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Raddoppio a Spini, a Latte Trento 8 milioni Polo bianco Approvato il contributo provinciale sull'investimento da quasi 21 milioni di euro

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L’ADIGE DEL 18 MARZO 2014

Fuoripista vietati dai cacciatori

Sci nel bosco

martedì 18 marzo 2014 Prima Pagina, pagina 1

Giorgio Daidola

I boschi alpini sono stati interessati questo inverno da copiose nevicate che, ricoprendo le asperità del terreno, li hanno resi perfetti per i sempre più numerosi amanti del fuoripista. Sciando nei bei boschi della Panarotta mi è sembrato di essere ritornato agli anni della mia fanciullezza, ai meravigliosi lariceti di Sauze d'Oulx in Valle di Susa. Il sottobosco allora era curato come un giardino pubblico, i rami caduti e gli alberi morti finivano tutti nelle stufe (ce ne fossero stati!). Non erano quindi necessari metri di neve per rendere adatti allo sci questi pendii. In quei boschi di larici radi un sottile strato di neve compatta e trasformata era sufficiente per sciare bene dalle prime nevi a tutto aprile. Oggi non è più possibile perché i boschi si stanno trasformando in una giungla amazzonica (quella che in Amazzonia non esiste quasi più) ed è quindi necessario un innevamento eccezionale per renderli sciabili.

CONTINUA A PAGINA 47

Robol sfida Filippi «Ora il ballottaggio»

Pd, decide l'assemblea

martedì 18 marzo 2014 Prima Pagina, pagina 1

Alle primarie di domenica è arrivata alle spalle di Elisa Filippi, ma Giulia Robol non ha affatto rinunciato a conquistare la segreteria del Pd del Trentino. Vuole, a norma di regolamento, il ballottaggio in assemblea provinciale. Sarà decisivo Scalfi.

L. PATRUNO A PAGINA 13

Raddoppio a Spini, a Latte Trento 8 milioni

Polo bianco | Approvato il contributo provinciale sull'investimento da quasi 21 milioni di euro martedì 18 marzo 2014 Economia, pagina 8

TRENTO - Il sospirato via libera della Provincia al maxinvestimento di Latte Trento a Spini di Gardolo è arrivato con una determinazione del dirigente del Servizio agricoltura del 10 marzo.

«L'assessore Michele Dallapiccola ci ha portato la notizia in consiglio di amministrazione»

racconta Sergio Paoli , direttore della maggiore cooperativa lattiero-casearia trentina.

Come previsto, la Provincia approva il progetto da 20 milioni 710 mila euro, con tutte le prescrizioni necessarie, concedendo un contributo pari al 40% della spesa ammessa, cioè 8 milioni 284 mila euro. Un'altra parte delle risorse per realizzare il raddoppio dell'attuale sede di Spini verrà dal finanziamento, superiore ai 10 milioni di euro, erogato da un pool di banche guidato da Cassa Centrale.

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Il termine per l'avvio degli investimenti è fissato entro sei mesi dalla determinazione, mentre quello per la rendicontazione è stabilito al 31 dicembre 2016.

«Siamo molto contenti - prosegue Paoli - Probabilmente è l'investimento più grande della zootecnia a livello nazionale. Abbiamo già cominciato a fare le pratiche per l'acquisto del capannone». Si tratta del complesso della Tecnoplast, che ha chiuso a Trento: 5.600 metri quadri che si aggiungeranno agli attuali 5.500. «Nello stabilimento attuale proseguiamo con il latte, quello nuovo sarà dedicato ai formaggi. Con questa operazione - sottolinea Paoli - dopo aver salvato la tradizione dei caseifici di Fiavè e Pinzolo, ricostruiamo a Spini le attività che si facevano nelle sedi storiche.

Contiamo di finire i lavori tra fine 2015 e inizio 2016».

Intanto, in attesa dei conti di Latte Trento, la partecipata (al 76%) Trevilatte, joint venture con Latterie Vicentine (24%), chiude il 2013 con un utile netto di 492 mila euro, in crescita sull'anno precedente. F. Ter.

Robol punta a vincere al ballottaggio

Lancia la sfida a Elisa Filippi

«Si può ribaltare il risultato»

martedì 18 marzo 2014 Trento, pagina 13

LUISA MARIA PATRUNO

Giulia Robol è determinata a giocarsi fino in fondo la partita per la conquista della segreteria del Pd del Trentino, anche se il voto degli elettori delle primarie ha dato un vantaggio a Elisa Filippi , che ha ottenuto il 37,37% dei consensi e 24 membri dell'assemblea provinciale contro il suo 32,25%

e 21 delegati. Terzo è arrivato Vanni Scalfi con il 30,22% che gli ha fruttato un «pacchetto» di 19 delegati.

Lo statuto del partito prevede che se alle primarie nessuno dei candidati ottiene la maggioranza assoluta dei membri dell'assemblea provinciale a scegliere il segretario siano i 64 membri dell'assemblea stessa, con un ballottaggio fra i primi due. La sfida dunque ora si riduce al duello fra Elisa Filippi e Giulia Robol.

«Il regolamento - ricorda Giulia Robol - prevede il ballottaggio fra i primi due. Nel 2009 fu bypassata questa regola con un accordo unitario fra i candidati di allora, ma questa volta abbiamo detto tutti di non voler ripetere quella scelta e io penso che sia giusto perché l'assemblea deve esercitarsi a decidere. Vorrei spostare l'attenzione dalle persone al progetto politico e trasparente e su questo i delegati saranno chiamati a decidere senza alchimie. Piuttosto che cercare accordi strani preferisco stare all'opposizione». E sulla differenza fra lei e Filippi, Giulia Robol dice: «Mi sembra che il progetto politico di Elisa sia appiattito su quello renziano nazionale. Io mi sento più libera di critica e mi piacerebbe costruire un Pd del Trentino più vivace di quello che è attualmente, che mi sembra moribondo. Il dato dell'affluenza alle primarie è stato negativissimo, qualcosa nel meccanismo delle primarie si è inceppato e mi chiedo quanto siamo rappresentativi». Sul fatto che l'assemblea possa eleggere segretaria del Pd chi è arrivata seconda alle primarie Robol dice:

«Questa è la regola dei ballottaggi anche per i sindaci chi arriva primo al primo turno poi può perdere al ballottaggio»

Elisa Filippi non è però disposta ad accettare l'idea che nel duello in assemblea si azzeri l'indicazione venuta dagli elettori delle primarie e dice: «Io rivendico l'importanza dell'affermazione con il maggior numero di consensi alle primarie e soprattutto con una omogeneità di consensi a Trento, Rovereto e nelle valli. C'è un aspetto regolamentare, è vero, ma anche un'analisi politica da fare. Già l'affluenza è stata scarsa e non c'è tanta fiducia nei confronti del Pd, se poi si fanno accordi

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extra invece di dare sostanza alla proposta che ha ottenuto i maggiori consensi alle primarie non mi sembrerebbe molto corretto».

