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Storia e arte nelle immagini della Madonna del Rosario nell isola di Ischia

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1571 – 2021 - 450° Anniversario dalla battaglia di Lepanto

Storia e arte nelle immagini della Madonna del Rosario nell’isola di Ischia

di Ernesta Mazzella

La devozione alla Vergine SS. del Rosario pro- babilmente ha origine da un evento prodigioso.

Le fonti domenicane tramandano l’episodio, risa- lente all’anno 1214, in cui S. Domenico, dopo aver implorato la Madonna perché intercedesse per la Chiesa travagliata dal diffondersi dell’eresia degli Albigesi, ha la visione della Vergine stessa che, nel porgergli una corona composta da quindici decine formata da piccole sfere, intervallate da quindici grani più grossi, gli dice: “Predica il mio rosario, questa preghiera sarà l’unica adatta a sconfigge- re le eresie, ad estinguere i vizi, a promuovere le virtù, ad implorare la misericordia di Dio, sarà grande e singolare difesa della Chiesa”.

Dopo secoli, nel 1569, con la bolla Consueve- runt romani Pontifices, papa Pio V riconosce uf- ficialmente la pratica devozionale della recita del S. Rosario, anche se il culto e la devozione per la Madonna venerata sotto il titolo di Regina del SS.

Rosario sono molto più antichi. Nel XV secolo la preghiera di lode alla Vergine, che nel corso della storia ha subito alcune lievi variazioni morfolo- giche, è definita per la prima volta “rosario del- la beata Vergine Maria”. Nell’anno 1480 i padri Predicatori iniziano a diffondere la devozione ver- so la Madonna del Rosario. Tuttavia è solo dopo la Battaglia di Lepanto, combattuta il 7 ottobre 1571, che tale devozione ottiene maggiore impul- so, giacché sì attribuisce la vittoria dei cristiani sui musulmani proprio all’intercessione della Vergi- ne del Rosario. Papa Pio V, in ricordo dell’evento prodigioso, istituisce nel 1572 la festa liturgica del Rosario, mentre con la Bolla Monet Apostolus nel 1573 Papa Gregorio XIII stabilisce la celebrazione della festa alla prima domenica del mese di otto- bre1.

Nell’isola d’Ischia la storia del culto del Rosa- rio è molto antica. La prima confraternita del Santissimo Rosario di cui si ha notizia è istituita

1 Per approfondire il culto per la Madonna del Rosario resta di fondamentale importanza il contributo di M. Rosa, Pietà mariana e devozione del Rosario nell’Italia del Cin- quecento e Seicento, Religione e società nel Mezzogiorno tra Cinque e Seicento, Bari 1976, pp. 217-242.

nella Basilica di S. Maria di Loreto nel comune di Forio2. Pur non possedendo l’atto integrale della sua fondazione, come afferma il Di Lustro, in un documento dell’Archivio Generale dell’Ordine dei Padri Predicatori sappiamo che il giorno 19 marzo 1580 viene istituita la confraternita3.

Nel medesimo anno di fondazione della confra- ternita, i Procuratori della chiesa di Santa Maria di Loreto commissionano al pittore napoletano Aniello de Laudello una immagine della Madon- na del Rosario4 (fig.1) per la somma di settanta

2 Del culto del Rosario nell’Isola si è occupato ampiamen- te A. Di Lustro, Il culto del Rosario nell’Isola d’Ischia in

“Ischia oggi” anno II nn. 7-8-9 luglio settembre 1971; Il cul- to del Rosario in Di Lustro A., I marinai di Celsa e la loro chiesa dello Spirito Santo ad Ischia, Tipolito Punto Stam- pa, Forio 2003, pp. 94 e ss.

3 Si legge: Idem conceditur, cioè viene concessa la facoltà di erigere la confraternita del SS.mo Rosario, in ecclesiae Sanctae Mariae Lauretanae Terrae forij Isclanensis dioe- cesis die 19 martii 1580. Archivio Generale dell’Ordine dei Padri Predicatori, Basilica di Santa Sabina sull’Aventino a Roma, IV, 40, f. 212.

