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(1)

ALLEVAMENTO GALLINE OVAIOLE POTENZALITA’ 338.000 CAPI

COMUNE DI GAIARINE - PROVINCIA DI TREVISO Via Calderozze 31

RELAZIONE DI STUDIO AMBIENTALE

(ex D.LGS. 152/2006 e ss.mm.ii)

all.20 - PARTE SECONDA – INQUADRAMENTO AMBIENTALE (ver. 1.0)

Λ Δ

STUDIO TECNICO DONANTONI MOGLIANO VENETO TV

D O T T O R E A G R O N O M O , A B I L I T A T O C O O R D I N A T O R E P E R L A S I C U R E Z Z A E R S P P M A C R O S E T T O R I 1 : 9 o r d i n e d o t t o r i a g r o n o m i p r o v i n c i a d i T r e v i s o n . 2 2 3

m e m b r o d e l l ’ A . I . I . A . “ A s s o c i a z i o n e I t a l i a n a d i I n g e g n e r i a A g r a r i a ” m e m b r o d i “ E u r o p e a n S o c i e t y o f A g r i c u l t u r a l E n g i n e e r i n g ”

31021 Mogliano Veneto TV, v. Rossini 10 t e l 3 3 5 2 6 1 5 0 0 f a x 0 4 1 5 9 0 5 6 5 0

e m a i l l d o n a n t @ a l i c e . i t p e c l d o n a n t o n i @ e p a p . c o n a f p e c . i t c.f. DNN LFR 58 C15 G 224 N p.i. 0248 051 0268

G R U P P O D I L A V O R O :

L A N F R A N C O D O N A N T O N I d o t t o r e a g r o n o m o S A N D R A M I C H I E L E T T O d o t t o r e a g r o n o m o

C A M I L L A D O N A N T O N I d o t t o r e i n a r c h i t e t t u r a M A S S I M O N O V E L L O d o t t o r e a g r o n o m o

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I N Q U A D R A M E N T O A M B I E N T A L E . . . 3

A T M O S F E R A . . . 3

1 . C L I M A . . . 3

2 . Q U A L I T A ’ D E L L ’ A R I A E D E M I S S I O N I I N A T M O S F E R A . . . 5 3 . Q U A L I T À D E L L ’ A R I A I N A M B I T O C O M U N A L E . . . 1 1 4 . E M I S S I O N I I N A T M O S F E R A . . . 1 4 S I S T E M A I D R I C O . . . 1 9 5 . A C Q U E S U P E R F I C I A L I . . . 1 9 6 . C R I T I C I T À D E L S I S T E M A I D R O G R A F I C O . . . 2 2 7 . Q U A L I T À D E L L E A C Q U E S U P E R F I C I A L I . . . 2 2 8 . Q U A L I T A ’ A L I V E L L O C O M U N A L E . . . 2 4 9 . A C Q U E S O T T O S U P E R F I C I A L I . . . 3 2 1 0 . Q U A L I T À D E L L E A C Q U E S O T T O S U P E R F I C I A L I . . . 3 2 1 1 . Q U A L I T À D E L L E A C Q U E P O T A B I L I . . . 3 5 S U O L O . . . 3 6 1 2 . A S P E T T I P E D O G E O M O R F O L O G I C I . . . 3 6 1 3 . A S P E T T I I D R O G E O L O G I C I . . . 4 0 S I S T E M A B I O L O G I C O . . . 4 1 1 4 . A S P E T T I V E G E T A Z I O N A L I . . . 4 1 1 5 . A S P E T T I F A U N I S T I C I . . . 4 4 1 6 . B I O D I V E R S I T À E V A L O R E E C O L O G I C O D E L T E R R I T O R I O . . . 4 8 P A T R I M O N I O P A E S A G G I S T I C O , C U L T U R A L E , A R C H I T E T T O N I C O E A R C H E O L O G I C O . . . 5 1 1 7 . G L I A M B I T I D I P A E S A G G I O E L E C A R A T T E R I S T I C H E D E L P A E S A G G I O A G R A R I O . . . 5 3 1 8 . P A T R I M O N I O A R C H E O L O G I C O . . . 5 7 1 9 . P A T R I M O N I O A R C H I T E T T O N I C O . . . 5 7 I N F R A S T R U T T U R E L O C A L I . . . 5 8 2 0 . I N F R A S T R U T T U R E E M O B I L I T A ’ . . . 5 8 S I S T E M A F I S I C O . . . 5 9 2 1 . R U M O R E . . . 5 9 2 2 . I N Q U I N A M E N T O L U M I N O S O . . . 5 9 2 3 . R A D I A Z I O N I N O N I O N I Z Z A N T I . . . 6 1 2 4 . R A D I A Z I O N I I O N I Z Z A N T I . . . 6 2 S I S T E M A D E I S E R V I Z I E R E T I T E C N O L O G I C H E . . . 6 3 2 5 . R E T E F O G N A R I A E I M P I A N T I D I D E P U R A Z I O N E . . . 6 3 2 6 . A C Q U E D O T T O . . . 6 4 S I S T E M A I N S E D I A T I V O . . . 6 5 2 7 . P O P O L A Z I O N E . . . 6 5 2 8 . S I S T E M A D E L L A S A L U T E E S A N I T À . . . 6 7 2 9 . S I S T E M A R E S I D E N Z I A L E . . . 6 7 3 0 . S I S T E M A S O C I O - E C O N O M I C O E P R O D U T T I V O . . . 6 8 3 1 . S I S T E M A T U R I S T I C O – R I C E T T I V O . . . 6 8 3 2 . S E T T O R E P R I M A R I O . . . 6 8

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I N Q U A D R A M E N T O A M B I E N T A L E

L’inqua dramento ambientale de l territorio all’interno del quale si situa l’allev amento ha lo scop o di sintetizzarne lo stato attuale, valutando con particolare attenzione g li aspetti che potrebbero essere maggior mente influenzati dalla presenza dell’all evamento stesso, per poter p oi verificare l’ev entuale esistenza di impatti negativi.

A T M O S F E R A

1. CLIMA

In base al lo schema della di stribuzione generale dei cli mi, la penisola italian a -secondo la classif icazio ne di W. Koppen- rient ra completamente nell'ar ea del clima mediterraneo che appartiene ai climi mesotermici e più precis amente al subtropicale con estate asciutt a. Tuttavia, a causa di numerosi fattori come l'ubicazione del territori o rispetto ai mari ed al con tinente europeo, la struttura orografi ca e l'influenza della latitud ine, accanto al tipic o clima mediterraneo vi sono aree con altri climi mesotermi ci o con situazioni di clima microtermico e di altitud ine.

Per qua nto riguarda il Ve neto, in particolare, si riporta quanto segue:

“In base alla classificazione termica di Pinna (1978), ispirata allo schema generale di Koeppen, il "clima temperato subcontinentale"

[temperature medie annue comprese fra 10 e 14.4 °C] è quello prevalente in Veneto, interessando tutto l'areale della pianura, le valli prealpine e la Valbelluna. Le zone mon tane, se si escludono le val li prealpine, si collocano in prevalenza entro il "clima temperato fresco-freddo"

[temperature medie annue comprese fra 6 e 9.9 °C il fresco, fra 3-5.9°C il freddo] e, solo le aree alpine culminali entro il "clima freddo"

[temperature medie annue inferiori a 3 °C]. (ARPA Veneto)

In considerazione inoltre della sua peculiare posizione di transizione, influenzata sia dall’area continentale euro-asiatica che da quella mediterranea, il clima del Veneto presenta alcune caratteristiche sia di mediterraneità (limitate ad un certo influsso mitigatore del Mediterraneo sulle aree costiere) che di continentalità.” (ARPA Veneto) Più ne l dettaglio, il c lima prevalente per il Comune d i Gaiarine può essere desunto dalle map pe delle temperature e della piovosità media, riporta te da ARPAV.

