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MILANO LOVES ITALY. LA MODA PUNTA AL RILANCIO DI MILANO SU SETTEMBRE Cento imprenditori. coltivano un sogno. Gigliola Maule

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MILANO LOVES ITALY

PRIMAVERA 2021 #milanolovesitaly

Cento imprenditori coltivano un sogno

LA MODA PUNTA AL RILANCIO DI MILANO SU SETTEMBRE

I

l seme della rinascita di Milano attraverso la moda Massimiliano Bizzi, fondatore del salone White, lo ha piantato già un anno fa, subito dopo lo scoppio della pandemia, catalizzando le energie del settore, per tradurle in Milano Loves Italy: un movimento senza precedenti per la ripartenza - promosso da White e da Csm- Camera Moda Showroom - che ha raccolto le adesioni di Cnmi-Camera Nazionale della Moda Italiana, Cbi-Camera Buyer Italia, Confartigianato Milano Monza Brianza, Alined Network e Niam- Nazionale Italiana Agenti Moda. Il progetto vede anche il coinvolgimento del Comune di Milano. Mentre sta lavorando a un settembre brillante, nel nome delle Pmi e del ritorno in massa dei buyer esteri, gli chiediamo da cosa si debba ricominciare. «Dal fare sistema - risponde - e Milano Loves Italy è un esempio. Con questo grande network abbiamo dato un segnale che insieme possiamo farcela».

MASSIMILIANO BIZZI Founder di White e ideatore

di Milano Loves Italy

Più forti di prima

Sinergici e con i buyer di nuovo a Milano: si deve

ricominciare da qui

M

ilano riparte dalla squa- dra. Un anno fa, nel mo- mento in cui le restrizio- ni cristallizzavano il dinamismo della città, la moda già si mo- bilitava per individuare una via d’uscita. Da un terreno che sem- brava brullo e pieno di buche ger- mogliava Milano Loves Italy: il primo progetto condiviso di un settore notoriamente individua- lista, al quale dedichiamo ampio spazio in questo Speciale, con le testimonianze di artefici, sosteni- tori e simpatizzanti e un'anticipa- zione sull'edizione di settembre del salone White, che di Milano Loves Italy è il cuore pulsante.

Ma l'intero sistema moda è in fermento ed è per questo che ab- biamo chiesto a stilisti e impren- ditori del made in Italy un auspi- cio per la città e, di riflesso, per il settore di cui è la bandiera: ci hanno risposto compatti e pronti a mettersi in gioco per la rinasci- ta. Ne è nato un ricco mosaico di testimonianze, che parlano di bu- siness ma anche di attaccamento profondo alla città delle scom- messe rese possibili, delle visioni pionieristiche, del glamour ma anche della concretezza: un dna su cui gettare le basi per la Milano che verrà, capace di sognare anco- ra più in grande.

Marc Sondermann

m.sondermann@fashionmagazine.it

Tornare in vetta

L

a sfida degli ultimi 12 mesi sta portando a un momento di grande energia. Con unità di intenti, l’imprenditoria di moda si sta preparando a spingere, con innumerevoli investimenti, un prepotente ritorno di Milano sulla scena mondiale. Come dimostrano le cifre di Google Trends, la città negli ultimi cinque anni è stata l’unica tra le quattro capitali della Moda a crescere costantemente nei volumi di ricerca da parte del consumatore globale. Si tratta di una dinamica unica, incredibile, da capitalizzare con l’obiettivo di riconquistare il primato indiscusso tra le fashion week. Con questo speciale Fashion Magazine sposa con slancio questa causa, portata avanti con coraggio dal movimento Milano Loves Italy. Un nome che ci piace.

Mi rivolgo dunque a voi, amici imprenditori: scommettiamo su Milano. Stiliamo un calendario di iniziative che farà invidia al mondo. Ne abbiamo i numeri. Potremmo vincere facile.

(segue a pag. 68)

g

pag. 68 pag. 69

IL NOSTRO FIORE ALL'OCCHIELLO DEL VIVERE CON GARBO

PRESIDENTE

E DIRETTORE CREATIVO BRUNELLO CUCINELLI BRUNELLO CUCINELLI

pag. 73

UNITI PER FAR RIVIVERE LA NOSTRA CAPITALE

MILANO E LA MODA, UN AMORE RECIPROCO TUTTI INSIEME

POSSIAMO OFFRIRE ESPERIENZE UNICHE ED ESCLUSIVE

CEO POMELLATO SABINA BELLI

pag. 72

Gigliola Maule Cristina Tajani

Testimonianze raccolte da Alessandra Bigotta, Andrea Bigozzi, Elisabetta Fabbri, Carla Mercurio,

Angela Tovazzi pag. 88

UNA FASHION WEEK PER LE PMI

White

Credit: Francesco Ungaro

FA N 2 PAG 67 DEF APRILE2.indd 67 07/04/21 14.06

(2)

68

MILANO LOVES ITALY

L'INIZIATIVA

P

rima di Milano Loves Italy, Massimiliano Bizzi aveva promosso un altro movimento, Insieme Siamo Più Forti, creando l'hashtag omonimo e #iovadoamilano.

Non slogan, ma fatti: a settembre 2020 White era stato organizzato in presenza e in sicurezza. «Abbiamo bisogno di ricominciare - sottolinea - con Milano come fulcro di un grande ritorno a settembre.

Un mese in cui, situazione permettendo, vogliamo

Più forti di prima

C

sm-Camera Showroom Milano fa progetti importanti per la ripartenza di Milano, tra cui un portale B2B delle showroom milanesi.

«Con White partecipiamo al progetto Milano Loves Italy - spiega la presidente Gigliola Maule - attraverso il quale studiamo iniziative per far tornare Milano a risplendere e a essere la capitale indiscussa della moda nel mondo.

Speriamo che la prossima fashion week preveda sfilate,

Lavoriamo tutti per una Milano che torni capitale

MAURO GALLIGARI

Direttore comunicazione

«Su settembre sono ottimista, sperando nei vaccini. Studiamo

azioni concrete, che includano fiere come il White e associazioni come Confartigianato. Con le nostre showroom stiamo anche mettendo a punto un'app per orientare al

meglio i buyer».

FRANCESCO CASILE

Socio fondatore

«La pandemia ha avuto effetti devastanti, ma ha portato un nuovo spirito di aggregazione:

Csm-Camera Showroom Milano, un network che gestisce circa 1.200

brand, per un fatturato di oltre 4,5 miliardi, di cui il 70% destinato

all’export».

Facciamo fronte comune

GIACOMO SANTUCCI, PRESIDENTE CBI-CAMERA BUYER ITALIA

M

ilano riuscirà a ripartire?

Questa per Giacomo Santucci, presidente di Cbi- Camera Nazionale dei Buyer Italiani, non è una domanda, bensì un'affermazione:

«Milano ce la farà e sarà il traino della ripartenza,

riportando in auge i nostri valori: know how, artigianato, Made in Italy e qualità, ma anche esclusività, trend setting e una rete infinita di lavoratori a supporto della filiera». Cbi aderisce al movimento Milano Loves Italy, «con l'obiettivo di far rinascere la città. Siamo una forza, lo sappiamo ed è il momento di ricordarlo al mondo intero. E ne usciremo tutti insieme: l'iniziativa mira alla ripartenza della filiera».

Santucci auspica il ritorno dei buyer a settembre: «Senza di loro, che scrutano, individuano, comprano e testano, manca un anello della preziosa catena che fa del nostro Paese l'eccellenza worldwide nel fashion».

Gigliola Maule, presidente di Csm-Camera Showroom Milano, lancia una serie di proposte per settembre, tutte all'insegna della sinergia

LA VOCE DI CSM

fiere ed eventi fisici in tutta la città, per ricreare quell’energia che contraddistingue da sempre la settimana della moda milanese. Questo è il grande cambiamento post-Covid:

affrontare le sfide attraverso un’alleanza e una sinergia di tutti i protagonisti della moda milanese». «Credo sia importante unificare le date di tutti i saloni, come Micam,

Mipel e White - conclude - per poter rafforzare

l’afflusso di buyer.

E ci auguriamo che il Comune di Milano e la Regione

Lombardia ci diano supporto completo per il rilancio della città, mettendo a disposizione location

prestigiose, ad esempio il Castello Sforzesco, per eventi di richiamo: anche

così Milano tornerà più forte di prima».

