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LA FACOLTÀ DI SOCIOLOGIA 9

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Academic year: 2022

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LA FACOLTÀ DI SOCIOLOGIA

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INTERVISTA AL PRESIDE DI FACOLTÀ ANTONIO SCAGLIA

La Facoltà di Sociologia è stata quella istituita per prima a Trento, nell’anno accademico 1962/63.

Ecco l’intervista al professor Antonio Scaglia che illustra le problematiche attuali e le prospettive future della Facoltà, un corso di studi che ha segnato un’epoca e che oggi sta cambiando pelle.

Quale è stato il Suo percorso professionale? Come è arrivato ad insegnare a Trento? E poi come è diventato preside? Quale è la Sua filosofia di vita?

Mi sono laureato in Scienze sociali a Roma, dove il percorso di studi era composto da un bachelor, una licenza e un dottorato; perciò era già secondo un modello anglosassone. Poi però ho conseguito la laurea italiana a Padova, in Scienze politiche. Ho iniziato a Trento come assistente nel 1969-70 e quindi ho continuato con la carriera universitaria a Trento, tranne il periodo in cui ho insegnato a Padova dal 1972 al 1980. Sono rientrato a Trento con un insegnamento alla Facoltà di Economia, dove sono diventato ordinario di Sociologia. Sono stato direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale. Mi sono trasferito dalla Facoltà di Economia alla Facoltà di Sociologia di cui sono divenuto Preside nel 1999. Mi sono occupato fin dall’inizio di Storia del pensiero sociologico, tuttavia mi sono sempre occupato anche di Sociologia del territorio, connessa con la pianificazione territoriale e la pianificazione sociale. Di fatto, ancora oggi mi occupo di Sociologia generale e di Storia della sociologia; soprattutto del dibattito scientifico che ha luogo sul versante tedesco, in particolare intorno alla metodologia di Max Weber. Recentemente pubblico appunto contributi in lingua tedesca. Mi è caro il tema del potere non legittimo e la città in Weber. Da quando sono venuto a Sociologia ho insegnato Metodi e tecniche della pianificazione sociale e mi è stato chiesto di tenere il corso Sociologia urbana e rurale, per questi miei interessi territoriali, anche se continuo ad occuparmi della ricerca di Storia del pensiero sociologico.

Per quanto riguarda la mia esperienza estera: all’inizio, nel 1973, ho fatto una Specializzazione in Metodologia delle scienze sociali alla City University of New York. Ho insegnato Sociologia per nove anni all’Università di Innsbruck all’Istituto di Architettura e all’Istituto di Sociologia.

Con il mondo tedesco abbiamo dei rapporti molto stretti. Ho lavorato alla fondazione della doppia laurea quando ero alla Facoltà di Economia iniziando il rapporto con la TU di Dresda.

Quando mi sono trasferito a Sociologia ho trasferito anche qui l’esperienza. Adesso abbiamo allargato all’Università di Eichstätt - Ingolstadt in Baviera e siamo in trattative con l’Università di Bielefeld che diventerebbe il nostro terzo partner di doppia laurea. Abbiamo già sottoscritto il progetto di doppia laurea con Granada. Dobbiamo completare il progetto con gli spagnoli

9 Revisione e ampliamento dei seguenti articoli di L. BORTOLOTTI: L’Ateneo trentino/3. LA FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA. Intervista al preside di facoltà Antonio Scaglia, Opinioni sulla scuola che cambia, www.iprase.tn.it, marzo-aprile 2003; LA FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA GUARDA AL FUTURO, La Finestra, Aemme, aprile 2003, anno XV n. 4; LA FACOLTÀ DI SOCIOLOGIA.

Intervista al preside di facoltà Antonio Scaglia, UCT, Trento, n. 336, dicembre 2003, pp. 17-22.

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Il Preside Antonio Scaglia La sede della Facoltà di Sociologia in via Verdi

Particolare della facciata del Palazzo

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con la laurea specialistica e uno anche con il mondo anglosassone. Abbiamo poi avviato un dottorato in comune con la Sorbonne di Parigi con la quale siamo in trattative anche per una doppia laurea. Ho lavorato per un periodo abbastanza lungo con un l’Istitut Interuniversitaire che ha sede a Charleroy Marcinelle e per una decina d’anni per l’International Association for Community Development per la formazione di Policy Makers per lo sviluppo.

Il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, ha di recente illustrato alla Conferenza dei rettori italiani (Crui) le linee generali del progetto di riforma dello stato giuridico e delle carriere dei professori universitari. Potrebbe esprimere il Suo parere sulla proposta del ministro?

Siamo in attesa di vedere qualcosa di più chiaro perché quello che è stato fatto vedere sono solo delle linee di proposta. La mia prima osservazione è che mezza Europa è su queste posizioni o si sta muovendo nella direzione di riformare la carriera universitaria con accentuazioni più o meno diverse. Io conosco abbastanza bene il mondo tedesco che sta riformando l’Università.

Una riforma che cambia la natura della posizione del docente, da pubblico dirigente a impiegato, con una posizione di base cui si aggiungono compiti ulteriori retribuiti in modo aggiuntivo. I tedeschi partono da una posizione maggiormente obiettiva e competitiva, in quanto la progressione nella carriera, oltre al merito, richiede che il docente cambi Università. Cosa difficile da introdurre in Italia. Ritengo che le proposte che sono state abbozzate saranno sottoposte ad una forte discussione e a mediazioni. Certamente l’impressione è che l’intenzione di far sparire la figura dei ricercatori creerà qualche problema. L’intenzione espressa è quella di introdurre due momenti di precariato quinquennale. Non so come andrà a finire, ma certamente l’altro aspetto, quello della contrattazione degli impegni aggiuntivi che il docente si assume all’interno dell’Università, assomiglia in parte a quanto avviene nel mondo anglosassone o americano.

Anche se c’è da chiedersi, date le condizioni finanziarie dell’Università, come verranno garantiti i finanziamenti necessari? Da un lato sembra che il processo di presentazione del decreto legge debba essere molto veloce. Dall’altro penso che un confronto con le parti sociali sia indispensabile.

Il ministro Moratti si è assunto come interlocutore privilegiato la Conferenza dei rettori italiani.

In quella sede uno scambio di opinioni c’è già stato e ci sarà ancora, vi sarà una discussione ulteriore. Io penso che la cosa che tutti si auspicano è che venga cambiata la normativa sui concorsi, perché quella attualmente in vigore ha dato certamente un esito non brillante. Tutti si aspettano che questo sistema delle pluri idoneità che ha messo in difficoltà molte Università italiane venga cambiato. Io spero che le commissioni nazionali vengano fatte in modo da garantire più la qualità che non le lobbies. Questo è il mio auspicio.

Quali sono le prospettive della Sua Facoltà? Che rapporti con Bolzano, Innsbruck e l’Europa in generale?

