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Leonardo da Vinci. Il Programma

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Il Programma

leonardo da VIncI 2000-2010

10 anni di sperimentazioni a sostegno delle politiche comunitarie di istruzione e formazione professionale

Il Programma leonardo da V

Inc I 2000-20 10

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione Generale per gli Affari Internazionali

Il Programma di apprendimento Permanente llP, e in particolare il Programma

Settoriale leonardo da Vinci, rappresentano uno dei principali strumenti a supporto

dell’attuazione delle politiche europee per l’innovazione dei sistemi di Istruzione

e Formazione, attraverso la realizzazione di progetti finalizzati alla promozione,

all’adattamento, al testing ed al mainstreaming di metodologie e strumenti

innovativi. Il volume offre la panoramica completa delle iniziative progettuali

di sperimentazione, a titolarità italiana, realizzate nell’ambito del Programma

leonardo da Vinci dal 2000 al 2010. Il lavoro intende valorizzare i risultati concreti

di tali esperienze e gli ambiti di rilevanza delle stesse rispetto agli sviluppi delle

politiche educative e formative dell’Unione europea dell’ultimo decennio. l’intento

è pertanto quello di valorizzare i risultati concreti delle esperienze messe in campo

grazie al Programma e nel contempo avviare una prima riflessione sugli esiti della

programmazione attualmente in vigore, così come contribuire alla discussione in

atto circa la futura programmazione 2014-2020.

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(3)

ISFOL

Agenzia Nazionale LLP

Programma settoriale Leonardo da Vinci

IL PrOgrAmmA

LeONArdO dA VINcI 2000-2010

10 anni di sperimentazioni a sostegno delle politiche comunitarie di istruzione e formazione professionale

L’ISFOL, ente nazionale di ricerca, opera nel campo della formazione, delle politiche sociali e del lavoro al fine di contribuire alla crescita dell’occupazione, al miglioramento delle risorse umane, all’inclusione sociale e allo sviluppo locale ed è sottoposto alla vigilanza del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

L’ISFOL svolge e promuove attività di studio, ricerca, sperimentazione, documentazione e informazione fornendo un supporto tecnico-scientifico al Parlamento, al ministero del Lavoro e ad altri dicasteri, alle regioni, agli enti locali ed alle Istituzioni sulle politiche e sui sistemi della formazione ed apprendimento lungo tutto l’arco della vita, del mercato del lavoro e dell’inclusione sociale. Fa parte del Sistema Statistico Nazionale, e collabora con le Istituzioni comunitarie. Svolge inoltre il ruolo di assistenza metodologica e scientifica per le azioni di sistema del Fondo sociale europeo, è Agenzia nazionale Lifelong Learning Programme - Programma settoriale Leonardo da Vinci.

Presidente: Pier Antonio Varesi Riferimenti

corso d’Italia, 33

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione Generale per gli Affari Internazionali

(4)

Lo studio “Il Programma Leonardo da Vinci 2000-2010: 10 anni di sperimentazioni a sostegno delle politiche comunitarie di istruzione e formazione professionale” è stato realizzato nell’ambito delle attività del Piano esecutivo di funzionamento dell’Agenzia Nazionale LLP - Programma settoriale Leonardo da Vinci 2012, finanziato dall’ISFOL, dalla Commissione Europea – Direzione Generale Istruzione e Cultura, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – Direzione Generale per le Politiche Attive e Passive del Lavoro e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione Generale per gli Affari internazionali.

Hanno collaborato al gruppo di lavoro: Rossano Arenare, Anna Sveva Balduini, Natalia Guido, Valentina Maria Grazia Violi e Michela Volpi.

Sono autori del testo: Anna Sveva Balduini (Introduzione, Cap. 4); Rossano Arenare (Capp. 1, 7, 8); Natalia Guido (Capp. 2, 6); Valentina Maria Grazia Violi (Capp. 5, 8); Michela Volpi (Capp. 2, 3).

Le schede di sintesi dei progetti sono state realizzate da: Rossano Arenare, Anna Sveva Balduini, Natalia Guido, Valentina Maria Grazia Violi e Michela Volpi. La raccolta, normalizzazione e trattamento dei dati sono a cura di Marilise Varricchio.

Testo chiuso: dicembre 2012.

Coordinamento editoriale del volume: Servizio per la comunicazione e divulgazione scientifica (Valeria Cioccolo)

copyright (c) [2013] [ISFOL]

Quest’opera è rilasciata sotto i termini della licenza creative commons Attribuzione – Non commerciale –

condividi allo stesso modo 3.0 Italia License.

(http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/deed.it)

ISBN: 978-88-543-0266-2

Le opinioni espresse in questo lavoro impegnano la responsabilità degli autori e non necessariamente

Indice

INTrOduzIONe 7 1. LA meTOdOLOgIA dI ANALISI 13 2. Le PrIOrITà deL PrOgrAmmA LeONArdO dA VINcI

NegLI INVITI A PreSeNTAre PrOPOSTe 2000-2010 14 3. LA TrASPAreNzA deLLe cOmPeTeNze e deLLe QuALIFIcAzIONI 25

3.1 Schede descrittive dei progetti rilevanti 36

4. LA QuALITà deI SISTemI dI ISTruzIONe e FOrmAzIONe PrOFeSSIONALe 86

4.1 Schede descrittive dei progetti rilevanti 93

5. NuOVe cOmPeTeNze Per NuOVI LAVOrI 175

5.1 Schede descrittive dei progetti rilevanti 183

6. LA FOrmAzIONe deI PrOFeSSIONISTI deLL’IFP 222

6.1 Schede descrittive dei progetti rilevanti 232

7. L’INcLuSIONe SOcIALe 284

7.1 Schede descrittive dei progetti rilevanti 295

8. NuOVI meTOdI, STrumeNTI e cONTeSTI dI OrIeNTAmeNTO

ed APPreNdImeNTO 306

8.1 Schede descrittive dei progetti rilevanti 316

BIBLIOgrAFIA 430

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Introduzione

Il Programma di Apprendimento Permanente LLP, e in particolare il Programma Settoria- le Leonardo da Vinci, rappresentano uno dei principali strumenti a supporto dell’attua- zione delle politiche europee per l’innovazione dei sistemi di Istruzione e Formazione, attraverso la realizzazione di progetti finalizzati alla promozione, all’adattamento, al testing ed al mainstreaming di metodologie e strumenti innovativi.

A partire dal processo di Lisbona-copenhagen, avviato nel 2000, fino ad arrivare al lan- cio del Programma Istruzione e Formazione 2020, istituito nella cornice della strategia di cooperazione europa 2020, i sistemi educativi hanno visto un progressivo rafforza- mento del quadro strategico per la cooperazione europea, con l’obiettivo di affrontare le sfide che l’europa deve superare per diventare un’economia basata sulla conoscenza e per rendere l’apprendimento permanente una realtà per tutti. Tale cooperazione, orien- tata alla promozione dell’apprendimento permanente e della mobilità, al miglioramento della qualità e dell’efficacia dell’istruzione e della formazione, alla promozione della coesione sociale e all’innovazione dei sistemi, è sostenuta, in una logica bottom up, proprio dalle sperimentazioni realizzate nel quadro del richiamato Programma di Ap- prendimento Permanente, a sostegno dell’attuazione delle politiche comunitarie.

In tale quadro generale è stata progettata la realizzazione della presente pubblicazione al cui interno viene presentata una panoramica completa delle esperienze progettuali, a titolarità italiana, realizzate nell’ambito del Programma Leonardo da Vinci dal 2000 al 2010. Le finalità di questo compendium sono molteplici ma tra queste appare fonda- mentale sottolineare la necessità di dare visibilità agli esiti della precedente e dell’at- tuale programmazione e di mettere in evidenza le specificità delle iniziative finanziate e della loro coerenza con gli sviluppi delle politiche educative e formative dell’unio- ne europea dell’ultimo decennio. L’intento è pertanto quello di valorizzare i risultati concreti delle esperienze messe in campo, grazie a questo Programma europeo, e nel contempo avviare una prima riflessione sugli esiti della programmazione attualmente in vigore, così come contribuire alla discussione in atto circa la futura programmazione 2014-2020.

