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R esocon to del IX Capitolo G enerale. R accom andazioni agl’ispettori e ai Direttori.

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R e s o c o n t o d e l IX C a p it o lo G e n e r a l e . R a c c o m a n d a z i o n i a g l ’is p e t t o r i

e ai D ir e tto r i.

N . 24.

Torino, '19 marzo, festa di S. G iuseppe, 1902.

C arissim i F ig li in G. C .

L 'e su lta n z a c h e suole a p p o rta re al nostro cuore il p e n ­ siero della vicina P a s q u a è accresciu ta in m e in questo an no p o te n d o in così favorevole occasione in trattenerm i con voi, miei figliuoli dilettissimi, con questa mia di soggetto im p o r ­ tante, e di com une consolazione.

N e l C a p ito lo G e n e r a le c h e si te nne sul principio del S e t ­ te m bre scorso si presero im portanti deliberazioni, che io ora vi posso com unicare, e che spero p ro d u rra n n o un effetto s a ­ lutare per la nostra P i a S ocietà. A v r e i voluto tantosto dar- vene co m u n ica zio n e; m a varie circostanze mi consigliarono a d a tte n d e re sinora; non fu d u n q u e neglig enza se sono un p oco in ritardo a prese ntai vele; anzi spero c h e questo r i­

ta rdo m edesim o sia stato opportuno, p oic hé ora vi posso c o ­ m u n ic are le cose ultimate e con maggio r precisio ne.

Co n v a l i d a z i o n i.

E ’ bensì vero che, p e r la g ra n d e benignità della S a n ta S e d e a nostro riguardo, la quale nel 1884 ci conc esse la com unicazione dei Privilegi coi principali O r d i n i Religiosi, noi potevamo, in forza dei medesimi, p ro ce d ere con sicurezza

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e in tutta coscienza sia nelle ra d u n a n z e dei C a pitoli G ene ra li, sia nelle elezioni, sia nel proporre com e obbligato rie le D e ­ liberazioni nei m edesim i Capitoli p r e s e ; e c h e perciò quanto fu fatto d a D o n Bosco in vita, e q u a n te si venne facendo d alla sua morte finora, lutto fu fatto a d o v e r e ; tuttavia e s ­ sendosi suscitato q u alch e d u b b io d a qualcuno nel C a p ito lo G e n e ra le m edesimo, ho giudicato meglio, p e r il b e n e della nostra P i a S ocie tà, sovrabbondare, e m ettere le cose su basi tali, c h e togliessero an c h e ai più delicati di coscie nza ogni motivo di d u b b io e di contrasto. R a c c o lti perta nto i d e ­ sideri espressi nel C a p ito lo G e n e ra le , mi recai io m edesim o a R o m a ; colà, in conformità di quelli, com binai, e poi feci dal nostro P ro c u ra to re G e n e ra le inoltrare varie d o m a n d e alla S a n t a S e d e , in m odo c h e ogni motivo di d ubitazione e di dissid io fosse tr o n ca to , e lutto potesse nel nostro interno p r o c e d e r e q u ie ta m e n te e d in pace.

L a S a c r a C o ngregazione dei V e s c o v i e R e gola ri prese in consid erazio ne ogni nostra d o m a n d a, e in d a ta 2 0 g e n ­ naio scorso si c o m p ia c q u e di rispondere favorevolm ente e d e ­ finitivamente a tutti i quesiti presentati.

E prim a di tutto sanò in ra d ic e ogni irregolarità che fosse av venuta sia nelle ammissioni al noviziato, sia nel m odo di fare il noviziato stesso, sia nell’ammissione alla santa P ro fe s ­ sio n e ; di m odo che tutti quelli che han fatto i voti fino alla data di questo d ec reto possono stare tranquilli e sicuri sulla regolarità della loro condizione.

In se condo luogo tutti gli A tti, e le E le zio n i fa tt e , e le D eliberazioni prese nei passati Capitoli G e n e ra li furono, per q u a n to fosse necessario, ratificate e autenticate.

