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Consiglio Regionale della Campania Commissione Consiliare Speciale Anticamorra e beni confiscati. Resoconto Integrale X Consiliatura 14 aprile 2016

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Consiglio Regionale della Campania Commissione Consiliare Speciale

Anticamorra e beni confiscati

Resoconto Integrale X Consiliatura 14 aprile 2016 Resoconto integrale della Audizione del

14/04/2016 ore 11.00 Ordine del giorno:

“Audizione con il Sindaco del Comune di Castel Volturno: Campagna di ascolto territoriale sui temi della criminalità, del disagio sociale, della sicurezza, della legalità”

Sono presenti Il Presidente Mocerino Carmine, il VicePresidente Amato Vincenza, i Consiglieri Zannini Giovanni, per il Comune di Castel Volturno il Sindaco Dott.

Russo Dimitri, il Presidente Associazione Arca Dott.ssa Elena Pera, il Consigliere Comunale di Castel Volturno Dott.

Alessandro Buffardi, il Presidente Centro Servizi Volontariato Asso.Vo.Ce Dott.

Gennaro Castaldi, il Presidente FAI Antiracket Castel Volturno Dott. Luigi Ferrucci, Il Presidente Provinciale Associazione Libera Dott. Giovanni Solino.

Sono altresì presente il Dirigente UD Enrico Gallipoli, il funzionario AP Maria Cacchio, il funzionario PO Fabiola Russo

La seduta ha inizio alle ore 11,20

PRESIDENTE (Mocerino): Buongiorno a tutti.

Apriamo questa audizione presso il Comune di Castel Volturno, e a tal proposito saluto e ringrazio l’amministrazione comunale tutta, in particolar modo il Sindaco Russo, per l’accoglienza, la disponibilità e per la collaborazione che da stamani metteremo in campo. Saluto e ringrazio i colleghi Amato Enza, che è la Vicepresidente della Commissione, e Giovanni Zannini e ringrazio soprattutto la struttura che, come sempre, è in trasferta e compie una serie di sacrifici, e di

questo li ringraziamo. Abbiamo le schede di partecipazione; il numero è abbastanza elevato e questo ci fa piacere. Credo che ognuno vorrà intervenire e, se siamo d’accordo, partirei con l’intervento del Sindaco con la preghiera a ognuno di coloro i quali interverrà di presentarsi al momento dell’inizio del proprio intervento ai fini di una corretta registrazione. Grazie.

Passerei se i colleghi sono d’accordo, la parola al Sindaco Russo. Grazie.

RUSSO, Sindaco di Castel Volturno: Grazie, Presidente. Ringrazio tutta la Commissione per aver scelto Castel Volturno come sede di questa audizione e mi fa anche piacere perché penso che sia un percorso, che non riguardi solo Castel Volturno, itinerante, cioè una Commissione che esce dal Palazzo e va a incontrare le amministrazioni comunali. Sono davvero felice di questa cosa. Perché Castel Volturno? Penso che abbiate scelto Castel Volturno perché anche nell’immaginario collettivo comune rappresenta ancora un territorio di camorra. È vero che con l’azione fatta negli anni precedenti con il modello Caserta i capi clan e i personaggi di spicco della malavita sono stati tutti arrestati, quindi è stata fatta una bella bonifica, però resta ancora tanto da fare in termini di criminalità organizzata. Ho lanciato ultimamente sui giornali un appello, e penso sia stato anche questo il motivo per cui la Commissione ha preso in considerazione un’audizione qui a Castel Volturno, il fatto che sul territorio di Castel Volturno c’era la sede operativa della camorra dei casalesi. Quando si pensa ai casalesi bisogna capire, per chi non conosce le realtà locali, che la sede legale era a Casal di Principe, perché oltre che reggere qualche muro e nascondere qualche boss non c’erano attività produttive e grosse da poter attirare la camorra, ma la sede operativa della camorra casalese era questo territorio, che è immenso. È chiaro che una nuova camorra, che sia oggi anche di colore

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diverso, oltre che bianca, ma anche quella degli immigrati, ha come interesse maggiore questo territorio. Che cosa sta succedendo oggi a Castel Volturno? Oggi sta succedendo che a parte la camorra c’è una malavita organizzata di tipo nigeriana legata essenzialmente al popolo degli immigrati che controlla il mercato della droga e della prostituzione. Se passate sulla Domitiana, il fenomeno è visibile non solo alle forze dell’ordine, ma anche ai cittadini comuni, che possono vedere spaccio a cielo aperto e ovviamente le prostitute. Quelli sono proventi che comunque vanno ad alimentare un mercato, come qualcuno dice, di armi, anche se su questo non abbiamo grossi riscontri. Quello che sta succedendo oggi a Castel Volturno è che, siccome Castel Volturno è fatta essenzialmente da un patrimonio edilizio di seconde cose (il 60 per cento è fatto da seconde case, che una volta erano occupate dai turisti dell’hinterland napoletano, perché negli anni Settanta – Ottanta Castel Volturno era una meta ambita dal punto di vista turistico a scopo di balneazione), per il degrado di questi anni e per l’inquinamento del mare, perché abbiamo i corsi d’acqua Volturno, Regi lagni, Lago Patria che hanno inquinato la costa, i proprietari di queste seconde case le hanno abbandonate e oggi queste case, che non sono più utilizzate per scopo turistico, in completo abbandono diventano ricettacolo di tutto e di più, soprattutto di immigrati. Ecco il motivo per cui chi scende a Lampedusa decide di venire a Castel Volturno. Per chi non lo sa, qui abbiamo oltre quindicimila immigrati su una popolazione di venticinquemila residenti.

Pensiamo di non essere smentiti se diciamo che siamo l’unico caso in Italia di una percentuale del genere. Questo è il motivo per cui vengono a Castel Volturno. Fino a qualche anno fa gli immigrati non rubavano nelle ville, ma facevano tutt’altro, ossia prostituzione e spaccio e bene o male non c’era questo fenomeno dei furti nelle case, soprattutto in queste seconde case. Negli

ultimi anni e soprattutto negli ultimi mesi tutte queste seconde case sono state vandalizzate.

Prima si iniziava ad asportare rame, tubi e adesso entrano nelle case e asportano mobili, ceramica, rubinetti, suppellettili, ecc. C’è gente che ha fatto una media di dieci – dodici denunce nel giro degli ultimi anni. Questo è dovuto alla mancanza del controllo del territorio, perché le forze dell’ordine sono pochissime per controllare un territorio di 72 chilometri quadrati e lungo 27 chilometri, e infatti spesso le forze dell’ordine riescono a garantire una volante su tutto il territorio comunale. Faccio un esempio: la settimana scorsa noi abbiamo chiamato la polizia dopo l’ennesima rottura di un cancello su un terreno di demanio statale (recintiamo un terreno che era diventato ricettacolo di rifiuti e prostituzione), dove ogni domenica mattina personaggi rompono il cancello ed esercitano l’attività di parcheggiatore abusivo, e la risposta è stata che avevano un’unica volante su tutto il territorio, coprono anche il comune di Mondragone, Cancello ed Arnone, Santa Maria la Fossa e Falciano. Io posso togliere una volante, con tutto quello che succede su questa Domitiana, per mandarli a togliere il parcheggiatore abusivo? Preferisco fare ordine pubblico e non questioni esattamente amministrative. Vallo a dire al poliziotto che questi sono personaggi poco raccomandabili e vicini ad alcuni ambienti, perché loro preferiscono fare ordine pubblico.