«Operativamente - aggiunge Filippi - non so cosa avverrà. Serve l'impegno di tutti e io intendo presentare una proposta politica a tutti i delegati in assemblea, per cercare convergenze politiche non accordi strumentali in termini spartitori».

Nella disfida fra Filippi e Robol decisivo sarà il posizionamento di Vannni Scalfi e dei 19 delegati approdati con lui in assemblea. Scalfi lo sa bene ed è determinato a far pesare quel 30% di consensi che la sua proposta è riuscita a raccogliere nella distribuzione così omogenea dei consensi fra i tre candidati alla segreteria.

«Noi - dice Scalfi - ascolteremo i progetti che Giulia ed Elisa ci presenteranno, cosa vogliono fare e a chi vogliono far fare cosa. Poi insieme agli eletti in assemblea decideremo».

Scalfi respinge poi il sospetto di aver deciso di candidarsi proprio per ritrovarsi a fare da ago della bilancia fra Robol e Filippi e quindi essere determinante, come è effettivamente accaduto, per la vittoria dell'una o dell'altra. «Io - dice Scalfi - non ho fatto nessuna operazione di condizionamento.

Avevo deciso di candidarmi alla segreteria già un anno fa e sono andato avanti per la mia strada.

Sono molto contento del consenso ottenuto anche se non ho vinto». Scalfi non dice se si sente più vicino a Robol o a Filippi: «Ci sono tanti pro e contro sia per l'una che per l'altra. L'unica cosa che escludo per certo è che si arrivi a un accordo unitario. Non fa bene alla politica. Il partito ha bisogno di una maggioranza e una minoranza e l'accordo unitario del 2009 ci ha lasciato le macerie di questi 7.700 voti alle primarie».

E invece il senatore Giorgio Tonini , sostenitore di Elisa Filippi, vista la divisione sostanzialmente in tre del partito, propone all'assemblea una gestione unitaria come accadde nel 2009. «Io - dichiara Tonini che era candidato alla segreteria con Nicoletti, Pinter e Veronesi - farei come abbiamo fatto noi, riconoscendo a Nicoletti l'essere primus inter pares, anche se oggi c'è chi dice che non va fatto.

Per me ha dato risultati positivi visto che abbiamo vinto tutte le elezioni, anche se è mancato un obiettivo da coppa del mondo che è la presidenza della Provincia. È l'unica alternativa alla guerra per bande o all'accordo di potere, visto che non c'è una evidente differenza di proposta politica».

Il soccorso arriva a 4 zampe

La «Fissa» porta le unità cinofile in pista a Folgaria, contro il pericolo valanghe martedì 18 marzo 2014 Rovereto, pagina 26

Sono i primi in Italia. E dall'inverno prossimo saranno operativi, per garantire un servizio che non c'è altrove. I volontari del soccorso piste di Folgaria aggiungeranno alla loro presenza anche quella di due unità cinofile. Pronte in tempo reale, in caso di valanga in pista. Un progetto pilota a cui ora guardano con interesse anche altrove.

Tutto è partito per caso. Il soccorso piste a Folgaria, sul fronte del volotariato, può contare su 16 soccorritori, della Fissa (Federazione italiana soccorso sci alpino). Persone che dedicano i loro fine settimana e le loro vacanze di Natale per garantire una presenza in pista, a supporto delle forze dell'ordine. Perché per traumi minori, o nell'attesa dell'arrivo dell'equipe dell'elisoccorso, è fondamentale il supporto alle eventuali vittime di incidenti.

Questo è un servizio che c'è, e che ormai è rodato. Un servizio garantito, da gruppi diversi, in tutte le stazioni sciistiche. Ma il salto di qualità Folgaria lo sta facendo in questi mesi. Perché sulla neve non ancora sciolta da tempo ormai si stanno allenando due soccorritori un po' diversi. Due cagnoline.

Non è un servizio che si aggiunge al già rodato nucleo del soccorso alpino. Qui si tratta solo di immaginare interventi limitati alle piste da sci o nelle immediate vicinanze. L'idea è venuta ad uno

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dei soccorritori, Giuseppe Cerza, che in un viaggio in Utah ha scoperto che la Ski Patrol americana, che si occupa di sicurezza nelle stazioni sciistiche, usa da anni cani da soccorso. Il motivo è semplice: il tempo d'intervento. Perché in caso non ci siano traumi, una persona travolta da una valanga, a 15 minuti da quando l'evento si è realizzato, ha il 93% di possibilità di uscirne vivo, che scendono al 60% già dopo 18 minuti. E gli sciatori in pista non hanno l'Artva, che aiuta in caso di eventi simili i primi soccorritori. Questo ha portato all'idea di mutuare l'esperienza anche da noi: è stata istituita la Commissione cinofili da soccorso, il cui direttore didattico è Ivan Maggi, ed è iniziata la parte più dura: i volontari hanno già seguito un percorso di formazione specifica sul fronte sanitario, ora tocca alle lezioni come conduttori. Quindi tocca ai cani, seguiti dall'istruttore Aline Bernini. Che già sembrano piuttosto sereni mentre salgono e scendono da motoslitte e seggiovie, ma che devono ancora lavorare parecchio. «Si tratta di un percorso impegnativo - spiega il presidente della Fissa Eugenio Bistaffa - ma i due cani dovrebbero essere operativi entro il prossimo novembre». La prossima stagione, insomma, Folgaria avrà due soccorritori in più.

Entrambi a quattro zampe. C.Z.

Tirano di più gli yogurt delle pellicce

Dopo quasi quarant'anni chiusi gli ultimi due negozi martedì 18 marzo 2014 Riva e Arco, pagina 29

PAOLO LISERRE

L'ennesimo segnale dei tempi che cambiano e di una crisi che colpisce consumi e abitudini.

Consigliando (o obbligando) un ritorno alle origini. Nel giro di poco meno di un anno a Riva hanno abbassato le saracinesche le uniche due pelliccerie presenti sul territorio. Prima la «Pellicceria Mariella» a Porta San Michele, ora l'altrettanto storica «Pellicceria Iva» in viale San Francesco.