La panoramica complessiva delle esperienze realizzate potrà offrire utili spunti anche

agli organismi che intendano, in futuro, sviluppare iniziative progettuali. Sarà, infatti,

possibile avere un’idea concreta di cosa il Programma ha già finanziato, degli esiti delle

sperimentazioni condotte, dei risultati in termini di strumenti e approcci innovativi e,

conseguentemente, degli ulteriori spazi di sviluppo e innovazione. L’analisi svolta in-

tende, pertanto, rappresentare uno strumento operativo a supporto dei potenziali pro-

motori di progetti e, al contempo, un’istanza di riflessione a beneficio di tutti gli attori

(6)

sistemi di Istruzione e Formazione, in linea con gli orientamenti strategici della nuova programmazione.

Il lavoro presenta un ventaglio di esperienze ampio, rappresentativo dell’evoluzione del Programma Leonardo da Vinci caratterizzato, nella fase di programmazione 2000-2006 da Progetti pilota, reti transnazionali e competenze linguistiche, grazie alle quali è stato possibile arricchire il contesto educativo con nuove strategie, prassi, metodologie, percorsi e figure professionali nonché le esperienze maturate con i progetti di Trasferi- mento dell’Innovazione realizzati nel periodo 2007-2010.

Nei primi anni presi in esame le iniziative progettuali sono state dirette ad accrescere, sintetizzare e diffondere esperienze di dimensione europea e approcci innovativi, mi- gliorando l’analisi e la previsione dei fabbisogni di competenze e diffondendo i relativi risultati. A titolo esemplificativo va ricordato che l’esperienza posta in campo attraverso i “Progetti pilota” ha permesso di compiere importanti passi avanti nei settori forma- tivo ed educativo, progettando ed elaborando percorsi innovativi volti allo sviluppo di professionalità coerenti con le trasformazioni del mercato e riferibili a molteplici settori professionali. grazie a tali sperimentazioni si è aperta la strada a nuovi sviluppi per la promozione e la garanzia di un accesso paritario all’offerta formativa, si è dimostrata l’importanza delle nuove tecnologie come veicolo funzionale al miglioramento della didattica, si sono programmate strategie e metodologie in risposta alle caratteristiche dei discenti e alle esigenze del mercato del lavoro, applicando la formazione a distanza come metodica funzionale a un rapporto più diretto e immediato con il sapere e la conoscenza. Tale fase di programmazione ha inoltre supportato l’implementazione di progetti mirati alla promozione delle lingue e delle culture nella formazione profes- sionale grazie alla misura denominata “competenze linguistiche” che ha consentito di creare, sperimentare e validare materiali didattici finalizzati allo sviluppo dell’insegna- mento e dell’apprendimento linguistico professionalizzante. In questo ambito sono stati finanziati numerosi progetti che hanno dato un contributo strategico al progresso del multilinguismo in Italia e in europa, con particolare attenzione alle potenzialità offerte dalla conoscenza delle lingue straniere per sostenere l’occupabilità dei cittadini e per promuovere la mobilità dei giovani. Infine, l’azione “reti transnazionali” ha promosso lo sviluppo di reti complesse di attori della formazione professionale che, a diverso ti- tolo e con contributi differenziati, hanno contribuito a comporre un panorama ricco di competenze su tematiche di diversa natura. Questa tipologia di progetti ha inoltre dato avvio alla costituzione di reti europee che, nel tempo, e successivamente alla fase legata al progetto vero e proprio, hanno continuato a rappresentare dei poli di eccellenza e dei punti di riferimento strategici, nel contesto internazionale, per ambiti professionali specifici.

La successiva fase di programmazione 2007-2013 è stata caratterizzata da una specifica evoluzione delle azioni poste in campo con il Programma Leonardo da Vinci, attraver- so le quali è stato possibile sperimentare un concetto allargato di apprendimento in un’ottica permanente e di avviare una specifica azione di valorizzazione del know how già acquisito. Questa rivisitazione complessiva ha portato, da una parte, a centralizzare presso la commissione europea tutte le attività storicamente volte a supportare l’elabo- razione di nuovi contenuti, metodi e procedure formative, con carattere spiccatamene innovativo (progetti di Sviluppo dell’Innovazione o dOI) e, dall’altra, a demandare alle

Agenzie nazionali la gestione di una nuova tipologia di progetti, denominati “Progetti multilaterali di Trasferimento dell’innovazione” (o TOI). Tali progetti sono finalizzati a migliorare i sistemi di Istruzione e Formazione attraverso l’acquisizione, l’adattamento e l’integrazione, all’interno dei sistemi pubblici e privati di formazione, di strumenti e prassi già compiute e sperimentate, realizzate attraverso varie fonti di finanziamento (europee, nazionali, locali, ecc.). La caratteristica principale di tali progetti è quella di costruire una logica innovativa della didattica e dell’apprendimento partendo dalla va- lorizzazione dell’esistente e sostenendo una strategia di impatto reale sui sistemi e di sostenibilità futura dei cambiamenti messi in atto.

L’analisi complessiva ha permesso di mettere in evidenza come le trasformazioni del Programma si rispecchiano nell’ampio ventaglio di iniziative progettuali finanziate, molto diversificate tra loro, che abbracciano un decennio caratterizzato dall’evoluzione del dispositivo in coerenza con i rilevanti sviluppi delle politiche comunitarie. Negli anni le esperienze progettuali sono state chiamate a rispondere a nuove sollecitazioni e a fornire un contributo fattivo all’affermarsi di linee di politica, per l’istruzione e la for- mazione, che hanno sempre di più spostato il focus sulle esigenze dell’individuo e sulle potenzialità offerte da un contesto di apprendimento che supera i limiti delle frontiere nazionali. Tale riferimento evoca, innanzitutto, l’adozione degli strumenti europei per la trasparenza delle qualificazioni e dei risultati dell’apprendimento maturato, ma anche le linee di indirizzo che sempre più hanno stimolato il rafforzamento dei collegamenti tra i sistemi di istruzione e formazione e il mondo del lavoro (qualità dei sistemi, apprendi- stato, competenze chiave ecc.).

Proprio per dare evidenza della stretta relazione tra le azioni intraprese attraverso il

Programma Leonardo da Vinci e le strategie politiche, si è voluto organizzare il volume

presentando le 347 iniziative progettuali, finanziate nel periodo 2000-2010 sull’intero

territorio nazionale (Fig.1), attraverso schede descrittive organizzate in base alla loro

rilevanza rispetto ad alcune aree prioritarie dell’agenda comunitaria in materia di istru-

zione e formazione professionale.

(7)

Tali aree devono essere intese come il risultato di un esercizio di sintesi, mirato a ri- portare a omogeneità l’evoluzione dei Bandi che hanno caratterizzato lo sviluppo del Programma Leonardo dalla fase 2000-2006 all’avvio del Programma di Apprendimento Permanente nel 2007, accompagnando l’evolversi delle politiche comunitarie più stra- tegiche (Fig. 2).

ciascuna area tematica è introdotta da una breve analisi dell’evoluzione delle politiche comunitarie rilevanti e delle relative priorità nei Bandi del periodo di riferimento. Inol- tre, per arricchire ulteriormente il quadro d’insieme delle aree tematiche e per rendere più esaustivo il panorama delle risposte del Programma alle sollecitazioni degli Inviti a presentare proposte, per ciascun ambito di riferimento sono stati segnalati i progetti che, pur avendo lavorato in modo diretto su una specifica area tematica, hanno comun- que offerto un contributo trasversale anche ad altri temi di riferimento.

La fruibilità dell’approfondimento è potenziata dall’allegato dVd, contenente il testo della pubblicazione e il database dei progetti, interrogabile sulla base di molteplici chia- vi di ricerca.