Questa situazione ha fatto sì che ormai, non avendo il controllo del territorio, soprattutto per i furti in appartamento, in alcune zone, come destra Volturno, Bagnara e nelle zone a nord del territorio, alcuni personaggi stanno facendo di giustizia da sé. Magari vanno a rubare nella villa, vanno dall’immigrato che sanno che ha rubato, lo picchiano e fanno capire che là dove non interviene lo Stato intervengono loro. Sono personaggi chi da poco è uscito da galera o chi appartiene ad alcuni ambienti, quindi la mia

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preoccupazione è che attraverso questa alternativa allo Stato, perché la camorra è stata sempre un’alternativa allo Stato, si possa di nuovo rimettere in moto quel sistema di illegalità per cui possa rinascere almeno nelle fondamenta quel tipo di criminalità che almeno nei vertici sembravamo di averla debellata.

Questa è la mia forte preoccupazione, perché c’è questo senso di insicurezza e di mancata protezione da parte di cittadini che lascia spazio alla criminalità. È il cosiddetto cavallo di ritorno, che è stato uno degli strumenti che utilizzavano pure i camorristi non solo per delinquere, ma anche per accreditarsi nel tessuto sociale. Prima i camorristi venivano interpellati pure se una coppia si separava e andava il camorrista di turno a dire che lei era una brava ragazza e facevano anche da paciere all’interno del nucleo familiare. Queste cose vi posso assicurare che a Castel Volturno stanno riprendendo piede perché purtroppo c’è spazio su queste cose perché le forze dell’ordine non riescono, con i numeri che hanno, a contrastare questi fenomeni. Se parliamo in maniera asettica solo di numero, com’è capitato di fare al Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica davanti al Ministro Alfano, il Comandante della Polizia Pansa disse che a Castel Volturno in base al numero degli abitanti (faceva riferimento al censimento del 2001, di ventimila abitanti) il numero delle forze dell’ordine è più 8 per cento rispetto alla media nazionale. In maniera asettica, senza contestualizzare un territorio del genere, disse che a Castel Volturno i poliziotti erano di numero cospicuo, ma noi abbiamo memoria che negli anni Novanta a Castel Volturno i poliziotti erano novanta, mentre oggi ve ne sono trentadue, di cui molti sono dislocati sul territorio. I poliziotti fanno i turni in quattro. Se togliete l’addetto alla denuncia, all’immigrazione, il piantone e all’ufficio abbiamo uno – due poliziotti su un territorio di

72 chilometri quadrati e copre altri sette – otto comuni. La stessa cosa vale per il Corpo Forestale dello Stato. Castel Volturno ha ancora la maglia nera per lo sversamento di rifiuti e incendi di rifiuti. Chi lo deve controllare il territorio? Abbiamo tre agenti del Corpo Forestale dello Stato. Pure i fenomeni dello sversamento sono legati al mondo criminale.

Non parliamo di rifiuti solidi urbani (quello lo fa il singolo cittadino per mancanza di civiltà), ma Castel Volturno viene vandalizzata non solo da questi fenomeni di aggressione del patrimonio, ma anche del territorio attraverso lo sversamento di rifiuti di ogni genere, come amianto, calcinacci, vernici e quant’altro, perché non abbiamo il controllo. Con tre agenti del Corpo Forestale dello Stato effettivi che coprono Castel Volturno più altri sei comuni immaginate come possiamo avere noi, amministratori, il controllo del territorio quando i cittadini ci chiedono maggiore sicurezza. Tutto questo quadro vi fa capire come sia facile per qualcuno che voglia accreditarsi come nuova camorra e nuovo sistema antistato avere terreno fertile per accreditarsi e quindi ritornare quella che una volta pensavamo essere completamente debellata. Grazie.

PRESIDENTE (Mocerino): Grazie Sindaco.

Continuerei con gli interventi. Chi vuole prendere la parola? Prego.

PERA, Presidente Associazione ARCA: Mi chiamo Elena Pera e sono il Presidente dell’Associazione ARCA. Sono a Castel Volturno dal 1999; è un centro che accoglie i minori dai 6 ai 14 anni. Sono intervenuta subito dopo il Sindaco perché dalle sue parole, quando ha insisto sull’immigrazione, noi non andiamo visti come un Paese razzista, perché noi tutto siamo tranne che razzisti, anzi in questi anni abbiamo dimostrato l’esempio dell’accoglienza.

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RUSSO, Sindaco di Castelvolturno: Immaginate una città. Oltre il 50 per cento di immigrati per circa vent’anni secondo me in qualsiasi paese scoppierebbe una guerra civile. A Castel Volturno, nonostante due eventi legati alla malavita, ossia la strage dei sei ghanesi più la sparatoria di due anni fa a Bagnara, ma sempre legata al mondo della malavita, fenomeni di intolleranza e di razzismo non se ne sono mai verificati. Che poi il cittadino comune, quello ignorante, dica che se ne devono andare fa parte del livello culturale, però potremmo essere un laboratorio nazionale per capire come si fanno le sperimentazioni, anche perché strumenti per l’integrazione, Presidente, non ne abbiamo. Su questi numeri non esistono centri di accoglienza, oltre il centro Fernandes, che è un centro di prima accoglienza ma è della Curia, quindi lo Stato non c’entra. Non abbiamo mediatori culturali, per cui questi vengono qua allo sbando e nonostante tutto riusciamo a garantire una pace sociale.

PERA, Presidente Associazione ARCA: Noi ovviamente, associazioni del territorio, non siamo ormai più singole, ma siamo in rete e su

Castel Volturno il fermento

dell’associazionismo è forse quello che dà una mano a quello che tutto questo ha detto il Sindaco oggi. Siamo ormai abituati, abbiamo una forte rete con Casal di Principe, qualcosa abbiamo dato, qualcosa abbiamo avuto, ma sicuramente ci siamo strutturati. Mi sento di parlare a nome di tutti i miei colleghi che non sono qui presenti. Oltre a tutte le parole e il ragionamento del Sindaco, che condivido al cento per cento, aggiungo un’altra paura: adesso dobbiamo stare attenti che non possa succedere proprio questo perché con tutti questi furti da parte degli immigrati, con le nuove povertà che su Castel Volturno si sono aggiunte, quando

parliamo di immigrati, noi che parliamo di tessuto sociale e che guardiamo a questo, gli immigrati per noi non solo gli immigrati extracomunitari, ma sono anche coloro i quali vengono dall’hinterland di Napoli o dall’hinterland di Caserta. Noi il fenomeno dell’immigrazione, Sindaco, l’abbiamo a 360 gradi, quindi questo territorio ha questa complessità. Non ha una vera e propria cittadinanza, tranne pochissimi che sono di questo paese. Di conseguenza la nostra paura in questo momento, e sono sicura che la condividerà il Sindaco, è proprio che, in questo momento storico di massima povertà si sta scatenando di nuovo l’impossibile, noi non dobbiamo assolutamente andare incontro a fenomeni di razzismo. Grazie.

PRESIDENTE (Mocerino): Grazie a lei. Chi vuole prendere la parola? Prego.

