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CARO AMICO TI SCRIVO

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Academic year: 2022

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CARO AMICO TI SCRIVO

Venti lettere di Don Bosco ai giovani

Leggiamo insieme alcune lettere che Don Bosco ha scritto ai giovani. Ne ha scritte molte.

Si coglie dalle parole di Don Bosco tutto l’affetto che nutriva per i giovani che la Provvidenza gli affidava. In queste lettere, talvolta brevi, emergono indirizzi spirituali, consigli preziosi, piccoli programmi di vita dai quali spicca la sapienza e l’esperienza di un formatore d’anime

concreto e capace di appassionare a Gesù. Pongo all’inizio di ogni tema un passo della Christus Vivit, lettera che il Papa ha scritto a tutti i giovani:

vi sono delle assonanze con le lettere scritte da Don Bosco.

= 1 = CON PATERNO AFFETTO = = =

Anzitutto voglio dire ad ognuno la prima verità: “Dio ti ama”. Non dubitarne mai, qualunque cosa ti accada nella vita. In qualunque circostanza, sei infinitamente amato.

Forse l’esperienza di paternità che hai vissuto non è stata la migliore... Non lo so. Però quello che posso dirti con certezza è che puoi gettarti in tutta sicurezza nelle braccia del tuo Padre divino,

di quel Dio che ti ha dato la vita e che te la dà in ogni momento.

(Papa Francesco, Christus Vivit 112-113)

L01 - A Ruffino Domenico1

Torino, 13 giugno 1856 Carissimo figlio,

hai fatto bene a scrivermi; se dici colle parole quello che hai in cuore, avrai in me un amico che ti farà tutto il bene che potrà. Offri i tuoi lavori a Dio: sii divoto di Maria; venendo a Torino ci parleremo. Il Signore ti benedica; prega per me che ti sono di cuore

Sac. Bosco Giovanni È molto bella l’espressione che scrive don Bosco: avrai in me un amico. L’amicizia dice vicinanza, confidenza, conoscenza, prossimità, un legame che va oltre la formalità. Questa sua sottolineatura è una indicazione preziosa anche per noi: la dimensione educativa e pastorale trova nell’amicizia un grembo fecondo. Le parole finali ti sono di cuore Sac. parlano di un cuore che ama. Don Bosco è un prete di cuore. Interessante che Don Bosco spesso alla fine delle sue lettere scriva: prega per me. Chiede ai giovani l’elemosina della preghiera. Si mostra in questo modo mendicante e allo stesso tempo capace di creare un legame forte che va oltre il rapporto educatore educando. A conferma di ciò l’appellativo usato all’inizio è figlio.

L02 - A Stefano Rossetti2

S. Ignazio presso Lanzo, 25 luglio 1860 Amatissimo figliuolo,

la lettera che mi hai scritto mi ha fatto veramente piacere. Con essa dimostri che tu hai compreso quale sia l’animo mio verso di te. Sì, mio caro, io ti amo di tutto cuore, ed il mio amore per te tende a fare quanto posso per farti progredire nello studio e nella pietà e guidarti per la via del cielo. Rammenta i molti avvisi che ti ho dato in varie circostanze; sta allegro,

1 Memorie Biografiche V, 487. Egli riceveva una lettera dal giovane Ruffino Domenico, studente di retorica a Giaveno, anima tutta del Signore, del quale Don Bosco aveva la certezza di poterlo annoverare fra i suoi campioni più valenti nell'Oratorio. Quindi gli rispondeva.

2 Fonti Salesiane, Las-Roma 2014, p.675.

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ma la tua allegria sia verace come quella di una coscienza monda dal peccato. Studia per diventare molto ricco, ma ricco di virtù, e la più grande ricchezza è il santo timor di Dio. Fuggi i cattivi, sta amico coi buoni; rimettiti nelle mani del tuo signor arciprete e seguine i consigli e tutto andrà bene.

Saluta i tuoi parenti da parte mia; prega il Signore per me, e mentre Iddio ti tiene lungi da me lo prego di conservarti sempre suo finché sarai di nuovo con noi, intanto che ti sono con paterno affetto

Aff.mo Sac. Bosco Gio.

È una lettera che fa emergere vari aspetti. Sottolineo in particolare, anche in questo caso, il rapporto che Don Bosco coltivava con i giovani. Usa espressioni che ci paiono persino eccessive e che troveremo anche in altre lettere: io ti amo di tutto cuore oppure (in due lettere successive) io ti amo nel Signore. L’amore di don Bosco non è mai sdolcinato, stucchevole ma sempre concreto e sempre radicato in Dio tant’è che don Bosco scrive: il mio amore per te tende a fare quanto posso per farti progredire nello studio e nella pietà e guidarti per la via del cielo. La preoccupazione ultima di Don Bosco è che la vita sia un progredire, un crescere in tutti i suoi aspetti per i quali Don Bosco non ha paura di richiamare: rammenta i molti avvisi che ti ho dato. Sapeva che era importante dare continuamente delle indicazioni, dei programmi di vita, dei consigli. Sapeva che è bene far fare dei piccoli passi continuamente, proporre dei propositi, dare delle indicazioni concrete riguardanti lo studio, le amicizie, la guida spirituale, il progetto di vita.