Non è una chiusura tout-court, ed è bene precisarlo. È appunto un ritorno al passato, alle origini, con il proseguio dell'attività di laboratorio e vendita diretta al primo piano del palazzo all'angolo tra viale San Francesco e via Scaligero e la chiusura della struttura commerciale che si affaccia sul viale. «Di fatto ci spostiamo soltanto dal civico 10/a al 10 - osserva Roberto Malfer che dal 1979 lavora e conduce l'attività commerciale assieme alla madre Iva Cazzolli - È il segno di tempi. Un po' la crisi, un po' il tempo che avanza per tutti, un po' se vogliamo anche le condizioni meteo che hanno cambiato le abitudini e le necessità delle persone. Ma noi non chiudiamo. La vendita diretta viene solo spostata all'interno del laboratorio».

La «Pellicceria Iva», dal nome della sua fondatrice Iva Cazzolli, è storia non solo commerciale di Riva. Perché è trascorso oltre mezzo secolo da quel lontano 1963 quando l'intraprendente e tenace Iva avviò la prima attività di laboratorio in via Fiume, per poi spostarsi pochi anni dopo (era il „70) nella galleria del Condominio Piemonte, in viale Dante. Nel „77 c'è il trasloco definitivo e l'apertura della sede storica di viale San Francesco, due anni più tardi alla signora Iva si affianca l'opera prezioso del figlio Roberto. «Erano gli anni d'oro, dal „75 al „95 - ricorda oggi Roberto - Allora sì che si lavorava bene. E il turismo non è che c'entrasse più di tanto perché il 70% della clientela era locale, comprese Trento, Rovereto, Tione e la parte sud del lago».

Il negozio su viale San Francesco non rimarrà comunque chiuso a lungo, così come nel caso della

«Pellicceria Mariella» a Porta S. Michele dove ha aperto la gioielleria Pharaon. Sul viale invece sbarcherà una yogurteria-gelateria della catena in franchising «Yogorino», la prima in assoluto di questo marchio in tutta la provincia. I lavori di sistemazione degli spazi commerciali dovrebbero prendere il via materialmente proprio in questi giorni e l'apertura, se tutto va bene, è prevista nella settimana che precede la Pasqua. La catena «Yogorino» è composta da oltre 120 punti vendita su tutto il territorio nazionale e da una cinquantina nel resto del mondo. Solo nel mese e mezzo che ci

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separa dalla fine di aprile, la catena ha in cantiere l'apertura di quattro realtà commerciali simili in Giappone. Le regioni italiane in cui il marchio «Yogorino» è maggiormente presente sono Toscana, Lombardia e Calabria. E per il Trentino Alto Adige, come detto, si tratta di una novità assoluta.

Malfer: «Il Ptc blocca l’inceneritore»

Arrivano le critiche a Zanoni (Pd) dal vicepresidente della Comunità martedì 18 marzo 2014 Riva e Arco, pagina 29

La bozza di documento preliminare del Ptc (il piano territoriale di Comunità) individua nell'area Buzzi Unicem (ex Cementi Riva) un centro sportivo polifunzionale e sovracomunale, riconvertendo quindi la destinazione urbanistica dell'area. Se lo stesso Ptc riconfermasse l'attività produttiva esistente si verificherebbe due cose: a) la dismissione delle attività porterebbe alla riproposizione dell'ennesimo caso di degrado dell'area senza soluzioni per la sua riqualificazione; b) la possibilità di utilizzare gli altoforni del Cementificio in un termovalorizzatore alimentato a Css (combustibile ricavato dai rifiuti). «Un'ipotesi subito attuabile» fanno osservare dalla Comunità di Valle. «Quindi - ribatte il vicepresidente e assessore all'urbanistica Mauro Malfer - è questo ciò che vogliamo per il nostro territorio: l'inceneritore provinciale tra Arco e Riva gestito dai privati? Allora lo dica chiaramente il consigliere Zanoni ma si assuma anche le responsabilità di questa affermazione. Noi ci assumiamo la responsabilità delle scelte di pianificazione del Ptc».

Risponde da par suo il numero due della Comunità di Valle Mauro Malfer all'indomani del documento con le osservazioni del Partito Democratico di Riva, presentato dal segretario e assessore Alessio Zanoni , riguardante le scelte urbanistiche contenute nella bozza di documento preliminare. Le critiche sono sul metodo e sul merito. «Sul metodo - osserva Malfer - perché non mi risulta che le osservazioni del Circolo di Riva del Pd siano mai pervenute agli uffici competenti».

Nel merito le osservazioni e le critiche rivolte al segretario democratico sono più d'una. «Sulla finanza di progetto non riteniamo corretto escludere a priori uno strumento che diventerà sempre più importante per affrontare alcune partite vista la contrazione sempre più forte delle risorse pubbliche - prosegue Malfer - Per quanto riguarda le Cartiere del Garda, nessuno ha mai detto o si è augurato che vadano via. Ma il compito di un buon politico e di un buon amministratore è di essere lungimirante e affrontare per tempo anche ipotesi di questo tipo. La scelta di considerare alcune di queste aree, come il Cementificio Buzzi Unicem, le Cartiere del Garda, etc., come "aree di riqualificazione urbana e territoriale", mutuando la definizione dal Pup, fornisce una sufficiente flessibilità per garantire il mantenimento delle attività produttive e anche la loro riqualificazione o riconversione».

Zanoni e il Pd di Riva avevano espresso perplessità anche su un «unico grande centro sportivo», individuato appunto nell'area Buzzi Unicem: «Il Ptc - prosegue Malfer - prende in esame tutto il territorio della Comunità e lo interpreta nel suo insieme come una risorsa per attività sportive. ll documento preliminare non propone nessuna ghettizzazione ma solo la riconversione, condivisa con la proprietà, di un'area degradata per rendere più competitivo e attrattivo il nostro territorio e come occasione imperdibile per creare nuovi posti di lavoro. L'individuazione di un nuovo centro sportivo mira al raggiungimento di molteplici obiettivi: riqualificare un'ampia area produttiva dismessa;

localizzare nuove attività sportive in un ambito di rilevanza sovracomunale baricentrico rispetto a Riva e Arco; coinvolgere l'imprenditoria privata, proprietaria dell'area nella riconversione industriale delle proprie strutture, al fine di evitare spese pubbliche». P.L.

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Sabato il mosaico ecologista

La terza volta di «Eco day»

Festival nel centro storico

martedì 18 marzo 2014 Riva e Arco, pagina 30

roberto vivaldelli

L'amministrazione comunale arcense e la comunità di valle Alto Garda e Ledro propongono la terza edizione di "Arco Eco Day", che si terrà nel centro storico sabato 22 marzo dalle 10 alle 18 in occasione della "Giornata mondiale dell'acqua".

