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DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

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Academic year: 2021

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CAPITOLO VI

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6.1. DISCUSSIONE

La Spagna è uno dei Paesi Europei con le più antiche tradizioni di Stato Nazionale, unito sotto lo stessa Corona sin dall’epoca dei Re Cattolici (1492) eppure è uno degli Stati nei quali le identità nazionali locali non hanno mai smesso di esprimere la propria cultura e folklore in modo forte, manifestare la necessità di autonomia, parlare la propria lingua. La geografia ed il clima peraltro hanno facilitato l’isolamento di alcune zone di alta montagna e la separazione fra le regioni atlantiche e quelle mediterranee. Capire se e in che misura tali fattori abbiano influenzato la struttura genetica della popolazione spagnola è lo scopo di questa tesi.

Le regioni centro settentrionali della Spagna, inoltre, sono le zone europee più “feconde” dal punto di vista paleoantropologico, le zone nelle quali sono state riportate alla luce i principali siti Paleolitici e Neolitici come già descritto nella parte introduttiva. Capire se nella struttura genetica delle popolazioni che attualmente popolano la Penisola Iberica si possa trovare traccia di questi antenati è un altro degli scopi che ci si è prefissati.

Durante lo svolgimento della ricerca si è oltretutto posto il problema di valutare fino a che punto i sistemi genetici scelti per l’analisi fossero informativi ed adeguati per gli scopi prefissatosi.

6.1.1. SUDDIVISIONE POLITICA E STRUTTURA GENETICA

Sulla base di quanto osservato con i dati della prima analisi a coppie di popolazioni, è emerso che il campione andaluso mostra un significativo grado di differenziamento dalle popolazioni non solo più distanti e storicamente più isolate, quali Baschi e Catalani, ma anche dalle vicine popolazioni della Castiglia (dati relativi ai polimorfismi D1S80 e D4S111). In particolar modo dall’analisi di differenziazione genotipica a coppie di popolazioni, sui dati complessivi dei 4 loci, la popolazione andalusa presenta un significativo livello di differenziamento (P=0,003) dalla popolazione castigliana. L’Andalusia si discosta da cinque popolazioni su otto (differenziazione genica a coppie di popolazioni D1S80), anche se non mostra un particolare quadro aplotipico rispetto alle altre popolazioni della Penisola. Una situazione di particolarità genetica di quest’area era già stata osservata in studi sulla popolazione iberica con mtDNA

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(Richards et al. 1996) e potrebbe essere dovuta al contributo genetico degli Arabi nella regione. Gli arabi occuparono per ben sette secoli la regione dell’attuale Andalusia, il cui nome deriva da quello arabo di Al-Andalus, e qui diedero vita al fiorente Califfato di Cordoba prima ed al resistente Regno di Granada poi. La presenza di un contributo genetico delle popolazioni arabe nel moderno pool genico di mtDNA fu suggerito da Reyment nel 1983.

Come rilevato dall’analisi della diversità genica (sezione Risultati) è possibile osservare un gradiente geografico decrescente di variabilità genica dalla zona basca verso le altre regioni della Penisola in tutte le direzioni cardinali. Questo metto in evidenza una condizione di particolarità genetica delle popolazioni di questa comunità, confermando una situazione che emerge dalla maggior parte dei lavori disponibili in letteratura (Bertranpetit, 2001). Anche la popolazione della Galizia si mostra caratterizzata rispetto a tutte le altre popolazioni, presenta infatti un aplotipo unico della regione (34,3,4,3). È quanto ci si attende per una popolazione isolata quale è quella galiziana, culla della civiltà Celtica, culturalmente più affine al Portogallo poiché è separata dal resto della penisola dai monti Cantabrici. In uno studio con l’uso del sistema D1S80 e del sistema HLA DQA1 sulle popolazioni della Galizia e del Portogallo Centrale, è stata riscontrata una grande omogeneità genetica fra le due popolazioni (Lareu, 1993).

Come visto dall’analisi della rappresentazione grafica con il metodo MDS, ad ogni modo, non è possibile inferire niente di chiaro sulla struttura genetica della popolazione spagnola. Sarebbe utile poter aggiungere, in un prosieguo della ricerca, nuovi dati con altri sistemi STR ed eliminare sistemi poco informativi quali il D4S111.