La Facoltà ha avuto, in questi ultimi anni, un forte processo di mutamento. La strada che abbiamo imboccato è quella di attivare delle lauree triennali che sono due nella classe di Sociologia, una di Sociologia tout court, l’altra di Società, politica e istituzioni europee, anche questa nella classe sociologica con una accentuazione dell’interesse scientifico per i problemi europei e internazionali. Quindi abbiamo attivato la laurea in Servizio sociale che è fortemente professionale e collaboriamo con il progetto per la laurea specialistica con la scuola di Scienze internazionali. La Facoltà ha puntato sulle lauree specialistiche e ha attivato: Sociologia e ricerca sociale, che è la laurea specifica sociologica in teoria e ricerca; la laurea specialistica denominata Lavoro, organizzazione e sistemi informativi; una laurea specialistica che ha come interesse l’ambiente e il territorio denominata Società, territorio e ambiente. Quindi abbiamo una laurea che è la

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continuazione della triennale in Servizio sociale denominata Metodi e organizzazione dei servizi sociali, che accentua appunto i metodi dell’organizzazione, il management, i servizi. In collaborazione con altre Facoltà si sta lavorando a una laurea specialistica in Storia. Per questo il progetto deve ancora essere definito; è comunque nelle ipotesi della Facoltà. Quello vissuto dalla Facoltà in questi ultimi anni è stato un cambiamento piuttosto forte ma che stiamo portando a regime. Sono partite le triennali: con l’anno prossimo parte il terzo anno, pertanto andiamo a regime. Per quanto riguarda le lauree specialistiche una è partita l’anno scorso e le altre sono partite quest’anno, perciò l’anno prossimo saranno pure a regime. La Facoltà ha cambiato pelle, ha cambiato natura. Io direi, se la domanda è “che prospettive”? Abbiamo privilegiato in maniera piuttosto forte il mantenimento di una formazione scientifica di base che poggi sulle principali Scienze sociali in maniera da non tradire l’impianto originario. Ciò ha avuto come conseguenza di caricare il triennio di un impegno considerevole. Ho sempre detto che abbiamo fatto la scelta di non abbassare l’impegno e la qualità della didattica. Pertanto l’impegno per gli studenti, da questo punto di vista, è piuttosto consistente. Possiamo affermare che la Facoltà possiede un corpo docente sia per le discipline fondamentali sia per le sociologie specialistiche: questo per tradizione. Anche il numero dei docenti ci permette di rispettare i requisiti posti dal Ministero per poter attivare più corsi di laurea, cosa non possibile presso altre Facoltà di Sociologia. Sui rapporti con l’estero, come si è detto, la Facoltà ha investito molto: le doppie lauree, i dottorati internazionali; non c’è solo quello della Sorbona, c’è anche quello di Organization and information technology, che è un dottorato internazionale per ambito lavoro e sistemi informativi; poi c’è il progetto di Scienze internazionali che per ora è master ma dovrebbe diventare laurea specialistica. I nostri rapporti con Università estere ci permettono di avere una significativa presenza di docenti stranieri nel corpo docente. Ad esempio, presso la nostra Facoltà il presidente dei Sociologi tedeschi tiene un corso di Sociologia della conoscenza e dell’arte figurativa tiene un corso di Sociologia della conoscenza e dell’arte figurativa. Anche a quelli che un tempo erano visiting professor abbiamo offerto di assumersi un insegnamento ufficiale.

Si è molto parlato di collaborazioni fra Università ed enti locali (ITC, Istituti scolastici, Servizio Istruzione, Iprase, Sovrintendenza scolastica): a che punto siamo? E’ solo una bella idea o c’è già qualcosa di avviato?

Abbiamo dei rapporti non solo con questi enti, ma anche con numerosi altri. Con l’Iprase, in

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cambiamento, quali siano gli elementi positivi, quali aggiustamenti o indirizzi eventualmente dare alle modifiche dei corsi di laurea. Non è escluso che vi sia in futuro qualche altro corso di laurea: avevamo ipotizzato ad esempio un corso di laurea per Educatore professionale.

Valuteremo tali possibilità al momento opportuno. Se questo avverrà, potrebbe trovare coinvolte altre Facoltà come Lettere e Medicina di Verona, al fine di rendere spendibile il titolo professionale in ambito sociale e sanitario che ci sembra abbastanza ricco.

Cosa cambia con l’introduzione del diploma “3+2” e successivo dottorato? Il “3+2” è un modo per abbreviare le carriere accademiche?

Stiamo attendendo i risultati della messa a regime del sistema. Io non sono così sicuro che quello che si era ventilato, che cioè con “il 3” automaticamente tutti quelli che ottengono la laurea triennale abbiano pure una formazione che li inserisce facilmente nel mondo del lavoro.

Abbiamo fatto una scelta, che è quella di mantenere alto il livello universitario del “3”. Non so se chi ha programmato la riforma avesse in mente una semplificazione dei percorsi con l’inevitabile abbassamento del livello formativo. Noi abbiamo fatto la scelta, in accordo anche con altre Facoltà di Sociologia, di mantenere alto il livello della didattica. Come Facoltà di Sociologia di Trento ci rendiamo conto come sia difficile pensare che automaticamente uno studente giunga dopo i tre anni ad avere un diploma di laurea che garantisca preparazione scientifica e capacità professionale. Anche le modifiche all’ordinamento didattico pongono problemi delicati e vanno perciò condotte con molta attenzione.

Che ruolo può avere all’interno della nuova Università la figura del tutor? Può spiegare in che cosa consiste la pratica dei “debiti” per i neo iscritti? E quella dei “crediti”?

Noi per la verità non abbiamo insistito molto nell’attivare una tutorship e questo per due ragioni. La prima è che i docenti sono presenti in forma costante e gli studenti possono contattarli facilmente, anche se i docenti con il nuovo ordinamento hanno un carico di lavoro più consistente. Inoltre si sta lavorando a diffondere la didattica on line intesa non come sostituzione della didattica frontale quanto piuttosto come rafforzamento del rapporto docenti studenti. Ritengo che questa sia la migliore tutorship. Lo sdoppiamento dei corsi superiori ai 150 studenti e le esercitazioni rappresentano un ulteriore elemento della qualità di tale rapporto. Se avessimo il doppio degli studenti che abbiamo questo sarebbe impossibile.

Noi non abbiamo istituito dei debiti formativi: abbiamo scelto anche qui un’altra strada.

Verifichiamo se lo studente possiede dei requisiti conoscitivi adeguati con specifici test per la matematica o per i concetti filosofici e culturali. Si tratta di test di autovalutazione. Per coloro che rilevano di avere carenze attiviamo già all’inizio dell’anno un corso di storia della filosofia e offriamo un supporto di apprendimento della matematica. L’autovalutazione richiama la responsabilità; lo studente che è scarso e non si attiva dovrà affrontare responsabilmente delle difficoltà.