BUFFARDI, Consigliere comunale di Castel Volturno: Buongiorno, Presidente. Sono Alessandro Buffardi, Consigliere comunale delegato ai beni confiscati per il Comune di Castel Volturno. Vi ringrazio per la presenza nel Comune di Castel Volturno, che da parte della Commissione è sempre stata fondamentale.

Anche durante la passata Giunta abbiamo avuto modo di fare diverse Commissioni con il Presidente Antonio Amato, che è stato particolarmente interessato sul territorio di Castel Volturno. Castel Volturno – penso lo sappiate – è il territorio in Campania dopo Giugliano nel più alto numero di beni confiscati.

Abbiamo passato circa un anno e mezzo per censire l’intero patrimonio confiscato al Comune di Castel Volturno. Al nostro insediamento ne risultavano circa trenta e dopo il censimento siamo arrivati a 84 già destinati al Comune e altrettanti in fase di destinazione (raggiungiamo facilmente quasi le 150 unità immobiliari). Tutto questo è stato possibile

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grazie all’aiuto delle associazioni sul territorio di Castel Volturno perché non abbiamo la possibilità di strutturare un ufficio che si dedichi in maniera così massiccia ai beni confiscati.

L’intero lavoro di mappatura è stato fatto da me e dai miei colleghi Consiglieri con il supporto di tirocinanti messi a disposizione dalle associazioni di volontariato con il progetto

“LaRes”. Con queste associazioni da poco abbiamo costituito il tavolo permanente sui beni confiscati, martedì ci sarà la prima riunione e stiamo cercando di risolvere il problema degli immobili confiscati. Di questi, utilizzati ce ne sono circa sette e la maggior parte degli altri immobili non sono utilizzabili a causa dello stato con cui ci sono stati consegnati e il continuo stato di abbandono, perché nel corso del tempo non sono stati fatti dei bandi di assegnazione dei beni confiscati e dall’altra parte non c’è stata neanche un’applicazione della 109/1996, l’articolo 12, che prevede che se entro un anno l’amministrazione non mette a bando viene nominato un commissario ad hoc che provvede alla messa a bando dell’immobile.

Abbiamo un accumulo patologico di immobili (alcuni addirittura consegnati a questo Comune nel 1998 e mai assegnati). Adesso stiamo strutturando un bando per l’assegnazione e vi assicuro che di richieste ce ne sono tantissime. I tempi dovrebbero essere più brevi, perché molto spesso rimaniamo bloccati dalle Prefetture a causa della lungaggine burocratica per la produzione dei certificati antimafia senza i quali non possiamo procedere. Sicuramente lo stato degli immobili è carente. Ho preparato un report fotografico. La prima foto non si legge bene, ma magari ve la faccio avere. Abbiamo sviluppato un’altra mappatura con l’Osservatorio provinciale dei beni confiscati sul sito www.cosenostre.org nel quale sono presenti le foto e dettagli maggiori degli immobili. Noi siamo tra i sette comuni in Campania che rispettano leggi in materia di trasparenza.

Abbiamo l’elenco pubblico sul sito del Comune, sulla prima pagina, ed è stato complesso produrlo anche perché molto spesso mancano gli atti di questi beni, quindi abbiamo dovuto fare un lavoro capillare con l’Agenzia nazionale e con le associazioni per ricostruire un po’ la storia di questi beni. Addirittura ci risultavano delle proprietà private non confiscate nel patrimonio dei beni confiscati o addirittura dei beni che non erano stati ancora destinati al Comune di Castel Volturno assegnati dalla Commissione prefettizia, quindi abbiamo dovuto fare un lavoro di rielaborazione. Noi confidiamo nella presenza della Commissione Anticamorra qui a Castel Volturno perché, come ha detto il Sindaco Dimitri Russo, si stanno cominciando a verificare delle situazioni circa la criminalità organizzata e questo è molto pericoloso. I beni confiscati possono creare cultura dell’antimafia, ma possono creare anche alternativa lavorativa per questo territorio. Se in ognuno degli ottantaquattro immobili si sviluppasse una cooperativa sociale o un’attività che presta servizio a questo Comune potrebbe dare lavoro a tantissime persone. Ad esempio non abbiamo centri di accoglienza diurna per minori. La stazione dei Carabinieri di Castel Volturno è attualmente in fitto quando invece ci potrebbero essere delle strutture più che adatte alla loro attività. Con l’ex Presidente Antonio Amato facemmo un primo sopralluogo in cui demmo il via alla mappatura e producemmo un report che fu mandato alla Commissione nazionale Antimafia, all’onorevole Bindi, ad oggi non abbiamo avuto ancora risposta, però confidiamo con la presenza della Commissione affinché possiamo spronare la Commissione Antimafia e cercare di recuperare non dico tutto il patrimonio, ma una buona parte. Grazie.

PRESIDENTE (Mocerino): Grazie a lei. Prego.

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CASTALDI, Presidente centro di servizio per il volontariato AssoVoCe: Sono Castaldi, il presidente provinciale del centro di servizio per il volontariato AssoVoCe. Mi aggancio a chi mi ha preceduto, sia a Elena Pera sia ad Alessandro Buffardi, perché chiaramente entrambi i problemi (sia i problemi nel rapporto con gli immigrati, un rapporto non facile in una realtà come questa, sia la questione importantissima che riguarda l’uso sociale dei beni confiscati) sono entrambi due aspetti forse della stessa medaglia e quindi vanno gestiti e guardati entrambi proprio perché rappresentano un’opportunità da un lato di una vivibilità che i cittadini rivendicano in quanto cittadini di Castel Volturno, e dall’altro anche di condizioni più accettabili e di controllo del territorio per quanto riguarda la malavita ma anche per quanto riguarda le condizioni di vita degli immigrati, che ovviamente vanno gestiti e regolati. Non possono arrivare senza un minimo di regolamentazione e un minimo di gestione da parte del pubblico, da parte del Ministero e della Prefettura. Dall’altro abbiamo un metro di misurazione che è rappresentato dai beni confiscati. Noi abbiamo già fatto un convegno circa un anno fa in cui abbiamo dato vita insieme a Libera, a don Peppe Diana, ma soprattutto grazie alla disponibilità del Comune di Castel Volturno, all’osservatorio sui beni confiscati e siamo partiti da Castel Volturno.

Qui c’è la concentrazione massima di tutta la provincia di Caserta per quanto riguarda i beni confiscati, perché se circa centocinquanta sono allocati nel comune di Castel Volturno, sapendo che ce ne sono poco più di cinquecento in tutta la provincia di Caserta, capiamo bene qual è la concentrazione che abbiamo in questa realtà.