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No v i z i a t i.

In terzo luogo poi furono dalla m e desim a S a c r a C o n g r e ­ gazione c a nonic am e nte eretti vari Noviziati, che non erano an c o ra stati presentati prim a alla S a n ta S e d e , e d ap p ro v a ta la nota dei M a estri dei novizi eletti nel C a pitolo G e n e ra le . S icc o m e poi alcuni fra essi non hanno an c o ra l'e t à p r e ­ scritta dalla santa regola per tale uffìzio, la S a c ra C o n g r e g a ­ zione, con rescritto del 18 c o rr, mese, ha loro concesso la dispe nsa p e r tale difetto.

Is p e t t o r ie.

O r a poi si trattava di venire alla erezione ca nonic a delle Ispettorie c h e già esistevano, e d erig erne an c h e delle nuove che erano necessarie pel numero delle case ognor crescenti, o per la distanza dei luoghi, o p e r la diversità delle lingue.

H o a n c h e cre d u to b e n e sottoporre la cosa alla m e d e s im a S a c ra C ongrega zione ; la quale, col decreto suindicato si c o m ­ pia c q u e p u r e di annuire a d ogni nostra d o m a n d a , e d eresse, se c o n d o che si proposero, e costituì ca n o n ic a m e n te le nostre Ispettorie, a guisa delle P rovinc ie o V is i t a t o n e degli O r d i n i religiosi.

E d ora che le Ispettorie sono erette in p ie na regola c a ­ nonica, io, secondo l’autorità conferitami d a ll’art. 17 del C a p . I X delle nostre R e g o le , se condo anc he il p are re avuto dal C a p ito lo S uperiore, mentre confermo con q u e s ta mia gli Ispettori già ante c e d e n te m e n te stabiliti, nomino a d Ispettore della nuova Ispettoria V e n e z u e la n a il S ac. M ic h e l e Foglino, già D ire tto re della C a s a di S. P a o lo nel" B ra s ile : — A d Ispettore del Brasile se ttentrionale D . L ore nzo G io rd a n o , già

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D ire tto re della C a s a di P e m a m b u c o : — A d Ispettore del P e r ù e della Bolivia D. C iria co Santinelli, già D irettore di A r e q u i p a : — A d Ispettore del M e ssic o D . Luigi G ra n - dis, D ire tto re della Colonia S a n ta G iu lia in M e ssic o C a p i ­ ta le : — A V ic e - is p e t to r e del Chili D o n L uigi C o s t a m a ­ gna, D iretto re del P atrocinio di S . G i u s e p p e a S an tia g o :

— A V ic e - is p e t to re della nuova Ispettoria Belga il sac. F r a n ­ cesco S caloni, D iretto re della C a s a S. G io v a n n i B erchm ans di L ie g i: — A V ic e - is p e tto re della nuova Ispettoria Inglese D . C a rlo M a c e y , R e tto re della C hiesa e D ir e tto le della C a sa S acro C u o r di G e s ù a L o n d r a : — A V ic e - is p e t to r e degli S tati U n iti D . M ic h e l e Borghino.

E per le altre Ispettorie or ora erette, com e della L o m ­ b ardia, d e ll’E m ilia n a e d altre, si sta stu diando la loro form a­

zione e il m odo di smembrarle dalle altre, divenute troppo grandi p e r il co ntin uo aprirsi di nuove c a se : a te m p o o p ­ p o rtuno se ne e legge ra nno gli Ispettori e se ne darà c o m u ­ nicazione.