Dalla mapp a delle temperature medie (isoterme) per il periodo 1985 – 2009, si evidenzia che nel l’area considerata la tempe ratura m edia è risulta ta compresa tra 11 e 13 °C

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Dalla mappa delle precip itazioni annue medie ( isoiete) per il periodo 1985 – 200 9, si evidenzia ch e ne ll’ area considerata la p iovosità media è di circ a 1000 – 1200 mm annui -

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Il territorio comunale presenta , quindi, caratteristiche term iche e puviome triche tali da ricadere all’interno del mes oclima della pianura, di segu ito descritto:

“La pianura (compresi il litorale, la fascia pedemontana e le zone collinari berica ed euganea) è caratterizzata da un certo grado di continentalità, con inverni relativamente rigidi ed estati calde. Le temperature medie di quest'area son comprese fra 13°C e 15°C. Le precipitazioni sono distribu ite abbastanza uniformemente durante l’anno e con totali annui mediament e compresi tra 600 e 1100 mm , con l'inverno come stagione più secca, le stagioni intermedie caratterizzate dal prevalere di perturbazioni atlantiche e mediterranee e l'estate con i tipici fenomeni temporaleschi.”

2. QUALITA’ DELL ’ARIA ED EMISSIONI IN ATMOSFERA

L’aria è u na delle component i ambientali fondamenta li, l a cui qualità è element o imprescindibile per la vita in general e e per quella um ana in partico lare.

La qualità dell'aria è dipendente dall'apporto di inquinanti rilasciati nell’at mosfera, dalle condizioni meteorologiche e dalla conformazione del territorio. Come fonti principali di inquinanti sono riconosciute le attività produttive, il traffi co autoveicolare e le combustioni negli impianti termici sia ad us o civile che produttivo. C on il termine inquina mento atmosferico –in base alla definizione della Convenzione di Ginevra del 1979- si deve intendere "l'introduzione ne ll'atmosfera da parte dell'uomo, direttamente o indirettamente, di sostanze o di energia che abbiano effetti nocivi che possano mettere in pericolo la salute dell'uomo, danneggiare le risorse biologiche e gli ecosistemi, deteriorare i beni materiali e nuocere ai valori ricreativi e ad altri usi legittimi dell'ambiente; l'espressione "inquinanti a tmosferici" deve essere intesa nello stesso senso".

In Italia la normativa di riferimento in materia di qualità dell’aria è costitu ita dal D.Lgs.15 5/2010. Tale decreto regolamenta i livelli in aria ambiente d i bioss ido di zolfo (SO2), biossido di azoto (NO2), ossidi di azoto (NOx), m onossido di carbonio ( CO), particolato (PM10 e PM2.5), pi ombo (Pb), benzene (C6H6), oltre alle concentrazioni di ozono (O3) e ai livelli nel part icola to PM10 di cadmio (Cd) , nichel (Ni), arsenic o (As ) e Benzo(a)pirene (BaP). I l D.Lgs.155/2010 è stato aggiorn ato da l Decreto Legislativo n. 250/2012 che ha fissato il margine di tolleranza (MDT) da appl icare, ogni anno, al valore limite annuale per il PM2.5 (25 µ g/m3, in vigore dal 1° gennaio 2015).

Il giu dizio sulla qualità dell’ari a viene formulato c onside rando la concent razione nell’aria dei dive rsi inquinanti, dove per concentrazione si intende la quantità di so stanza inquinante presente i n atmosfera per unità di volume: essa viene espressa, in genere, in µ g/m3 (oppure in

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I valori limite per i d iver si inquinanti sono riportati nella tabella che seg ue:

Per la Regione Veneto, l’attività di monitor aggio della qualità dell’ar ia viene effettuata da ARPAV ch e -come richiesto d all’art. 81 della Legge R egionale n.11/2 0011- si occupa anche -attraverso l’Osser vatorio Regionale Aria- della predispo sizione della R elazione Regiona le Annuale sulla qualità dell’aria. L’attività di monitoraggio viene effettuata attraverso una rete di centraline, recentemente sottopo sta a processo di r evisione, la cui ubicazione è evidenziata

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nell’im magine che segue.

Per l’ambi to di studio le centraline più signif icative risultano essere Conegli ano e Mansuè, ques t’ultima in particolare.

I dati relativi all’inter o territorio regionale sono sotto evidenziati:

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Il giudizio sullo stato attuale della qualità dell’aria risulta negativo per i livelli di concent razi one di PM10, ozono e benzop irene; solo per quest’u ltimo, tuttavia, si evidenzia un trend negativo . Lo stato d i qualità risul ta positivo per le polveri sottili PM 2.5, benzene, metalli pesanti , m onossido di azoto e bio ssido di zolfo, con tre nd positiv o, con la sola eccezione delle polveri fini PM 2.5, per le quali il trend è stabile o incerto.

Il giudizio sull’andame nto delle emissioni di inquinan ti in atmosfera viene, invece , formulato con siderando la quantità di sos tanza inqui nante introdo tta i n atmosfera, da una certa fonte inquinante e in un determi nato arco temporale; generalmente essa viene espressa in tonnell ate/anno.

Il monitoraggio delle emisssioni viene eseguito attraverso la stessa rete di cent raline. I dati relativi all’intero territorio regionale sono sotto e videnziati:

Il giudizio sullo stato attuale delle emissioni risulta in termedio o incerto con trend in migl ioramento per tutti gli indicatori considerati.

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Attualm ente uno degli strum enti conoscitivi a supporto della gestione della qualit à dell’aria a livello regionale è l’i nventario delle emissio ni in atmosfera.

L’inven tario raccoglie in un unico database i valori delle emissioni, in un’unit à spa zio-temporale definita, disa ggregati per attività, unità territo riale e temporale, combustibile utilizzato, inquinante e tipolog ia di emissione. L’inven tario viene redatto e periodicamente aggiorn ato in ottemperanz a all’art. 22 del D.Lgs. 155/2010.

Il database utilizzato per compilare l’inventario regionale delle emissio ni in atmosfera presenti nel territori o regionale veneto è il softwar e INEMAR, che consente di stimare le emissioni dei principali inquina nti atmos ferici, a livello comunale, per tipo di combustibile e per diversi tipi di att ività, secondo la classificazione internazionale SNAP97 (Selected Nomenclatu re for Air Pollution), di cui alle linee guida EMEP/CORINAIR. Il Manuale EMEP/CORINAIR (pubblicato sul sito dell’Ag enzia Europea dell’Ambiente e nei documenti elaborati dall’ISPRA, già APAT) è la metodologia di riferimento europea per la costruzione dell’in ventario delle emissioni in atmosfera; in bas e ad essa le attivit à antropiche e naturali in grado di produrre emissioni in atmosfe ra so no catalogate secondo una classificazione internazionale (denomi nata SNAP97, Selected Nomenclature for Air Pollution 97), che si articol a in tre livelli ger archici definiti: Macrosetto ri, Settori ed Attivit à emissive. L’inventario non costituisce u n calcolo esat to dell’em issione, ma fornisce una s tima dei contributi emissivi e permette di i ndivid uare i settori su cui i ndirizzare le misure e le azioni per la riduzio ne delle em ission i inquinanti, fornendo uno str umento fondame ntale per la pianificazione di settore (Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera).

In Tab ella è riportato il dettaglio della nomenclatura a livello di Macrose ttore, che sarà richi amato nei commenti dei risultati dell’in ventario regionale INEMAR Veneto.

I macroinquinanti stimati nell ’inventario sono: CH4 (metano ), CO (monoss ido di carbonio), CO2 (anidride carbonica), COV (composti organic i volatili), N2O (Pr otossido di azoto), NH3 (a mmoniaca), NOx (ossidi di azoto), PTS (po lveri totali sospe se), PM10 (polver i fini

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aventi diametro aerodinamic o inferiore a 2.5 µ m ), SO 2 (biossido di zolfo).

Nel seguito si commentano in sintesi i principali risult ati della terza edizion e dell’inventario regionale delle emissioni in atmosfe ra di macroin quinanti, INEMAR Veneto 2 010, relativi alla versione definitiva (DEF). Questa terza e dizione dell’inventario raccoglie le stime a livello comunale de i prin cipali macroinquinanti derivanti dalle attività natural i ed antropiche ri ferite all’anno 2010 nel territorio veneto.

Un confron to tra le stime di em issione degli Inventari 2005, 2007/8 e 2010 mette in evidenza una generale riduzione delle emissioni tra il 2010 e le due precedent i ed izioni di INEMAR Veneto che oscillano (in valore %), a seconda dell’in quinante considerato, tra il -25% ed il -8%, con una paun ta per il b iossido di zolfo (SO2), che fa registra re una diminuz ione assai più imp ortante (-42%).