Questo lavoro che stiamo facendo, e che completeremo a metà giugno, e stiamo portando come esempio e come laboratorio anche negli altri territori - lunedì faremo un focus con le amministrazioni e con le realtà del territorio - lo

faremo a Casal di Principe e chiuderemo sicuramente a Caserta. L’intento non è tanto quello di fare un rilevamento e un monitoraggio quantitativo, perché è relativamente facile farlo, ma qualitativo dello stato dell’arte delle condizioni di questi beni perché sono beni che alcuni sono utilizzabili, alcuni sono ristrutturabili, altri sostanzialmente possono beneficiare di quelle che sono legislazioni di sostegno, che pure ci sono. Qua se non c’è il concorso di tutti gli attori non possiamo assolutamente fare nulla. Se c’è una legge regionale che è solo scritta sulla carta, la legge n. 7/2012, se c’è l’opportunità nell’ambito dei piani di zona di poter inserire anche i beni confiscati per quanto riguarda l’opportunità di poter utilizzare dei fondi per ristrutturali, se c’è una legge nazionale che nel piano triennale delle opere pubbliche dà questa opportunità, se c’è il POR e se ci sono i fondi europei, o c’è un intreccio e una capacità progettuale di tutti, dalle organizzazioni di volontariato alle associazioni che sono impegnate sul territorio, al Comune in prima istanza e alla Regione, o è veramente dura. Riusciremo anche a fare questo bando di assegnazione, ma non lo so per quante realtà (forse per cinque, sei o sette beni confiscati, ma la cosa finisce lì). Ci dovrebbe essere un’aspirazione diversa sapendo che è attraverso i beni confiscati – non è uno slogan – che noi restituiamo anche al territorio democrazia, partecipazione e, perché no, sviluppo. Auspico che quest’audizione, che è stata fatta in modo sensibile dal Presidente della Commissione e dal Vicepresidente della Commissione in questo territorio, sia soprattutto un’attenzione su questo tema e su questo territorio. Auspichiamo di potervi seguire anche in futuro a quest’audizione per verificare lo stato dell’arte della situazione.

PRESIDENTE (Mocerino): Grazie.

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FERRUCCI, Presidente FAI Antiracket Castel Volturno: Buongiorno. Sono Luigi Ferrucci, Presidente della FAI Antiracket Castel Volturno, associazione dedicata a Domenico Noviello. Porgo i miei saluti e il ringraziamento per la vostra presenza sul nostro territorio.

Concordo totalmente con quanto è stato detto, in particolare anche dal nostro Sindaco, per quanto riguarda i segnali che ci sono sul nostro territorio. Rappresento un gruppo di imprenditori che si è opposto alla camorra, abbiamo denunciato, parliamo del periodo cosiddetto stragista, quindi del 2008, ed è da lì che cominciamo a muoverci per poi uscire in associazione nel 2010. Questo lo dico perché su questo territorio, oltre a tutti i fatti negativi, come in altri della provincia di Caserta, c’è un malessere forte, ma c’è anche un forte antidoto, che è dato dalle tante associazioni che, come vedete, anche stamattina operano e si danno da fare sul territorio. Auspico anch’io che questo sia l’inizio di una fruttuosa collaborazione e di una particolare attenzione al nostro territorio affinché non si ritorni agli anni bui che citavo precedentemente. La situazione rispetto a pochi anni fa è assolutamente cambiata. Chiaramente ci sono tantissimi problemi, in primis quelli enunciati dal Sindaco, e aggiungerei che il nostro è un Paese che ha fatto dell’accoglienza forse uno dei suoi meriti, però vorrei aggiungere che probabilmente ciò è dovuto a un’altra nota negativa. Sappiamo che c’è una differenza forte tra il centro storico, dove ci troviamo adesso, e il resto del territorio, e un aspetto grave a mio avviso di questo territorio è la mancanza di un sentimento di appartenenza. Questo ha fatto sì che molte zone siano state abbandonate a se stesse e che la maggioranza di noi cittadini si è girata dall’altra parte. Una buona parte si è ribellata a tutto ciò e si dà da fare, le associazioni sono tante, il fermento è vivo e spero che l’attenzione possa rappresentare una sorta di risarcimento per gli anni in cui

effettivamente questo territorio è stato abbandonato un po’ da tutti. Grazie e buon lavoro.

PRESIDENTE (Mocerino): Grazie a lei. Prego.

SOLINO, Libera provinciale: Sono Gianni Solino, responsabile di Libera provinciale. Ho lavorato per tutto l’anno passato come sovraordinato anche al Comune di Castel Volturno sui temi ambientali (ecologia, beni confiscati), quindi, al di là della mia esperienza generale o generica, posso dare un contributo alla Commissione di conoscenza del territorio e delle problematiche. Riprendo alcune delle cose che ha detto il Sindaco, che ha fatto una panoramica generale, suggerendo anche degli spunti di riflessione, perché credo che la Commissione, che è un organo politico e istituzionale, ovviamente nella sua mission ha di conoscere e di approfondire, riflettere e suggerire alla Regione innanzitutto, ma a qualunque altra istituzione, delle soluzioni per le problematiche vengono indagate. Il Sindaco ha denunciato il rischio – l’ha già fatto nei giorni scorsi – che rinasca un nuovo clan. Non ce n’è bisogno, perché ce ne sono già altri, però in effetti i prodromi si vedono, perché un clan nasce su un territorio c’è un’esigenza. Sembra un paradosso, ma è così. Chi conosce le vicende delle mafie sa che non sto dicendo nessuna esagerazione. Quando su un territorio si avverte l’esigenza non solo criminale di fare affari, ma l’esigenza che questa cosa si possa sposare con le paure e le preoccupazioni dei cittadini e degli abitanti, che vedono addirittura in un clan, ovviamente con tutte le controindicazioni, perché capiscono che cos’è un clan e la camorra, l’alternativa di veri e propri quartieri ghetto, terre di nessuno, un’enclave dove non comanda sicuramente lo Stato e il Sindaco, ma piccoli boss di rione e di quartiere, mafie di varia nazionalità, quindi rispetto a questo il fatto

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che i cittadini possano addirittura auspicare che qui si affermi un nuovo clan, con i segnali che già si intravedono, è un rischio più che imminente. Noi (Stato e istituzioni) abbiamo fatto una battaglia a partire dal periodo stragista del 2008 quando finalmente tutti quanti si sono resi conto che questa storia doveva finire, cioè che la camorra aveva devastato tutto quello che era possibile devastare, quindi con il famoso modello Caserta che ha operato un’azione repressiva fortissima fino a sgominare tutti i clan, perlomeno quelli che avevano un certo peso, soprattutto nei territori di Casal di Principe e dintorni. Questa operazione non è stata completata. C’è un’illusione in giro. Questa illusione però non riguarda soltanto alcuni di noi. Anch’io qualche volta in qualche convegno ho detto che stiamo vincendo la battaglia, perché abbiamo anche bisogno di dare coraggio alle nostre forze di un messaggio di speranza, però se questa cosa comincia a passare a livello istituzionale si prendono degli abbagli clamorosi. La camorra è ancora fortissima perché sul livello imprenditoriale, delle collusioni politiche e istituzionali e sul livello dell’area grigia è stata appena scalfita e stanno ancora tutti là a godere dei proventi degli affari criminali e a pensare a come ricollocarsi e riciclarsi, perché hanno grosse capacità, e lo hanno dimostrato, quindi sono pronti ad agganciarsi anche a nuovi referenti. Tra l’altro, come sapete, non è che esista il voto. Se in questo territorio i clan per lo più sono stati schiacciati, però a Napoli si continua a sparare e c’è una recrudescenza del fenomeno che è sotto gli occhi di tutti e non ci vuole nulla. Funziona anche qui la teoria dei vasi comunicanti: i clan del napoletano capiscono che i casalesi stanno in rotta, vengono qui, occupano gli spazi e non abbiamo risolto niente, anzi terremo i nostri, e già lo stanno dicendo, che per colpa nostra (noi che abbiamo fatto la battaglia) adesso comandano quelli che vengono da Napoli e che

