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Anno II. N. 15. TORINO,

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(1)

Anno II. N. 15. TORINO,

I0

Agos to 1906.

f\1\!I~lrl\ A A A A A A A

DI INGEGNEF\IA 5ANITAF\IA

Continuazione: L'INGEGNERE IGIENISTA - Anno VII.

È

1·iservata la proprietà letle1'a?'Ìa ed artistica degli adicoli

e diseg11i pubblicati nella RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA.

MEMOI\IE ORJGINALI

PROGETTO

DI AMMAZ ZATOIO PER LA CITTÀ DI MONDOVÌ

.

Re1~z:io.l.-::a.e.

Facend o seguito alla relazi one tecni ca so mma ria 1n

data

29 dicembre

I

905 s ull 'impianto d i un a mma zzatoio

per

la città di Mondovì, di etro l'incarico del Sindaco

cav. avv.

A. Comino, mi ono ro di presentare il proge tto

rego

lare del nuovo ammazzatoio muni cipale. Ques to

venne

studiato in rapporto colla località scelta, detta dei Masanti

,

ed in modo tale da rispondere ai bisogni pre-

senti

e prossimi-futuri, ed all e modern e esigenze sociali

ed

ig ieni che.

I.

Ubicazione.

Prima però di prendere a descrivere i singo li elabo- rati che compongono il progetto, mi pa re conveniente

fe

rmarmi s ulla questione, di capitale importa nza, dell a

ubicazione,

che assum e notevo

le

influenza s ull

'impianto stesso

di un a mm azzatoio. Confermo perciò le ragioni

che

mi co ndussero alla scelta de

ll

a loca lità de i Masanti

a

p referenza di tutte le altre posizi oni proposte. G ià ne lla relazi one cita ta, esamin and o obb ie tti vamente le vari e

località,

h o vagliato le ragioni che militavano pro e

contro

la scelta loro .

E se g iunsi ad escl uderle tutte fuorchè il prato dei Masanti si è perchè questo racchiude tutti i vantaggi

che co

mpati bi lmente si richiedono per simili impianti.

In

ve

ro la posizione è asciutta, sa na, aerata; ha un orien-

ta

mento favorevole, è vicina alla ferrovia

,

colla quale

è poss

ibile tecnicamente un raccord o; è assai prossima al mercato del bestiame; si tro va lo nta na dalle case di ab

i- tazione;

ha un accesso comodo da parte di tutte le

sez

ioni che co mpongono la città, ed infine ha fa cile sfogo

alle

acque luride. on starò a ripetere le rag ioni che

L'INGEGNERIA SANITARIA- Anno XVII.

mi condussero ad escludere le a ltre località proposte, solo ricorderò come le due località

<<

Ge nola sopra >>

e <<

Genola sotto >>, le quali avrebbero sulle altre loca-

lità

escluse l'unico

vantaggio della

equidistanza

fra le vari

e

sez ioni della città, Breo, Piazza

e

Ca rasso ne, so no in vece da rigettars i assolutamente per tre rag ioni princi- palissim e. La prima si è nella natura franabile del ter- reno, sull a cui dubbiosa solidità non potrei in alcun modo suggerire

la costruzione di

un fabbricato qualsiasi, e tanto me no d i un impianto di notevole importanza qu ale è un ammazzatoio. Secondariamente si opporrebb e alla scelta la pendenza superfi ciale del terreno stesso, la cui ripi- dità non si presterebbe all' installazione dell

'impianto ch

e si considera, avend o bisogno pel suo peculiare carat te re un a grande espansione di ori zzontalit à o di leggerissimo pendio. In terzo luogo, dato

e

non concesso che queste due loca

lità «

Genola

»

potessero avere qualche carat- tere di adattabilità per l'

erezione di

un am mazzatoio, la ques tione finanziaria s'imporrebbe contro la scel ta dovendosi farn e l'acquisto.

Poichè, d ati i limi t'i dei fondi disponibili

,

l' aumento di spesa per l'acquis to del terreno comprom etterebbe l'esecuzione stessa dell

'opera;

mentre per co ntro il prato dei Masanti, da me scel to per l'impian to, oltre ai va n- taggi sopra ricordati possiede la quali tà specialissim a d i

essere

g ià proprietà comun ale.

Accenn erò ancora ai mezzi suggeriti nella citata rela- zio ne per mig liora re le co mun

icazioni

specialm ente fra il nu ovo amm azzatoio

erigendo e <<

Piazza

»

, quali l'im- pianto tel odina mico funicolare per so le merci, il prov- vedere un serviz io intensivo nottu rno p

er le

merci col- l'attuale fu ni colare adib ita ora

ai

soli passegge ri, e l'am- plia men to

e

rettifica della s trada detta

Toscana

che da

<<

Breo

»

conduce a

<<

Piazza >> .

P

er

tutte queste considerazioni per sè stesse evidenti il nu ovo ammazzatoio di Mond ovì deve sorgere nel

prato dà Masanii.

II.

Propor

z

ioni d

e

l

nuov

o

impi

anto

. Ri corderò i d ati statistici gentilm ente favoritimi.

Le macellazioni

effettuate

durante gli anni 1904-1905

(di

questo mancano pochi giorn i) fu,:ono rispettivamen te:

(2)

222 RIVISTA DI INGEG 'ERIA SANITARIA

:\!el 190-t );el 1905

Buoi I36 IO+

Vacche

IS 5 I74

Vitelli 1247 ISI4

:'ll

aiali

607 73 2

Capre e montoni. 9+ 102

Agnelli 923 IOIS

Maiali per uso pri \'ato 390 456

Fig. r. -

Facciata

del fabbricato ci,·ile.

Da questa tabella appare chiaramente come la macel- lazione in

spec

ie dei

cap

i eli

bestiam

e minuto sia in

au

mento; e eli

conseguenza sia

pure accresciuto il

co

n- sumo delle carni in confronto cogli anni precedenti.

Yecliamo ora il numero degli abitanti di l\1ondovì.

L

a

popolazione in cifra ufficiale è

s

tabilita:

per la sezi

one E

reo

a

bi tanti 7703

>) » Piazza

.

>> 3920

» »

Carasso

ne. >> 2238 per le

fraz

ioni >> SI2I

T

otale

abitanti I8982

cioè

SI avvicina ai 20.000

abi

tanti.

Parimenti

sonvi

22 macellai eli

ca

rne

bov

in

a ed

ovina e

6

pi

zzicagnoli

,

oltre

i negozianti misti.