«E' una iniziativa nata per focalizzare l'attenzione sulle tematiche ambientali – commenta il neo- sindaco Alessandro Betta – e su quello che ci deve proiettare verso il futuro. Negli ultimi cinquant'anni il nostro modello di sviluppo non è stato sostenibile, credo che dobbiamo iniziare a far riflettere le persone. Non è sicuramente giusto che s'inquini in una maniera tale da non garantire il futuro alle prossime generazioni».

"Arco Eco Day", secondo gli organizzatori, è un «mosaico composto dalle iniziative di cittadini, istituzioni e aziende per testimoniare come la natura sia un patrimonio comune per le generazioni di oggi e di domani».

Una giornata di festa ma anche d'informazione, con un programma fittissimo e ricco d'iniziative per bambini e adulti: stand espostivi sulle energie rinnovabili e mobilità sostenibile (Viale delle Magnolie), spettacoli nelle vie del centro ("Il dottor sbrodolone", "Sete d'acqua", "non lavare il gatto, non serve!"), mercatino "Eco" (Piazzale Segantini) nonché "percorsi verdi", passeggiate nell'olivaia e laboratori creativi di varie tipologie (dalla costruzione di giocattoli in legno alla stampa su tessuto). Tante le associazioni locali coinvolte in questa edizione (A.d.a, Sat, Movimento Decrescita Felice, Gas, Arco Giovani, Appa, Kushi Ling, Friends of Arco e tante altre) mentre in Piazzale Segantini saranno presenti stand istituzionali. Partecipano all'iniziativa anche i NU.VO.LA Alto Garda e Ledro con il "Pastaparty" in Viale delle Palme, dalle 12.00 alle 14.30, dove verranno distribuiti i "piatti di pane".

La giornata di "Arco Eco Day" sarà anticipata dai due eventi collaterali di venerdì 21: la "cena vegetariana al buio" al nuovo centro giovani – anche se i posti sono già esauriti – e la conferenza dal titolo "vivere in una casa passiva e in una casa clima gold", alla sala vigili del fuoco, ore 20.45.

Parlerà della sua esperienza il noto imprenditore Lucillo Santorum.

La dirigente area servizi Cristina Bronzini racconta la genesi dell'evento, giunto alla terza edizione:

«Dal 2009 il comune di Arco è registrato EMAS – commenta Bronzini – un grande riconoscimento per quanto riguarda il rispetto di tutta la legislazione ambientale e quindi l'obbligo di fare qualcosa sul territorio».

Tutti gli eventi di "Arco Eco Day" sono gratuiti. In caso di maltempo si terranno presso il nuovo centro giovani di via Caproni Maini 26. Il programma dettagliato è consultabile sul sito del comune, www.comune.arco.tn.it.

Tutti i luoghi e gli orari

I laboratori creativi di "Arco Eco Day": «Una bottiglia per un orto» si svolge nello stand della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro, in piazzale Segantini dalle ore 10 alle 18, e consiste nella realizzazione di un piccolo orto utilizzando una bottiglia riciclata; «L'arte del riutilizzo e l'orto sinergico», si svolge al relativo stand, in piazzale Segantini dalle ore 10 alle 18; il «Laboratorio base di stampa su tessuto» ha luogo nella corte del palazzo municipale dalle ore 10 alle 13.30. Il

«Laboratorio di giocattoli in legno» si tiene nella corte di Palazzo dei Panni dalle ore 10.30 alle 12;

«Sulle rive del Sarca con la naturalista» permette di scoprire il torrente osservando al microscopio i macroinvertebrati e la vita in una goccia d'acqua, a casa Collini dalle ore 10.30 alle 12; «Storie

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d'acqua» consiste in letture per bambini e si svolge nella biblioteca civica «Bruno Emmert» a Palazzo dei Panni dalle ore 10.30 alle 12; il «Laboratorio di argilla» insegna la manipolazione di argilla per creare piccoli manufatti, a Palazzo Giuliani in piazza Tre Novembre dalle ore 10.30 alle 17; sempre a Palazzo Giuliani si svolge «Percorso argilla», laboratorio di ceramica con l'utilizzo del tornio, dalle ore 10.30 alle 18.

La festa vegana al centro Pernone

In breve

martedì 18 marzo 2014 Riva e Arco, pagina 30

L'associazione "Lo stesso cielo" organizza per il 28 marzo, alle 20, una cena vegana che quel essere anche festa degli animali. Info e prenotazioni chiamando ai numeri 348-3025848 e 329-9418264.

Entro mercoledì 26.

La gattina è ancora senza fissa dimora

In breve

martedì 18 marzo 2014 Riva e Arco, pagina 30

Una gattina bianca, con la coda nera, circa cinque mesi d'età, è stata trovata ad Arco, in vicolo Toruoso, nel centro storico, una decina di giorni fa. Chi l'avesse smarrita può chiamare il 347- 6403200 o il 348-7957365. Anche per adozione.

Acquistati 120 mila avanotti per ripopolare di trote l'Avisio

Il Comune spenderà circa 6 mila euro

martedì 18 marzo 2014 Lavis e Rotaliana, pagina 32

GRUMES - Il Comune di Grumes ha affidato all'associazione pescatori l'incarico per la fornitura di 120 mila avanotti di trote marmorate, o di pari controvalore in massa biologica della stessa specie, per un corrispettivo di 6 mila euro. Grumes, nelle vesti di Comune capofila del progetto «Rete delle Riserve Alta Valle di Cembra - Avisio», ha impegnato una spesa complessiva di 7.320 euro.

L'intervento fa parte dell'accordo di programma finalizzato all'attivazione della «Rete delle Riserve Alta Valle di Cembra - Avisio» e che coinvolge Capriana, Faver, Grauno, Grumes e Valda.

L'accordo era stato sottoscritto nel 2011 dalle amministrazioni, Provincia, Asuc di Rover-Carbonare di Capriana, Magnifica Comunità di Fiemme e Comunità Valle di Cembra. Nello specifico il piano prevede una serie di interventi finalizzati alla gestione e valorizzazione socio-economica del territorio. L'impegno di spesa relativo all'acquisto di materiale ittico serve a valorizzare l'ambito fluviale attraverso un intervento di conservazione della trota marmorata. Il sindaco di Grumes Simone Santuari spiega che si tratta di «una iniziativa portata avanti dai vari Comuni coinvolti per sostenere interventi concreti. Si tratta di un percorso avviato con l'associazione pescatori al fine di migliorare il contesto naturalistico dell'Avisio e per risolvere la questione dei cormorani, molto

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diffusi nella nostra zona e pericolosi per le trote. Le risorse messe in campo fanno parte del piano e il Comune di Grumes svolge il ruolo di capofila». An. Ca.

