4 ottobre 2014, 0:05 15 visite
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Home » Economia e Lavoro, Primo Piano » Sateriale: “Un piano occupazionale per giovani in dieci città” | di Martin Miraglia
Sateriale: “Un piano occupazionale per
giovani in dieci città”
Un progetto per dieci città sul lavoro, soprattutto giovanile ma non solo, a cura della Cgil, a cui Ferrara, per bocca del sindaco T a g l i a n i , s i c a n d i d a a collaborare. È questo quello che è a n d a t o i n s c e n a n e l pomeriggio di oggi all’interno del salone d’onore del municipio d u r a n t e i l q u a l e G a e t a n o Sateriale, ex sindaco di Ferrara e oggi coordinatore nazionale del piano del lavoro della Cgil, ha illustrato il progetto a una cinquantina di persone intavolando una discussione con Patrizio Bianchi, assessore regionale, Michael Braun del Tageszeitung, il sindaco Tagliani, il responsabile giovani della Cgil Andrea Brunetti e Michele Tiraboschi, docente di diritto del lavoro dell’università di Modena-Reggio e Bergamo. “La nostra è una politica economica per la crescita – esordisce Sateriale. Il problema è la disoccupazione giovanile, pensiamo che questa sia la vera emergenza, però in realtà le emergenze sono due. In primo luogo un’intera generazione vive nell’incertezza di trovare un lavoro e costruirsi la vita, ed inoltre se è vero che una generazione non entra nel mondo del lavoro ciò è grave anche le imprese, che non sfruttano le loro conoscenze e i loro talenti. Tutta la società è impermeabile alla generazione dei giovani, e questo dipende dal fatto che stiamo accumulando una crisi molto pesante e molto lunga. Il vero problema è che non ci sono investimenti per creare posti di lavoro”. Il piano del lavoro quindi, sempre per come lo spiega Sateriale, si prefigge di “intervenire a sostegno della domanda e degli investimenti per far ripartire il motore. Si deve partire superando l’arretratezza di questo Paese, ma la proposta non è completamente keynesiana perché non dovremmo invesire su tutto ma principalmente sull’innovazione perché abbiamo degli svantaggi competitivi. Le risorse da usare sarebbero quelle che abbiamo, che non sono tante ma che se messe in fila sono comunque ragguardevoli. Dobbiamo qualificare la spesa pubblica”. Per capire i bisogni dei giovani però, e quindi far sì che il piano del lavoro vada a buon fine, l’idea della Cgil è quella di aprire 10 laboratori per l’innovazione in cui i giovani portino avanti delle indagini su ciò che serve al mondo del lavoro in materia di giovani – e quindi, di riflesso, ai giovani stessi – in modo da trovare una strada per il superamento degli ostacoli nel lavoro e nel fare impresa e presentarla agli enti locali. “Noi siamo qui per candidare Ferrara”, è il commento di Tagliani: “La ragione per la quale intervengo è perché la proposta della Cgil è condivisa da quest’amministrazione alla luce dell’esperienza. L’obiettivo non è risolvere il problema ma trovare una strada, che non sia per
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Data Pagina Foglio04-10-2014
110538 Codice abbonamento:« Renzi a Ferrara e #lascuolasicura può attendere Arriva Renzi, si lavora di notte per il maquillage della scuola » forza univoca ma almeno alternativa alle altre. L’ottica dell’approccio ci convince per una serie di ragioni: crediamo di poter testimoniare la creatività che c’è nel mondo giovanile perché loro sono in grado di guardare un orizzonte molto più alto. Ci sono molti ostacoli ma le capacità di leggere i problemi in modo molto attento li rende molto rapidi nel trovare risposte occupazionali fuori da qui. Il nostro compito è analizzare con occhi nuovi questi problemi su cosa ostacola il lavoro, se le garanzie , il credito o le relazioni. Città come Ferrara è opportuno che raccolgano questa sfida”. Bianchi fa un quadro generale della situazione, prendndo in esame “quella che gli economisti chiamano recessione double-dip”, ovvero la seconda recessione in atto da 2011 dopo quella precedente, “dalla quale non ci siamo ancora ripresi”. Dopo di lui tocca a Michael Braun del die Tageszeitung, che ha poi intervistato anche il premier Matteo Renzi: “Siamo vicini e simili ma sembra di parlare di un altro pianeta. In Germania la disoccupazione è all’8%, qui al 44. Qui inoltre ci sono pochi laureati. C’è una fortissima integrazione tra il sud della Germania e nord Italia, quindi parlare di Italia in Germania non è così difficile. Esiste comunque una proposta di un sindacato tedesco chiamata ‘piano Marshall per l’Europa’ che non punta sui lavori pubblici a prescindere ma su green economy, reti veloci ed è molto simile al piano del lavoro. Nei decenni ci siamo abituati a contrapporre pubblico e privato, dove il primo è fronte di sprechi mentre il secondo significava innovazione, ma non è sempre così: talvolta la coniugazione tra pubblico e privato è buona”.
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