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Lucrezia Cominelli,

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Academic year: 2021

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Lucrezia Cominelli, L'Italia sotto tutela. Stati Uniti, Europa e crisi italiana degli anni Settanta, Le Monnier, Firenze, 2014, pp. 352

Recensione di Duccio Basosi

Il volume di Lucrezia Cominelli affronta il tema delle scelte statunitensi volte a influenzare la politica italiana tra il 1969 e il 1976, un periodo che il sottotitolo caratterizza come anni della "crisi italiana".

La tesi del volume, non esplicitata in apertura ma affidata alla lettura delle conclusioni, è che l'atteggiamento di Washington seguì un'evoluzione nell'arco di tempo considerato, pur nel quadro di una continuità degli obiettivi, consistenti nell'arginare l'ascesa del PCI e la crescente instabilità dei governi a guida democristiana: laddove inizialmente Washington privilegiò i canali bilaterali di influenza e ingerenza, e coltivò soprattutto le relazioni con i settori più retrivi dell'anticomunismo italiano, in un secondo momento gli stessi obiettivi furono perseguiti optando per un maggior coinvolgimento degli altri partner europei e sfruttando un ventaglio più ampio di opzioni, incluso un gioco di vincoli e incentivi economico-politici (partecipazione italiana ai vertici internazionali, facilitazione di prestiti condizionati, eccetera).

Il volume ha molti meriti: è ottimamente scritto, è fondato su un'attenta ricerca in vari archivi statunitensi, ha una corposa bibliografia finale e tratta con grande cura una lunga serie di vicende della storia politica italiana nelle quali gli Stati Uniti svolsero un ruolo più o meno ampio: dalle covert operation anticomuniste del 1969-70 (pp. 95-118) al negoziato del vertice del "G7" di Puerto Rico del 1976 (pp. 188-232). Infine, l'enfasi sulle relazioni bilaterali è calata in modo attento nel contesto generale dei primi anni Settanta, caratterizzato dalla "distensione" tra le superpotenze, dal rinnovato slancio della "costruzione europea" e da grandi cambiamenti nello scenario economico internazionale.

Accanto a questi pregi, il volume presenta anche alcuni aspetti problematici, in parte riconducibili alla scelta di entrare direttamente in medias res con la narrazione degli eventi, senza un capitolo introduttivo dedicato a introdurre i concetti utilizzati e le scelte operate nell'organizzazione dell'opera. Due scelte in particolare avrebbero meritato di essere meglio illustrate. La prima è relativa alla periodizzazione, che coincide con gli estremi delle due amministrazioni repubblicane di Richard Nixon e Gerald Ford. Non vi è dubbio che la tesi del volume, esposta sopra, risulti ben argomentata, se l'accento è posto sui processi di policy planning e policymaking statunitensi. Più discutibile è l'idea, affidata alle ultime pagine delle conclusioni (pp. 247-248), che la mutata strategia statunitense (o, a quel punto, euro-statunitense) per stabilizzare l'Italia abbia davvero stabilizzato l'Italia dopo il 1976: la conoscenza degli eventi italiani del 1977-79 induce a una qualche cautela in merito. La seconda riguarda invece l'utilizzo, per caratterizzare la situazione italiana, del termine "crisi", tratto direttamente dal punto di vista dei decision maker statunitensi e dei governanti italiani dell'epoca. E' lecito infatti chiedersi se i primi anni Settanta fossero vissuti come anni di "crisi" anche dai milioni di italiani e italiane che riempivano le piazze, certo minando la stabilità dei governi, ma anche ottenendo il sistema sanitario nazionale, lo statuto dei lavoratori, una netta diminuzione del divario Nord-Sud, il diritto di divorziare e di interrompere una

gravidanza, o la stessa avanzata del PCI verso l'"area di governo". Il rischio, in breve, è che la scelta terminologica operata inviti a un giudizio di merito i cui termini di riferimento non sono ben delineati.

Pur con questi rilievi, il volume di Lucrezia Cominelli è una lettura stimolante che aiuta a porre in un quadro ampio e comprensibile uno snodo cruciale della politica italiana del recente passato, fin qui trattato solo in chiave giornalistica o con enfasi su momenti e processi specifici.

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