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LEZIONI DI ECONOMIA POLITICA Testo: L’ECONOMIA

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Academic year: 2021

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(1)

LEZIONI DI ECONOMIA POLITICA Testo: L’ECONOMIA

CORSO 2015-16 Prof. Bartolini

(2)

Informazioni sul corso

http://docenti.unisi.it/stefanobartolini/economia- politica-75-99/

(3)

• Programma della prova intermedia di economia politica

• Grosso modo, la prova riguarderà i capitoli 1, 2, 3, 4 del testo “L’economia”, disponibile in stamperia.

• Modalità d’esame - L’esame può contenere

domande aperte, domande a risposta multipla ed esercizi.

(4)

CAP.1 LA RIVOLUZIONE CAPITALISTA

(5)

Due osservazioni

• La curva si impenna improvvisamente

• Per la prima volta nel mondo emersero nazioni ricche e nazioni povere

(6)

Perché? La rivoluzione tecnologica permanente

La produttività del lavoro nella produzione di illuminazione: Lumen-ora per ora di lavoro (da 100,000 anni fa ad oggi). 100,000 anni fa un’ora di lavoro produceva 17 lumen-ora di luce; 4,000 anni fa un’ora di lavoro produceva 25 lumen-ora. Fu un miglioramento considerevole, tuttavia impercettibile data la scala della figura necessaria per mostrare i miglioramenti più recenti.

(7)

L’aumento della produttività agricola

(grano) negli USA, 1830-1987

(8)

Più produttività, maggiori redditi

(9)

Un mondo connesso

(10)
(11)

Nel 1850 vi erano solo tre città con

una popolazione superiore a 1 milione di

abitanti (Londra, Parigi e Pechino)

(12)

Tasso di crescita della popolazione

mondiale

(13)
(14)

La lista infinita dei problemi ecologici

• Piogge acide

• Rifiuti nucleari (stoccaggio sicuro per centinaia di migliaia di anni?)

• Inquinamento dei fiumi e dei mari

• Inquinamento e riduzione delle falde

• Accumulo di erbicidi e insetticidi nel suolo coltivabile

• Riduzione della biodiversità

(15)
(16)
(17)

Come si misura lo standard di vita

• Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è un indicatore del valore di mercato del prodotto di

un’economia in un determinato periodo, come ad esempio un anno

• PIL nominale

(18)

• PIL reale: PIl a prezzo costanti

• Il PIL per individuo è il PIL totale diviso per la popolazione.

• La crescita economica è l’aumento del PIL

(19)

Discorso sul PIL di Robert Kennedy (18 Marzo 1968)

Il PIL comprende l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine- settimana.

Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini.

Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi

popolari.

Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro istruzione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto nè della giustizia nei nostri tribunali, nè dell'equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia nè il nostro coraggio, nè la nostra saggezza nè la nostra conoscenza, nè la nostra compassione nè la devozione al nostro paese.

Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.

(20)
(21)

Prosperità e felicità

(22)

«Ci sono cose molto più

importanti del denaro

nella vita.

Il problema è che sono

maledettamente

care»

(23)
(24)

Il paradosso della felicità:

Gli americani sono sempre meno felici

(25)

Misure oggettive di felicità

• Malattie mentali, suicidi, psicofarmaci, alcolismo, droghe

• Impressionante la crescita di ansia e depressione

(26)

Eppure la crescita ci ha portato

...

(27)
(28)
(29)

... vite più lunghe e più salubri

(30)

Però...

(31)

... !

…..la crescita economica sembra associata ad alcuni indesiderabili effetti sul benessere

(32)

Sul sito locale del testo CORE

http://progetti.unisi.it/core-econ/materiale.html gli studenti possono scaricare la pagina 15, che

risulta bianca nel testo stampato. Possono anche scaricare, se preferiscono, l'intero primo capitolo in formato PDF

(33)

Tendenze degli orari di lavoro in Europa continentale e USA - 1955-2005, ore annuali medie -

Gli americani lavorano sempre di più

(34)
(35)

Bartolini, Bilancini e Pugno (2011):

la tendenza della felicità in USA 1975-2004 è spiegata da forze che agiscono in direzioni contrastanti:

L’aumento del reddito

Il declino dei beni relazionali

Perchè gli americani sono sempre più infelici?

I paragoni sociali

(36)

Paragoni sociali

(37)

Paragoni sociali

(38)

Paragoni sociali

(39)

I vari indicatori segnalano:

• aumento della solitudine, delle difficoltà

comunicative, della paura, del senso di isolamento, della diffidenza, della instabilità delle famiglie, delle fratture generazionali;

• diminuzione della solidarietà, della onestà, della partecipazione sociale, dell’impegno civico;

• rarefazione dei rapporti amicali e di vicinato

• peggioramento del clima sociale.

Il declino dei beni relazionali

(40)

Perchè gli americani lavorano sempre più?