4 Iscrizione: Cartiglio MDLXXXI, 1581, olio su tavola. So- printendenza: scheda OA 15/00062387, 1985.

Cfr. A. Di Lustro, Un nome nuovo nel manierismo napole-

Fig. 1 - Aniello De Laudello, Madonna del Rosario, 1581, Basilica di S. Maria di Loreto,Forio

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ducati. Il dipinto presenta nel riquadro centra- le la Madonna, seduta in trono, con il Bambino adagiato sulle ginocchia, che dà il rosario a S.

Domenico e a S. Rosa, che sono inginocchiati ai suoi piedi. Nei riquadri più piccoli, che circonda- no quello centrale, sono raffigurate le scene con i quindici misteri: gaudiosi, dolorosi e gloriosi che percorrono la storia cristiana dall’Annunciazione della Vergine all’Assunzione e glorificazione della Vergine in Cielo. Tali immagini avevano la prero- gativa di guidare il devoto analfabeta nella recita della santa preghiera, ecco spiegata la definizione delle immagini sacre come Biblia pauperum. Il pittore esegue la tavola che si trova sull’altare in fondo alla navata di sinistra. Nell’Aprile del 1581, benché i consoli di S. Maria di Loreto apprezzano l’opera cento ducati, al pittore sono versati solo i settanta che erano stabiliti dal contratto stipulato dagli amministratori della chiesa, secondo il prez- zo che aveva originariamente pattuito nel contrat- to. La tavola è documentata dal Di Lustro, a lui si deve il primo studio sul pittore Aniello de Laudel- lo5; del pittore, grazie al contratto pubblicato dal

tano: Aniello de Laudello, in “Rassegna d’arte” a cura di G.

Alparone, anno I, n.2, luglio-dicembre 1972; e ancora del- lo stesso: Contributi ad Aniello de Laudello in “Rassegna d’arte”, N.S. a cura di G. Alparone, anno II, nn. 5-6, luglio- dicembre 1973.

5 Dal lavoro del Di Lustro sono scaturiti interessanti contri- buti sul Laudello; si veda C. Vargas, in Il museo diocesano di Napoli, a cura di P. Leone de Castris, Elio De Rosa, Napoli 2008, pp. 106-107 cat. 27, con bibliografia di riferimento, tra cui resta fondamentale: P. Leone De Castris, Pittura del Cin- quecento a Napoli. 1540-1573. Fasto e devozione, Electa Na- poli, Napoli 1996, pp. 306, 324 nota 25. Questi due studiosi omettono però di ricordare che al pittore è stata ragionevol- mente attribuita anche la Madonna del Rosario della parroc- chiale di Chiaromonte, cfr. A. Grelle Iusco (a cura di), Arte in Basilicata. Rinvenimenti e restauri, catalogo della mostra (Matera, 1979), De Luca, Roma 1981, p. 90, dove si rafforza un’ipotesi avanzata con riserve da A. Di Lustro, Contributi ad Aniello de Laudello, in «Rassegna d’arte», II, 5-6, 1973, pp. 33-36, p. 34. Oltre a questo dipinto sono stati ricondotti al catalogo del Laudisello: la tela di analogo soggetto della concattedrale di Lacedonia, la malconcia Circoncisione della chiesa di San Giovanni Battista a Pontone d’Amalfi (datata 1590), la Madonna delle Grazie e santi della parrocchiale di Roccarainola, la Madonna col Bambino e santi della basi- lica di Santa Maria di Pugliano a Ercolano (firmata e data- ta 1588) e sei delle sette Opere di misericordia corporale, a quella collegate, oggi custodite nella sagrestia del santua- rio. Proprio in relazione a queste ultime opere un intervento ancora più recente sul Laudello è in G. Guida, La Basilica di Santa Maria a Pugliano in Ercolano, Longobardi, Castel- lammare di Stabia 2016, pp. 86-87, 139-140, che attribuisce al pittore anche la Madonna del Rosario dell’omonimo al- tare della basilica, forse solo ispirata all’altra opera del Lau- dello presente nel santuario, in quanto caratterizzata da una condotta grafica e pittorica molto più legnosa ed elementare

noto studioso foriano, emergono due dati molto importanti: dove viveva e dove aveva bottega, e cioè “alla Nunciata di Napoli”6 come si legge nel documento.