Per

s

tabilire

ad

unque i

ca

pisaldi della proporzi

o

nali

e

capacità

dell'impianto

del

nu

ovo ammazzatoio occorre

tener

calco

lo dei bisogni

attu al

i della città e del presu- mibil

e aumento

delle

esige

nze

aYvenire.

Se

at

tualmente la

popolazio

ne raggiunge circa 20.000

ab

itanti,

co

n 22 macellai e 6 pizzicagnoli, per circa 30.000

ab

itanti

si deve

provvedere per

alm eno

30 ma-

cell ai e

per ro

pizzicagnol

i, numero proporzionalmente

corri sponde

nte

ad

una maggior macell

azione

eli

bestia

me

dovu

ta necessariamente acl un aumento di

co

nsumo futuro. Stabiliti

così

questi

capisaldi , g

li

edifi zi che compren-

dono

co

mplessivamente il

progetto ve

nnero studi

ati rife-

rencloli nell

a

misura e nella proporzione da quelli dedotte.

Il

sistema appl

icato per

questo a

mm

azzatoio è

quell

o

così detto

a

padiglioni isolati.

C

ioè

og-ni se

rn

zio

\'iene

esercito

in fabbricato

speciale sepa

rato ed indi

pendente

l'uno

da

ll'altro,

avendo

fatto il loro tempo quei

g

randi caseggiati

continui

, veri

fa

lansteri, nei

qua

li tutte le funzioni della macell

az

ione

si esercitano confusamente

, misti ed

addossa

ti

g

li uni

agli a

ltri i

sen ·izi

con

grand

e

scapito

dell'igiene e della polizia sanitari

a.

Tutti

g

li edifizi

sarann o

racchiu

si

da un recinto affinchè

si

possa

e

ffettuare una continua vi-

g

ilanza ed un'atti,·a

sorveg

lianza. E la macellazione

per ogni specie

di capo eli besti

ame

Yerrà fatta in lo-

cali speciali

, essend

o

da ri

gettars

i il

sistema

della macellazione mi

sta.

III.

Descrizione del nuovo ammazzatoio.

Formano

pa

rte integrante del pro- getto,

come si

può

chiaramen

te

ve-

dere nella fig. 3, nella loro posizione

fissa

ta, i

seguenti edifizi :

I° Fabbricato dell'Amministra-

zio

ne

con uffic

io ed alloggio del Di- rettore veterin

ario

, con ufficio daziario

ed

alloggio d

el

personale eli

custod

ia e di esercizi

o;

Uffizio

del peso;

3° Tettoia e piano cari

catore;

4" Stalle

di

sosta

per boYini;

Stalle eli sosta

per 0\·ini, macell

o ovmi

e trip- peria ovini in locali

a

tti

gui se

parati;

6° Stalle di

sosta

per

suini ,

macello, pellanda e tri

pperi a su

ini in locali

a

ttigui

sepa

rati;

7° Macelli dei

bo,

·ini

con camere separate;

· 8° Tripperia bovini

e

d

eposito sa

ngue e sego;

9° Stalla di

osservazione e

eli

segregaz

ione per animali

sospetti

;

ro"

Concimai

e e deposito eli rifiuti ;

o.'

l - l

! l '

l - -

f-'

Il

l

o

•' ., f-.

l'

· '

f-'

,.

"

·'

il :i

.,;:.. -.

'

;)

~~ ··'

Fig.

2. - Pianta

del

fabbricato stalle per bovini.

I I0 Impi

anto

di

serbatoio

idrauli

co e

di conduttura

generale;

I

Appa

recchi

o sterilizzato

re: di

gestore

delle carni infette in locale separato;

I 3° L

atrine;

RIVISTA DI INGEG ERIA SANITARIA 223

I+° Camera filtrante

a base el

i torba

per la

depu- razione delle

acque

luri

de

prima che si

versino

nel letto del fi

ume E

llero;

15 ° Fog

natura a

circolazione;

r6° :'11uro di

cin ta;

I

Sterri, selciatura,

illuminazione.

i

de,·e poi

aggiungere il raccordo del binw·io ferro-

<'iario e

la

ghiacciaia artificiale col frigorifero per celle individuali refrigeranti, di cui fu fatto un

o studi o,

ma

1

CiTTÀ

01 fYioNDO\JÌ

Pt

qN!'1ET~·q

c

E NE'\1'\lf

L

ungo il

pe

rimetro cieli 'appezzamento di forma tra-

pezoida

le è

p

rogettato

un muro

di cinta il qu

ale

rac- chiude tutti

gli

edifizi. Tale muro eli cin

ta

non

sarà però

costruito sul confine, ma acl un

a

distan

za

tale

da esso

da

perm

ettere la costruzione eli una

str ada

eli ronda esterna per la sorveglianza.

Parimenti nell'interno il mur

o

di cinta è

pure staccato

da qualsiasi edifizio

onde perm ettere

la

costruzi one

eli una

s

trada di ronda intern

a

eli

vig

ilanza.

,,

.

'

.

.

' ~

/ ~

j

Fig. 3·

che non

so

no compresi nel

calcolo

del

progetto che si

es

pone ora.

Da

ll

'esa

me della predetta planimetri

a ogn

un

o

può for- ma

rsi u

n concetto del

vari o

funzionamento dei diversi edifizi dell'amm

azzatoio.

Ad

esso

si

perviene medi

ante

la strada dei Giardini, che sbocca in un

assai vasto

piazzale

esterno, verso cui

prospetta il

fabb

ricato dell'Amministrazione fiancheg- giato

da

due cancelli. Quello eli

si

ni

stra se

rve per l'in- g

resso, quello

di destra

serve

per l'uscita.

Appena entrati nel recinto a

sini stra si

incontra il peso. La tri

ppe

ria bovini fu posta nel

centro

eli figura

el

i tutti

g

li edifizi; ed attorno

acl essa

radialm

e

nte

sono sparsi

i

fabb

ricati dei macelli bovini e le

stall e eli

sosta e

eli osservazione

.

A

destra si trovano l'ovile, il macell

o e

la trip

pe

ria

0\·

ini

, qui

ndi il porcile, il macello e la tripperia

suini

. In ultimo

sorge

il cligestore

o sterilizzatore

dell

e

carni in

fette.

A

sinistr

a

entrand

o dopo

il peso

e

le

stalle bovi

ni

(3)

224 RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

si inco ntra

la tettoia

e piano

caricatore

nel caso si

effet-

tu asse in seg uito il racco rdo ferrov iari o,

e

qu

indi

la g hi ac-

ciaia ed il

frigorifero

colle celle

indi vi duali refri

gera

nti .

terra. Il pia no

terre

no, diviso

in

sette am bienti

,

serve pe r

l'

ufficio vete

rinari

o ed a nnesso laboratorio , per l' Ufficio dazio, pe r l'Ammini s trazione e pel cus tode. Al primo piano so

no

disposti g li a llogg i degli impie- gati. N

el

terrazzo sup

eriore

v'ha il serba toio co m- pensatore d'acqua, al

imenta

to dalla co nd otta della ci ttà.