Anna Sveva Balduini

direttore dell’Agenzia Nazionale LLP Programma settoriale Leonardo da Vinci Fig. 1 – Distribuzione dei progetti per annualità e per aree tematiche

Fonte: ISFOL - Agenzia Nazionale LLP – Programma settoriale Leonardo da Vinci

Tutte le schede descrittive sono state raggruppate in 6 aree tematiche con le quali si in- tende rappresentare, in estrema sintesi, le principali linee di intervento che nel decennio di riferimento sono state esplicitate attraverso i diversi Inviti a presentare proposte (più comunemente indicati come Bandi) del Programma Leonardo da Vinci:

- Trasparenza delle competenze e delle qualificazioni

1

; - Qualità dei sistemi di Istruzione e Formazione Professionale

2

; - Nuove competenze per nuovi lavori

3

;

- Formazione dei professionisti dell’IFP

4

; - Inclusione sociale

5

;

- Nuovi metodi, strumenti e contesti di orientamento e apprendimento

6

.

1 Bando 2000-2002 priorità 6; Bando 2003-2004 priorità 1; Bando 2005-2006 priorità 1; Bando 2007 prio- rità 4 e priorità 5; Bando 2008 priorità 3; Bando 2009 priorità 1; Bando 2010 priorità 1.

2 Bando 2000-2002 priorità 1 e priorità 2; Bando 2005-2006 priorità 2; Bando 2007 priorità 1; Bando 2008 priorità 2; Bando 2009 priorità 2; Bando 2010 priorità 2.

3 Bando 2000-2002 priorità 4; Bando 2008 priorità 4; Bando 2009 priorità 4; Bando 2010 priorità 3.

4 Bando 2005-2006 priorità 4; Bando 2007 priorità 2; Bando 2008 priorità 1; Bando 2009 priorità 3; Bando 2010 priorità 4.

5 Bando 2000-2002 priorità 3; Bando 2008 priorità 5; Bando 2009 priorità 5.

(8)

1. La metodologia di analisi

Il Programma Leonardo da Vinci sin dalla sua nascita ha promosso interventi connessi alle principali politiche comunitarie in materia di istruzione e formazione professionale.

Nel corso degli anni presi in considerazione dal presente lavoro (2000–2010), i diversi Inviti a presentare proposte hanno dedicato grande attenzione a varie tematiche con- nesse allo sviluppo di tali politiche. Il lavoro di ricognizione e di approfondimento tema- tico, di seguito presentato, nasce dalla necessità di rendere conto di tali sperimentazioni e di capitalizzare le esperienze realizzate.

Le iniziative prese in considerazione sono state implementate nell’ambito di quattro diverse Azioni riferite a due differenti periodi di programmazione: Progetti Pilota, com- petenze linguistiche e reti transnazionali (fase 2000 – 2006); Progetti multilaterali di Trasferimento dell’Innovazione (fase 2007-2010).

La ricognizione dei progetti è stata effettuata secondo la seguente metodologia:

- analisi delle rilevanti politiche comunitarie in materia di istruzione e formazione pro- fessionale;

- lettura della documentazione ufficiale del Programma Leonardo da Vinci e, in partico- lare, degli Inviti a presentare proposte pubblicati nel decennio di riferimento;

- analisi delle schede descrittive dei 347 progetti finanziati dal Programma Leonardo da Vinci a valere sulle misure “Progetti Pilota”, “competenze linguistiche” e “reti Transna- zionali” e sull’Azione “Progetti multilaterali di Trasferimento dell’Innovazione”;

- clusterizzazione delle candidature sulla base di sei aree tematiche principali di riferi- mento:

Trasparenza delle competenze e delle qualificazioni, Qualità dei sistemi di Istruzione e Formazione Professionale, Nuove competenze per nuovi lavori,

Formazione dei professionisti dell’IFP, Inclusione sociale,

Nuovi metodi, strumenti e contesti di orientamento ed apprendimento;

- ricognizione e analisi quantitativa delle iniziative selezionate, in particolare:

elaborazione e analisi di dati quantitativi riguardanti le diverse aree tematiche, elaborazione ed analisi di dati quantitativi riferite al territorio nazionale, per ogni

area tematica: elaborazione ed analisi di dati quantitativi riguardanti i progetti selezionati suddivisi per annualità e per area tematica.

per ogni area tematica: elaborazione ed analisi di dati quantitativi riguardanti i progetti selezionati suddivisi per annualità e per area tematica.

Fig. 2 – Distribuzione dei progetti per regione di provenienza del beneficiario

Fonte: ISFOL - Agenzia Nazionale LLP – Programma settoriale Leonardo da Vinci

(9)

2. Le priorità del Programma Leonardo da Vinci negli Inviti a presentare proposte 2000-2010

Il Programma Leonardo da Vinci è chiamato a contribuire alla realizzazione di uno spa- zio educativo europeo favorendo lo sviluppo dell’istruzione e della formazione durante l’intero arco della vita e garantendo il proseguimento della cooperazione a livello comu- nitario fra i protagonisti della formazione professionale.

L’attenzione e il contributo concreto del Programma alle tematiche prioritarie dell’agen- da politica di Lisbona – copenhagen ha trovato una declinazione operativa nei diversi Inviti a presentare proposte Leonardo da Vinci.

La tabella di seguito riportata fornisce un quadro di sintesi delle priorità declinate all’in- terno di detti Inviti emessi nel quadro del Programma Leonardo da Vinci a partire dal 2000 fino al 2010, in relazione alle sole misure “Progetti pilota”, “competenze linguisti- che” e “reti transnazionali” e sull’Azione “Progetti multilaterali di Trasferimento dell’In- novazione” prese in esame nel seguente lavoro.

Invito a presentare proposte

2000-200 2

1. Capacità d’inserimento professio- nale: migliorare la qualità dei sistemi d’istruzione e di formazione professio- nale e dei dispositivi di orientamento come anche l’accesso alla formazione e alle qualifiche, onde promuovere l’occupabilità dei giovani e degli adulti. 2. Partnenariato: promuovere la coo- perazione tra le istituzioni di formazio- ne a tutti i livelli e le imprese, in par- ticolare le PmI, e le parti sociali onde migliorare la pertinenza e l’efficacia della formazione 3. Inclusione sociale: favorire la parità di accesso alla formazione e all’orien- tamento per le persone svantaggiate sul mercato del lavoro, e promuovere la lotta contro la discriminazione. 4. Adattabilità e imprenditorialità: promuovere l’investimento nelle risorse umane quale strategia d’impresa, onde sviluppare la capacità di adattamento per accompagnare i cambiamenti tecno- logici e organizzativi. 5. Nuove Tecnologie: valorizzare il potenziale delle tecnologie dell’infor- mazione e della comunicazione (TIc) Le proposte possono, tra l’altro, contribuire a: • ridurre il numero di giovani che abbandonano il sistema d’istruzione e di formazione professionale senza una qualifica appropriata; • formare i formatori e gli organizzatori della formazione; • promuovere lo sviluppo di nuove capacità e competenze legate alla società dell’informazione; • promuovere le competenze linguistiche necessarie per agevolare la mobilità sul mercato del lavoro. Le proposte possono, tra l’altro, contribuire a: • sviluppare la formazione in alternanza, e quindi anche l’apprendistato, a tutti i livelli e tipi di formazione; • sviluppare i percorsi europei per periodi di formazione effettuati in un altro stato membro da persone in formazione in alternanza, incluso l’apprendistato, ai sensi della decisione 1999/51/ce del consiglio; • istituire collegamenti tra la formazione iniziale e la formazione continua in un contesto d’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Le proposte possono, tra l’altro, contribuire a: • favorire la flessibilità dell’offerta di formazione; • promuovere nuovi approcci per sviluppare le abilità di base e le competenze in materia di comunicazione; • promuovere azioni di sostegno alle politiche ed alle iniziative degli Stati membri per gruppi specifici svantaggiati sul mercato del lavoro. Le proposte possono, tra l’altro, contribuire a: • promuovere lo sviluppo, nelle imprese, di nuove capacità e competenze in materia di TIC; • favorire la formazione dei direttori d’azienda e dei responsabili delle risorse umane, in particolare delle PMI; • promuovere lo sviluppo delle competenze in materia di creazione di imprese. Le proposte possono, tra l’altro, contribuire a: • sviluppare le competenze necessarie per l’uso delle TIC a fini didattici e le potenzialità di tali tecnologie in relazione alle azioni e ai prodotti di formazione professionale a tutti i livelli e per tutti i tipi di formazione; • sviluppare le competenze didattiche dei formatori che insegnano le TIC. continua