Arriva Zaia per parlare di viabilità e Valdastico

Il governatore del Veneto invitato dalla Lega Nord a incontrare la Comunità di Valle martedì 18 marzo 2014 Valsugana e Primiero, pagina 34

BORGO - Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia incontrerà a Borgo i consiglieri della Comunità Bassa Valsugana e Tesino in merito alla questione della Valdastico. Lo rendono noto i consiglieri della Lega Nord del Trentino Roberto Paccher e Stefania Segnana . La decisione è stata presa non solo dai consiglieri di minoranza ma anche da qualcuno della maggioranza. L'idea dell'invito è maturata durante la conferenza stampa di sabato scorso indetta per presentare l'ordine del giorno delle interrogazioni e mozioni da discutere nell'assemblea della Comunità di Valle, indetta per ieri sera.

«Zaia ha assicurato che sarà presente a Borgo - conferma Paccher - e che incontrerà la popolazione.

L'appuntamento sarà fissato al massimo tra un paio di settimane ed è fondamentale. Perché Zaia non verrà a Borgo come leghista ma come governatore del Veneto e noi, al di là dell'idea politica, siamo obbligati a fermarci e riflettere su cosa vogliamo fare della Valsugana. Nel 2017 sarà inaugurata la Pedemontana e poi arriverà la nuova superstrada a Bassano. È inevitabile che il traffico per il Nord si riverserà tutto in Valsugana. Per questo la Valdastico è una priorità che non deve avere colore politico. Le strade che portano il traffico da noi le faranno comunque, sta a noi però decidere come governare la questione. Aspettare che arrivino Tir e macchine in quantità stando fermi non ha senso, poi sarebbe troppo tardi».

Le centraline sul Rabbies possono iniziare a prelevare

Via libera provinciale

martedì 18 marzo 2014 Non e Sole, pagina 36

RABBI E MALÉ - Le centraline possono iniziare a prelevare acqua per produrre energie elettrica.

La scorsa settimana il Servizio gestione risorse idroelettriche della Provincia ha autorizzato infatti la società Rabbies Energia 1 srl e Rabbies Energia 2 srl composte dai Comuni di Malé e Rabbi e da un partner privato, a prelevare acqua a scopi idroelettrici.

Le due Società operano a cascata e potranno derivare la portata d'acqua dal torrente Rabbies alla quota di circa 1071 metri nel periodo dal 15 marzo 2014 al 30 aprile 2014. La Provincia riceverà la somma di 84 euro quale canone demaniale ad uso idroelettrico dovuto per la sola annualità in corso.

Secondo la determina la società Rabbies Energia 2 è tenuta a coordinarsi con la Rabbies energia 1 srl per condividere aspetti di carattere gestionale collegati all'utilizzo delle opere di presa e adduzione dell'impianto superiore, «utilmente per esercitare il prelievo concesso con il presente provvedimento».

La Provincia prescrive che la Rabbies Energia 2 provveda, prima di attuare il proprio prelievo, a rilasciare nell'alveo del torrente Rabbies, all'altezza del canale di scarico della centrale della Rabbies Energia 1, la portata necessaria a integrare il deflusso idrico nell'alveo del torrente fino al raggiungimento del valore di 909 litri al secondo.

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Serodoli, la partita è ancora aperta

«Rapporto ambiguo se lo sci è trainante»

martedì 18 marzo 2014 Giudicarie e Rendena, pagina 38

giuliano beltrami

TIONE - Lo si era capito fin dalla sera in cui la presidente Patrizia Ballardini ha letto, come comunicazione non prevista all'inizio dell'assemblea della Comunità delle Giudicarie, che il parere approfondito di Agenda 21 (l'azienda specializzata scelta l'anno scorso) sarebbe stato indigesto ai dirigenti della Comunità stessa. E per la verità è stata indigesta anche la modalità scelta dalla presidente per annunciare il «no» all'ampliamento dell'area sciabile ai Serodoli, senza comunicarla prima ai suoi collaboratori: gli assessori e i capigruppo della maggioranza che la sostiene.

Primo atto da fare: convocare i tecnici di Agenda 21 per farsi dare un'interpretazione autentica di quanto hanno scritto. Anche perché a molti il parere è parso perlomeno contraddittorio: una sorta di operazione di «cerchiobottismo», per usare un termine di moda.

Infatti il «no» ai Serodoli perché zona limitata, mentre con lo sci trainante ci vorrebbe lo sviluppo di tutte e tre le aree che ruotano fra Rendena e val di Sole, è parso poco comprensibile soprattutto a chi vuole uno sviluppo sciistico spinto, con l'aumento di chilometri di piste, cosa che tanto piace agli stranieri.

L'incontro fra giunta della Comunità e tecnici di Agenda 21 si è svolto ieri pomeriggio ed è durato parecchie ore. Al termine bocche cucite, come capita spesso in circostanze come questa, in cui la diplomazia deve avere il sopravvento. Al cronista non resta che dedurre: sul tavolo ci deve essere stata molta discussione, non tanto sui contenuti, quanto sulla logica che guida il rapporto. Insomma, non è indolore quell'ambiguità secondo cui Serodoli non va bene se è da solo, mentre il contesto sciistico campigliano ha bisogno di nuove piste, perché lo sci è economicamente settore trainante. E non è indolore nemmeno che tre assessori provinciali ( Carlo Daldoss , Mauro Gilmozzi e Sara Ferrari ), con tutti i distinguo del caso, si siano dichiarati favorevoli alla mozione dei pentastellati in Consiglio provinciale contro Serodoli. Infine, non è indolore la divisione trasversale ai partiti, ed in particolare al Partito democratico giudicariese, nel quale convivono due anime: quella che propugna lo sviluppo con gli sci ai piedi del teatro alto rendenero e chi vede la necessità di pensare ad altre forme di turismo, magari sempre con gli sci ai piedi, ma non da discesa.

Alla fine del lungo incontro la giunta si è data qualche giorno, prima di assumere decisioni.