Dall'esame delle fig ure risulta

chi

arament

e il

carattere decorativo dato all

a

facc

iata, in mod

o che,

con

modesti mezzi, qu

esta

possa ottene

re

un non sgradevole effe

tto estetico,

e corrispond

ere

all a

no-

tevole impo rtanza dell'

im

pianto che si desid era

attua

re.

Fi

g. 4.-

Sezione longitudinale AB del fabbri

cato stalle per bov

ini.

La pi anta

e la sezione indicano

più effi cace- me nte le dis posizi oni dei rispettivi

locali

senza

che

siano

necessarie

ulteri ori parole es pli cati ve.

Su

ll

a torretta clell 'edifizio cle ll ' Amministrazione si pro-

ge

ttò un se rbatoio per l'acqua potabil

e

deriva ta dalla

F

ig.

s . -Sez ione C

D

del fabbri

ca

to stall

e per bovini.

co

ndotta

di cui gode

la

città cl i l\f onclov ì.

Dal serba toio pa

rte

la

conduttura

pel serviz io di tutto l'ammazzatoio.

Un s

istema

di

fogna-

tura ovoicle e tubolare coll ega tutti gli

edifi

zi e co n razionale pe nde nza

co

nvoglia tutte le mate- ri

e

d

i

rifiuto nelle

ca-

mere filtranti

che si

tro- va no nell'

estremo

del recinto in prossimità del fiume Ell

ero, entro al

qual

e

si Y

ersano

media nte un ultim

o

tronco di tu baz ione le acq ue de purate dall e

ca- mere

filtranti sudde

tte.

Nell'applica

re

agli edifizi d

ell'ammazzatoio

un sis tema di cos truzi one solido e se mpli ce ada tto allo scopo s1 cercò pure di

collegarli co

n un tipo

di deco

razione

imp

rontata

al

carat

te re dell'impianto : per cui tutto

l'

in sie

me

dell

e costru

zioni presentasse un asp

etto

armon

ico

non disgiunto da una ben in- tesa aura di

mode

rnità. Di

ciò

sarà fa-

cile

farsi un

'idea

co ncreta

esa

minand o le s ingo

le

fig ure de i disegni

in

cu

i

sono rap presentati g

raficamente

co i maggio ri particolari p ossibili i sin goli

edifizi

d

el

presente prog

etto.

Ai quali

edifizi

fu d ata una impronta spec iale

che carat-

te rizz i lo scopo

e

la funzio ne a cui

essi

..,,

sono destin ati. · na sempli ce fascia

in ceme

nto taglierà

ogni

prospe tto di padigl ione con e mblemi

e figure relative.

r"

Fabbricato dell'Amministrazione (fi

g ura I•). - Il fabb

ricato civile

d

'amministrazione

è a due pian

i

fu ori

Ufficio-peso.

-

Il

fabbricato per

l'

ufficio-peso

SI

trova a s

inistra,

entra ndo, presso il muro eli cinta.

È di viso

in

due parti.

L

' ufficio di registrazio ne ed il peso a bilico: ques to è

coperto d

a un

te

ttuccio

ed

è mu- nito da

rastrellie

ra

a

gri g

lia

per pote r

ferm

are

l'animal

e durante la pesa ta; quello è forma

to

da un

casotto chiu

so per

l'

impi egato pesatore.

3"

Tettoia c piano caricatore.

- Qu

esto edifi

cio

è

de- stinato a

ll

a

raccolta

d egli animali cond otti all

'

amm azza- toio, mi sura I 2 X

8

ed è composto semplice mente di un tetto sostenuto da pilas tri . Quando si sarà potuto

co-

strurre il bina

rio

di raccord o collti ferr ovia una pa rte del pav

imento

dovrà esse re ri alza

to

per il faci

le

sca ri co dei

carri-besti

ami.

4"

Stalle di sosta pci bovini (figure

2>, 4•

e s•). -

Gli ani

mali

pot

rann

o g

iungere all'ammazzatoio

o per mezzo d ell a strad a dei g iardin

i,

o dalla ferrovia col tro nco di raccord o.

Sarann o raduna

ti

sotto

la

sosta e dopo la visita

e la

uj

Fig. 6.

-

Pianta del fabb

ricato

stalle per ovini.

pesatura potrann0

esse

re diretti ai

locali

di osservaz

ione

od alle stalle, od al macello.

L

e

stall

e

progettate sono

in

tre padi g

lioni,

di cui

un

o è risen

·ato

pe i

locali

di

osservazi

one, pei quali s i ridus- sero i box·

isolati,

indicati al n. 9·

RIVISTA DI INGEG TERIA SANITARIA 225

I

due

padigli

oni

per le sta lle eli sosta hanno le dime n-

ioni I7,8o

X 7 X 5.40

e

possono contene

re

I 6 cap i di

bestiame ciascuno.

Sono a ço

rsìa laterale con mangiatoia

Dal po

rcile

si passa nel seco ndo sco mparto, mace llo

e

pel

ancla,

dove

i

ma iali vengo no s tord iti

con colpi

di mazz

a e

quindi di

ssang

ua ti.

U na gru gire vole s ul s uo asse ,·e r- ticale

,

della portata di 350 kg.

, è

de- s tinata al solleY amento dell a vittima

che

Yi

ene

po i immersa in un

a

vasca in ceme nto dell

a ca

pacità di r 200

litri

d'acqua

, che

viene sca lda ta a 6o" me- diante

la

ncia di vapore

ricav

ato da un a caldaia p osta nell'angolo di d

etto

locale.

Fig.

7 · -

Sezione AB del fabb ri

cato

stalle per ov ini.

D opo

una

breY

e imme

rsi one

l'

ani- male dovrà essere so tt

oposto alla

d

e-

pi

latura

su last re di pietra.

111 cemento,

col pavim ento pure

111

ce

mento, e co

n vol-

tine su poutrcltcs

e fi enili sovrasta nti co

n

tramoggie di

sca

n

co

e camini di ve

ntil

azione.

5"

Statte di sosta per oviui, macello e tripperia oviHi (fig. 6"",

7""

e Sa)

. -

IJ

fabbricato misura 2

I ,

50

X

7

X

4,40

ed è

diviso

in

tre scomp arti. Ne

l

primo è adibito l'ovil e

d

isti nto in due ambienti capaci di 30 capi di bestiam e

ciasc

un o. La

mang

iatoia è in ce me nto e

la ras

trelliera

in

legna

me

forte

,

il pavim e nto

è

in

cemento con

poz-

zetto

centrale p er scolo o rine.