era meglio tenere i nostri compaesani. Guardate un po’ che cosa dobbiamo sentire. Questa riflessione credo che vada al di là di tutto quello che ascolterete stamattina e va approfondita, proposta e suggerita a tutti i livelli perché se non si comprende questa cosa perderemo una delle più grandi occasioni. Io ho una lunga memoria di questi fenomeni e non c’è mai stato un momento in cui lo Stato ha fatto quello che ha fatto in questi anni. Il traguardo non è mai stato così vicino, però tornare indietro dopo quello che è stato fatto sarebbe clamoroso. Dico questo perché naturalmente abbandonare – usiamo i termini per quelli che sono – i territori a se stessi facendosi scudo delle statistiche non serve a nulla. Diceva Don Milani che non c’è niente di più ingiusto che trattare in modo uguale soggetti disuguali. A Castel Volturno – l’ha detto il Sindaco -, si chiudono gli occhi rispetto a una vicenda, perché ha 25 mila abitanti e produce 20 mila tonnellate di rifiuti all’anno, Orta di Atella ha 26 mila abitanti e ne produce 9 mila. Questo significa che ci sono altri ventimila stabilmente, a parte il fenomeno di luglio e di agosto dei vacanzieri e dei balneari. Ci sono ventimila – quindicimila irregolari. Sono persone che sono qui perché qui hanno trovato uno spazio e accoglienza e grazie a Dio qui non succede niente di tragico, però il territorio soffre un disagio assoluto. Ovviamente non è vero che Castel Volturno ha le forze dell’ordine che gli spettano, ma comunque non sarebbero adeguate in ogni caso perché i problemi che ci sono in questo litorale non sono quelli che vi sono altrove, come a Caserta città o in altre realtà.

Credo che su questo bisogna fare un tavolo perché, se la camorra è un sistema, noi dobbiamo essere il sistema della legalità. Se ognuno cammina per i fatti suoi, il sistema criminale avrà sempre la meglio, quindi un settore non deve fare una cosa e un altro fa marcia indietro. Sui beni confiscati noi abbiamo fatto un documento e lo abbiamo consegnato ai

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media, dove abbiamo denunciato un calo di attenzione anche della Prefettura su queste questioni. Certo, ci sono sempre nuove emergenze (ora è il momento dei rifugiati).

Faccio di nuovo il paragone sulla questione dei rifiuti. Noi abbiamo avuto lunghi anni di emergenza rifiuti in Campania e ovviamente anche quella è una cosa inventata. Le inchieste ci hanno dimostrato che l’emergenza rifiuti è stata costruita e inventata perché dietro l’emergenza rifiuti ci sono stati gli affari più colossali per tutta la camorra, i colletti bianchi, professionisti, imprenditori e politici. Ci sono tante inchieste che lo stanno raccontando in maniera evidente. La stessa cosa può accadere, ed è già accaduta, sul versante criminale. Far crescere l’emergenza, forse costruirle e auspicarle si fa perché quando ci sono le emergenze vere (il 2008 con le stragi) vengono i pezzi grossi, si costruiscono le carriere, ecc.

Queste cose ce le dobbiamo dire. Qua pare che ci sia lo sport di indicare le carriere che facciamo noi. Io sono uno che prende lo stipendio dalla sua amministrazione e con la mia associazione non ho preso mai un centesimo, così come, come me, migliaia di volontari, ma le carriere sulla mafia le fanno altri. Non vorrei che anche su questo si aspettano gli uomini forti che vengano qui e arriveranno finalmente duecento poliziotti. Perché non gestire il quotidiano e affrontarlo? Io credo che su questo dobbiamo fare più sforzi perché fino ad ora stiamo aspettando soltanto.

PRESIDENTE (Mocerino): Andiamo avanti.

C’è qualcun altro che vuole intervenire?

Comincerei a tirare le somme di questa audizione, partendo chiaramente dagli interventi dei colleghi. Chi vuole cominciare?

ZANNINI (Centro Democratico – Scelta Civica): Telegraficamente per salutare questa ottima iniziativa che serve a riattualizzare un

tema che non deve essere mai considerato come superato. L’analisi del fenomeno fatta dal Sindaco è quanto mai fedele perché effettivamente negli ultimi quattro – cinque anni le iniziative dell’autorità giudiziaria, soprattutto anche un diverso atteggiamento della società civile, ormai le persone offese non sono più delle mosche bianche, come era accaduto per tutti quanti gli anni Novanta e per i primi anni Duemila, ma oggi c’è un atteggiamento di maggiore coraggio, che è determinato anche da un diverso concetto di affidabilità dello Stato.

Lo Stato è sentito più presente. Le persone offese nell’ambito delle nostre zone, del casertano, prima ancora che del litorale Domitio, che vanno a denunciare e che mettono a disposizione le brutte vicende che subiscono per consentire all’autorità giudiziaria di intervenire rappresentano il fatto che culturalmente un momento di riscatto è iniziato.

Questo non significa certamente avere vinto, però c’è un dato oggettivo. Anche nelle contestazioni dei processi ormai vediamo che c’è un ripiegamento dei fenomeni di criminalità organizzata che è quello che diceva il sindaco Russo prima, cioè nell’impossessarsi della gestione dei fenomeni di criminalità comune.

Oggi si è un po’ mutuato tutto il sistema di Scampia; mancano sempre più le persone offese tipiche del fenomeno estorsivo e tutte le contestazioni 416 bis vengono sempre in abbinata a contestazioni di 74, quindi di associazione per il traffico di sostanze stupefacenti. Questo è un fenomeno che sta caratterizzando un po’ l’evoluzione degli interessi criminali del casertano. Mai considerare il traguardo raggiunto, mantenere alta l’attenzione e certamente la Commissione di cui faccio parte, e che è presieduta dal consigliere Mocerino, sta qui, è presente, trasmetterà il verbale alle autorità competenti, soprattutto per le segnalazioni in positivo, al di là del fatto di denuncia che si raccoglie oggi. Per

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esempio la sollecitazione di una dotazione organica di forze dell’ordine sul territorio che non sia legata solamente a dati demografici, ma che sia legata a un’oggettiva criticità di cui queste zone ahinoi sono ancora portatrici questo è certamente un tema. Altro tema è l’attenzione ai beni confiscati e a una loro utile destinazione.

