRATELLI TUTTI
Preghiera al Creatore
Signore e Padre dell’umanità, che hai creato tutti gli esseri umani
con la stessa dignità,
infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno, senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre.
Il nostro cuore si apra
a tutti i popoli e le nazioni della terra, per riconoscere il bene e la bellezza che hai seminato in ciascuno di essi, per stringere legami di unità, di progetti comuni,
di speranze condivise.
Amen.
Preghiera cristiana ecumenica
Dio nostro, Trinità d’amore,
dalla potente comunione della tua intimità divina effondi in mezzo a noi il fiume dell’amore fraterno.
Donaci l’amore che traspariva nei gesti di Gesù, nella sua famiglia di Nazaret
e nella prima comunità cristiana.
Concedi a noi cristiani di vivere il Vangelo e di riconoscere Cristo in ogni essere umano,
per vederlo crocifisso nelle angosce degli abbandonati e dei dimenticati di questo mondo e risorto in ogni fratello che si rialza in piedi.
Vieni, Spirito Santo! Mostraci la tua bellezza riflessa in tutti i popoli della terra, per scoprire che tutti sono importanti, che tutti sono necessari, che sono volti differenti
della stessa umanità amata da Dio.
Amen.
Foto di Mateus Rosa Flor da Pixabay
6 FRATELLI TUTTI
• NOVEMBRE 2020P. Roberto Battistin con Akram, uno dei giovani accolti a Vedrana
«I primi 3 sono stati degli studenti camerunesi biso- gnosi di alloggio - dice Marco Cadeddu, missionario presente a Vedrana fin dagli inizi, nel 2018 - oltre a sostenerli, offrendo l’ospitalità di una “Chiesa locan- da”, desideravamo vivere con loro un’esperienza di fraternità».
Oggi, nella Comunità di Vedrana vivono 2 giovani pakistani in attesa del permesso di soggiorno e gra- zie al progetto di accoglienza dei corridoi umanitari, 1 giovane eritreo e 2 sudanesi. Insieme ai missionari condividono spazi e momenti di vita. Il confronto tra culture, lingue e religioni diverse fa parte della quotidianità.
«L’impegno ad accogliere “ogni altro” ci stimola a
vivere tutto come un’opportunità per costruire rela- zioni di qualità tra noi e per prenderci cura gli uni gli altri, - spiega padre Stefano, responsabile della casa di Vedrana e del progetto di accoglienza - nel deside- rio di essere fedeli al comandamento di Gesù, rivol- to prima di tutto ai suoi, di amarsi reciprocamente come segno del suo amore».
Il desiderio di camminare con questi giovani anima l’intera Comunità. Anche le coppie di sposi sono im- pegnate nel progetto; i volontari e gli amici del ter- ritorio donano il loro tempo e l’opportunità di tante relazioni, che danno un volto concreto alla solida- rietà e alla fraternità.
«Quando posso vado in Comunità per insegnare ai giovani l’italiano - dice Sara, volontaria - è un tempo che mi arricchisce molto: conoscere la loro cultura, mettermi nei loro panni, mi aiuta a relativizzare i miei problemi e a farmi carico almeno un po’ dei loro».
L’esperienza di Vedrana è l’esempio di come solo cooperando insieme si riesce a costruire una rete di aiuti che è la strada per diffondere la cultura dell’in- contro, dell’inclusione e della pace.
le e politica. Capace cioè di promuovere una politica che, liberata dall’ideologia, si spenda per costruire un mondo migliore.
Il Papa tocca l’ambito politico e suggerisce che la pre- occupazione principale dei politici dovrebbe essere quella di prendersi cura della fragilità dei popoli e del- le persone.
«In un modello di società funzionalista e privatista che conduce inesorabilmente alla cultura dello scarto, il pren- dersi cura della fragilità dice forza e tenerezza, lotta e fe- condità» (FT 188).
Per un politico questo significa farsi carico del presen- te nella sua situazione più marginale e angosciante per riconoscere tutte quelle situazioni in cui è ne- cessario riaffermare la dignità di ogni essere umano, senza compiere distinzioni o discriminazioni di sesso, condizione e nazionalità.
Ci auguriamo che questa Lettera del Papa possa far riflettere e stimoli quei piccoli passi di cambiamento che sono alla portata di tutti per continuare a crescere e diventare davvero fratelli.