Il culto del Rosario in questa chiesa, attualmen- te elevata a Basilica, è stato sempre molto fioren- te, come lo è ancora oggi. Nel corso dei secoli si sono moltiplicate le immagini della Madonna del Rosario. Infatti, oltre al dipinto del Laudello già menzionato, se ne conservano altri due, per un to- tale quindi di tre ed una statua settecentesca, che sommata ai dipinti formano ben 4 opere dedicate alla Madonna del Rosario.

Il secondo dipinto (fig. 2) è opera di un Igno- to pittore campano del primo quarto del secolo XVII7. Presenta diverse figure, nella parte infe-

rispetto a quella dei dipinti finora restituibili all’artista, cfr.

Ibidem, pp. 110-111.

6 La zona dell’Annunziata era quella parte di Napoli dove nel Cinquecento, e ancora per tutto il secolo successivo, pul- lulavano le botteghe di marmorari e soprattutto di organari, squadratori e intagliatori Cfr. G. Fatigati, Le opere, i docu- menti e le fonti. Un approccio all’organizzazione del lavoro delle arti del legno a Napoli tra la fine del XV e la metà del XVII secolo, in «Napoli Nobilissima», serie VI, I, 3-4, 2010, pp. 125-144, pp. 125-126; L. Gaeta - S. Demieri, Intagliato- ri incisori scultori sodalizi e società nella Napoli dei viceré.

Ritorno all’Annunziata, Congedo, Galatina 2015, pp. 57-58.

7 Soprintendenza: scheda OA 15/00062376, 1985.

Fig. 2 - Ignoto pittore campano, Madonna del Rosario e Santi, XVII sec. Basilica di S. Maria di Loreto, Forio

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riore cinque santi a figura intera, identificabili, a partire da sinistra in S. Rosa, S. Nicola da Bari, S.

Lucia, S. Domenico e S. Antonio da Padova. Essi sono riconoscibili dai classici simboli iconografici.

La Madonna seduta su nubi, con la sinistra porge a S. Domenico la corona del Rosario, con la de- stra regge il Bambino che è seduto sulle gambe e tiene delle rose nella mano sinistra. Ai lati della Madonna due gruppi di angeli e putti.

Il terzo dipinto (fig. 3) ubicato in alto nella parte del cassettone che sovrasta il presbiterio rappre- senta la Madonna con i Santi Domenico e Cateri- na da Siena e intorno sono dipinti i misteri del Ro- sario. È’ attribuito ad un Ignoto pittore campano della prima metà del secolo XVIII8. La Madonna è al centro con il Bambino, porgono i rosari rispet- tivamente a S. Domenico e S. Caterina da Siena, in basso a destra S. Rosa è inginocchiata in atteg- giamento orante, al centro è raffigurato un cane e a sinistra un libro, classici attributi iconografici di S. Domenico. Intorno, lungo i lati del dipinto si ammirano i quindici misteri del Rosario.

La statua settecentesca della Madonna è anco- ra in venerazione nella Basilica. Veniva portata in processione, inoltre si svolgevano altre pie pra- tiche in onore della Madonna del Rosario, a cui erano annesse particolari indulgenze. Dai registri

8 Archivio Soprintendenza: scheda OA 15/00062447, 1985.

contabili della chiesa si scopre che ogni giorno ve- niva cantato il Rosario, ed ogni prima domenica del mese si svolgeva la processione con l’imma- gine della Madonna del Rosario nell’ambito della stessa chiesa.

