Nocera Inferiore. Inseguito da un ordine di carcerazione arrestato dagli agenti della Polfer
NOCERA INFERIORE. Cagliaritano arrestato dalla polizia ferroviaria: doveva scontare tre mesi di reclusione per reati contro la persona. Non è sfuggito al controllo degli ispettori Raffaele De Vivo e Pietro Scarpato e del soprintendente Alfonso Campanella il 42enne A.C., inseguito da un ordine di carcerazione emesso dalla procura di Livorno.
Gli uomini della polfer nocerina, guidati dell’ispettore De Vivo, nella stazione di Nocera Inferiore hanno notato la presenza di un uomo a che alla vista delle forze dell’ordine ha tentato di allontanarsi con fare circospetto. I poliziotti hanno bloccato e controllato l’uomo scoprendo che era destinatario di un’ordinanza di carcerazione. Arrestato A. C.
e, dopo i rilievi foto dattiloscopici di rito, è stato condotto alla casa circondariale di Salerno per l’espiazione della pena.
Pagani/Castel San Giorgio.
Morta 27enne paganese vicino Rabat
Su Le Cronache oggi in edicola
PAGANI / CASTEL SAN GIORGIO. Muore mentre è in vacanza in
Marocco in un incidente stradale. Questo il tragico destino di una 27enne residente a Pagani ma originaria di Castel San Giorgio, Rosa Izzo, che si trovava con amici e con il compagno in vacanza in terra africana. L’incidente sarebbe accaduto alle prime luci dell’alba di lunedì scorso. L’auto con Rosa, probabilmente il suo compagno Lello Cirota e alcuni amici, secondo le prime notizie, sarebbe partita da Casablanca e, all’altezza della capitale, Rabat, avrebbe avuto un incidente stradale. Nell’impatto, stando le scarsissime notizie a disposizione, sarebbero morte altre due persone. Cirota starebbe bene. Questa mattina, un familiare raggiungerà il luogo dell’incidente pe provvedere al rientro della salma. La coppia paganese pare avesse programmato un viaggio a Sidney ma all’ultimo momento aveva deciso per la stupenda terra di Marocco. Felici del loro viaggio, Rosa e Lello avevano postato su facebook le foto della loro vacanza. A Rosa, come scriveva, mancavano le due figliolette in tenerissima età, che aveva lasciato in Italia con i nonni e che anelava riabbracciare presto. Purtroppo l’avverso destino ha portato in cielo Rosa.
Difficoltà enormi per mettersi in contato anche con le nostre autorità diplomatiche e per ricostruire la dinamica dell’incidente stradale che, probabilmente, potrà essere chiarito nelle prossime ore. La notizia del decesso di Rosa si è diffusa a Pagani e a Castel San Giorgio ieri pomeriggio, provocando grande commozione per le tante amiche che conoscevano Rosa e che avevano gioito vedendo le foto del suo viaggio in Marocco. Una tragedia che coinvolge dunque due comunità e che ancora va chiarita in tutti i suoi aspetti, un in cidente maledetto.