 Questo è un circolo vizioso: la povertà relazionale causa la povertà di tempo e quest’ultima causa la

povertà relazionale

 I poveri di tempo sviluppano relazioni peggiori

 I poveri di relazioni lavorano di più

Bartolini e Bilancini 2010 (dati Usa 1972—2004) mostrano che:

 Gli individui cercano nel lavoro e nel denaro una compensazione al peggioramento delle loro condizioni relazionali.

(41)

Povertà sociale vs. prosperità economica

• Gli americani sono sempre più poveri di tempo e di relazioni, di fiducia nelle loro istituzioni, di benessere.

Questi dati sono il sintomo di una profonda crisi sociale

• Ma gli USA conservano il fascino della prosperità

economica. Il tasso di crescita del PIL USA è stato più elevato negli ultimi 25 anni rispetto ai grandi paesi europei (tranne la GB).

(42)

Ma l’aumento del PIL è necessariamente un vantaggio?

La crescita NEG

Possiamo difenderci dal degrado dei beni relazionali ed ambientali sostenendo delle spese.

Per sostenerle dobbiamo lavorare e produrre di più. Dobbiamo cioè aumentare il PIL.

Ma la crescita economica può degradare i beni relazionali ed ambientali.

La crescita NEG è un circolo vizioso: il degrado ambientale e relazionale alimenta la crescita economica e questa alimenta il degrado.

La crescita NEG è indesiderabile dal punto di vista del

benessere. La ricchezza di ciò che è privato è alimentata dal degrado di ciò che è comune

(43)

Ricchezza

privata

(44)

Povertà

comune

(45)

Povertà

relazionale

(46)

Povertà

comune

(47)

E l’Europa? Confronto con gli USA

E l’Europa? Confronto con gli USA

(48)

Perchè può crescere il PIL?

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

1890 1929 1948 1966 1979 1989 2002

Guard Labor as a Percentage of the Labor Force

G uard labor

G uard labor without unemployment

Guard labor

Guard labor senza disoccupazione

Percentuale di “guard labor” sul totale del lavoro, Stati Uniti, 1890-2002

(49)

Supervisori sul lavoro:

confronti internazionali (2002)

Country Supervisors

United States 14.9

United Kingdom 13.4

New Zealand 11.9

Netherlands 11.6

Australia 11.1

Ireland 10.6

Belgium 10.3

Greece 9.1

Canada 8.5

Iceland 7.9

Norway 7.3

Denmark 6.9

Austria 6.8

Portugal 6.7

Spain 6.7

Switzerland 5.8

Sweden 4.4

Italy 2.9

(50)

Il mito della riduzione della disoccupazione

È una superstizione: creare la necessità di maggiori spese, mentre crea posti di lavoro, aumenta anche il numero di persone che

cercano un lavoro ed la quantità di ore che sono disposti a lavorare

Si tende a pensare che questi meccanismi hanno un aspetto positivo: riducono la

disoccupazione

(51)

Domande chiave

C’è qualche differenza nei modelli economici, sociali e culturali che motiva queste differenze?

Perché in USA (e GB) i beni relazionali

peggiorano? E perché in Europa hanno una tendenza migliore?

(52)

Il ruolo della la cultura del

consumo

• una bassa priorità a motivazioni intrinseche

come: affetti, relazioni in generale, solidarietà, comportamenti pro-sociali in generale ecc.

Essere

consumisti significa dare:

• una elevata priorità nella vita a motivazioni estrinseche come: soldi, consumo vistoso, successo

(53)

Cultura del consumo e benessere:

evidenza dalla psicologia sociale Le persone consumiste:

• sono meno felici

• hanno maggiori sintomi di ansia, di irritabilità

• maggior rischio di depressione

• guardano più televisione

• hanno una salute peggiore

(54)

Cultura del consumo e relazioni:

evidenza dalla psicologia sociale

Gli individui più consumisti hanno relazioni peggiori con gli altri

Sono meno:

• generosi,

• empatici

• cooperativi

Hanno maggior tendenza a:

•la amicizia strumentale

•il cinismo

•la sfiducia negli altri

(55)

LEZIONE DI RECUPERO

• Mercoledì 9 marzo

• ore 16-18

• Caparrelli B

(56)

Perchè peggiorano le relazioni?

La diffusione dei valori del consumo

• USA: percentuale degli studenti universitari che ritengono che una ottima situazione

economica sia un obiettivo essenziale della vita

• 39% nel 1970

• 74% nel 1995

Nel 1995 era divenuto l’obiettivo principale della vita.

(57)

Stati Uniti: percentuale di individui che identifica le voci elencate come componenti della ‘buona vita’

1975 1991 _____________________________________________

• Un mucchio di soldi 38 55

• Un lavoro pagato molto più della media 45 60

• Matrimonio felice 84 77

• Lavoro interessante 69 63

(58)

Cultura del consumo: Europe vs. US

(dati WVS)

(59)

Cultura del consumo: Europe vs. US

(dati WVS)

(60)

Cultura del consumo: Europe vs. US

(dati WVS)

(61)

Cultura del consumo: Europe vs. US

(dati WVS)

(62)

Pubblicità, identità, felicità

• “Sono un pubblicitario. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma” (Frederic Beigbeder, celebre pubblicitario)

• “Compro, dunque sono. La marca definisce il consumatore.