Sintesi contenuto prioritàPriorità (N. e titolo)

Tab .1 – Gli Inviti a presentare proposte del Programma Leonardo da Vinci 2000-20 10

(10)

Invito a presentare proposte Invito a presentare proposte

6. Trasparenza: migliorare la traspa- renza delle qualifiche 1. Valorizzare l’apprendimento

2. Nuove forme d’apprendimento e d’insegnamento e competenze di base nell’ambito dell’istruzione e della for

- mazione professionali (IFP) 3. Orientamento e consulenza 1. Promuovere la trasparenza delle qualifiche 2. Migliorare la qualità dei sistemi e delle prassi nel settore dell’istruzione e della formazione professionale

Le proposte possono tra l’altro contribuire a: • la messa a punto di nuove metodologie di valutazione, di certificazione e di convalida delle competenze acquisite sul lavoro e, più in generale, al di fuori dei sistemi formali di formazione; • l’attuazione di nuovi meccanismi e metodologie di trasparenza delle qualifiche. I progetti dovrebbero concentrarsi su: • elaborazione di nuovi approcci sostenibili e trasferibili alla valorizzazione dell’apprendimento formale, non formale e informale, con particolare riferimento all’apprendimento nelle imprese e nei settori industriali; • sviluppo di nuove forme di certificazione per promuovere la trasparenza dei diplomi, delle qualifiche e delle competenze; • scambio di esperienze e buone prassi nel campo dell’identificazione, della valutazione e del riconoscimento dell’appren- dimento informale e non formale. Per i progetti di competenze linguistiche: • sviluppo di strumenti e metodologie per la valutazione ed il riconoscimento delle competenze linguistiche necessarie o acquisite sul lavoro. I progetti dovrebbero concentrarsi su: • qualità e rilevanza del materiale didattico, dei servizi e dei processi di apprendimento utilizzati in contesti formali, non formali o informali (soprattutto sul lavoro) al fine di accrescere la motivazione, creare ambienti idonei ad agevolare l’apprendimento continuo e consentire un uso efficace delle risorse; • questioni connesse alla formazione di insegnanti, formatori e altri mediatori di apprendimento. Tali categorie svolgono un ruolo fondamentale nella buona acquisizione ed attuazione di soluzioni pedagogiche innovative. Occorre prevedere meccanismi, materiali, strumenti e contesti idonei a fornire loro il sostegno e la motivazione necessari; • sviluppo di nuovi approcci all’acquisizione delle competenze di base nell’ambito dell’IFP, compreso l’apprendimento con l’ausilio delle TIc. I progetti non devono essere finalizzati allo sviluppo di nuovi strumenti TIc, ma piuttosto studiare l’utilità, per gli specifici contesti formativi, di quelli già esistenti e comprovati. Per i progetti di competenze linguistiche: • lingue per la mobilità, compresa la sensibilità interculturale e linguistica; • competenze integrate nell’apprendimento delle lingue e nel multilinguismo (ad es., come imparare una lingua, compren- sione interculturale e capacità di mediazione connesse all’apprendimento delle lingue ecc.); • apprendimento delle lingue avanzato con supporto tecnologico (TELL - Technology-Enhanced Language Learning) e strumenti di authoring on line per insegnanti di lingue; • metodi e strumenti per l’apprendimento delle lingue nelle PMI. I progetti dovrebbero concentrarsi su: • formazione dei consulenti, ad esempio mediante lo sviluppo di appositi programmi di scambio; definizione di curricoli e standard europei; analisi dei fabbisogni formativi; sviluppo di strumenti on line per i consulenti; promozione dello scam- bio di esperienze; formazione dei formatori di consulenti; • elaborazione di nuovi approcci nei sistemi e nei metodi intesi ad aiutare i singoli a trovare un lavoro e migliorare le proprie condizioni di occupabilità mediante un orientamento personalizzato all’apprendimento permanente; • miglioramento dell’informazione sulle opportunità di carriera in occupazioni nuove o emergenti mediante scambi con centri di informazione sul mercato del lavoro e individuazione delle competenze trasferibili al fine di ampliare le oppor- tunità di carriera per gli individui; • sviluppo di approcci innovativi e in partenariato per l’erogazione di servizi di orientamento professionale sul luogo di lavoro al fine di assistere gli individui nell’elaborazione di piani personali di carriera e di apprendimento, rivolti in parti- colare ai lavoratori che – per l’evoluzione della loro carriera – devono riqualificarsi o migliorare le proprie competenze e ai lavoratori più anziani. Per i progetti di competenze linguistiche: • sviluppo di profili professionali e orientamenti comuni per gli auditor linguistici e di comunicazione (ALC); • definizione di moduli comuni di formazione per ALC in settori generali e specifici; • attività di sensibilizzazione in merito all’importanza delle lingue nelle imprese. Per i Progetti pilota: • sviluppo di nuove misure e strumenti per descrivere, promuovere e comparare qualifiche e competenze a livello europeo, nazionale e settoriale; • sviluppo di opportunità di formazione professionale che considerino in modo specifico la trasparenza e la trasferibilità degli esiti ai sistemi di istruzione formale. Per i progetti di reti transnazionali: • sviluppo di reti settoriali, centri di eccellenza, strutture che agevolino lo scambio di esperienze e buone prassi. Per i Progetti pilota: • sviluppo e sperimentazione di procedure di assicurazione della qualità nei settori dell’istruzione e della formazione iniziale e superiore; • sviluppo di indicatori di qualità per la valutazione delle opportunità di formazione professionale;

continua continua

Sintesi contenuto priorità Sintesi contenuto priorità

Priorità (N. e titolo) Priorità (N. e titolo)

2003-2004 2005-2006

(11)

Invito a presentare proposte Invito a presentare proposte

3. Sviluppare contenuti rilevanti e in- novativi in materia di e-learning 4. Promuovere la formazione conti- nua di insegnanti e formatori 1. Migliorare la qualità dei sistemi e delle

prassi dell’istruzione e della for- mazione professionale 2. Promuovere la formazione conti- nua di insegnanti e formatori 3. Sviluppare contenuti rilevanti e in- novativi in materia di e-learning 4. Trasferimento dei crediti nell’I-

struzione e Formazione Professionale (ECVET)