DANIELE GHISELLI

Ceo

«Con Milano Loves Italy speriamo di realizzare un progetto ambizioso: l’incoming di un migliaio di buyer esteri. Nel breve

termine, invece, vorremmo che venissero riaperti i negozi di abbigliamento, la categoria più penalizzata dal virus, per la quale

le showroom stanno facendo pressing sulle istituzioni».

f

(segue da pagina 67)

organizzare con Csm- Camera Showroom Milano un massiccio incoming di buyer stranieri, a sostegno delle Pmi». «Abbiamo capito - aggiunge - che il digitale è un grande mezzo, ma che non è sufficiente a smuovere il business.

Dobbiamo promuovere al meglio l'heritage, il saper fare, l'unicità dei nostri prodotti e la creatività dei nostri designer».

Per sintetizzare il dna di White, Bizzi parla di «artigianato evoluto», ossia le realtà medio-piccole, spina dorsale del sistema moda italiano da valorizzare: «Tutti dovremmo sentirci responsabili della loro conservazione. In una città come Milano la presenza delle Pmi genera ricchezza».

Inclusività è un termine che Bizzi cita spesso. «Voglio immaginare per settembre - conclude - una città che possa tornare a vivere, anche aprendo la moda al pubblico finale e coinvolgendolo attivamente». Milano Vitruviana

Angelo Cruciani & Manuel Scrima

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MILANO LOVES ITALY

L'INIZIATIVA

Assessora alle politiche del lavoro, commercio, moda e design del Comune di Milano

MILANO E LA MODA, UN AMORE RICAMBIATO.

È DA QUI CHE LA CITTÀ RIPARTIRÀ

« I

n questi anni è stato grande l’impegno dell’Amministra- zione per favorire la nascita di un “modello Milano”, capace di coniugare innovazione e inclu- sione. Un modello che si realizza attraverso il riuso degli spazi, il sostegno a progetti, la creazione della prima rete di operatori della sharing economy, oltre all’indi- viduazione di esperienze e attori che fanno della città un laborato- rio unico nell’ambito dell’innova- zione. Questo sarà il disegno che tornerà a guidare la rinascita del capoluogo lombardo. La moda avrà un ruolo strategico in que- sto percorso. Sarà compito delle istituzioni dare un sostegno al settore e non lasciarlo solo. Oggi più che mai fare sistema può e deve rappresentare la visione co- mune dell’intero comparto moda italiano. Come Amministrazione siamo sempre stati al fianco di Camera Nazionale della Moda, White e di tutti gli operatori del settore, impegnati nel valorizzare un’eccellenza milanese che si tra- duce in un sistema, che partecipa attivamente allo sviluppo della città e dell’intero Paese. Il ricco calendario che Camera della Moda ha allestito per la scorsa edizione di febbraio dimostra come sia tanta la voglia di rac- contare al mondo, anche tramite il digitale, il nostro gusto del bello e del ben fatto oltre alla nostra gran- de maestria artigiana. Ne deduco che l’edizione del prossimo set- tembre saprà riservarci numerose

sorprese».

« U

na cosa è certa e lo dico senza arroganza, ma con realismo: se riparte la moda, riparte anche Milano. In questa città si è sempre venuti e si continuerà a ve- nire per la moda e per lo shopping.

Perché inizi la risalita è quindi ne- cessario che il capoluogo lombardo e le sue istituzioni diano la giusta importanza al settore, che non deve perdere i suoi asset. La Milano del- la moda si appoggia sulle piccole e medie aziende e sui laboratori arti-

Pmi e

laboratori alla base del made in Italy

gianali super specializzati, che sono alla base del made in Italy. Bisogna assolutamente salvaguardare tutto questo ecosistema, ma è necessario

Il presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana punta con forza a sostenere iniziative a tutto campo, sempre in un'ottica di sistema

farlo insieme, favorendo la colla- borazione tra pubblico e privato, con il supporto dei grandi marchi, ma anche delle varie associazio- ni e delle showroom cittadine.

Dobbiamo rafforzare la voce della moda e lo stiamo facendo su più fronti: sostenendo il movimento Milano Loves Italy, con l'ingres- so di Cnmi in Altagamma e con il confronto costante con Confin- dustria Moda. Bisogna realizzare un percorso chiaro e prendere deci- sioni condivise anche alla luce del Recovery Fund, che è una grande opportunità per tutta l'industria e per il fashion system in particolare.

C'è tanto da fare e sarà un lavoro anche creativo, perché qualcosa dovrà cambiare: ci dovrà essere una maggiore apertura da parte di tutti verso i temi della sostenibilità, della digitalizzazione e dello smart working. Aspettiamo il momento magico in cui finalmente le sfilate potranno ritornare a pieno regime, senza restrizioni geografiche o logi- stiche, senza divieti. Nel frattempo abbiamo continuato a organizzare le fashion week in versione digita- le, un format che resterà anche in futuro, trasformandole anche in un evento generalista e di promozione per il settore e la città».

Cristina Tajani

« L

a strada giusta per la ripartenza di Milano è la sinergia tra showroom e istituzioni, utilizzando fisico e virtuale, per raggiungere i clienti che non potranno ancora essere presenti fisicamente e per permettere a chi potrà viaggiare di vedere le collezioni fisicamente», spiega Paolo Marsi, presidente di Alined, cui fa capo la piattaforma digitale multi-showroom Alined Network, che aderisce a Milano Loves Italy. La sfida è che si possa fare squadra, per invogliare i buyer a scegliere la città come piattaforma internazionale.

«Bisognerebbe renderla meno cara e più attrattiva, centro di eventi per marchi globali e designer indipendenti, magari concedendo loro speciali vantaggi se presentano le collezioni in città».

« D

a marzo a oggi ci siamo attivati molto per migliorare le relazioni sociali fra gli attori della filiera, perché ogni categoria è sempre stata separata. Ora nell’ambito di Milano Loves Italy stiamo cercando di fornire contributi fisici e digitali. Per esempio, contattiamo i buyer uno a uno, invitandoli a tornare a tutti gli appuntamenti in città, eventi e fiere compresi. Lo si faceva anche prima individualmente, mentre ora ci muoviamo in modo coordinato, coinvolgendo tutti i player della filiera. Pensiamo anche a tanta comunicazione sui nostri social e alla realizzazione di contenuti mirati, per esempio video, volti a sensibilizzare sull’importanza del sistema moda italiano».

Il progetto Milano Loves Italy è una delle leve su cui spingere per rafforzare la voce del settore

Vorremmo una città meno cara e che agevoli i designer internazionali

Paolo Marsi

Presidente Alined

Coinvolgiamo

i buyer contattandoli uno a uno

Giorgio Magello

Presidente Niam-Nazionale italiana agenti moda

Carlo Capasa

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I PLAYER SISTEMICI

MILANO LOVES ITALY

« Q

uesta pandemia non to- glierà a Milano la maglia di capitano mondiale della moda e del design, ma la città deve in- vestire su nuovi asset: sostenibili- tà, economia circolare e valoriz- zazione del know how manifattu- riero, che nasce dalle abili mani di artigiani e maestranze»: parole di Fabio Pietrella, presidente di Confartigianato Moda, che sta lavorando con diversi interlocu- tori (il movimento collettivo Mi- lano Loves Italy, Cnmi, Csm- Camera Showroom Milano, per non parlare dell’intesa storica con il salone White), affinché la capi- tale della moda torni a splendere.

«Penso che per Milano il made in Italy debba rappresentare un elemento di disomologazione - osserva -. Mi spiego meglio:

nel decennio appena concluso le grandi metropoli, rincorrendo il profitto e l’immagine, hanno messo in secondo piano la pro-

La nostra anima artigiana ci permetterà di risplendere

pria anima, omologandosi. Rina- scere da un modello differente è fondamentale, con la manifattura di eccellenza, lo storytelling e il digitale come elementi di forza».

Per centrare l’obiettivo «stiamo facendo massa critica e a questo proposito vorrei anche ringrazia- re l’Ice, con il presidente Carlo Ferro, per l’importante contribu- to che ci sta dando - dice Pietrella -. Giochiamo in squadra, per far sì che la filiera esca dalle barriere della non inclusione e venga rap- presentata da monte a valle nella promozione del made in Italy».