Siamo ciò che vestiamo, che mangiamo, che guidiamo. La collezione di marche che assembliamo intorno a noi è

divenuta tra le più dirette espressioni della nostra

individualità,” (Il presidente di una grande multinazionale di prodotti di consumo)

• “La pubblicità, quando è ben fatta, fa sentire alla gente che senza un prodotto sono dei perdenti” (Nancy Shalek,

presidente della Shalek Agency)

(63)

Negli Stati Uniti ogni nuova generazione, rispetto alla

precedente:

• si dichiara meno felice

Il disagio dei

giovani

(64)

Ogni nuova generazione

• ha una maggior

probabilità di malattie mentali

Il disagio dei

giovani

(65)

Il disagio dei giovani

Ogni nuova generazione

• ha relazioni peggiori

(66)

Il disagio dei giovani

Ogni nuova generazione

• ha maggiori valori del

consumo

(67)

Il problema sono le nuove generazioni

Negli USA ogni nuova generazione rispetto alla precedente:

• si dichiara meno felice

• ha una maggior probabilità di malattie mentali

• ha relazioni peggiori

• ha maggiori valori del consumo

CHE COSA E’ CAMBIATO NELLA VITA DEI BAMBINI?

(68)

La vita di bambini e ragazzi negli ultimi decenni è cambiata

Abbiamo creato per loro una vita da piccoli adulti

• Crescente pressione sul tempo Nati per lavorare?

• Crescente pressione commerciale.

Nati per comprare?

• Crescente povertà relazionale

(69)

La pubblicità e i bambini

• “La pubblicità, quando è ben fatta, fa sentire alla gente che senza un

prodotto sono dei perdenti.... I ragazzi sono molto sensibili a questo ... ciò apre le loro vulnerabilità emotive. Ed è molto facile da fare con i ragazzi perchè sono emotivamente i più vulnerabili” (Nancy Shalek, presidente della Shalek Agency)

• “Ci sono solo due modi per aumentare i clienti: o li sposti sulla tua marca o li cresci fin da piccoli” (James U. Mc Neal, professore di marketing alla Texas A&M)

• “Tutti ormai capiscono qualcosa che è molto logico e basilare, cioè che quando possiedi un ragazzo giovane, lo possiedi per molti anni a venire.

Le imprese dicono: ‘hey, voglio possedere ragazzi sempre più giovani’ “ (Mike Searles, presidente della Kids ‘R’).

• “Quando abbiamo i ragazzi come obiettivo noi della General Mills

seguiamo il modello della Procter and Gamble ‘dalla culla alla tomba’. Noi crediamo nel prenderli da piccoli e tenerli tutta la vita” (Wayne Chilicky, dirigente della General Mills).

(70)

Le origini del pensiero pubblicitario

• “Per attirare l’attenzione delle masse” la pubblicità

“deve limitarsi a un piccolo numero di assunti e ripeterli costantemente”; “nessun cambiamento deve modificarne il tenore”; “ogni pubblicità in affari e in politica consegue il suo successo nella

durata”; “(la pubblicità) deve sempre fare appello al sentimento e molto poco alla ragione”; “il suo livello spirituale deve essere tanto più basso quanto

maggiore è la massa da raggiungere”

(Adolf Hitler, La mia battaglia, cap.6)

(71)

Le origini del pensiero pubblicitario

• La pubblicità è “l’arte dell’argomento semplice in un linguaggio popolare”; “l’arte della

ripetizione costante”; “l’arte di sapersi rivolgere agli istinti, alle emozioni, ai

sentimenti e alle passioni popolari”, l’arte di presentare i fatti sotto l’apparenza della

oggettività”, “l’arte di occultare fatti non graditi”, “l’arte di mentire pur essendo credibile”.

(Da un discorso di Goebbels)

(72)

Conclusione

• Perchè la crescita ha tradito le sue promesse di darci il benessere e il tempo?

• Perchè la nostra organizzazione sociale non tiene in alcun conto della dimensione relazionale della vita e invece si concentra sulla stimolazione del possesso e della competizione.

• Gli Stati Uniti ci offrono l’esempio estremo degli effetti sulla felicità e sul tempo di questo tipo di organizzazione economica, sociale e culturale

(73)

Terapie: politiche per la felicità

Come costruire una economia ed una società più attente alla dimensione relazionale della vita?