Accoglierci e accogliere
A Vedrana di Budrio, nell’hinterland bolognese, la Comunità realizza
un progetto di accoglienza per giovani
migranti e rifugiati
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NOVEMBRE 2020 •
Charles de Foucauld nasce a Stra- sburgo il 15 settembre 1858. Orfano dei genitori a sei anni è cresciuto dal nonno. Nel 1876, determinato a seguire la carriera militare, en- tra all’Accademia di Saint-Cyr. Nel frattempo, la fede trasmessagli dai suoi si affievolisce: sono anni di buio, di disordine e di vita solita- ria. Nel 1882 si dimette dall’eserci- to per partire alla scoperta del Ma- rocco. Questo luogo gli “prende il cuore”, lo colpisce l’ospitalità della gente, è affascinato dall’immensità del deserto, ma soprattutto prova stupore per la fede nel Dio Gran- de e Unico dell’Islam. Ritorna in Francia, a Parigi, ma non ha pace.
Le domande su Dio diventano as- sillanti. È l’inizio della sua conver- sione, avvenuta intorno al 30 otto- bre 1886. Si reca in pellegrinaggio in Terra Santa e a Nazareth impara la vita nascosta vissuta da Gesù, la sua esistenza “umile e oscura di operaio a Nazareth”. Nel gennaio 1890 entra nella Trappa di Nostra Signora delle Nevi, in Francia.
Qualche mese dopo, desiderando una vita più radicale, viene inviato alla Trappa di Akbès, in Siria.
Nel marzo 1897 si trasferisce in Ter- ra Santa dove risiede, per tre anni, nella cittadina di Nazareth, a ser- vizio di un monastero di Clarisse.
Alloggia in una capanna, vivendo in povertà assoluta, passando ore in adorazione silenziosa dell’Eu- caristia e approfondendo la Bibbia.
A poco a poco sente che amare Gesù significa diventare fratello di tutti, soprattutto di coloro che ancora non lo conoscono, per que-
sto nel 1900 accetta di diventare prete, per vivere la vita di imitazio- ne di Gesù “fra gli uomini più ma- lati, le pecore più abbandonate”. Si trasferisce a Beni-Abbès, al confine dell’Algeria con il Marocco, indos- sa una tunica bianca sulla quale è cucito un cuore di stoffa rossa, sor- montato da una croce.
Impedito ad entrare in Marocco, a causa della situazione politica, si sposta nel sud, in territorio Toua- reg, a Tamanrasset, dove conosce la popolazione del luogo e ne con- divide la vita. Trascorre lunghe ore insieme alla gente del posto, racco- glie per iscritto la loro cultura, per- ché ne resti memoria storica, redi- ge un grande dizionario di lingua francese-tuareg ancora oggi in uso in quella zona. Ospita chiunque passi da lui, cristiani, musulmani, ebrei, pagani.
Il primo dicembre 1916 la sua casa, sempre aperta a tutti, viene sac- cheggiata dai predoni e in questo assalto resta ucciso. Il cadavere viene ritrovato presso l’ostensorio.
Guidaci fratel Carlo con il tuo esem- pio perché anche noi ascoltiamo la voce di Gesù che ci invita a portare il Vangelo dove non è conosciuto, non con la predicazione ma con l’esempio, non annunciandolo ma vivendolo.
FRATELLI TUTTI
Il fratello universale
Il papa conclude l’enciclica Fratelli Tutti con la figura esemplare del beato Charles de Foucauld che, identificandosi con gli ultimi, si è fatto fratello di tutti
Charles de Foucauld, detto fratel Carlo di Gesù, è stato proclamato beato il 13 novembre 2005 da papa Benedetto XVI
La vicenda umana e religio-
sa di Charles de Foucauld
ha affascinato e attratto
generazioni su generazio-
ni. Nel corso degli anni,
ben diciannove differenti
famiglie di laici, sacerdoti,
religiosi e religiose, com-
prendenti più di 13.000
membri nel mondo, sono
scaturite dalla sua spiri-
tualità e dal suo modo di
vivere il Vangelo (tra le
maggiori, le fraternità dei
Piccoli fratelli e delle Pic-
cole sorelle di Gesù).
8 UNA PAROLA PER TE
• NOVEMBRE 2020Chi ha avuto compassione di lui
Il samaritano prova quel sentimento che nella Scrit- tura è solo riferito a Dio. La compassione era un atteg- giamento esclusivo di Dio, con il quale il Signore resti- tuiva vita a chi non l’aveva.