«Sinergia di sistema e flessibilità delle imprese sono alla base di una ripartenza che non sarà legata alla grandezza delle aziende, ma alla velocità di rimettersi in carreggiata - conclude -. In questi mesi abbia- mo dovuto fare da manager, oltre che da imprenditori, e ne usciamo con un dna modificato per affron- tare le nuove sfide». Economia circolare,

sostenibilità e manifattura sono gli asset su cui investire Fabio Pietrella

Presidente Confartigianato Moda

« L

a ripartenza di Milano, così come quella della Moda e di tutto il Sistema Paese, sono legate alla riuscita del piano vaccinale.

Tutelare la salute di tutti vuol dire anche poter dare una spinta fondamentale all’economia italiana. Bisogna ripartire dalla nostra forza:

siamo infatti l’unica nazione al mondo, oltre alla Cina, a poter vantare una filiera integrata a monte e a valle, ma il fashion italiano ha un posizionamento molto più alto di quello cinese.

Dobbiamo agire come sistema, superando anche il concetto di moda unita per essere, finalmente, una moda unica.

Le fiere rappresentano per il nostro settore un momento strategico di vitale importanza.

È fondamentale quindi riuscire

a ripartire quanto prima con le manifestazioni in presenza, sia attraverso una massiccia campagna vaccinale, sia ipotizzando soluzioni temporanee come i corridoi verdi e un sistema di tamponi veloci. Per quanto riguarda la città, forse il profilo di Milano cambierà, ma i poli dello shopping nel centro sono destinati a rimanere tali, soprattutto in riferimento al turismo internazionale, quando la pandemia sarà terminata. Per i consumatori locali potranno esserci maggiori acquisti di prossimità, un trend spinto dalla situazione che stiamo vivendo.

Perciò possiamo ipotizzare la nascita di nuovi poli dello shopping e nuovi quartieri».

Nella Milano del futuro vedo nuovi poli dello shopping

Cirillo Marcolin

Presidente Confindustria Moda

Beppe Angiolini

Responsabile comunicazione Cbi-Camera Buyer Italia e founder Sugar

« P

er Milano la fashion week in presenza a settembre, che tutti auspichiamo, è non solo una ripartenza, ma una vittoria. Un contesto in cui potrebbe decollare il progetto del

"FuoriSalone" della moda, che mi vede in prima linea insieme al fondatore di White, Massimiliano Bizzi. È ora di uscire dal concetto di fiera chiusa o di evento per pochi eletti, aprendo gli spazi della moda alla città e ai non addetti ai lavori.

Un anno come questo, in cui in un soffio tutto è cambiato, ci ha fatto apprezzare la semplicità, l’umanità e lo stare insieme e anche la moda ha capito che questo è il momento giusto per scendere dal piedistallo. Del resto, il made in Italy è una sintesi di bellezza, accoglienza e affetto, ossia di un modo di vivere che è solo

nostro».

La moda non può più essere un sistema chiuso

« L

e risorse fondamentali di Milano sono in piedi:

manifattura, finanza, servizi.

Tutto ripartirà da qui, anche per il settore moda ed è normale che sia così: è in città che si trovano i flagship store e gli headquarters delle aziende. Il capoluogo lombardo sarà tra i maggiori beneficiari del Recovery Plan, ma l'importante sarà fare progetti che vadano nella direzione di sostegno al cambiamento e che si occupino di temi come il futuro della fibra, il risparmio energetico, la circolarità e le start-up, senza tralasciare il tema culturale. Per la città offrire creatività sarà un grande volano economico. Le persone hanno voglia di contatto:saranno le città in cui si riverseranno, che andranno incentivate e non penalizzate. Si dovrà aumentare l'offerta culturale, moda, arte, design, musica, ma non i prezzi. Se si pensa che far lievitare le tariffe sia la strada per recuperare quanto perso in 13 mesi, si è sconfitti in partenza. Ma queste logiche di sviluppo competitivo non riguarderà solo Milano: anche Firenze e Roma, solo per citare altre due importanti capitali della moda Italiana, potranno dare il loro contributo. Poche nazioni come l'Italia sono caratterizzate dalla varietà delle sue città.

Una varietà che deve diventare una forza. Il nostro è un paese plurale, approfittiamone».

Una netta leadership, senza tralasciare la collaborazione

con le altre città Raffaello

Napoleone

CeoPitti Immagine

QUI LA CREATIVITÀ

FUNGE DA VOLANO

ECONOMICO

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I PLAYER SISTEMICI

MILANO LOVES ITALY

« M

ilano può essere motore di rinascita, anche sulla spinta di un'azione di sistema per rilanciare il nostro Paese, e conseguentemente la moda, sui mercati internazionali. Il Patto per l’Export ne è un esempio. Inoltre è recente il lancio di Smart Export Academy, una partnership tra Maeci, Crui e Ice, dedicata ai giovani, futuri professionisti dell’internazionalizzazione 4.0. Milano rimane il cuore del fashion italiano e Ice garantirà il proprio sostegno alla città e alle rassegne della moda. Abbiamo confermato il nostro supporto con attività di incoming di buyer stranieri e comunicazione alle edizioni invernali di Mipel, Micam e The One Milano. Stiamo lavorando con Cnmi e White per confermare il nostro sostegno, con modalità in via di definizione. Trasversalmente, sono numerose le azioni a sostegno delle Pmi, con un focus su digitale, e-commerce e formazione.

La moda è tra i comparti che hanno risentito di più della pandemia, con l'export di tessile e abbigliamento crollato del 21%. L'’Italia è riuscita a confermare la quota di mercato dell’8,3%, mantenendo la posizione di secondo esportatore mondiale per fatturato, ma primo per qualità. Guardo con ottimismo alla ripresa delle attività e dei

consumi».

LA CITTÀ SARÀ IL MOTORE DELLA RINASCITA

Carlo Ferro

Presidente Ice Agenzia

I

l settore fieristico può fiancheg- giare il rilancio di Milano?

Basta una cifra per sottolineare l’im- portanza strategica del comparto per la moda italiana. Il 50% delle espor- tazioni sono una conseguenza diretta della partecipazione in eventi fieristi- ci, per un volume di circa 25 miliardi di euro. Di fronte a 9 miliardi di fattu- rato e 70mila posti di lavoro persi con la pandemia, è chiaro che da qui bi- sogna partire per recuperare terreno.

Quali le traiettorie per riaffermarsi?

Bisogna ripartire con un pensiero strategico. Nonostante la nostra in- frastruttura fieristica sia tra i leader al mondo, i nostri imprenditori in molti settori negli ultimi decenni hanno sistematicamente ingrandito le fiere francesi. Per la verità Fiera Milano attrae annualmente con diverse rasse- gne circa 7.500 espositori e 300mila espositori. Non sono cifre da poco, ma numeri che possono crescere.

Possiamo avere ambizioni maggiori.

Diamoci l'obiettivo di una grande fiera per la moda donna a Milano

A

lberto Gregotti, presidente di Antia, ha grande fiducia nelle risorse del capoluogo lombardo. «La sfida più impellente - dice - è assumere una mentalità proattiva e quello spirito di ricostruzione che, nel periodo post bellico, ha consentito alla città di ripartire e creare nuove opportunità».

Con in più il filo conduttore della sostenibilità. «Andranno ripensati urbanistica, mobilità e lavoro - riflette Gregotti -. La pandemia, vista dal lato giusto, ci ha anche insegnato che si può lavorare meglio». Ma ci vorranno nuovi approcci e nuove idee:

«Milano è in grado di formare artisti, manager, politici e soprattutto imprenditori veri, dinamici e con un filo di incoscienza, che si assumono rischi e responsabilità, sanno convincere, trasmettono

entusiasmo e voglia di fare con progetti che spesso vanno oltre il solo profitto». Anche Antia farà la sua parte, con una nuova iniziativa a fianco dell’Istituto Secoli di Milano, per l’avvio di una Scuola di Alta Prototipia a Novara. «Le aziende - conclude - hanno smesso di lavorare sui numeri e si concentrano sulla qualità: come associazione stiamo motivando le scuole ad alzare il tiro, soprattutto nella fascia “ingegneristica” di modellistica e prototipia».

« N

ei momenti apicali la moda italiana

ha sempre dato prova di essere unita:

anche oggi, tutti coesi, possiamo trainare Milano verso un nuovo primato nazionale.

Ciascuno nel suo piccolo, ma con una grande volontà».