Mercato San Severino. Delitto Faggiano, nuove piste
di Carmine Pecoraro
MERCATO SAN SEVERINO. Si aprono due nuove piste sulla scomparsa di Raffaele Faggiano, detto “Raffaele acqua e viente”, scomparso misteriosamente il 20 marzo 2008 e si sospetta sia vittima di una lupara bianca. L’uomo che aveva 39 anni al momento della scomparsa era sposato e padre di due figli uno dei quali è ora un affermato calciatore di lega pro dopo essersi fatte le ossa nel settore giovanile della Fiorentina sotto la guida di Edy Baggio. In un primo momento gli inquirenti avevano seguito la pista passionale, ora invece sono addirittura due le strade che gli inquirenti seguono che possano dare una spiegazione circa la scomparsa dell’uomo compagno di merenda di un altro noto ladro locale ossia Gerardo Salvati detto “Gerardo o topo” con l’abilità con cui riusciva ad entrare ed a svaligiare gli appartamenti. Secondo indiscrezioni la procura di Torre Annunziata avrebbe aperto un fascicolo sulla vicenda legando la scomparsa dell’uomo ad un possibile sgarro ad un clan della zona per una partita di cocaina non pagata. L’altra pista è quella che sarebbe seguita dalla Procura di Nola relativa alla vendita di auto di grossa cilindrata(Bmw, Mercedes, Porshe, Alfa Romeo) che venivano rubate nei paesi vesuviani e poi trasferite in Marocco, Egitto e Libia. Un affare di centinaia di migliaia di euro e qui lo sgarro sarebbe stato fatto ad un altro clan della zona. In entrambi i casi a parlare sono stati dei pentiti le cui rivelazioni ora sono al vaglio degli inquirenti. I magistrati nei prossimi giorni sentiranno anche la moglie di Faggiano ed il cognato dello stesso Matteo Lamberti, conosciuto come
“Matteo o zelletto”, già coinvolto e poi prosciolto nel delitto di Tonino Carratù detto “o trombone”. Dovrebbero essere ascoltati dagli inquirenti anche Gerardo Salvati ed
altri noti esponenti della criminalità sanseverinese. Intanto la moglie ha presentato nei mesi scorsi la richiesta di di dichiarazione di morte presunta del congiunto al Comune Mercato San Severino e al Tribunale di Nocera Inferiore e che una volta e se accolta consentirà alla donna di accedere allo stato di vedova e di conseguenza con tutto ciò che ne consegue dal punto vista civilistico. La signora potrà legittimamente entrare in possesso lei e gli altri aventi diritto di una eventuale eredità nonchè sposarsi nuovamente. Va ricordato che nel caso di accertamento di sussistenza in vita del presunto deceduto tutti gli atti conseguenti alla dichiarazione di decesso e la stessa dichiarazione sono nulli. La donna ad un mese esatto dalla scomparsa del marito, ossia il 21 aprile si rivolse anche alla nota trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”. Sul sito del programma televisivo si legge “Lavora come guardiano in un cantiere, dove accudisce due diversi tipi di cane da guardia. La sua macchina e la sua moto sono state trovate regolarmente parcheggiate, ma di lui nessuna traccia”.
Dopo sette anni dalla scomparsa ora si aprono due piste per fare piena luce sulla vicenda della scomparsa di Raffaele Faggiano.
Babbo Natale? Viene da
Salerno. Tra Comune e
Autorità portuale stanziati
170mila euro per il film di
Maurizio Casagrande
di Marta Naddei
Babbo Natale non viene da Nord. Babbo Natale viene proprio da Salerno e per la precisione da via Roma. Anche se, a quanto pare, l’uomo vestito di rosso, qui in città, ha un doppio domicilio: l’altro è in via Sabatini. Due indirizzi che corrispondono, rispettivamente, al Comune di Salerno ed all’Autorità portuale che hanno deciso di vestire i panni di colui che elargisce doni e regalare alla Italian dreams factory – la casa di produzione del film “Babbo Natale non viene da Nord”, per la regia di Maurizio Casagrande e con la partecipazione di Mariagrazia Cucinotta ed Annalisa Scarrone – la somma di 169.906 euro a titolo di contributo per la realizzazione della pellicola che è stata in parte girata a Salerno lo scorso anno durante il periodo delle Luci d’Artista e le cui riprese sono recentemente terminate. L’uscita nelle sale è prevista per il prossimo mese di novembre e a palazzo di città stanno anche immaginando un’anteprima nazionale da tenere proprio a Salerno.