A s s e s ta t e così e regola te le cose delle Isp etto n e nelle loro linee generali, giova ora regolare il com pleto funziona­

m ento delle m edesim e, lo credo che al momento d e b b a for­

m are l’oggetto più accurato delle nostre fatiche e so llecitu­

dini, il costituire b e n e il Consiglio Ispettoriale e i m odi delle r a d u n a n z e dei Capitoli Provinciali, che si dovranno, d ’or avanti, te n er regolarm ente. M a per tutto questo cre do b e n e aspettare anc ora o n d e maturar meglio la cosa e p rocurare il personale necessario, e per ciò, forse converrà protrarre la d eliberazione definitiva fino al prossimo C a p ito lo G e n e ra le , p e r essere più sicuri che quanto si stabilirà sia per riuscire

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d i com une soddisfazione, e d ab b ia poi a p ro d u rre davvero l a maggio r gloria di D io e la salvezza delle anime.

Ca p i t o l i Ge n e r a l i.

V e n e n d o ora a d altre decisioni p rese nel C a p ito lo G e ­ nerale, una fu di d o m a n d a r e alla S a n ta S e d e con prec isione di quali p ersone dovesse d ’or avanti com porsi il C a p ito lo G e n e ra le , p e r c h è pare va sorgere q u a lc h e equivoco tra le p a ­ role della regola e quanto si era soliti fare; e d ’altronde si v e d e v a chiaro d a lutti l’im possib ilità in avvenire, con la straordinaria diffusione della Congregazione, di r a d u n a re ogni tre anni tutti i Direttori delle v a n e parti del m ondo. Si era perciò emesso il voto che i futuri C a pitoli G e n e ra li si c e l e ­ brassero ogni sei anni, alla scade nza degli uffizi, c onvoc ando, oltre ai m em bri del C apitolo S u p erio re e al P ro c u ra to re G e ­ nerale, gli Ispettori con uno od al più d u e delegati eletti nei C a pitoli d elle singole Ispettorie giusto il diritto com une.

Si fece p erta n to alla S a c ra C ongrega zione dei V e s c o v i e R e g o la ri la s u d d e tta petizione, e la risposta fu di questo t e ­ n o r e : " M e t h o d u m propositam q u o ad novas electiones gene- rales p io h a c vice tantu m a p p r o b a t, juxta p rec es ", E la sp iegazio ne che si d ie d e a voce al nostro P ro c u ra to r e G e ­ n erale dell'averla a p p ro v a ta 11 prò hac vice ta n tu m " fu q u es ta:

Il C a p ito lo G e n e r a le ha p otere di stabilire le cose più im ­ portanti c h e occorrono p e r la Congregazione, e persino la facoltà di modificare le regole, p urché ciò si faccia in m odo conform e allo spirito della P i a S o c ie tà : il C a pitolo, così r a ­ d unato una volta, può stabilire q uanto c re d e a b b i a a c o n ­ t r ib u ire alla maggior gloria di D io e d alla salute delle a nim e:

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stabilisca a d u n q u e esso com e co nvenga meglio che sia c o ­ stituito in seguito e con quali particolarità d e b b a farsi questa costituzione. C o n v ien e che sia esso stesso che d e c id a queste cose definitivamente, perchè il tutto riesc a se condo la n e c e s ­ sità e l’opportunità della nostra P ia S ocietà.

D i m odo che pel Capitolo G e n e r a le del 1904, in cui an c h e si faranno le elezioni, si terrà questo m e todo di r a ­ d u n a r e solo gli Ispettori con un socio p e r ogni Ispettoria, eletto d a tutti i soci professi d e ll’Ispettoria m e desim a ; e d in esso si stabilirà definitivamente com e a b b i a a d essere costituito il C a p ito lo G e n e ra le in seguilo. E d ec co c h e il prossimo C a pitolo, sia p e r questo, sia p e r c h è avrà d a li- ved e re e d ap p ro v a re definitivamente tutte le D elib eraz io n i passate, formerà u n a vera A s s e m b l e a C o s titu e n te p e r il b e n e della C o n g r e g a z io n e .

Co o r d i n a z i o n e d e l l e De l i b e r a z i o n i.