Ne è convinta Maura Basili, esperta di lusso e marketing strategico, che nella sua esperienza trentennale nel settore ha lavorato presso importanti eccellenze francesi, oltre che a fianco di primari stilisti e buyer italiani. «I francesi sono bravi nel fare squadra e nella strategia - puntualizza - ma poi attingono al nostro dinamismo. Il prodotto e l'imprenditorialità sono la nostra forza: ora facciamo sistema, senza dimenticare il pilastro essenziale della strategia, arricchita dalla conoscenza del

consumatore finale».

Uno spirito di ricostruzione guidato dalla sostenibilità

Maura Basili

Luxury advisor

Uniti siamo più bravi dei francesi

Alberto Gregotti

Presidente Antia Associazione Italiana Tecnici Professionisti Sistema Moda

Cosa pensa dell’idea di un Fuorisalone della Moda?

Per avere un Fuorisalone significativo è in realtà prima necessario avere un Salone di riferimento. Nell’ambito della moda donna, questo ci manca.

Siamo attivi in modo rilevante nell’oc- chialeria, nella pelle e nelle scarpe, dobbiamo fare un grande investimen- to per mettere tutto a sistema. Con il White di Massimiliano Bizzi esiste una realtà dinamica che può fare da perno. Un altro tassello strategico è sicuramente il tessile.

Come far diventare questa visione realtà?

Dobbiamo prima lavorare insieme per ospitare il mondo e poi esportare il sistema in una logica di geo-cloning, pensando dapprima all’Asia ma nel lungo termine anche all’Africa. Fiera Milano può in effetti essere un grande abilitatore. Tra buyer, città e infrastrut- ture si può creare una sintesi per ini- ziare una nuova governance. Ripartiamo con un

pensiero strategico:

basta imprenditori italiani che ingrandiscono le fiere francesi Enrico Pazzali

Presidente Fondazione Fiera Milano

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LA VISIONE D' INSIEME

MILANO LOVES ITALY

U

n business più sostenibile per tutta la filiera. È l'auspicio di Roberto Colombo, ceo del Lanificio Luigi Colombo, che spiega: «Fra gli anni ‘50 e ‘80 la sostenibilità era più concentrata a monte della filiera. In seguito è stata trasferita ai confezionisti, quindi al retail, per diventare, fino al pre-Covid, appannaggio dei landlord. La pandemia ha mostrato le criticità di questo sistema, sostenibile solo per i grandi marchi». Per il rilancio di Milano Colombo ha un'idea: che il Comune ceda un’area da valorizzare a prezzi calmierati agli imprenditori del made in Italy, riuniti in un consorzio ad hoc, dove ciascuno partecipa al capitale sociale in parti uguali. «Nascerebbe una nuova destinazione - dichiara - che potrebbe chiamarsi Milano Made in Italy, dove i brand soci sarebbero presenti con un proprio negozio, a costi pari a una frazione degli attuali.

Verrebbero da tutto il mondo per visitarla e il format si potrebbe esportare». Superare gli individualismi è un’altra sfida:

«Trovo Milano Loves Italy una bella iniziativa, che spero si traduca in qualcosa di concreto.

È il momento di guardare indietro: hanno chiuso migliaia di aziende, occorre dare dignità al lavoro e riposizionare i costi della distribuzione».

Roberto Colombo

Ceo Lanificio Luigi Colombo

PENSO A UN NUOVO SHOPPING DISTRICT:

MILANO MADE IN ITALY

Superare gli individualismi:

una sfida che si spera diventi qualcosa di concreto

Q

uali i pilastri del cambiamento per la rinascita di Milano?

Sono convinta che il mondo non potrà fare a meno dell’Italia. Prima o poi tutti avranno voglia di tornare a Milano, Firenze, Roma e vivere nuovamente la bellezza delle nostre città. Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese unico al mondo: un con- centrato di eccellenze, dalla moda al design, dai luoghi di arte al food di alta qualità, fino all’hotellerie di lusso. Eppure sembra che gli italiani e i poteri pubblici non abbiano una sufficiente consapevolezza di quanto tutto questo potrebbe rappresentare un valore aggiunto dal punto di vi- sta economico, se solo riuscissimo a lavorare in sinergia e integrare tutte le risorse a disposizione, per offrire esperienze uniche ed esclusi- ve. Credo che per rilanciare Milano servirebbero in primis “astute” idee, che facciano leva sui nostri molte- plici asset: penso a pacchetti turistici esperienziali che uniscano shopping, escursioni in località d’interesse storico e artistico, degustazioni ga- stronomiche, tour culturali… il tutto lavorando sulla qualità dell’acco- glienza, a partire dalle stazioni e da- gli aeroporti, che dovrebbero essere un biglietto da visita all’altezza. Do- vremmo allenarci sin da ora in vista della riapertura delle frontiere e del

In modo sinergico possiamo offrire esperienze uniche ed esclusive

ripristino degli spostamenti, in modo che quando si tornerà alla cosiddetta normalità Milano sia pronta e al mas- simo della sua forma.

Come si potrebbe sfruttare il potenziale al femminile per il rilancio della città?

Le donne potrebbero dare un impor- tante contributo: sono molto “entre- preneur” inside, ma il problema è sempre quello, ossia la mancanza di infrastrutture di sostegno che possano garantire la conciliazione famiglia- lavoro. L’Italia, dal punto di vista del-

le politiche per le pari opportunità, è fanalino di coda rispetto ad altri Paesi europei: una giovane donna che met- te al mondo un figlio spesso non si pone neppure la questione se gestire parallelamente maternità e ufficio. A un certo punto, se è sprovvista di una rete familiare di supporto o non può permettersi nidi dai costi proibitivi, è costretta a concentrarsi sul lavoro di cura tra le mura domestiche.

Quali i modelli organizzativi che le aziende dovrebbero introdurre o potenziare per sostenere l’empowerment femminile nel post pandemia?

La pandemia ci ha insegnato che il remote working può essere smart:

spesso le riunioni su Zoom portano a essere più concisi e risolutivi nelle de- cisioni, maggior tempo passato fami- glia può anche giovare alle relazioni, se ben gestito. Soprattutto, l’aver por- tato l’ufficio a casa ha fatto maturare maggiore consapevolezza riguardo al carico della gestione domestica, che continua a ricadere per lo più sulle donne. Le imprese, milanesi e non, dovrebbero rivedere i loro modelli alla luce di questi cambiamenti. In Pomellato lo stiamo facendo, con l’idea di portare avanti un’alternanza

“benefica” tra lavoro agile e quello tradizionale in azienda.

Creiamo un ecosistema di eccellenze ibride

« L

a pandemia ci ha mostrato una Milano colpita fortemente dal virus. Ma la campagna vaccinale la riporterà alla sua naturale cifra e lo spirito pragmatico che la definisce favorirà questa ripresa. Milano è una

"porta creativa" del nostro Paese:

qui si realizza e si mette in scena la capacità creativa e produttiva delle imprese culturali quali moda, design, alimentare, gioielleria, media. La città trova la sua identità nell’ibrida- zione fra cultura, creatività, finanza, tecnologia. Le showroom, i negozi, le sfilate, le fiere, le agenzie creative, i musei, gli eventi, i ristoranti, gli ho- tel, le stesse università e le iniziative culturali devono tornare presto a dia-

logare in un unico ecosistema con le filiere del comparto haut de gamme.

Oggi bisogna rafforzare queste ca- ratteristiche, che fanno della città la vetrina internazionale del nostro stile di vita e la meta primaria dei turisti internazionali dello shopping, che valgono il 60% delle vendite dell’alto di gamma in Italia. La nostra associa- zione riunisce oltre 100 brand dell’ec- cellenza italiana di diversi settori, che si radicano su tutto il territorio nazio- nale. Ma è poi a Milano che queste eccellenze si condensano e vengono rilanciate nel mondo. Dunque la città è indiscutibilmente il luogo privile- giato dove lo storytelling dei nostri marchi può essere attivato, dove le

connessioni internazionali sono più facili da consolidare, dove la fertilità di questa “terra di mezzo” - Mediola- num - crea e potenzia le idee».

Milano è la porta creativa dell'Italia

Stefania Lazzaroni

Direttore generale Altagamma

Sabina Belli

Ceo Pomellato

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LA VISIONE D' INSIEME

MILANO LOVES ITALY

Q

ual è la sua visione del futuro di Milano?

