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NOTA PER LA STAMPA
Giustizia ed Economia Politica L’eredità di Cesare Beccaria
Roma, 26 novembre 2014 – Aspen Institute Italia, Istituto dell’Enciclopedia Italiana e Sole24Ore- Domenica organizzano il seminario internazionale “Dei Delitti e delle Pene: giustizia ed economia politica”, in occasione dei 250 anni dalla pubblicazione di “Dei Delitti e delle Pene” di Cesare Beccaria. L’incontro si tiene oggi dalle ore 10.00 alle ore 13.00, a Roma, presso Palazzo Mattei di Paganica (piazza dell’Enciclopedia Italiana, 4).
Il dibattito è presieduto da Giuliano Amato, Giudice della Corte Costituzionale e Presidente Onorario di Aspen Institute Italia. Partecipano: Andrea Orlando, Ministro della Giustizia; Franco Gallo, Presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana; John Bessler, Professore di Diritto Georgetown University Law Center; Raphael Hadas-Lebel, Consigliere di Stato francese; Paola Severino, Professore Ordinario di Diritto Penale Università “Luiss Guido Carli”; Carlo Scognamiglio Pasini, Presidente Onorario Aspen Institute Italia; Ennio Amodio, Professore Emerito di Procedura Penale Università di Milano; Armando Massarenti, Responsabile Il Sole24Ore–Domenica.
L’incontro, aperto alla stampa, intende essere un’occasione per riflettere sull’eredità del pensiero politico-economico di Beccaria in Europa e negli Stati Uniti. Con un occhio particolare all’attualità, si discuterà anche la situazione del sistema giudiziario e carcerario italiano.
In programma una relazione introduttiva di Carlo Scognamiglio su “La nascita dell’economia politica con Beccaria” seguita dal dibattito dal titolo “Fra giustizia e economia: la just society da Beccaria a oggi”.
Di Carlo Scognamiglio è in uscita in questi giorni il volume L’arte della ricchezza. Cesare Beccaria economista (Mondadori Education).
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Tra il 1763 e il 1764 Cesare Beccaria scrisse “Dei Delitti e delle Pene”, pubblicato anonimo a Livorno nel 1764. Il successo fu immenso: esaltato dalle più alte personalità del tempo, fu commentato anche da Voltaire.
La fama di Beccaria resta legata soprattutto a quest’opera, che pose le fondamenta della scienza criminalistica moderna. Ai postulati della filosofia illuministica francese e soprattutto della teoria contrattualistica e utilitaria, Beccaria riannoda i criteri per la misura dei delitti e la proporzione delle pene, inteso il delitto come violazione dell’ordine sociale (e del primitivo “contratto”) e la pena come difesa di questo. Di qui la polemica contro la pena di morte «né utile, né necessaria» e in contraddizione con il principio contrattualistico.
I legislatori non vi rimasero indifferenti: Caterina II di Russia promosse una riforma del codice penale nettamente ispirata all’opera di Beccaria.