C o n f r o n t o t r a l e e m i s s i o n i r i s c o n t r a t e n e g l i i n v e n t a r i d e l 2 0 0 5 , 2 0 0 7 / 0 8 e 2 0 1 0 ( i n v a l o r e )

R i d u z i o n i % d e l l e e m i s s i o n i r i s c o n t r a t e n e g l i i n v e n t a r i d e l 2 0 0 5 , 2 0 0 7 / 0 8 e 2 0 1 0

Ulterio ri indicazioni s ulla qualità dell’aria e sulle emissioni sono

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tratte dal la Relazione di AR PAV p er l’anno 2014 e relati ve ai principali inquina nti.

“I risultati presentati evidenziano che, nel 2014, le criticità per la qualità dell’aria sono rappr esentate dal superamento, an cora diffuso sul territorio, del valore limit e giornaliero per il PM10, ma anche dalle concentrazioni generalmente elevate per il Benzo(a)pirene, che superano il valore obiettivo localmente. Nonostante l’estate 2014 sia stata caratterizzata da temperature fresche e da condizioni generalmente favorevoli al rimescolamento degli inquinanti, si sono registrati superamenti della soglia di informazione e dell’obiettivo a lungo termine per l’ozono, soprat tutto nel Veneto Centrale e Occidentale.

Anche il valore obiettivo di ozono per la protezione della vegetazione non è stato rispettato in alcuna delle stazioni della rete, mentre il livello critico di ossidi di azoto (NOx) per la protezione della vegetazione è stato superato presso la stazione di S.Giu stina in Colle.

Si sottolinea comunque che le concentrazioni del 2014 di tali inquinanti risultano inferiori o al più stabili rispetto all’anno precedente, soprattutto per effetto delle singolari condizioni meteorologiche di instabilità verificatesi nel 2014. Non si sono riscontr ati superamenti degli standard stabiliti da l D.Lgs. n.155/2010 per qu anto riguarda:

monossido di carbonio, biossido di zolfo, benzene, biossido di azoto, particolato PM2.5 ed elementi in tracce (piombo, arsenico, cadmio, nichel).”

3. QUALITÀ DELL’ ARIA IN AMBITO COMUNALE

Per quanto riguarda il Comu ne di Gaiarine, le informaz ioni di seguito riporta te (fonte Rapporto Ambientale allegato al P AT comunale e ARPAV), sono ba sate:

 sui rilievi della centralina per il monitoraggio dell’aria più vicina al co mune (sita a Ma nsuè: si tratta di una cent ralina di Background rurale non influenzat a dal traffico o dalle attività industriali)

 sui rilie vi del Laboratorio Mobile predisposto da A RPAV all’interno del territor io comunale nell’ambito di un progetto di analisi approfondita della qualità dell’aria nella zona della “S inistra Piave”

PM10

Come in tutti i comuni d ella pianura veneta – padana, an che nel comune di G aiarin e assume rilevanza il livello di PM10. I dati rilevati vengono riporta ti nella tabella s ottostante:

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F o n t e q u a d r o c o n o s c i t i v o P A T e A R P A V

I valo ri registrati mett ono in evidenza una ce rta criticità per quanto riguard a il numero di su peramenti del limite gior naliero (sempre superio ri ai 35 sforamenti permessi durante l’an no), mentre la medie annuali si mantengono al di sotto del limite per la p rotezione della salute umana di 40 µ g/m3, tranne nell’ultimo ann o.

I dati forniti dal Laboratorio Mobile -che si riferiscono ai periodi compres i tra il 22 giugno e l’11 luglio 2004 (p eriodo ca ldo) e tra il 3 febbrai o e il 14 marzo 2006 (periodo freddo)- evidenziano , in entrambi i periodi conce ntrazioni superi ori nonché un maggior numero di superamenti della soglia limite di 55µ g/mc, rispetto a quelli re gistrati dalla central ina di Conegliano . C iò conferma che il problema del PM10 è da conside rare significativo pe r il ter ritorio in esame e c he i contributi più rilevant i in tal senso sono da attribuirsi ai settori “trasporto su strada” (28%), “com bustione da attivit à produ ttive” (34%),

“riscal damento edifici no n produttivi” (11%).

Ozono

L'ozono è un inquinante secondario , la cui formaz ione in atmosf era è influen zata da numerose variabili meteorologiche quali l'intensità delle radiazi oni so lari, la temperatura, la direzione e la velocità del vento.

Normalm ente i livelli giornalieri di ozono sono più bassi al mattino e nelle ore serali, mentre risultano massimi nelle ore pomeridiane quando la radiazione solare risulta mass ima. Le concentrazioni di ozono possono essere più e lev ate nel le aree suburbane o rural i rispetto a quelle urbane poi ché l’ossido di azoto generato dal traffico veicolare può reagire co n l’O3 sottraendo lo all’aria circostante e formando NO2 e ossigen o molecol are. La presenza di elevati livelli di ozono danneggia la salute umana, degli ani mali e anche delle piante (influenza la fotosin tesi), deteriora i materiali e r iduce la visibilità.

I dati rilev ati dalla st azione di Mansuè vengono riportati nella tabella sottost ante:

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Dai dati si evince che nel peri odo 2005 - 2011 ci sono st ati diversi sforame nti, sia del superamen to della soglia d’informazione che dell’ob iettivo a lungo termine, mentre non ci sono mai stati superamenti della soglia di allarme. I dati e videnziano anche un peggioramento della situazi one nel periodo in esame sicché nei mesi estivi si verifica una situazi one di inquinamento da "smog fotochimico" con elevate concent razioni di ozono.

Nel period o di riferimento compr eso tra il 21 giugno e il 12 luglio 2004, il L aboratorio Mobile collocato a Gaiarine ha evid enziato che non è mai stata raggiunta la co ncentrazione oraria di 180 µ g/m3 di ozono, individ uata c ome livello di attenzione dal D.M. 25/11/94 (per il periodo freddo non sono state fat te misurazioni di tali inquinanti).

CO

Il monoss ido di carbonio (CO) è il risul tato della combustione incompl eta di sostanze c ontenenti carbonio e in ambiente urbano viene prodott o principalmente d agli scarichi delle autovetture.

La centralin a ARPAV di Mansuè non ha mai registrat o superamenti di tale compost o inqu inante; neanche il L aboratorio Mobile collocato a Gaiarine durante la campagna ARPA V ha ri portato superamenti del valore di media massima giornaliera, evidenziando normalmente valori inferiori di dieci volte i l valore normato.

NO2

Il biossid o di azoto (NO2) viene introdotto in atmosfera come NO (gas inodore e incolore) che viene gradualme nte ossidato a NO2 da parte di compost i ossidanti presenti in atmosfera; la pro duzione umana di NO2 deriva pri ncipalmente dai processi di combustione dei veicoli a motore, negli impiant i di riscaldamento domestico e nelle attività industriali.

I dati relativi alla stazione di Man suè vengono di seguito riportati:

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I valori registrati nel peri odo 2005 – 2011 risultano in calo e ben al di sotto dei valori limiti fissati per legge, per cui questo composto non des ta nessuna preoccu pazione nel territorio comunale in esame.

I dati del Laboratorio Mobile ARPAV e quelli rilevati a Conegliano per il per iodo 21 giugno – 21 l uglio 2004 hanno evidenziato che non è mai stata ragg iunta la concentra zion e oraria di 260µ g/ m3, i ndividuata come valore limite orario per la protezione del la salute um ana dal Decreto 60/02.

SO2

L’anidr ide solforosa (SO 2), è un tipico inquin ante della aree urbane e industr iali poichè le emi ssioni di origine antropi ca sono dovute prevale ntemente all’utilizzo di combustibili contenenti zolfo, come costitu ente o sotto form a di impurezze. La di ffusa metanizzazione dei centri urbani e la diminu zione del contenuto di zo lfo negli oli combust ibili hanno ridim ensi onato notevolmente l’entità delle emissioni di SO2.

Il L aborat orio Mobile di Gai arine ha rilevato valori mol to bassi di tale inquina nte: il massimo riscontrat o è stato di 5 µ g/m3, mentre il valore limite previsto per l’ann o 2004 dal DM 60/02 era di 380µ g/m3.

4. EMISSIONI IN ATMOSFERA

I dati relativi alle emi ssioni in atmosfera so no relativi ai risult ati della terza edizione dell’inve ntario regionale delle emissio ni in atmosfe ra di macroinquina nti.