= 2 = PREPARA IL TUO CUORE = = =

In base ai dati evangelici possiamo affermare che, nella sua fase giovanile, Gesù si stava “formando”, si stava preparando a realizzare il progetto del Padre. La sua adolescenza e la sua giovinezza

lo hanno orientato verso quella missione suprema.

(Papa Francesco, Christus Vivit 27)

L03 - Al giovane Giovanni Garbarino3

Roma, 8 aprile 1858 Amat.mo Garbarino,

la tua lettera mi ha fatto piacere e il desiderio che dimostri del mio ritorno è un motivo per amarti sempre più nel Signore. Intanto sta allegro, ma pensaci bene a preparare il tuo cuore e farne un dono al Signore, il che farai certamente vestendo l’abito chiericale: il faremo giunto ch’io sia in Torino.

Prega per questo motivo: prega eziandio per me e credimi sempre in quel che posso, Tuo Aff.mo Sac. Bosco G.

L’espressione che qui Don Bosco scrive al giovane Giovanni Garbarino mi sembra sintetica di tutto quello che il nostro santo dirà ai giovani: pensaci bene a preparare il tuo cuore e farne un dono al Signore. In queste parole troviamo riassunte tutte le indicazioni che Don Bosco da in campo educativo e spirituale. Sostanzialmente per lui ciò che conta è lasciarsi plasmare il cuore affinché sia tutto di Dio. Questo dovrebbe essere anche il fine ultimo del nostro progetto di vita. Dobbiamo preparare il cuore, il nostro innanzitutto, affinché sia tutto di Dio. È la condizione per fare della propria vita un dono. Siamo chiamati a seguire Gesù per servire i fratelli.

3 Epistolario I,159-160.

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= 3 = CACCIATORI DI ANIME = = =

Attraverso la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore spirituale e il suo vigore apostolico. Il balsamo della santità generata dalla vita buona di tanti giovani può curare le ferite

della Chiesa e del mondo, riportandoci a quella pienezza dell’amore a cui da sempre siamo stati chiamati: i giovani santi ci spingono a ritornare al nostro primo amore (cfr Ap 2,4).

(Papa Francesco, Christus Vivit 50) L04 - A Giovanni Garino4

Calliano, 10 ottobre 1860 [?]

Carissimo Garino,

ho ricevuto con piacere la tua lettera e godo della tua ferma volontà di farti buono per divenire un ottimo ecclesiastico. Dal canto mio farò tutto quello che posso; ma ho bisogno anche di qualche cosa da parte tua. Di che cosa? Di una confidenza illimitata in tutto ciò che riguarda al bene dell’anima tua. Avrei bisogno di farti cacciatore di anime, ma per il timore che tu rimanga da altri cacciato, ti propongo solo di farti modello ai tuoi compagni nel bene operare. Peraltro sarà sempre per te una fortuna grande quando potrai promuovere qualche bene od impedire qualche male tra i tuoi compagni.

Amami come io ti amo nel Signore, prega eziandio per me che ti sono di cuore

Affezionatissimo Sac. Bosco Giovanni Vi è in questa lettera una espressione plastica della passione evangelizzatrice di Don Bosco: cacciatore di anime. Don Bosco era intriso del desiderio di far incontrare le anime con Cristo. Con altre parole Papa Francesco ha detto che “non bisogna perdere la tensione per l’annunzio a coloro che stanno lontani da Cristo, perché questo è il compito primo della Chiesa. L’attività missionaria rappresenta, ancor oggi, la massima sfida per la Chiesa e la causa missionaria deve essere la prima”5. Tenendo presente tutto l’afflato spirituale di Don Bosco, il cacciatore di anime è colui che sta innanzitutto in ginocchio. Interessante in questa lettera il fatto che don Bosco dica a Garino di attendere perché non è pronto per questa avventura. Gli propone un cammino graduale. È questa una caratteristica molto preziosa nel dialogo educativo di Don Bosco, requisito che dice tutta la sua attenzione per il punto di libertà in cui il giovane si trova. Don Bosco lancia i giovani nel Da Mihi Animas ma sa che non tutti i giovani sono uguali: chiede tutto a tutti ma in base a quello che ciascuno può dare. La lettera successiva ne è un esempio.

L05 - Al giovane calzolaio Bernardo Musso6

Roma, 14 febbraio 1870 Musso mio carissimo,

ho ricevuto la tua lettera e comprendo quanto mi vuoi dire. Sta’ tranquillo: io penserò a te; ma tu pensa ad essere esemplare nell’adempimento de’ tuoi doveri specialmente nello impedire i cattivi discorsi fra i tuoi compagni. Dio farà il resto.

Saluta il tuo capo, e i tuoi compagni; presto sarò con voi; pregate per me che di cuore sono

Aff.mo in G. C. Sac. Gio. Bosco

4 Fonti Salesiane, Las-Roma 2014, p.676.

5 Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n.15.