Per Gesù un uomo, per giunta considerato lontano da Dio, ha lo stesso comportamento del Signore, la com- passione. Compassione che non rimane a livello di sentimenti, ma si traduce in azioni volte a restituire vita a chi la sta perdendo, a prendersi cura del ferito, come farà generosamente e disinteressatamente que- sto straniero.
Quel samaritano non è un religioso, non pratica la preghiera, i digiuni al Dio ufficiale. Ci ripropone for- tissima la dimensione dell’umanità: la pratica di uma- nità è l’espressione eloquente della fede.
Dio non vuole essere servito, ma servire: non vuole che si rispetti lui, vuole che si rispetti l’uomo.
Il Signore è questo samaritano, uno straniero che nar- ra, con la sua vita, la vita di Dio, che non fa barriere per distinguere prossimi da non prossimi: si fa prossimo.
Si avvicina e cura il ferito con olio e vino, lo porta in una locanda.
Qui Gesù-samaritano resta con quell’uomo nella not- te del travaglio. Veglia, si prende cura di lui: possiamo immaginarci la sua dedizione concreta, il suo affetto.
In questo stare accanto a chi soffre vediamo la stessa logica eucaristica: ti servo, ti lavo i piedi, mi consegno a te in un amore che è fino alla morte. Ti amo da mo- rire: questo è il mio corpo, il mio sangue… che concre- tezza dell’amore!
La Chiesa locanda
Gesù oggi ci porta in casa questi malcapitati, si fida di noi e ci porta a casa questi poveri.
Un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse:
“Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?”.
Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse:
“Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”.
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù:
“E chi è mio prossimo?”. Gesù riprese:
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
Un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio,
passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura,
lo portò in un albergo e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”.
Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”.
Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”.
Lc 10,25-37
Essere prossimi
Papa Francesco
all’inizio dell’enciclica
Fratelli Tutti propone
di meditare la parabola
del Buon Samaritano
perché nessuno
passi oltre
e si identifichi
come protagonista
9
NOVEMBRE 2020 •
Noi siamo quelli che dopo la not- te in cui lo abbiamo visto servi- re, come il locandiere, diciamo al Signore: lascialo qui, torna pure quando credi, non temere. Voglio solo restituire l’amore da morire che mi hai dato, che ci hai dato.
I credenti, passando la notte con Cristo nella preghiera, nell’ascolto della sua Parola, nello spezzare il pane, imparano da Lui l’arte della misericordia e della compassione fino a divenire, nella loro umani- tà, capaci di raccontare l’amore dell’Eterno.
Alcuni teologi, soprattutto teolo- ghe ritengono che misericordia vada tradotta con Tenerezza. La Chiesa della forte tenerezza, che non è dolciume, ma forza dei gesti, della prossimità.
“Questa parabola ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fan- no propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune.” Questo ci dice il Papa al n°67 dell’enciclica Fratelli Tutti.
In quella Chiesa-albergo, dove si può portare un ferito, si impara- no relazioni ospitali e, vivendo la
“grammatica dell’umano”, si può condividere fino a “fare casa”.
L’immagine dell’albergo potreb- be narrare qualcosa della chiesa povera per i poveri, perché non ci potrà essere una comunità auten-
ticamente ospitale, se questa non saprà divenire povera. Solo se po- veri si è capaci di autentica condi- visione perché non ci si rapporta a partire dall’“alto” delle proprie ricchezze, consapevolezze ed espe- rienze, ma da fratelli a pari livello, tutti discepoli in umanità e alla se- quela dell’unico Maestro.
Va’ e anche tu fa’ così
Accogliamo dunque la proposta di farci presenti alla persona biso- gnosa di aiuto, senza guardare se fa parte della nostra cerchia di appar- tenenza. Gesù ci interpella perché mettiamo da parte ogni differenza e davanti alla sofferenza, ci faccia- mo vicini a chiunque.
“Prenderci cura della fragilità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambi- no e di ogni anziano, con l’atteggia- mento solidale e attento del buon samaritano vuol dire fare la nostra parte, senza temere il dolore o l’impo- tenza, perché lì - ci dice papa Fran- cesco - c’è tutto il bene che Dio ha se- minato nel cuore dell’essere umano”.