• sviluppo di relazioni tra il mercato del lavoro e il settore dell’istruzione e della formazione professionale, compresi l’orien- tamento e la direzione dei processi di lavoro. Per i progetti di reti transnazionali: • sviluppo di reti settoriali, centri di eccellenza, strutture che agevolino lo scambio di esperienze e buone prassi. I progetti dovrebbero concentrarsi su: • apprendimento supportato dalle TIC, che combini l’apprendimento basato sulle TIC con altre modalità di apprendimento quali gruppi di apprendimento; apprendimento in famiglia o tutoraggio e circoli di studio virtuali transnazionali; • adeguati materiali didattici e formativi, destinati anche ai lavoratori meno qualificati, per migliorare le competenze; • sviluppo di strumenti formativi basati sull’e-learning per la gestione della qualità nel settore dell’istruzione e della for- mazione professionale. Per i Progetti pilota: • individuazione di criteri qualitativi comuni per la qualifica di insegnanti e formatori in vari ambienti di apprendimento, con particolare attenzione ai tutor nel campo dell’apprendistato; • definizione di criteri e metodi comuni utilizzati per individuare le esigenze di apprendimento di insegnanti/formatori nel settore dell’istruzione e della formazione professionale; • individuazione e/o sviluppo, a livello dell’offerta formativa, di misure, prassi o strumenti specifici che possano favorire il continuo adeguamento dei curricula educativi e formativi per insegnanti e formatori, in vista delle nuove funzioni e dei nuovi requisiti professionali all’interno delle aziende e/o degli istituti di istruzione e formazione professionale; • individuazione di nuove capacità e competenze per gli insegnanti, i formatori e gli altri mediatori dell’apprendimento all’interno dei sistemi di istruzione e formazione professionale, fondamentali nel contesto dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita (orientamento, consulenza e metodologie di apprendimento basate sul lavoro); • sviluppo di opportunità formative innovative per insegnanti e formatori, che tengano conto dei loro bisogni specifici e metodologici. Per i progetti di reti transnazionali: • sviluppo di reti tematiche per la raccolta, l’analisi e la disseminazione di buone prassi e forme innovative di apprendimen- to, nonché di nuovi strumenti didattici; • scambio e disseminazione di metodi consolidati per migliorare l’accesso, la disponibilità e la motivazione di insegnanti e formatori a partecipare a corsi di aggiornamento. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • sviluppo e sperimentazione di procedure di assicurazione della qualità nei settori dell’istruzione e della formazione iniziale e superiore; • sviluppo di indicatori di qualità per la valutazione delle opportunità di formazione professionale; • sviluppo di partenariati e cooperazione tra i principali stakeholder dell’IFP, in particolare in relazione all’individuazione precoce dei fabbisogni di capacità e della necessaria offerta di IFP nonché delle esigenze degli apprendenti svantaggiati. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • individuare criteri qualitativi comuni per la qualifica di insegnanti e formatori in vari ambienti di apprendimento, con particolare attenzione ai tutor nel campo dell’apprendistato; • definire criteri e metodi comuni utilizzati per individuare le esigenze di apprendimento di insegnanti/formatori nel settore dell’IFP; • individuare e/o sviluppare misure, prassi o strumenti specifici che possano favorire il continuo adeguamento dei curricula educativi e formativi per insegnanti e formatori; • individuare nuove capacità e competenze per gli insegnanti, i formatori e gli altri mediatori dell’apprendimento all’interno dei sistemi di IFP; • individuare ed esplorare nuove forme di cooperazione e scambio tra insegnanti e formatori che operano in imprese e/o in organismi di formazione; • sviluppare opportunità formative innovative per insegnanti e formatori, che tengano conto dei loro bisogni specifici e metodologici. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • apprendimento supportato dalle TIC, che combini l’apprendimento basato sulle TIC con altre modalità di apprendimento quali gruppi di apprendimento, apprendimento in famiglia o tutoraggio e circoli di studio virtuali transnazionali; • adeguati materiali didattici e formativi, destinati anche ai lavoratori meno qualificati, per migliorare le competenze; • sviluppo di strumenti formativi basati sull’e-learning per la gestione della qualità nel settore dell’istruzione e della for- mazione professionale. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • applicazione di sistemi di trasferimento dei crediti basati sui principi e sugli accordi dell’ ECVET, nonché lo sviluppo di nuovi approcci al trasferimento dei crediti per l’IFP; • sviluppo ed applicazione dei processi per la valutazione, la validazione, il trasferimento ed il riconoscimento degli esiti dell’apprendimento per le qualifiche dell’IFP.

continua continua

Sintesi contenuto priorità Sintesi contenuto priorità

Priorità (N. e titolo) Priorità (N. e titolo)

200 7

(12)

Invito a presentare proposte

2008 2009

Invito a presentare proposte

5. Validazione dell’apprendimento non formale ed informale 1. Sviluppare le capacità e le competenze di in-

segnanti, formatori e tutor operanti nel campo dell’istruzione e della formazione professionale 2. Sviluppare la qualità e l’attrattiva dei sistemi e delle prassi di istruzione e formazione profes

- sionale 3. Promuovere la trasparenza ed il riconoscimen- to delle competenze e delle qualifiche 4. Sviluppare le competenze degli adulti nel mer- cato del lavoro 5. Accrescere i livelli di competenza dei gruppi a rischio 6. Sviluppare l’ambiente di apprendimento 1. Promuovere la trasparenza ed riconoscimento delle competenze e delle qualifiche

Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • scambio di esperienze e buone prassi in merito all’identificazione, la valutazione ed il riconoscimento dell’apprendimento non formale ed informale (in particolar modo a livello settoriale); • sviluppo di metodologie di validazione di qualità, efficaci e trasferibili; • sviluppo e miglioramento di standard per la validazione dell’apprendimento non formale ed informale; • miglioramento dell’orientamento e della consulenza in materia di validazione. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • lo sviluppo del ruolo dei professionisti dell’istruzione e della formazione professionale di fronte ai cambia- menti sistemici quali l’evoluzione verso sistemi basati sui risultati dell’apprendimento e sulle competenze; • il rafforzamento del legame tra i professionisti dell’istruzione e formazione professionale e il mondo del lavoro (imprese, settori occupazionali, ecc.); • lo sviluppo delle capacità pedagogiche di tali operatori e il loro coinvolgimento nell’elaborazione dei pro- grammi di studio. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • l’elaborazione e la sperimentazione di procedure di assicurazione della qualità nell’istruzione e nella for- mazione professionale iniziale e continua, compreso l’utilizzo del quadro europeo di riferimento per l’assi- curazione della qualità; • il supporto allo sviluppo di percorsi di istruzione e formazione professionale di elevata qualità che siano in grado di consentire una transizione agevole verso il lavoro e/o una progressione verso l’istruzione superiore ed avanzata, nonché la promozione dei servizi di orientamento e di consulenza a tutti i livelli; • il rafforzamento della governance e dell’attrattiva dei sistemi di istruzione e formazione professionale attraverso una maggiore cooperazione con le parti sociali e con tutti gli attori chiave. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • la descrizione delle qualifiche in termini di risultati dell’apprendimento; • la mappatura delle qualifiche dell’IFP rispetto agli otto livelli di riferimento dell’EQF attraverso quadri e sistemi nazionali di qualifiche; • la costruzione di qualifiche articolate in unità trasferibili di risultati dell’apprendimento con l’attribuzione di crediti espressi in punteggi; • l’elaborazione di programmi di IFP che comprendano dispositivi flessibili per la validazione, il trasferimento e il riconoscimento dei risultati dell’apprendimento acquisiti in un contesto formale, informale e non formale; • la combinazione e l’ulteriore sviluppo degli strumenti e dei quadri europei o l’applicazione degli stessi a settori specifici. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • l’elaborazione e l’applicazione di misure volte a creare luoghi di lavoro favorevoli all’apprendimento; • lo sviluppo di azioni volte a migliorare il riconoscimento e la validazione dell’apprendimento acquisito sul lavoro al fine di favorire lo sviluppo professionale e l’apprendimento permanente; • lo sviluppo di competenze digitali; • l’apprendimento delle lingue a fini professionalizzanti; • il miglioramento dell’acquisizione delle competenze attraverso la promozione della creatività e dell’im- prenditorialità. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • l’integrazione di gruppi che incontrano particolari difficoltà sul mercato del lavoro, ad esempio le persone che hanno abbandonato la scuola prematuramente, i lavoratori poco qualificati, i disabili, gli immigrati e le persone migranti, le minoranze etniche, sviluppando le loro capacità e competenze professionali; • il rafforzamento dell’interesse e della partecipazione degli uomini e delle donne in quegli ambiti dell’istruzione e della formazione professionale in cui essi sono sottorappresentati (ad esempio, le donne nel settore della tecnologia); • attività volte a risolvere i problemi causati dai cambiamenti demografici, ad esempio trattenendo al lavoro i lavoratori più anziani. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • l’elaborazione, lo sviluppo e l’applicazione di strumenti all’avanguardia per supportare l’erogazione della formazione in tutti i contesti; • l’elaborazione e l’applicazione di strumenti per supportare gli individui che intraprendano percorsi di au- toapprendimento; • il rafforzamento dell’apprendimento a distanza e dell’apprendimento delle lingue attraverso lo sviluppo di nuove metodologie di erogazione della formazione. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • la descrizione delle qualifiche in termini di risultati dell’apprendimento;

continua continua

Sintesi contenuto priorità Sintesi contenuto priorità

Priorità (N. e titolo) Priorità (N. e titolo)

(13)

Invito a presentare proposte

2010

Invito a presentare proposte 2. Sviluppare la qualità e l’attrattiva dei sistemi e delle prassi di istruzione e formazione profes

- sionale 3. Sviluppare le capacità e le competenze di in-

segnanti, formatori e tutor operanti nel campo dell’istruzione e della formazione professionale 4. Sviluppare le competenze della formazione professionale tenendo presenti le esigenze del mercato del lavoro 5. Accrescere i livelli di competenza dei gruppi a rischio 1. Promuovere la trasparenza ed il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche 2. Sviluppare la qualità e l’attrattiva dei sistemi e delle prassi di istruzione e formazione profes

