• Non ci sono risultati.

Bruciati 100mila posti creati in questi mesi

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Bruciati 100mila posti creati in questi mesi"

Copied!
1
0
0

Testo completo

(1)

9/1/2015 Bruciati 100mila posti creati in questi mesi ­ Il Sole 24 ORE

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa­e­territori/2015­01­07/in­anno­bruciati­anche­100mila­posti­piu­creati­questi­mesi­112112_PRN.shtml 1/1

Stampa l'articolo  Chiudi

7 gennaio 2015

Bruciati 100mila posti creati in questi mesi

di Claudio Tucci

Il dato più preoccupante, nella rilevazione sulle forze lavoro appena pubblicata dall’Istat, relativa al mese di novembre, è il secondo calo mensile, consecutivo, del numero di occupati. È la prima volta che accade da inizio 2014. A ottobre (su settembre) c’è stata una contrazione di 65mila unità (che hanno, di fatto, azzerato il bottino di posti in più creato dal governo Renzi, dovuto ai primi effetti del decreto Poletti che ha semplificato contratti a termine e, in parte, l’apprendistato). A novembre (su ottobre) , il dato di oggi, la  diminuzione  è  di  48mila  unità,  e  ciò  porta  il  confronto  sull’anno  (rispetto  cioè  a  novembre  2013)  in negativo: in due mesi non solo si sono “bruciati” i 100mila posti di lavoro in più creati nei mesi precedenti, e invocati spesso dal premier, ma si torna in terreno negativo: ­42mila occupati.

Siamo sulle montagne russe, ripetono gli economisti. Con numeri che salgono e scendono di mese in mese. Ma danno il polso di un mercato del lavoro in grandissima difficoltà, visto anche l’aumento del numero dei disoccupati (+40mila unità, sempre in un mese – oltre 260mila nel tendenziale). E il livello elevatissimo della  disoccupazione  giovanile,  il  cui  tasso  è  tornato  a  sfiorare  il  44%.  Certo,  qualche  giovane  in  più  è tornato  ad  attivarsi  con  Garanzia  giovani.  Ma  la  dimensione  del  fenomeno  conferma  il  sostanziale fallimento dell’incentivo Letta­Giovannini per le assunzioni dei giovani. Dal decreto Poletti sui rapporti a termine non ci si aspettava un grande balzo in avanti del numero di rapporti attivati, ma una maggiore stabilità dei contratti a termine (cioè una durata più lunga). Ma questo aspetto non è evidenziato nei dati di oggi dell’Istat.

Il punto è che in questi mesi l’incremento dell’occupazione era dipeso essenzialmente da lavori marginali, rapporti  brevi,  part­time,  piccole  collaborazioni  fatte  da  giovani  e  donne  per  arrotondare  il  bilancio familiare. Non ha mai avuto effetti sul nocciolo duro dell’occupazione/disoccupazione. Ebbene il secondo calo consecutivo degli occupati fa venir meno anche questo effetto “periferia” del mercato del lavoro: sui 48mila occupati in meno, ben 41mila sono donne. E su 40mila disoccupati in più in un mese, 34mila sono donne. Il quadro quindi è molto negativo.

La  scommessa  del  Governo  è  nel  nuovo  contratto  a  tutele  crescenti,  che  abbattendo  il  cuneo  fiscale, dovrebbe far crescere l’occupazione, o quanto meno la stabilità dei rapporti (favorendo le trasformazioni dei rapporti a termine). Detto questo, tuttavia, c’è bisogno soprattutto di una ripresa produttiva. Se la congiuntura  infatti  resta  in  così  ampia  sofferenza,  il  mercato  del  lavoro  non  potrà  riprendersi  tanto facilmente (e velocemente, come forse pensava e sperava Matteo Renzi).

7 gennaio 2015

Riferimenti

Documenti correlati

vantaggio rilevante per gli avviamenti eleggibili che, negli anni nei quali gli incentivi non erano disponibili, registravano una frequenza maggiore rispetto ai non

Su quest’ulti- mo parametro si concentra l’attenzione della stima dell’effetto netto, vale a dire il numero di avviamenti a tempo indeterminato dovuti esclusivamente alla

Tutte le principali stabilizzazioni verso la forma comune di lavoro (da tempo determinato, da lavoro a chiamata e da lavoro a progetto, ma non da apprendistato, in quanto già a

Il lavoro è strutturato in tre parti: nella prima sono descritte le fonti dati utilizzate per le analisi empiriche e il disegno metodologico utilizzato; nella seconda, di

La scadenza degli incentivi rischia allora di ribaltare nuovamente i rapporti di concorrenza tra le due fattispecie a tutto vantaggio, questa volta, del contratto a tempo

A tal riguardo, osserviamo che sarebbe opportuno corrispondere l’indennità NASpI anche nel caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro concordata nel rispetto di

Ciò in primo luogo in riferimento alla prescrizione dei diritti retributivi, dal momento che i lavoratori “a tutele crescenti”, il cui posto di lavoro non è

Nella nuova disciplina del licenziamento illegittimo (c.d. Jobs Act o tutele crescenti) l’indennità da pagare al lavoratore in caso di licenziamento illegittimo cambia molto a