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Report Trimestrale COMMERCIO AL DETTAGLIO

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Report Trimestrale

COMMERCIO AL DETTAGLIO

L’andamento economico in Lombardia - 1° trimestre 2021

InFocus: la reazione delle imprese alla pandemia

(2)

INDICE

1. Gli indicatori congiunturali ... 2

2. Le vendite della grande distribuzione ... 8

3. Approfondimento: la reazione delle imprese alla pandemia ... 10

Note metodologiche: ... 16

I dati del presente rapporto sono aggiornati al 14 maggio 2021

NOTA PER GLI UTILIZZATORI

I dati del presente rapporto provengono da elaborazioni fatte da Unioncamere Lombardia su dati di varie fonti e sono protetti da licenza “Creative Commons”.

Dati, grafici ed elaborazioni possono essere utilizzati liberamente SOLO A CONDIZIONE di citare correttamente la fonte nel seguente modo "Fonte: Elaborazioni di Unioncamere Lombardia su dati ……...

” (inserire qui la fonte) oppure riportare “Fonte: Elaborazioni di Unioncamere Lombardia su fonti varie” e il riferimento alla licenza “Creative Commons”.

(3)

3 1. Gli indicatori congiunturali

Nei primi tre mesi dell’anno il fatturato delle imprese del commercio al dettaglio lombarde mostra un’ulteriore calo rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2020, il primo nel quale erano evidenti gli impatti della crisi pandemica con la caduta dei livelli di attività: la variazione tendenziale è pari al -1,6%. L’indice del fatturato, calcolato ponendo pari a 100 il livello medio del 2010, scende a quota 82,6, con una contrazione rispetto al trimestre precedente di -1,8%: si tratta di una diminuzione meno pronunciata di quella registrata a fine 2020, che conferma però la fase discendente dopo il recupero intenso che aveva caratterizzato i mesi estivi dell’anno scorso. Le nuove misure anti-Covid, adottate da ottobre per frenare la seconda ondata di contagi, hanno colpito le attività sebbene con un impatto meno pesante rispetto al primo lockdown. Il risultato è un ulteriore allontanamento dai livelli pre- crisi, con un divario che si allarga al -11,7%.

Grafico 1.1

L’analisi delle variazioni di fatturato su base annua dei settori risente del valore anomalo del primo trimestre 2020, quando le misure di contenimento adottate allo scoppio della pandemia avevano impattato profondamente sul volume d’affari delle diverse tipologie di esercizi commerciali, e va quindi affrontata con cautela. La chiusura di molti negozi non alimentari nel mese di marzo 2020 aveva determinato

-7,2

-13,9 -0,7

-4,2 -1,6

75 80 85 90 95 100

-15 -10 -5 0 5

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1

2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021

Fonte: Unioncamere Lombardia

Andamento trimestrale del fatturato

Lombardia, imprese del commercio al dett. - anni 2015-2021 Variazioni tendenziali e numero indice destagionalizzato (2010=100)

Variazione tendenziale (sx) Numero indice destagionalizzato (dx)

(4)

un vero e proprio crollo per la categoria (-19,1%); rispetto a quel dato si registra un lieve recupero (+0,8%), ma la crescita è troppo esigua per consentire una risalita del fatturato rispetto ai livelli del trimestre precedente. L’indice scende a quota 70,8, con un divario di circa il -20% in confronto al 2019. Viceversa il confronto su base annua risulta negativo per i negozi non specializzati (-4,2%), che comprendono i minimarket e la grande distribuzione a prevalenza alimentare e che nel primo trimestre 2020 avevano fronteggiato un picco di domanda, dovuto all’impossibilità di consumare pasti fuori casa e al verificarsi di fenomeni di accaparramento: nonostante il calo tendenziale, l’indice del fatturato prosegue il trend positivo confermandosi su livelli superiori a quelli precedenti la pandemia. La variazione su base annua risulta negativa anche per i negozi specializzati alimentari (-4,8%), tipicamente di piccole dimensioni (pescherie, macellerie, fruttivendoli, ecc.).