L’amabile città di Milano e i miei sti- matissimi milanesi rappresentano un modello di serietà, professionalità e ingegno italiani. Quella milanese è da sempre una realtà di grande operosi- tà, di grandi idee e, non a caso, anche di una illustre tradizione di pensiero, con figure di filosofi e letterati che hanno lasciato una traccia molto, molto importante in chiave europea e internazionale. Il mio più sentito augurio, pertanto, è quello che la città sappia interpretare al meglio questo Tempo Nuovo che stiamo già viven- do, specie dopo il lungo periodo in cui Milano e la Lombardia tutta han- no patito numerose e dolorose perdite di esseri umani. È proprio la moda, con la sua creatività e con il suo in- trinseco fascino, che sono certo potrà ridare a Milano il lustro che si merita.

Sarà la stessa genuinità del più au- tentico made in Italy a riconsegnare la giusta forza, la giusta energia, ma anche il giusto entusiasmo a questa nostra meravigliosa città che fa bello tutto il nostro Paese nel mondo.

C'è una sfida che va affrontata e vinta prima di altre?

La prima delle sfide rimane quella di reagire come esseri umani, vale a dire con la più grande dignità, con umiltà e attenzione, ma allo stesso tempo an- che con un pensiero di vera solidarietà per farsi sempre vicini a chi si trova in condizioni meno felici rispetto a noi.

Milano sarà il fiore all'occhiello della passione italiana per il vivere con garbo

Il vero cambiamento è quello che sia- mo capaci di far nascere dalla nostra persona, nelle nostre relazioni umane e nel nostro atteggiamento verso gli altri, proprio come dice Gandhi: «Sii il cambiamento che vorresti vedere avvenire nel mondo».

Saremo capaci di utilizzare questo difficile momento per superare l'individualismo?

Non ho dubbi su questo: i più grandi passi avanti della storia dell’umanità sono stati fatti grazie allo stare insie- me, all’aiuto reciproco. Non dimenti- co mai, del resto, come il primo sacco

di grano che si produceva a casa mia venisse donato alla comunità; ecco l’idea del dono ereditata da mio non- no, da quel vivere in semplicità nel mondo contadino che rivedo oggi nell’idea della “umana sostenibilità”.

Superare questa crisi sarà una sorta di terapia sociale: anche la vostra azienda farà la sua parte...

Cercheremo di essere sempre attenti, come cerchiamo di fare, alla massima qualità del nostro lavoro. Ogni nostro capo, ma vorrei dire ogni dettaglio delle nostre collezioni si farà in qual- che modo ambasciatore nel mondo dell’alta artigianalità italiana, che da Solomeo ci pregiamo di rappresenta- re. Milano sarà il fiore all’occhiello di tutto questo, della passione tutta italia- na per il bel vestire e per il buongusto, per il vivere con garbo, per la gentilez- za e per l’amabile compagnia.

La sua tensione al progresso traina l'economia

« M

ilano, il cuore battente della moda italia- na, è non solo una città elegante e ricca di bellezze nascoste, ma anche un luogo pieno di energia, dove la tensione al progresso e al futuro è da sempre stata una forza trainante di tutta l'economia. In questo contesto, il made in Italy, sinonimo di creatività, qualità, affidabilità e di profondo expertise artigianale, ha trovato la migliore vetrina agli occhi del mondo. Furla cre- de fortemente nel potenziale di Milano e infatti lo scorso settembre, durante la Fashion Week, abbiamo svelato il nuovo Duomo flagship store, sviluppato dal prestigioso studio David Chipper-

field Architects Milano».

Milano non è solo eleganza, ma energia pura

La vista sulla Galleria da Palazzo Furla

La genuinità made Italy riconsegna il giusto estusiasmo a questa nostra meravigliosa città

Brunello Cucinelli Presidente e direttore creativo Brunello Cucinelli

« M

ilano è la capitale italiana del futuro.

L’attuale mood sottotono si trasformerà presto in euforia.

Il momento “X” sarà quando finalmente riprenderanno i viaggi. Ad avvantaggiarsi di una maggiore libertà, più che le città turistiche, sarà Milano, perché la prima leva degli spostamenti sarà il business. Le presenze straniere in città porteranno nuove opportunità per tutti, in particolare per il comparto fashion: chi viene per motivi di lavoro poi finisce con il fare shopping e chi fa shopping cerca principalmente moda e a Milano sono presenti tutti i brand del mondo, grandi e piccoli, con i loro monomarca o nelle boutique multibrand. Per questo un imprenditore non deve dubitare delle potenzialità della città e, soprattutto, non fare i conti a breve termine.

Penso a tutti quelli che come me hanno un negozio in via Montenapoleone: ci vuole coraggio per non gettare la spugna, visti i costi degli affitti, anche perché per tornare ai flussi pre-Covid si dovrà attendere il 2022. Ma cedere le posizioni sarebbe sbagliato: il Quadrilatero tornerà a essere il luogo migliore al mondo dove fare

shopping».

Claudio Marenzi

Presidente Herno

IL MOOD DA SOTTOTONO DIVENTERÀ EUFORIA

Non bisogna fare i conti a breve termine: la città

tornerà centrale

Giovanna Furlanetto

Presidente Furla

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI

MILANO LOVES ITALY

Camilla Zambelli

Owner e brand director Les Copains

«Se c'è un errore che involontariamente abbiamo commesso durante l'emergenza è stato dare poca attenzione a Milano: noi imprenditori ci siamo concentrati sulla nostra realtà locale, preoccupati di porta- re a casa le collezioni nei tempi giusti, ma poi ci siamo ritrovati senza il ring ideale dove far competere commercialmente e mediaticamente il prodotto. Questo ci ha riportato immediatamente a dare il giusto valore alla città. Non possiamo pensare di investire sul futuro del made in Italy senza investire su Milano. È impossibile anche solo immaginare di poterci allontanare da qui e rinunciare alle nostre showroom, agli uffici comunicazione e ai nostri negozi.

Milano è il motore catalizzatore di tutto il sistema, un motore che per fortuna ha rallentato, ma non si è spento. Cer- cando di essere realista e ottimista, credo che Milano, lavorando e rimboccandosi le maniche, tornerà anche meglio di prima.

Le chiavi per ricominciare con un nuovo impeto sono la sfida della connessione e un modello di mobilità più sicuro e green.

In un tessuto urbano come quello milane- se il nodo della mobilità fa la differenza.

E non penso solo ai cittadini, ma anche ai visitatori. Milano in questi anni è sta- ta protagonista di un rinnovamento degli edifici e dei quartieri, che hanno portato alla nascita di più centri. Peccato che quel- la che troppo spesso un turista - specie se in città per motivi di business - si porta a casa come unica immagine di Milano sia il Quadrilatero della Moda. Sarebbe meglio che potesse avere una visione a 360° di una metropoli davvero globale».

Sara Cavazza Facchini Creative director Genny

«Milano mi ha accolto subito, è la sede della mia showroom di vendita e del mio ufficio stampa. Fin da ragazzina mi ha affascinato per la sua grandezza, storicità, modernità e futuro.

Grande ma vicina, mi ha sempre fatto sentire a casa. Il mio auspicio è che la città torni a splen- dere, come chi guarda il vecchio mondo con occhi nuovi. Dobbiamo far rivedere al mondo la bellezza artistica e la cultura che ci contraddistinguono partendo dai musei, aprire le loro porte per tornare a parlare di noi. È per questo che a febbraio abbiamo scelto Palazzo Reale come set del fashion show. Sfilare dal vivo è un'emozione che mi manca e spero che si possa fare a settembre. È importante che Milano riprenda a brillare con la sua energia instan- cabile ed eterna, di cui ha dato mostra nei vari momenti storici, diventando ancora più bella».