Ulteriori rilevanti notizie d’archivio riguardo questa confraternita sino ad ora non sono emer- se, ma da vari brevi cenni sappiamo che era pre- valentemente formata da donne. Infatti, dinanzi all’altare del Rosario esistente nell’attuale Basi- lica in fondo alla navata di sinistra entrando, si conserva ancora la lapide che copre la tomba del- le iscritte alla confraternita; sull’epigrafe si legge:

Sororum/ Sacratissimi Rosarii / Sepulcrum/ A.

D. MDCCXCIV .

Restando nel comune di Forio, nella frazione di Panza, nei primi anni del secolo XVII viene fon- data la confraternita del Rosario nella chiesa par- rocchiale di S. Leonardo 9. Di Lustro scrive: “La norma n. tre delle Regole d’osservarsi dell’Ora- torio de Panza sotto il titolo dell’Annunciata San- tissima dalli fratelli di quella a 15 ottobre 1617 stabilisce che ogni uno sia scritto alla confrater- nita del Rosario, et ogni giorno ne dichi la terza parte, overo corona".

Perchè coloro che entravano a far parte della confraternita dell’Annunziata dovessero preven- tivamente far parte di questa confraternita del Rosario non è ancora chiaro, né risulta da alcun documento in nostro possesso l’anno della sua fondazione, che deve essere avvenuta sicuramen- te alla fine del secolo XVI o, al più tardi, nei pri- missimi anni del secolo successivo. 10

Nel comune di Serrara Fontana nella chiesa parrocchiale di S. Maria del Carmine di Serra- ra attualmente si conserva una statua del XVIII secolo raffigurante la Madonna del Rosario e un quadro dedicato alla Madonna di Pompei. Il Di Lustro pubblica un interessantissimo documento rogato dal notaio Giuseppe Milone, il 20 febbra- io 1707, custodito presso L’Archivio di Napoli, il quale documenta che nel 1707 fra Giacinto Greco, vicario del convento domenicano di S. Margheri-

9 A Di Lustro, Confraternita del SS.mo Rosario nella chiesa parrocchiale di S. Leonardo di Panza in Le Capitolazioni del- le Confratenite di Panza conservate nell’Archivio di Stato di Napoli, in La Rassegna di Ischia, n. 6, 2007, pp . 39 ss., Idem, La Parrocchia di San Leonardo in Panza sull’isola d’Ischia, Tipolito Punto Stampa, Forio 2004.

10 A. Di Lustro, Confraternita del SS.mo Rosario nella chie- sa parrocchiale di S. Leonardo di Panza in Le Capitolazioni delle Confratenite di Panza conservate nell’Archivio di Stato, in La Rassegna di Ischia di Ischia, n. 6, 2007, pp . 39 ss.,

Fig. 3 - Ignoto pittore campano, Madonna del Rosario e Santi, XVIII sec. Basilica di S. Maria di Loreto, Forio

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ta di Procida, in esecuzione di un breve emanato dal padre maestro dell’ordine dei Padri Predica- tori, Frate Antonio Cloche, ordina che vi sia una cappella e una immagine della Beata Vergine del Rosario “nella quale vi siano dipinti li quindici misteri … vi debbia essere depinto l’imagine del Padre Santo Domenico che riceve in ginocchione il Rosario dalla Beata Vergine”. Purtroppo non si ha notizia dell’attuale esistenza del dipinto.

Nel comune di Barano vi erano due confrater- nite del Rosario: una nella chiesa parrocchiale di San Giorgio nella frazione di Testaccio e l’altra nella chiesa di S. Rocco. In questa vi era la me- ravigliosa tavola della Madonna del Rosario (fig.