Il macell o ov

ino

si tro va nel seco ndo scompa

rto; ha pa

,·imento

e

pareti sino a due m

etri d'altezza,

ri,·estit

e

in

ce

mento, pozzetto centrale di scolo, servizi o d

'acqua

di

la\·agg

io. Alle travature del tetto tavellato sono

in

fitte

q

uattro un

cin

aie per appe ndere g

li

anim ali, ma novrate da

quattro

arganelli a vite perpetua. Ne

i

lat

i

sono pure

in- fisse opportune

ras trelliere per appe ndi- carn

e.

Nel terzo

scomparto è

installa

ta

la

tri

pperia con comodo accesso

dal

mace

ll

o

direttamente,

è divisa in due locali co n cal-

da

ia, Y asche e se

rvizio

d'acqua di lavaggio. Il

pa

,·imento con bocchetta

d

i scolo e le pareti sono in

cemento.

So

no

disposti

lu

ngo d

i

queste diversi

banco

ni indi viduali pe r

la

lavatura delle

trippe, colle

rastrelliere per la

sospens

ione d elle ca

rni.

'-'

'

T

e

rmin ata

l'o

perazi one della depilatura g

li

animali do- vrann o

essere

trasportati n

el

terzo sco mparto in

cui è

installa ta la tripperi a, ove lungo

le

pareti, debitam

ente into

nacate in cemento a

perfetta lavatura, so no dispos ti IO riparti pe r

la

pulitura d

elle interiora

e co nf ezioname

nti

rela- ti vi,

costituiti

da pietre d i Lusern a fian

cheggiati

da

lava

ndini in ce mento, sopra dei qu ali passano le tubazioni eli acqua calda e fr edd a, distri- buita coi r ela ti\·i rubi- netti. Tali posti son o in

Fi

g.

8. - Sezione C

D

del fabbricato stal le per ovini .

sopralzo eli

un gradino

sul pavimento per la protez

ione

contro il clig uazza mento delle laY ature

e

scoli su l pav

i-

mento scorrenti per quanto deb

itamente incli

nato ve rso le bocchette di scarico .

l \--===./

l

i\;:;-r-=rr'Ji

:UI

J .,1

-~

6" Statte di sosta per

F

ig. 9· -

Pi

anta

del fabbri

cato

stalle per

suini.

suini, macello, pelanda e

trippcria suini (fig.

9•, ro• e Ir

a).

- Q uesto padi gli

one ha

le dim

ensioni: 26,8) x

7

x

4

,40.

Il te tto a tegol

e

intavell ate sostituisce le vo

lte

eli c hiu-

sura

degli

a

mbienti. È diviso in tre scompa rti. Il primo

è occupa

to dal porcil e, form ato di ro box per ro pizzi-

cagnoli. Il

pavi mento e le p areti sono di cemento con

bocchetta di

sca ri co

e

rela tivi ca

naletti di raccordo co

n

la

rete di fognatura esterna

.

Alcu ni reparti sono dest ina ti per la

la

,·orazione del

le carni

panicat

e.

7" Jl!facelti

dei bovini (fig. r2",

13" e

q"). -

I macelli

dei bovi

ni

sono distribuiti

in quattro

pad ig

lioni

concentri ci

alla tripperia. Q ues ta disposizione, seco ndata ne

ll'orienta-

mento, fa1·ori sce

la

diretta

comunicazione

dei

macelli sco

mp arti

colle

sta

lle

di sosta

e

colla

tripperia

bov

ini

.

(4)

RIVISTA DI I GEG TERIA SANITARIA

Il progetto, come già si disse, Yenne compilato in base a 30 macellai bovini ed ovini complessivamente, cioè vennero ideati quattro padiglioni di 5 scomparti macelli ciascuno per venti macellai bovini, oltre il padiglione spe- ciale ovini, calcolato per altri r o macellai ovini, capre e montoni già descritto. I quattro padiglioni macellai bovini che si considerano misurano 2 I ,50 X 6 X 5,.J.O ciascuno.

( Continua)

.fng. pAOLO SACCARELLI.

IL SANATORIO POPOLARE UMBERTO l DELLA CITTÀ E PROVINCIA DI :MILANO.

(Continuazione e fine - \"edi Num. preced.)

In primo piano stanno nella parte centrale l'appar- tamento del medico direttore di quattro camere e quello della direttrice di due; entrambi i quartierini sono prov- veduti di sen·izio di bagno \\·ater-closet. Ai lati stanno le camere da letto da I -2-4 e 6 letti.

In secondo piano si trova il rimanente delle camere da letto per gli ammalati, delle quali tre centrali eli ri- serva. Due riparti laterali, ai due estremi dell'edificio, furono disposti in modo da potere servire come sezioni di isolamento, ciascuna di due camere ad un letto, oltre la camera per la persona di servizio pure isolata,

Nel piano del sottotetto finalmente si ha la guarda- roba ed annessi e le camere da letto del personale di serVIZIO.

Come si vede, ogni sezione costituisce un Sanatorio a sè con proprie sale di riunione, proprie verande, scale, lavabi, latrine, e comparti di isolamento.

La sala da pranzo, nel primo piano dell'annesso edi- ficio a monte, è unica e comunica per una galleria di passaggio col primo piano dell'edificio

principale. Disposta per IOO-I04 persone, essa ha una superficie di mq. I 4 I, ed una capacità d'aria di mc. 8.j.o. Si vuole espe- rire una sala da pranzo unica perchè dà alla organizzazione sanatoriale un carattere famigliare e perchè fece buona prova nei Sanatori della Germania e della Svizzera senza danno della morale.

È

però la sala disposta in modo da potere essere diYisa in due, come è facilmente divisibile la gal- leria di accesso, per modo da aYersi anche qui, quando si reputasse necessaria, com- pleta separazione degli ammalati dei due sess1.

Dietro la sala da pranzo sta la cucma cogli annessi, divisa dalla prima per un locale di servizio ed altro di passaggio.

Al piano terreno, il quale in parte è sottoterra, e proprio sotto la sala da pranzo si trO\·ano la dispensa centrale con altro locale per ripostiglio, e sotto la cu- cina ed annessi stanno invece le cantine pel vino, pel

latte, pel burro: il conservatorio delle carni; la ghiac- Ciaia.