6.1.2 GEOGRAFIA DEL TERRITORIO E STRUTTURA GENETICA

Da questo secondo livello di analisi emerge una sostanziale e netta separazione delle regioni dell’estremo Nord e dell’estremo Sud dal resto delle popolazioni. La rappresentazione grafica del MDS rende ben evidente questo fatto raggruppando in un unico cluster le popolazioni della regione Cantabrica, della Meseta e del versante Mediterraneo e separando da questo, in due posizioni opposte, la popolazione dei Pirenei e quella dell’Andalusia. Questa situazione può essere in parte assimilabile a quella descritta dalla seconda componente principale su dati con marcatori classici da Cavalli-Sforza e Bertranpetit nel 1991, già descritta nella parte introduttiva. In questo

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studio la regione Pirenaica mostrava i più alti valori di variabilità genetica e la regione centro- meridionale quelli più bassi. La ricerca oggetto di questa tesi conferma questa situazione con sistemi VNTR (D1S80, D4111) per i quali i valori di variabilità genetica più alti (0,84; 0,56) interessano sempre la regione dei Pirenei, mentre quelli fra i più bassi (0,77; 0,53) la regione meridionale della penisola (tabella 3.2.2). Al contrario i sistemi STR (D8S566, D8S591) mostrano valori di variabilità bassi (0,72; 0,63) nella regione settentrionale e valori elevati (0,74; 0,72) in Andalusia.

I valori di diversità genetica a 4 loci mostrano valori molto simili fra le popolazioni della regione Cantabrica e quelle della Zona Mediterranea e Pirenaica. Questa situazione può essere interpretata in virtù delle evidenze archeologiche risalenti al Neolitico. In queste due zone è presente infatti il maggior numero di siti archeologici risalenti a questo periodo, come i dolmen ed i talayot costruzioni a tholos simili a molte altre del bacino del Mediterraneo, delle isole Baleari (2500 a.C.). Gli Iberi, considerati popoli pre- indoeuropei, popolavano queste regioni. Erano principalmente agricoltori e pescatori e, sulla base dei ritrovamenti archeologici, sono detti popoli della Ceramica Cardiale così nota per via delle decorazioni ottenute imprimendo sull’argilla cruda la valva della conchiglia marina Cardium edule. In sintesi, lungo le coste sia Atlantiche che Mediterranee si svilupparono le società neolitiche più importanti, con tutta probabilità anche le più numerose, così che una componente neolitica della popolazione Spagnola e di quella Iberica in generale, dovrebbero delineare un pattern che accomuna tutte le popolazioni costiere. La nostra analisi a questo livello descrive proprio una situazione di questo tipo.

6.1.3 LINGUE E STRUTTURA GENETICA

A questo livello di analisi sono stati condotti, come visto nella parte relativa ai risultati, due modalità di studio. Nell’analisi a 4 loci per 9 popolazioni si osserva dall’analisi del MDS una situazione piuttosto omogenea se non fosse per la presenza di un cluster centrale di popolazioni di lingua castigliana pura. In realtà non si può ritenere tale situazione sufficientemente informativa, poiché lungo la prima dimensione non si separano situazioni linguistiche particolarmente differenti; ad ogni modo la seconda dimensione divide le tre parlate considerate lingue a parte (Basco, Catalano, Galego) dal resto.

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Si è scelto inoltre di condurre l’analisi separata per i due diversi tipi di marcatori utilizzati ad un livello linguistico con 6 popolazioni e 4 loci. I risultati ottenuti con i due tipi di marcatori (VNTR ed STR) sono abbastanza concordanti nel definire un panorama piuttosto omogeneo. I microsatelliti descrivono però una situazione che appare più informativa rispetto ai minisatelliti sulla base di quanto atteso in base alla struttura linguistica in Spagna, come descritta nella sezione introduttiva. Infatti, come si può osservare dalla rappresentazione MDS in figura 3.3.2, esiste un gradiente Nord-Sud lungo la seconda dimensione che colloca appunto nel quadrante inferiore le popolazioni di lingua galega, basca, catalana e valenziana. Come visto questi sono gli idiomi co-ufficiali nel territorio spagnolo.