Grafico 1.2

Andamento trimestrale del fatturato per comparto Lombardia, imprese del commercio al dettaglio - anni 2015-2021 Variazioni tendenziali (sx) e numero indice destagionalizzato (dx) (2010=100)

La composizione del campione tra imprese in espansione e in contrazione non mostra variazioni significative rispetto al trimestre precedente: la quota che dichiara un calo

55 65 75 85 95 105

-30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10

2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021

Alimentare

55 65 75 85 95 105

-30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10

2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Non alimentare

55 65 75 85 95 105

-30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10

2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Fonte: Unioncamere Lombardia

Non specializzato

(5)

5

di fatturato si attesta al 48%, mentre la percentuale di imprese in crescita si ferma al 39%. Tale sostanziale stabilità è però il frutto di andamenti settoriali opposti, dovuti al confronto con i valori anomali del primo trimestre 2020: per gli esercizi non specializzati la quota di imprese in espansione passa dal 58% al 32%, mentre tra i non alimentari si assiste a un progresso dal 33% al 45%.

Dopo un 2020 piuttosto debole, i prezzi tornano a crescere con maggiore velocità (+0,5% rispetto al trimestre precedente), soprattutto nei minimarket e supermercati (negozi non specializzati: +1%) e negli esercizi specializzati alimentari (+1%).

Un dato positivo giunge dalla diminuzione delle scorte: il saldo tra giudizi di eccedenza e scarsità passa dal +11,9 al +7,7 con un calo che riguarda tutti i settori;

tuttavia nel comparto non alimentare, dove l’importanza del magazzino è molto più rilevante, il valore (+16,4) rimane ancora molto superiore ai livelli pre-crisi.

Il permanere di giacenze significative impatta anche sugli ordini ai fornitori, che continuano a mostrare una netta prevalenza di indicazioni di diminuzione (saldo pari a -23,5, in linea con il trimestre precedente).

Continuano a non registrarsi particolari criticità sul fronte dell’occupazione, almeno per le imprese con 3 addetti o più: il saldo tra ingressi e uscite nel trimestre è sostanzialmente nullo, confermando la tendenza stabile del 2020, anche se il risultato è influenzato dagli ammortizzatori sociali, che hanno consentito alle imprese in difficoltà di ridurre il costo del lavoro adattandosi alla riduzione dei livelli di attività senza causare eccessive perdite occupazionali, mentre le imprese che hanno sperimentato una crescita della domanda, soprattutto tra gli esercizi non specializzati, hanno potenziato la propria forza lavoro.

(6)

Grafico 1.3

Tabella 1.1

Variazioni dei principali indicatori

Lombardia, imprese del commercio al dettaglio - I trimestre 2021 Dati per comparto

Fatturato

(1) Prezzi

(2) Scorte (3)

Ordini ai fornitori (1) (4)

Addetti (5)

Commercio al dettaglio -1,6 0,5 7,7 -23,5 0,0

- Alimentare -4,8 1,0 -6,4 -24,9 0,2

- Non alimentare 0,8 0,1 16,4 -21,1 -0,2

- Non specializzato -4,2 1,0 -3,6 -28,0 0,2

Fonte: Unioncamere Lombardia (1) Variazione tendenziale (2) Variazione congiunturale

(3) Differenza giudizi di esuberanza e scarsità

(4) Saldo giudizio di aumento e diminuzione (5) Variazione tra inizio e fine trimestre

I dati congiunturali evidenziano come anche il primo trimestre del 2021 sia stato difficile per le imprese del commercio al dettaglio, pur in un quadro di estrema eterogeneità settoriale. Il leggero miglioramento del clima di fiducia degli operatori emerge dall’analisi dei saldi tra aspettative di aumento e di diminuzione, che risultano positivi per fatturato (+7,3) e occupazione (+4,7) anche se ancora negativi

24 27 18 20 18 24 25 24 21 18 20 24 22 21 22 22 30 29 36 35 36 13

11 9 12 13

13 14 14

12 12 12 13

8 15 16 13 5 3

7 7 3

29

27 31 28 30 27 29 27

27 26 27 29

31

31 26 32

8 7

18 12 13 11

12 11 13 12 11 11 11

10 14 13 12

9

8 11 11

3 2

5

5 4

23 30 31 27 27 25 21 24

30 30 28 22

30 25 25 22

54 59

34 41 44

0%

50%

100%

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1

2016 2017 2018 2019 2020 2021

Variazioni tendenziali del fatturato

Lombardia, imprese del commercio al dett. - anni 2016-2021 Distribuzione di frequenze per classe di variazione, dati trimestrali

Aumento >+5% Aumento da 0 a +5% Stabilità Diminuzione da 0 a -5% Diminuzione >-5%

Fonte: Unioncamere Lombardia

(7)

7

per gli ordini (-2,8), con valori che tornano in prossimità dei livelli precedenti alla pandemia.