N el sotterraneo si tro,·ano il locale delle caldaie eli riscaldamento e quello del combustibile. In secondo piano, sempre della

dep endance,

sono disposti il refet- torio pel personale di sen·izio e gli alloggi di quello di cucine. Nel sottotettto altri dormitori pel personale. In ambo i piani servizio di bagno e ,,·ater-closet.

Le camere da letto per gli ammalati stanno tutte nell'edificio principale verso sud. Sono ad uno, due, quattro e sei letti e precisamente per ogni sezione:

Camere a 6 letti N. 2 Totale N. I 2 letti

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>> 4 >> >> I6 »

>> a 2 » >> 8 » » 16 »

>) a I >> >> 6 » >> 6 »

Totale N. 50 letti

Su roo letti SI hanno adunque 12 camere ad un solo letto. Inoltre le tre camere di riserva in secondo piano sono capaci complessivamente di sei letti, che aggiunti ai quattro letti dei riparti di isolamento formano un totale massimo di I IO letti.

Per riguardo alla cubatura delle camere, quelle a sei letti hanno da 3 I a 35 mc. per letto; quelle a quattro letti da 40 a 45,67 mc.; quelle a due letti da 34,40 a .J.O mc.; quelle ad un letto da 38 a 43 mc. per letto.

Le cubature maggiori sono a terreno; le minori in se- condo piano. La superficie quadrata accordata a ciascun ammalato nelle camere è in media di mq. I0,25. Per riguardo alle finestratura essa è in media di mq. 1,90

per ammalato. Le finestre sono munite di \'etro a va-

sistas ,

dispositivo che si trova in quasi tutti i locali dell'edificio. Le pareti verniciate a lucido, l'arrotonda- mento degli angoli congiungenti le pareti fra di loro

CA;\! ERA ~IORTUARIA (Scala I : soo).

e col pavimento permettono la loro completa lavatura con liquidi disinfettanti.

Fu disposto che i lavabo non avessero a stare nelle camere degli ammalati, ma in ampio locale in ogni

RIVISTA DI INGEGr ERIA SA TJTARIA 227

piano d'ambo i riparti. Ogni ammalato ha la propria catinella con rubinetti d'acqua calda e fredda ed un ar-

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maclietto per gli spazzolini da denti e da unghie, pel sapone e per gli asciugamani. Questo dispositivo meglio assicura la pulizia degli infermi con ,·antaggio dell'igiene.

Ogni piano d'ambo i riparti ha una camera pel per- sonale di guardia, con unita cucinetta e locale di ripo-

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stiglio. Le latrine sono precedute da un'antilatrina nella quale è disposto per la lavatura disinfettante delle spu- tacchiere.

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RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA 229

Per ogm riparto le comunicazioni da p1ano a piano sono assicurate da ampia e comoda scala bene aerata ed illuminata.

Le gallerie o verande di riposo sono disposte, come si disse, sulla fronte delle parti laterali dell'edificio prin-

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Primo Rano,

fezione, l'essiccatoio e la stireria, VI sono annesse la portieria dello stabilimento, gli alloggi pel giardiniere custode e pel macchinista ed il servizio di scuderia e rimessa.

Più a levante ancora e verso nord si trova il riparto

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O.BRIIJJCHI C. CIACHI-ARCH/TETT!

SERVIZI GENERALI (Scala r: soo).

cipale ed in prolungamento della fronte stessa. Per la parte che si svolge all'infuori dell'edificio esse sono a due piani, col superiore un po' arretrato in rispetto al- l'inferiore; per l'altra che sta al davanti dell'edificio e se formano terrazzo, corrispondente al piano terreno dell'edificio. Alte m. 3,25, profonde m. 3, esse si svol- gono in modo che ciascun ammalato possa avere di- sponibile uno spazio largo m. 1,20.

L'edificio pei servizi generali si trova a levante del- l'edificio principale e discosto da esso di m. 145, da centro a centro. Oltre la lavanderia e riparto di disin-

mortuario ad un solo piano, costituito dai locali pel de- posito dei cadaveri e per le autopsie, da un laboratorio anatomo-patologico e da un forno di incenerimento per le spazzature, oggetti infetti che non franca la spesa di disinfettare, cadaveri di animali di esperimento, ecc.

Per la chiesuola fu diposta un'area a sud-ovest.

Pel riscaldamento fu adottato, quale economico e si- curo, il rircaldamento a vapore a bassa pressione, me- diante caldaie di facile regolazione e quindi di poca manutenzione. Si dispose per tre caldaie delle quali una serve anche per la produzione dell'acqua calda neces-

(6)

230 RIVISTA DI INGEGNERIA SA ITARIA

sa ria ai bagni

,

alle doccie ed ai lavabi . I rad iato ri lisc i americani

,

di facile pulizia e disinfezione, sono posti in

prossimit~1

de lle finest re. La , ·entilaz io ne è ottenuta, oltre che dall e ,·asistas, da cann e di ventilazio ne poste in og ni locale ed aventi sfogo sop ra il tetto.

L ' impi anto del riscald amento fu di sposto in modo da assicura re nelle ca mere e nei corrid oi una te mpe ratur a di r 5° C. anche con t empera tura este rna eli

-

ro.

La la,·ancl eria è parzialm e nte a vapo re e si compone di vasche eli a mmola me nto e eli risc iacq uatura

,

eli un a Jisciviatri ce a vapo re, clell' iclroestrattore a forza cen tri- fuga

,

ecc. Essa è co mpletata da un essicca toio a vapor.e.

L a disi nfezione è fatta con a pparecc hi o a vapore m pr essione, tipo Ge nes te H erscher, capace eli disinfettare letti, mate rassi

,

ecc . ; sito a ca,·allo fr a il riparto pe r g

li

oggetti impuri e quello dei d isinfettati. Per la bian- che ria si prov,·ecle con una tinozza a disinfezione umida.

S'è detto più sop ra come venne provvedu to per la p rovvista d'acqua e come il gettito delle so rgenti ac- quistate sia più che sufficie nte pei bi sogni del Sana torio.

L' acqua

,

med iante tubazione in g hisa, ,·iene condotta ad un serbatoio eli carico, il quale, per essere situa to m. 6o circa piì.r in alto del piano sotterraneo dell 'edifici o, perm ette che l'acq ua possa arri va re a tutti i piani cl eìlo Stabilim ento colla press ione necessa ria ai dive rsi serviz i.

Per riguardo alla epurazione delle acque luride del Sanatori o s'è provveduto col sistema biolog ico a mezzo dell e foss e settiche e de i letti bacterici aerobi multipli , stabi lendo anche che nella cana lizzaz ione di fog na non abbiano acl esse re immessi espettora ti se no n dopo la loro steril izzazi one a va pore in press ione e che, nella eve nienza di altre accide ntali malattie infe ttive, i pro- dotti di detti amm alati non abbiano a passare nella fog na se non dopo la epuraz ione chimi ca regolamentare.