4) opera firmata dal pittore Cesare Calise e datata 163211, attualmente l’opera è custodita nel Museo

11 G. Alparone, “Caesar Calensis Pingebat”, in Centro di Ricerche su l’isola d’Ischia, Ricerche, contributi e memorie.

Atti relativi al periodo 1944-1970, a cura dell’Ente Valorizza- zione Isola d’Ischia, Napoli, 1971, pp. 481- 496; G. Alparone,

“Cesare Calise, manierista del Seicento”, in M. Ielasi (a cura di), Artisti dell’isola d’Ischia, Napoli, Società editrice napo- letana, 1982, pp. 33-41; N. d’Ambra, Personaggi foriani del passato, Forio, Centro di ricerche storiche D’Ambra, 1979, p.22; G. d'Ascia, Storia dell’isola d’Ischia, Arnaldo Forni Edi- tore, 2004 [Rist. 1ª ed. 1867, Napoli, Stab. Tip. Di Gabrie- le Argenio], p. 391; E. Persico Rolando, Dipinti dal XVI al XVIII secolo nelle chiese di Ischia, Napoli, Edizioni Grapho- tronic, 1991, p. 18; E. Persico Rolando, Cesare Calise, in AA..

VV. Una chiesa un quartiere [a cura di Pierluigi Di Maio], Forio, Angelo Genovino, 1992, pp. 55-58.

Diocesano di Ischia12. Il Calise era solito firmarsi CAESAR CALENSIS PINGEBAT O PINXIT nel Settecento, Bernardo De Dominici traduce la fir- ma del pittore, apposta alla Pietà custodita nella Chiesa S. Giovanni Battista a Napoli, in Cesare Calense, definendolo nativo della città di Lecce.

Un errore che è durato fino agli inizi del Nove- cento, anche se, una prima riscoperta del pitto- re foriano era già iniziata a metà dell’Ottocento, quando lo storico Giuseppe D’Ascia, scrivendo delle opere conservate nella Chiesa di S. Carlo in Forio, li attribuisce al pittore foriano Cesare Ca- lise13. È l’isclano professore Giuseppe Alparone a condurre un approfondito studio sull’artista, i suoi contributi costituiscono ancora la base indi- spensabile per la conoscenza dell’artista14.

Il bel dipinto del Calise raffigura al centro la Ma- donna seduta su una nuvola con in braccio il Bam- bino è circondata da un’aura dorata con cherubini in alto due angeli in procinto di posarle sul capo la corona. La Vergine offre la corona del Rosario a S. Domenico, alle cui spalle sono raffigurati altri due Santi, mentre il Bambino porge un Rosario a Santa Caterina da Siena, dietro di lei immagini di altre sante. A inscrivere la classica immagine ico- nografica, vi sono raffigurati i Misteri del Rosario.

Nel comune di Ischia particolare venerazione ha riscosso nel corso del sec. XVIII un’immagine della Madonna del Rosario custodita nella chiesa di S. Domenico. Il dipinto della prima metà del sec. XVII rappresenta la Madonna e i santi Dome- nico e Caterina da Siena. La chiesa , come afferma l’Onorato15, era un antico convento domenicano

12 Nel pannello didascalico esposto nel Museo diocesano si legge: il Calise fu un raffinato pittore locale, che operò tra la fine del Cinquecento e il Seicento e fu autore di numerose tele, oggi custodite nelle chiese isolane, oltre alla Pietà custo- dita nella Chiesa di San Giovanni Battista a Napoli, in realtà la notizia riportata è approssimativa per non dire errata, le opere del Calise sono presenti in diverse città italiane, cfr. E.

Mazzella, Il patrimonio storico-artistico dell’isola d’Ischia.

Trovata un’inedita opera di Cesare Calise l’Annunciazione, in La Rassegna di Ischia”, n. 7, 2018, pp. 24 – ss, inoltre con- ferenza del CSI Paolo Mosè, Il Centro Studi riprende l’atti- vità con una conferenza sul pittore Cesare Calise, Il Dispari, novembre 2019.

13 G. d'Ascia, Storia dell’isola d’Ischia, Arnaldo Forni Edi- tore, 2004.

14 V. nota 11.

15 E. Mazzella, L’Anonimo Vincenzo Onorato e il suo Ragguaglio dell’isola d’Ischia, Edizioni Gutenberg, Fisciano 2013, p. 249.