Quali sbocchi professionali offre la Facoltà?

Il mese di ottobre, in occasione del quarantesimo di Sociologia a Trento, abbiamo fatto delle valutazioni sugli sbocchi professionali di tutti i laureati del periodo 1994-2001. Il periodo di disoccupazione dei laureati mediamente non supera l’anno e mezzo; inoltre, non è vero che i nostri laureati vanno prevalentemente nella scuola, il tipo di occupazione si differenzia abbastanza. Ci sono differenze dal primo al secondo lavoro: quest’ultimo appare più qualificato.

Dall’indagine risulta che il sociologo ha come caratteristica una buona flessibilità; è per così dire adattivo, è uno che collocato in un lavoro sa adattarsi in maniera attiva e creativa. La ricerca ha

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evidenziato altri aspetti: ad esempio un’accentuata femminilizzazione e una percentuale molto alta di studenti che vengono da fuori provincia. Per quanto riguarda il clima interno di Facoltà, i nostri studenti sembrano essere fra i più motivati, nel senso che lo studente che sceglie Sociologia lo fa con una forte motivazione. Sociologia non è una Facoltà che presenta un percorso di studi facile. Inoltre non è una Facoltà generica, è al contrario una Facoltà che richiede impegno per un percorso formativo con specializzazioni ben caratterizzate.

Quale è la Sua riflessione a proposito del cambio di rotta per Università e imprese per quanto riguarda i progetti di ricerca? E a proposito dello sciopero di tutti rettori contro il ministro Moratti per il taglio dei fondi all’Università?

Qui i progetti di ricerca si sono fatti. Un governo (un paese) che non investe sulla ricerca non danneggia l’Università, danneggia se stesso. Io sono uno che crede che un docente non può vivere solo all’Università, ma deve pensare anche al Paese, al territorio, alla comunità nazionale e internazionale. Sono contento di aver maturato una rete di collegamenti internazionali. Per questo occorrono conoscenze linguistiche, contatti e collaborazioni scientifiche.

La Facoltà di Sociologia si sta popolando di colleghi che vengono da esperienze di ricerca estere e sta diventando un’altra Facoltà. Abbiamo docenti che vengono da esperienze internazionali, le più disparate e qualificate. Abbiamo poi docenti che vengono dalle Università con cui abbiamo i progetti di doppia laurea come nostri docenti. Questo per conto mio dovrebbe diventare uno dei respiri della ricerca. Quello finanziario è un problema, però non è quella l’unica soluzione.

Sono convinto che se uno fa domanda sui fondi europei, che in Italia sono poco sfruttati, potrebbe avere molto di più di quanto spesso non si ottenga in Italia, anche se Trento sa ottenere finanziamenti anche con il cofinanziamento Ministero-Università. Ci sono molte altre forme di outsourcing a cui ricorrere e credo che alle volte ci siano più soldi delle capacità di fare ricerca. C’è poi un altro problema che è quello dei ricercatori, ovvero di studiosi che trovino il tempo e la tranquillità per dedicarsi seriamente alla ricerca. E, da questo punto di vista, molti miei colleghi hanno un ottimo standard internazionale, anche se sono sicuro che rubano il tempo al sonno perché, come diceva Weber, hanno dentro questo demone che spinge alla ricerca e questa spinta è certo più forte dello stimolo finanziario; se non c’è il demone che spinge, ovvero la passione e la curiosità scientifica, non ci sono soldi che possano portare a certi risultati.

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PRESENTAZIONE DELLA FACOLTÀ DI SOCIOLOGIA10

Via Giuseppe Verdi, 26 – 38100 Trento

tel. 0461/881300 (segreteria amministrativa) – fax 0461/881458 Presidio didattico

Via Inama, 5 – 38100 Trento tel. 0461/882173 - 2128- 2174 - 2176 – fax 0461/882184 e-mail: [email protected] [email protected]

Professionisti della società che cambia

Si tratta della più antica Facoltà italiana dedicata specificamente a questa disciplina, il cui compito istituzionale è quello di studiare la società nelle sue evoluzioni dal passato al presente, indagando le possibili prospettive per il futuro. Grazie alle opportunità offerte dalla riforma universitaria la Facoltà si apre a nuovi percorsi formativi, completati da attività di tirocinio e stage, che, al di là delle nozioni generali, consentono agli studenti di misurarsi fin dall’inizio con i problemi concreti.

La vocazione internazionale è esaltata dall’opportunità della doppia laurea con le Università di Dresda, Eichstätt-Ingolstadt e Granada, nonché del dottorato internazionale con l’Università di Parigi IV (Sorbonne).

I risultati sono garantiti: per quanto concerne gli sbocchi occupazionali, gli ultimi dati ufficiali (AlmaLaurea) affermano che ad un anno dalla laurea oltre l’80% dei laureati in Sociologia a Trento è occupato.

La Facoltà è dotata di laboratori didattici attrezzati per le attività di analisi dati e per lo svolgimento di indagini telefoniche con l’ausilio del computer. Gli studenti hanno a disposizione una delle più fornite biblioteche di scienze sociali in Italia (aperta dalle ore 7.30 alle 24.00 dal lunedì al sabato e dalle 14.00 alle 20.00 la domenica), dotata di una banca dati contenente molte delle principali indagini.

Lauree triennali (primo livello) Corso di Laurea in Sociologia

Corso di Laurea in Società, Politica e Istituzioni Europee) Corso di Laurea in Servizio Sociale

Lauree specialistiche (secondo livello)

Corso di Laurea Specialistica in Sociologia e Ricerca Sociale Corso di Laurea Specialistica in Società, Territorio e Ambiente

Corso di Laurea Specialistica in Lavoro, Organizzazione e Sistemi Informativi Corso di Laurea Specialistica in Metodologia e Organizzazione del Servizio Master

Master in Studi Internazionali Master in Sviluppo locale per i Balcani

10 Le informazioni sull’organizzazione didattica provengono dal sito www.soc.unitn.it.

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Un’immagine della scalinata interna della Facoltà di Sociologia

Studenti durante un’esercitazione nel Laboratorio di Informatica Una lezione in occasione della “Giornata di orientamento alla scelta universitaria”

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Caratteristiche salienti e novità

Il corso di laurea triennale in Servizio sociale e quello specialistico in Metodologia e Organizzazione del Servizio Sociale consentono l’accesso all’esame di abilitazione all’esercizio della professione dell’assistente sociale da svolgersi sia in forma libero-professionale, sia in collettività, pubbliche e private, di servizio alla persona, nei servizi sociali e nelle organizzazioni del terzo settore.

