Indice IX
INDICE
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Capitolo I
LA NOZIONE AMPIA DI DIRITTO PENALE “EUROPEO”.
LA COLLOCAZIONE DEL DIRITTO EUROUNITARIO E DELLA CEDU NEL SISTEMA DELLE FONTI
1. “Diritto penale” e “diritto europeo”: da “strana coppia” a “relazione pericolosa”? 1 2. Le ragioni della refrattarietà del diritto penale a superare i confini dello Sta-
to-nazione 3
3. Lo spartiacque cronologico: le “prime gemelle” della Corte costituzionale
(2007) e il Trattato di Lisbona (2007-2009) 4
4. Le sentenze nn. 348 e 349 del 2007 della Corte costituzionale: le norme
CEDU come norme interposte 5
4.1. Il progressivo temperamento delle “prime gemelle” nella successiva
giurisprudenza della Corte costituzionale 10
5. L’assetto antecedente al Trattato di Lisbona e gli ostacoli a una competenza
in materia penale delle istituzioni comunitarie 14
5.1. Le principali novità introdotte dal Trattato di Lisbona: l’ingresso del
diritto penale nei Trattati istitutivi 17
6. Crisi della legalità penale e del sistema delle fonti: cosa resta dal diritto pe-
nale “tradizionale”? 19
7. Diritto europeo penale, diritto europeo ad effetto penale eventuale e diritto
penale europeizzato: una proposta di classificazione 21
Capitolo II
GLI EFFETTI RIFLESSI DEL DIRITTO “EUROPEO”
TRA DIRITTO EUROUNITARIO E SISTEMA CEDU
Sezione I
L’OBBLIGO DI INTERPRETAZIONE CONFORME
1. Gli “effetti riflessi” del diritto “europeo” sull’ordinamento nazionale: defini-
zione 24
X Appunti di diritto penale europeo
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2. L’obbligo di interpretazione conforme 24
2.1. La “interpretazione conforme a”: volti nuovi di una maschera antica.
L’interpretazione conforme a Costituzione 25
2.2. L’interpretazione conforme al diritto “europeo”: a) la tradizionale fi-
sionomia di strumento ermeneutico preliminare 27
2.3. b) il ruolo delle Corti europee nella determinazione del parametro di
conformità: la Corte EDU 29
2.4. La Corte di Giustizia 31
2.5. Interpretazione conforme al diritto europeo e diritto penale: il volto
rassicurante del “gigante buono” 32
2.6. Profili di criticità del divieto di normazione mascherata: la necessaria
distinzione tra antinomie e lacune 34
2.7. Tra interpretazione e normazione: la sentenza Pupino, la confisca per
equivalente e la nozione di pedopornografia 36
2.8. Profili di criticità del divieto di effetti in malam partem nella sua porta- ta di principio regolatore dei rapporti tra diritto penale interno e diritto sovranazionale: a) la costruzione della fattispecie anche mediante ele-
menti normativi 40
2.9. b) l’interpretazione conforme tra interpretazione estensiva e analogia 40
Sezione II
IL PRINCIPIO DI PREVALENZA DEL DIRITTO EUROUNITARIO SUL DIRITTO NAZIONALE
1. Il principio di prevalenza come sintesi di “disapplicazione” e controlimiti: le
implicazioni penalistiche 44
2. Incompatibilità “diretta” tra una norma europea e una norma penale nazio-
nale. L’incompatibilità totale 46
2.1. Il caso El Dridi 47
2.2. Il caso Berlusconi 48
3. L’incompatibilità parziale 50
3.1. Il caso Trinca 52
3.2. Il caso Taricco 53
3.3. La saga Taricco: Ὁ μῦθος δηλοῖ ὅτι … 67
Sezione III
GLI OBBLIGHI COMUNITARI E CONVENZIONALI DI TUTELA (PENALE)
1. I modelli di tutela dei beni giuridici europei 69
2. Le sanzioni amministrative europee 70
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3. Gli obblighi europei di tutela (penale) 72
3.1. La sentenza della Corte di Giustizia nel caso del mais greco (1989) 74 3.2. La sentenza della Corte di Giustizia sui reati ambientali (2005) 75 3.3. Il Trattato di Lisbona: l’art. 83 TFUE e la competenza penale indiretta
dell’Unione europea (2009) 76
3.4. Obblighi eurounitari di tutela penale e discrezionalità legislativa: un bi-
nomio (im)possibile? 81
4. L’istituzione del Procuratore europeo: l’art. 86 TFUE 82
5. Gli obblighi convenzionali di tutela 85
Capitolo III L’ART. 7 CEDU.