È necessario e possibile cambiare:

• Scuola

• Città

• Lavoro

• Sanità

• Media

• Democrazia

• La nostra cultura

(74)

Cambiare le città

• Per 5000 anni le città sono state pensate come punto di aggregazione

(75)

Cambiare le città

• L’evoluzione recente:

– Il declino degli spazi relazionali

– Centri commerciali come spazi relazionali – Il traffico: la città per le macchine

• La città moderna è un punto di aggregazione solo per la produzione ed il consumo

(76)

Le vittime principali: diseguaglianze generazionali

(77)

Cambiare le città: spazio e trasporti

• I cardini del problema sono

l’organizzazione dello spazio pubblico e dei trasporti

• Le relazioni hanno bisogno di spazio pubblico pedonale di qualità

• Le relazioni hanno bisogno di essere

protette dal traffico, specialmente in città

pensate per le macchine

(78)
(79)

Cambiare la scuola

La scuola insegna tante cose importanti esplicite e tante altre cose non dichiarate:

• Il tempo per produrre non è un tempo per star bene:

subordinare alle esigenze della produzione le proprie esigenze fisiche

• Un rapporto con il potere: la passività nei confronti della propria formazione

• A competere

• La fretta

• Che le motivazioni intrinseche non sono importanti

• A privilegiare l’intelligenza cognitiva

(80)

La scuola che funziona:

Liberal Arts Colleges

• “Knox ha una inclinazione unica per l’auto-espressione, lo scambio di idée e la discussione tollerante. Gli studenti sono incoraggiati ad intraprendere i loro personali

progetti di ricerca, partecipare a programmi fuori dal campus, persino progettare le loro specializzazioni...

Knox è anche un posto impegnato dove gli studenti partecipano attivamente alla gestione dell’università…

Acquisterai la libertà di fiorire .... svilupperai il tuo piano di studi personale modellato unicamente sui tuoi fini

formativi e sulle tue aspirazioni nella vita.... (Questo) ti darà la completa padronanza della tua formazione”

(81)
(82)

Cambiare la sanità

• Come si può migliorare la salute della gente?

• La risposta istintiva in genere é: ciò che conta è la ricchezza di un paese e la porzione di

questa che viene spesa in sanità È una risposta sbagliata

(83)

Non c’è relazione tra l’aspettativa di vita e

la spesa sanitaria pro-capite

(84)

Risultati dall’epidemiologia

• La spesa sanitaria è solo uno degli elementi che determinano la salute

• La felicità gioca un ruolo dominante nella salute degli individui e delle popolazioni

• Esempio: lo studio sulle suore: negli anni 30 a un gruppo di giovani suore venne chiesto di scrivere delle brevi auto-

biografie. Queste sono state recentemente analizzate sotto il profilo delle emozioni espresse.

• Il 90% del quarto di suore che avevano espresso le emozioni più positive era ancora vivo all’età di 85 anni. Ma solo il 34%

del quarto di suore che avevano espresso le emozioni più negative era ancora vivo

(85)

Risultati dall’epidemiologia

• Gli epidemiologi sono anche perfettamente consapevoli del legame tra salute e relazioni

• La salute, la mortalità, l’aspettativa di vita sono fortemente correlate con la qualità dell’esperienza relazionale

• Avere amici, amori, partecipare a gruppi e

associazioni, avere una identità, sostegno

ed integrazione sociale protegge la salute

(86)

La prevenzione delle malattie

• Spendiamo troppo in cura e troppo poco in prevenzione

• La prevenzione più importante la si fa fuori dal

sistema sanitario ed è la promozione delle relazioni

• Spendiamo cifre enormi in un modo che crea malessere e poi rispendiamo cifre enormi per riparare ai danni prodotti dal malessere

• Inoltre: importanza della relazione tra il medico e il paziente. I dottori curano le malattie e non i malati

(87)

Molti psicologi e psichiatri rifiutano l’idea che la società nel suo insieme potrebbe essere

malata. Assumono che il problema della salute mentale in una società è solo quello degli

individui «inadeguati» e non quello di una possibile inadeguatezza della cultura stessa.

Erich Fromm da The Sane Society (1955)

(88)

Ridurre la pubblicità

• In Svezia sono state proibite le pubblicità rivolte ai bambini in tv e il tempo che le televisioni commerciali dedicano ai pro- grammi per l'infanzia non supera la mezz'ora al giorno.

• in Norvegia, Austria e nelle Fiandre (Belgio), essi sono stati eliminati prima e dopo i programmi per bambini (in mezzo, come da noi, non ci sono mai stati!).

• In Grecia sono vietate tutte le pubblicità dei giocattoli in

qualsiasi momento della giornata e tra non molto potrebbero scomparire tutti gli spot che si rivolgono ai giovani che non hanno raggiunto i 18 anni.