È in corso di studio un percorso di laurea specialistica riguardante l’integrazione europea e il sistema internazionale, con l’obiettivo di fornire ai laureati gli strumenti concettuali necessari e utili per l’esercizio di una gamma di occupazioni, con un elevato contenuto sociologico ed europeistico. L’intento del corso di laurea è di preparare alcune figure di esperti che, pur condividendo la comune formazione sociologica, abbiano competenze specifiche in alcuni settori che fanno riferimento diretto alla conoscenza delle società europee e delle istituzioni europee, principalmente l’UE.

Presentazione dei corsi di studio - LAUREE TRIENNALI

LAUREA IN SOCIOLOGIA

Obiettivi del corso di laurea

Il corso di laurea in Sociologia, primo istituito in Italia, gode di una lunga tradizione e ha contribuito più di altri a diffondere la professione del sociologo in Italia. Il curriculum offre gli strumenti teorici, metodologici e tecnici per analizzare i fenomeni collettivi, l’interazione sociale, il funzionamento delle istituzioni e le espressioni culturali della società contemporanea e fornisce nel contempo le competenze per progettare attività di monitoraggio, valutazione e intervento volti al cambiamento dei contesti problematici.

Sono oggetto di studio i meccanismi dei sottosistemi sociali (economico, culturale, politico) che compongono queste società in prospettiva comparata e le caratteristiche delle istituzioni, degli apparati e delle organizzazioni (famiglia, scuola, mezzi di comunicazione di massa, religione, comunità locali, ordini professionali, partiti, sindacati) nelle quali esse si articolano.

Vengono inoltre esaminate le posizioni sociali occupate dai gruppi e dagli aggregati (generi, generazioni, classi, strati, ceti, etnie) presenti nelle società contemporanee, le azioni degli individui che ne fanno parte ed i modi nei quali esse sono gestite e governate (stato, politiche sociali, politiche dell’ambiente, sistemi di welfare).

L’analisi della trasformazione sociale privilegia i meccanismi di formazione delle disuguaglianze, delle varie forme di devianza, lo sviluppo dei conflitti e i meccanismi di creazione del consenso, anche attraverso i media.

Completa il curriculum l’offerta di competenze linguistiche (lingua inglese, in particolare) e di competenze informatiche, nonché la possibilità di partecipare a stage e di effettuare tirocini formativi presso enti o istituti di ricerca, aziende ed amministrazioni pubbliche, oltre a soggiorni presso altre Università estere, anche nel quadro di accordi i internazionali.

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Requisiti per lo studio

Requisiti necessari per l’accesso al corso di studio sono la conoscenza della lingua italiana e della lingua inglese, nonché l’interesse per la comprensione dei fenomeni sociali ed il possesso delle capacità analitiche richieste dal curriculum del corso di studio.

Sbocchi professionali

Il corso di laurea in Sociologia fornisce il complesso delle competenze teoriche e pratiche atte a svolgere l’attività professionale di sociologo nei seguenti campi: Pubblica Amministrazione, relazioni pubbliche, uffici del personale di aziende ed enti pubblici, organizzazioni sindacali, partitiche e di categoria, uffici di pianificazione e organizzazione dei servizi sociali e della comunicazione sociale, imprese di marketing e di sondaggi d’opinione, enti di formazione e di orientamento professionale.

Al tempo stesso le competenze acquisite costituiscono il nucleo della formazione sociologica che potrà trovare ulteriore specializzazione e specificazione nel prosieguo degli studi mediante l’accesso alle diverse Lauree specialistiche di carattere sociologico e non.

LAUREA IN SOCIETÀ, POLITICA E ISTITUZIONI EUROPEE

Obiettivi del corso di laurea

Il Corso di Laurea in “Società, Politica e Istituzioni Europee”, incardinato nella classe delle lauree in Scienze sociologiche (n. XXXVI), si colloca in un percorso di studi di antica e solida tradizione nella Facoltà di Sociologia di Trento. Esso si propone nello specifico di approfondire le tematiche relative alla società europea, nelle sue diverse e peculiari manifestazioni, così come essa si viene sviluppando nel processo di progressiva e accentuata integrazione politica e unione economica, e articolando nei diversi sottosistemi, economico, culturale e politico. In particolare si studieranno le modalità di costruzione di inedite forme istituzionali e le resistenze da superare per consentire e favorire lo sviluppo dell’integrazione politica, economica, culturale europea. Il rapporto tra istituzioni europee e Stati nazionali rappresenterà un tema centrale di riflessione, così come la tematica dell’allargamento dell’Unione e dello sviluppo di un sistema politico multi-livello (comunitario, nazionale e regionale).

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Sbocchi professionali

Il corso è pensato soprattutto per quei giovani che intendono intraprendere una carriera professionale nei seguenti ambiti:

_ lavorare nella pubblica amministrazione locale e nazionale, in posizioni che richiedono sempre di più conoscenze generali di quanto avviene a livello europeo e di come funzionano le istituzioni e le politiche europee (ad esempio, gestione dei fondi strutturali, preparazione di progetti finanziabili con fondi CE);

_ lavorare nel mondo dell’impresa, fornendo agli operatori economici il necessario supporto tecnico-conoscitivo, sia per districarsi nel sistema di regolamentazione comunitaria, sia per avvantaggiarsi dei programmi di sostegno offerti dall’UE;

_ lavorare nelle organizzazioni internazionali governative e non-governative, che operano nel settore della cooperazione internazionale, sia verso i paesi in via di sviluppo che verso i paesi dell’est europeo;

_ lavorare nel settore culturale e della ricerca, dove sono richieste conoscenze generali sociologiche e in materia di studi europei (giornalismo, operatori culturali, istituti di ricerca).

Le competenze acquisite con la Laurea triennale in Società, politica e istituzioni europee potranno trovare ulteriore specializzazione e specificazione del proseguimento degli studi con l’accesso ai corsi di laurea specialistica sia di carattere sociologico che europeistico, garantito in base ai crediti acquisiti nel corso di laurea triennale.

L’organizzazione didattica

Il corso di studi è stato articolato utilizzando come unità didattica il modulo di 25 ore, corrispondente a 3 crediti. L’organizzazione didattica del corso di studi prevede una prima fase di preparazione di base, che si svolge nel primo anno e in parte del secondo e una seconda fase, più orientata alla conoscenza sociologica del contesto europeo (storia, istituzioni, società, cultura), che copre la parte restante del secondo anno e l’intero terzo anno di corso.

LAUREA IN SERVIZIO SOCIALE

Obiettivi del corso di laurea

Questo Corso di Laurea continua la tradizione di formazione al servizio sociale presente nell’Università di Trento dal 1989 con la Scuola Diretta a Fini Speciali per Assistenti Sociali e, dal 1994, con il Corso di Diploma Universitario in Servizio Sociale.