E qui a p p u n to mi viene in ac conc io dire, che tra le cose che dovevano farsi nel C a p ito lo passato era la coor­

din azio ne di tutte le D eliberazioni dei Capitoli antecedenti.

S i stabilirono invero in esso definitivamente le basi, se condo cui questo lavoro a nda va fatto ; ma. per ristrettezza di tem po, non si potè che abboz za re il resto del lavoro. Si sperava che una C om m issione da eleggersi appositam ente potesse in b re v e completarlo in modo che fosse term inato alm eno p e r aprile, e p o c a in cui già a n tec ed e n tem e n te ci era stato indetto di presentare al S anto Ufficio un esem plare delle D eliberaz ioni, corretto nei p u n ti che riguardano le confessioni. M a b en

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presto ci siamo accorti che per fare un lavoro sei io e propiio com piu to , che avesse a servire di regola per l’avvenire a tu tta la C ongregazione, ci voleva maggior tem po : che cioè il riordinam ento b en fatto di tutte le nostre D elib eraz io n i passate si trovò più astruso e più lungo di quanto non se m ­ brava n e ll’idearlo : ci vogliono mesi e mesi, e dirò anc he anni. A llo ra, p e r non doverlo con g rande fatica e spesa farlo d u e volte, dietro consiglio dato al nostro P ro c u ra to r e G e ­ nerale dal S. Uffìzio, si venne nella deliberazione di d o m a n ­ d a re la necessaria dilazione p e r p rese n tare il nuovo e s e m ­ p la r e corretto e riordinato.

C i ò non pertanto vi avviso c h e il ritardare la r i p u b ­ blicazione delle D eliberazioni non vuol dire c h e n o n si d e b b a stare in tutto il resto a quel decreto . A n z i p ren d o volentieri qu es ta occasione c h e mi si presenta p e r richiam arvi a m e ­ m oria il dec reto stesso già com unicato vi con circolare in d ata 6 luglio 1901, e ripetuto nel C a p ito lo G e n e r a le al prim o settembre, e r ibadire l’ordin e che in quelle due circostanze c hiaram e nte vi diedi, di eseguire cioè con tu tta esattezza e d in tu tta la sua estensione detto decreto . E si stia molto attenti c h e i confessori non facciano p arte del C a p ito lo d i ­ rig ente della C a s a e non p re n d a n o p a r te alcuna nel d a re i voti di co n d o tta della categoria dei loro penitenti e non siano consultati dai D iretto li q u a n d o si tratta di am m ettere al noviziato od ai voti o d alle S a c r e O rd in az io n i. F a c c i a ­ m oci coraggio, e stiamo sicuri che l’u b b id ire p rontam ente e p erfettam e n te a quanto ci viene ingiunto dalla S u p r e m a A u ­ torità è il. mezzo migliore per ottenere le b enedizioni del S ig n o re e p e r far p ro ce d ere la Congregazione conformem ente

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a q uanto voleva il S ig nore nell'ispirarla, e d a q uanto aveva in m e nte il nostro bu o n p a d r e D . Bosco nel fondarla.

St u d i p e j c h i e r i c i.

A l t r a im portante deliberazione fu presa nel C a p ito lo G e ­ nerale, e riguarda gli studi dei nostri chierici. F u delib erato che do p o il corso di filosofia i chierici facciano un triennio di lavoro pratico nelle C a s e della nostra P i a S ocie tà, e dopo tale triennio si ritirino un quadriennio nelle C a s e di studen- tato per a tte n d e re seriam ente alla teologia, facendovi tutto il corso della dogm atica, sacramentaria, morale, ec c. E r a una n ecessità sentita che i nostri chierici venissero b e n formati n elle scienze sacre ; e d era tanto più pressante il provvedere, in quanto che, an c h e d a com petenti autorità ecclesiastiche si erano già fatte osservazioni in proposito.

