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Dexmedetomidina intranasale come sedazione procedurale del prematuro per risonanza magnetica cerebrale

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Academic year: 2021

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Cossovel F. Medico e Bambino Pagine Elettroniche 2020;23(7):193 https://www.medicoebambino.com/?id=PSR2007_10.html

193

MeB - Pagine Elettroniche

Volume XXIII

Settembre 2020

numero 7

I POSTER DEGLI SPECIALIZZANDI

DEXMEDETOMIDINA INTRANASALE COME SEDAZIONE

PROCEDURALE DEL PREMATURO

PER RISONANZA MAGNETICA CEREBRALE

Francesca Cossovel

Scuola di Specializzazione in Pediatria, IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo”, Università di Trieste Indirizzo per corrispondenza: francesca.cossovel@gmail.com

Background. La risonanza magnetica cerebrale viene eseguita nei neonati prematuri a 40 settimane di età gesta-zionale corretta per evidenziare eventuali esiti cerebrali correlati alla prematurità che possano inficiare lo sviluppo neuro-comportamentale futuro del bambino. Durante la procedura è necessaria la totale immobilità per ottenere del-le buone immagini. Non essendo sempre possibidel-le sfruttare il sonno spontaneo, spesso si ricorre alla sedazione. I seda-tivi più frequentemente somministrati sono le benzodiaze-pine, che tuttavia non sono esenti da effetti collaterali, co-me la depressione respiratoria, ed evidenze circa la loro po-tenziale neurotossicità sono sempre maggiori.

La dexmedetomidina (DEX), un α2-agonista con azio-ne sedativa e analgesica, è sempre più utilizzata come al-ternativa nella sedazione procedurale in quanto non de-prime il centro del respiro e avrebbe effetto neuroprotetti-vo. Le esperienze con la DEX in ambito neonatale sono limitate e la via intranasale, a oggi, non è ancora stata stu-diata in questa fascia di età.

Obiettivo. L’obiettivo del nostro studio è quello di va-lutare se l’introduzione della DEX intranasale riduca le dosi di midazolam necessarie per sedare neonati nati a ≤ 32 settimane gestazionali e/o peso ≤ 1500 g sottoposti a RM cerebrale a termine per età corretta e valutarne l’efficacia e la sicurezza in questa popolazione.

Metodi. Sono stati confrontati due gruppi di bambini ex pretermine nati con ≤ 32 settimane gestazionali e/o pe-so ≤ 1500 g che a 40-41 settimane di età gestazionale cor-retta si sottopongono a RM prima e dopo l’introduzione della DEX nel protocollo di sedazione. Il primo gruppo (pre-DEX) arruolato da gennaio 2014 a dicembre 2015 è stato sottoposto al vecchio protocollo di sedazione (mida-zolam intranasale o endovena ripetibile al massimo 3 vol-te e associato, se inefficace, al trattamento rescue con

clo-rpromazina o cloralio idrato); il secondo gruppo (DEX) arruolato dopo l’introduzione della DEX nel nostro Istitu-to da gennaio 2016 a giugno 2017 ha assunIstitu-to come primo sedativo la DEX intranasale e, se inefficace, il trattamento

rescue con il midazolam intranasale o endovena ripetibile

al massimo 3 volte. I dati raccolti includono le variabili demografiche, la durata della procedura e del risveglio, gli eventi avversi correlati alla sedazione e la necessità di eventuali trattamenti rescue o supporto medico durante la procedura e in fase di risveglio.

Risultati. Sono stati arruolati 76 neonati: 41 nel grup-po pre-DEX e 35 nel grupgrup-po DEX.

Sono state somministrate 102 dosi di midazolam, di cui 85 nel gruppo pre-DEX e 18 nel gruppo DEX. È stato quindi possibile risparmiare una media di 2 dosi/paziente di midazolam nel gruppo DEX: infatti l’ORadj di ricevere più di una dose di midazolam nel gruppo pre-DEX con-frontato con il gruppo DEX è 166 (p-value < 0,034). Nel gruppo DEX il 49% dei neonati (17/35) ha completato la procedura con la sola DEX, mentre il restante 51% (18/35) ha necessitato di una sola dose di midazolam ag-giuntiva. Gli unici eventi avversi gravi (5%) che hanno necessitato di intervento medico sono avvenuti nel gruppo pre-DEX, nel gruppo DEX invece sono state registrate solo desaturazioni lievi autorisolte (11%).

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