6 Epistolario II 78; Memorie Biografiche IX 824.

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L06 - Al chierico Luigi Calcagno7

Torino 31 gennaio 1881 Carissimo Calcagno,

sei sempre buono, o mio caro Calcagno? Io spero di sì. Ma non volgere indietro lo sguardo. Miriamo il cielo che ci attende. Là abbiamo un gran premio preparato.

Lavora, guadagna anime e salvami la tua. Sobrietà ed obbedienza per te sono tutto.

Scrivimi sovente. Dio ti benedica e ti conservi sempre nella sua santa grazia e prega per chi ti sarà sempre in Gesù Cristo

Affezionatissimo amico Sac. Gio. Bosco Don Bosco non perde occasione per declinare e coinvolgere i giovani nel Da Mihi Animas e in questa lettera usa una delle sue espressioni classiche dicendo a Luigi: guadagna anime.

Questo invito Don Bosco lo ha fatto a tanti perchè questo è ciò che gli sta a cuore. In lui vita spirituale e dedizione pastorale, sequela e missionarietà sono un tutt’uno, sono azione reciproche, intrecciate. Papa Francesco similmente ha scritto: “Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo ‘discepoli’ e ‘missionari’, ma che siamo sempre ‘discepoli-missionari’”. Il 19 marzo 1876 in una conferenza8 tenuta per giovani che volevano appartenere alla Congregazione Don Bosco dirà: la messe da farsi consiste nella salvezza delle anime, che tutte le anime devono esser raccolte e portate nel granaio del Signore. [...] Oh sì che desidererei di vedervi tutti slanciati a lavorare come altrettanti apostoli! A questo tendono tutti i miei pensieri, tutte le mie cure, tutte le mie fatiche.

Interessante l’inciso iniziale della lettera: non volgere indietro lo sguardo. È un richiamo alla fedeltà, alla tenacia, alla fortezza nella decisione presa, al per sempre dell’amore.

= 4 = UN BEL PROGETTO = = =

La giovinezza è marcata da sogni che vanno prendendo corpo, da relazioni che acquistano sempre più consistenza ed equilibrio,

da tentativi e sperimentazioni, da scelte che costruiscono gradualmente un progetto di vita.

(Papa Francesco, Christus Vivit 137) L07 - A Emanuele Fassati9

Torino, 8 settembre 1861 Caro Emanuele,

mentre tu godi la campagna col buon Stanislao io vengo in compagnia di maman a farti una visita con questo biglietto che sono in dovere di scriverti.

Mio scopo è di farti un bel progetto; ascolta dunque. L’età, lo studio che percorri sembrano sufficienti per essere ammesso alla santa comunione. Io dunque vorrei che la prima Pasqua fosse per te quel gran giorno della santa tua prima comunione. Che ne dici, caro Emanuele? Prova a parlarne coi tuoi genitori e sentirai il loro parere. Ma io vorrei che cominciassi fin d’ora a prepararti e perciò essere in modo particolare esemplare nel praticare:

1° Ubbidienza esatta ai tuoi genitori e ad altri tuoi superiori, senza mai fare opposizione a qualsiasi comando.

7 Fonti Salesiane, Las-Roma 2014, p.855.

8 Don Barberis introduce il testo con questa annotazione: “Conferenza tenuta dal sig. don Bosco la sera di san Giuseppe, 19 Marzo 1876, dopo le orazioni nella chiesa piccola a tutti i professi, ascritti, aspiranti ed a coloro che desiderano farsi aspiranti nell’Oratorio di San Francesco di Sales. S’erano invitati in pubblico a quella conferenza tutti quelli che appartenevano e coloro che desiderano appartenere alla Congregazione, tra gli adulti furono radunati 203 e fece un grande effetto”.

9 Fonti Salesiane, Las-Roma 2014, p.678

(5)

2° Puntualità nell’adempimento dei tuoi doveri, specialmente di quelli di scuola, senza mai farti sgridare per adempierli.

3° Fare grande stima di tutte le cose di devozione. Perciò far bene il segno della santa croce, pregare ginocchioni con atteggiamento composto, assistere con esemplarità alle cose di chiesa.

Avrei molto piacere che mi facessi una risposta intorno alle proposte che ti ho fatto. Ti prego di salutare Azeglia e Stanislao da parte mia. State tutti allegri nel Signore. Dio vi benedica tutti; pregate per me; tu specialmente, o caro Emanuele, fammi onore colla tua buona condotta e credimi sempre tuo

Affezionatissimo amico Sac. Bosco Giovanni Nelle lettere ai giovani non mancano mai i consigli spirituali, ma l’intenzionalità di Don Bosco è che questi siano incastonati all’interno di un progetto di vita che comprende tutti gli aspetti. Le parole Mio scopo è di farti un bel progetto mostrano un educatore che non vuole lasciare che il caso faccia da regista. Le indicazioni di Don Bosco sono pratiche, concrete e riguardano vari aspetti: obbedienza, zelo nel proprio dovere, diligenza nella preghiera. Non solo. Don Bosco scrive anche: Avrei molto piacere che mi facessi una risposta intorno alle proposte che ti ho fatto. È l’aspetto della verifica. Non basta dare degli impegni o prenderseli;

questi vanno poi verificati.