M a p e rc h è qu es ta decisione capitolare p r o d u c a l’effetto d a tutti d e siderato occorrono specia lm ente d u e cose. P rim a di tutto che i signori Ispettori e D irettori preposti allo stu- d en tato filosofico p rep a rin o alla lontana molto b e n e questi nostri chierici agli studi sacri, sia con la scelta d ’insegnanti e di assistenti adatti, sia con ottenere che non si p e r d a tem po in futili studi e d in letture frivole, sia con p rocurare che si studino b e n e le m aterie prescritte. E d in secondo luogo o c ­ corre che i vari D irettori delle C a s e veglino attentam ente e d usino i mezzi necessari affinchè i tre anni di tirocinio pratico, che i chierici dev ono passare nelle C a s e do p o lo s t u dentato filosofico, siano b e n regolati, si eseguisca quanto di pratico venne e verrà ordinato sul m odo di. o cc u p are quel tem po ; e d i Direttori, in questi tre anni specialm ente,

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facciano proprio d a padri, e te ngano una cura affatto s p e ­ ciale di questi novelli figliuoli che loro vengono consegnati, e che più degli altri abb iso g n an o delle loro attenzioni non essen d o ancora del tutto formati.

Q u e s t a cura speciale nei detti tre anni è d una im p o r ­ ta nza al tutto eccezionale, p e rc h è d a essa d ip e n d e r à la p e r ­ severanza di molte vocazioni, e la b u o n a riuscita di molte altre, c h e senza d e tta cura non verrebbe ro poi in seguito a p o rtare 1 frutti dai S u p erio ri attesi, essendo in questo te m po sp e cia lm e n te che si formano i nostri chierici alla vera vita p r a tic a salesiana.

N è si cerchi di a bbre viare questo te m p o : i Direttori non appoggino facilmente le d o m a n d e di coloro che ce rcan o di abbreviarlo ; anzi incoraggino e sciolgano le difficoltà che detti chierici possono p rodurre, spe cia lm e nte col far vedere c h e anc he non essendo ancora sa cerdoti noi possiam o già a d e m p ie re la missione affidataci dal S ig n o re di o cc u p arci d ella e d ucazione dei giovanetti. V i potrà essere qu alch e e c ­ cezione, e q u a n d o vi fossero motivi gravi, co m e p e r esem pio l’esenzione dal servizio militare p e r alcune nazioni, o v o c a ­ zioni ta rdive bisognose di maggior prontezza. In tali casi i S uperiori d ara nno quei provvedim enti che saranno giu dic ati necessari ; m a in te n d o c h e le eccezioni d a farsi siano riser­

vate al R e t t o r M aggiore.

Re l a z i o n i c o i r i s p e t t i v i Is p e t t o r i.

O r a che vi ho esposto quanto di più im portante si fece nel C a p ito lo G e n e ra le , e q uanto si ottenne dalla S a n ta S e d e , p erm e tte tem i c h e torni ancora un m om ento sul p unto delle

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Ispettorie, che , com e vi dissi, c re d o il più im porta nte in questo momento p e r la C ongregazione. N o n b as ta che la S a n ta S e d e le ab b ia costituite ca n o n ic am e n te : non b asta c he io a b b i a nominati gli Ispettori : è necessario che gli Ispettori facciano ciascuno la p arte loro d e b i ta m e n te : e d è necessario che tutti d 'a c c o rd o cerchino d'aiutarsi in questo loro im porta nte e delicato compito.

P o s to lo sviluppo preso dalla nostra P i a S o c ie tà è ornai impossibile che il C a p ito lo S uperiore atten d a a tu tta la C o n - g reg azione direttam e nte . A lui devono riservarsi le cose di maggior m omento, e quelle universali, che cioè riguardano tutta la C o n g reg a zio n e ; il resto va tutto r a ggruppato attorno agli Ispettori. E ssi vedono le cose più d a vicino, co noscono meglio gii usi e d i costumi dei luoghi e d i bisogni degli indiv idui e le necessità delle case particolari. E ssi c o n o ­ sc ono i propri confratelli fin dal tem po della loro accettazione ; essi stessi avranno co ntribuito a formarli nel noviziato e nello studentato ; essi li avran tenuti d ’occhio in seguito e c o n o ­ sc eranno a pie no le abilità e le necessità degli individui.