La professione dell’assistente sociale si è sviluppata per far fronte ai bisogni dei cittadini a rischio di emarginazione e di deprivazione economica e sociale, come: minori in difficoltà, persone con problemi legati alla convivenza familiare, adulti e minorenni che hanno commesso reato, anziani bisognosi di assistenza, tossicodipendenti e alcolisti, malati psichiatrici, immigrati.

L’assistente sociale aiuta le persone in difficoltà a riorganizzarsi nel gestire vari aspetti della vita pratica e relazionale quali: avere una casa, avere un lavoro o comunque un reddito, svolgere le attività quotidiane, occuparsi della propria salute, socializzare, educare i figli. L’assistente sociale è attivo anche nella prevenzione delle cause di bisogno, nella sensibilizzazione ai problemi presenti nella collettività e nella promozione della solidarietà sociale.

Quando è necessario, l’assistente sociale collabora con l’Autorità Giudiziaria per assicurare forme di controllo in situazioni di rischio o di pericolosità sociale e nel garantire la tutela di soggetti deboli.

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Il Corso di Laurea ha lo scopo di fornire agli studenti conoscenze adeguate di metodi e contenuti culturali e scientifici volti al conseguimento del livello formativo richiesto dall’area professionale del servizio sociale.

Le competenze che vengono sviluppate riguardano principalmente:

_ la relazione interpersonale con chi è in difficoltà, che avviene attraverso colloqui di counselling sia con la persona che con i suoi familiari;

_ il lavoro organizzativo vale a dire la programmazione dell’intervento, i contatti con le istituzioni e con altri organismi pubblici, privati e del terzo settore, nonché l’organizzazione e il coordinamento di strutture di servizio;

_ le funzioni amministrative, relative all’accesso, alla erogazione e alla verifica delle prestazioni;

_ le funzioni volte alla prevenzione, alla sensibilizzazione e alla corresponsabilizzazione dei cittadini rispetto ai problemi sociali.

Requisiti per lo studio

La struttura didattica competente stabilisce annualmente il numero di studenti da ammettere al primo anno del Corso di studio, tenendo conto anche delle esigenze organizzative del tirocinio.

L’accesso al Corso di studio avviene mediante prove di selezione di tipo attitudinale secondo modalità stabilite dal Regolamento didattico.

Sbocchi professionali

Il titolo di laurea è requisito necessario per l’accesso all’esame di stato che abilita all’esercizio della professione di assistente sociale presso amministrazioni pubbliche (Comuni, Aziende sanitarie, Ministero di Grazia e Giustizia), organizzazioni non profit (associazioni, cooperative) e come liberi professionisti.

L’organizzazione didattica

Il curriculum formativo si compone di insegnamenti relativi a discipline tecnico-professionali, storico-giuridiche, sociologiche e psicologiche suddivisi in 37 moduli di insegnamento obbligatori (112 crediti) e 3 moduli di insegnamento opzionali (9 crediti). Il curriculum prevede inoltre due tirocini professionali (per un totale di 28 crediti) da svolgersi nel primo e nel secondo anno di corso ed effettuati presso strutture di servizio sociale di enti pubblici o privati convenzionati

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A caratterizzare il corso di laurea sono due elementi principali: a) da un lato l’intreccio tra dimensione teorica e dimensione empirica: l’acquisizione da parte dello studente e dei modelli teorici più aggiornati e dei metodi più avanzati per lo studio dei fenomeni sociali; b) dall’altro la vasta gamma di insegnamenti, che permette allo studente ampie possibilità di scelta.

Il nuovo Corso di Laurea, oltre a giovarsi della più antica tradizione di studi sociologici a livello nazionale, offre una solida apertura alle collaborazioni internazionali e infrastrutture di prim’ordine (quali una ricca biblioteca interdisciplinare, aule attrezzate di computer e laboratori d’avanguardia). La varietà di offerta didattica permette agli studenti di costruire percorsi di formazione flessibili, in grado di rispondere alle esigenze dei vari campi di impiego della professione del sociologo.

Il corso di Laurea Specialistica in Sociologia e Ricerca Sociale vuole connotarsi anche per l’apprendimento della ricerca con una particolare modalità di organizzazione della didattica.

Questa modalità si concreterà nell’attivazione di gruppi di studenti che, guidati dal tutor, apprenderanno il disegno della ricerca e il suo espletamento sino al rapporto finale. Il tutor sarà di aiuto anche nella costruzione del piano degli studi, nella sua composizione e nella sua attuazione in consonanza con il percorso di ricerca condotto.

Obiettivi del corso di laurea

Elemento caratterizzante del corso di laurea specialistica è l’intreccio tra teoria e ricerca: l’acquisizione dei metodi più avanzati e dei modelli teorici più aggiornati per lo studio dei fenomeni sociali.

I laureati in questo corso di laurea saranno in possesso di una conoscenza progredita delle discipline sociologiche e di un’elevata capacità di analisi dei fenomeni sociali. Saranno qualificati in particolare dalla padronanza degli strumenti logico-concettuali e metodologici per l’analisi sociale. Nei corsi verranno fornite le competenze necessarie per la formulazione delle ipotesi, il disegno della ricerca, la rilevazione, la costruzione, il trattamento dei dati e delle informazioni sociali.

Gli obiettivi formativi principali del corso sono:

_ la conoscenza degli strumenti per la classificazione, l’elaborazione e l’analisi dei dati quantitativi e qualitativi (sotto forma numerica e grafica);

_ l’acquisizione dei metodi e delle tecniche per la conduzione di sondaggi d’opinione e ricerche di mercato;

_ la capacità di progettazione e conduzione della ricerca empirica nei principali campi di applicazione delle scienze sociali;

_ la capacità di analisi critica delle fonti statistiche economiche, demografiche e sociali ufficiali a livello sia nazionale che internazionale (con particolare riferimento all’acquisizione e gestione di banche dati);

_ la capacità di operare in strutture di ricerca sociale o di apprendimento della conoscenza sociologica, in ambito nazionale ed internazionale, con un elevato grado di autonomia e responsabilità;

_ l’acquisizione dei più avanzati modelli teorici e metodologici per l’analisi comparata della società.

Sbocchi professionali

Tra i ruoli professionali a cui il titolo potrà dare sbocco si segnalano:

_ compiti di responsabilità e consulenza nella direzione di enti di ricerca, istituti demoscopici e per le indagini di mercato;

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_ funzioni di conoscenza specialistica nella ricerca, come responsabili di banche dati sociali, di analisti delle politiche pubbliche con particolare riferimento alle politiche sociali e alle tecniche di social reporting, di esperti nella gestione delle risorse umane;

_ staff presso organizzazioni pubbliche e private (aziende, banche, enti locali, amministrazioni centrali e periferiche dello stato, associazioni di rappresentanza degli interessi, fondazioni) con funzioni di responsabilità progettuale e di conduzione dell’attività in autonomia;

_ esperti di relazioni pubbliche, di relazioni interne e di comunicazione in organizzazioni complesse.