L08 - A Gregorio Cavalchini Garofoli10

Torino, 1° giugno 1866 Carissimo Gregorio Garofoli,

Ho ricevuto con piacere la tua lettera ed ho dato le tue notizie ai giovani che fecero parte alla carovana di Tortona. Ne ebbero vero piacere e danno a me il piacevole incarico di ringraziarti e salutarti. Certamente io vorrei trattenermi alquanto a parlare teco, ma le cose che vorrei dirti non si possono confidare alla carta. Se ti piace di farmi poi una visita nelle prossime vacanze io ti dirò quanto vorrei scriverti.

Come amico dell’anima tua non posso a meno che darti alcuni ricordi fondamentali e sono tre f. f. f. Cioè:

1º Fuga dell’ozio.

2º Fuga dei compagni che fanno cattivi discorsi o danno cattivi consigli.

3º Frequenta la confessione e comunione con fervore e con frutto.

Ti prego di salutare i tuoi due fratelli, Emanuele Callori e gli altri piemontesi di costà che tu ravvisassi di mia conoscenza. Dio ti benedica e ti conservi nella sua santa grazia, prega per me che ti sono

Aff.mo nel Signore Sac. Bosco Gio.

Talvolta don Bosco si serve della scrittura per rendere più accattivante il messaggio e facile da memorizzare. E in questo caso usa lo stratagemma delle tre f. f. f.. Ma è la premessa che trasforma queste indicazioni in un amorevole indicazione: Come amico dell’anima tua. È una espressione bellissima! L’amicizia, ancora una volta, si rivela essere la password più sicura per dare delle indicazioni ai giovani aiutandoli così a stendere il loro progetto. Don Bosco ancora oggi ti da delle indicazioni perché è tuo amico, perché gli sta a cuore la tua amicizia.

Gli impegni che qui indica riguardano l’uso del tempo (mai sprecare tempo nell’ozio!), la scelta degli amici e il tema della vita spirituale. Ancora una volta il proprio dovere, le amicizie e l’aver cura della vita spirituale sono un tutt’uno in Don Bosco.

10 Fonti Salesiane, Las-Roma 2014, p.686

(6)

= 5 = A PIÙ GIOVANI = = =

Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo.

Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!

(Papa Francesco, Christus Vivit 1)

L09 - Ai giovani dell’Oratorio11

Al Sig. D. Alasonatti o al Sig. D. Rua affinché la leggano ai giovani della casa radunati.

Da S. Ignazio Lanzo torinese, 23 luglio 1861 Giovani miei e figliuoli carissimi,

La grazia di Nostro Signor Gesù Cristo sia sempre con noi.

Sono pochi giorni che vivo separato da voi, o miei amati figliuoli, e mi sembra esser già scorsi più mesi. Voi siete veramente la mia delizia e la mia consolazione e mi mancano l’una e l’altra di queste due cose quando sono da voi lontano. [...]

D. Alasonatti mi ha partecipato che voi avete pregato per me e ve ne ringrazio; io pure ogni mattina nella santa messa ho sempre in modo particolare raccomandata al Signore l’anima vostra. Debbo però dirvi che la maggior parte del tempo l’ho passato con voi, osservando in particolare ed in generale quanto andate facendo e pensando. Delle cose in particolare, che purtroppo ce ne sono delle gravi, parlerò poi a ciascuno secondo il bisogno appena sarò giunto a casa.

Riguardo alle cose in generale ne sono assai contento, ed avete molti motivi d’esserlo anche voi. Avvi però una cosa di grande importanza da rimediare, ed è il modo troppo accelerato con cui tra di voi si recitano le comuni preghiere. Se volete fare a me cosa gratissima, e nel tempo stesso piacevole al Signore ed utile alle anime vostre studiate di essere regolati nel pregare distaccando una dall’altra le parole e pronunciando compiute le consonanti e le sillabe che le parole compongono.

Eccovi, giovani amati, la cosa che vi propongo e che ardentemente desidererei di vedere effettuata al mio arrivo a casa.

Di qui a tre giorni sarò di nuovo tra di voi e coll’aiuto del Signore spero di potervi raccontare molte cose che ho vedute, lette, udite.

Il Signore Iddio doni a tutti voi sanità e grazia e ci aiuti a formare un cuor solo ed un’anima sola per amare e servire Iddio in tutti i giorni di nostra vita e così sia.

Aff.mo amico in G. C. Sac. Bosco Gio.

P.S. Vorrei ancora scrivere una lettera a D. Turchi, a Rigamonti, a Parucati Placido, a Bagnasacco, a Strassano e a Cuniolo; ma mi manca il tempo. Parlerò poi verbalmente.

Don Bosco mostra tutto il suo affetto, ma allo stesso tempo non teme di richiamare alcuni atteggiamenti lasciando anche intendere che su alcune questioni interverrà lui stesso. Proprio perché vuol bene, ci tiene che il bene venga fatto bene. La precisione con cui richiama ad una preghiera più bella sta ad indicare che per lui tutto è prezioso, tutto educa, tutto forma e che nulla va lasciato alla banalità.