È una problematica di carattere nazionale che il dott. Catello Maresca ha più volte denunciato. I beni confiscati non sono solamente immobili; la tematica dei beni confiscati, anche dal punto di vista di società, di imprese, è una problematica che dovrebbe meritare una rivisitazione sul piano nazionale. Questo anche tenendo conto di approcci garantistici. Si immagini l’imputato che si vede sequestrato dei beni e che poi viene assolto, dopo due anni quel bene è morto, quindi varrà zero dopo due anni di custodia giudiziaria, quindi c’è anche questo altro aspetto, oltre al dato oggettivo degli immobili. Ormai sono delle giacenze inutilizzabili e rappresentano un costo passivo a tutti gli effetti. Questa è una questione che dovrebbe essere comunque sollecitata sotto il profilo della legislazione nazionale. Ieri sono stato al Ministero e c’è un bando per esempio che stanzia dei fondi importanti per dei progetti in cui si mettono in rete privati, associazioni ed enti pubblici che passano attraverso l’affidamento di beni confiscati. È un altro tema molto importante, ma che credo vada sollecitato, soprattutto rispetto a una rivisitazione della problematica complessiva del legislatore nazionale. Sindaco, saremo attenti, il Presidente stabilirà i modi e le forme per dare un seguito utile a questa audizione, che non sia solamente la testimonianza di un problema che viviamo tutti sulla nostra pelle e che si possano tradurre questa e ulteriori iniziative in fatti concreti e in proposte da rivolgere, anche alla luce delle oggettive competenze che sono presenti a questo tavolo, alle autorità che poi potranno produrre provvedimenti utili e funzionali a un avanzamento su questi temi Grazie.

PRESIDENTE (Mocerino): Grazie al collega Zannini. Darei la parola al Vicepresidente Amato.

AMATO (PD): Ringrazio il Sindaco, i Consiglieri, gli Assessori e i rappresentanti delle associazioni facendo una precisazione e una nota. Sapete che questa Commissione è stata per lunghi nove mesi senza Presidente e abbiamo avviato comunque un lavoro di elaborazione degli obiettivi che la Commissione si voleva dare per le competenze che le sono assegnate e abbiamo immaginato di avviare questa campagna di ascolto sui territori. L’abbiamo fatto la scorsa settimana nella VI Municipalità di Napoli e adesso nel comune di Castel Volturno con l’obiettivo da una parte di raccogliere dati, avere informazioni, sentire il territorio e ascoltare chi il territorio lo vive, però dall’altra parte con l’ambizione di poter contribuire in qualche modo e con gli strumenti che ci sono e che sono nella competenza della Regione Campania a venire incontro ai territori per poter dare delle risposte laddove queste sono mancate nel corso degli anni e laddove invece si vengono a maturare, con l’evoluzione che è tipica delle nostre comunità, altri bisogni e altre esigenze. È quindi fondamentale, come lo è stato la scorsa settimana nella VI, stamattina ascoltare non solo quelli che sono i problemi, ma anche costatare che fortunatamente, nonostante i tanti problemi, nelle comunità e sui territori ci sono amministrazioni e associazioni, c’è una rete viva che ci fa capire che è vero che la lotta alla camorra non l’abbiamo vinta, però che non siamo all’anno zero e che comunque abbiamo messo in campo un insieme di forze e di energie che vanno verso quella direzione e che devono essere chiaramente supportate, spalleggiate, spinte e aiutate dalle istituzioni, ognuna per la propria competenza e per il proprio livello. Provo a dare delle risposte alle

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sollecitazioni che sono venute stamattina intanto dicendo che sia a livello nazionale sia a livello regionale l’impianto normativo c’è, che è un impianto buono. Io ricordo che adesso è in Senato l’approvazione della riforma del Codice Antimafia, l’articolo 48, per cui si sta cercando di fare un lavoro più serio e attento sul tema delle aziende che sono sotto confisca e che sono in amministrazione giudiziaria. Si sta cercando anche di potenziare il ruolo dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati e di accendere un’attenzione più profonda sul riutilizzo dei beni e sull’effetto che questi, nel momento in cui vengono restituiti alla collettività, possono dare per il rilancio occupazionale e produttivo di un territorio. A livello regionale quella famosa legge 7, che veniva prima ricordata dal presidente di ARCA, se non ricordo male...

AMATO (PD): AssoVoCe. Anche su quello la Commissione, ancorché attiva pienamente negli ultimi mesi e nelle ultime settimane, così com’era stato annunciato, ha messo mano.

Abbiamo infatti agli inizi di aprile presentato una proposta di riforma della legge 7, come Ufficio di Presidenza di questa Commissione, quindi sottoscritta da me, dal Presidente Mocerino e dal consigliere Viglione, con la quale abbiamo cercato di approcciare a un modo diverso di vedere la materia della cultura e le politiche della legalità e il riutilizzo dei beni confiscati parlando di un piano sociale regionale per tutte queste materie, cioè facendo rientrare il tema dei beni confiscati e delle politiche per la sicurezza e legalità in una strategia più ampia e in una visione regionale del tema, quindi evitando quelle che sono le iniziative spot che, sono importanti e valide, però quando non tracciano un solco e non lasciano sul territorio un effetto che si replica nel tempo non raggiungono concretamente il loro obiettivo.

Nella riformulazione della legge, quindi oltre a

parlare di piano regionale, abbiamo immaginato di mettere un fondo unico che agisce su tre azioni: una, che va incontro a quello che diceva prima il Sindaco e che veniva prima ripreso dal Consigliere, di supporto alle amministrazioni che hanno in affidamento beni confiscati per le ristrutturazioni, quindi immaginare un contributo agli enti pubblici che devono fare i bandi per l’assegnazione dei beni, che purtroppo spesso non riescono a fare perché i beni sono in condizioni statiche e inappropriate, fino al 50 per cento del valore della ristrutturazione.

Abbiamo immaginato un’azione che sia mirata alla sperimentazione di start-up nei beni confiscati alla criminalità e abbiamo immaginato un’azione che sia invece di supporto alle realtà che già sono in essere che devono essere supportate nella valorizzazione, nella certificazione e, perché no, nell’internazionalizzazione dei prodotti che vengono realizzati per dare un messaggio forte che si sta sul mercato e si ha la capacità anche di mantenersi, di gestirsi e di essere competitivi, quindi essere a pieno titolo nel prodotto interno di una regione e di un Paese. Questo senza trascurare delle sperimentazioni importantissime che hanno dato dei risultati penso nel casertano a Simmaco per esempio, che ha utilizzato in maniera eccezionale i budget di salute, che negli ultimi cinque anni erano stati depotenziati, se non più finanziati, quindi anche lì siamo ritornati a mettere in evidenza questo importantissimo strumento che permette – voi lo sapete forse meglio di me – di avere, oltre un effetto positivo sulle persone che vengono trattate aiutandole gradualmente con percorsi graduali a essere autonome e a poter lavorare e mantenersi ed essersi attivi nella società, un evidente risparmio di costi per la sanità pubblica. Chiaramente questo è stato un altro elemento che abbiamo inserito nella nostra proposta di modifica di quella legge. Non l’abbiamo cambiata quella legge, quindi non

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abbiamo messo in piedi un’altra legge, perché siamo convinti che quella legge fosse una legge buona, una legge che è nata dalla partecipazione con il territorio e con le forze attive che sono impegnate su questi temi. L’abbiamo voluta migliorare e abbiamo intenzione di migliorarla ancora tant’è vero che abbiamo deciso con il Presidente di audire l’Agenzia dei beni confiscati, Agrorinasce, il Consorzio Sole, Libera già la prossima settimana, se non sbaglio, proprio per raccogliere, prima che il testo venga portato nella Commissione VI permanente, ulteriori suggerimenti utili a poterla migliorare.