Grafico 1.4

-50 -40 -30 -20 -10 0 10 20 30

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1

08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

Fonte: Unioncamere Lombardia

Aspettative degli imprenditori

Imprese del commercio al dett. - anni 2008-2021 Saldi trimestrali giudizi aumento-diminuzione

Fatturato Occupazione Ordini ai fornitori

(8)

2. Le vendite della grande distribuzione

Dopo un 2020 caratterizzato da una forte crescita per la grande distribuzione a prevalenza alimentare, le informazioni fornite da Information Resources segnalano una battuta d’arresto nel primo trimestre 2021: le vendite del largo consumo confezionato rilevate per supermercati e ipermercati in Lombardia mostrano un lieve decremento in valore (-0,2% su base annua) e una perdita più consistente in quantità (-3,3% il numero di pezzi venduti). Come già evidenziato per i dati dell’indagine di Unioncamere Lombardia, anche in questo caso il confronto con i primi mesi dell’anno scorso, caratterizzati dall’avvio del lockdown e dalla “corsa ai supermercati”, condiziona il calcolo delle variazioni su base annua, ma le vendite si mantengono comunque su livelli superiori al periodo pre-crisi: la crescita per questi prodotti rispetto al primo trimestre 2019 è +9,5% in valore e +4,6% in quantità. Il perdurare della situazione di emergenza sanitaria, sebbene con misure di contenimento meno rigide rispetto a un anno fa, continua a favorire i consumi alimentari domestici a scapito di quelli esterni, giovando così al canale della grande distribuzione.

A livello nazionale i risultati del trimestre sono parzialmente diversi, con le vendite che mantengono un significativo incremento in valore (+3,4%) e le quantità che si riducono solo marginalmente (-0,1%); va però sottolineato come nel 2020 la crescita in Italia sia stata inferiore a quella registrata in regione (+6,6% vs +7,7% in valore).

Grafico 2.1

-3,3 -0,2

-6 -4 -2 0 2 4 6 8 10 12

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1

2016 2017 2018 2019 2020 2021

Fonte: elaborazioni Unioncamere Lombardia su dati IRi

Variazioni tendenziali dei valori e delle unità di vendita Lombardia, ipermercati e supermercati - anni 2016-2021 Dati trimestrali relativi ai prodotti del Largo Consumo Confezionato

Unità Valori

(9)

9

L’effetto di “rimbalzo negativo” rispetto ai picchi di vendite registrato nel 2020 è particolarmente evidente nei prodotti per la cura della casa, che l’anno scorso erano cresciuti del +8,4% in valore e del +7,4% in quantità e che adesso registrano un significativo rientro (-8,4% in valore e quantità). Segni negativi caratterizzano anche la drogheria alimentare (-1,5% in valore e -4,9% in quantità), altro comparto che nel 2020 aveva evidenziato un notevole impulso per via del maggiore tempo libero trascorso in casa e del conseguente incremento di preparazioni casalinghe. La forte contrazione delle vendite di prodotti per la cura della persona (-11,8% in valore e ben -14,3% in quantità) si inserisce nel trend negativo degli ultimi anni, dovuto anche alla concorrenza crescente dei drugstore, andamento che nel 2020 aveva registrato una temporanea pausa. Restano in positivo, infine, le bevande (+11,8% in valore e +0,2% in quantità) e il freddo (rispettivamente +2% e +0,7%), mentre il fresco associa una crescita in valore (+1,1%) a una riduzione delle quantità (-1,7%).

Tabella 2.1

Variazioni tendenziali di quantità e valori di vendita Lombardia, ipermercati e supermercati - I trimestre 2021 Dati relativi al Largo Consumo Confezionato per comparto merceologico

Lombardia Italia

Unità Valori Unità Valori

Totale Largo Consumo Confezionato -3,3 -0,2 -0,1 3,4

- Drogheria alimentare -4,9 -1,5 -1,3 3,3

- Bevande 0,2 11,8 2,1 13,8

- Freddo 0,7 2,0 2,9 4,3

- Fresco -1,7 1,1 2,6 5,1

- Cura persona -14,3 -11,8 -11,3 -9,3

- Cura casa -8,4 -8,4 -5,2 -5,8

Fonte: elaborazioni Unioncamere Lombardia su dati IRi

(10)

3. Approfondimento: la reazione delle imprese alla pandemia

Il focus di approfondimento trimestrale è dedicato all’impatto della pandemia e alle strategie delle imprese per reagire alla situazione di emergenza sanitaria. Le interviste sono state realizzate nella prima metà di aprile 2021 (Lombardia in zona rossa e successivamente arancione); dove possibile i risultati sono stati confrontati con quelli della rilevazione di luglio 2020, quando la prima ondata di contagi era ormai alle spalle.

