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Questa ricerca ha avuto per oggetto il motivo della liminalità in relazione al soprannaturale, nelle ghost stories di Margaret Oliphant.

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Academic year: 2021

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I

INTRODUZIONE

Questa ricerca ha avuto per oggetto il motivo della liminalità in relazione al soprannaturale, nelle ghost stories di Margaret Oliphant.

La ghost story appartiene al filone di letteratura horror e si è sviluppata nel XIX secolo dando origine a quello che può essere definito gothic revival, caratterizzato da un interesse crescente per gli elementi fantastici e il soprannaturale.

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Come cita l’OED, con il termine “soprannaturale” si intende un fenomeno “That is above nature;

belonging to a higher realm or system than that one of nature”.

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Come si può notare, questo termine viene quindi impiegato per identificare le forze e le entità che superano il corso ordinario della natura e i limiti dell’esperienza umana.

Per entrare nell’ambito che costituisce il nostro specifico interesse, possiamo dire che in epoca vittoriana il soprannaturale pervase l’arte e la letteratura. Esso può essere inteso come un complesso di immagini e credenze che permeò ogni aspetto della società, entrando nella vita quotidiana delle persone di ogni classe sociale.

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In età vittoriana, le persone si dilettavano con sedute spiritiche, leggende di demoni e vampiri e, appunto, ghost stories. Lo spirito era il personaggio principale di questi racconti e il suo fascino risiedeva allora, come del resto anche oggi, non soltanto nella sua natura profondamente aliena rispetto ai vivi, ma anche per il fatto di essere una figura sospesa tra due mondi, una sorta di “entità-limite” tra il mondo fenomenico naturale dei viventi e della materia e la dimensione soprannaturale dell’aldilà, propria, invece, dei morti.

Il termine “limite” deriva dal latino “limen”, la cui area semantica va dal significato di ‘soglia’,

‘ingresso’ a quella di ‘confine’ e ‘frontiera’.

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In questo elaborato, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulla prima accezione del termine, ossia quella di ‘soglia’, approfondendone la comprensione tramite il ricorso alle teorizzazioni lotmaniane, esposte dal semiologo russo nel suo La struttura del testo poetico

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. Nella presente ricerca, abbiamo associato sistematicamente il concetto lotmaniano di ‘soglia’ a quello bachtiniano di ‘cronotopo’. Mihail Bachtin, nella sua opera

1 D.DENISOFF, The Broadview Anthology of Victorian Short Stories, Broadview Press Ltd, Canada 2004, p. 21.

2 Cfr. OED, alla voce “supernatural”, 1: “That is above nature; belonging to a higher realm or system than that one of nature.”

3 D.DENISOFF, The Broadview Anthology of Victorian Short Stories, cit., pp. 21-3.

4 M. SQUILLACCIOTTI, Margine, Soglia, Confine, Limite: istituzioni, pratiche, teorie. Presupposti teorici: il concetto di limite ed i suoi affini, Scuola Superiore Santa Chiara, Università di Siena, Siena 2009, p. 2.

5 J.M. LOTMAN, La Struttura del testo poetico, trad. E. Bazzarelli, E. Klein, G. Schiaffino, Gruppo Ugo Mursia Editore, Milano 1972 (1970).

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II

Estetica e romanzo

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, ha scomposto, infatti, il cronotopo in sottoclassi e una di queste, definita

‘cronotopo della soglia’, si è rivelata di fondamentale importanza per classificare tassonomicamente le diverse categorie di soglia presenti nelle ghost stories di Margaret Oliphant.

Considerando il caso specifico dei racconti qui esaminati, raccolti in “’A Beleaguered City’ and Other Tales of the Seen and the Unseen”,

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appare evidente, infatti, come il motivo della soglia in relazione al soprannaturale sia ravvisabile in tutti i livelli del testo, tanto da indurci a considerarlo il tratto peculiare delle ghost stories della scrittrice. L’evidenza testuale ha messo in luce come questo motivo rivesta, appunto, un ruolo cruciale in questi racconti, sia sul piano quantitativo, sia su quello qualitativo: tutte le soglie, infatti, vengono marcate per mezzo della loro varietà tipologica e vengono messe retoricamente in risalto all’interno del testo.

Come vedremo nel corso di questa analisi, nonostante la soglia si carichi di valenze simboliche diverse, essa svolge però, la medesima funzione in tutti i racconti qui esaminati, ossia quella di marcare il confine tra due realtà potenzialmente antitetiche, a loro volta corrispondenti all’opposizione dicotomica di “vivi” vs “morti”. Si pensi, ad esempio, alla soglia della Secret Chamber, presente nell’omonimo racconto:

In a moment, as if thrown suddenly open by some one within, the door moved. It opened just wide enough to let him enter, stopping half-way as if some one invisible held it, wide enough for welcome, but no more.8

In questo caso specifico, possiamo notare come la porta che conduce alla camera segreta possieda una funzione di transito. Quest’ultima è individuabile nel lessema “moved”, che a sua volta presuppone il movimento del personaggio dallo spazio topico, familiare, allo spazio eterotopico, ignoto e pericoloso. Inoltre, essa sembra dotata di vita propria (“as some one invisible held it”) e lascia presagire al lettore proprio la presenza di un’entità soprannaturale che dimora nella camera alla quale essa dà accesso.

Dall’analisi testuale delle ghost stories qui esaminate abbiamo riscontrato che l’elemento soprannaturale si presenta strutturalmente come parte della soglia e rappresenta un ostacolo che il protagonista è chiamato a fronteggiare. Dopo l’incontro con l’alterità, in questo caso corrispondente agli spiriti dei defunti, quest’ultimo proverà un sentimento definibile con il termine “perturbante”.