Nella tabella seguente ( fonte: VAS alegata al PAT di Gaiarine) vengono riporta te le emissioni (mis urate in t/anno, tranne la CO2 che viene misurat a in kt/anno) per ogni composto inquinante, suddi vise per ogni macrose ttore, riferite al territorio di Gaiarine .

N.B. s i rilevano diffor mità rispetto: sia ai valori successivamente ricavat i dalle legenda a llegate alle mappe; si a ai valori scaricabili dal data base on-line (URL: h t t p : / / w w w . a r p a . v e n e t o . i t / t e m i -

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a m b i e n t a l i / a r i a / e m i s s i o n i - d i - i n q u i n a n t i / i n v e n t a r i o - e m i s s i o n i), utilizzati nella parte terza del S. I.A. Valutazione degli Impatti. Si suppone che tali di fformità siano asc rivibili a diverse epoche di aggiornamento.

I dati vengono visualizza ti nelle carte di seguito riportate.

Il Comune di Gaiarine rientr a tr a i comuni le cui emiss ioni di P M10 in

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Il Com une di Gaiarine ri entra tra i comuni le c ui emissioni di PM2.5 in atmosfe ra sono comprese t ra 20 e 50 t/anno.

Il Com une di Gaiarine ri entr a tra i comuni le cui emiss ioni di CO2 in atmosfe ra sono comprese tra 0 e 200 kt/anno.

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Il Com une di Gaiarine ri entr a tra i comuni le cui emiss ioni di NH3 in atmosfe ra sono comprese t ra 0,174 e 50 t/anno.

Il Com une di Gaiarine ri entr a tra i comuni le cui emiss ioni di CH4 in atmosfe ra sono comprese t ra 1,78 e 200 t/anno.

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Il Comune di Gaiarine rientra tra i comuni le cui emissioni di CO in atmosfe ra sono comprese t ra 250 e 500 t/anno.

Il Com une di Gaiarine ri entr a tra i comuni le cui emiss ioni di CO2 in atmosfe ra sono comprese t ra 0,126 e 15 t/anno.

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Il Com une di Gaiarine rientr a t ra i comuni le cui emiss ioni di N Ox in atmosfe ra sono comprese t ra 3,8 e 150 t/anno.

S I S T E M A I D R I C O

5. ACQUE SUPERFI CIALI

Il Com une di Gaiarine è interessato da quattro bac ini idrografici princip ali che, partendo da nord vengono denominati:

 bacino Beuda-Aralt

 bacino Mazzul-Albinella

 bacino Albinella-Cigana

 bacino del canale Restegg ia

Si t ratta in realtà di sotto bacin i del fiume Livenza, ch e interess ano un vasto territorio del Consor zio di Bonifica Pe demontano Sinistra Piave (Compre nsorio n. 9 – Consorzio di bonifica Pi ave).

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L’allev amento si trova all’ interno del bacino del can ale Resteggia, immedia tamente a sud del confine del bacino Albinella-Cigana.

Relativ amente all’idrografia superficiale il territorio comunale si può suddivi dere in due parti:

 parte a nord e ovest: in quest a parte di territ orio la rete idrografica risu lta ramificata e fitta, con orientamento da ovest, n ord-ovest a est, sud-est. I principali corsi d’acqua presenti sono il Fosso Vis tor t, i l Fiume Aralt, il Rio Alb anella, il Rio Cigana, il Rio Fossamara e d il Canale Res teggia ; tutti questi corsi d’acqua vengono alimentati dalle r isorgive, dalla rete drenante e dalle pio gge;

 parte a sud-est ed est: in questa pa rte di territorio la rete idrografica è arginata e do minata dalla presenza del c orso del fiume Livenza e si caratteri zza dalla presenza di aree d epresse con altezze arginali imp ortanti. La porzione di sud-est del territorio comune è a scolo mecca nico, con l’idro vora posizionata

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alla confluenza del Canale Resteggia; tutto questo territorio risulta caratterizzato da problemi di inondazione .

A nord dell’allevamento di trova il Canale Cigana, mentre a sud è present e il fosso di via Mola.

Nella Carta delle acque superficiali (Elaborato n.2 allegato alla Relazio ne Idraulica del PAT co munale), sono r iportati il reticolo idrauli co superficiale, i bacini idrografici e le a ree a deflusso idrauli co difficoltoso.

Di segu ito si riporta un estratto di tale carta.

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sensi del D. Lgs. 42/200 4: i l fiume Livenza, il fiume Re steggia, il rio Zigana, la fo ssa Albinella, il torrente Aralt e fosso Gravon, il fosso Raltin, la fossa Biuba.

6. CRITICITÀ DEL SISTEMA IDROGRAFICO

Per quanto riguarda il ter ritorio comunale, nel “Pro getto di Piano Stralci o per l’Assetto Idro geologico del bacino idrogr afico del fiume Livenza ” e n ella cartografia allegata al PAI, vengono riportat e aree esondab ili definite a p eric olosità P1 (moderata), a p ericolosità P2 (media) ed a pericolosità P3 (elevata); queste aree inte ressano le zone del comune limitrofe al Live nza, e hanno destinazione d’ uso a carattere prevale ntemente agricolo.

L’allev amento non ricade all’interno di tali aree.

7. QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI

Il Ven eto è una delle re gioni italiane più ricche di acqua in quanto il suo territori o è interessato da diversi fiumi di rilevanza nazionale, da bacini idr ografici importan ti tr a i quali il “bacino scolante nella laguna di Venezia”, da numer osi laghi, da zone lagu nari e marine e dalle falde acquifere sotterranee che costituiscono una del le riserve idriche più import anti d'Europa, per potenzialità e qualit à. Il Veneto presenta anche un terr itorio fort emente antropizzato ed economicamente sviluppato per cui il sistema idric o deve so stenere significative pressioni di tipo sia qua litativo che quant itativo.

L’area di media pianura in cui si situa il t erritorio comunale è caratte rizzata da un sistema di risorgive diffuse, che, anche in assenza di fontanili, rappresentano un sistema idrico dell a massima importanz a.

Di consegu enza particolare rilevanza assumono i pr ogrammi region ali di tutela delle acque, quali il Piano di Tutela delle Acque (approvato con DCR 107 d el 5/11/2009) rel ativo al ciclo dell’acqua, che individua Gaiarin e tra i Comuni compresi nelle aree di primaria tutela quantit ativa degli acquiferi, con particolare riguardo al fiume Livenza e al su o bacino idrografi co.

Anche il controllo e la tutela delle acque sono garantiti attraverso reti di mo nitoraggio, gestite da ARPAV per conto della Regione; le reti rilevan o il valore di un a serie d i indicatori che forniscono indicazioni sullo stato e l’andamento della qualità delle acque e sull’efficacia delle misure adottate per la loro tutela. L’utilizzo e l’interpretazione degli indicatori seguono la rec ente evoluzione della normativa di riferim ento per le acque superficiali e s otterranee, attualmente rappres entata dal D.Lgs. 152/2006, che ha abrogato il precedente D.Lgs.

152/199 9, recependo la diret tiva quadro europea sulle acque

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(2000/6 0/CE); il D.Lgs. 15 2/2006 è stato di recente integrato c on decreti attuativi per gli aspetti operativi da alt re norme, tra cui il D.M. 26 0/2010 che riporta le metriche e le modalità di classificazione.

Anche in u na logica di c onti nuità con le valuta zioni fin ora effettuate, la classificazione delle acque superficiali attualmente attin ge sia dalla vecc hia normativa che dall a nuova utilizzando la prima dove la seconda non risulti ancora c ompletamente applicabil e (ad esempio livello inquina mento da macrodesc rittori – LIM per i corsi d’acqua).

Lo stato ecologico viene valutato principalmente sulla base della composi zione e abbondan za degli elementi di qualità biologica (EQB), dello stato trofico (LIMeco), della presenza di specifici inquinanti e delle condizioni idromorfo logiche che caratterizzano l’ecosistema acquati co. Lo stato chi mico è definito sulla base deg li standard di qualità de i microinquinanti individuati dal D.M. 2 60/10, cioè sostanze potenzi almente pericolose, ch e presentano un rischio sign ificativo per o attraverso l’ambiente acquatic o.