Il progetto è opera degl i a rchitetti Bri oschi Diego e Giachi G iO\·anni, d el Consiglio di Ammi nistrazione d

el-

l'Opera p ia . Essi diede ro disinte ressa tam ente l'opera loro.

S ono coadiuvati dall

'

in g. Alfo nso Pa rrocchetti, direttore dei la,·ori

,

i quali furon o ass unti dall

'

Im presa Bena gli o e Nosecla di ;\

lilano.

Come appare da questa relazione

(che

è opera del dott. Gatti) alcuni fatti s' introdussero a perturbare il preventi,·o primiero. La som ma di

L.

s ooo per letto è in O<Y<Yi assolutamente ins ufficiente. Data la sce lta neces-

"'"'

sa ria di P rasomaso, essa non può

essere

inferiore al le lire 7000.

Così Milano av rà tra breve il s uo bel Sa nato rio, degno in tutto delle tradizioni nobilissime d ell a benefi

c.te

nza e del cuore ambrosia no.

P ossa l'opera bellissim a

essere

d'esempi o e eli in ci- ta mento alle altre g randi città italiane, e possa questa parte dell a lotta antitube rcola re tr ovare finalmente, anche in Italia, un a espli cazione p ratica co rrispondente all' im- portanza del problema che te nta risoh·e re. E. B.

2UESTI0f'll

TECNICO -SFINITFIKlE DEL GIORNO

ILL U MINAZIONE , RISCALDAMENTO E VE)JTILAZ IO)JE DEI TRENI IN AME RICA.

Tra tutti i sistemi d'illumin azio ne che s' im piegano at- tual mente si ha una tendenza marcata ad utilizzare il gas compresso

,

tutte le ,·olte che

-

una Com pagni a dispone dei mezzi pe r prod ure ed imm agazzi nare nelle riser ve il gas. Q uesto gas provi

ene

dalla dist illaz io ne s ia d el carb one fossile, sia del petrolio; in quest

'

ultimo caso il suo potere

ill

uminante è molto più conside re vole.

Tuttav ia l' uso de i becchi Auer, co n il gas o rdi na ri o, se mbra dover dare eccelle nti risultati. L

'

illuminazione elettri ca è me no impi egata del gas pe rchè più cos tosa, sia essa prodotta dag li acc umula tori

,

sia prodo tta di- rettamente da dinamo poste sotto la sa la della vettura.

L 'aceti

lene,

invece, si esita acl applicarlo in ragione della poca sicurezza che presenta.

Il s istema eli ri scaldamento piì.r

esteso è

quell o del vapore parte nte dall a locomotiva e circolante in tubi si- tuati so tto i sed ili. L

'acqua di

co nde nsaz ione scola per dei dispos iti vi a utomati ci.

Ouasi tutte le vetture a meri cane sono provved ute di un -mezzo quals iasi d i ,- entilazi one. Tal ora sono le stesse lampade d'illuminazione, fisse al soffitt o, le qua li ri chia- mano l'ari a: talora l' eliminazion e dell' aria vizia ta si ef- fettua per chassis mobili collocat i alla parte sup erio re dell e pareti.

Il mig li or procedim ento è quello della Pensylvani a R ailroad. Consiste nel prender l'a ri a este rna pe r mezzo di cappucci posti al d i fuo ri, in du e angoli supe rio ri de lla vettu ra, diago nalm e nte opposti. Q uest'aria pe netra du- rante il viaggio da due tubi di discesa che comunicano con due co ndotte orizzontali che esistono longitudinal- mente sotto il doppi o impia ntito de lla vettura ed esce dopo esser stato riscaldato al contatto degli apparecchi di ci rcolazione del vapo re, da fessure collocate nel pal- chetto supe riore. Di qu i s i rive rsa nella vettura e s fugge d al lanternone. Il regola mento per l' introduzione dell

'a

ria può farsi pe r mezzo eli dispositi ,·i posti all 'o rifizi o d ei cappucci adduttori e di r egistri eli cui i ventilatori d el soffitto sono muniti.

D. BEN.

LE CASE POPOLARI

DELLA SOC IE T À DI M. S. FRA G LI OPER AI I

T

VOGHERA.

Vog hera, il magg io re capo luogo d ella prO\·i ncia pa,·ese

,

ha il ,·a nto eli avere uno de i piì.r a ntichi e fi orenti so- dalizi di M. S. fra operai , che prim o fra le Società ope- rai e itali ane ha dato il nobil e esempi o della cos truzione di case popolari per i s uoi soci.

N

ell

'anno 1902

,

sotto la presidenza dell 'esimi o inge-

RIVISTA DI INGEG ERIA S ITARIA 231

o·nere

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'

ittore Bicloia, allora a nc he Sindaco d el Comune

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l'assemblea generale dei soci deliberava:

])i in,·estire

i suoi capita li

, che erano

impiegati acl in -

teresse ele

vato e

che

si pre,·ecle va sarebbe di minui to per

]c condiz

io ni d

el merca

to, nella

costruzi

one in buone co n-

dizio

ni eli sa lubrit:\ e eli luce, el i

case

popolari

,

togl iend o

le sogge

zi

oni

a lle abitazio ni .

che

tanto influisco no sulla

Fig-. 1.- Yecluta eli una facciata del quartierino.

moralità

e tra nquillità delle fa mig lie, dando così

esempi

o

di buona costruzi

one di case operai e anche ai pri,·ati im-

prend

itori, g iacchè si pre,·ecle,

·a

che la Società, anche

impiega

ndo tutti i suoi capi tali

,

non potrebbe provve-

de

re a i bisog ni ed all e ri chieste eli tutti i soc i.

Pe r porre in atto tale deli berazione l' Amministrazione

della

Società presentava al Comune domanda di acq uis to

eli a

ree eli proprietà co munale in posizione com·eniente

allo

scopo, in prossimità del le scuole ele mentari .

Co

n sua deliberaz ione

I

9 d icembre

I

902 il Consigli o

comunale,

plaudend o alla nobil

e

iniziativa, faceva dona-

zio

ne

al

Sodal izi

o

eli un'area di mq. -tS3-t ,6o, di forma

rettangolare, con

tre lati su tre pubbliche ,

-

ie ed il quarto

confina

nte coll a proprietà p ro ,·in ciale, resid enza de lla

Caserma rea

li ca rab in ieri.