- sionale

• la mappatura delle qualifiche dell’IFP rispetto agli otto livelli di riferimento dell’EQF attraverso quadri e sistemi nazionali di qualifiche; • la costruzione di qualifiche articolate in unità trasferibili di risultati dell’apprendimento con l’attribuzione di crediti espressi in punteggi; • l’elaborazione di programmi di IFP che comprendano dispositivi flessibili per la validazione, il trasferimento e il riconoscimento dei risultati dell’apprendimento acquisiti in un contesto formale, informale e non formale; • la combinazione e l’ulteriore sviluppo degli strumenti e dei quadri europei o l’applicazione degli stessi a settori specifici. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • l’elaborazione e la sperimentazione di procedure di assicurazione della qualità nell’istruzione e nella for- mazione professionale iniziale e continua, compreso l’utilizzo del quadro europeo di riferimento per l’assi- curazione della qualità; • il supporto allo sviluppo di percorsi di istruzione e formazione professionale di elevata qualità che siano in grado di consentire una transizione agevole verso il lavoro e/o una progressione verso l’istruzione superiore ed avanzata, nonché la promozione dei servizi di orientamento e di consulenza a tutti i livelli; • il rafforzamento della governance e dell’attrattiva dei sistemi di istruzione e formazione professionale attraverso una maggiore cooperazione con le parti sociali e con tutti gli attori chiave. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • lo sviluppo del ruolo dei professionisti dell’istruzione e della formazione professionale di fronte ai cambia- menti sistemici quali l’evoluzione verso sistemi basati sui risultati dell’apprendimento e sulle competenze; • il rafforzamento del legame tra i professionisti dell’istruzione e formazione professionale e il mondo del lavoro (imprese, settori occupazionali, ecc.); • lo sviluppo delle capacità pedagogiche di tali operatori e il loro coinvolgimento nell’elaborazione dei programmi di studio. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • promuovere la partecipazione delle varie parti in causa nel rendere l’istruzione e la formazione professionali più rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro tenendo conto dei cambiamenti sistemici quali il pas- saggio verso sistemi basati sui risultati dell’apprendimento e sulle competenze; • elaborare e sperimentare metodi e sistemi settoriali comuni per anticipare le esigenze in termini di capacità e competenze, coinvolgendo nell’istruzione e nella formazione professionali le imprese, le organizzazioni settoriali e le parti sociali; • promuovere l’integrazione dell’apprendimento nella vita lavorativa sostenendo ambienti di lavoro più favo- revoli all’apprendimento, formazione sul luogo di lavoro e percorsi di apprendistato quali fondamento per lo sviluppo di competenze formative che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • l’integrazione di gruppi che incontrano particolari difficoltà sul mercato del lavoro, ad esempio le persone che hanno abbandonato la scuola prematuramente, i lavoratori poco qualificati, i disabili, gli immigrati e le persone migranti, le minoranze etniche, sviluppando le loro capacità e competenze professionali; • il rafforzamento dell’interesse e della partecipazione degli uomini e delle donne in quegli ambiti dell’istru- zione e della formazione professionale in cui essi sono sottorappresentati (ad esempio, le donne nel settore della tecnologia); • attività volte a risolvere i problemi causati dai cambiamenti demografici, ad esempio trattenendo al lavoro i lavoratori più anziani. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • la descrizione delle qualifiche in termini di risultati dell’apprendimento; • la mappatura delle qualifiche dell’IFP rispetto agli otto livelli di riferimento dell’EQF attraverso quadri e sistemi nazionali di qualifiche; • l’elaborazione di metodi operativi e trasferibili e di orientamenti relativi all’organizzazione delle qualifiche in unità di risultati dell’apprendimento, con l’assegnazione di punti in base alle specifiche tecniche dell’ecVeT; • la sperimentazione di qualifiche, settoriali o transettoriali, in base ai risultati utilizzando procedure con- nesse per la valutazione, il trasferimento e l’accumulo di risultati dell’apprendimento ottenuti in contesti formali, informali e non formali; • la concezione di programmi dell’IFP comprensivi di dispositivi flessibili per la convalida, il trasferimento ed il riconoscimento dei risultati dell’apprendimento dell’apprendimento, in base ai principi dell’ecVeT; • la combinazione e l’ulteriore sviluppo degli strumenti e dei quadri europei, o applicazione degli stessi a settori specifici. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • elaborare strumenti operativi e concreti, sostenibili e trasferibili, basati sul Quadro europeo di riferimento per l’assicurazione della qualità (eQArF);

continua continua

Sintesi contenuto priorità Sintesi contenuto priorità

Priorità (N. e titolo) Priorità (N. e titolo)

(14)

Invito a presentare proposte 3. Sviluppare le competenze professionali a se-

conda dei fabbisogni del mercato del lavoro – Nuove competenze per nuovi lavori 4. Sviluppare le capacità e le competenze di in-

segnanti, formatori e tutor operanti nel campo dell’istruzione e della formazione professionale

• elaborare guide concrete sull’EQARF all’attenzione degli utilizzatori dell’EQARF, in particolare i fornitori di formazione; • elaborare e sperimentare processi di garanzia della qualità nell’istruzione e nella formazione professionale iniziali e continui basati sull’eQArF e connessi ai processi di certificazione e al sistema europeo di trasfe- rimento di crediti per l’IFP; • favorire lo sviluppo di percorsi di istruzione e formazione professionale di elevata qualità che siano in grado di consentire una transizione agevole verso il lavoro e/o una progressione verso l’istruzione superiore ed avanzata, nonché promuovere servizi di orientamento e di consulenza a tutti i livelli; • rafforzare la governance e l’attrattiva dei sistemi di istruzione e formazione professionale attraverso una maggiore cooperazione con le parti sociali e con tutti gli attori chiave. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • promuovere la partecipazione delle varie parti in causa nel rendere i sistemi di IFP e di qualifiche più rispon- denti alle esigenze del mercato del lavoro tenendo conto dei cambiamenti sistemici quali il passaggio verso sistemi basati sui risultati dell’apprendimento e sulle competenze; • elaborare e sperimentare metodi e sistemi per anticipare le esigenze in termini di capacità e competenze, anche a livello settoriale, coinvolgendo nell’istruzione e nella formazione professionali le imprese, le orga- nizzazioni settoriali e le parti sociali; • promuovere l’integrazione dell’apprendimento nella vita lavorativa sostenendo ambienti di lavoro più favo- revoli all’apprendimento, formazione sul luogo di lavoro e percorsi di apprendistato quali fondamento per lo sviluppo di competenze formative che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro. Per i progetti multilaterali di trasferimento dell’innovazione: • lo sviluppo del ruolo dei professionisti dell’istruzione e della formazione professionale di fronte ai cambia- menti sistemici quali l’evoluzione verso sistemi basati sui risultati dell’apprendimento e sulle competenze; • il rafforzamento del legame tra i professionisti dell’istruzione e formazione professionale e il mondo del lavoro (imprese, settori professionali, ecc.); • il miglioramento delle loro capacità pedagogiche e loro partecipazione all’elaborazione dei programmi di studio; • una migliore acquisizione di competenze che consentiranno ai professionisti dell’IFP di insegnare compe- tenze trasversali quali definite nella raccomandazione del 2006 sulle competenze chiave per la formazione permanente.

Sintesi contenuto prioritàPriorità (N. e titolo) Fonte: Agenzia Nazionale LLP – Programma settoriale Leonardo da Vinci

7 conclusioni della Presidenza del consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000.

8 Il termine inglese “qualification” corrisponde in italiano a due diversi termini e a due distinte accezioni:

“qualificazione” (laddove ci si riferisca in generale al risultato formale di un processo di valutazione e vali- dazione, acquisito quando l’autorità competente stabilisce che i risultati dell’apprendimento di una persona corrispondono a standard definiti, indipendentemente dal contesto in cui tale apprendimento ha avuto luogo) e “qualifica” (titolo formale rilasciato al completamento di un percorso di formazione professionale).