Grafico 2.1

Principale effetto negativo dell’emergenza Covid-19

Lombardia, imprese del commercio al dett. – luglio 2020 e aprile 2021

% di risposta per comparto (al netto delle mancate risposte)

Fonte: Unioncamere Lombardia

Per quello le principali conseguenze negative dovute al Covid-19, le risposte degli imprenditori si concentrano sulle chiusure e limitazioni imposte all’attività: si tratta del problema che già a luglio 2020 era stato segnalato con maggior frequenza, ma nell’ultima rilevazione viene indicato da quasi un’impresa su due (46,7%). Tutte le altre criticità evidenziano percentuali in calo, sia per quanto riguarda i problemi relativi alla domanda e ai clienti (13,9%), sia in merito alle questioni organizzative legate agli approvvigionamenti (8,7%), particolarmente avvertite a luglio 2020 dai negozi non specializzati. Anche i problemi finanziari mostrano un netto ridimensionamento (8,3%), in particolare in quei settori che li avevano indicati con maggior frequenza perché particolarmente colpiti dalle misure anti-Covid (non

32,8 15,5 12,5

15,7 4,8

18,7 46,7 13,9 8,7 8,3 3,4

19,0 Chiusure/limitazioni

imposte all'attività Problemi coi clienti/

ordini cancellati Approvvigionamento e

organizzazione Problemi finanziari/liquidità

Altro

Nulla/Problemi risolti

Totale lug-20

apr-21

43,4 16,8 10,0

17,5 3,8

8,5

58,9 13,1

9,6

9,5 2,3

6,8

Non alimentare

14,4 10,2

18,6 9,8 8,8

38,2 28,8 13,7

7,4 6,4 5,7

38,1

Non specializzato

18,6 20,0 12,1

19,3

1,4 28,6

30,8 17,4 7,6 7,0

4,1 33,1

Alimentare

(11)

11

alimentare: 9,5%) o perché penalizzati dalle piccole dimensioni (alimentare: 7%).

Sembra quindi che il commercio lombardo abbia reagito alle molteplici sfide poste dalla pandemia e attenda l’allentamento delle restrizioni per poter ripartire.

Grafico 2.2

Strategie di reazione agli effetti dell’emergenza Covid-19 Lombardia, imprese del commercio al dett. – luglio 2020 e aprile 2021

% di risposta per comparto (al netto delle mancate risposte, possibile risposta multipla)

Fonte: Unioncamere Lombardia

Tra le strategie di reazione delle imprese, la ricerca di nuovi clienti e mercati (46,9%) si conferma la principale sfida, soprattutto nel comparto non alimentare (52,7%) dove le conseguenze della pandemia sono state più pesanti. Rispetto a luglio 2020 la voce che mostra l’incremento maggiore è la creazione di nuovi prodotti o servizi (dal 28,3% al 35,9%): lo sviluppo dell’e-commerce, delle consegne a domicilio e di altri servizi aggiuntivi rappresenta infatti un elemento fondamentale per la crescita futura. Ancora importante, ma meno citata rispetto a luglio 2020, la questione dell’organizzazione del lavoro (dal 41,5% al 30,6%), argomento sul quale le imprese hanno lavorato molto già nella prima fase dell’emergenza, soprattutto nel settore non specializzato.