Da un a Commissione tecnica p resieduta dall

'

Ing. Bi-

do

ia veni,·a dato incarico della co mpilazione del progetto

all'

ingeg nere muni cipale ca

L

Vittorio A lberto

Storch

i, progetto che venn e tosto prese ntato,

approva

to e messo in esecuz ione. Co mpone,·as i

esso

di quattro caseggiati id

e

ntici, dispost i pa-

rallelame

nte a due a due nell'are aassegnata in

modo

da lascia re fra g li edifizi d ue g ra ndi viali

a croce,

disponendo sull e due fro nti eli ciasc un

caseg

g ia to, tanto ve rso via

che

\'erso il mag-

g-iore

viale intern o, una serie di piccoli g ia rdi -

netti

da asseg narsi un o per

ciascun

o degli ap-

partamenti

compone nti l'ed ifizio .

Iniziati si per appalto i lavori dei due p rimi

caseg

giati nel marzo r 903

essi

venn ero portat i

a te

rmine nel no,·embre 190 -J.. Gli affitta menti

s'iniziarono

nel marz o 1905

e

nel second o se-

mestre

eli detto an no tutti g li a lloggi era no affit-

· tati

. Ciascun caseggiato si comp one del piano terreno,

un primo pia

no, e sotterraneo ad uso di can tina. In ogni

casegg

iato ,- i sono tre ingressi

e

tre sca le el i accesso ai

vari

piani con uscita pure verso il viale in terno. Di

front

e

agl i ingress i ta nto anteri ori che pos teri ori sono interr otte le seri e dei giardinetti, lasciando fra esse co- modi passaggi. nei fianchi d

ei quali

s i ap rono i ca ncell

etti

d ' ing resso ai medesimi

,

per q uelli verso la str ada, mentre gl i accessi ai g ia rdini posteriori si ha nno direttame nte dagli appa rtamenti d a ballatoi e g radi na te este rne.

Ogn i atri o dà accesso a due a pparta men ti al piano terreno sopraeleva to da l piano eli cam- pagna eli circa un metro, e la scala in una sola ra mpata mette al ballato io su- periore clo,·e ap ro nsi g li accessi acl altri due appartamenti. Ogni caseggiato

con-

tiene così dodici appart ame nti a ciascuno dei quali vann o annessi una ca ntin a, un giard in

etto ed

una latrin a. Gli appa rta- me nti si comp ongo no eli tre ambien ti cacl uno eli d im ensio ni medie eli metri -t .s o

x

3,50. A tre apparta menti del primo piano è an nesso in p iì.r un minore a mbi ente ri

cavato

nel va no dell 'atrio ne lla parte ante- riore ,·erso la strada pubb lica. La disposizione dell

'atr

io e del ballatoio, e apertu re di passata, chiuse da sempli ci tramezzi

,

permette però eli vari are la dis posizion e degl i apparta menti acl un o, due e quattro va ni, ove le esigenze della rice rca lo co mportassero. All

'atto pratico

però si è d im ostrato che la dispos izione per tre a mbienti è la più co nveni ente e non occorse effettuare alcuna dell e possi- bil i vari az io ni.

L 'a ltezza dei piani è el i metri 3, 70

;

i so

lai so

no ese- g uiti co n voltin e forate su ferri a doppio T pe l primo piano, a volte pel piano terreno, ed il soffi tto de l primo piano è pure costrutto su fe rri co n tavolo ni forati

, es-

sendos i usato tanto in ques ti che nei solai il cop riala in modo da a \·ere soffitti pe rfetta mente piani. I n co rri- spo ndenza degli atrii so no praticati ve rso l'i nterno del- l'a rea a \·anco rpi contenenti le latrine annesse a ciascun

Fig. 2. - \'ecluta eli una facciata del quartierino.

appa

rtamento,

crea ndo così una d ispos izione decorosa perchè meno appar isce nte risult a lo scopo degli a\·an- cor pi s tessi.

L

'

ampiezza delle fin

es

tre e la capacità degli ambi

enti,

(7)

232 RIVISTA DI I GEG ERIA SA ITARIA

la comoda disposizione e la perfetta regolarità dei fini- menti rende tali abitazioni igienicamente commendevoli e non prive di una certa eleganza.

Nell'incrocio dei viali interni Yenne costrutto un edi- fizio per la pompa ed i lavatoi costrutti in cemento a scomparti individuali, con fornacella per le liscive, e

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Fig. 3·- Piante del piano terre/ no e del

serbatoio per la distribuzione d'acqua a mezzo di con- duttura in ferro.

Il costo della costruzione dei due caseggiati risultò la seguente:

a)

Costruzione dei corpi di fabbrica L. 6 s-6ss,6o;

b)

Costruzione delle divisioni dei giardinetti a rete metal- lica intelaiata, fissata a colonnine in ghisa su parapetto in muratura L. 4.oo6,69; c) Costruzione del pozzo, del lavatoio ed impianti della pompa L. J.o68,rs; e così

111 totale L. 72.730.44·

Il costo unitario dei fabbricati risultò di L. 8,45 per mc. e quello di ciascun ambiente di abitazione, compu-

piano

tandosi implicitamente la spesa di costruzione dei sot- terranei ad uso cantine, dei giardini e per la giusta metà il costo d'impianto del pozzo d'acqua Yiva e relativa pompa e del servizio di lavatoi, dO\·endo esso servire anche per i futuri due caseggiati, risulta di L. 9 IO in cifra tonda. Il reddito lordo attuale, rappresentato dagli

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~

superiore.

affitti come fu fissato dalla Amministrazione speciale no- minata a norma della legge speciale sulle case popolari, è il seguente per ogni ca- seggiato:

a)

Appartamenti estremi (verso i fianchi dell'edifizio) a terreno : due a I 45 lire

annue. L. 290

b) Appartamenti estremi (come sopra) al primo piano: due

a L. I so annue » 300

c)

Appartamenti

centrali a terreno e primo piano: cinque

a L. ISS annue

»

775

d)

Appartamenti

centrali con un am- biente in più al primo

piano: tre a L. r8o » 540 Sommano.

La modicità dei prezzi che il Sodalizio volle stabilire, non intendendo effettuare, come fu sancito dalla tassativa deliberazione dell'assemblea, una speculazione, ma un o- nesto impieg·o dei capitali, è pienamente raggiunto, poichè il reddito lordo di L. 38 IO

annue depurato delle spese fisse per imposte, manuten- zione, assicurazione incendi ed amministrazione, nel pn·

mo periodo di esercizio non ancora definitivamente preci- sate, permette un reddito netto molto prossimo al 4,50 per cento, che può considerarsi fisso e sicuro, essendo fitti suscettibili di modificazione in leggero aumento, e così sopperire ad eventuali aumenti nelle spese fisse e nelle perdite pei disaffitti.