E’ stato con la delibera di giunta dello scorso 3 luglio che la giunta comunale di Salerno ha deciso di stanziare l’importo di 100mila euro – cifra autonomamente decisa dall’esecutivo cittadino – alla Idf (il budget complessivo per la realizzazione del film è poco superiore al milione di euro), immaginando un ritorno economico e di immagine per la città di Salerno pari a circa 274mila euro. Alla base della decisione – riassumendo il contenuto della corposa delibera giuntale – «la diffusione di un immagine positiva della città contribuisce a rivitalizzare il circuito economico attraverso maggiori afflussi di turisti legati anche alla ulteriore motivazione della curiosità, che nasce nello spettatore, di visitare luoghi e ambientazioni del set cinematografico, tipico del fenomeno denominato “cineturismo”». Il progetto, nato sotto il sindacato di Vincenzo De Luca, si concretizza in termini di
esborso economico, in quello di Vincenzo Napoli, presente alla seduta di giunta che ha deliberato lo stanziamento. Uno stanziamento che, di fatto, attiene alla sfera della promozione e del marketing e una cui parte dovrebbe servire anche al pagamento delle 380 comparse utilizzate nel film (29.000 euro) che, ad oggi, sarebbero ancora in attesa di essere remunerate.
Meno generoso ma comunque consistente, l’impegno da parte dell’Autorità portuale di Salerno: due le delibere dell’ente presieduto da Andrea Annunziata per un ammontare complessivo di circa 70mila euro. La partecipazione dell’Authority all’elargizione del contributo alla Idf è da ricercarsi in alcune scene del film che sono state girate nell’area portuale di Salerno. Si tratta di contributi per la postproduzione del film: 21.350 euro andranno alla società che si occuperà della lavorazione audio della pellicola, la Magda film; 48.556 euro, invece, saranno destinati all’azienda che si occuperà delle lavorazioni video, la Red postproduction.
Sugli scudi i consiglieri comunali di opposizione Raffaele Adinolfi e Roberto Celano che nei mesi scorsi si erano interessati proprio sui costi dell’operazione. Addirittura, ad una interrogazione, gli uffici avevano risposto smentendo un impegno economico concreto, tanto che vi era anche la delibera 310/2014 che parlava di “mero atto di indirizzo”, fatto salvo poi di “riservarsi ogni ulteriore ed eventuale determinazione al riguardo”.
«Tutti quelli a cui l’amministrazione ha fatto credere che Casagrande e Cucinotta avevano scelto Salerno perchè era bella, perchè c’erano le luci si ricredano!
Salerno è stata scelta perchéqualcuno si era impegnato a pagare con i soldi pubblici dei salernitani» – scrive Adinolfi.
Gli fa eco Roberto Celano che parla di «spot elettorale da 100mila euro». «Ci dissero – prosegue – che all’epoca la notizia dell’elargizione del contributo non rispondeva al vero. Ora a tutti è noto che a Salerno c’è un Babbo Natale che fa perfino il “produttore” con i soldi della collettività!
Ecco perché il Comune e’ sull’orlo del dissesto ed i salernitani pagano le tasse più alte d’Italia! Noi tutti paghiamo lo spot continuo per uno solo!».
Inchiesta Mastrolindo. Il patron della Paganese e il fratello lasciono gli arresti domiciliari
di Alfonso Serra
NOCERA INFERIORE. Truffe Inps: i fratelli Trapani lasciano gli arresti domiciliari e vengono sottoposti all’obbligo di dimora a Pagani. E’ andata meglio questa volta per il 39enne Raffaele Trapani, noto per essere il patron della Paganese calcio, e per il 40enne fratello Antonino, dopo che ad aprile scorso analoga richiesta era stata respinta. Il tribunale nocerino ha accolto la richiesta dell’avvocato Giovanni Annunziata, difensori dei due imputati. I due fratelli paganesi, assieme ad altre tre persone, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a varie truffe all’Inps, attraverso la creazione di ditte di pulizia alle cui dipendenze venivano fatti risultare come assunti operai che, in realtà, non avevano mai lavorato. I fittizi rapporti di lavoro subordinato erano necessari per ottenere dall’Inps le indennità di disoccupazione, maternità e malattia. I due fratelli avrebbero utilizzato anche persone ignare del sovradimensionamento delle ditte di cui erano amministratori, o avvalendosi della collaborazione consapevole di altre aziende di tre indagati in altri filoni dell’operazione “Mastrolindo” avrebbero denunciato falsamente all’Inps l’assunzione di numerosi
dipendenti cosi simulando l’esistenza di numerosi rapporti di lavoro. Il pm Roberto Lenza ha configurato per i fratelli Trapani l’aggravante di essere i promotori e gli organizzatori dell’associazione per delinquere attiva tra Pagani e Nocera Inferiore dal 2010 in poi.