Fig. 4 - Cesare Calise, Madonna del Rosario, 1632, Museo Diocesano Ischia

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fondato nel 146916 non si hanno notizie se la chie- sa era sede di Confraternita del Rosario17

Nella chiesa dello Spirito Santo il culto del Ro- sario è molto antico18. Sin dal 1663 fu fondata una Confraternita. Sull’altare della terza cappella di sinistra si ammira il dipinto della Madonna del Rosario con San Domenico (fig. 5), l’opera affer- ma la Alabisio che è assegnabile al pittore Pietro Saja, metà XVIII secolo, artista romano trapian- tato a Napoli, il quale viene influenzato da vari ar- tisti napoletani suoi contemporanei, in particolar modo da Giuseppe Bonito e la pittura di France- sco Solimena. Infatti il dipinto mostra una chiara ascendenza dalla pittura classicista del Solimena e la dolce linea pittorica di Francesco De Mura. Il Dipinto è attribuito dall’Alabisio al Saja19.

Preziosi risultano alcune informazioni che emergono dal manoscritto dell’Arcidiacono Vin- cenzo Onorato, infatti egli scrive che nella chiesa dello Spirito Santo vi era un dipinto al quale il Bo- nito avrebbe dipinto solo il volto della Madonna,

16 A. Di Lustro, I marinai di Celsa e la loro chiesa dello Spirito Santo ad Ischia, op. cit., p. 97.

17 Per un profilo storico della chiesa parrocchiale A. Di Lustro – E. Mazzella, I Pastori della Chiesa di Ischia, Gu- tenberg Edizioni 2014, p. 164- ss.

18 Il Di Lustro nel poderoso libro I marinai di Celsa e la loro chiesa dello Spirito Santo ad Ischia op. Cit., p. 98-100.

19 Cfr. Scheda della Alabisio in I restauro dei dipinti della Chiesa dello Spirito Santo pp. 18- 19

Fig. 5 - Pietro Saja, Madonna del Rosario con San Domenico, Chiesa dello Spirito Santo, Ischia

mentre il resto sarebbe degli allievi: “La testa del- la Madonna del Rosario è opera dell’insigne pitto- re Bonito”20.

Il culto della Madonna del Rosario, come ab- biamo visto, nell’isola era molto diffuso, non vi erano solo ed esclusivamente le Confraternite, ma anche una chiesa dedicata alla Madonna del Rosario nel comune di Lacco Ameno crollata nel terribile terremoto del 188321. Il Di Lustro nel co- mune di Casamicciola, attraverso alcuni atti nota- rili, documenta la presenza del culto del Rosario sin dall’anno 163922. L’Onorato scrive che nella chiesa di Santa Maria Maddalena vi era il dipin- to della Madonna del Rosario, opera del Cavalier Farello23, dell’opera non abbiamo nessuna noti- zia, solo grazie all’Onorato conosciamo l’esisten- za dell’opera, che probabilmente andò distrutta, ma quando? Non possiamo stabilirlo. Il parroco Giuseppe Morgera nel ricostruire la nuova chiesa di Santa Maria Maddalena ha dedicato un altare alla Madonna del Rosario, sull’altare è collocato una copia del quadro della Madonna meglio nota come Madonna di Pompei.

Ernesta Mazzella Storico dell’arte

20 E. Mazzella, L’Anonimo Vincenzo Onorato e il suo Rag- guaglio dell’isola d’Ischia, Fisciano 2013, p. 247.

21 G. Castagna, La Congrega dell’Assunta in Lacco Ameno.

Dalle origini ai nostri giorni, Tip. Epomeo, 1999.

22 A. Di Lustro, I marinai di Celsa e la loro chiesa dello Spirito Santo ad Ischia, op. cit., p. 98.

23 E. Mazzella , L’Anonimo Vincenzo Onorato e il suo Rag- guaglio dell’isola d’Ischia op. cit. p. 252

Madonna del Rosario della Congrega dell'Assunta di Lacco Ameno, opera dello scultore Vincenzo Reccio di Napoli, come si ricava da una nota di pagamento del- lanno 1886 (G. Castagna - La Congrega dell'Assunta, tip. Epomeo, 1999)

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