Come il viandante occasionale del- la nostra storia, ci vuole solo il de- siderio gratuito, puro e semplice di essere popolo, di essere costanti e instancabili nell’impegno di inclu- dere, di integrare, di risollevare chi è caduto.
Allora, non dirò più che ho dei
“prossimi” da aiutare, ma che mi sento chiamato a diventare io un prossimo degli altri.
Padre Luca Vitali
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La tua intenzione sarà affidata ai missionari e alle missionarie della fraternità di vita contem- plativa della Comunità, che ogni giorno presen- tano a Dio la vita del mondo, le persone care, i familiari, gli amici e i benefattori nella loro pre- ghiera di intercessione davanti all’Eucaristia e durante la celebrazione della S. Messa.
Compila la tua richiesta sul sito:
www.villaregia.org/richiedipreghiera
UNA PAROLA PER TE
Il samaritano Van Gogh
In questa rappresentazione drammatica del Buon Samari- tano Vincent van Gogh si ritrat- ta nell’uomo che si fa prossimo.
Egli sa cosa significhi accudire e curare le altrui sofferenze, ne ha fatto esperienza nell’assistere la madre, colpita da un grave infor- tunio, e nel curare, da zelante in- fermiere, i malati di tifo.
Secondo il suo stile immette nel- le pennellate e nei colori le sue idee e sentimenti: il soccorritore, più che caricare l’uomo ferito sul cavallo sembra tirarlo giù per ca- ricarselo sulle spalle. L’autore ri- esce a trasmettere con la sua arte cosa voglia dire farsi prossimo:
addossarsi il dolore e la difficoltà dell’altro. Le piccole figure del levi- ta e del sacerdote danno le spalle incuranti, camminano su un sen- tiero tracciato dall’orizzonte defi- nito. Tutt’altro sfondo circonda la scena principale in cui anche la natura è coinvolta in questo corpo a corpo che si trasforma in un ab- braccio necessario per la salvezza di entrambi.
Vincent van Gogh, Il buon Samaritano (1890)
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• NOVEMBRE 2020Anche quest’anno partecipiamo alla campagna Focsiv “Abbi- amo riso per una cosa seria”, grazie alla quale sosteniamo 2 progetti agricoli in Etiopia e Burkina Faso e la costruzione di un Centro pastorale.
A causa dell’emergenza sanitaria non ci incontrerai in piazza presso i tradizionali banchetti, ma puoi partecipare online:
con una donazione di 5 euro sostieni i progetti nelle nostre missioni africane e regali il riso a famiglie in difficoltà in Italia.
Ecco perché abbiamo bisogno del tuo sostegno.
PARTECIPA ORA SU
www.comivis.org/abbiamorisoperunacosaseria
“Uniti nella Missione”:
grazie di cuore
Carissimi lettori,
grazie per la generosità con cui avete risposto all’appello che abbiamo lanciato ad agosto per continuare a far fronte alla grave situazione creatasi in tutti i Paesi in cui siamo presenti.
La vostra vicinanza e generosità ci hanno sorpresi anche questa volta e vi siamo grati per aver contribuito a far ripartire le attività nelle nostre comunità,
permettendoci di essere ancora più vicini a chi soffre.
A oggi abbiamo raccolto 45.232 euro che rappresentano, giorno dopo giorno, vita nuova per tante persone.
Che Dio vi benedica!
Cosa stiamo facendo grazie alle vostre donazioni
UN GRAZIE CHE GIRIAMO A VOI Carissimi missionari,
vorrei ringraziarvi per la vostra presenza qui a Lima, col nostro popolo, come fratelli. Ognuno di voi rappresenta per noi la presenza di Dio. Confido nella vostra preghiera affinché Dio ci doni la forza.
Con affetto, Maria
SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE Dalle medicine alle bollette, dal- la bombola del gas al cibo, dalle spese scolastiche al vestiario.
Grazie a voi tante famiglie hanno ricevuto un aiuto importante per affrontare situazioni di estrema difficoltà.
PROSSIMITÀ AI MALATI Solitudine e isolamento pesano an- cora di più sugli anziani e su chi è malato, per questo ora più che mai ci chiedono di visitarli, pregare insieme, ricevere i sacramenti, dialogare sia nelle case che negli ospedali.
ACCANTO AI BAMBINI In Brasile, Perù e Mozambico sti- amo accompagnando i bambini dei nostri Centri per l’Infanzia con attività a distanza e aiuti alimen- tari, riprendendo le lezioni regolar- mente laddove è possibile.