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Lo stato chimico dei corsi d’acqu a è definito sulla base degli standard di qualità dei microinqui nanti individuati dal D.M . 260/10, cioè sostanz e potenzialmente perico lose, che presentano un rischio signifi cativo per o attraverso l’ambiente acquatico. Queste sostanze vengono classificate come vengo no classificate come prioritarie (1,2 Dicloro etano, Alachlor, A tra zina, Benzene, Chlorpiriphos , Clorfenvinfos, Dietile silftalato, Dicl orom etano, Diuron, Fluorantene , Isoproturon, Naftale ne, Nichel, Otti lfe nolo, Pentaclorofenolo, Pi ombo, Simazina, Triclor obenzeni, Triclorometano, Trifluralin), pericolose prioritarie (4-Nonilfenolo, Cloro Alcani, Antracene, Benzo(a)pirene, Benzo(b +k)fluorantene, Benzo(ghi)perilene, Indeno(123-cd)pirene, Cadmio, Endosul fan, Esaclorobe nzene, Esaclorobutadie ne, Esac lorocicloesano, Mercuri o e Pentacloroben zene) e altre sostanze (4-4' DDT, DDT totale, Aldrin, Di eldrin, Endrin, Isodrin, Tetracloroetilene, Tetracloruro di carboni o e Tricloroetilen e).

annue dei siti monitorati nel periodo 2010-2013 e gl i standard di qualità ambientali (SQA-MA). Nel periodo 2010-2013, il 94 % dei corpi idrici monitorati ha pres entato uno Stato Chimico Buono.

8. QUALITA’ A LI VELLO COMUNALE

Per il territorio comunale, il monitoraggio dei microinquinanti ha dato i segue nti risultati rela tivi all’anno 2011:

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Lo stato ec ologico vi ene valutato principalmente sulla base della composi zione e abbondan za degli elementi di qualità biologica (EQB), dello stato trofico (LIMeco), della presenza di specifici inquinanti e delle condizioni idromorfo logiche che caratte rizzano l’ecosistema acquati co.

Lo Stato Ecologico dei corpi idrici ai sensi d el D .Lgs. 152/2006, è un descrit tore c he considera la qual ità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici. Gli organismi che vivono nei corsi d’acqua sono consider ati l’elemento dominante per comprendere lo stato del corpo idrico. La normativa pre vede una selezione degli EQB da monitorare nei corsi d’acqua sulla base d egli obiettivi e della val utazione delle pressio ni e degli impatti: g li EQB monitorati nel period o 2010-2013 nei corsi d ’acqua del Veneto sono: macroinvertebrati, macrofite e diatomee.

Allo scopo di permettere una maggiore comprensione d ello stato e della gestion e dei corpi idrici, oltre agli EQB sono monitorati altri elementi

“a sostegno”: Livello di Inquinamento da macrodescrittori (LIMeco) e inquina nti specifici non compre si nell’elenco di priorità (rispetto degli S QA-MA Tab. 1/B, allegato 1, del DM 260/10).

Per lo stato ecologico , la qualità, espressa in cinque class i, può variare da Elevato a Cattiv o. I giudizi peggiori (Scad ente e Cattivo) sono d eterminati solo d agli indici EQB, mentre l’attr ibuzion e de llo stato Elevato va confermata attraverso indagini idromorfologich e, con l’attri buzione dell’Indice di Qualità Morfologica (IQM) e dell’Ind ice di

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dei corpi id rici superficiali fluenti che diventa fondamentale per i corpi idrici che risultano di qualità elevata. L’Ind ice di Qualità Morfolo gica (IQM) è un met odo parametrico che valuta se le attività antropi che influenzano l a naturale evol uzione di un corso d'acqua. La valutaz ione dello stato morfolo gico viene effettuata considera ndo la

“funzio nalità” geomorfo logi ca, l’artificialità e le variazioni morfolo giche, che insieme conco rrono alla formazione dell’indi ce. La qualità , espr ess a in cinque classi, può variare da Ele vato a Cattivo, mentre quando contribuisce a lla determinazione dello Sta to Ecologico dei corpi idri ci fluviali viene dist inta in due sole classi: “Elevato” e

“Non El evato”.

Nel periodo 2010-2013, cir ca il 35% dei corpi idrici naturali monitorati present a uno St ato Eco logico Elevato (5%) o Buo no (31%). Le classi miglior i (Elevata e Buona) sono state riscontrate in oltre la metà dei corpi idrici del bacino del Piave, Adige e Brenta mentre i corpi idrici che no n raggiungono lo Stato Ecologico Buono sono stati riscontrati in prevale nza nel bacino del Po, nel bacino scolante ne lla laguna di Venezia , nel bacino del L emene e nel Fissero Tartaro Canal Bianco.

Per valutare la qualità dell’acqua nei corsi d’acqua a livello comunale, sono stati presi in considerazione i risultati del Livello di Inquina mento dei Macrodescrittori (LIM) e il Livello di Inquinamen to dei Macrode scrittori per lo s tato ecologico (LIMeco).

L'indic e L IM, utilizzato per la determinazione del lo st ato ambientale, conside ra i valori di 75° percentile di ossigeno disciolto, BOD5, COD, azoto ammoniacale, azot o nitrico, fosforo ed Escherichia coli. Per ciascun p arametro, indicatore delle pressioni ambientali, viene individ uato un livello di i nquinamento ed un corrispon dente punteggio che è tanto più elevato qu anto minore è il livello d i inquinamento.

Sommand o i punteggi dei set te macrodescrittori si ottie ne il LI M, che può assume re valori compres i tra il livello 1 (inquin amento minore, colore azzurro) e il live llo 5 (inquinamento peggiore, colore rosso).

Il calcolo dell'indice LIM si basa sul D.Lgs. 152/ 1999 ora abrogato, ma si continua a determinarlo a l fine di garantire una cont inuità rispetto alle classificazioni precedenti e permettere l’individuazione di un trend di lungo periodo.

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Nel 2014, i l 65% delle sta zioni della rete di monitor aggio AR PAV ha present ato un valore di LIM corrispondente ad un livello Buono o Elevato .

Nella staz ione di monitoraggio 4 53 a Gaiarine i dati registrati sono

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2, buon o.

La media dei valori di LIM registrati dalla s tazione nel periodo precede nte (2000-2010) e ra sta ta di 280, per cui si evidenzia un netto miglior amento della situa zione.

Tra i para metri considera ti nel calcolo de l LIM, partic olarmente importa nte p er il territo rio risulta essere la co ncentrazio ne di nitrati , in quanto tutto il territorio comunale considerato vulnerabile ai nitrati di origine agricola ai sensi della Direttiva 91/271/CEE e DGRV n.2439/2007.

La concentrazion e dei nitrati nelle acque superfi ciali è un parametro importa nte ai f ini del la tutela dei corpi idric i, poichè i nitrati rappres entano uno degli inquinamenti più dif fusi nel territorio. I

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nitrati derivano sia d a fonti di inquinamento diffuse che da fonti puntual i, la fonte prevalente è il comparto agro-zootecnico in cui i nitrati vengono utilizzati sui terreni agricoli come fertilizzanti;

altre fonti sono l’ossi dazi one degli scarichi di refl ui civili e il dilavam ento di superfici impermeabili urbane.

L'indic atore considerato per es primere la qualità delle acque nei confron ti dei nitrati, mostra la concentrazione rilevata nei diversi bacini idr ografici del Vene to e il valore di concentr azione annuale relativ o al p eriodo 2002-2014, esp resso come 75° perc enti le in mg/litro.

Nel complesso la situazione per i bacini idrograf ici n el 2014 risulta soddisf acente poiché il 75° percentile si attesta quasi sempre al di sotto di 22,1 mg/l, corr ispondente alla soglia superiore del livello 3 (in una scala che va d a 1, livello migliore, a 5 livello peggiore);

anche il limite di 50 m g/l di NO3 -previsto D.M. 26 0/10 per le acque superfi ciali destinate alla potabilizzazion-e viene sempre rispettat o con un ampio margine. I bacini ch e presentano concentrazioni maggiori di nitrati sono quelli del Fissero-Tartaro-Canal Bianco, del Fratta- Gorzone e del Sile, seguiti dal Bacchiglione, dal bacino scolante in lag una di Venezia e dal Livenza; in misura minore quelli del Brenta, del Po e della p ianura tra Livenza e Piave.