46,1

28,3

41,5

10,8

7,2

46,9

35,9

30,6

12,7

10,2 Cercare nuovi clienti,

nuovi mercati

Creare nuovi prodotti o servizi

Organizzare diversamente il lavoro

Cercare nuovi fornitori

Altro

Totale lug-20

apr-21

51,0

27,2

41,7

11,8

4,6

52,7

36,4

31,5

14,7

7,2

Non alimentare

32,7

27,2

47,2

9,4

10,6

36,2

37,3

30,4

10,5

15,2

Non specializzato

49,6

37,4

27,8

7,8

13,9

42,9

31,3

27,2

8,8

13,6

Alimentare

(12)

Grafico 2.3

Previsioni per il proseguimento dell’attività

Lombardia, imprese del commercio al dett. – luglio 2020 e aprile 2021

% di risposta per comparto (al netto delle mancate risposte)

Fonte: Unioncamere Lombardia

Il confronto con le risposte fornite a luglio 2020 dagli imprenditori sulle previsioni per l’attività futura evidenzia un quadro in lieve miglioramento: crescono le quote di quanti non hanno registrato perdite (dal 31,7% al 37,2%) o che le recupereranno nel breve periodo (dal 14,7% al 16,1%), mentre diminuiscono le indicazioni di perdite assorbibili solo nel lungo periodo (dal 30,8% al 25%) o irrecuperabili (dal 22,2% al 20,8%). Tutti i settori commerciali evidenziano un progresso ma le differenze rimangono molto marcate: se nei negozi non specializzati il 65,6% non ha avuto conseguenze negative, questa percentuale si abbassa al 19,7% negli esercizi non alimentari, dove oltre la metà delle imprese ha subito perdite che recupererà in più di un anno o che non recupererà affatto. In tutti i settori rimane fortunatamente marginale la quota di imprese che prevede di dover chiudere (0,9%).

31,7

14,7

30,8

22,2

0,6

37,2

16,1

25,0

20,8

0,9 Non abbiamo avuto

effetti negativi

Recupereremo le perdite entro un anno

Recupereremo le perdite in più di un anno

Difficilmente recupereremo le perdite

Saremo costretti a cessare l'attività

Totale lug-20

apr-21

13,7

18,5

37,2

30,1

0,4 19,7

22,0

32,0

25,3

0,9

Non alimentare

63,5

7,4

21,1

7,0

1,1

65,6

7,0

14,7

11,7

1,0

Non specializzato

52,4

11,6

20,4

15,0

0,7

54,7

9,3

16,3

19,2

0,6

Alimentare

(13)

13

Grafico 2.4

Impatto dell’emergenza Covid-19 sulla situazione finanziaria Lombardia, imprese del commercio al dett. – aprile 2021

% di risposta per comparto (al netto delle mancate risposte)

Fonte: Unioncamere Lombardia

Rispetto alla situazione finanziaria, l’impatto dell’emergenza sanitaria evidenzia tre diversi gruppi di imprese. Oltre la metà (53,3%) non segnala problemi e prosegue normalmente l’attività (nel comparto non specializzato rappresenta più del 60%);

circa un quarto (25,6%) denuncia una situazione critica (30% per il non alimentare) che nel 3% dei casi potrebbe mettere a rischio la prosecuzione dell’attività. L’ultimo gruppo, pari a circa un quinto del totale delle imprese commerciali (21,1%), dispone invece della possibilità e della capacità di realizzare o progettare nuovi investimenti:

si tratta del segmento più dinamico, la cui incidenza non varia significativamente tra un settore e l’altro nonostante l’impatto radicalmente diverso della pandemia sulle diverse tipologie commerciali.

12,4

8,7

53,3

22,6

3,0 Programmati nuovi

investimenti

Realizzati nuovi investimenti L'attività procede senza

problemi di tipo finanziario Abbiamo problemi

finanziari Siamo in forte difficoltà/l'attività è a

rischio

Totale

11,9

8,8

49,2

27,5

2,6

Non alimentare

13,8

7,4

62,8

11,7

4,3

Non specializzato

12,1

10,3

53,3

21,8

2,4

Alimentare

(14)

Grafico 2.5

Utilizzo del lavoro agile

Lombardia, imprese del commercio al dett. – aprile 2021

% di risposta per comparto (al netto delle mancate risposte)

Fonte: Unioncamere Lombardia

Per proseguire l’attività rispettando allo stesso tempo le misure di distanziamento sociale, le imprese commerciali hanno implementato dove possibile forme di lavoro agile: se prima della pandemia le imprese che lo utilizzavano erano il 4,8%, la quota ha raggiunto il 27,8% durante l’emergenza sanitaria. Nei negozi non specializzati e in quelli non alimentari la percentuale di utilizzo ha superato il 30%: nei primi l’implementazione dello smart working è stata probabilmente favorita dalle maggiori dimensioni delle imprese, che hanno trasferito in remoto le attività “di ufficio”; nei secondi la forzata chiusura di gran parte dei negozi ha spostato l’attività verso la vendita online e a domicilio, permettendo di svolgere in remoto gran parte del lavoro.