I due Trapani sono accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso con altre quattro persone per aver costituito e gestito, fino al 31 marzo 2011, la ditta di pulizia Italian Work srl che avrebbe assunto fittiziamente 720 operai per un numero di giornate lavorative sufficiente ad ottenere prestazioni previdenziali dall’Inps e, quindi, simulando per l’anno 2010-2011 l’esistenza di numerosi rapporti di lavoro nel settore dei servizi alle dipendenze della stessa Italian Work (il danno partito dall’Inps è di 2 milioni die uro) La terza accusa riguarda una truffa e una tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche assieme ad altre cinque persone per aver costituito e gestito la ditta di pulizia
“Europ Service srl” che avrebbe assunto fittiziamente 200 operai (altri due milioni di euro di danni all’Inps). I due fratelli erano stati arrestati nel novembre scorso e posti ai domiciliari. I Trapani, titolari della Global service, azienda realmente esistente e in attività nel settore delle pulizie, appaltavano i lavori per pulire le industrie conserviere dell’Agro nocerino e poi le subappaltavano a due ditte fittizie, a loro riconducibili, la Italian Work srl e la Europ Service srl. Queste aziende venivano gestite ufficialmente da prestanome che poi provvedevano alle assunzioni delle 700 persone alla Italian Work e di sulle 300 unità alla Europ Service. Il sub appalto era poi necessario per garantirsi società cartiere che non versassero i contributi all’Inps, consentendo così il reale guadagno della truffa per le illecite erogazioni delle indennità di disoccupazione, malattia e maternità.
Cantone, il salva De Luca:
modifiche alla Severino
di Marta Naddei
Raffaele Cantone dà a Vincenzo De Luca un motivo per sorridere. O meglio, 25 buoni motivi. Venticinque quante sono le proposte di modifica alla legge Severino approvate in una delibera – dasottoporre a governo e parlamento – dall’Autorità nazionale anticorruzione presieduta proprio dal magistrato partenopeo il quale, nel corso delle settimane, ha espresso p a r e r i t a l v o l t a d i s c o r d a n t i t r a l o r o i n m e r i t o all’applicazione della tanto contestata norma. Venticinque punti in cui vengono evidenziate migliorie da apportare, lacune da colmare, imprecisioni da correggere nel testo della legge la cui applicazione, a breve, potrebbe tenere Vincenzo De Luca fuori dal portone di palazzo Santa Lucia.
E tra quelle che sono le segnalazioni dell’Anticorruzione ce n’è una piuttosto familiare ed in voga negli ultimi mesi.
Letteralmente, nella delibera dell’Anac, si parla di «mancata armonizzazione delle divergenti discipline (decreto legislativo 39 e decreto legislativo 235, cosiddetta ‘legge Severino’) delle conseguenze sull’incarico (sospensione) per condanne penali non definitive», tradotto in soldoni si potrebbe tranquillamente leggere “caso Vincenzo De Luca eletto presidente della Regione Campania”. L’ex sindaco di Salerno porta con sé la sua condanna in primo grado per abuso d’ufficio (ad un anno di reclusione e due anni di interdizione dai pubblici uffici) nel processo per il Termovalorizzatore di Salerno: una circostanza che, alla luce degli effetti della Severino, gli varrà la sospensione dalla sua carica di governatore della Campania.
