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Introduzione e sommario del lavoro svolto

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Academic year: 2021

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Introduzione e sommario del lavoro svolto

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Introduzione e sommario del lavoro svolto

L’analisi qui fatta si propone di valutare da un punto di vista energetico il sistema costituito dall’edificio e da tutti quegli impianti (per il riscaldamento, per la produzione di acqua calda sanitaria, per l’approvvigionamento e lo smaltimento delle acque interne all’edificio) che permettono agli utenti di vivere in condizioni di benessere e di svolgere serenamente le proprie attività.

In particolare vengono trattate due tipologie di edifici di proprietà dell’ente WWF: quelli ubicati nell’oasi di Orbetello e destinati all’accoglienza dei soci e alle attività ricreative estive, e la sede centrale di Roma, destinata agli uffici amministrativi. Quindi questo studio va ad inserirsi in un più ampio progetto di conoscenza dell’attuale stato energetico degli edifici del WWF, di attuazione di interventi volti al risparmio energetico e all’ottimizzazione della gestione delle risorse, e di sensibilizzazione del territorio alle tematiche di rilevanza ambientale.

Ma la necessità di studiare quanto un edificio spende e degrada in termini di risorse naturali, e come può essere limitato e migliorato tale fenomeno, non è una problematica da demandare soltanto agli enti sensibili alla tematica ambientale: il problema della situazione energetica nell’edilizia italiana può essere affrontato anche da un altro punto di vista, ben più rigido e obbligatorio per tutti, quello normativo. E quindi questa analisi va ad inserirsi nell’ambito delle azioni preliminari per una futura certificazione energetica degli edifici, che in alcune regioni è ormai obbligatoria.

Infatti l’entrata in vigore della direttiva europea 2002/91 sulla certificazione energetica degli edifici introduce l’esigenza di individuare una metodologia in grado di giudicare energeticamente e poi classificare gli edifici. Ma a tale direttiva è stata data una risposta poco precisa e insufficiente (manca totalmente delle norme di certificazione) dalla legge 10/91 sul risparmio energetico nell’edilizia; inoltre i controlli da parte degli enti locali sono stati pressoché inesistenti. L’ultimo decreto legislativo, operato a correzione del precedente (numero 192 del 19/08/05), è il d.lgs. 311 del 29/12/06. Esso “stabilisce i criteri, le

condizioni e le modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, al fine di favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili e la diversificazione energetica, contribuire a conseguire gli obiettivi nazionali di limitazione di emissione di gas a effetto serra posti dal protocollo di Kyoto, promuovere la

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competitività dei comparti più avanzati attraverso lo sviluppo tecnologico”. Quindi

vengono indicati gli ambiti che esso disciplina e, nelle appendici, i valori limite del fabbisogno di energia primaria totale per la climatizzazione invernale (detto indice di prestazione energetica EP), il valore limite del rendimento globale medio stagionale e i valori limite di trasmittanza per alcuni componenti dell’involucro. Tali requisiti, differenziati a seconda della tipologia di edificio e della zona climatica in cui sono ubicati, riguardano non solo gli edifici nuovi, ma anche quelli esistenti nel caso vengano ristrutturati più o meno integralmente. Tra le aree disciplinate dal decreto risultano, oltre alla metodologia per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici e l’applicazione di requisiti minimi per tali prestazioni, anche i criteri generali per la certificazione energetica degli edifici. Si nota quindi che vi sono i criteri generali per la certificazione energetica degli edifici, ma di fatto esso non è ancora obbligatoria a livello nazionale e non vi è una metodologia unificata per determinarne le classi energetiche di appartenenza. Viene demandato alle regioni il compito di promuoverla e vi è una sempre maggiore attenzione per i modelli di certificazione già sviluppati in alcune zone d’Italia. A questo proposito, anche la regione Toscana ha proposto e redatto le “Linee guida per l’edilizia sostenibile” , volte proprio a regolamentare le azioni e i controlli da intraprendere e allo stesso tempo attuare la legge regionale in vigore dal 2005. Vi è quindi un dettagliato e decentrato sistema legislativo e normativo che deve essere messo in atto. Questo progetto potrebbe essere un primo passo per una valutazione e una azione in tale senso da parte del WWF per i propri edifici.