Per il terri torio di Gai arine non emergono particolari criticità legate alla concentrazione di nit rati nelle acque, anc he pe rchè il carico zootecn ico, principale fo nte di possibile impatto, è assai limitato.

L'indice LIMec o, introdotto dal D.M. 260/2010, è un descrittore dello stato trof ico del fiume, che considera quattro parametri: tre nutrienti (azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosforo totale) e il livello di ossigen o disciolto espres so come percentuale di saturazione.

La q ualità , espressa in cinq ue classi, pu ò variare da El evato a Cat tivo.

Per la det erminazione dello Stato Ecologico l’indice LIMeco non scende sotto i l livello Sufficiente.

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dei corpi idrici monitorati presenta un valore di LIMeco corrispondente a una c lasse di qualità B uona o Elevata.

Nella staz ione di monitoraggio 4 53 a Gaiarine i dati registrati sono riporta ti nel la tabella sottostante. I valori corrispondono al liv ello 2 buono, per l’anno 2010 e al livello 1 elevato per l’anno 2011.

9. ACQUE SOTTOSU PERFICIALI

La zona consi derata si trova a sud del limite meridionale della fascia delle risorgive, dove il s i stema multifalde tipico d ella pianura è ancora modesto e poco sv iluppato. Il primo acq uifero freatico si trova nei livelli sabbiosi e ghia iosi-sabbiosi-limosi che si registrano nei primi metri dal piano c ampa gna, e presenta uno spessor e che varia in base alla geometria dei livelli permeabili superficiali presenti nel sottosu olo del territorio comunale. La superficie freatica è risultata colloca ta ad una profondità media dal piano campag na di 1,80 m (valore massimo 4,28 m e valore minimo 0,68 m) in un periodo con livelli di falda i ntermedi.

10. QUALITÀ DELLE ACQUE SOTTO SUPERFICIALI

La qualità delle acque sot tosuperficiali è lega ta al la sua qualità chimica ed alla concentra zione di nitrati presenti.

La qua lità chimica delle acque sotterranee può essere influenzata sia dalla presenza di sost anze inquinanti attribuibili principalme nte ad attivit à a ntropiche, sia dalla presenza di sostanz e di origine naturale (ad es empio ione ammoni o, ferro, manganese, arsenico, …) che possono comprom ettere gli usi pregiati della risorsa idrica.

dell’ac qua viene classifica ta come buona se tut te le sostanze sono present i in concentrazioni infer iori agli standard numerici riportati nel DL gs 30/2009.

che, s econdo la normat iva, deve tener conto della sola co mponente

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antropi ca del le sostanze ind esiderate trovate, una volta discriminata la compone nte naturale att rave rso la quantificazione del suo valore di fondo n aturale.

Gli standard di qualità (definiti a livello europe o) e i valori soglia (defini ti a livello nazionale) per le acque sotterranee sono riportati nel DLg s 30/2009 (tabella 2 e tabella 3, Allegato 3).

Nel 2014 la valutazione della qualità chimica dell’acqua da parte di ARPAV ha interessato 282 pu nti di monitoraggio, dei qu ali il 62% non present ano alcun superamento de gli standard numerici individua ti dal DLgs 30/2009 e sono stati classificati con qualità buona, il 38%

mostran o alme no una non conformità e sono stati classificati con qualità scadent e.

alla presenza di inqu inanti inorganici prevalentemente di origine natural e, principalmente ione amm onio e all’arsenico.

sicura origine antr opica le contaminaz ioni ri scontrate più frequen temente e diffusamente sono quelle dovute a: composti organo- alogena ti e nitrati. In pochi casi sono state r iscontrate contaminazioni da pest icidi e clorobenze ni.

La distribuzi one dei superamenti nel territorio re gionale evidenz ia una netta distinzione tra le tipologie di inquinanti presenti a m onte ed a valle dell a del limite superiore della fascia d elle risorgive; infatti, nell’ac quifero indiffere nziato di alta pianura la scarsa qualità è dovuta soprattutto a nitrati, pesticidi e composti organo alogenati, mentre negli acquiferi differenziati di media e bassa pianur a a sostanze inorgan iche e metalli.

E s t r a t t o d e l l a m a p p a r e g i o n a l e d e i s u p e r a m e n t i d e g l i s t a n d a r d n u m e r i c i d e l D L g s 3 0 / 2 0 0 9 . A n n o 2 0 1 4

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Il superamen to del valore standard nei pressi di Gaiarine è da attribuirsi alle elevate do t azioni di ammoniaca, ferro e manganese, ricondu cibili a dotazioni di fondo del suolo.

l’impor tanza relativa e l’i ntensità delle attivit à agr icole sui corpi idrici sotterranei. La “direttiva nitrati” (91/676/CEE) fissa a 50 mg/l la concentrazio ne oltre la quale le acque sotterranee sono da conside rarsi inquinate d a nitrati ; il valore limite di nitrati è pari a 50 mg/l

“acque potabili” (98/83/C E).

Come in pr ecedenza e videnziat o, la distribuzione spaziale delle concent razioni medie annue evidenzia nel sistem a d ifferenziato di bassa pianura i nitrati risultano praticamente assenti n elle falde confinate (meno vulnerabili all 'inquinamento, dove i composti di azoto si ritrova no nella forma di ione ammonio), me ntre possono presentare concent razioni elevate nella falda freatica superficiale, posta a pochi metri dal piano campag na e quindi altamente vulnera bile. La mappa Regiona le sotto riportata conferma le precedenti affermazioni.

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M a p p a r e g i o n a l e d e l l a c o n c e n t r a z i o n e m e d i a a n n u a d i n i t r a t i , a n n o 2 0 1 4

Anche nel caso delle acque sotterranee, per il territor io di Gaiarine non emergono particolari cri ticità, per le stesse motivazioni evidenz iate per le acque superficiali.

11. QUALITÀ DELLE ACQUE POTAB ILI

All’int erno del territorio del Comune di Gaiarine non sono attualmente present i pozzi o sorgenti ad uso idropotabile pubblico.

Per quanto riguarda i nitr ati, la normativa di rifer im ento (D.lgs.

31/01) prevede che la c oncentrazione nelle acque che fuoriescono dai rubinet ti, utilizzati per il consumo umano, non deve superare i 50 mg/l.

Il Comu ne di Gaiarine evi denzia concentrazioni inferiori a 5 mg/l.

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S U O L O

12. ASPETTI PEDOGEOMORFOLOGICI

Dal punto di vista morfologico, il Comune di Gaiarine si colloca a limitat a distanza a sud de l versante meridionale dell ’altopiano del Cansigl io, n ella bassa pi anura veneto-friulana, a sud del limite meridio nale della fascia delle risorgive, subito ad ovest della bassura che acc ompagna il corso d el fiume Livenza.

Gran parte d ell a super ficie si è formata nel Quaternario, in epoca tardogl aciale, quando, a causa dell’aumento delle temperature, u n ramo del ghiacciai o del Piave, c he giungeva in pianura form ando le colline morenic he di Colle Umber to, ha cominciato ad a rretrare dando origine a corrent i flu viali che raccog lievano le acque di fusione ad alta energia e con notevo le capacit à di trasporto. In epoca successiva la piana formata si è stata solo marg inalmente rimarginata dalla deposizione di materia le trasportato dai corsi d’acqua prealpini e di risorgiva.

Il terr itorio comunale pu ò essere suddiviso in due parti principali:

 verso o vest so no presenti t erreni la cui morfol ogia è caratterizzata da locali dossi fluviali e da depressioni connesse con i principali corsi d’acqua. I suoli sono prevale ntemente

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argilloso-limoso-sabbiosi superficialmente, localmente ghiaiosi più in profondità, per li mitato spessore;

 verso est si trova, invece, la bassura che accompagna il corso del Live nza, dov e la morfol ogia dei terreni evid enzia antiche tracce d i erosio ne fluviale, locali dossi e importanti opere idrauliche di difesa. I terreni sono prevalente mente argilloso- limoso-sabbioso-torbosi.

L’estra tto dela carta ge omorfologica sopra ripo rtata evidenzia che l’allev amento si trova al l’interno di un antico dosso fluviale.

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Dall’es tratto della carta ge olitologica sopra riportato si evidenzia che l’allev amento ricade al l’int erno dei depositi alluvionali, fluvioglaciali e tessitura preva lentemente limo-argillosa.