Giuseppe Zanotti

Direttore creativo Giuseppe Zanotti

«Ci sono diverse sfide da affrontare per Milano, innanzitutto accogliere i viaggiatori e farli sentire sicuri. Ospitare e gestire i flussi alla luce delle nuove regole sanitarie sarà un imperati- vo, perché queste normative si protrarranno a lungo. Settembre potrebbe essere una buona occasione per la città di dimostrarsi all’altezza di questo compito, ma occorre che si faccia fronte velocemente all’emergenza sanitaria. Un altro tema fondamentale per la città, ma anche per la moda, sarà la sostenibilità. La pandemia ha reso tutti più sensibili alle tematiche ambien- tali: in quest’ultimo anno abbiamo sperimentato cosa significa vivere con meno inquinamento e con gli effetti benefici che porta a noi e alla natura. Di fatto, il cambiamento nella testa delle persone è già in atto. Io non sono politico ma un creatore, un artigiano, un imprenditore: per me vengono prima le sfide individuali che le imprese devono fronteggiare. Ma mi rendo conto che se si facesse fronte compatto e se si fosse uniti nelle soluzioni, sarebbe più semplice per tutti».

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI

MILANO LOVES ITALY

Federico Zannini

Ceo Market Industrie (Jucca, Tessa, Suoli e Grifoni)

«Puntare sui giovani è essenziale per dare un futuro a Milano: è da coloro che hanno più potenzialità che bisognerebbe ripartire, specie in un momento in cui la pandemia ha messo in discussione molti dei punti fermi della vita in città, portando le nuove gene- razioni a riconsiderare gli aspetti positivi della vita di provincia.

Milano non può permettersi di invecchiare, deve riscoprire l'e- conomia dei giovani. I creativi non si trasferiscono dove ci sono semplicemente più opportunità di lavoro, ma vanno nei posti che sono centri di creatività e dove a loro piace vivere. Quindi Milano dovrà impegnarsi a trovare degli angoli della città, non troppo schiacciati in periferia, da offrire ai giovani e ai loro progetti im- prenditoriali - atelier, laboratori, boutique indipendenti, spazi di coworking - offrendo condizioni economiche a misura di startup e non solo di brand già affermati».

«Milano è frenesia, movi- mento, scambio culturale, informazione. Speriamo di tornare in piena sicurezza a vivere la bellezza del Duomo affollato, dei cinema, dei teatri aperti e dello stare assieme senza limita- zioni. Pur non essendo un gruppo di Milano, siamo legati a doppio filo alla città: il nostro concept store a San Babila è una vetrina internazionale a cui non rinunceremmo mai ed è lì che vogliamo tornare a or- ganizzare importanti eventi fisici».

Paolo Xoccato Ceo Xacus

«Milano per Xacus è una seconda casa. Un punto strategico, non solo logistico, e una naturale estensione dell'azienda. Mi auguro che torni presto a essere la città viva ed energetica dell'epoca pre-Covid, un luogo dove crescere e costruire rapporti importanti. Proprio qui ci siamo regalati da poco una nuova showroom e faremo di tutto affinché l'opening del primo flagship, rimandato a causa della pandemia, si concretizzi a settembre. Un mese speciale per la moda: mi prefiguro una fashion week effervescente, ricca di creatività e voglia di fare, ma con una consapevolezza nuova e più profonda del dover fare bene».

Claudia Orciani Presidente e direttore

commerciale Orciani

«Milano per il nostro brand è una vetrina internazionale, un osservatorio privilegiato per guardare il mondo, il punto da cui nasce o passa ogni tenden- za, acquisendo quel tocco di italianità che ci ha reso grandi in tutto il mondo. La rinascita di Milano significa la rina- scita dell'Italia e dell'intero sistema. Anzi, più che di rina- scita parlerei di nuova nascita.

Il sogno più grande è quello di riabbracciarsi, di incontra- re i nostri interlocutori, clienti e stampa. A mio parere, ora il sistema moda non deve pensare a recuperare il tempo perduto, perché si affannerebbe a rincor- rere ciò che è fuggito via per sempre. Deve semplicemen- te continuare il suo percorso, quello che ha portato la moda italiana nell'Olimpo».

Paolo Mason

Ceo Plissé Fashion Group (Beatrice .b, Sfizio)

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI

MILANO LOVES ITALY

Giulia e Bianca Valentino Creative director Mario Valentino

«Pensando a questo periodo e a quello che ne seguirà ci viene in mente una frase di Albert Einstein, "La creatività nasce dall'ango- scia, come il giorno nasce dalla notte oscura". Per settembre vor- remmo dunque assistere a un'esplosione di creatività senza egua- li, l'inizio di una nuova epoca che celebri, anche attraverso la moda, la libertà in ogni sua forma».

Fabio Peroni

Ceo e direttore creativo Montecore

«Milano occupa un posto di rilievo tra i progetti di Montecore, essendo la sede della nuova show- room di via Spiga. Stiamo valutando un evento di inaugurazione durante la prossima fashion week, compatibilmente con il ritorno in presenza. Per noi Milano è una finestra sul mondo. Anche se la città ha sofferto più di altre gli effetti della pande- mia, non credo che debba "rinascere": sono certo che con la riconquista della normalità tornerà a essere il motore della ripresa di tutta l'Ita- lia. Vorrei lanciare un appello a tutti gli attori del Fashion, Food e Design, per un impegno comune nel promuovere il "back to life": insieme possia- mo fare la differenza e migliorare le cose».

Moreno Faccincani Ceo Moorer

«In questi mesi Milano si è rivelata per la sua essenza:

forte e operosa, generosa e de- siderosa di ripartire. Il nostro marchio anche durante la pan- demia ha investito sulla città, inaugurando un nuovo concept all'interno del flagship di via Montenapoleone, che fino a po- chi mesi prima si trovava in via Spiga. Pensando alla settimana della moda di settembre credo che la presenza degli opera- tori sarà probabilmente mol- to selezionata. Non potremo quindi prescindere da una forte componente digitale, che sarà un'opportunità per rafforzare e amplificare la storia che vor- remo raccontare, rendendo ac- cessibile il messaggio non solo agli addetti ai lavori ma anche ai clienti di tutto il mondo».

Andrea Artioli Direttore generale Artioli

«Milano è il punto di riferimento per lo stile di vita italiano, la città che vive a 360 gradi e rappresenta la nostra storia, cultura, dinamicità, eclettica e modernità. La rinascita deve passare dalla riscoperta dei veri valori e del gusto di socializzare, par- tecipando agli eventi che la città saprà proporre. Fondamentale l'accelerazio- ne verso l'ecosostenibilità».

«Siamo riconoscenti a Milano, perché grazie alla città abbiamo spiccato il volo verso i mer- cati internazionali: qui per noi ci sono stati le prime fiere, la showroom presso la quale ancora oggi incontriamo i clienti da tutto il mondo, il primo negozio in via Pontaccio. Una città con le carte in regola per diventare una delle ca- pitali della rinascita europea, con due must su cui puntare: energia e sostenibilità».

Luca Signorelli Co-founder Rosso 35

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI

MILANO LOVES ITALY

Lavinia Biagiotti Cigna Presidente e ceo di Laura Biagiotti

«Milano quasi ti costringe alla sfida ma, al tempo stesso, ti ripaga in sti- moli ed è anche capace di fare generoso sistema. Dopo ogni periodo di crisi rinascerà, puntando ancora una volta sulla bellezza e la qualità. Sia- mo stati per oltre 20 anni sostenitori del Piccolo Teatro, luogo simbolo non solo della città ma della cultura italiana, anzi europea. Cercheremo di stringerci ancora di più al mondo dell'arte in generale, che ha paga- to un prezzo altissimo nella pandemia. Una ripartenza accompagnata da una nuova consapevolezza, legata a sostenibilità ed efficienza tecnologi- ca. In questo il sistema moda ha già dato prova nelle ultime due edizione della Fashion Week in streaming, sapendosi reinventare e rendendosi tec- nologica in tempo reale, con risultati ad alto tasso di creatività».

Riccardo Peruffo

Direttore creativo e ceo Peserico

«Bisogna tornare il prima possibile alla normalità, ricomin- ciando a creare e vendere due collezioni a stagione, servirsi delle showroom per presentare fisicamente le collezioni e ri- ducendo al minimo lo smart working, riprendendo a lavorare in team, che nel nostro settore è fondamentale. Per conqui- stare la competitività Milano e l’Italia devono puntare sul concetto in sè di made in Italy. La qualità, la precisione, l’innovazione e il vanto di avere maestranze e professionisti unici nel loro genere fanno sì che la moda milanese risulti la più seguita e la più apprezzata a livello globale. Dovremo pre- occuparci anche di recuperare il rapporto con il consumatore finale: creare un’esperienza di shopping capace di rilassare e coccolare il cliente, che ha davvero voglia di tornare alla normalità e noi in questo possiamo aiutarlo».