Il termine “qualificazione”, utilizzato in questa sede, è dunque in realtà più ampio del termine “qualifica”, anche se spesso i due vengono utilizzati come sinonimi (ad esempio nella documentazione comunitaria).

9 conclusioni della Presidenza del consiglio europeo di Barcellona del 15 e 16 marzo 2002.

3. La trasparenza delle competenze e delle qualificazioni

Il consiglio europeo di Lisbona

7

del marzo 2000 rappresenta il punto di avvio di un processo virtuoso che ha coinvolto gli Stati membri dell’unione europea e i rispettivi sistemi nazionali di istruzione e formazione professionale (IFP), anche in relazione al tema della trasparenza di competenze e qualificazioni

8

. La comune esigenza di far fronte a problematiche nuove, derivanti da rapidi cambiamenti economici, sociali, tecnologici e dal continuo bisogno di rinnovamento delle competenze dei cittadini-lavoratori, spinge i capi di Stato e di governo riuniti a Lisbona a definire per l’unione europea l’obiettivo strategico di diventare entro il 2010 la società fondata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo. con la strategia lanciata a Lisbona i Paesi europei decidono quindi insieme di puntare, tra l’altro, sulla valorizzazione del capitale umano e sullo sviluppo del sistema di istruzione e formazione per accrescere il livello di competitività dell’eu- ropa, aprendo la strada ad una stretta cooperazione in materia fra gli Stati membri.

L’apprendimento permanente (inteso come apprendimento durante tutto l’arco della vita) viene quindi chiamato a svolgere un ruolo fondamentale ai fini della competitività e dell’occupabilità, in quanto può contribuire alla rimozione degli ostacoli che impe- discono alle persone di accedere al mercato del lavoro o ne limitano le possibilità di carriera al suo interno ma rappresenta altresì una sfida per i sistemi poiché richiede di rendere visibili e leggibili tutte le forme di apprendimento, anche quelle che avvengono al di fuori dei contesti formali. La dialettica fra Paesi fa inoltre emergere un panorama complesso e multiforme, contraddistinto da significative differenze fra sistemi di istru- zione e formazione, da diverse condizioni di governance complessiva dei sistemi, dalla mancanza di trasparenza delle qualifiche e dalla carenza di disposizioni che permettono ai cittadini di trasferire le proprie competenze da un sistema all’altro.

Nel corso del successivo consiglio europeo di Barcellona

9

(marzo 2002) viene fissato

l’ambizioso obiettivo di far diventare i sistemi educativi e formativi dei Paesi europei

un punto di riferimento qualitativo a livello mondiale. In quella sede, inoltre, gli Stati

(15)

membri si impegnano a dare attuazione alla strategia di Lisbona attraverso l’adozione di un programma di lavoro (successivamente ratificato dal consiglio con il nome di

“Istruzione e Formazione 2010”

10

), che declina i temi chiave dell’agenda politica europea per il decennio a venire e associa agli obiettivi qualitativi dei benchmark quantitativi, con specifico riferimento alle competenze e ai livelli di qualificazione degli individui, da raggiungere entro il 2010

11

.

La dichiarazione di copenhagen,

12

sottoscritta nel novembre 2002 dai 31

13

ministri eu- ropei competenti in materi di istruzione e formazione, dalla commissione europea e dalle parti sociali europee, rappresenta un importante passo in avanti nella strategia di Lisbona (tanto che si parlerà, da quel momento, di strategia di Lisbona - copenhagen) poiché identifica una serie di temi prioritari per i quali è necessario rafforzare ulterior- mente la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale. Il documento per la prima volta identifica esplicitamente una serie di dispositivi da realiz- zare in una logica di promozione della cooperazione in materia di IFP, che costituiranno la “cassetta degli attrezzi” europea per la trasparenza, tra cui un quadro unico di riferi- mento per la trasparenza, un sistema europeo di trasferimento di crediti per l’istruzione e la formazione professionale e livelli comuni di riferimento per le qualificazioni, nonché principi comuni per la validazione dell’apprendimento non formale ed informale.

Nel comunicato sulle priorità future di una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale, varato a maastricht

14

nel dicembre del 2004 dai ministri competenti in materia di istruzione e formazione professionale di 32 paesi europei,

15

dalla commissione e dalle parti sociali europee in occasione poi del primo rie- same biennale della strategia di Lisbona – copenhagen, gli ambiti prioritari di intervento in materia di trasparenza, già identificati a copenhagen, vengono riaffermati, con un focus in particolare sull’elaborazione di un quadro di riferimento europeo delle qualifi- cazioni (comprendente sia l’istruzione e la formazione professionale che la dimensione formale, non formale ed informale) e sulla messa a punto di un sistema europeo per il

10 comunicazione del consiglio Programma di lavoro dettagliato sul follow-up circa gli obiettivi dei sistemi di istruzione e formazione in Europa, (2002/c142/01 del 14.03.2002).

11 I benchmark identificati sono:

• tasso di abbandono scolastico/formativo dei giovani (18-24 anni) inferiore al 10% della popolazione in quella fascia d’età;

• riduzione del numero di giovani con limitata alfabetizzazione e scarse competenze di base al 15,5% del totale;

• tasso di completamento di percorsi di istruzione secondaria superiore pari all’85% dei giovani fino a 22 anni;

• incremento del 15% dei laureati in matematica, scienza e tecnologia e riequilibrio di genere;

• livello di partecipazione degli adulti (25-64 anni) alle opportunità di apprendimento permanente pari al 12,5% della popolazione in quella fascia di età.

12 dichiarazione dei ministri europei dell’istruzione e formazione professionale e della commissione europea, riuniti a copenaghen il 29 e 30 novembre 2002, su una maggiore cooperazione europea in materia di istru- zione e formazione professionale.

13 Appartenenti agli attuali 27 Stati membri dell’unione europea, alla Turchia ed ai paesi aderenti allo Spazio economico europeo (Islanda, Liechtenstein e Norvegia).

14 comunicato di maastricht del 14 dicembre 2004 sulle future priorità della cooperazione europea rafforzata

trasferimento dei crediti nell’istruzione e nella formazione professionale, che consenta ai discenti di consolidare i risultati del proprio apprendimento in ogni passaggio da un sistema di apprendimento ad un altro.

dopo l’adozione del comunicato di maastricht, progressi vengono compiuti sui quadri e sugli strumenti comuni europei per l’IFP: i principi comuni sulla validazione dell’ap- prendimento non formale ed informale vengono adottati e inseriti nelle conclusioni del consiglio di maggio e il quadro unico per la trasparenza europass viene adottato con decisione del Parlamento europeo e del consiglio nel mese di dicembre.

In occasione del successivo riesame politico della strategia di Lisbona - copenhagen e dei ritardi evidenziati sullo stato di avanzamento rispetto agli obiettivi, con il comu- nicato di Helsinki,

16

adottato dai ministri competenti, dalla commissione e dalle parti sociali nel dicembre 2006, si ribadisce l’intento di rafforzare l’attrattività dei sistemi educativi e formativi (anche attraverso la definizione di sistemi più aperti, che diano spazio a percorsi personalizzati, garantiscano una più agevole transizione verso il lavoro e promuovano il riconoscimento delle competenze non formali ed informali) e di svilup- pare ed implementare strumenti comuni nel campo dell’istruzione e della formazione professionale, realizzando la “cassetta degli attrezzi” europea che comprenda un siste- ma di crediti (ecVeT), un quadro europeo delle qualificazioni (eQF), un concetto comune di qualità nell’istruzione e nella formazione, nonché l’ulteriore sviluppo di europass e di strumenti per il riconoscimento dell’apprendimento non formale ed informale.

un nuovo impulso viene dato al processo di Lisbona – copenhagen attraverso l’adozione, nel novembre 2008, del comunicato di Bordeaux

17

nel quale si insiste sulla necessità di implementare ulteriormente gli strumenti ed i dispositivi per la promozione della co- operazione nel campo dell’istruzione e della formazione professionale, dando concreta applicazione a quanto già realizzato e accelerando gli sviluppi futuri in tema di traspa- renza. ciò conduce all’adozione nel 2008 della raccomandazione relativa al Quadro europeo delle qualificazioni (eQF) e, nel giugno 2009, di quelle relative all’istituzione di un sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale (ecVeT) e di un quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell’istruzione e della formazione professionale (eQArF).

con la realizzazione della maggior parte degli strumenti enunciati a copenhagen l’azio- ne comunitaria in materia di trasparenza raggiunge traguardi notevoli, dando il via alla fase dell’effettiva implementazione ed applicazione di tali dispositivi nei sistemi e nelle prassi degli Stati membri. Le piste di lavoro vengono chiaramente individuate nelle con- clusioni del consiglio del maggio 2009 sul quadro strategico per la cooperazione euro- pea nel settore dell’istruzione e della formazione (“education and Training 2020”).