Solo negli esercizi alimentari l’utilizzo è stato marginale (6,4%): le ridotte dimensioni delle imprese e la possibilità di tenere aperti i punti vendita non hanno spinto verso modalità di lavoro alternative.

Alle imprese che hanno implementato soluzioni di lavoro agile durante la pandemia è stato anche chiesto se intendono mantenerle in futuro: la risposta è stata positiva in quasi la metà dei casi. Questi dati portano a una stima dell’utilizzo futuro del lavoro agile che dovrebbe riguardare il 13,5% delle imprese commerciali, quasi 10 punti sopra il livello pre-Covid: nei negozi non specializzati e in quelli non alimentari la quota supererebbe il 15%, mentre tornerebbe ad azzerarsi negli esercizi alimentari.

4,8 1,7 0,0

7,4 27,8

31,5

6,4

31,6

13,5 15,1

0,0

16,4

Totale Non specializzato Alimentare Non alimentare

Pre Covid Durante Covid Post Covid (stima)

(15)

15

Grafico 2.6

Provvedimenti sul fronte dell’occupazione Lombardia, imprese del commercio al dett. – aprile 2021

% di risposta per comparto (possibile risposta multipla)

Fonte: Unioncamere Lombardia

Per le imprese che hanno dovuto affrontare il problema di come adeguare la struttura occupazionale ai nuovi livelli della domanda il ricorso alla Cassa Integrazione è stato la soluzione più utilizzata, permettendo di mantenere la propria forza lavoro e allo stesso tempo ridurre i costi: il 42,2% ha infatti dichiarato di aver fatto ricorso a strumenti di integrazione salariale. Tale percentuale supera ampiamente la metà nei negozi non alimentari (56%), mentre si attesta al 22-23%

negli altri settori, meno colpiti dalle restrizioni anti-Covid. Il rafforzamento della CIG da parte dell’esecutivo ha consentito alle imprese di ricorrere meno frequentemente al blocco delle assunzioni (12%), alla riduzione dell’organico (9,4%) e al mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato (5,8%), provvedimenti che hanno evidenziato un’incidenza maggiore nel comparto non alimentare. Le imprese che invece dichiarano di non aver apportato modifiche alla propria struttura occupazionale sono il 40,1%, mentre il 10,3% ha aumentato l’organico, percentuale che sale al 14,1% negli esercizi non specializzati.

42,2 12,0 9,4 5,8

40,1 10,3 Cassa Integrazione e

ammortizzatori Posticipo/cancellazione

delle assunzioni

Riduzione organico

Mancato rinnovo dei contratti in scadenza Nessuna modifica/no

dipendenti

Aumento organico

Totale

56,0 14,9

11,3 6,2

29,4 8,5

Non alimentare

23,2 7,7 6,7 5,7

51,2 14,1

Non specializzato

22,1 8,1 7,0 4,1

61,6 10,5

Alimentare

(16)

Note metodologiche:

L’indagine di Unioncamere Lombardia sull’andamento economico dei settori si svolge ogni trimestre su quattro campioni: imprese industriali, imprese artigiane, imprese commerciali e imprese dei servizi. Il campione industria comprende imprese con più di 10 addetti, mentre i campioni artigianato, commercio e servizi comprendono imprese con più di 3 addetti. Per la selezione delle imprese da intervistare è stata utilizzata la tecnica del campionamento stratificato proporzionale secondo l’attività economica (in base alla codifica delle attività economiche ATECO 2007), la dimensione d’impresa e la provincia di appartenenza. Alcuni degli strati sono stati sovracampionati per garantire una maggiore significatività dei dati disaggregati per classe dimensionale, provincia o settore. Le interviste vengono realizzate tramite tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interview) o CAWI (Computer Assisted Web Interview). Nel primo trimestre 2021 per l’indagine del commercio sono state realizzate 1.154 interviste, così distribuite per settore e classe dimensionale:

3-9 addetti

10-49 addetti

50-199 addetti

200 addetti

e più Totale

Alimentare 132 41 1 0 174

Non alimentare 424 218 27 9 678

Non specializzato 126 126 24 26 302

Totale 682 385 52 35 1.154

Al fine di ottenere la stima della variazione media delle variabili quantitative, si procede alla ponderazione dei dati in base alla struttura dell’occupazione, aggiornata periodicamente in modo da recepire significative modifiche nella struttura dell’universo.