(89)

Ridurre la pubblicità

• Proibire la pubblicità ai bambini e agli adolescenti

• Ridurre la quantità di programmi diretti ai bambini e agli adolescenti

• Tassare pesantemente la pubblicità, specialmente televisiva

(90)

... e poi, non solo limiti

Esempio: “lo spot impossibile”

(91)

Il benessere sul lavoro

USA: La soddisfazione per il lavoro non è aumentata negli ultimi 30 anni nonostante l’incremento delle retribuzioni

0 5 10 15 20

1972 1974 1976 1978 1982 1984 1986 1988 1990 1993 1996 2000 2004 Anno

Soddisfazione media per il proprio lavoro

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Salario medio per occupato

s oddis fazione per il proprio lavoro Salario m edio per occupato

Cambiare il lavoro

(92)

Cambiare il lavoro

La soddisfazione per il lavoro aumenta con:

• la qualità delle relazioni sul lavoro (la fiducia)

• la percezione di controllo sul proprio lavoro

• la opportunità di esprimere le proprie capacità

• la varietà dei compiti svolti

(93)

Le relazioni nell’impresa

(94)

Cambiare il lavoro:

cosa dovremmo fare?

• Ridisegnare il contenuto dei processi di lavoro in modo da renderli più interessanti.

• Aumentare il grado di discrezionalità ed autonomia dei lavoratori

• Aumentare la compatibilità tra il lavoro ed altre sfere della vita.

• Migliorare il contenuto relazionale della vita lavorativa. La cultura d’impresa

• Ridurre ciò che nella organizzazione del lavoro produce stress: pressione, controlli, incentivi

(95)

Più felici ma meno produttivi?

• Secondo molti economisti stress, insoddisfazione,

pressioni, tensioni, competizione, conflitti e relazioni difficili, lavori ripetitivi e noiosi sono il prezzo da

pagare per una elevata produttività

• Ma gli studi di psicologia delle organizzazioni non confermano questa convinzione

• Lavoratori più soddisfatti hanno più elevata la

“cittadinanza organizzativa”, cioè la capacità di

cooperazione con gli altri e con l’organizzazione in cui si lavora in modi che non sono strettamente connessi ai compiti assegnati

(96)

Conclusione:

soddisfazione e successo

La soddisfazione personale e della squadra è la chiave del successo di una impresa

Esempi di successo basato su questa filosofia:

(97)

Soddisfazione sul lavoro e produttività

Gli studi sulla “cittadinanza organizzativa” mostrano che lavoratori più soddisfatti sono:

• Più pratici, collaborativi ed amichevoli

• Cambiano meno frequentemente lavoro

• Si assentano di meno, sono più puntuali e disposti ad aiutare i colleghi

• Il benessere dei lavoratori predice anche la soddisfazione dei clienti

• Queste correlazioni sono più forti in lavori relativamente complessi

(98)

I limiti degli incentivi

• Premi e controlli tendono a spostare la efficienza della prestazione su ciò che è misurabile a discapito di ciò che non lo è

• Gli incentivi funzionano bene quando la prestazione è altamente misurabile e quando il lavoro è

estremamente noioso e ripetitivo

• Ma questo non è il caso generale

• Il messaggio: non è possibile costruire una

economia efficiente del tutto priva di incentivi. Ma dobbiamo invertire la tendenza a considerarli tutto ciò che conta.

(99)

Conclusione: motivazioni intrinseche e cultura dello stress

• L’intera organizzazione economica e sociale è

basata su una sottovalutazione delle motivazioni intrinseche e questo è basato sulla nostra cultura

• Una volta dimenticate le motivazioni intrinseche ciò che rimane è la cultura della stress. Ci dice che lo stress è un modo di condurre le situazioni, guidare le persone, risolvere i problemi. È la

stessa cultura che guida la formazione dei

bambini, come l’organizzazione d’impresa, come tutta l’organizzazione socio-economica

(100)

Cambiare la nostra cultura:

il senso della possibilità

• “Il cervello umano ha inventato l'alternativa, cioè la capacità di progettare cambiamenti.

Per l'uomo il possibile precede il reale. Questo rende gli umani capaci di adattare l'ambiente alle necessità che riconoscono come proprie, prima fra tutte quella di rendersi la vita più facile e più godibile” (Renato Palma)

(101)

La nostra cultura

• “Le scelte culturali e formative delle società avanzate privilegiano sistematicamente la capacità di adattamento individuale,

prendendo l’ambiente economico e sociale come un dato, a discapito della capacità di adattare tale ambiente prendendolo invece come un prodotto umano (il senso della

possibilità)” (Renato Palma)

(102)
(103)

Cosa è il capitalismo?

(104)

La proprietà privata e il mercato

La proprietà privata

• Diritto di scegliere l’utilizzo

• Diritto di esclusione

• Diritto di alienazione Il mercato

• Scambi volontari

(105)

L’impresa

• uno o più individui sono proprietari dei beni capitali utilizzati per la produzione;

• pagano stipendi e salari ai loro dipendenti;

• impartiscono istruzioni ai dipendenti

(eventualmente tramite manager assunti a loro volta) su come svolgere l’attività produttiva;

• sono proprietari dei beni e servizi prodotti dall’impresa;

• vendono tali beni sul mercato con l’intenzione di ottenere un profitto.