LE NOZIONI AUTONOME DI “LEGGE”
E DI “MATERIA PENALE”
1. L’art. 7 CEDU e il principio di legalità penale convenzionale 92 2. La nozione autonoma di “legge”. Accessibilità e prevedibilità nell’art. 7 CEDU
e nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo 93
2.1. Linee di tendenza individuabili a partire dalla giurisprudenza della Corte EDU: il ruolo della “legge non scritta” negli ordinamenti di civil
law e il parametro oggettivo della prevedibilità 96
2.2. La distinzione tra l’oggetto del giudizio di accessibilità e quello del
giudizio di prevedibilità: ai confini tra disposizione e norma 100 2.3. Il caso Contrada: l’insostenibile indeterminatezza del c.d. concorso e-
sterno in associazione mafiosa 101
2.3.1. La questione “come arrivata” a Strasburgo e la risposta della
Corte EDU 103
2.3.2. Gli effetti della sentenza della Corte EDU: la sorte della con-
danna riportata da Bruno Contrada 106
2.3.3. Le sorti dei “fratelli minori” di Contrada 109 3. La sentenza De Tommaso: la tormentata parabola delle misure di preven-
zione 110
4. La nozione autonoma di materia penale 114
5. Le confische e il loro rigoglioso proliferare nella legislazione penale ita-
liana 120
5.1. La confisca urbanistica: il nodo giuridico della confisca senza con-
danna 122
5.1.1. La sentenza Sud Fondi 123
5.1.2. La sentenza Varvara 126
5.1.3. L’intervento della Corte costituzionale: la sentenza n. 49 del 2015 128
XII Appunti di diritto penale europeo
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5.1.4. La sentenza G.I.E.M. 131
5.1.5. La confisca senza condanna dopo l’introduzione dell’art. 578-
bis c.p.p. 132
5.2. Le altre forme di confisca alla prova del diritto “europeo”: a) la confisca
per equivalente 133
5.3. b) la confisca del veicolo 134
5.4. c) le confische antimafia: la confisca di prevenzione e la confisca allar-
gata 135
6. I doppi binari sanzionatori alla prova della nozione autonoma di materia pe-
nale 138
6.1. La Corte EDU. Il caso Grande Stevens 139
6.1.1. La sentenza A&B contro Norvegia 141
6.1.2. La sentenza Nodet contro Francia: non solo proporzione? 143 6.2. La Corte di Giustizia. Le sentenze Menci, Garlsson Real Estate e Di
Puma e Zecca 143
6.3. La Corte costituzionale e la dichiarazione di parziale illegittimità costi-
tuzionale dell’art. 649 c.p.p. 146
6.3.1. Ne bis in idem sostanziale e ne bis in idem processuale: coordi-
nate di un binomio complesso 148
6.4. L’ordinamento italiano di fronte alle indicazioni delle Corti europee: a)
la giurisprudenza 149
6.4.1. b) il legislatore 150
7. Art. 7 CEDU e successione di leggi penali nel tempo: la retroattività della
legge penale favorevole 152
Capitolo IV
LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI NEL DIRITTO “EUROPEO”
1. Nella terra di confine tra le garanzie del diritto positivo e le esigenze del di-
ritto naturale: la tutela dei diritti umani in ambito “europeo” 157 2. I diritti umani nel diritto eurounitario: dai Trattati istitutivi originari al Trat-
tato di Lisbona 158
2.1. L’adesione alla CEDU e l’ipotesi di una sua comunitarizzazione 160 3. Il sistema CEDU: i diritti del reo e quelli della vittima e gli effetti in bonam
o in malam partem 161
4. La sentenza Viola e il c.d. ergastolo ostativo: diritto alla speranza versus si-
curezza 163
5. L’art. 3 CEDU: il divieto di tortura e di pene o trattamenti inumani o degradanti 166 5.1. L’art. 3 CEDU e i fatti del G8 di Genova: la tortura 168
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5.1.1. “Tanto tuonò che piovve”: l’introduzione dell’art. 613-bis c.p. 171
5.1.2. Il caso Giuliani 171
5.2. L’art. 3 CEDU e la situazione carceraria italiana: le pene e i trattamen-
ti inumani o degradanti 173
6. La giurisprudenza della Corte EDU: le indicazioni decise, ma non decisive,
dei giudici di Strasburgo 177
Bibliografia 183