ATTIVITÀ PASTORALI Abbiamo messo a norma le nos- tre sedi per riaprirle a giovani, coppie e adulti per continuare le celebrazioni e le attività di volon- tariato, formazione e accoglienza, con nuove iniziative per risponde- re ai bisogni delle persone.
P. Amedeo Porcu Presidente
FARSI PROSSIMI
COMIVIS
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NOVEMBRE 2020 •
Nuovi spazi per condividere la missione
Le messe online, gli incontri in streaming, i sussidi per la preghiera in famiglia, i webinar sulla missione: l’ambiente digitale non è un mondo puramente virtuale, ma coinvolgimento e partecipazione
PASTORALE DIGITALE
È vero, quando a marzo il governo ha annunciato il lockdown nazionale non eravamo pronti. Non capiva- mo in che modo quel termine straniero avrebbe cam- biato il nostro modo di “fare missione”, ci era chiaro soltanto che bisognava chiudere tutto, sospendere ogni attività. Abbiamo dovuto familiarizzare con i me- dia sociali, le telecamere, i microfoni perché tutto - le messe, le adorazioni eucaristiche, gli incontri formati- vi e ogni attività - era da farsi online.
La comunicazione digitale, se all’inizio ci hanno mes- so davanti a una nuova sfida, in seguito, con l’allenta- mento delle misure e la riapertura dei nostri centri missionari, ci ha chiamati a chiederci se e come tutto ciò che avevamo sperimentato potesse arricchire le nostre attività pastorali. Se, infatti, resta fondamenta- le la dimensione fisica - incrociare gli sguardi, stringe- re le mani - è indubbio che i media sociali facilitino la partecipazione di persone geograficamente distanti, permettano di parlare a un pubblico più ampio e rag- giungere persone nuove.
È nato così un questionario, con il quale vi abbiamo chiesto di comunicarci i vostri bisogni, le domande, i desideri. C’è stata poi una nostra riflessione sul ruolo della pastorale digitale nel mantenere vivi i rapporti con i nostri membri, amici, sostenitori.
Ne è scaturita la convinzione che l’apporto del digitale sia il completamento delle attività di pastorale “clas- sica”, un supporto in più per raccontare la missione e coltivare il dialogo, anche in questo tempo incerto.
Gli incontri online, i webinar, i sussidi alla preghiera domestica, i laboratori che in questi mesi abbiamo proposto sono non solo un’occasione di ascolto reci- proco ma un modo per mettersi in gioco, in maniera profonda. È quanto è avvenuto nei due laboratori “Ve- dere oltre...” e “Passare oltre...”.
In entrambi, l’esperienza è strutturata su due livelli:
quello spirituale, curato da un consacrato, e quello psi- cologico, seguito da una psicoterapeuta. Negli incon- tri, al metodo scientifico e a quello biblico si alterna anche quello esperienziale, che prevede l’interazione tra i partecipanti ed esercizi pratici da applicare.
L’obiettivo è crescere nella propria formazione spiri- tuale e psicologica, acquisendo abilità utili a evolvere sul piano emotivo e come cristiani.
I contenuti prendono spunto dal carisma della Co- munità: dare un senso al passato e scorgere la Provvi- denza di Dio nella propria vita. Ogni incontro mette a fuoco un singolo aspetto del tema generale, fornendo percorsi per sviluppare un “saper fare” da applicare nel quotidiano.
I laboratori “Vedere oltre...” e “Passare oltre...” sono percorsi formativi che abbiamo realizzato per te, per sentirci ed essere insieme Chiesa viva in cammino. La partecipazione è aperta a tutti.
Per iscriverti vai su
www.villaregia.org/laboratori
©parroquiamadridejos/Cathopic.com
12 GIORNATA COI MISSIONARI
• NOVEMBRE 2020Ángel e Yolanda:
accompagnare giovani imprese
Quella che state per leggere è una delle storie inserite in “Una giornata coi
missionari”, una rubrica del nuovo sito villaregia.org. All’interno di questo spazio troverete altre esperienze dei membri della Comunità per conoscere
e seguire da vicino le attività e gli ambiti in cui operiamo laddove siamo presenti
Ángel Cortés e Yolanda Abreu, sposi missionari della Comunità di Arecibo (Porto Rico)
Siamo membri e parte attiva della Comunità da più di 20 anni, da quando è stata fondata la missione di Arecibo. Oggi, insieme ad altri fratelli e sorelle, dedi- chiamo gran parte del nostro tempo e impegno alle opere di promozione umana che la Comunità sostie- ne a Porto Rico.