(106)

Il capitalismo ha inventato gli incentivi

• La carota: i soldi

• Il bastone: il fallimento, il licenziamento.

• La rapidità con cui le imprese capitaliste possono nascere, espandersi, contrarsi e morire.

• L’invenzione della élite economica

• Lo sviluppo tecnologico

(107)

• Occhio agli avvisi: forse lun-mart salteremo la lezione. Forse

recupereremo mercoledì.

(108)

Quando il capitalismo risulta dinamico?

Condizioni economiche

(109)

Quando il capitalismo risulta dinamico?

Condizioni politiche.

• Le politiche che lo stato adotta spesso

determinano se la proprietà privata è sicura, se i mercati sono concorrenziali, se il primato di

un’impresa è basato sul merito. E queste

condizioni determinano se il bastone e la carota del processo concorrenziale funziona o no.

(110)

Il capitalismo può funzionare oppure no

Divergenza del PIL pro capite tra i paesi in ritardo nella rivoluzione capitalista, 1928-2013

(111)

Varietà di capitalismi

• La democrazia:

• il riconoscimento di diritti individuali

fondamentali tra cui la libertà di espressione, di stampa e di associazione;

• libere elezioni in cui a tutti gli adulti sia riconosciuto il diritto di voto

• . . . e tali che il perdente debba lasciare la propria carica.

(112)

• Gilens and Page (2014), analysing the

influence of the American public on 1779 policy issues between 1981 and 2002, they conclude that policy-making is dominated by powerful business organizations and a small number of affluent Americans, while average citizens and mass-based interest groups have little or no influence.

• La conclusione: quella americana non è più una democrazia ma una oligarchia

(113)

La dimensione dell’intervento pubblico misurata dalle entrate fiscali in rapporto al PIL (2012)

(114)

La diseguaglianza dei redditi

(115)

L’indice di diseguaglianza di Gini

(116)

La disuguaglianza nel reddito di

mercato e nel reddito disponibile nel

mondo

(117)

• Reddito disponibile: il reddito dopo aver pagato le imposte ed aver ricevuto i

trasferimenti dal governo

• Quindi la fig. dipende dalle politiche dello stato per redistribuire il reddito

• La loro efficacia può essere molto diversa: il coefficiente di Gini relativo al reddito prima della tassazione e dei trasferimenti in

Germania e Belgio è simile a quello della Colombia.

(118)
(119)

Cap. 2 PROGRESSO TECNICO, DEMOGRAFIA E CRESCITA

ECONOMICA

(120)
(121)

Come si sceglie la tecnica di produzione?

• costo = (salario x lavoratori) + (prezzo del carbone x tonnellate di carbone)

• = (w L) + (p R)

• Il salario è £10 e il prezzo del carbone è £20

• Calcolate il costo della tecnica B

• Isocosto: una retta lungo la quale tutte le

combinazioni di lavoratori e di carbone hanno lo stesso costo

• Scrivete la retta di isocosto passante per B

(122)
(123)
(124)
(125)
(126)

Che cosa è una innovazione?

• Il primo che reagisce al cambiamento dei prezzi relativi adottando la tecnica più

conveniente è l’ imprenditore (innovatore)

• Rendite da innovazione

(127)

La trappola malthusiana

• Le antilopi nella savana e l’equilibrio degli ecosistemi

• Le idee chiave:

– La popolazione aumenta se aumenta il tenore di vita

– Produttività media decrescente

(128)

La funzione di produzione del grano:

produttività media del lavoro decrescente

(129)

L’effetto di un buon raccolto nel

modello di Malthus

(130)

L’effetto di un miglioramento tecnico

nel modello di Malthus

(131)

• Un’economia resta bloccata nella trappola di Malthus se valgono tre condizioni, non due:

– La popolazione aumenta se aumenta il tenore di vita

– Produttività media decrescente

– assenza di miglioramenti tecnici in grado di

compensare il fatto che la produttività media del lavoro è decrescente

(132)
(133)

Cap. 3. Scarsità, lavoro e scelta

(134)

Lavoro e produzione

Prodotto marginale e prodotto medio

(135)

Scelte

• Costo opportunità

• Il valore delle opzioni: l’utilità

Utilità marginale parziale

(136)

Frontiera del consumo possibile

(137)
(138)

Scelta

(139)

• tasso marginale di trasformazione fra voto

dell’esame e tempo libero al giorno: di quanto aumenta il voto dell’esame quando lo studente rinuncia ad un’ora di tempo libero (la pendenza della frontiera)

• tasso marginale di sostituzione fra voto all’esame e tempo: il numero di voti in più necessari a

compensare esattamente la perdita di utilità

conseguente alla rinuncia di una unità di tempo libero (la pendenza della curva)

(140)

Ore di lavoro e crescita

(141)

Progresso tecnico

(142)
(143)
(144)
(145)

Le ore di lavoro nel tempo

(146)

• il fatto che il tempo libero sia cresciuto indica che beni e tempo libero non sono perfetti sostituti.