6 M. BACHTIN, Estetica e romanzo, Einaudi, Milano 2001 (1975).

7 M. OLIPHANT, A ‘Beleaguered City’ and Other Tales of the Seen and Unseen, Canongate Books Ltd., Edinburgh 2000 (1897). D’ora in avanti tutti i passi citati dai testi presenti in questa raccolta saranno tratti da questa edizione e saranno indicati con l’abbreviazione ABC, seguito dal numero di pagina. Tutti i corsivi, se non diversamente specificato, saranno miei.

8 M. OLIPHANT, ABC, cit., p. 118.

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III

A questo proposito, l’opera di Sigmund Freud, Il Perturbante,

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si è rilevata di fondamentale importanza per esaminare la natura del rapporto che intercorre tra il fenomeno soprannaturale e colui che lo percepisce.

Nel corso dell’analisi di alcuni racconti, abbiamo notato, inoltre, come la scrittrice abbia associato il concetto di ‘soglia’ ad alcuni oggetti che possiedono una funzione strumentale che a sua volta si esercita non soltanto sul piano materiale, ma anche su quello metafisico. Essi acquisiscono, appunto, una funzione di frontiera medianica in quanto permettono il contatto tra i personaggi e il perturbante soprannaturale. Una ricognizione lessicale ha evidenziato l’esistenza di un possibile rapporto intertestuale tra le ghost stories qui prese in esame e i resoconti delle séances di Daniel Dunglas Home. Per questo motivo, abbiamo concentrato la nostra attenzione sulla sua opera Incidents In My Life

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, al fine di mostrare come la Oliphant possa essersi realmente ispirata ad uno dei più noti medium della storia.

La scrittrice associa regolarmente il concetto di ‘soglia’ all’evento soprannaturale, poiché questo le permette di conferirle un valore non solamente spaziale ma anche esistenziale e antropologico. In ultima analisi, essa sembra presentare, infatti, il mistero dell’esistenza umana come un processo dinamico in continuo mutamento e trasformazione dell’individuo. A questo proposito, la griglia interpretativa introdotta da Victor Turner, nel capitolo “Betwixt and Between: the Liminal period in Rites of Passage”, contenuto nella sua opera The Forest of Symbols

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sembra essere pertinente.

Secondo lo studioso, infatti, il concetto di ‘soglia’ traspone strutturalmente fenomeni psichici ed esistenziali, cioè momenti cruciali di passaggio della vita dell’individuo e del suo sviluppo fenomenologico. Egli riveste la soglia del valore simbolico di ‘rito di passaggio’ a cui l’individuo deve sottostare allo scopo di acquisire un nuovo status all’interno della società. Per alcuni personaggi di queste ghost stories, l’atto del varcare la soglia assume, appunto, un carattere rituale che segna il loro passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

La presente ricerca è strutturata in tre capitoli. Il primo capitolo, intitolato “Oh mother, let me in”

fornisce un’introduzione ai concetti di ‘soglia’, ‘cronotopo’ e ‘cronotopo della soglia’ che si sono rivelati di fondamentale importanza per analizzare le ghost stories qui prese in esame. In modo particolare, focalizzeremo la nostra attenzione sulla prima tipologia di soglia riscontrabile nei racconti analizzati in questo elaborato, ossia, quella “spazio-temporale”, incluse le sottoclassi in cui essa può essere suddivisa. Inoltre, applicheremo le teorizzazioni freudiane sul perturbante, vedendo

9 S. FREUD,il Perturbante, trad. di S. Daniele, Bollati Boringhieri, Milano 1991 (1919).

10 D.D. HOME, Incidents In My Life, A. J. Davis & Co., New York 1864.

11V. TURNER, The Forest of Symbols. Aspects of Ndembu Ritual, Cornell University Press, Ithaca 1967.

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IV

come quest’ultimo costituisce il principale effetto generato dall’incontro tra il personaggio e l’alterità.

Nel secondo capitolo, intitolato “I set down my lamp on the table” concentreremo la nostra indagine sulle caratteristiche della soglia “strumentale”. Quest’ultima è rappresentata da oggetti che, all’interno di alcune ghost stories, hanno una funzione di frontiera medianica e fungono, appunto, da intermediari tra il mondo dei vivi e quello dei morti, dal momento che permettono il contatto tra i protagonisti e gli spiriti dei defunti, consentendo a questi ultimi di manifestarsi. Come vedremo approfonditamente nel corso dell’analisi dei testi, essi alludono a strumenti utilizzati durante le séances vittoriane e all’esperienza culturale della Physical Mediumship. Inoltre, essi rimandano a credenze anglosassoni relative alla morte che, nel XIX secolo, permearono ogni aspetto della società.

Nel terzo e ultimo capitolo, intitolato “You are just in a dream” focalizzeremo la nostra

attenzione sulle soglie “ermeneutiche” e su quelle “ontologiche”. Le prime fanno riferimento non

tanto a elementi dello spazio topico, né a personaggi specifici, quanto piuttosto agli atteggiamenti

mentali e ai corrispondenti programmi attanziali che le figure-soglia manifestano durante

l’approccio con la soglia. Infine, esamineremo le soglie “ontologiche”, ossia, gli spazi liminali che

traspongono strutturalmente fenomeni psichici ed esistenziali vissuti dai personaggi in momenti

cruciali di passaggio della loro vita e del loro sviluppo fenomenologico. Sarà in questa sezione che

applicheremo nel dettaglio la griglia interpretativa di Turner, poiché il programma narrativo di

alcuni personaggi di queste ghost stories prevede che essi debbano misurarsi, nel loro cammino

esistenziale, con prove cruciali e perturbanti, destinate a cambiare il corso della loro esistenza,

ridefinendone, allo stesso tempo, il comportamento e lo status.

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