Interessante che alla fine ricordi coloro a cui deve ancora scrivere: Don Bosco ti conosce per nome e non si dimentica di te!

11 Epistolario I,207; Memorie Biografiche VI,990-991.

(7)

L10 - Ai giovani del collegio di Lanzo12

Torino, S. Stefano, dicembre 1872 Ai miei cari figliuoli del collegio convitto di Lanzo,

ho ricevuto i vostri auguri colla più grande mia consolazione. Ve ne ringrazio di tutto cuore e ne serberò grata memoria. Dio ricompensi la benevolenza che mi avete mostrato. [...]

Gli allievi amino la virtù della modestia e della sobrietà.

A tutti raccomando illimitata confidenza col Direttore.

Dio vi benedica tutti e tutti vi faccia ricchi della vera ricchezza che è il santo timor di Dio.

Voi siete la mia consolazione, nissuno mi trafigga il cuore colle spine della cattiva condotta. In tutto l’anno vi prometto ogni mattino un memento speciale nella santa messa. Voi raccomandate anche a Dio la povera anima mia, e supplicate la misericordia del Signore affinché non mi accada la irreparabile disgrazia di perderla.

La grazia di N. S. G. C. sia sempre con noi. Amen.

Affezionatissimo in G. C. Sac. Gio. Bosco È molto bella questa indicazione che lascia a tutti i giovani del collegio di Lanzo: gli allievi amino la virtù della modestia e della sobrietà. Don Bosco è preoccupato che la vita dei giovani assuma uno stile consono con il Vangelo. La modestia e la sobrietà sono scelte che mettono da parte la voglia di apparire e di primeggiare. Inoltre sono scelte che hanno una valenza spirituale perché portano a cercare ciò che davvero conta. L’illimitata confidenza col Direttore Don Bosco la considererà sempre una strada privilegiata per diventare grandi. È bello e promettente avere qualcuno con cui confidarsi. L’alternativa è la solitudine.

= 6 = SUL DISCERNIMENTO VOCAZIONALE = = =

Per realizzare la propria vocazione è necessario sviluppare, far germogliare e coltivare tutto ciò che si è. Non si tratta di inventarsi, di creare sé stessi dal nulla, ma di scoprirsi alla luce di Dio e far fiorire il

proprio essere. La tua vocazione ti orienta a tirare fuori il meglio di te stesso per la gloria di Dio e per il bene degli altri.

(Papa Francesco, Christus Vivit 257)

L11 - Alla signorina Maria Marietti di Milano13

Torino, 24 marzo 1872 Preg.ma Signorina Maria Marietti,

Ella si dà molto pensiero per la scelta dello stato e fa bene; perciocché da questa decisione può dipendere la felicità di questa vita e quella del paradiso. Io adunque pregherò Dio che la illumini e disponga quanto è bene per la sua maggior gloria.

Se poi vuole accertarsi di riuscire bene ecco quello che ci insegna S. Paolo:

1° Procurate che con buone opere rendiate certa la vostra vocazione e la scelta del vostro stato. 2° La preghiera, la frequente comunione, la ritiratezza ne sono le basi. Legga la storia di Rebecca e di Isacco. 3° Se però Dio la inspira a dare un calcio al mondo, non ne sia contraria; e in ciò segua letteralmente il parere del suo direttore spirituale.

Mi raccomando alla carità delle sue sante preghiere e mi professo in G. C. Obbligatissimo servitore

Sac. Gio. Bosco

12 Epistolario II, 245-246; Memorie Biografiche X,1038.

13 ASC B31010 Lett. orig.

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Nei discernimenti vocazionali Don Bosco si mostra molto preoccupato perché sa che c’è in gioco la vita di un giovane, la sua felicità. Scegliere la propria strada è sempre un momento affascinante ma al contempo sfidante. Le indicazioni che Don Bosco da per il discernimento sono preziose: 1. vivere nella dimensione del dono perché solo amando si scoprono le vie dell’amore a cui siamo chiamati, e a tal proposito papa Francesco ha detto: “la vita la si possiede solo donandola”14; 2. l’unione con Dio e la ritiratezza ovvero l’intimità con Dio; 3.

Avere una guida spirituale. Sono indicazioni che Don Bosco anche oggi continua a ripetere.

L12 - Agli alunni della 4a e 5 a ginnasiale di Borgo San Martino15

Torino, 17 giugno 1879 Miei cari figli,

prima d’ora avrei desiderato di rispondere ad alcune letterine scrittemi dal caro vostro professore e da parecchi di voi. Non potendo ciò fare a ciascuno in particolare, scrivo una lettera per tutti, riserbandomi di parlare a ciascuno privatamente nella festa di san Luigi.

Ritenete dunque che in questo mondo gli uomini devono camminare per la via del cielo in uno dei due stati: ecclesiastico o secolare. Per lo stato secolare ciascuno deve scegliere quegli studi, quegli impieghi, quelle professioni che gli permettono l’adempimento dei doveri del buon cristiano e che sono di gradimento ai propri genitori. Per lo stato ecclesiastico poi si devono seguire le norme stabilite dal nostro divin Salvatore: rinunziare alle agiatezze, alla gloria del mondo, ai godimenti della terra per darsi al servizio di Dio [...].