• il fatto che la crescita del tempo libero sia piccola in confronto all’aumento dei salari suggerisce che tempo libero e beni sono lontani dall’essere

perfetti complementi.

(147)
(148)

Cap. 4. Strategia, altruismo e cooperazione

• Il dilemma del prigioniero

(149)

La divisione di una vincita alla lotteria

(150)

Il compito di gruppo

(151)

Il gioco del bene pubblico

• 4 agricoltori decidono se contribuire a un progetto di irrigazione (10 $)

• Beneficio: aumento della produttività (8 $)

(152)

Il pay-off di Kim

(153)

Esperimenti di laboratorio

• Gioco del bene pubblico in varie città del mondo

• È come un Dilemma del Prigioniero in cui ci sono più di 2 giocatori

• 10 round

• 20 $ a testa in ogni round

• Decidere sul contributo a una cassa comune:

per ogni $ di contributo, ciascuno riceve 0,40

$

• Partecipanti anonimi

(154)

- I contributi declinano nel tempo - Rimangono sempre sostanziali

(155)

• I soggetti diminuiscono la cooperazione se gli altri si approfittano di loro (free riding).

• È questa la tragedia dei beni comuni.

• La gente coopera fino a quando gli altri ricambiano (reciprocità).

(156)

Preferenze sociali e norme sociali

• 100 euro trovati

• Possono essere condivisi per 3 motivi:

• Altruismo

• Avversione alla iniquità

• Reciprocità

• Queste sono le preferenze sociali

• Le norme sociali si riferiscono alle preferenze condivise su come ci si dovrebbe comportare in una certa situazione

(157)

Il gioco dell’ultimatum

• 100 euro al proponente, da condividere col rispondente

• Ogni divisione è ammessa

(158)
(159)

Offerte accettabili nel Gioco

dell’Ultimatum, in Kenya e Stati Uniti

(160)

Offerte nel Gioco dell’Ultimatum

e rifiuti attesi

(161)
(162)

Gioco dell’Ultimatum, con e senza

possibilità di punizione

(163)

• Gioco dell’Ultimatum con due Rispondenti

• Se un Rispondente accetta ma non l’altro, quel Rispondente e il Proponente si dividono la

torta e l’altro Rispondente non prende niente.

Se nessuno accetta nessuno prende niente. Se entrambi i Rispondenti accettano uno dei due è selezionato casualmente per ricevere la

divisione.

Le regole del gioco contano: la

concorrenza

(164)

Le regole del gioco contano: la

concorrenza

(165)

Soldi e morale: l’esempio delle multe

per i ritardi negli asili

(166)

Efficienza ed equità

• Allocazione: il risultato di ogni interazione

• Allocazione Pareto-efficiente: quando non

esiste una allocazione alternativa con la quale almeno una parte starebbe meglio e nessuno peggio

(167)
(168)

Efficienza vs. equità

• Tutto il cibo agli obesi è Pareto-efficiente?

• Ma non è ragionevole

• Attribuiamo ragionevolezza alla equità più che alla Pareto-efficienza

• L’equità è meno definita della Pareto-efficienza

(169)

Conclusione cap 4.

• Altruismo, equità e reciprocità sono sentimenti potenti negli esseri umani e in molti altri animali

• Molte altre specie mostrano comportamenti altruistici, tra cui scimmie e cani.

• Ma i comportamenti pro-sociali negli esseri

umani vanno al di là dei legami familiari. Questo suggerisce che la grande ampiezza delle

preferenze sociali è probabilmente unica della nostra specie.

(170)

Cap. 5.

(171)

Bart è il proprietario della terra che

lavora Angela

(172)

I vincoli: la tecnologia e la biologia

(173)

• Diritto di proprietà significa il diritto di usare e di escludere dall’uso di qualcosa e il diritto di

venderla (o di trasferire questi diritti ad altri).

• Un contratto è un accordo fra due o più parti che si può concretizzare in un documento legale

formale che specifica un insieme di azioni che le parti del contratto devono intraprendere.

• Potere è la possibilità di fare e ottenere le cose che vogliamo in opposizione alle intenzioni degli altri

Da cosa dipende l’allocazione?

(174)

La scelta di Angela se non paga la terra

(175)

La rendita di Bart se ha la pistola in

pugno

(176)

L’allocazione nel capitalismo: il

contratto

(177)

La proposta di Bart nel capitalismo

(178)

Orario massimo e salario minimo:

4 ore e 3 bushels

(179)
(180)

• La legge è Pareto inefficiente ma Angela sta meglio che in sua assenza

• Ci sono possibilità win-win (area ombreggiata)

• La legge ha cambiato l’opzione di riserva di

Angela, che non è più 24 ore di tempo libero al

sussidio di sopravvivenza ma l’allocazione di legge al punto D

• La legge ha dato potere di contrattazione a Angela

• la legislazione può produrre una distribuzione più equa, ma che non è necessariamente Pareto- efficiente. Tradeoff tra risultati Pareto-efficienti ma iniqui e risultati equi ma non Pareto-

efficienti.