Non è solamente la legge 7. Io ricordo che qualche settimana fa è stato approvato in Regione il Piano sociale regionale per il prossimo triennio 2016/2018 e nel capitolo dello sviluppo locale le politiche antiracket, l’inclusione sociale, la cultura della legalità e il supporto per il riutilizzo dei beni confiscati hanno un ruolo fondamentale e hanno un obiettivo fondamentale. Si riaccende e si dimostra con scelte politiche che c’è un’attenzione che si sta recuperando su questi temi. Senza fare polemiche per quello che è accaduto nel passato, è evidente che quello che accade qui e quello che accade a Napoli nei quartieri periferici sono il sintomo di una fragilità sociale profonda che non può essere solamente affrontata mandando l’esercito – è evidente che non sia così -, ma è fondamentale recuperare quella tensione politica che interviene sull’integrazione sociale e sull’immigrazione. La politica dell’immigrazione e dell’integrazione nel piano sociale triennale hanno una focalizzazione precisa, quindi stiamo cercando – non mi nascondo – con grande difficoltà, perché una cosa è la volontà politica e una cosa è l’apparato e la burocrazia – siamo ancora lontani dall’avere quell’efficienza amministrativa che ci permette di dettare la linea politica ed essere subito operativi – di fare di più e sicuramente meglio.

Questo è sicuramente l’impegno che stiamo mettendo in campo e che abbiamo tutta l’intenzione di perseguire fino in fondo. Il Sindaco denunciava una cosa per me gravissima, ossia la presenza di forze dell’ordine capaci in termini di quantità di controllo del territorio. Proviamo – lo dico al Presidente della Commissione e al collega Petracca – di scrivere non un’interrogazione al Ministro Alfano, ma di attenzionare, anche come Commissione, questo problema, che è un problema reale, che non solo mortifica il lavoro di quei pochi che ci sono, perché penso che non sia per il Comandante della Polizia bello e non sia semplice dire al Sindaco dire che non può controllare e dare una mano a prevenire il fenomeno dei furti nelle ville, ma è evidente che le dinamiche che si stanno mettendo in campo, che stanno nascendo in questo momento e che ci vengono raccontate meritano un’attenzione di più, che non è solamente statistica, ma deve essere di intervento concreto e reale su un territorio che ha un’emergenza e che deve essere in qualche modo segnalata, fatta comprendere con forza e assolutamente accolta e sostenuta.

Credo che questo sicuramente sia l’impegno immediato che possiamo prendere nei confronti di questa mattinata, oltre al fatto, come ha detto bene prima il Consigliere che mi ha preceduto, di fare arrivare gli atti di questa mattina agli Assessori regionali competenti per materia affinché nella pianificazione di quanto è stato stabilito nei piani, nei programmi e nell’utilizzo dei fondi europei le politiche dell’immigrazione, dell’integrazione, le politiche sociali, il supporto alle aziende anche per quanto riguarda la progettazione e la destinazione d’uso dei beni confiscati si faccia, perché questo è un altro tema che non dobbiamo dimenticare, perché noi dobbiamo avere la capacità, e in questo la Commissione può dare una mano ai comuni e alle amministrazioni che non hanno spesso personale dedicato, che rappresenta un limite

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oggettivo, di supportare nella progettualità e su quello che di un bene se ne vuole fare. A proposito di questo, nella legge 7 vi è l’osservatorio; anche quello lo abbiamo modificato e reso meno ingessato e abbiamo chiesto all’Assessore alle Politiche Sociali, ma questo lo posso dire anche al Presidente De Luca, che si istituisca in Regione un ufficio dedicato che sia di supporto non solo per il controllo quantitativo e qualitativo, ma che sia di supporto alle amministrazioni e faccia rete con l’agenzia sui beni confiscati con la Fondazione Polis e con tutti gli altri soggetti che sono attivamente impegnati in queste materie.

Questo perché anche l’amministrazione regionale dia un segnale serio, evidente e concreto che il tema della legalità, dei beni confiscati e del recupero rappresentano una priorità tale da dedicarvi risorse che fanno questo e che sono lì per risolvere e provare a risolvere i problemi. L’ultimo passaggio, e chiudo, lo faccio ricordando che un segnale di attenzione lo abbiamo dato già in legge finanziaria perché nonostante la limitazione dei costi delle risorse che avevamo quando abbiamo approvato il bilancio regionale lo scorso dicembre, abbiamo deciso di accendere per il prossimo triennio un capitolo di 250 mila euro.

Non è tanto sicuramente, però la coperta era corta e abbiamo cercato di dare anche da questo punto di vista un segnale politico. Su questo aspetto abbiamo chiesto all’assessore Fortini di immaginare con Libera, il Comitato don Peppe Diana e la Fondazione Polis di fare un uso intelligente di quei fondi in modo da poter cominciare a tracciare un percorso virtuoso anche rispetto a come si utilizzano i fondi anche in questi temi e per questi problemi. Vi ringrazio, ringrazio in modo particolare il Sindaco a cui devo dire – lo dicevo prima al Consigliere -, non perché della mia parte politica, ma coraggioso, che sappia che non sarà solo, perché non abbiamo bisogno di eroi, ma di

una comunità che si muove insieme e che insieme si stringe attorno all’obiettivo che è quello fondamentale di garantire la sicurezza e la legalità ai nostri cittadini e di far capire ai nostri giovani che la legalità conviene, diversamente da quello che ci vuole insegnare la camorra.

PRESIDENTE (Mocerino): Grazie alla collega Amato. Volgerei alle conclusioni, se siamo d’accordo.

RUSSO, Sindaco di Castel Volturno: Vorrei solo aggiungere una cosa, se è possibile. A parte ringraziare il Vicepresidente per le belle parole, volevo trasmettere la consapevolezza, che penso abbia anche il Presidente della Regione Campania (non a caso sabato sarà qui a Castel Volturno). Castel Volturno, con tutte queste grosse criticità e uniche, tuttavia, e si può vedere semplicemente guardando le foto, magari non queste nere, ma quelle a colori, ha comunque una potenzialità di sviluppo e un’attrattiva dal punto di vista turistico, soprattutto legata alla risorsa mare, unica in Campania. 30 chilometri di costa, con 10 chilometri di pinete accompagnate, con ancora dune intatte, macchia mediterranea, un lago, un sistema di laghetti è qualcosa di raro da trovare negli altri comuni. Io vorrei che voi aveste la consapevolezza che stiamo parlando di un comune che, nonostante sia stato martoriato dalla camorra, dai problemi ambientali e da questa presenza eccessiva di immigrati, che a mio avviso potrebbero essere e devono essere una risorsa, ha tutte le caratteristiche per poter rilanciare l’intera provincia di Caserta, almeno partendo dal basso Volturno. Siamo stati fortunati che la natura ci ha donato delle risorse uniche. Questa consapevolezza ce l’ha pure il Presidente, tant’è che, anche attraverso il suo Vicepresidente, cioè l’assessore Bonavitacola, mi ha sempre invitato personalmente a essere un po’ il regista che