Le informazioni ottenute dall’indagine sul settore del commercio sono disaggregabili per 4 classi dimensionali (3-9 addetti, 10-49 addetti, 50-199 addetti, oltre 200 addetti), 3 settori di attività economica (specializzato alimentare, specializzato non alimentare, non specializzato) e 12 province lombarde.

Le serie storiche sono destagionalizzate con la procedura TRAMO-SEATS, che è correntemente impiegata dai principali istituti di ricerca nazionali e internazionali. La procedura opera ogni trimestre su tutta la serie storica e non solo sull’ultimo dato inserito, quindi ad ogni aggiornamento possono verificarsi piccole correzioni dei dati dei trimestri precedenti in base alle nuove informazioni acquisite.

Le serie storiche sono destagionalizzate con il software Tramo-Seats, il cui metodo di scomposizione è correntemente impiegato dai principali produttori di statistiche ufficiali, nazionali e internazionali (Eurostat, Istat, ecc.). La versione attualmente utilizzata è la 942 per DOS. Gli indicatori vengono destagionalizzati separatamente per ciascun dominio, settore di attività economica e ambito geografico, per cui gli indici più aggregati (riferiti all'intera regione) non sono calcolati come sintesi dei dati destagionalizzati riferiti ai livelli inferiori di classificazione (singole provincie o singoli settori economici). È da notare che la procedura Tramo-Seat opera ogni trimestre su tutta la serie storica e non solo sull'ultimo dato inserito, con un incremento progressivo della precisione nella stima dei dati passati. Quindi, ad ogni aggiornamento possono verificarsi piccole correzioni dei dati dei trimestri precedenti in base alle nuove informazioni acquisite. I modelli statistici utilizzati per la destagionalizzazione vengono rivisti ogni anno al fine di monitorare la loro capacità di rappresentare adeguatamente l'andamento della singola serie storica. Per tener conto dell’eccezionale calo dei livelli produttivi a partire dal mese di marzo 2020, le specifiche utilizzate fino al quarto trimestre dello scorso anno sono state modificate inserendo, ove statisticamente significativi, dei regressori aggiuntivi di tipo additivo, in grado di modellare i valori anomali identificati automaticamente in corrispondenza dei primi due trimestri dell'anno, utilizzando il software

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Tramo-Seats. Tale procedura, implementata nel rispetto delle linee guida europee diffuse da Eurostat e disponibili all’URL:

https://ec.europa.eu/eurostat/documents/10186/10693286/Time_series_treatment_guidance.pdf tende a rendere minime le revisioni dei valori passati delle serie destagionalizzate e potrà essere mantenuta anche nel trimestre successivo. Quando la disponibilità di informazioni consentirà una valutazione complessiva dei modelli statistici meno incerta, le specifiche di destagionalizzazione saranno opportunamente modificate per meglio adattarle al recente andamento degli indicatori; ciò potrebbe generare delle revisioni dei dati destagionalizzati e delle rispettive variazioni congiunturali più ampie di quelle usuali.

Per quantificare i risultati delle variabili qualitative oggetto d’indagine1 si utilizza la tecnica del saldo, tutt’oggi molto diffusa e ritenuta la più efficiente.

Le informazioni sulle vendite della grande distribuzione sono acquisite da IRI Information Resources tramite il servizio “Tracking di mercato”, che rileva via scanner i dati dei prodotti di Largo Consumo Confezionato (LCC) di Ipermercati e Supermercati.

Il servizio garantisce la copertura di circa l’80% del fatturato LCC realizzato da tutto l’universo Iper + Super in Italia; di conseguenza solamente il 20% viene stimato sulla base del campione.

I dati vengono elaborati a “rete corrente”, includendo quindi gli effetti di eventuali aperture o chiusure di punti vendita, e vengono forniti in valore e quantità. Sono inoltre disponibili dettagli per canale distributivo (ipermercati e supermercati), comparto merceologico (drogheria alimentare, bevande, freddo, fresco, cura persona, cura casa) e provincia (con l’esclusione di Sondrio e Monza-Brianza, inclusa nella provincia di Milano).

1 I dati qualitativi riguardano le aspettative degli imprenditori, il livello delle scorte e gli ordini ai fornitori.

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