Mario Filippi Coccetta Presidente Fabiana Filippi

«La città non ha bisogno di un pro- getto di rinascita, ma di ripartenza, perché nessuno dei suoi asset è an- dato disperso durante la pandemia:

dalla collocazione geografica, che la rende una delle città più strategiche d'Europa se non del mondo, al suo essere una metropoli, ma a misura d'uomo. Queste caratteristiche l'han- no resa un polo di attrazione per il business, come per il turismo. Defi- nizioni come "capitale globale della moda", "capitale economica d'Ita- lia" non arrivano per caso e Milano deve conservare la consapevolez- za della sua importanza. Spetta anche a noi imprenditori tenere vivo l'interesse intorno alla città.

Torneremo a rendere il capoluogo lombardo sede dei nostri eventi, perché questa città per un marchio come il nostro, che affonda le sue radici in Umbria, si è rivelata un ponte verso il mondo».

Andrea Pilato Barrara Founder Bacon

«Auspico che Milano sappia cam- biare, agendo come un “animale metropolitano” in grado di adat- tarsi a un nuovo contesto, partendo da ciò è stato. Steve Jobs diceva che

"non si può unire i puntini guardan- do al futuro; si può solo connetterli guardando al passato e aver fiducia nel fatto che i puntini si connetteran- no, in qualche modo, in futuro". È ciò che in piccolo sto facendo con il mio brand: usare la tecnologia per cam- biare la narrazione del prodotto che realizzo, il piumino, e della sua fru- izione. I miei puntini si stanno con- nettendo attraverso l’ibridazione e la contaminazione. Forse lo stesso può valere per Milano e molte altre città».

Monica Vannacci Responsabile Ca' Vagan

«Se mi proietto verso la fashion week di settembre la vedo all'insegna di un

"magico realismo", ossia la capacità di adattarsi duttilmente alle necessità imposte dal momento. Un pronostico e un auspicio per la città è che sia più che mai attenta alle nuove tendenze».

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI

MILANO LOVES ITALY

Chiara Boni

Fondatrice e direttrice creativa Chiara Boni La Petite Robe

«Per me, ma in generale per tutti i brand, Milano è la Città del- la Moda e l'ho ribadito a febbraio, scegliendo per il mio fashion show digitale il rooftop della storica Casa del Cedro nel quartiere Brera, dove ha sede anche la mia showroom. Vorrei che la città ritrovasse lo spirito della fine degli anni '70, dove contava l'e- nergia e non il lignaggio o la ricchezza. Io a quell'epoca la amavo perché rappresentava un mondo aperto, in cui tutto si mescolava e sembrava quasi volesse esplodere. In un momento come questo, comunque, nessuno da solo può fare la differenza. È insieme, in un melting pot di competenze made in Italy, che si può offrire davvero il proprio contributo alla rinascita».

«Fino a oggi, ogni stagione, abbiamo scelto di presentare a Milano le nostre collezioni. È una città entusiasmante e internazionale, che ben rappresenta il gusto made in Italy.

Ci auguriamo una ripresa che possa farci tornare in passerella il prima possibile: una sfilata in presenza è impagabile e Milano è la cornice perfetta. Più in generale, l'auspicio per la ripartenza della città è che il disincanto a cui siamo stati costretti finisca velocemente e che la moda si riprenda con entusiasmo, affinché il lavoro del fashion system, tradotto nel sogno, possa proseguire come e meglio di prima».

Michele Ciocca Owner Drumohr

«Con il contributo di tutti riusciremo a ridare entusiasmo alla città. Noi vogliamo fare la nostra parte con piccoli gesti ma significativi, che puntino a rimettere in circolo quell'atmosfera frizzante e inter- nazionale che si respirava, di giorno come di sera, in città. La priorità non sarà fare sconti e vendere prodotti, ma creare moltissime occasioni - e le stiamo già pianificando - per attirare i clienti in negozio.

Vorremmo trascorre insieme più tempo possibile, per rifarci dei mesi trascorsi in casa. Ci saranno trunk show, ma anche corsi: in passato abbiamo insegnato ai clienti a prepararsi i cocktail da soli, e torneremo a farlo. Quello che un'azienda deve incentivare in questo momento è la condivisione, la circolazione di idee e dell'ottimismo».

Marco Giugliano e Nicolò Bologna Fondatori di Marcobologna

«Se Milano non fosse stata una tappa di entrambi i nostri percorsi, forse non ci saremmo mai incon- trati e il brand Marcobologna non esisterebbe. Questa città è l'inizio di tutto: spesso utilizziamo nelle grafiche "Marcobologna Mila- no", in segno di gratitudine verso un luogo a cui dobbiamo tanto.

Contineremo a investire su Mila- no, sui suoi eventi e sulla fashion week. Verso settembre c'è grande aspettativa da parte di tutti e, per quanto ci riguarda, il desiderio è poter finalmente sfilare con uno show che segni l'inizio di una nuova era piena di ottimismo, energia e vitalità: la vera sfida fu- tura sarà unire il mondo reale a quello digitale, per un risultato innovativo e contemporaneo».

Ermanno Scervino

Direttore creativo Ermanno Scervino

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI

MILANO LOVES ITALY

Alessandro De Benedetti Art director Romeo Gigli

«I concetti di creatività, alleanza e soste- nibilità porranno le basi per la ripartenza di Milano. Il sistema deve vedere coin- volti gli attori dei vari settori, nel segno di una forte intesa. La sostenibilità, in particolare, può aiutare la ripresa e anche un rinnovo della creatività dei designer.

Milano è la città che ha dato origine al brand e che permette con le sue mae- stranze di creare un prodotto artigianale, speciale e contemporaneo. La cornice perfetta per rappresentare la filosofia del marchio. In vista della fashion week di settembre ho in programma un evento fisico, dove magari non ci si potrà ab- bracciare, ma sicuramente colloquiare, ridere e gioire, pronti ad accogliere nuo- ve sfide. Si spera nel ritorno dei buyer e dei giornalisti internazionali».

Antonio Marras

Fondatore e designer Antonio Marras

«Milano rinascerà, ovviamente, e rinasce- rà meglio di prima, perché sarà più ricca di energia, di sperimentazioni, di nuovi stru- menti e nuove strade. Questa situazione ci ha posto di fronte a una scelta: o rinnovarsi e ricercare nuovi modi e nuove manifestazioni o fermarsi e aspettare che tutto passi e torni come prima. Io mi aspetto uno scenario diversamente rinnovato, con maggiore consapevolezza della realtà, della situazione del pianeta, della neces- sità di focalizzarsi sulla creatività pura, la diver- sificazione, l’autenticità e i valori di solidarietà, inclusione, famiglia e qualità della vita. Al mo- mento, per quanto riguarda i nostri progetti su Milano, navighiamo ancora a vista. Cerchiamo di capire come risponderà il mercato».

Luisa Beccaria

Fondatrice e designer Luisa Beccaria

«Tenacia, passione, fiducia ed energia saranno le parole chiave per la ripre- sa di Milano. Si sente nell'aria la voglia di ricominciare, dopo questo momento di pausa che è stata comunque un'occasione di revisione. Milano significa molto per me, per la mia famiglia, per i miei figli. È da qui che è partito il nostro brand.

Abbiamo progetti molto ambiziosi, che tendono ad allargare e a rendere le nostre proposte sempre più trasversali, all'insegna dei concetti di ageless e timeless. Ci proporremo sempre più come un progetto lifestyle, inglobando nella proposta creativa sia articoli per la casa e l'arredamento, sia prodotti della terra biologici, che produciamo a Castelluccio, in Sicilia».

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI

MILANO LOVES ITALY

Cristina Calori

Presidente e a.d. Wp Lavori in Corso

role chiave del rinnovamento saranno digitale, ecosostenibilità, riciclo, energia. A Milano nel 1987 abbiamo aperto il nostro secondo WpSto- re. Per noi rappresenta la città che più riesce a fare partire le nuove tendenze. Alla prossima fashion week di settembre vogliamo organizza- re un evento fisico interattivo nella nostra showroom di via Lombardini, aperto a influencer, talent e stampa. Inoltre presenteremo il nostro nuovo progetto di punta, l'e-commerce WpStore.it» (nella foto, una proposta di Baracuta, marchio in capo all'azienda).