A t t o r n o a loro perciò bisogna che ciasc u n o si stringa, a loro bisogna far capo in ogni emergenza.

A ll'Ispettore pertanto direttam e nte dovrà ogni D ire tto re inoltrare le d o m a n d e di personale, a lui ch ie d e re consiglio n elle difficoltà, a lui esporre i bisogni di aiuti materiali, e d a lui le altre richieste di qualsiasi genere. T u t t e le d o m a n d e di A scriz io n i, di Professioni, di O rd in a z io n i bisogna che p r o c e d a n o . p e r via gerarchica. C iasc uno perciò indirizzerà tu tte queste d o m a n d e al proprio D irettore. E g li le m a n d i se m pre a ll’ispettore unendovi il suo p are re od il p are re del

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C a p ito lo della sua C a sa, se condo le circostanze. L ’Ispettore poi farà q uanto occorre secondo i casi ; ma se m pre dalle sue mani, munite del suo parere, devono p ervenire al C a pitolo S uperiore .

A n c h e altra cosa d e b b o nota re qui com e di passaggio.

C o n tu tta sem plicità e b u o n a volontà, p e r cui m eritano gran lode, vari Confratelli si rivolgono al R e tto r M a g g io re a p r e n ­ d o il proprio cuore e facendo an c h e re ndic onto di tutta la loro vita passata. M e n tre io lodo costoro, c o m m en d a n d o la loro b u o n a volontà, d e b b o far notare co m e mi riesc a im ­ possibile il tener dietro a queste cose di direzione particolare.

D ’or avanti an c h e questo si concentri nel proprio D irettore e d anc he n eli’Ispettore, il q u a le d ovendo stabilire il luogo e le c a rich e e collocare i propri dipendenti, direi così, nella propria nicchia, h a bisogno di conoscere ciascuno a fondo.

E g l i leggerà volentieri le lettere di ciascuno, ascolterà d ’ufficio nelle visite che fa alle C a s e chi va a d esporgli le proprie necessità e darà anc he quelle soddisfazioni c h e fossero n e ­ cessarie.

N o ta t e p e r ò b e n e c h e non in tendo con questo di c o n ­ tr a d d ire a ll’art. 4° del C a p . III delle nostre regole, le quali ra c c o m a n d a n o di dare di tanto in tanto c onto delle cose vostre ai prin cipali S u p erio ri della C ongrega zione ; nè a quei vari punti delle D eliberazioni che invitano a scrivere di t i n t o in tanto al R e tto r M a g g io re : intendo solo di insegnare a co n c e n tra re sempre meglio le cose nel D ir e tto re e nell’I- spettore, specialm ente quelle cose che r ichiedono risposta e delib erazio ni speciali a prendersi sul conto vostro : com e n e p ­ p ure inte ndo di co n d a n n are l’appello ai S u p erio ri M aggiori

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nei casi straordinari, e il riferire al R e tt o r . M a g g io re le trasgressioni e d abusi che s’introducessero sp e cie contro i dec reti della S a n ta S e d e . In tali casi si ricorra p u r e con lib ertà al C a p ito lo S uperiore, m a questo si faccia solo q u an d o il bisogno è ev id en te e non si tratta di cose di p o c a i m ­ portanza.

Ra c c o m a n d a z i o n i a g l i Is p e t t o r i.