Prima o poi, come ha chiesto il capogruppo dell'Upt Marcello Mosca , i tecnici di Agenda 21 dovranno incontrare pure i capigruppo dei partiti, la Commissione ambiente, economia e lavoro, la Conferenza dei sindaci. Anche perché non si può ignorare che finora il rapporto dell'agenzia (rapporto integrale, intendiamo) è stato letto da pochi: infatti il documento che gira, letto dalla presidente in assemblea, è una sintesi dalla quale è stata tratta a sua volta una sintesi sotto forma di comunicato da inviare ai mass media. Finale: il tema Serodoli sarà ancora di attualità a lungo.

Olivieri, un successo clamoroso

Primarie del Pd: all'ex parlamentare 400 preferenze martedì 18 marzo 2014 Giudicarie e Rendena, pagina 38

GIUDICARIE - Può piacere o non piacere, e non sempre piace per i suoi modi bruschi perché taglia la politica col coltello, ma Gigi Olivieri è il leader capace di trascinare il partito, o la corrente (a seconda dei momenti), ai risultati più consistenti.

È senz'altro riduttivo fare l'analisi delle primarie del Pd nelle Giudicarie partendo dal risultato

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dell'ex parlamentare ed attuale assessore della Comunità di Valle, tuttavia il suo successo personale (oltre 400 preferenze) è lì a dimostrare, insieme all'affluenza nel seggio di Pinzolo, massiccia se non clamorosa in una terra non proprio amica del Pd (420 elettori), che chi lavora raccoglie. Guardato con la lente del voto, non altrettanto si può dire per l'altra candidata che aveva condiviso, con buon risultato, l'avventura per le regionali dell'ottobre scorso: la vicesindaca di Storo Giusi Tonini. Entra sì nell'assemblea provinciale, ma arriva solo quarta del suo raggruppamento e a Storo Giulia Robol, la sua capolista, non vince, lasciando spazio a Vanni Scalfi e alla portabandiera locale Stefania Giacometti.

Significato preciso per i dietrologi: Stefania Giacometti fa parte dei dissidenti del Pd. Il termine a lei non piacerà, ma non sappiamo come altro definire una persona che se n'è andata sbattendo la porta dalla Giunta del sindaco Vigilio Giovanelli e di fatto si è collocata ai margini del circolo locale, rientrando solo in occasione delle primarie e riuscendo a battere la sua vicesindaca.

Dei sei rappresentanti cui avevano diritto le Giudicarie ben quattro sono della lista Robol. Accanto a Olivieri entrano l'altra rendenera Giulia Pouli, Pietro Amorth (l'operatore sociale delle Giudicarie Esteriori, impegnato ultimamente nella campagna contro il suicidio) e, come detto, Giusi Tonini.

Nella lista Scalfi passaporto per Trento (anche questo già detto) a Stefania Giacometti , mentre nella lista Filippi vince Patrizia Zanon , compagna del sindaco di Spiazzo e sostenitrice dell'assessore alla sanità Donata Borgonovo Re. Secco come di consueto il vincitore Gigi Olivieri:

«Sono convinto che sia fallita l'opa della sinistra minoritaria del partito tramite Elisa Filippi per la segreteria. Spero che ora subentri la politica e sappia fare quello che chiede l'elettorato». G.B.

Fuoripista vietato dai cacciatori

Sciare nel bosco

martedì 18 marzo 2014 Lettere e Commenti, pagina 47

(segue dalla prima pagina)

Ma non si tratta solo di questo. Oggi, fra i numerosi divieti che affliggono il fuoripista, c'è anche quello di sciare nel bosco, per non disturbare gli animali selvatici risparmiati dalle doppiette dei cacciatori e per non fare danni alla giungla, ovvero al sottobosco.

Lo affermano addirittura navigate guide alpine come il sudtirolese Ulrich Kössler, fortunato autore di un'ultima generazione di gite scialpinistiche scelte sulle nostre montagne, in cui le foto degli itinerari, tutte scattate appositamente dall'aereo, tendono, dal livello del bosco in giù, a seguire le noiose strade forestali.

Il motivo è ben spiegato nell'introduzione alle guide, corredata da un disegno in cui le linee di discesa, libere sopra il bosco, confluiscono tutte in un'unica linea corrispondente alla strada forestale già percorsa in salita. Il motivo dichiarato è quello di non arrecare disturbo agli animali selvatici.

Qualche dubbio sorge sulla effettiva motivazione di tale nobile scelta ecologica quando si scopre in fondo alla pagina che fra gli sponsor dei libri di Kössler, editi da Tappeiner e distribuiti da Sportler, c'è nientemeno che l'Associazione Cacciatori.

Un fremito di rabbia mi pervade all'idea che mi si vieta di lasciare la traccia dei miei sci fra gli alberi del bosco per non disturbare le prede dei cacciatori! Forse varrebbe la pena, prima di vietare in modo indiscriminato lo sci del bosco, che rappresenta un modo sicuro, facile e divertente di sciare fuori pista, di limitare i divieti ad alcune aree, lasciandone altre come libero terreno di gioco.

Fermo restando che gli sciatori mi sembrano in ogni caso molto meno pericolosi, per la fauna, dei cacciatori.

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Dall'alto della seggiovia del Rigolor che sale nel bosco vedo tracce ovunque di sciatori-trasgressori.

Tantissime tracce lasciate in poche ore, nella scintillante neve fresca caduta nella notte, da sciatori alla ricerca del vero piacere dello sciare.

Sotto la seggiovia si è formata una vera pista naturale, con grandi gobbe, frequentata soprattutto dagli sciatori di tipologia «yoyò», che rimbalzano velocissimi da una cunetta all'altra, come se al posto delle gambe avessero delle molle, dando vita ad uno scodinzolo esasperato a tutta velocità. I pali della seggiovia risultano pericolosissimi per loro in quanto non sono rivestiti con le protezioni imbottite che ci sono sulle piste.

Anche se frequentatissima, questa non è infatti una pista ufficiale e quelli che la percorrono, oltre a rischiare una multa, rischiano anche di spaccarsi la testa. Mi vien da pensare che le norme sulla sicurezza non hanno come obiettivo l'eliminazione dei rischi ma l'eliminazione delle responsabilità...

Quando la neve è perfetta come oggi, non ci vuol molto per rendersi conto che la maggior parte degli sciatori non scia sulle piste autostrade ma nei boschi. Perfino i maestri preferiscono far lezione sulla pista naturale sotto la seggiovia. Perché in questo modo gli allievi si divertono di più e imparano meglio.