Ed è qui che potrebbero piombare l’Anac e Raffaele Cantone
che, nell’articolato documento posto all’attenzione di governo e parlamento, fanno proprio riferimento alla «necessità di un coordinamento tra le ipotesi di inconferibilità degli incarichi per condanna non definitiva previste da uno dei decreti attuativi della legge 190 anticorruzione, ossia il 39/2013, e le ipotesi di sospensione dalla carica previste dall’altro decreto attuativo, il 235/2012». In pratica, tra le due norme – come specificato nel punto 7 della delibera – ci sarebbero delle sostanziali divergenze, nonostante l’obiettivo unico che si prefissano, ovvero quello di evitare l’accesso o la permanenza in carica di soggetti che non presentano i dovuti requisiti di moralità e imparzialità. Ma tra i due decreti attuativi ci sarebbero troppe incongruenze: da una parte, infatti – stando a quanto riportato nella delibera dell’Anac, «il decreto 39 prevede una graduazione delle conseguenze in rapporto alla gravità dei reati, il 235 negli articoli 8 e 11 sulla sospensione da cariche regionali e locali non applica né distinzioni né graduazioni in base al reato e alla pena inflitta». Motivi sufficienti, per Cantone e i s u o i , a d i n d u r r e i l l e g i s l a t o r e a p r o c e d e r e a d
«un’armonizzazione».
Certo, non si sa se e quando queste proposte di modifica verranno prese in considerazione. Il dato, però, è che se è vero – come pare – che non ci sarà una legge “ad personam”, non si può escludere che non vi sia una modifica alla legge
“ad personam”.
Calcio scommesse. Bufera su
Lega Pro e serie D. 30
squadre coinvolte. Fermi eccellenti, il ruolo di Ciccarone
Calcio scommesse: maxi-blitz della polizia. Sott’inchiesta partite di Lega Pro e serie D.Alle prime luci dell’alba gli agenti hanno eseguito numerose perquisizioni anche a società di calcio e club. L’indagine parte da Catanzaro e si è estesa anche alle province di Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L’Aquila, Ascoli Piceno, Monza, Vicenza, Rimini, Forli’, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova, Savona.
Diversi anche i fermi di persone tra i quali anche stranieri.
Contestata, in alcuni casi, l’aggravante mafiosa, per la vicinanza alla cosca Iannazzo della ‘ndrangheta.
Fermi eseguiti dalla polizia anche ad Eboli e Pagani.
Tra i fermati ci sono tre salernitani: l’ebolitano Antonio Ciccarone, direttore sportivo del Neapolis, squadra che vede coinvolti anche il presidente Mario Moxedano, fratello dell’ex assessore comunale Franco – attuale proprietario del Neapolis, ex presidente del Savoia ed ex vice presidente del Napoli ai tempi della presidenza di Hellenio Gallo – e suo figlio Raffaele; il direttore sportivo del Monza, il paganese Gianni Califano e suo padre Bruno; l’avellinese Adolfo Gerolino, ex calciatore della Pro Patria.
La combine avrebbe riguardato decine di partite con una trentina di squadre coinvolte. Tra queste Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor Lamezia, Sant’Arcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas, San Severo. Sospetti anche su una partita di Lega Pro, Juve Stabia-Lupa Roma del 1 novembre 2014. Tra i fermati anche Arturo Di Napoli, ex calciatore del Napoli (dal 95 al
97) e attuale allenatore del Vittoriosa ex Savona calcio.
S A L E R N O . A n t o n i o C i c c a r o n e è l ’ u o m o d i v e r t i c e dell’associazione a delinquere dedita alle frodi sportive e a l l e t r u f f e . U n r u o l o p r e m i n e n t e q u e l l o r i o p e r t o dall’operatore di mercato nativo di Eboli. Una vera e propria rete di rapporti con calciatori , presidenti e colleghi.
Secondo la ricostruzione della Dda di Catanzaro Cicarone avrebbe concordato la vittoria del Brindisi in casa contro il San Severo (realmente avvenuta il 30 novembre del 2014 per 2-1) con un responsabile di un centro scommesse: “L’Andria c’è? Si over 3,5″. “L’hai messo? Poi giochi Brindisi 1 – continua Ciccarone al telefono con il portiere del San Severo, William Carotenuto (ex Scafatese e indagato a piede libero) – Ma di là che testa ha più o meno?”, dice. Tutto questo prima dell’incontro con Savino Daleno, che nel 2014 rivestiva ruolo di consulente di mercato del Brindisi e che si era sentito telefonicamente con il presidente del Brindisi Antonio Flora.