Perché questo interesse e richiamo verso l’attività so- ciale della nostra Comunità? Per capirlo basta rileg- gere ciò che Dio ha intessuto nella nostra storia di coppia.
Ci siamo conosciuti quando eravamo studenti uni- versitari. Tuttavia, è stato il cammino di pastorale giovanile che ci ha permesso di conoscerci di più. La formazione ricevuta aveva un alto contenuto sociale, politico e comunitario, temi ben radicati nel contesto della Chiesa latino-americana di quel tempo. Fin da giovanissimi abbiamo compreso l’importanza della persona in tutte le sue dimensioni, non solo quella spirituale e, quindi, l’importanza di promuoverne lo sviluppo integrale. Questo ci ha fatto capire meglio il ruolo concreto che, per fede, assumiamo in qualità di discepoli-missionari di un Dio che si è incarnato, che ha vissuto, abbracciato e assunto ogni ingiustizia e oppressione su di sé, che ha amato in modo prefe- renziale i poveri, e che continua a fare tutto questo at- traverso di noi.
La Comunità di Villaregia è, per noi, quello spazio in cui si manifesta questo impegno di coppia verso i fratelli e
le sorelle che oggi vivono vecchie e nuove povertà.
Da diversi anni abbiamo lanciato un progetto di in- cubazione di microimprese, al fine di permettere, a persone con limitate risorse economiche, di avviare un’attività lavorativa individuale o familiare. Por- to Rico è un Paese le cui istituzioni sono molto fragili, precipitato in una crisi economica senza precedenti, motivo per cui ampia parte della popolazione vive una situazione di grande vulnerabilità sociale e disugua- glianza economica. Le opportunità di lavoro in regola e ben retribuito sono molto limitate. Nella città di Are- cibo la percentuale di disoccupazione ufficiale sfiora il 10%, senza contare i tanti lavoratori dell’economia sommersa.
Per motivi direttamente legati alla situazione eco- nomica, più di mezzo milione di portoricani (su una popolazione di 3,5 milioni) sono emigrati negli Stati Uniti negli ultimi 10 anni. In questo contesto, il no- stro progetto costituisce per molti una preziosa op- portunità di formazione e di inserimento lavorativo mediante l’avvio di piccole imprese.
Sogniamo di creare una nuova economia per il no- stro Paese, una nuova economia il cui centro siano la persona e il rispetto per “la casa comune”, il nostro pianeta. Per questo le formazioni che offriamo punta- no a far sì che le nuove imprese create siano gestite secondo i principi e i valori dell’impegno socio-am- bientale e della solidarietà.
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NOVEMBRE 2020 •
La nostra famiglia si arricchisce di due nuovi sacerdoti e un diacono.
Il 25 settembre Tony Sepulveda, missionario a Lonato del Garda, è stato ordinato diacono permanen- te nella celebrazione presieduta da mons. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d’El- sa-Montalcino. Il 24 ottobre Alain Gbe Kassi è stato ordinato pre- sbitero nella parrocchia di Saint Laurent a Yopougon, in Costa d’A- vorio, per l’imposizione delle mani del vescovo mons. Jean Salomon Lezoutié. Stefano Crosara, fino a poche settimane fa a Lima, è stato ordinato presbitero il 22 novem- bre nella Parrocchia SS. Quirico e Giulitta di Salcedo (Vicenza) dal vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla.
Accompagniamo con la preghiera p. Tony, p. Alain e p. Stefano affinché il Signore rinnovi in loro ogni giorno la gioia con cui hanno pronunciato il loro Sì.
Eccomi, manda me!
GIORNATA COI MISSIONARI
In alto, p. Stefano Crosara e p. Alain Gbe Kassi.
Qui sopra, p. Tony Sepulveda
Scopri Villaregia.org
Villaregia.org è il nuovo sito della Comunità, uno spazio virtuale per vivere insieme il Vangelo.
Uno strumento per far conoscere la nostra attività missionaria, le terre di missione dove operiamo e avere gli aggiornamenti sulle nostre iniziative.