Dalla seggiovia la pista artificiale appare come una ferita illogica al bosco in tutta la sua assurda larghezza. Lungo di essa si notano reti e materassi protettivi ovunque per eliminare le responsabilità degli impiantisti in caso di incidenti. Ufficialmente servono per garantire la sicurezza. Ma quale sicurezza? Paradossalmente è su queste piste lisce come biliardi che si verificano i più gravi incidenti. Le cadute su di una superficie dura come l'asfalto che chiamare neve è un vero eufemismo sono pericolosissime, per non parlare di quelle conseguenti all'investimento in velocità da parte di altri sciatori o snowboarders. Però le protezioni ci sono, ben visibili, proprio come sulle autostrade, tutto è in regola, quindi giù a manetta, per lo sci e le tavole, incredibile ma vero, non esistono i limiti di velocità!

Malgrado gli anni mi sembra di sciare piuttosto bene oggi. Sono lento ma veloce e preciso nei cambi, che è quello che più conta. Mi fermo più spesso di un tempo per riposarmi ma questo non mi dispiace affatto. Assaporo così di più il fascino del bosco e anche della discesa, studiandone i passaggi uno ad uno, senza ridurla ad una veloce e pericolosa scarica di adrenalina, come capita ai giovani freeriders, che si direbbe siano incapaci di chiudere le curve.

Mi sembra di sciare uno slalom speciale dei tempi di Toni Sailer, in cui vinceva lo sciatore più virtuoso, obbligando a veri contorsionismi fra le porte rigide, su tracciati sui quali gli slalomisti odierni ne verrebbero fuori davvero malconci, malgrado l'elmo e le armature. La foresta più fitta con metri di neve diventa una delizia per questo tipo di sci, in cui il piacere di far piegare il palo elastico viene sostituito da quello ancora più violento ed aggressivo di rompere con le braccia i rami secchi intorno ai tronchi.

Considerato che in futuro, complice l'incuria e l'innalzamento delle temperature, il sottobosco sarà sempre più fitto, penso a sciatori pulisci bosco socialmente utili dotati di bastoncini pluriuso. Uno con machete pieghevole in punta. L'altro con una becca di piccozza da utilizzare per la sicurezza (ma questa non è una novità, un bastoncino del genere lo usava già Stefano De Benedetti nelle sue discese estreme degli anni settanta). Piccozza e machete serviranno anche per difendersi dagli orsi affamati che sempre più numerosi abiteranno nelle foreste di un mondo sovraffollato di inermi umani assillati da sensi di colpa per avere in passato liberato le montagne dai plantigradi.

Si parlerà sicuramente dell'utilità di questi portentosi bastoncini nella prossima generazione di guide di itinerari fuoripista e scialpinistici.

Giorgio Daidola

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ALTO ADIGE DEL 18 MARZO 2014

Valzolgher lascia dopo 36 anni dedicati agli animali indifesi

Ieri ha fatto sequestrare una capretta usata dai mendicanti Dai beagle salvati dalla vivisezione alla lotta alla caccia martedì 18 marzo 2014 Bolzano, pagina 24

di Alan Conti

BOLZANO Hai 36 anni da farti raccontare, ma con Ester Valzolgher è difficile lasciarsi prendere dalla nostalgia e non a caso il suo racconto comincia dalla fine: il sequestro di una capretta utilizzata da un mendicante avvenuto ieri pomeriggio al parcheggio sotterraneo “Bz Centro”. La capretta è ora affidato alla cura del canile comunale della Sill. «L‟ultimo episodio di una vecchia battaglia che noi della Lav conduciamo da anni e che il sindaco Luigi Spagnolli non ha mai voluto darci vinta: l‟ordinanza contro l‟accattonaggio con animali». Dice ancora “noi” e non ha di certo abbandonato il piglio della battaglia eppure Valzolgher ha appena lasciato nelle mani di Eros Torbol il coordinamento della Lav provinciale. Di fatto, una sua creatura. «Cominciai 36 anni fa e la Lega era ancora in fase di costruzione. A Bolzano siamo stati certamente tra i primi. Naturalmente cominciammo con la lotta alla vivisezione e alle pellicce. Ricordo gli accordi per la storica campagna con Brigitte Bardot. Qualcosa abbiamo ottenuto, sul fronte e sull‟altro». Qualcosa ha ottenuto anche in Alto Adige: su tutte la battaglia per la salvezza delle marmotte e la vicenda dei beagle capaci di intenerire tutto il capoluogo. «Durnwalder deve ancora pagare – attacca – perché il sistema delle deleghe è stato qualcosa di estremamente scorretto. Permessi rilasciati il venerdì pomeriggio rendendo impossibile il ricorso al Tar e dando via libera allo sterminio di un migliaio di marmotte all‟anno. Ora ci pensa la Corte dei Conti e non so quanto potrebbe costare alle sue tasche e a quelle provinciali. I beagle, invece, mostrarono un volto di Bolzano che mi commosse. La corsa per salvare questi cuccioli fu storica. Era la consapevolezza della fine che avrebbero fatto a guidare il cuore dei concittadini: una prova di civiltà e amore». La retrospettiva, però, non è il giardino di casa Valzolgher e immediate arrivano le nuove sfide. «Abbiamo ottenuto su tutto il territorio provinciale il rispetto delle norme Cites per ospitare i circhi. Semplici disposizioni di spazio e decenza. Ora, però, dobbiamo convincere le amministrazioni a mettere dei vincoli anche per le specie esotiche». Ci sono, comunque, fronti ancora inesplorati nel cammino della dignità animale.

«Bisogna fare un lavoro approfondito sulle stalle. Troppi agricoltori sono rimasti legati al concetto di bestia da lavoro e guadagno. Sbagliato. Per me ogni animale ha la sua dignità: non ci sono classifiche di specie o di singoli». Un cane vale una pernice bianca e una marmotta un delfino. «A proposito, nei weekend del 29 e 30 marzo e 4 e 5 aprile saremo nella zona di ponte Talvera con il gazebo contro i delfinari. Ci rendiamo conto che noi umani chiudiamo in una vasca animali che fanno 100 chilometri al giorno?». No, forse non ce ne rendiamo conto. «Vero, ma bisogna lavorare anche sulla cultura. Partiamo dai bambini: non è vero che vogliono assolutamente vedere un animale in gabbia. Basta spiegare loro perché si tratta di qualcosa di terribile e capiscono. Non usiamoli come scudo morale». Il ruolo della Lav, dunque, continua a essere centrale. «All‟inizio ci siamo concentrati sull‟informazione, poi sulla legislazione e infine abbiamo scelto la strada dei ricorsi legali. La nostra fortuna è stata la sensibilità del procuratore Guido Rispoli: ce lo invidiano tutti gli animalisti d‟Italia». Lasciando il fronte battagliero, però, almeno alla fine riusciamo a strappare un quadretto familiare. «Non ho più animali da tempo, troppa sofferenza quando ci lasciano . L‟amore per tutte le creature, tuttavia, deve essere nel mio codice genetico. Pensi che ho un cugino in Argentina, Alberto Valzolgher, impegnatissimo nel locale Wwf. Sì, credo sia