Nicolas Bargi Ceo Save The Duck

«Milano è il nostro quartier generale ed è qui che Save The Duck definisce tutto il suo la- voro, dalla creazione alla progettazione delle collezioni, compreso tutto il cammino che l’a- zienda ha percorso e continuerà a percorrere, per confermarsi un’eccellenza nel mondo del fashion sostenibile. In occasione della Milano Fashion Week di settembre organizzeremo un evento nel flagship in piazza Cordusio: nella speranza che possa avere luogo, vorremmo che fosse un esempio emblematico di una realtà che vuole tornare a godere della sua città, portando il suo stile per le strade. Si- curamente la parola chiave per Milano sarà riapertura, intesa come riavvio totale dei ser- vizi, garantendo tutte le norme necessarie per il contenimento del covid».

Andrea Dini

Presidente e ceo Paul&Shark

«La città è la capitale dello stile italiano, sia in termini di moda, che di design, di architettura e lifestyle. Tutto il mondo la osserva come esempio di avanguardia, di visione, di approccio al futuro e per la capacità di accogliere e interpreta- re le nuove tendenze. Da sempre inoltre Milano è un esempio di resilienza, disci- plina, dedizione al lavoro, trasformazione produttiva, tutti valori condivisi dal brand.

Le parole chiave per la ripartenza sono quelle che ci hanno da sempre caratteriz- zato: innovazione, ricerca della perfezione e della qualità, performance, tecnologia, cura maniacale dei dettagli. Certo, manca la componente fondamentale e preziosa di contatto e confronto diretto con i retailer, che non vediamo l'ora di recuperare».

Gionata Reverberi A.d. Kangra

«L'auspicio è che Milano riprenda presto il cammino di crescita e svi- luppo degli ultimi anni, ritrovando l'entusiasmo progettuale che l'ha sempre contraddistinta. Per noi questa città ha rappresentato un investimento impor- tante in termini di internazionalizzazio- ne del brand: qui infatti, nel gennaio del 2021, abbiamo inaugurato una show- room in via Tortona che ci sta dando soddisfazioni, nonostante la situazione.

La speranza, ora, è di potersi presto ri- abbracciare con clienti e amici.

Gio Giacobbe Ceo Acbc

«Il mio augurio per la città di Milano, che mi ha accolto e dove vivo ormai da diversi anni, è che possa diventare sempre più una metropo- li green. A settembre, per la Milano Fashion Week, usciremo con una collaborazione avvia- ta con Pollini, che per la prima volta affronterà un nuovo percorso volto alla produzione di una calzatura interamente sostenibile. Le parole chiave per la ripresa di Milano saranno in- novazione e sostenibilità. Acbc, del resto, è da sempre orientata a produrre prodotti green con un approccio innovativo e articoli inediti con un'ottica green».

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI

MILANO LOVES ITALY

Massimo Alba

Fondatore e designer Massimo Alba

«Credo che il grande cambiamento di Milano fosse già in atto prima del covid e che durante questo periodo abbia- mo tutti avuto il tempo per concentrarci sul futuro. Il mio auspicio è che continui a essere una città accogliente, creativa, aperta, ricca di stimoli per tutte le persone che avranno voglia di riceverli. Milano rappresenta l'i- dentità culturale, la sensibilità, l'attitudine, la personalità del brand Massimo Alba, che è fortemente legato alla città da sempre. Il mio desiderio è che qui continuino ad acca- dere le cose come sempre, in maniera naturale. La parola chiave per la ripartenza continua a essere "desiderio" e il desiderio più grande è che tutto vada bene».

Simonetta Ravizza

Fondatrice e designer Simonetta Ravizza

«La città deve rinascere, deve tornare dinamica, velo- ce e pulsante. Milano è il made in Italy, è radicata nella storia della moda. Oggi attraverso Internet possiamo offrire a tutti un posto in prima fila alle sfilate, ma Milano, come la moda, deve essere vis- suta in prima persona. Anche per il mio brand que- sta città rappresenta il fashion, l’artigianalità, il made in Italy e a questo proposito ho tanti progetti in mente.

Speriamo di poter ripartire con settembre, con le sfila- te, gli eventi. Ci auguriamo di poter incontrare le per- sone, parlare, abbracciarci, rispolverare le passioni.

Ottimismo, coraggio, pensare giovane, essere positivi:

sono queste le parole chiave della ripresa. Ma solo il vaccino può salvare l’umanità».

Enzo Fusco Presidente Fgf Industry (Blauer, Ten C, Bpd, Nylolite B.Plus)

«Milano è da sempre la capitale della moda ed è da sempre anche un eccezio- nale trampolino di lancio per molti nuo- vi brand. Per noi è sempre stata una città importantissima: è qui che abbiamo vo- luto il primo monobrand Blauer Usa in piazza XXV Aprile e la showroom Fgf Industry in zona Goldoni. Pandemia permettendo, in occasione della pros- sima fashion week di settembre stiamo pensando di organizzare due eventi: in showroom, avendo a disposizione uno spazio ampio, e in negozio, per festeg- giare la ripartenza. La parola chiave sarà sicuramente covid free. Dopo ormai un anno è tanta la voglia di ripartire con entusiasmo tipicamente italiano ed energia tutta milanese» (nella foto, una proposta di Blauer per l'autunno- inverno 2021).

(Foto Ioan Pilat)

(Foto Mattia Zoppellaro)

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI

MILANO LOVES ITALY

Enrico Vanzo Ceo Manila Grace

«Milano è cosmopolita: permette a un brand del made in Italy come il nostro di entrare in contatto con di- verse realtà, buyer consolidati e po- tenziali da tutto il mondo. Oltre alle opportunità ci sono delle sfide, per cui è d’obbligo mettersi in gioco.

Abbiamo diversi progetti, che spe- riamo si possano realizzare proprio per ripartire più forti e consapevoli.

Per esempio, a livello di comuni- cazione abbiamo intenzione di lan- ciare la FW 21/22 in occasione del Salone del Mobile e della Milano Fashion Week, con attività di outdo- or concentrate sulle zone a maggior traffico. Penso che nel post pande- mia non torneremo alla Milano di prima ma a una nuova Milano, migliore del passato».

Andrea e Nicola Mirabassi Cmo e Coo Lorena Antoniazzi

«Siamo certi che Milano rinascerà senza cambiare forma, ma con un’allure ancora più forte. Il volano della ripartenza sarà sicuramente il digital. Un approccio che andrà a permeare anche la showroom in via Mo- rimondo, diventata sede legale della società come segno di “riconoscenza”

alla città: il fulcro della nostro brand, nato a Perugia nel 1993, lo snodo principale da cui tutto comincia, il trampolino verso il mondo. Nella nostra visione gli spazi diventeranno il polo, il centro delle idee per l’azienda di domani, con una forte connessione al mondo virtuale. Puntiamo a digitaliz- zare presto la showroom, fornendo ai clienti che decideranno di intervenire in presenza un’esperienza mista, fatta di emozioni e funzionalità».

Marco Piazzi

Direttore generale Pollini

«Milano è il nostro biglietto da visita per il global market. Ci auguriamo innanzitutto ci sia una ripresa del flusso turistico, che a Milano è di qualità, colto e di big spender, motore trainante affinché la città ritorni in tempi brevi a essere un punto di riferimento per il fashion e l’economia. Fondamentale, in particolare, sarà far leva sulla valoriz- zazione di tutte le peculiarità del capoluo- go lombardo, come arte, cultura e moda, attraverso una visione illuminata, guidata da elementi oggi eticamente imprescindibili come ecosostenibilità e inclusività sociale.

Le parole chiave della rinascita? Green, prossimità, innovazione e inclusione».

Claudia Andrei

Founder e creative director Pink Memories

«Durante l’emergenza non ci siamo mai fermati, investendo in comuni- cazione digitale ed e-commerce, e speriamo che Milano torni presto a dettare le tendenze future e a es- sere un crocevia in fatto di ricerca, innovazione ed eventi.

Inclusività, originalità e sostenibilità saranno le “conditio sine qua non” perché la città torni a splendere. Noi faremo la nostra parte, confermando la presenza del brand, attraverso la conso- lidata collaborazione con White come tradeshow e Studiozeta come showroom. Abbiamo anche in agenda l’apertura del terzo monomarca, dopo quelli di Forte dei Marmi e Firenze».

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