Tale valutazione presuppone obbligatoriamente una attenta analisi e calcolo del fabbisogno di energia primaria del sistema edificio-impianto, e una analisi dei consumi storici dell’edificio, in termini di energia elettrica, di combustibile e di acqua. Una volta calcolata l’energia primaria effettivamente consumata a fronte di un utilizzo standard o previsto dell’edificio, detto anche fabbisogno energetico convenzionale, si considera questo come il punto di partenza per l’individuazione dei possibili interventi di miglioramento e di riqualificazione dell’edificio, confrontando la bontà di questi in base alla riduzione del fabbisogno convenzionale. Tale processo di individuazione delle anomalie, delle possibili ottimizzazioni del sistema e di calcolo delle prestazioni in caso di effettuato intervento a confronto con quelle precedenti ad esso prende il nome di diagnosi energetica degli edifici. Ho però denominato l’analisi qui condotta diversamente da diagnosi energetica perché ho considerato gli edifici e le loro spese energetiche anche sul piano dello sfruttamento delle

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3 risorse non combustibili come l’acqua. Ritengo infatti che l’edificio debba essere studiato in tutte le sue interazioni con l’ambiente esterno: da qui gli interventi di riduzione della spesa di combustibile, ma anche di acqua, l’ottimizzazione del sistema di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria, ma anche del trattamento dei reflui in uscita dall’edificio. Da qui lo studio di un sistema di produzione di energia elettrica da fotovoltaico, ma anche di un sistema di recupero e di riciclo delle acque grigie. Insomma l’edificio va curato in tutte le possibili interazioni e impatti sull’ambiente esterno e sull’utente interno. Occorre inoltre che l’ambiente non sia soltanto considerato come un qualcosa da salvaguardare, e quindi in un ottica del “non fare”, ma anche una preziosa risorsa da cui trarre vantaggio e da conoscere più approfonditamente.

A maggior ragione perché si tratta di edifici del WWF, è necessario che tutte queste attenzioni per l’ambiente, ma in definitiva anche per l’utente dell’edificio, in questo caso particolarmente sensibile a queste tematiche, siano presenti e siano ben comunicate ad operatori e utenti.

L’analisi qui svolta quindi consiste nel:

-Raccogliere i dati di consumo di acqua , energia elettrica e combustibile, per quanto utili e reperibili.

-Raccogliere e calcolare tutti i dati dimensionali relativi all’edificio e ad ogni suo scambio termico e di ventilazione con l’ambiente esterno: quindi la composizione delle pareti esterne, la loro trasmittanza, la superficie e il volume riscaldati ecc…

-Calcolare il fabbisogno energetico annuo dell’edificio seguendo la normativa UNI EN ISO 13790, riportata nei suoi contenuti nell’appendice A, e la normativa relativa al rendimento globale medio stagionale, la UNI 10348, qui non riportata per motivi di spazio. Alternativamente, nel caso della sede centrale di Roma si è utilizzato un programma di calcolo per la certificazione energetica degli edifici, il BESTClass [33], che si basa fedelmente sulla stessa normativa, e successivamente sono state apportate delle modifiche. A conferma, ho utilizzato tale programma anche per gli edifici dell’oasi, per una ulteriore verifica dei dati raccolti e dei risultati ottenuti.

-Calcolare il fabbisogno energetico annuo per il sistema di produzione di acqua calda sanitaria seguendo il modello fornito da CTI R 03/3 [39], comprensivo anch’esso dei rendimenti di sistema.

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4 -Calcolo dell’indice di prestazione energetica dell’edificio per climatizzazione invernale, ottenuto mettendo in relazione il fabbisogno energetico nel periodo di riscaldamento con la superficie o il volume lordo dell’edificio.

-Confronto tra i valori ottenuti e i limiti di legge (contenuti nel D. Lgs. 311/06).

-Breve analisi del comportamento estivo degli edifici e del rispetto dei pochi requisiti presenti nel citato decreto.

- Proposta di interventi differenziati e classificati in base all’area di pertinenza e alla risorsa naturale sfruttata e ottimizzata nella sua gestione. Ogni intervento è correlato con un prospetto delle spese evitate in termini di risorsa non utilizzata (energia primaria, quantità di combustibile, acqua). Tale risparmio conseguito è espresso in termini di grandezza della risorsa, ma anche in termini percentuali, per potersi riferire ai consumi effettivi in bolletta che spesso non coincidono con quelli stimati. Ad ogni intervento, specialmente nel caso di Orbetello, corrisponde uno studio (descritto in particolare nelle appendici), un progetto ed un dimensionamento dell’impianto coinvolto.

-Proposta di criteri generali per un modello di oasi WWF applicabile a diverse realtà territoriali.

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