Proprio il numero uno pugliese avrebbe versato 15 mila euro per la combine. Stando all’impostazione della Dda di Catanzaro vi sarebbe stata “palese responsabilità” sportiva del portiere Carotenuto “sia sul primo sia sul secondo gol dei padroni di casa”. Sugli spalti ad avvertire Ciccarone del buon esito ci sarebbe stato il fratello Vinicio. ”Si sono mangiati due gol a porta vuota – dichiara invece il calciatore della Puteolana Emanuele Marzocchi ad Antonio Ciccarone prima di Pomigliano- Brindisi del 14 dicembre del 2014 – Si sono mangiati due gol a porta vuota, ha scartato il portiere e tirato fuori. Io e te a b b i a m o f a t t o i l c a p o l a v o r o ” . Q u e s t e a l c u n e d e l l e intercettazioni relative a Ciccarone, che si è avvicinato al mondo del calcio da tifoso dell’Ebolitana. Poi fu D’Eboli lo portò alla Paganese per affidargli un incarico da team manager. Poi la prima avventura da Ds con il Sapri arrivato a un passo dalla C2 prima del grande miracolo dell’Ebolitana, c h e a r r i v ò c o n u n a s o c i e t à c o m p o s t a d a t i f o s i a l professionismo. Da lì poi Ciccarone ha girato altre piaze, messina, Siracusa, Turris prima della Neapolis quest’anno. E
tra arrestati e indagati ci sono molti calciatori legati a Ciccarone come Astarita che ha definito in un’intercettazione Ciccarone padre putativo, oppurel’argentino Pignatta oppure Izzo e Melillo. Tanti ex giocatori dell’Ebolitana ma anche della Paganese. Giocatori che spesso hanno seguito Cicccarone nelle sue avvenure. E a proposito di Ebolitana, tra gli indagati ci sarebbe anche Daniele Piraino, ancora alla guida del club ebolitano promosso in Eccellenza quest’anno.
NOCERA I: Oliva segretario del Pd. I nomi del nuovo direttivo
di Giovanni Sapere
Nocera Inferiore. Congresso cittadino del Pd: vince la mozione
“Insieme per…” e nuovo segretario del partito è Alfonso Oliva.
Ieri sera, al termine dello spoglio delle schede, con 355 voti, pari al 56,5% dei votanti, Oliva ha vinto la sfida con Dina Pagano di “#CambiaMenti” (213 voti-34%) e Luca Forni per
“Il partito che ci piace” (56 voti-9%). Alla mozione “Insieme per…” vanno 34 componenti del direttivo sui 60 totali, a
#CambiaMenti 21 e cinque a “Il partito che ci piace”. Hanno votato in 615 su 738 iscritti.
Il gruppone di “Insieme Per” con le sue 400 e più tessere, è sostenuto da Vincenzo Petrosino, ex vicesindaco e attuale portavoce del partito, dai consiglieri comunali Massimo Petrosino, Francesco Esposito e Antonio Iannello, anche da alcuni fedelissimi dell’ex sindaco Antonio Romano e dell’ex assessore Rosario Cozzolino (a loro si riferirebbero una
settantina di persone), oltre che da una serie di esponenti storici del pd. Pagano contava su circa 240 tesserati, una sessantina erano per Forni.
Alfonso Oliva è dipendente di una nota catena di supermercati, è fratello di Mimmo (è stato tra i maggiori supporter del sindaco Cuofano di Nocera Superiore, del quale è stato per breve tempo assessore, dimessosi poi dopo poco per diventare l’anima di Polis Sa) ed è figlio del sindacalista Cgil e dirigente del Pci Galante. Alfonso Oliva è stato candidato al consiglio comunale di Nocera Inferiore nel 2011 (131 voti) e nel 2012 (64) con il Pd. Luca Forni, avvocato, già consigliere comunale nella giunta di centrodestra con il sindaco Aldo Di Vito alla fine degli anni Novanta, poi diventato segretario dei Popolari Udeur, nel 2011 candidato al consiglio comunale con l’Udeur (86 voti) a sostegno del sindaco Manlio Torquato e dal 2012 è iscritto al Pd. Dina Pagano, figlia del dirigente del pd Tonino Pagano, funzionario della Regione Campania ed è stata sempre vicina al partito.