Nella carta d ei suoli della Provincia di Treviso, prodotta da ARPAV, i terreni su cui insiste l’ allevamento vengono così classificati:

 Distretto P, pia nura alluvionale del fiume piave a se dimenti estremamente calcarei;

 Sovraunità di paesaggio P3, denominata Bassa pianura antica (pleni-tardiglaciale) del Piave;

 P3 bassa pianura an tica (plenitardiglacial e) con suoli decarbonati e con accumul o di carbonati negli ori zzonti profondi;

 P3.3 LUT1/BOI1 depressioni della pianur a alluvionale, costituite

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prevalentemente da argill e e limi.

I suoli LUT1 /BOI1 sono s uoli da m oderatamente profondi a profondi, privi di scheletro , a tessitura fin e, molto calcarei in superfic ie ed estrema mente calcarei i n p rofondità (spesso con la presenza di un orizzon te di rideposizione del Carbonato di Calcio , localmente chiamato

“Carant o”), con drenaggio da mediocre a lento e permeabili tà da moderat amente bassa a ba ssa e tendenza a fessu rare durante la stagione estiva. La falda è molto profonda.

A causa delle caratteristiche geopedologiche, l a c apacità proteti va dei suoli nei confronti dell a falda è alta, mentre la permeabilità risulta

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13. ASPETTI IDROGEOLOGICI

Tutto il Comune è posto a sud della fascia delle risorgive (il cui limite meridiona le corre circa in corrispondenza d el confine nord del Comune) .

Nel so ttosuolo dell’area è localizzata una fal da freatica di spessore abbasta nza contenuto, la cui superficie si colloca a profondità modesta dal piano cam pagna (profondità media dal piano campagna di 1,80 m). La distrib uzione della profondità della superficie freatica dal piano campagn a, var ia nel territorio in esame in funzione della localizzazione rispett o alle zona di a limentazione e di drenaggio, della situazione topogra fica locale ed alla mor fologia; il valore mas simo (4,28 m) è stato regi strato in prossimit à del corso del Livenza, il minimo (0 ,68 m) a nord di Francenigo.

La morfologi a di falda (rego lare e disposta con direzion e generale NNE- SSW) e le dir ezioni di deflusso (normali alle curve isofreatiche con un flusso generale da WNW a ESE), evidenziano chiaramente una importante azione di drenaggio eserc itata nell’area dal corso del Livenza.

Nelle porz ioni sud-est e su d Com une, dove si situa l ’al levamento, so pra il pri mo acquifero vi è uno spessore variabile di terreni impermeabili che confina in maniera l imitata la superficie della prima falda, dandole caratte ri di acquifero se miconfinato.

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L’allev amento è situato in un’area con prof ondità della superficie freatic a dal piano di campagna compresa t ra 2 e 5 metri.

S I S T E M A B I O L O G I C O

14. ASPETTI VEGETAZIONALI

L’emerg enza vegetazionale di ma ggior valore presente all’inter no del Comune è rappresentato dal B osco di Gaiarine (SIC/ZPS). Si tratta di una fustaia diset anea, completata da u n'area esterna -di superficie di circa un etta ro- interessata da un impian to di rimboschimento.

Le specie arboree maggiorme nte rappresentate sono : le farnia (Quercus robur), il carpino bianco ( Carpinus betulus), il frass ino meridionale (Fraxinus oxycarpa), l’acer o oppio (Acer campestre) e l’olmo comune (Ulmus minor). La flora erb aceo-arbustiva è tipicamente microterma; in partico lare s i tratta di una delle poche stazioni planiziali venete dove

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anemone bianca (Anemone nemorosa), anemone g iallo (Anemone ranunculoides), colchico d'a utunno (Colchicum autumnale) , elleboro verde (Helleborus viridis), campanelle comuni (Leucojum vernum), platantera comune (Platanthera bifolia), sigillo di Salomone maggiore (Polygonatum multiflorum), pervinca minore (Vinca minor).

Altre emergenze vegetazionali significative presenti nel territorio comunal e sono rappresentate da lla vegetazione idrofita dei corsi d’acqua ; dalla vegetazi one arborea, arbustiva ed erbacea igrofila di sponda; dalla vegetazio ne e rbacea e arbustiva igrofila ripariale; dai boschet ti di latifoglie igrofili; dai boschetti di latifoglie mesofili;

dai relitti di boschi planizia li; da i parchi e giardini (vegetazione sinantr opica, legata alla presenza dell’uomo); dai prati stabili; dalle cave se nili parzialmente rinaturalizzate.

Nelle zon e rurali l’elemento di maggior inte resse è dato dalla vegetaz ione verticale rurale. Nelle aree dove l’i ntegri tà della maglia poderal e e la ricchezza de l reticolo idrografico supe rficiale hanno permess o la conservazione della fitta trama di siepi campestri, si trovano specie arboree prop rie delle stazioni mesofile od igrofile, quali la farnia, l’acero campestre, l’olmo campestre, il salice bianco, il pioppo nero, l’ontano ne ro, il platano nello strato arboreo. Nelle aree dove la pressione antropica è risultata maggiore, sopratt utto a causa del modello diffuso delll’urbanizzazione, si è avut a una rarefaz ione della vegetazio ne campestre, progressivame nte sostituita nelle z one di espansione urbana da specie alloctone.

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La Carta de gli Ambiti agric oli ( allegata al PAT comuna le) -di cui è stato riportato uno str alci o- evidenzia come l’allevam ento si trovi all’int erno di un ambito c aratterizzato da “spazi ap erti con buona integrità fondiaria e scarsa dotazione di verde verticale”, al confine – a nord-ovest- con u n ambit o caratte rizzato da “paesag gio rurale con edificato sparso e buona dotazione di siepi campestri”.

La vegetazion e coltivata è rappresentata per la maggior parte da colture estensi ve o collegate a ll’alleva mento zootecnico. Una buona diffusione ha anc he la viticoltura mentre marginali risul tano la frutticoltura e l’ortic oltura.

Nel dettaglio si ha la segue nte r ipartizio ne ( F o n t e : R e l a z i o n e a g r o n o m i c a P A T C o m u n e d i G a i a r i n e ):

L’allev amento si situa in un’area dove sono presenti principalmente vigneti e s eminativi, con l a pr esenza di alcune superf ici a p rato e incolti , come evidenziato dall’estratto de lla carta dell’Uso del suolo.

Non si rileva, invece, la presenza di gruppi arborei e/o filari.

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15. ASPETTI FAUNISTICI

All’int erno del Piano Faunistico-venatorio della Provi ncia di Trev iso l’ambit o territoriale considerato ricade all’interno dell’ATC 05. N el territo rio comunal sono presenti Zone di Ripop olamento e Cattura, che però n on interessano in alcun modo l’allevamen to e l’area di influenza dello s tesso.

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All’int erno del territo rio comunale la presenza di aree di pregio faunist ico è legata soprattutto ai due ambiti Natura 2000: “Bos co di Gaiarin e” (SIC/ZPS IT3240016) e “Ambito fluviale del Livenza”

(ZPSIT3 240013). Anche le aree umide (ex cave senili) e l’ambito golenale del Liv enza rivestono gra nde importanza per la valenza faunistica.

L’ambit o più prossimo a ll’a llevamento –situato comunqu e al di fuori dell’ar ea d’influenza dello stesso- è il “Bosco di Gaiarine”, al cui interno è presente una ricc a comunità di uccelli, tra cui il picchio verde (Picus viridis), lo s parviere (Accipiter nisus), il colombaccio (Columba palumbus), la ghiandaia (Garrulus glandarius), l’allocco (Strix aluco). La componente faunist ica del sito è completata da anfibi tra cu i l'ululo ne dal ventre giallo (Bombina variegata) e la rana di Lataste (Rana latastei); mammiferi, tra cui il più interessante è il tasso (Meles meles) e invertebrati , tra i quali è significati va la presenza del cer vo volante (Lucanus cervus).

Al di fuor i d elle aree protette sopra menzionate, gli ambiti di maggior interes se corrispondono alle zone carat terizzate da maggior permeabilità biologi ca, tra le quali as sumono grande impo rtanza le zone agricole integre , specialmente se dotate di siepi e prati.