Chi intende proseguire gli studi, dopo la laurea specialistica, può frequentare il Dottorato di ricerca in Sociologia e ricerca sociale, attivato al XVII ciclo.

L’organizzazione didattica

L’organizzazione didattica del primo anno è orientata a fornire competenze teoriche, metodologiche e tecniche a elevato livello di specializzazione.

Il secondo anno comprende due aree tematiche: Analisi del mutamento sociale e Comunicazione e cultura. I moduli didattici presentano allo studente i metodi e le tecniche di ricerca applicati nei diversi campi della sociologia; l’attenzione è sulle sociologie speciali come terreno di applicazione degli strumenti di ricerca.

Lo studente può scegliere insegnamenti sia della prima che della seconda area, componendo nel secondo anno un proprio piano di studi personalizzato, oppure può selezionare uno dei due percorsi che definiscono le aree.

Gli studenti in possesso della Laurea Triennale in Sociologia hanno accesso alla Laurea Specialistica in Sociologia e Ricerca Sociale senza debiti formativi.

Chi nel conseguimento della Laurea di primo livello avesse maturato crediti relativi agli insegnamenti della Laurea di secondo livello, frequentando corsi opzionali, vedrà aumentato il numero di crediti liberi a scelta dello studente.

I tirocini formativi vengono svolti presso enti o istituti di ricerca, laboratori, aziende, amministrazioni pubbliche, oppure mediante soggiorni presso altre Università italiane ed europee, anche nel quadro degli accordi internazionali in atto.

Per quanto riguarda le conoscenze linguistiche: una prova orale ed una scritta in una materia sociologica dovranno essere svolte in una lingua straniera.

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diseguaglianze a livello locale e sovralocale, in tutte le sue implicazioni economiche, sociali, politiche, culturali.

Tali problemi hanno suscitato un acceso dibattito culturale e scientifico tra gli scienziati sociali, con particolare riferimento ai processi di trasformazione in atto. In primo luogo, i processi di globalizzazione economica che, con le nuove sfide tecnologiche, impongono una continua innovazione e ristrutturazione delle attività produttive, con effetti profondi sugli assetti territoriali e sociali. In secondo luogo, i processi di integrazione politica sovranazionale (di cui il più importante è certamente la formazione dell’Unione Europea) che, nel definire nuove prassi e nuovi contesti di riferimento politico e giuridico, favoriscono anche l’emergere di spinte localistiche e regionalistiche. In terzo luogo, i processi di crescita e trasformazione del territorio urbano e extraurbano, che spesso si accompagnano a fenomeni di disarticolazione e destrutturazione sociale, che comunque comportano nuove forme di governo delle città e metropoli, nuove forme di convivenza e interazione sociale. Infine, i processi di mobilità delle persone, in cerca di occupazione o per fruire del tempo libero, che incidono sui comportamenti e le forme di organizzazione sociale e comportano nuove strategie di adattamento e di appropriazione del territorio.

Relativamente a tali problemi le scienze sociali sono chiamate a svolgere un ruolo importante, sia per la capacità di cogliere e interpretare i processi di cambiamento sociale (e in base a questi riformulare i propri paradigmi teorici), sia per le potenzialità operative. Si è, così, affermata una concezione dello sviluppo più vasta di quella finora perseguita (con finalità quasi esclusivamente economiche) che include sia gli aspetti economici e ambientali che quelli umani e culturali, che contempla sia le possibilità di vita dei gruppi locali, sia le opportunità di differenziazione, confronto e integrazione in realtà pluralistiche di più vaste dimensioni. Si è affermata una concezione dell’ambiente che non riguarda soltanto il contesto fisico, geografico, tecnico, ma anche il patrimonio storico e culturale che contiene i simboli della memoria e della identità collettiva locale.

Sulle problematiche delle migrazioni, dello sviluppo, del territorio e dell’ambiente, si incontrano competenze e discipline diverse. I temi che più direttamente afferiscono a questa laurea specialistica sono quelli relativi agli insediamenti umani (da quelli minimi, sparsi sul territorio, fino alle metropoli); gli spostamenti delle popolazioni (mobilità e migrazioni): le rappresentazioni sociali e i sentimenti di appartenenza territoriale (di paese, città, regione, nazione); lo sviluppo economico in quanto radicato nell’ambiente (distretti industriali, turistici, comunità montane);

la crescita economica dei paesi in via di sviluppo e la costruzione di strutture istituzionali adeguate; la pluralità dei percorsi di modernizzazione; le nuove dimensioni transnazionali dell’economia, della cultura, delle relazioni sociali.

La laurea specialistica ha l’obiettivo di affrontare le tematiche sopra riportate nella loro interdipendenza. Si propone, pertanto, di ricondurre a una prospettiva unitaria gli studi e le indagini sui processi economici, sulle modificazioni urbane e del territorio, sui movimenti migratori, sulle strategie e i processi di interazione sociale.

La Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento può contare su una lunga e consolidata tradizione di studi in tali ambiti e può offrire, pertanto, un contributo rilevante allo sviluppo della conoscenza in relazione a queste tematiche.

Obiettivi del corso di laurea

La laurea specialistica in “Società, Territorio, Ambiente” vuole formare laureati che possano esercitare funzioni di elevata responsabilità in tutte quelle istituzioni - pubbliche e private - che

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operano nel campo delle politiche di sviluppo, della organizzazione sociale e della pianificazione territoriale.

In particolare, i laureati di questo corso di laurea devono essere in grado di:

_ conoscere in maniera approfondita le discipline sociologiche nel campo di ambiente, sviluppo, realtà urbana e rurale, turismo, mobilità territoriale, relazioni interetniche;

_ possedere una conoscenza avanzata delle discipline affini, per una adeguata comprensione delle variabili di contesto: demografiche, storiche, economiche, giuridiche;

_ possedere le competenze metodologiche e la strumentazione tecnica necessarie per lo svolgimento di analisi avanzate nell’ambito del territorio, dell’ambiente e dello sviluppo, a livello locale, regionale, nazionale, sovranazionale, e internazionale;

_ analizzare correttamente l’interazione tra i fenomeni sociali, economici e politici a livello territoriale nei loro aspetti strutturali e di mutamento;

_ elaborare progetti e programmi di valutazione e di intervento nell’ambito dello sviluppo economico e dell’impatto ambientale, della organizzazione sociale e territoriale, delle politiche pubbliche (migratorie, turistiche, ecc.) e delle loro ricadute culturali.

Sbocchi professionali

Importanti sbocchi occupazionali si configurano nei settori della programmazione economica e politica, della pianificazione territoriale e dell’ambiente, presso Enti pubblici, Imprese private e cooperative, Enti di ricerca, o attività libero professionali.