Troverai tanti contenuti per dar voce a fratelli e sorelle che ogni giorno portano il Vangelo del “farsi prossimi” in Europa, Africa e America Latina. Buona navigazione!
Con questo umile sforzo desi- deriamo contribuire a una delle maggiori sfide che il nostro Paese sta affrontando, così descritta dai Vescovi di Porto Rico: “Serve urgen- temente un’economia più solidale, che favorisca lo sviluppo di piccole attività commerciali e delle impre- se familiari, che incoraggi la nostra agricoltura per ridurre la dipendenza alimentare, con risultati e profitti che generino ricchezza reale e sviluppo locale”.
Ispirati da questo sogno, acco- gliamo ogni sabato i partecipan- ti all’iniziativa. Li accogliamo, li ascoltiamo, li accompagniamo, li incoraggiamo, li aiutiamo a indi- viduare e discernere i loro sogni e le loro speranze. Sebbene il nostro servizio costituisca solo “un gra- nello di sabbia”, lo svolgiamo con la consapevolezza che esprime com- passione, cura e vicinanza a un Dio che cammina con noi. Come Co- munità, svolgiamo questo servizio come una missione, quella di chi è mandato a una realtà bisognosa di cura e attenzione, che chiede di
incontrare e “stare” con la gente, di uscire da sé, di cercare fuori (dalla nostra casa, dalle nostre sicurez- ze, dal nostro rapporto di coppia) il Gesù che ci aspetta, bisognoso di aiuto per affrontare ogni tipo di incertezza, paura, disperazione, per cercare risposte alle sue do- mande sul futuro.
Ci ritorna sempre in mente ciò che disse una donna che ha partecipato al progetto: «Il sabato vengo qui, per- ché qui trovo la forza per affrontare il resto della settimana, quella forza che mi dà il coraggio per continuare a in- seguire il mio sogno, a dargli forma».
Sentiamo che questo è il nostro posto, questa è la nostra speran- za e così continuiamo il lungo e duro cammino per costruire una società nuova, più giusta, fraterna e solidale.
Leggi
le altre storie
dei missionari su
www.villaregia.org
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• NOVEMBRE 2020Una grande pentola per chi ha fame
“La mia preghiera a Dio in questi giorni è molto concreta:
Signore, dacci il cibo necessario per tutti questi fratelli!”. Ga- briele è un membro della Comunità di Lima, incaricato di rifornire di genere alimentari le mense popolari e le ollas comunes, le cosiddette pentole comuni, diffuse in tutto il Perù.
Le ollas comunes sono degli “avamposti della solida- rietà” in cui alcune donne coraggiose mettono in co- mune le pentole, la legna e ciò che hanno in dispensa, cucinando per la “famiglia allargata” del vicinato che altrimenti non avrebbe di che mangiare. La postazio- ne in cui lavorano è riparata da un piccolo tetto di la- miera o da una tenda, a volte è sotto il sole.
A Lima, a causa dell’emergenza sanitaria, la distribu- zione periodica di alimenti non basta più: ora è ne- cessario sostenere l’alimentazione quotidiana dei più poveri. Per questo i missionari distribuiscono prodotti e cibo nei 4 comedores gestiti dalla Comunità e a 6 ol- las comunes attive nel quartiere, grazie ai quali vengo- no distribuiti più di 1.000 piatti quotidianamente.
“Stiamo facendo l’esperienza della vedova che ha ospitato il profeta Elia - dice Marilene, missionaria della comu- nità - confidiamo nel Signore affinché l’olio e la farina non finiscano!”
LIMA - PERU’
OUAGADOUGOU - BURKINA FASO
Andiamo tutti a scuola!
A inizio ottobre sono ricominciate le attività scola- stiche in Burkina Faso e, con esse, anche “Andiamo tutti a scuola!”. Il progetto ha l’obiettivo di facilitare la frequenza scolastica di 200 bambini e bambine, attraverso il contributo di circa l’80% delle spese sco- lastiche annuali e, per 100 di loro, anche la possibilità di avere un pasto completo al giorno.
L’individuazione dei potenziali beneficiari è iniziata nel mese di settembre, periodo in cui la popolazione di alcune zone del Paese – compresa la periferia della capitale Ouagadougou, dove si trovano i missionari – è stata fortemente colpita da piogge eccezionali, che hanno distrutto molte case, decimato il bestiame e ro- vinato il raccolto di molti coltivatori.