Gli spazi coltivati, com'è avvenuto in tutta la Pianur a padana, hanno subito nel corso del tempo profonde trasformazioni. Spesso, infatti, il paesagg io v egetale, caratterizzato da una apparente omogeneità fisiono mica, è rapprese ntat o da una vasta estensione di monocolture agrarie , cost ituite principalmente da seminativi e, in misura mino re, da fruttiferi e vigneti. L a co mposizione della fa una risulta notevolmente influen zata dalla presen za e dall’azione umana , sia a livello diretto

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rappres entata, quindi, da lla fauna tipica degli ambienti coltivati:

Mammife ri: le specie di mammiferi individuate frequentano in preferenza gli am bienti di margine co stituiti da siepi, filari, zone abitate e incolti , piut tosto che i coltivi veri e propri. T ra qu esti, il riccio (Erinaceus europaeus) e la talpa (Talpa europea) si trovano per lo più negli spazi naturali ai margini dei campi coltivati, assieme al topolino domesti co (Mus domesticus), che oltre alle abitazioni e ai magazzini, frequen ta le aree coltive. La nutria (Myocastror corpus) è molto diffusa ed è causa di n otevoli disagi per gli agricoltori. Altra specie molto comune è la lepre europe a (Lepus europaeus). Negli ambienti di margine delle colture e le aggre gazioni pseudonaturaliformi di cespugli e alberi si trovano il moscard ino (Muscardinus avellanarius), il toporagno d’acqua (Neomys fodiens), la puzzola (Mustela putori us) e il tasso (Meles meles). Queste ultime specie sono da considerare buoni indicatori ambient ali. Per quanto riguard a i chirotteri, l’ambiente risulta scarsam ente idoneo alla loro vita a causa soprattutto dell’assenza di rifugi naturali e delle a bitudini ecologiche di questi mammiferi.

Anfibi e rettili: non sono molto rappresentati, in considerazione d el fatto che l ’attività di coltivazione e le sistemazioni idrauliche tendono a ridurre gli ambienti f avorevoli alla loro proliferazione . Tra gli an fibi sono presenti : il rospo smeraldino (Bufo viridis), il rospo comune (Bufo bufo), la raganella italica (Hyla intermedia), la rana di Lataste (Rana latastei) e l’ululone dal ventre g iallo (Bombina variegata). Ques te ult ime due specie risultano par ticolarmente signifi cative come indicatori e cologici. Fra i rettili si possono segnala re la lucertola murai ola (Podarcis muralis); l’o rbettino (Anguis fragilis), il colubro liscio (Coronella austriaca), il ramarro (Lacerta viridis + bilineata), e il biacco (Coluber viridiflavus).

Inverte brati: tra gl i invertebrati p articolarmente significativa è la presenz a del cervo volant e (Lucanus cervus).

Uccelli: v iene ripreso lo studio riportato nella VAS allegata al PAT comunal e, che attraverso d ue t abelle riporta la list a delle specie nidific anti all’interno del comune e nei territori limitrofi, nonché il Trend di pre sen za tra il 1983-1988 e il 2003-2006, entramb i tratti dall’At lante uccelli nidificanti della Provincia di Treviso, 2007.

Sempre in base alle informazioni riportate nell’Atlante uccelli nidific anti, 2007, nelle tabelle, le specie indicate con un asterisco (*) sono quelle potenzialmente minacciate, ment re le specie considerate come i ndice di qualità ambient ale sono indicate in grassetto. I valori numeric i, infine, indica no la distribuzione del le specie e vanno da un valore massimo di 3 (d istribuzione alta) ad un valore minimo di 0 (assent e).

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Nel ter ritorio comunale non sono p resenti riserve o parchi naturali.

Il territorio comunale è, i nvece, interessato da due s iti Rete Natura 2000: il S.I.C./Z.P.S. “Bo sco di Gaiarine” (cod ice I T3240016) e il S.I.C. “Am bito fluviale del Livenza” (codice IT324 0013), che interessa il conf ine orientale del territorio comunale.

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Nessuno dei due Siti è interessato dalla presenza dell’allevamento; il piu vic ino risulta comunq ue essere il S.I.C./Z.P.S. “Bosco di Gaiarine”.

Il bosco di Gaiarine è rappresentato dal solo habitat Foreste di caducif oglie e viene così descritto nel relativo formulario:

Altre caratteristiche s ito: relitto delle selve di qu erce insediatesi nell'ultimo post-glaciale; bosco planiziale misto, ceduo.Frammento di bosco planiziale a prevalenza di Quercus robur, Carpinus betulus, Fraxinus oxycarpa, Fraxinus ornus e Ulmus minor (Carpino-Quercetum roboris, Carpinion illyricum).

Qualità e importanza: ecosistema isolato, molto diverso dalle aree circostanti fortemente antropizzate.

Vulnera bilità: forte isolamento dell'habitat, inserito in un contesto fortemente antropizzato. Disboscamento e coltivazioni.

Oltre che dai due siti c omun itari (aree nucleo), il terr itorio comunale di Gai arine è interessat o anche dalla presenza di altri elementi della Rete ecologica provincial e, come risu lta dall’estratto d ella carta della rete ec ologica del PTCP.

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Si tratta di corridoi ecologici principale e se condario, stepping zone, aree di con nessione n aturalisti ca–aree di com pletamento e aree di conness ione naturalistica–fascia tampone. L’allevame nto è circondato da aree di conne ssione natu ralistica–fascia tampone, della quale, tuttavia, non fa parte.

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P A T R I M O N I O P A E S A G G I S T I C O , C U L T U R A L E , A R C H I T E T T O N I C O E A R C H E O L O G I C O Il patrimonio cuturale, architett onico, archeologico e paesaggistico di un territo rio è sempre legato alla sua storia. Le vicende storiche di Gaiarin e vengono di seguito sintetizzate a pa rtire del le informazioni storich e riportate nel sito web del Comune .

Il nome Gaiarine ha origini germaniche e il suo significato si può interpr etare come "luogo dei boschi chiusi".

Le prime tr acce di insedi ament i abitativi in zona, vengono fatte risalir e all'età neolitica grazie ai reperti in pie tra e ceramica, rinvenu ti nella zona de i Palù, al confine t ra i comuni di Orsago, Cordign ano, Sacile e Ga iari ne. Sempre a quest'epoca r isalgono anche altri particolari res ti, detti Mutere, forse tu muli tombali o fortifi cazioni sparse in var i punti della pianura, delle quali due sono ancora visibili, una a Campomolino, l'altra a Francenigo, vicino alle sponde della Livenza.

Durante l'età romana il territorio gaiarinese fece parte dell'Agro di Opiterg ium, che comprendeva gran parte del settore orientale dell'at tuale provincia di Treviso ed era sta to sottoposto alla centuri azione da parte dei ro mani. Attualmente nel comprensorio gaiarin ese rimangono so lo s carsi resti della centuriaz ione: di quella romana si ri trovano alcune tracce lungo alcuni fossati nella località di Caldera no, di quella cene dese nella zona nord orientale di Gaiarine.

In età tardo antica e ne ll'epoca medi evale, il comprensorio gaiarinese fu control lato dai longobardi, che tuttavia non modificarono l'assetto territo riale precedente.

Il paesaggio cominciò a modificarsi notevolmente in epoca tardome dievale, soprattutto ad op era di grandi organizzazioni monastiche che at tuarono una rifo rma fondiaria, con fr azionamento dei poderi, spesso lavorati in affitto, che venivano però coltivati con tecniche innovat ive, anche attra verso lo sfruttamento dell a ricc a rete idrica, con la costruzione di ca nali irrigui e mulini. Le terre inc olte, i pascoli e i boschi erano accessibili a tutto il popolo, che poteva cacciar e, raccogliere f rutti , far pascolare il bestiame e raccogliere legna.

Sul fi nire del Trecent o Gaiarine venne ingl obata all'interno della Repubbl ica di Venezia, che riorganizzò anche l'ass etto amministra tivo e territo riale di tutta la nuova area con quistata; il riassetto territo riale di venne più forte nel cinquecent o qua ndo, causa dell’in cremento demografico che richiedeva maggiori derrate agricole, per avere a disposizione più terreni coltivabili, vennero bonificati un gran numero di paludi ed a cquit rini. In seguito a lun ghi peri odi di guerre il tr acollo finanziario ob bligò la Sereni ssima alla vendita delle terre demaniali che, pos te a bosco o a pascolo, erano in usufrutto alle comunit à rurali. Nel c omune di Gaiarine si trat tava di circa 1.200

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