Nel fare questa scelta ciascuno ascolti il parere del proprio confessore e poi senza badare né a superiori né ad inferiori né a parenti né ad amici risolva quello che gli facilita la strada della salvezza e lo consoli al punto della morte. [...]

La grazia di nostro signor Gesù Cristo sia sempre con voi tutti e vi conceda il prezioso dono della perseveranza nel bene. Io vi raccomanderò ogni giorno al Signore e voi pregate anche per me che vi sarò sempre in Gesù Cristo

Affezionatissimo amico Sac. Giovanni Bosco Scrivendo a tutti giustamente Don Bosco presenta ambedue le vocazioni possibili (qui i destinatari sono ragazzi e non le ragazze): la vita come laico e la vita sacerdotale. Al di là della scelta, Don Bosco dice che la via da prendere è quella che gli facilita la strada della salvezza e lo consoli al punto della morte. La scelta vocazionale non è quindi primariamente un’azione a favore di altri, ma è innanzitutto una questione di salvezza dell’anima. Solo chi prende quelle strade che salvano l’anima potrà essere capace di spendersi per gli altri. Anche pensarsi in punto di morte aiuta: alla fine della mia vita su che cosa sarò giudicato?

L13 - Ad Annetta Pelazza16

Torino, 20 luglio [1864]

Pregiatissima giovane Pelazza Annetta,

1º L’obbedienza è per voi la via sicura per giungere al cielo. 2º Per mettere in esecuzione il pensiero che da qualche tempo vi occupa la mente (questo non me lo avete detto, ma parmi di vederlo nella vostra mente: farvi religiosa) mettetevi interamente nelle mani delle vostre sante superiore. 3º Quando avrete bisogno di qualche cosa andatela a domandare a Gesù sacramentato e a Maria Immacolata e sarete sempre esaudita.

Dio vi benedica e ci conceda a tutti di camminare per la via della salvezza dell’anima.

Pregate per me che vi sono in Gesù Cristo. Umile servitore Sac. Gio. Bosco

14 Papa Francesco, Omelia Santa Messa consegna della Croce della GMG, 22 novembre 2020.

15 Fonti Salesiane, Las-Roma 2014, p.696.

16 Epistolario II,60.

(9)

La salvezza dell’anima rimane e rimarrà sempre il chiodo fisso di Don Bosco al punto che è questa la chiave per dirimere le questioni vocazionali. Nella vita si tratta di fare quelle scelte che sono per la salvezza dell’anima propria e delle persone a noi affidate. Dovremmo forse recuperare oggi la parola anima e liberarla da significati semplicistici o da quei riduzionismi che la considerano poco più di una emozione. È, invece, lo Spirito che geme in noi, è presenza di Dio, è un pezzo di Cielo, è il respiro di Dio nell’uomo. Il cammino vocazionale è vero se fa respirare l’anima, se tutta la tua vita respira nella verità e nella libertà.

= 7 = SULLE AMICIZIE = = =

L’amicizia è un regalo della vita e un dono di Dio. Attraverso gli amici, il Signore ci purifica e ci fa maturare. Allo stesso tempo, gli amici fedeli, che sono al nostro fianco nei momenti difficili,

sono un riflesso dell’affetto del Signore, della sua consolazione e della sua presenza amorevole.

(Papa Francesco, Christus Vivit 151)

L14 - Al giovane Ottavio Bosco di Ruffino17

Torino, 9 gennaio 1861 Carissimo Ottavio,

La signora marchesa Fassati non ha potuto trovare un libro di Chiesa in Inglese come desiderava. Mentre si adopera per ricercarlo, mi dà La pratica di amar Gesù Cristo di S.

Alfonso; ella mi dice essere eccellente traduzione e con buona lingua.

Caro Ottavio: coraggio; sta attento ai cattivi compagni e fuggili; cerca i buoni e imitali.

Il tesoro più grande è la grazia di Dio: la prima ricchezza il santo timor di Dio.

Prega per me: saluta maman e tua sorella da parte mia: ed abbimi sempre quale con affetto mi professo di te car.mo

Aff. amico Sac. Bosco Gio.

L15 - Al giovane Bernardo Musso18

Roma, 16 febbraio 1870 Mio caro Bernardo Musso,

Io ora ho molto bisogno di essere aiutato dalle tue preghiere e dei tuoi compagni.

Cercami dunque tra i tuoi amici quelli che desiderano di aiutarmi e conducili ogni giorno all’altare di Gesù Sacramentato per raccomandargli i miei bisogni.

Quando io tornerò a Torino, mi presenterai quelli che ti hanno accompagnato in quelle visite ed io darò a tutti un bel ricordo.

Tuo affezionatissimo amico Sac. Gio. Bosco.

In queste due lettere emerge chiaramente che per Don Bosco le amicizie sono dirimenti.

Possono essere motivo di salvezza, di felicità o motivo di smarrimento, di disorientamento.

Nelle amicizie si tratta di prendere posizione, di essere avveduti ma anche di coinvolgere nel bene. Infatti Don Bosco invita Bernardo a coinvolgere gli amici nella preghiera.

«Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro» (Sir 6,14). Don Bosco lo sapeva bene e per questo proponeva le compagnie come luogo in cui coltivare le amicizie. L’amicizia deve permettere l’imitazione reciproca, l’esempio vicendevole, la testimonianza edificante. Le amicizie vanno custodite e, per Don Bosco, devono essere il luogo in cui si cresce nel bene.

17 Epistolario I,203-204; Memorie Biografiche VI,835.

18 Epistolario II,79.

(10)

= 8 = SULLO STUDIO E IL PROPRIO DOVERE = = =

La giovinezza però non può restare un tempo sospeso: essa è l’età delle scelte e proprio in questo consiste il suo fascino e il suo compito più grande.

(Papa Francesco, Christus Vivit 140)

L16 - Al giovane Ottavio Bosco di Ruffino19

Torino, 28 giugno 1855.

Car.mo Ottavio,

Si avvicina il tempo degli esami e mi dici che ti raccomandi a S. Luigi, e fai bene. Abbi soltanto viva fede nella protezione di questo santo, ed io ti assicuro che l’esito de’ tuoi esami sarà felice. Non mancherò di pregare anch’io pel medesimo fine.

In quanto all’aumento di memoria non darti pena: coltiva quella che hai, e crescerà; se poi sarà bene all’anima tua un aumento speciale, Dio lo farà.

Avrei altre cose intorno a cui discorrere, ma spero che dopo i tuoi esami avremo tempo di fare tra noi una buona chiacchierata intorno a quanto occorre.

Domani avvi nell’Oratorio di S. Francesco di Sales l’Indulgenza Plenaria; fa eziandio di acquistarla. Saluta maman e gli altri di casa; amami nel Signore e credimi

Tuo aff.mo D. Bosco Giov.

Don Bosco è vicino alla vita concreta dei giovani e in questo caso fa sentire la sua vicinanza a Ottavio oramai prossimo agli esami: non mancherò di pregare anch’io pel medesimo fine.

Allo stesso tempo non perde occasione per proporre un confronto, una buona chiacchierata.

Ogni occasione è buona per favorire l’incontro personale e il confronto. Ma prima gli esami.

L17 - Al giovane Emanuele Fassati20

Torino, 1º giugno 1866.

Caro Emanuele,

Nella cara tua lettera che ti sei piaciuto inviarmi domandavi che avessi pregato perché la Santa Vergine ti concedesse buona volontà ed energia di studiare. L’ho fatto volentieri e ben di cuore in tutto il mese di Maria. Non so per altro se io sia stato esaudito. Amerei molto di saperlo; sebbene io abbia motivo a credere affermativamente.

Papà, Maman ed Azelia stanno bene; spesso li vedo alle cinque mezzo di sera, ed il nostro discorso in gran parte è sempre di te. Gli altri sono sempre inquieti per timore che tu non vada avanti nello studio e così aggiunga loro qualche dispiacere ai molti che tu sai già avere avuto in quest’anno. Io li consolo sempre, appoggiato sull’ingegno, buona volontà e promesse di Emanuele. Mi sbaglierò? Credo di no.

Ancora due mesi, e poi che bella festa se i tuoi esami riusciranno bene! Dunque, caro Emanuele, io continuerò a raccomandarti al Signore. Tu fa uno sforzo: fatica, diligenza, sommessione, ubbidienza, tutto sia in movimento, purché riescano gli esami.

Dio ti benedica, caro Emanuele; sii sempre la consolazione de’ tuoi genitori colla buona condotta: prega eziandio per me che di cuore ti sono

Affezionatissimo amico Sac. Bosco Gio.

19 Epistolario I,108; Memorie Biografiche V,352.

20 Epistolario I,398-399; Memorie Biografiche VIII 397-398. Anche in Fonti Salesiane, Las-Roma 2014, p.462-463.

(11)

In più di qualche lettera abbiamo colto che tra il giovane e Don Bosco vi era un rapporto epistolare continuativo. Don Bosco cercava di seguire i suoi giovani, di rispondere alle loro lettere, di sapere come stanno andando le proposte fatte o come sta proseguendo quanto condiviso in precedenza. Al santo sta a cuore che i giovani compiano il loro dovere e siano sempre la consolazione de’ genitori colla buona condotta. Il compimento del proprio dovere, in questo caso lo studio, e uno stile di vita impegnato sono dei tratti che don Bosco spera di vedere in ogni giovane e sono per lui motivo di preghiera per i giovani.

= 9 = LO STILE = = =

Cari giovani, sarò felice nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso. Correte «attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne

del fratello sofferente. Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti.

(Papa Francesco, Christus Vivit 299)

L18 - A un giovane non identificato21

Torino, 28 settembre 1868.

Amico car.mo,

Giovedì prossimo alle nove la mattina spero di passare per Reaglie Mongreno, e passare alcune ore teco in piacevole ricreazione. Mi faresti poi la cosa più cara se a pranzo non ci fosse altro apprestamento se non il tuo ordinario. Capisci?...

Dio benedica te e la tua famiglia e credimi con verace affetto

Aff.mo amico Sac. Gio. Bosco.