Per questo, l’avvio del progetto consentirà un bel re- spiro di sollievo, soprattutto alle famiglie che hanno perso la casa, ridando a tanti genitori la speranza di poter vedere i loro figli impegnati in attività edu- cative, senza dover rinunciare a mandarli a scuola per via dei problemi economici, aggravati quest’anno dall’emergenza sanitaria da Coronavirus e dalle forti piogge che hanno colpito il Paese.
BREVI DALLE COMUNITÀ
Distribuzione di piatti caldi nelle Ollas comunes
Bambini della missione durante una attività educativa
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NOVEMBRE 2020 •
BREVI DALLE COMUNITÀ
ROBE - ETIOPIA
Fin dal loro arrivo in terra etiope ai missionari sono state affidate 5 scuole - quattro asili e una scuola ele- mentare e media - dislocate in quattro cittadine del territorio della Prefettura Apostolica: Robe, Goba, Din- sho, Alem Gena. Oltre a promuovere l’educazione scolastica di centinaia di bambini e bambine, questo servizio consente di valorizzare la presenza evange- lizzatrice della Comunità in un territorio a maggio- ranza musulmana, dove la presenza dei cattolici si stima essere dello 0,03%.
Da fine ottobre gli alunni stanno man mano rien- trando a scuola e i missionari hanno avviato lavori di ristrutturazione degli edifici per rendere gli spazi più sicuri e idonei ad accogliere i circa 880 studenti dei 5 istituti a loro affidati. Inoltre, ad Alem Gena e Robe saranno promosse attività nell’ambito dell’agricol- tura e dell’allevamento che, facendo leva sul coinvol- gimento comunitario, diverranno utili per sviluppare tecniche di autofinanziamento dei diversi complessi scolastici, per meglio fronteggiare le spese di gestione e amministrazione degli stessi.
La Emmanuel Catholic School di Robe è l’istituto sco- lastico più grande tra quelli affidati alla gestione della Comunità Missionaria: accoglie quasi 700 alunni, dall’asilo alle medie. La struttura - che si erge nel com- pound della missione di Robe, vicino alla Chiesa e ai locali per le attività pastorali e sociali - è una scuola privata che i missionari stanno cercando di rendere più accessibile ai figli di alcune famiglie con basso reddito.
Per favorire l’apprendimento di conoscenze informa- tiche, entro la fine dell’anno si prevede anche di attrez- zare uno dei locali adibiti alle attività sociali promosse dalla Comunità a sala informatica, dove gli studenti della scuola media e il personale scolastico potranno affinare le loro competenze. Il medesimo laboratorio sarà poi utilizzato per corsi pomeridiani di informati- ca a favore di altri giovani dai 16 anni in su.
In questa fase di lenta uscita dalla triste parentesi del- la pandemia, la Comunità di Robe sta avviando pic- cole azioni volte allo sviluppo integrale di bambini e giovani che vivono sul territorio della missione.
PARTENZE E ARRIVI
Vuoi conoscere i missionari e le missionarie in partenza per le missioni all’estero
e quelli in arrivo in Italia?
Visita la pagina
www.villaregia.org/arrivipartenze
Il primo suono della campanella in Etiopia
Nella Prefettura Apostolica di Robe l’anno scolastico è iniziato anche
per i missionari, impegnati in attività educative e di promozione umana nelle scuole
Maricarmen, missionaria a Robe, con alcuni bambini della missione
Con il tuo gesto sarai accanto alle famiglie in difficoltà per andare oltre l’emergenza, insieme.
Regalerai ai bambini la possibilità di studiare, l’assistenza medica alle famiglie più povere, un Centro Missionario più sicuro.
Fai arrivare il tuo dono di Natale
nella missione di Texcoco, in Messico
Abbiamo bisogno del tuo aiuto
per sostenere il popolo messicano.
UN DONO PER IL MESSICO
PUOI FARE SUBITO LA TUA DONAZIONE:
Indica sempre la causale: “Un Dono per il Messico”
Con BOLLETTINO POSTALE allegato al periodico
P
Con BONIFICO BANCARIO
all’IBAN IT69R0501812101000012323440 intestato a Comunità Missionaria di Villaregia presso Banca Popolare Etica
P
ONLINE su www.villaregia.org/undonoperilmessico con maggiori informazioni su cosa aiuti a sostenere
P
Comunità Missionaria di Villaregia