Ecco il nuovo direttivo.
Per “Insieme per”, con il segretario Alfonso Oliva ci saranno 33 componenti, nell’ordine: il consigliere comunale Massimo Petrosino, Lucia Bove, Giancarlo Pagliuca, Rosa Petrosino (già esponente del Pci), Antonio Fortino, Raffaella D’Alessandro, Raffaele Napoletano, Giuseppina Esposito, Francesco Scarfò, Maria Laura Cicalese, Mario Salsano, Alfonso Lenza, Giovanni Minardi, Eduardo Giglio, l’ex assessore di matrice socialista Salvatore Soriente, Giuseppe Afeltra, Gerardo Scarpa, Raffaele Serio, Vincenzo Daniele, Sebastiano Barone, Luigi Dattilo, Raffaele Battipaglia, Pasquale Benevento, Pietro Giordano, Gerardo D’Angelo, Alfonso Lombardo, Alfonso Oliva, Augusto Vicidomini, Antonio Stile, Gerardo Ferrentino, Enrico Esposito, Antonio Iannello e Vincenzo Calabrese.
Di #CambiaMenti, assieme al candidato segretario nel direttivo ci saranno, nell’ordine: Vincenzo Stile, Enza Sonetti, Emiddio
Stani, Adelina Tirelli, Salvatore Forte, Cristina Oliveto, Ettore Verrillo, Veronica Stile Domenico Siniscalchi, Pina Scannapieco, Felice Ianniello (ex candidato sindaco del Pd).
Alfonso Boffardi, Giacomo Apicella, Nicola Maisto, Renato Guerritore, Paolo Donnarumma, Giancarlo Di Serio, Lello Citarella Stefano De Prisco e Ilaria Granito.
Per il partito che ci piace, assieme al candidato segretario Luca Forni, sono stati eletti altri quattro componenti:
nell’ordine, Erminio Capodanno, Luciana Mandarino, Antonio Cesarano (ex vicesindaco della città), Sara Ferraioli.
Pagani. “Operazione Mastrolindo”: salgono a sei i dipendenti dell’ispettorato del lavoro indagati.
di Giovanni Sapere
Pagani/Nocera Inferiore. Operazione “Mastrolindo”: Non sono ispettori del lavoro ma dipendenti dell’area amministrativa dell’ispettorato del lavoro di Salerno. Si infittisce di nuovi elementi l’inchiesta senza fine sulle false assunzioni di lavoratori nelle ditte di pulizia, gestite da tre associazioni per delinquere a Pagani e nell’Agro nocerino. Finora sono sei i dipendenti dell’ispettorato del lavoro di Salerno finiti sott’inchiesta, di cui due ispettori del lavoro, la cui identità è ancora riservatissima, e quattro impiegati del settore amministrativo. Tra questi ultimi, c’è anche un funzionario, il cui nome è coperto dallo stretto riserbo.
Il pm Roberto Lenza e i carabinieri della sezione di pg presso la procura di Nocera Inferiore stanno ricostruendo quest’altro aspetto dell’indagine che mira proprio a chiarire l’attività di alcuni dipendenti della Direzione provinciale del lavoro di Salerno.