18

uno degli obiettivi da perseguire è quello di “fare in modo che l’apprendimento permanente

16 comunicato di Helsinki del 5 dicembre 2006 sulla cooperazione europea rafforzata in materia di istruzione e formazione professionale.

17 comunicato di Bordeaux del 26 novembre 2008 sulla cooperazione europea rafforzata in materia di istru- zione e formazione professionale.

(16)

e la mobilità divengano una realtà” e in connessione con tale finalità si dovranno ga- rantire, tra le altre cose, lo sviluppo dei quadri nazionali delle qualifiche, costruiti sui ri- sultati dell’apprendimento, e il collegamento degli stessi all’eQF, una maggiore apertura verso l’apprendimento non formale ed informale e una trasparenza e un riconoscimento maggiori dei risultati dell’apprendimento. In particolare, tra i settori prioritari di coo- perazione per il primo ciclo 2009-2011, le conclusioni hanno sottolineato l’importanza di mettere in relazione tutti i sistemi nazionali di qualifiche all’eQF entro il 2010 e di incoraggiare l’uso di metodi basati sui risultati dell’apprendimento per quanto riguarda le norme e le qualifiche, le procedure di valutazione e validazione, il trasferimento di crediti, i programmi e la garanzia di qualità.

La crisi economica e finanziaria che ha colpito l’europa tra il 2008 ed il 2009 richiede tuttavia una profonda rivisitazione delle linee di azione e degli obiettivi comuni dell’u- nione europea. Sulla base dell’esperienza di Lisbona e delle sfide economiche e demo- grafiche di lungo termine (globalizzazione, pressione sulle risorse, invecchiamento della popolazione) viene definita la nuova strategia di cooperazione “europa 2020”,

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basata su tre priorità di intervento: crescita intelligente, sostenibile e solidale. diverse iniziative

“faro”, destinate a catalizzare i progressi raggiunti nei diversi ambiti, sono state associa- te a ciascuna priorità e di tali iniziative, due sono particolarmente rilevanti per il tema della trasparenza delle qualificazioni e delle competenze: “gioventù in movimento” e

“un’agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro”. Le due iniziative insisto- no sull’importanza di incrementare la leggibilità, la spendibilità e la trasferibilità delle competenze e delle qualificazioni, in un’ottica di contrasto all’abbandono scolastico, miglioramento della qualità complessiva dei sistemi educativi e formativi, promozio- ne della mobilità internazionale a fini dell’apprendimento, lotta alla disoccupazione in particolare giovanile, supporto all’inserimento professionale, incremento delle sinergie tra offerta di istruzione e formazione ed aspettative e bisogni del mercato del lavoro.

con il comunicato di Bruges, adottato dai ministri competenti in materia di istruzione e formazione professionale alla fine del 2010,

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il processo di Lisbona - copenhagen viene rivisto nella prospettiva del 2020, associando specifici obiettivi strategici alle finalità generali declinate dal consiglio nel 2009. Tra gli obiettivi strategici definiti, per quanto riguarda la tematica della trasparenza e del riconoscimento delle competenze e delle qualificazioni, l’unione europea e gli Stati membri riconoscono l’importanza di una go- vernance sempre più coordinata e di un utilizzo complementare dei diversi dispositivi implementati a livello comunitario e nazionale. Tale coordinamento implica un raffor- zamento delle sinergie tra processi istituzionali di riforma dei sistemi e sperimentazioni sul campo attraverso progetti finanziati nel quadro di specifici programmi, nonché un

19 comunicazione della commissione Europa 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, cOm (2010) 2020 deF del 03.03.2010.

20 comunicato di Bruges su una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione pro- fessionale per il periodo 2011-2020 - comunicato dei ministri europei per l’istruzione e la formazione professionale, delle parti sociali europee e della commissione europea, riuniti a Bruges il 7 dicembre 2010 per riesaminare l’approccio e le priorità strategiche del processo di copenhagen per il periodo 2011-2020.

maggiore raccordo tra il processo di Lisbona - copenhagen per l’istruzione e la forma- zione professionale e quello di Bologna per l’istruzione superiore.

In tale scenario, il Programma Leonardo da Vinci, istituito nel 1994 e inserito, a par- tire dal 2007 nell’ambito del Programma quadro sull’apprendimento permanente, ha da sempre rappresentato un laboratorio per lo sviluppo di nuovi approcci e soluzioni a supporto dell’implementazione delle strategie europee nel campo dell’istruzione e della formazione professionale, così come declinate nel processo di Lisbona - copenhagen. In tale veste, esso ha costantemente accompagnato gli sviluppi politici in materia di tra- sparenza delle qualificazioni e delle competenze, come testimoniato dagli atti istitutivi del Programma e dalle priorità di intervento specificamente dedicate alla tematica negli Inviti a presentare proposte dal 2000 al 2010.

già nella decisione sul Programma relativa alla programmazione 2000-2006 (elaborata in parallelo alla costruzione del processo di Lisbona)

21

, tra le finalità del Programma viene elencata quella di promuovere abilità e competenze attraverso la formazione pro- fessionale e l’apprendistato “integrati dal lavoro”, nonché di migliorare la qualità della formazione, l’accesso alla stessa e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. La de- cisione del Parlamento europeo e del consiglio che ha dato vita alla fase di programma- zione 2007-2013,

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stabilisce delle connessioni ancora più forti e tra gli obiettivi specifi- ci di Leonardo da Vinci è inserito quello di “sostenere coloro che partecipano ad attività di formazione e formazione continua nell’acquisizione e utilizzazione di conoscenze, competenze e qualifiche per facilitare lo sviluppo personale, l’occupabilità e la parteci- pazione al mercato del lavoro europeo”, mentre uno degli obiettivi operativi si propone di “migliorare la trasparenza ed il riconoscimento delle qualifiche e delle competenze, comprese quelle acquisite attraverso l’apprendimento non formale e informale”.

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L’attenzione alle tematiche della trasparenza ha trovato poi una declinazione ancora più operativa nei diversi Inviti a presentare proposte emanati nell’ambito del Programma Leonardo da vinci, coerentemente con gli sviluppi dell’azione comunitaria in materia.

Nell’Invito a presentare proposte 2000-2002 (elaborato in parallelo al lavoro prepa- ratorio del consiglio di Lisbona), la tematica della trasparenza delle qualifiche e del riconoscimento delle competenze viene delineata come possibile ambito di lavoro per i progetti, anche se con riferimenti ancora piuttosto generici: nel testo dell’Invito si uti- lizza il termine “convalida” e non si parla espressamente di “non formale” o “informale”

mentre l’apprendimento “al di fuori dei sistemi formali di formazione” é già una con- vinzione condivisa. La gamma di aree di intervento che l’Invito ha offerto ai promotori di candidature progettuali è piuttosto vasta e, in una logica di approccio bottom up, le possibili esperienze sul campo hanno potuto contribuire alla definizione di un quadro comunitario ancora non strutturato in materia.

21 decisione del consiglio del 26 aprile 1999 che istituisce la seconda fase del Programma di azione comuni- taria in materia di formazione professionale Leonardo da Vinci (1999/382/ce), in gu L 146 del 11.06.1999.

22 decisione n. 1720/2006/ce del Parlamento europeo e del consiglio del 15 novembre 2006 che istituisce un programma di azione nel campo dell’apprendimento permanente, in gu L 327 del 24.11.2006.

23 Art. 25 della decisione del 2006.

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