Le attività che utilizzano le competenze acquisite nel corso degli studi possono riguardare i seguenti ambiti:

_ programmazione economica, territoriale e urbanistica a livello regionale e sub-regionale (comprensori, comuni, comunità montane, aree urbane);

_ elaborazione e valutazione di progetti di sviluppo, bilanci sociali di area, ecosviluppo;

_ tutela ambientale: parchi, zone protette, aree di interesse paesaggistico, aree turistiche;

_ studio di problemi connessi ad intensa urbanizzazione: uso della città, traffico, inquinamento, patologie sociali, nuove stratificazioni sociali;

_ analisi di comunità e delle culture locali e regionali, analisi dei processi di integrazione tra gruppi sociali, etnici;

_ analisi di organizzazioni sociali e produttive presenti nel territorio;

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che caratterizza, infatti, la new economy è la discontinuità con l’economia tradizionale e tale discontinuità si riflette anche sul modo di tracciare i confini tra le varie aree disciplinari in cui la conoscenza viene organizzata e trasmessa. La sociologia applicata allo studio di come le nuove tecnologie stiano rivoluzionando il lavoro ed il non lavoro, le organizzazioni tradizionali e le forme organizzative reticolari o virtuali, nonché i sistemi territoriali, contribuisce ad approfondire la conoscenza della relazione tra tecnologia, economia e società.

Più in generale si può individuare un ruolo attivo della sociologia e delle scienze sociali nell’ambito dei processi dell’innovazione sociale, economica e tecnologica allo scopo di intervenire sul processo di creazione, produzione, gestione ed innovazione della conoscenza. Per sostenere tale ruolo la formazione di base del sociologo dovrebbe integrare le competenze sociologiche tradizionali con una solida base di informatica e di sistemi informativi.

Obiettivi del corso di laurea

L’acquisizione di conoscenze avanzate nei campi principali della teoria sociologica, nonché dei metodi e delle tecniche propri della sociologia applicata; l’acquisizione di conoscenze avanzate nel campo della psicologia delle organizzazioni e nel campo dell’informatica; la modellizzazione e l’analisi comparata di fenomeni sociali e culturali anche in un’ottica di genere. Comprendono l’acquisizione di conoscenze avanzate per la predisposizione e la conduzione di progetti nel campo della ricerca sociale in ambienti organizzativi in più settori economici di applicazione;

prevedono, in relazione a obiettivi specifici, attività esterne come tirocini formativi presso enti o istituti di ricerca, laboratori, aziende e amministrazioni pubbliche, e soggiorni di studio presso altre Università italiane ed europee, anche nel quadro di accordi internazionali.

La sociologia applicata agli ambienti elettronici di comunicazione porta ad individuare un ruolo professionale del sociologo come:

_ integratore di tecnologie eterogenee, sia all’interno di contesti di lavoro, sia in sistemi territoriali riconosciuti;

_ facilitatore di processi di innovazione che in fase di implementazione intervenga nel modellare le tecnologie sui bisogni degli utilizzatori e viceversa;

_ facilitatore dei processi di creazione di nuova conoscenza nelle fasi che precedono il trasferimento della conoscenza.

Sbocchi professionali

I laureati nei corsi di laurea specialistica della classe potranno esercitare funzioni di consulenza specialistica nei contesti di applicazione delle tecnologie ICT, della comunicazione multimediale e della gestione della conoscenza, di analisti di organizzazione, di analisti delle politiche pubbliche, di esperti nella gestione delle risorse umane. In gruppi interdisciplinari di esperti i sociologi laureati nel corso di laurea specialistica possono svolgere il ruolo di facilitatore di processi di innovazione che in fase di implementazione intervengano nel modellare le tecnologie sui bisogni degli utilizzatori e viceversa, nonché di facilitatore dei processi di trasferimento di nuova conoscenza.

Chi nel conseguimento della laurea di primo livello avesse maturato crediti relativi agli insegnamenti della laurea di secondo livello, frequentando corsi opzionali, vedrà aumentato il numero di crediti liberi a scelta dello studente, ottenendo in questo modo fino ad un massimo di 45 crediti liberi. I tirocini formativi vengono svolti presso enti o istituti di ricerca, laboratori, aziende, amministrazioni pubbliche, e mediante soggiorni presso altre Università italiane ed europee, anche nel quadro degli accordi internazionali in atto.

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LAUREA SPECIALISTICA IN METODOLOGIA E ORGANIZZAZIONE DEL SERVI- ZIO SOCIALE

Anno di attivazione: 2002-2003

Con la Laurea Specialistica in Metodologia e Organizzazione del Servizio Sociale la Facoltà di Sociologia fornisce un percorso formativo avanzato per chi intenda perfezionare le abilità professionali di base per operare nell’ambito del servizio sociale acquisendo, al tempo stesso, le competenze specifiche di management per gli interventi sociali.

L’intreccio tra “metodologia”, da un lato, e “organizzazione”, dall’altro, è volto a dare una preparazione professionale di alto livello, basata su un’elevata capacità di analisi e di interpretazione dei fenomeni sociali e di raffronto comparativo a livello europeo, fondata sulla riflessione critica circa le metodiche di intervento da adottare e caratterizzata dalla capacità di iniziativa organizzativa, di gestione flessibile delle attività che rendono possibile l’intervento, di ricorso all’innovazione tecnologica.

Queste caratteristiche contraddistinguono la laurea specialistica dell’Università di Trento rispetto ad altre che si stanno attivando negli altri atenei italiani. Insieme alle competenze avanzate in ordine agli aspetti tecnici e metodologici degli interventi di servizio sociale, vengono fornite le competenze manageriali di livello intermedio, necessarie per assolvere compiti dirigenziali quali il coordinamento di unità operative, la responsabilità di strutture, la supervisione professionale, l’implementazione di tecnologie innovative.

Obiettivi del corso di laurea

Con la laurea specialistica in Metodologia e Organizzazione del Servizio Sociale la Facoltà di Sociologia fornisce un percorso formativo avanzato per coloro che intendono perfezionare le abilità professionali di base per operare nell’ambito del servizio sociale acquisendo, al tempo stesso, le competenze specifiche di management per gli interventi sociali. L’intreccio tra

“metodologia” da un lato, e “organizzazione” dall’altro, è volto a dare una preparazione professionale di alto livello, basata su di un’elevata capacità di analisi e di interpretazione dei fenomeni sociali e di raffronto comparativo a livello europeo.