In questa lettera don Bosco chiede una cosa semplice ma significativa. Desidera che il pranzo sia normale: a pranzo non ci sia altro apprestamento se non il tuo ordinario. È una richiesta che conferma quanto a Don Bosco stesse a cuore la sobrietà. Interessante che sia Don Bosco a fare il primo passo. Il suo sembra quasi un autoinvito. Gli interessa stare, vivere il sacramento salesiano della presenza.

L19 - Al giovane Cesare Callori22

Torino, 6 settembre 1867 Car.mo Signor Cesare,

Questa volta non è più Cesare, ma è D. Bosco che confessa la colpa. Gira di qua, trotta di là e intanto non ho compiuto il mio dovere coll’inviare il libro che il nostro Cesare erasi offerto di tradurre per le nostre Lett. Catt. Ora aggiustiamo le cose in famiglia. Un fascicolo per Lei, l’altro per la damigella Gloria; e siccome io fui in ritardo nella spedizione, così Ella aggiusterà o meglio compenserà il tempo perduto con una diligenza e sollecitudine speciale nell’esecuzione del lavoro.

Che disinvoltura ha D. Bosco nel comandare! Fortuna che ha da fare con gente docile ed obbediente, altrimenti mi lascerebbe solo per cantare e portare la croce.

Mentre per altro mi confesso colpevole vorrei comandarle, dirò meglio, vorrei raccomandarle due cose, di cui abbiamo già qualche volta trattato.

Nei vari compartimenti del suo tempo stabilisca di confessarsi ogni quindici giorni od una volta al mese; non ometta mai giorno senza fare un po’ di lettura spirituale... Ma zitto: non facciamo la predica. Bene, terminiamo.

21 Epistolario I, Lettera 687.

22 Epistolario I,498-499; Memorie Biografiche VIII,925. Chiede scusa per il ritardo nell’inviargli il fascicolo da tradurre per le Letture Cattoliche.

(12)

Faccia tanti saluti a Papà e Maman e a tutti quelli della sua rispettabile famiglia. Mi dia qualche buon consiglio; gradisca che le auguri ogni benedizione celeste e mi creda colla più sentita gratitudine,

Di V. S. car.ma Obbl.mo servitore Sac. Gio. Bosco Don Bosco sa essere anche ironico, ridendo di sé riesce a giustificare una sua dimenticanza. Appare furbo in questa lettera! Ma anche in questo caso non perde occasione per invitare alla vita spirituale ma senza andare oltre, tanto da dire a se stesso: Ma zitto: non facciamo la predica.

= 10 = TRE S TRA CUI SANTITÀ = = =

A tutti i giovani cristiani scrivo con affetto questa Esortazione apostolica, vale a dire una lettera che richiama alcune convinzioni della nostra fede e, nello stesso tempo,

incoraggia a crescere nella santità e nell’impegno per la propria vocazione.

(Papa Francesco, Christus Vivit 3)

L20 - Al giovane Vittorio Cesconi23

Torino, 27 giugno 1873.

Carissimo Victor,

Con vero piacere ho ricevuto la tua lettera che mi dà notizie della sanità tua e di quella di tua madre. Godo assai che tu sii bene ristabilito e prego Dio che ti conceda tre S tutti maiuscoli: Sanità, Santità, Sapienza. Non mancherò di pregare Dio perché conservi lungamente i giorni preziosi della vita di Maman.

Mi tornarono assai graditi i tuoi auguri, e mi raccomando alla augusta Regina del cielo che li voglia centuplicare sopra di te. Tu mi mandi franchi 26 pei miei poveri fanciulli. Ottimo pensiero. Dio benedice la carità specialmente nei fanciulli. [...]

Mio caro Victor, Dio ti benedica e ti conceda ogni bene; prega anche per me, che di cuore ti sarò sempre in G. C.

Affezionatissimo amico Sacerdote Gio. Bosco.

A Don Bosco stanno a cuore tutte le dimensioni della persona: la salute l’intelligenza, la vita spirituale ovvero quel cammino di sintesi che porta alla santità. Da notare che anche le offerte per Don Bosco son preziose, un Ottimo pensiero.

In quasi tutte le lettere don Bosco chiede preghiere: prega anche per me. È un atteggiamento prezioso che rivela l’umiltà del cuore.

* * * * *

Un esercizio pratico. Prova a pensare che queste lettere di Don Bosco siano indirizzate a te. Si tratta ora di rispondere. Perché non scrivi una tua lettera a Don Bosco o a chi, in questo momento, è Don Bosco nella tua vita? Scrivere lettere è un esercizio di scavo, è scendere in profondità, è dare un nome a quello che vivi, è uno dei luoghi in cui il sangue della vita può incontrarsi con i gemiti dell’anima.

A cura di don Igino Biffi igino.biffi@gmail.com

23 Ha ricevuto la sua lettera e si compiace per le buone notizie riguardo la sua salute e quella dei familiari; ringrazia per l’offerta inviata e auspica sempre un colloquio personale. In ASC B31210 Mss. aut. in fotoc., Cesconi (A 1790329) mc. 2664 bis A 5/6.

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