Il Sodalizio si ripromette in seguito di completare la serie progettata dei caseggiati nell'area predisposta dopo aver potuto con un regolare esercizio di almeno un biennio avere l'esperienza pratica della bontà della nuova

gestione. AviS.

l

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

233

NOTE PI\A1T(flE

L'Iì\"DUSTRIA DELLA TORBA IN FRA TCJA.

La torba sta per entrare in Francia nel suo periodo aureo, dopo i Ja,·ori eli ì\ltintz e Loiné, che aprono un'èra nuo,·a pei proprietari. Infatti, secondo questi lavori, risulta che essa è un mirabile terreno pei germi nitrificatori, e su eli essa i germi tro,·ano le migliori condizioni per condurre a termine l'opera loro eli ossidatari dell'ammoniaca.

ì\"elle loro prO\·e i due autori francesi hanno usato torbe di pro,·enienza e eli natura diverse, ma i risultati ottenuti sono stati ,·eramente incoraggianti. Con letti di un ettaro arrivarono a 58oo tonn. di nitrati all'anno, e servendosi eli torba ben disposta arri,·arono sino a 48.ooo tonn. eli nitrati. Quindi si tratta di una nitrificazione molto intensa e rapida, pari a una fermentazione alcoolica tumultuosa.

Per a n·iare i letti si procede rapidamente. Si versa una solu- zione eli solfato d'ammonio sulla torba (7 ,50 gr. per litro): la reazione si avvia e si continua, sino a che si ottengono solu- zioni col 20 OJO eli nitrato. Si fa ripassare più volte il liquido sullo stesso letto, aggiungendo tratto tratto una soluzione am- moniacale. L'ossidazione si compie rapidamente se la tempe- ratura è a 30°: e per ottenere questo calore, necessario pel buon funzionamento dei letti, è bene ancora usare la torba stessa.

Inoltre la torba stessa può fornire l'azoto ammoniacale ne- cessario per determinare la ossidazione, e distillando la torba

;\ILI ntz ha ottenuto ingenti quantità eli azoto ammoniacale.

La deduzione pratica è facile. Le torbiere considerate sino a ieri come improduttive diventano non soltanto delle grandi riserve eli azoto, ma una ragione di enorme ricchezza. Un metro cubo di torba può dare 380 kg. eli sostanza secca col 2 OJO di azoto e quindi un ettaro di terreno torboso darà all'incirca 70.ooo kg. d'azoto: e se la torba si approfonda sul suolo, certo la quantità sarà sorpassata sensibilmente.

Quindi è una enorme ricchezza nuo,·a che viene svelata e se i fatti confermeranno le ricerche di laboratorio, per la torba

comincia realmente un'èra nuova. K.

ì\"UOVA LAMPADA AD INCANDESCENZA.

Ogni anno nuove lampade vengono proposte: lo scorso anno era la volta delle lampade ad osmio, a tantalio, a zirconio.

I tentativi diretti a ottenere nuove lampade si comprendono assai bene quando si pensi che nelle comuni lampade elettriche, anche nelle più perfette, si ha un rendimento utile che non arriva al 10 OJO dell'energia impiegata.

Le nuO\·e lampade proposte lo scorso anno non si sono ancora diffuse note,·o]mente, ma incominciano a fare la loro via.

Così le lampade al tantalio sono ribassate di oltre il 6o OJO c danno un notevolissimo rendimento, con un consumo assai scarso. L'economia teorica (e dalle prove fatte a Berlino do- vrebbe dirsi anche pratica) realizzata colle lampade al tantalio è grande: nel tempo eli sua durata, una lampada al tanta! io consuma 1 3,8o litri meno che una comune lampada a incan- descenza.

Oggi è la volta di una nuo,·issima lampada: quella a mo- libcleno, tungsteno e uranio, o lampada Kutzel. Questa lam- pada consumerebbe soltanto I watt, ossia 3-4 ,·olte meno della lampada a carbone e dura da rooo a 1500 ore.

A questa condizione pratica di funzionamento è facile che la lampada elettrica finisca col riuscire più economica del gas.

Una lampada nuo,·issima è anche quella di Hanamon, o lampada /Voifram.

Si tratta di una lampada con filamento a carbone riscaldato elettricamente in un ambiente di tungsteno e di molibdeno, in presenza di idrogeno.

Il filamento di carbone si copre di uno strato di tungsteno e si ha così una lampada attivissima ed economica.

La Società Auer pare abbia ottenuto una lampada analoga con un processo un po' diverso. Non è possibile ora fare dei pronostici su queste lampade: non sarà da meravigliare, però, se taluna correrà trionfalmente il mondo. E.

NUO\'E APPLICAZIONI DELL'OZONO ALLA STERILlZZAZlO~E DELL' ACQ A. L'ozonizzazione dell'acqua ha avuto in questi ultimi anni numerose applicazioni pratiche, e la Casa Siemens e Halske, fu tra le primissime acl applicare l'ozonizzazione, ed a stu- diare, dal punto di vista sperimentale e pratico, la quistione.

Tutti ricordano a questo proposito l'impianto di Paderbon e i risultati quivi ottenuti. La Casa Siemens si è poi rivolta a fare degli impianti adatti anche alle piccole città, ai villaggi, e perfino ai laboratori e alle truppe in marcia.

Noi prendiamo appunto dalla Revue scientijìque alcuni dati che riguardano le applicazioni dell'ozono alla pratica di labo- ratorio, e alle istallazioni di campagna, specialmente per gli eserciti in marcia.

I piccoli dispositivi di laboratorio (fig. r), risultano costi- tuiti di queste parti: a, torre eli sterilizzazione con scarico in basso e caricamento in alto, ripiena di piccole sfere eli vetro,

Fig. r.

d'argilla o eli porcellana; un tubo di vetro inserito nella cor- rente d'ozono e provvisto eli un manometro differenziale b, così da ottenere l'ozono nel momento voluto. ll generatore d'ozono è composto di ro tubi Siemens c e di un trasforma- tore d. Sul coperchio della scatola eli an•olgimento si tro,·a un piccolo motore a corrente continua e, che aziona da un lato la soffieria

f

fornitrice della corrente da ozonizzare e che aziona l'interruttore g, determinando la corrente continua intermittente pel circuito primario del trasformatore.

l tubi Siemens constano di due tubi di vetro concentrici, sigillati in alto: l'esterno è bagnato nell'acqua di un refrige- rilnte e il tubo interno è ripieno di acqua che serve da con- duttore che conduce la tensione elevata ai poli di scarico

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