(181)

Cap. 6. L’impresa e i suoi dipendenti

• Le imprese impiegano le persone e acquistano gli input di cui hanno bisogno per produrre e

vendere beni ad un prezzo che ecceda il costo di produzione.

• L’impresa: cooperazione e conflitto. Le persone che compongono l’impresa - dipendenti,

manager e proprietari – portano avanti i propri interessi, a volte comuni a volte contrastanti.

• L’impresa è una gerarchia

• Divisione del lavoro : coordinamento attraverso l’impresa

(182)

Grande è bello

(183)

Grande è bello

Una grande impresa puo avere maggiori profitti di

un’impresa piu’ piccola se puo’ produrre a costi unitari piu’ bassi (economia di scala)

Costi fissi

• costi di impianto

• costi per la ricerca, per la progettazione del prodotto, per l’acquisto delle licenze o dei brevetti necessari ad effettuare una certa produzione o utilizzare una certa tecnologia.

• marketing

• lobbying

• acquisti più economici

• effetti di rete (alta tecnologia)

• diseconomie di scala: la delocalizzazione

(184)

l’organizzazione d’impresa

(185)

• il profitto : cio che rimane dopo che i ricavi (derivanti dalla vendita dei prodotti) sono utilizzati per pagare dipendenti e manager,

fornitori, creditori e imposte. I profitti sono un residuo

• Nelle grandi societa per azioni, vi sono

tipicamente molti proprietari. La maggior parte di essi non prende parte alla gestione.

• I manager, a meno che non siano anche

proprietari, non sono percettori del residuo:

separazione tra proprietà e controllo

(186)

• Non c’e alcuna garanzia che i manager si limitino a

massimizzare i profitti. La separazione tra proprieta’ e controllo determina un potenziale conflitto di interessi:

i manager potrebbero scegliere azioni che garantiscono loro dei benefici privati a spese della proprieta’. Per

esempio concedendo a se stessi generose gratifiche e benefici accessori o perseguendo strategie coerenti piu’ con i loro personali interessi che con quelli degli azionisti.

• Il consiglio di amministrazione ha l’autorita’ di

licenziare i manager, e gli azionisti hanno il diritto di rimpiazzare i membri del consiglio. I proprietari delle societa piu grandi con azionariato diffuso raramente

esercitano tale autorita’, anche perche gli azionisti sono un gruppo ampio e con interessi eterogenei che

difficilmente riuscira’ a coordinarsi

(187)

Con il lavoro degli altri

• i contratti di lavoro sono incompleti

• Perché il cottimo è poco usato 1. Difficile misurare l’ouput

2. Team output

(188)

Indurre l’impegno dei lavoratori

“La disoccupazione come meccanismo di disciplina del lavoro”

• La carota: il salario

• Il bastone: il licenziamento

• I costi del licenziamento:

• 1. La perdita della retribuzione nel periodo di ricerca di una nuova occupazione

• 2. Il costo psicologico di perdere le relazioni di amicizia sul posto di lavoro abbandonato

• 3. L’eventuale necessita di trasferire la famiglia in un’altra area geografica dove è piu facile trovare un lavoro

• 4. In alcuni paesi, il rischio di perdere l’assicurazione sanitaria disponibile

• 5. Lo stigma sociale dell’essere disoccupati.

(189)

La rendita da occupazione è il costo della perdita di lavoro

Il costo della perdita del lavoro per Maria ? ($ 400 – $ 60) × (36 settimane) = $ 12.240.

(190)

• Un sussidio di disoccupazione aumenta il costo opportunità del lavoro

• Un aumento della durata della disoccupazione o una riduzione nel sussidio di disoccupazione hanno un effetto simile: entrambi accrescono la rendita da occupazione

• È meno costoso ottenere info sull’impegno

che consentano il licenziamento piuttosto che il cottimo

(191)

Salari e impegno

(192)

• Salario di riserva: un salario basso al punto che al lavoratore non importa di essere

licenziato o no, per cui non c’e alcuna motivazione ad impegnarsi.

(193)

Le decisioni dell’impresa sul livello di salario

Profitti = [ Ricavi ] – [ Costi ]

= [ Quantita prodotta × Prezzo ] – [ Ore di lavoro

× Salario + Altri costi ] L’impresa massimizza:

e/w = (impegno profuso / salario pagato)

(194)

lungo ciascuna retta blu il rapporto

e/w è costante

(195)
(196)

• Il sindacato e i salari

• Le imprese cooperative

– Più produttività = meno supervisori – Debolezza finanziaria

– …. e minore rapidità nelle decisioni

(197)

La curva del salario: disciplina del lavoro e disoccupazione

nell’economia nel suo insieme

(198)

6. l’impresa e i suoi clienti

(199)

Come l’impresa fissa i prezzi?

(200)

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