Dall’analisi dell’MDS ottenuto con i dati dei minisatelliti si osserva una situazione analoga a quella linguistica con 9 popolazioni. In questo caso, la popolazione di lingua castigliana si mostra equidistante da tutte le altre popolazioni. Il Castigliano è la lingua ufficiale dello Stato spagnolo dal XVIII secolo (Lopez-Larrea, 1999) e la Castiglia, soprattutto per via dello sviluppo della città di Madrid, è stata destinazione dei flussi migratori degli ultimi cento anni. Non sorprende, dunque, che le popolazioni di questa zona rappresentino un punto di “media genetica” nel panorama spagnolo.

In ogni caso, sia l’analisi con i mini che quella con i microsatelliti non delineano mai particolari cluster linguistici bensì un insieme di punti con distanze abbastanza omogenee fra di loro. La popolazione di lingua basca non occupa posizioni particolari all’interno del panorama spagnolo questo a dimostrazione del fatto che non sempre differenze linguistiche e culturali impediscono un rimescolamento genico fra le genti. La situazione di omogeneità è gia stata osservata in molti studi con l’uso di polimorfismi STR fino ad oggi (García et al., 2001). Studi sulla diversità genetica in base a dati sui marcatori del cromosoma Y (Rosser et al., 2000) avevano sottolineato il fatto che la diversità genica in Europa sia maggiormente influenzata dalla geografia piuttosto che dalla lingua.

6.1.4 LA POPOLAZIONE SPAGNOLA NEL BACINO DEL MEDITERRANEO

Sulla base di quanto visualizzabile dal MDS delle distanze genetiche fra coppie di popolazioni del Mediterraneo, la Spagna si colloca in un cluster che la accomuna al Portogallo, leggermente separata dall’insieme delle popolazioni del centro del bacino

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del Mediterraneo. È molto interessante notare una sorta di gradiente est-ovest lungo la prima dimensione che però interessa tutte le popolazioni ad esclusione della popolazione marocchina, la quale si trova ad occupare una posizione isolata e comunque più vicina alle popolazioni dell’est del Mar Mediterraneo. Questa situazione è in accordo con la tesi di Cavalli-Sforza dell’onda di avanzamento dal Medio Oriente al resto d’Europa e scredita le posizioni di Arnáiz-Villena circa una maggior parentela fra Spagnoli e abitanti dell’ovest magrebino (Arnáiz-Villena, 1999). Si può inoltre osservare dalla nostra rappresentazione grafica del MDS che la popolazione Basca si trova fortemente isolata da tutte le altre popolazioni, in posizione diametralmente opposta, lungo la prima dimensione, rispetto al campione marocchino. Come visto nell’introduzione, tale situazione si trova in perfetto accordo con i dati relativi a molti tipi di marcatori classici (ACP1

,

BF, proteina GC, RH) ed anche a studi condotti con marcatori mitocondriali (Comas et al, 1997).

Osservando la seconda dimensione del MDS del mio studio (figura 5.1) si osserva che la popolazione cipriota si separa dal resto, come ci si attende visto l’isolamento geografico.

È da tenere in conto che la nostra analisi si è svolta con l’uso di un unico sistema e che andrà in futuro integrata con dati su altri marcatori autosomici.

I risultati finora ottenuti con l’uso di sistemi STR riguardanti la popolazione spagnola e la sua posizione nel quadro europeo delineano uno scenario omogeneo (Paredes e coll, 2003). Per la propria natura dei marcatori STR, marcatori autosomici soggetti a ricombinazione, sarà necessario raccogliere una gran quantità di dati in molti laboratori prima di poter condurre un’analisi sufficientemente informativa.

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6.2 CONCLUSIONI

Nel complesso, i dati ricavati dall’analisi dei marcatori VNTR ed STR delineano una situazione sostanzialmente omogenea all’interno della popolazione spagnola ed inquadrano tale popolazione all’interno di un gradiente est-ovest di diversità genetica nel bacino del Mediterraneo.

Occorre precisare che, all’interno della popolazione in esame, è stata comunque rilevata la presenza di alcune sottostrutture:

- attraverso lo studio delle distanze genetiche a 4 loci su 5 popolazioni, è stata evidenziata la presenza di una probabile componente neolitica nell’attuale pool genetico della popolazione ispana, appoggiato anche da evidenze archeologiche. - lo studio della variabilità e delle distanze genetiche a 4 loci su 9 popolazioni, ci

ha permesso, invece, di identificare la presenza di una situazione di particolarità genetica della popolazione Andalusa probabilmente dovuta al contributo delle popolazioni Arabe durante la loro occupazione di quest’area geografica.

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