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questione di dna familiare». Persone e animali in armonia: una famiglia molto grande. GUARDA IL VIDEO E COMMENTA WWW.ALTOADIGE.IT

Maiali sepolti nella neve Denunciato l’Eurac

l’ultima battaglia

martedì 18 marzo 2014 Bolzano, pagina 24

BOLZANO Maiali immersi nella neve per studiarne le reazioni biologiche fino alla morte per assideramento o soffocamento. Ci risiamo, anche se fuori confine. La Lav provinciale ha denunciato l‟Istituto per la medicina d‟emergenza dell‟Eurac per violazione della normativa sulla sperimentazione animale. Secondo l‟ente animalista, infatti, l‟Accademia Europea avrebbe acquistato diversi maiali per trasportarli in Austria dove, anestetizzati, sarebbero stati immersi nel gelo. ""La spesa – recita il comunicato della Lav – è registrata sul sito stesso dell‟Eurac ed è pari a 3.108 euro. Un investimento e una condotta in chiaro spregio della norma provinciale che proibisce certi esperimenti"". Lo studio, come detto, sarebbe avvenuto in Austria per due settimane con i maiali condotti nella neve al ritmo di tre o quattro al giorno. Una volta morti dagli animali sono stati prelevati campioni tessutali per indagarne possibili collegamenti con le reazioni umane. Una ricerca simile dell‟Eurac era già stata fermata nel 2010. ""Chiediamo – continua la Lav – una chiara presa di posizione del nuovo presidente della Provincia Arno Kompatscher a difesa delle nostre leggi, ma anche l‟attivazione di controlli sull‟azienda fornitrice da parte dell‟Azienda Sanitaria per comprendere se e per quale motivo siano state rilasciate motivazioni"". Spazio, infine, per una confutazione della necessità scientifica dell‟esperimento. ""L‟approccio è ottocentesco e fuorviante – commenta la biologa Michela Kuan – dato che l‟anatomia e la fisiologia dell‟animale sono decisamente differenti da quelli della nostra specie. Parametri come lo spessore cutaneo, il rapporto tra massa grassa e magra, la frequenza del battito cardiaco e la distanza dal cuore agli arti non sono certo secondari". (ac)

Ornicoltori Atesini un anno denso di attività e iniziative

Il presidente Wieser all’assemblea dell’associazione rinnova l’entusiasmo e rilancia con idee e impegno

martedì 18 marzo 2014 Vita sociale, pagina 25

BOLZANO Si è tenuta recentemente presso la sede sociale dell'Associazione Ornicoltori Atesini in via Duca d'Aosta, l'annuale assemblea generale dei soci. Il Presidente, cav. Josef Wieser, ha aperto l'assemblea ringraziando i soci intervenuti numerosi: i consiglieri Bolognesi Corrado, Attard Giancarlo, March Riccardo e De Francesco Mauro, il vicepresidente Lazzerin Enzo ed il segretario Renato Albarello per il loro costante ed importante contributo nell'Associazione; ha quindi relazionato i presenti sull'andamento delle attività svolte nel corso del 2013, soffermandosi in particolare sull'ottimo esito della 49ª Mostra Ornitologica "Città di Bolzano", che ha visto la partecipazione di 98 allevatori provenienti oltre che dalla provincia di Bolzano anche dalle regioni limitrofe e dalla Germania che hanno portato ad esporre 1400 soggetti. Il presidente ha fatto presente di aver raccolto numerosi elogi da parte dei giudici federali e dagli allevatori intervenuti per l'ottima organizzazione dimostrata, per la consueta festosa accoglienza e per i numerosi e ricchi premi messi a disposizione dei vincitori nelle varie categorie; molto apprezzate sono state inoltre le premiazioni speciali assegnate, tra cui i due soggiorni al mare, i trofei, le medaglie d'argento, le

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coppe, i preziosi libri, i rinomati cesti e le numerose confezioni gastronomiche. Parlando anche a nome del Direttivo di cui ha elogiato la compattezza ed il grande lavoro espresso nel corso dell'anno, si è proposto l'obiettivo di continuare a proporsi con serietà, impegno e competenza, così come sempre fatto in passato, con lo scopo principale di aumentare il numero di soci e di poter allestire per l'anno 2014 una ancor più interessante 50ª Mostra Ornitologica che avrà luogo dall'8 al 12 ottobre alla Fiera di Bolzano. Ha inoltre ricordato che prossimamente, nel mese di aprile, in occasione della "Fiera del tempo libero", verrà riproposta la presenza dell'Associazione con uno stand promozionale.

Il miglior amico è l’albero

In breve

martedì 18 marzo 2014 Laives, pagina 26

"Il miglior amico dell'uomo: l'albero". Questo è il tema da approfondire giovedì pomeriggio in occasione del seminario promosso dalla sezione Upad di Laives insieme al relatore che sarà don Paolo Renner. L'appuntamento inizierà alle 15.30 e sarà l‟occasione per affrontare la questione da un punto di vista diverso da quelli tradizionali.

A scuola di allarme chimico

martedì 18 marzo 2014 Bressanone, pagina 32

CHIUSA Imponente esercitazione quella messa in piedi da un centinaio di vigili del fuoco volontari del comprensorio della valle d'Isarco che nella giornata di venerdì hanno simulato a Chiusa il deragliamento di un treno che trasportava sostanze chimiche e battereologiche. Una situazione questa, che ha richiesto lo sgombero di due caseggiati abitati nelle vicinanze della ferrovia, tutto questo per rendere ancora più realistico un incidente che potrebbe realmente accadere in un ipotetico futuro. In particolare, alla maxi-esercitazione hanno preso parte i pompieri volontari di Chiusa, Bressanone, Villandro, Varna e Milland, nonché i sanitari della Croce Bianca di Chiusa.

L'intervento è durato per tutta la mattinata mettendo a dura prova i soccorritori e sottolineando così le sinergie tra i vari gruppi in azione.È fondamentale in queste situazione che nulla venga lasciato al caso, in quanto si ha a che fare con sostanze tossiche pericolose. Diversi gruppi di pompieri infatti si sono cautamente protetti con delle speciali tute contro gli attacchi chimici e batteriologici per estrarre dai carri i materiali pericolosi, passando poi per delle vasche di pulitura appositamente studiate. (fdv)

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