Al momento i nomi noti sono: Mario Ventre di Cava de’ Tirreni, Raffaele Papa di Mercato San Severino e il pensionato Luigi Rossi di Nocera Superiore. Tra questi, Ventre è il padre di un’altra indagata, poi finita a processo con li gruppo dei fratelli Napolano, gestori del patronato Inapi di Pagani. Si tratta di Angela Ventre, consulente del lavoro cavese. Gli inquirenti stanno indagando anche per stabilire eventuali connessioni tra i Ventre e il commercialista Renato Cascone di Pagani, ex consigliere comunale del Pdl, finito nell’inchiesta per il suo presunto interessamento nel patronato “Fenalca” di Pagani ed allo studio anche uno probabile con il “Labor” di via Filettine a Pagani. Gli ispettori della direzione provinciale del lavoro stanno controllando anche l’attività di questi ultimi due patronati e quindi potranno imbattersi nell’ipotetica attività del loro collega.
Le pratiche rinvenute a casa dei dipendenti amministrativi pare non aver alcuna ragione di essere, non essendo questi deputati al controllo come ispettori. Il luogotenente Massimo Santaniello e l’appuntato Nicola Montone esamineranno la documentazione rinvenuta per stabilire il ruolo dei tre dipendenti amministrativi. Intanto, in queste ore si sono aggiunti alla lista degli indagati un altro amministrativo e un funzionario dell’ispettorato del lavoro di Salerno, per non contare poi due ispettori, raggiungendo un totale di sei persone indagate per questo fondamentale ente di controllo.
Tra i fedelissimi di Fitto c’è anche Mara Carfagna
di Andrea Pellegrino
E’ nella lista dei fedelissimi di Raffaele Fitto e con lui ormai immagina il suo nuovo percorso politico. Si tratta di Mara Carfagna, l’ex ministro alle pari opportunità, inizialmente “inventata” dal Cavaliere, oggi in netto disappunto con la linea di Berlusconi ed a favore di mister preferenze Fitto. D’altronde, che la Carfagna fosse già da tempo insofferente verso l’apparato di Forza Italia s’era capito fin dalla rinuncia alla candidatura alle Europee. Anzi si dice che l’ex Ministro – già in qualche altra occasione – avesse già pronte le valige per transitare altrove, strizzando più volte l’occhio ad Angelino Alfano. Ancora Mara soffrirebbe non poco la presenza di Francesca Pascale che a quanto pare avrebbe già bloccato più volte la sua ascesa nazionale. Ora, dall’interno e con il sostegno di Raffaele Fitto, cercherà di
«prendersi la sua rivincita», seppur dalla sua ha un risultato elettorale non proprio lusinghiero nella città di Salerno, pur essendo coordinatrice provinciale di Forza Italia. Inoltre Mara Carfagna starebbe costruendo anche in vista delle elezioni regionali, coinvolgendo all’interno del nuovo progetto politico di rinnovamento anche il Governatore Stefano Caldoro che però dalla sua si troverebbe incastrato nel sistema delle primarie promosso proprio da Raffaele Fitto. Ma fino ad allora nessuno esclude neppure la scissione. Se si dovesse arrivare alla resa dei conti con il Cavaliere è certo che l’ex governatore della Puglia voglia salvaguardare con forza il suo grosso tesoretto elettorale che l’avrebbe incoronato come punto di riferimento del centrodestra nel Mezzogiorno. Ma in Campania i problemi pare non finiscano qui.
A parte i cosentiniani che attendono risposte, a minare la leadership del coordinatore regionale Mimmo De Siano ci sono
anche Clemente Mastella e Enzo Rivellini, i due fuoriusciti dal Parlamento Europeo che hanno stretto di recente il loro patto per far fuori politicamente l’attuale classe dirigente azzurra regionale. E non solo. Soprattutto da parte dell’ormai ex eurodeputato Mastella ci sarebbe tutta la volontà di mettere un piede a Palazzo Santa Lucia. In consiglio regionale siede già la moglie Sandra ma l’ex leader di Ceppaloni vorrebbe riprendersi anche un posto nell’esecutivo, dopo l’addio di Severino Nappi, oggi parte organica del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. La doppia partita (Forza Italia e Regione) sembrerebbe molto più complicata rispetto all’iniziale lettura post voto europeo. Non fosse altro che in Campania il centrodestra ha praticamente – ad oggi – tutto da perdere e poco da guadagnare.