Gli obiettivi formativi prevedono per chi si laurea in Metodologia e Organizzazione del Servizio Sociale una buona conoscenza della teoria e della metodologia del servizio sociale e delle politiche socio-assistenziali, una conoscenza avanzata sia per quanto riguarda i servizi sociali sia per ciò

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Sbocchi professionali

Il corso di laurea specialistica in metodologie e organizzazione del servizio sociale fornisce, assieme alle conoscenze avanzate in ordine agli aspetti tecnici e metodologici degli interventi di servizio sociale, anche le competenze manageriali di livello intermedio necessarie per assolvere compiti dirigenziali quali il coordinamento di unità operative, la responsabilità di strutture, la supervisione professionale, l’implementazione di tecnologie innovative. Inoltre, si prevede che:

_ abbiano acquisito le competenze necessarie per l’ideazione, la programmazione e l’attuazione di interventi di servizio sociale e di politiche sociali compartecipate con le comunità locali nel settore dei servizi sociali alla persona e del loro confronto con le analoghe iniziative attivate nell’Unione Europea;

_ posseggano una conoscenza avanzata dei metodi e delle tecniche relative al monitoraggio e valutazione degli esiti e dell’impatto sociale di singoli programmi di intervento nel campo del lavoro sociale;

_ siano in grado di operare con un elevato grado di autonomia e di svolgere funzioni di coordinamento e direzione di strutture e servizi di elevata complessità e di dirigere e supervisionare gruppi di lavoro.

Chi intende proseguire gli studi, dopo la laurea specialistica, può frequentare il Dottorato di ricerca in Sociologia e ricerca sociale o oppure il Dottorato internazionale in Information systems and organization.

L’organizzazione didattica

Le attività formative del corso sono dedicate all’acquisizione di:

_ conoscenze e competenze avanzate di politica socio-assistenziale, di organizzazione e gestione dei servizi sociali alla persona;

_ un’adeguata conoscenza nel campo della gestione flessibile delle tecnologie informatiche e della telecomunicazione per lo sviluppo di reti operative, dinamiche organizzative e relazioni di comunità;

_ conoscenze e competenze avanzate nelle teorie e nelle metodiche riguardanti la valutazione e la certificazione della qualità dei servizi sociali;

_ conoscenze approfondite relative al terzo e quarto settore ed alle relazioni tra organizzazione non-profit e servizi sociali e sanitari pubblici e le autorità pubbliche di regolazione;

_ una conoscenza adeguata nei vari campi della sociologia e delle scienze sociali;

_ conoscenza dei diversi sistemi di welfare socio-assistenziale, anche da un punto di vista comparativo sul piano europeo.

A questo scopo possono essere previste, in relazione ad obiettivi specifici, attività interne come quelle di laboratorio, ed esterne come quelle di tirocinio formativo presso amministrazioni e strutture di servizio, nonché soggiorni di studio presso altre Università italiane ed europee, anche nel quadro di accordi internazionali.

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Presentazione dei corsi di studio - MASTER

STUDI INTERNAZIONALI

L’Università degli Studi di Trento, promuove – nell’ambito della Scuola di Studi Internazionali - un master di primo livello in Studi Internazionali. Il master, di natura interdisciplinare, prevede corsi specialistici nelle discipline economiche, giuridiche, sociologiche, politologiche e storiche, nonché un corso di lingua inglese.

Possono iscriversi al master i laureati provenienti da qualsiasi Università italiana o straniera.

La partecipazione è fissata ad un massimo di 40 posti. Il percorso di master comporta l’acquisizione di 60 crediti.

Una volta conseguito, il master consente ai laureati (laurea ante e post riforma) delle Facoltà di Economia, Sociologia e Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Trento o di altre Facoltà, per le quali vi siano percorsi formativi assimilabili, di accedere al secondo anno della o delle lauree specialistiche in studi internazionali quando saranno attivate dall’Ateneo di Trento.

MASTER IN SVILUPPO LOCALE PER I BALCANI

Nel gennaio 2002 è stato attivato presso l’Università di Trento e la Libera Università di Bolzano un Master Universitario Internazionale in Sviluppo locale per i Balcani finanziato dalla Regione Trentino - Alto Adige e dal Ministero degli Esteri. Il Master è rivolto a laureati italiani e stranieri che coprono posizioni di responsabilità nella ricostruzione dei Balcani o che sono interessati a quella realtà. Oltre alle lezioni frontali, laboratori e tirocini, parte dell’insegnamento sarà a distanza.

Il Master intende formare professionisti in grado di operare in differenti organizzazioni impegnate nello sviluppo locale, al fine di apportare un contributo in chiave interdisciplinare:

socio-politica, economico e giuridica. Per i partecipanti provenienti dai Balcani è inoltre previsto un corso intensivo in lingua italiana e tedesca.

Il programma si avvale di una cooperazione internazionale integrata con:

- Budapesti Közgazdaságtudományi és Államigazgatási Egyetem (Budapest University of Economic Sciences and Public Administration – BUESPA),

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Tale project work è analisi, ricerca, studio indirizzato alla formulazione di un progetto originale ed innovativo per i Balcani o altre aree in trasformazione. Può essere presentato come un paper, un report o una operational activity.

L’adattamento alle circostanze locali di quanto appreso è stimolato attivamente ma lasciato agli studenti, attori privilegiati nel proprio contesto di provenienza.

Destinatari

Il programma è volto a qualificare giovani laureati e giovani professionisti (under 40) con posizioni di responsabilità in relazione ai paesi dell’Europa sud-orientale ed altre aree in trasformazione.

La durata è da settembre 2004 a febbraio 2006; sono ammessi 25 partecipanti; un limitato numero di borse di studio è disponibile per partecipanti provenienti dai seguenti paesi dell’Europa sud-orientale (Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia, Repubblica di Moldova, Romania, Serbia-Montenegro). Altri fondi potrebbero essere disponibili per partecipanti provenienti da altri paesi in trasformazione.

Obiettivi

Il Master intende trasmettere agli studenti la conoscenza codificata disponibile e favorire l’apprendimento tacito di alcune esperienze importanti di sviluppo locale, così da poter stilare, supportare e coordinare

processi di cambiamento e trasformazione a livello locale, per promuovere sia la stabilità sociale che la prosperità economica locale in conformità agli standard della giurisprudenza europea (acquis communautaire Commissione Europea – UE).

Il programma del Master è di tipo intensivo ed interattivo, al fine di favorire la partecipazione attiva degli studenti per identificare campi di intervento e possibili soluzioni nell’ambito locale della loro attività professionale. Tale metodo è adottato in tutte le attività del Master.

Speciale enfasi è posta sull’acquisizione di abilità e sul valutare criticamente le esperienze studiate, con particolare riguardo per:

- le cause ambientali del successo o del fallimento di un progetto, - i limiti della trasferibilità della conoscenza,

- il ruolo delle politiche.

Due corsi intensivi di 50 ore ciascuno in lingua italiana e tedesca sono offerti ai partecipanti.

Sono inoltre previsti corsi in lingua slovena ed ungherese su richiesta degli studenti.

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