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mette insieme tutti i comuni del litorale e della riviera attraverso magari un contratto di costo (non so qual è lo strumento utile). C’è questa consapevolezza di non dare più questi finanziamenti a pioggia o in maniera disparata per soddisfare il singolo sindaco o la singola amministrazione, ma di creare un progetto unico di rilancio del litorale in modo da non disperdere le risorse, ma concentrarle sulla risorsa mare e sulla costa. Come ho detto personalmente quando ci siamo incontrati la settimana scorsa a San Leucio, e riprendo il tema che lei ha prima affrontato, prima di questo c’è la sicurezza del territorio perché oggi chi sta scappando da Castel Volturno e chi ha abbandonato quelle case non l’hanno fatto tanto perché il mare non è più balneabile, perché non a caso negli ultimi anni il mare pare che sia pulito. Ho fatto un’interdizione alla balneazione di pochissimi chilometri, che su 30 chilometri è una cosa irrisoria. Parlo di bandiere blu. Venne qua una signora che ha subito negli ultimi due anni dieci furti e poi c’è il paradosso che il nostro comando di Polizia Municipale ha fatto una multa di 500 euro perché la casa era priva di porte e finestre, quindi non c’erano le condizioni igienico-sanitarie. Mi ha detto che aveva portato dieci denunce, quindi coma fa a venire a Castel Volturno? La settimana scorsa sono stato a Pescopagano e una serie di cittadini si sta riprendendo un po’ questa zona. Loro autonomamente si sono auto-finanziati e stanno pulendo un po’ di erbaccia, hanno ripristinato dei terreni e pure lì tra l’altro nello spostare dei rifiuti è venuta la Polizia Municipale di Mondragone gli ha fatto il verbale per trasporto illecito di rifiuti, anche se loro stavano togliendoli. Ci sono questi paradossi tipici che succedono sui nostri territori. L’esigenza fondamentale è quella della sicurezza; molti vengono i fine settimana, essendo case di uso turistico, e mi dicono che durante la settimana, nonostante i sistemi di allarmi e le inferriate,

continuano a subire i furti. Sarei felice se questa Commissione si può promotrice di un’interrogazione al Ministero o comunque non fare la semplice associazione di quanti abitanti ha e quindi che spettano tot numero di forze dell’ordine. Alle forze dell’ordine e alla Procura chiedete quanti furti sono stati fatti nelle abitazioni a Castel Volturno; penso che troverete un dato spaventoso. Proprio perché c’è questa facilità di accesso sul territorio c’è un numero molto elevato. Anzi la gente ultimamente, come mi dicono alcuni cittadini, non stanno più facendo le denunce perché spesso è pure inutile, perché se si denuncia dieci volte e non si vede soluzione si è pure scoraggiati a denunciare. Ecco perché c’è gente che magari conosce l’ambiente e si va a recuperare qualche pezzo. Col Ministero abbiamo fatto un progetto che si chiama

“Generare futuro”, dove il Ministero dell’Interno, alla luce degli episodi che successero l’anno scorso a Castel Volturno, su Castel Volturno e Modragone ha presentato questo progetto che purtroppo è rimasto sulla carta. Noi ancora non abbiamo visto i frutti, tra cui c’era anche un supporto tecnico amministrativo ai comuni, perché ho sempre detto che, anche se si danno i finanziamenti, non abbiamo la struttura tecnica-amministrativa per presentare i progetti e perseguirli. È inutile che si danno i soldi se poi non si possono spendere, perché spesso perdiamo i finanziamenti perché non siamo capaci di procedere nell’avanzamento del progetto. Si parlava di 50 – 200 milioni sulla carta, ma ad oggi siamo ancora bloccati per il fatto che la SUA non ci fa i bandi, che il Ministero non ci rendiconta e quindi tutto quello che ci è stato detto anche in termini di sicurezza, perché parliamo di fondi del PON Sicurezza e legalità, è rimasto lettera morta. Grazie.

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PRESIDENTE (Mocerino): Grazie Sindaco.

Ringrazio di nuovo l’amministrazione comunale di Castel Volturno nella persona del Sindaco, dei Consiglieri e degli Assessori che sono intervenuti. Ringrazio il mondo dell’associazionismo, che stamattina ci ha dato un contributo importante alla discussione, alla riflessione e all’ascolto. Ringrazio di nuovo i colleghi Zannini e Amato. Devo recuperare un errore che ho commesso, perché ho il dovere di portare i saluti anche del collega Viglione, il quale purtroppo per impegni sopraggiunti non è potuto essere qui stamani con noi, ma chiaramente lui, come noi, ha voluto che venissimo qui e quotidianamente lavoriamo nella stessa direzione perché, come dicevano bene i colleghi che mi hanno preceduto, una caratteristica sulla quale crediamo di poter essere certi di questa Commissione è l’assoluta mancanza di divisioni partitiche o politiche.

Andiamo tutti nella stessa direzione, abbiamo il dovere di farlo perché il nemico è comune e la battaglia è identica, quindi non possiamo assolutamente dividerci. Sarò molto breve, perché cercherò di fotografare, come già hanno fatto i colleghi, le cose che adesso ci attendono e gli impegni che dobbiamo assumere e che dobbiamo cercare di portare a termine. Lo facciamo avendo registrato – lo dico al Sindaco di questa città – una vitalità forte di questo territorio - lo dicevo prima quando ascoltavamo gli altri interventi -, un territorio vivo che crede in quello fa e soprattutto nel futuro. Noi abbiamo quindi il dovere non di venire qui semplicemente ad ascoltare e fare in modo che questa audizione rimanga fine a se stessa.

Intanto da qui a un po’ ritorneremo, se siamo d’accordo, in questa città per fare il punto della situazione rispetto alle cose che ci siamo detti, che metteremo in campo e alle progettualità che spero si potranno realizzare. Da domani mattina attiveremo tutto quello che è nelle nostre competenze e ci renderemo anche interlocutori,

perché credo che questo sia importante, ossia costruire un’interlocuzione istituzionale, un coordinamento istituzionale, una rete che funzioni, perché diverse facce della stessa medaglia purtroppo spesso operano in senso slegato e non coordinato. Noi speriamo di essere in grado di mettere in campo quest’azione e tenteremo di farlo attraverso una serie di interrogazioni, come ha detto la collega Amato.

Quello che stiamo facendo sul piano normativo e legislativo è stato già rappresentato, come l’impegno di essere celeri sull’approvazione di questa nuova norma regionale sui beni confiscati. Apriremo un veloce giro di audizioni e speriamo di avere una corsia preferenziale rispetto all’esame per approdare in Aula e per dare un testo nuovo che sia al passo con i tempi e che soprattutto, come ha detto la consigliera Amato, sia soprattutto propositivo rispetto a delle azioni da mettere in campo. L’altra azione che metteremo in campo, e anche qui insieme stiamo costruendo questo incontro, è capire come queste tematiche (beni confiscati, lotta per la legalità e quindi inclusione sociale e quant’altro) si possano legare con il filone dei finanziamenti 2014/2020, perché tutti ci riempiamo la bocca di questa possibilità, che credo sia una delle ultime, ma la dobbiamo cogliere. Bisogna capire insieme come possiamo cogliere questa occasione costruendo quel raccordo istituzionale di cui vi dicevo. Se siamo d’accordo, chiuderei questa audizione ringraziandovi ancora con l’impegno a rivederci per darvi soprattutto contezza di quello che noi abbiamo fatto perché il nostro non è un tour, ma è andare nelle realtà per renderci conto di quelli che sono i problemi e affrontarli insieme. A presto rivederci e grazie ancora per l’accoglienza, per la collaborazione e per l’ospitalità.

La seduta ha termine alle ore 12,50.

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