E qui non bisogna che tralasci di rac c o m a n d a r e agli Ispettori d ’avere una santa em ulazio ne p e r far fiorire la p ro ­ pria Ispettoria. E in primo luogo procurino essi, con m ano ferma, di mantenere in ogni C a s a la perfetta osservanza delle regole e d il vero spirito di D . Bosco. Q u i sta il ca rd in e di tutto l'avvenire della ca ra nostra S ocie tà. S e gli Ispettori non sono vigilanti o son deboli, in brev e s’in trodurrà q u a lc h e disordine, l ' Ispettoria d e c a d r à e tutta la C o n g reg a zio n e ne soffrirà detrimento. M e n tr e invece se gli Ispettori che vi sono . ora, i quali tutti ancora hanno conosciuto e trattato diretta- m ente col santo nostro fondatore e padre, l’in dim entica bile D. Bosco, com e faci lucenti daranno bu o n o esem pio e quali miniere di sale incorruttibile condira nno i p ro p ri sudditi con saggi am m aestram enti, e quali torri m unite con ogni pazienza e dottrina sosterranno lo spirito del fondatore, tutto seguirà bene, e la Congregazione nostra verrà a p ro d u rre quel frutto p e r cui venne stabilita.

P e r c iò perm ettetem i, cari Ispettori, c h e io rivolga a voi qui le p arole c h e S. P aolo rivolgeva al suo diletto T i ­ m o te o : T u vero vigila, in om nibus labora, opus f a c evan- gelistae : m inistcrium tu u m im ple (II T i m . , I V , 5); e quelle

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altre che il m edesim o rivolgeva a T i t o : In om nibus teipsum praebe ex em p lu m honorum operum , in doctrina, in integri- taie, in g ra v ita te ; verbum sa n u m , irreprehensibile (a d T it.

Il, 7-8).

E ’ solo fac endo così che tutta la P i a S o c ie tà nostra verrà nel m o ndo a d attu are quanto il S ignore vuole d a lei. N o n lasciamoci spaventare o scoraggiare dalla nostra p o ch e zz a;

è dei mezzi più meschini che si serve il S ig n o re p e r le sue o p e r e : In firm a m u n d i elegit D eu s, ut co n fu n d a t fo r lia (I C or., I, 2 7 ) : O m n ia possum us in eo qui nos co n fo rta i, e si avrà d a dire di ciascuno di noi così meschini : Iste est q u i ante D m m m agnas virtutes operatus est.

Confortati d a queste dolci sentenze dello S pirito S a n to ciascuno pensi a formare altri. N o n passi mai di m ente ad ogni Ispettore, c h e tra i suoi compiti, do p o questo generale di sostenere lo sp in to di D . Bosco, direi, il m a ggiore d eve consiste re nel p r e p a ra re al S a c e rd o z io i propri chierici. R i ­ cordin o c h e questa è forse la più g rande responsabilità che essi a b b ia n o avanti a D io, N o n si p ro pongano p e r le S a c r e O rd in a z io n i coloro che non han dato prova positiva di buono spinto, e se non si ha com e la certezza morale di d a r e alla C h i e s a sacerdoti esemplari e d alla C o n g reg a zio n e campioni, veri sa i terrae et lu x m undi, com e il S ignore vuole che siano i sa cerdoti. Badino an c h e c h e siano vera m ente b e n e istruiti nella teologia, nelle rubric he e cerim onie ecclesiastiche e di quanto occorre p e rc h è possano essere M a g istri in Israel.

M a poi anc he bisogna che ogni Ispettore a b b i a una santa am bizione di p rep a ra re confratelli esperti e dotti p e r ogni ram o d ' insegnam ento e per la predicazione e p e r le missioni.

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N o n si atten d a che i laureati a b b ia n o sem pre da venire d a T o ri n o . Bisogna che ogni Ispettore faccia del suo meglio p e r procurarsene. Indirizzi pertanto alle lauree di Filosofia, di T eo lo g ia, di Belle L e ttere, di S cienze e d alle P a te n ti M a g i ­ strali quelli che mostrano avere le doti o p p o rtu n e : badi solo c h e siano così sodi nella vocazione e così esem plari nelle virtù, che possano poi servire di guida a d altri.

A n c h e gran sollecitudine d e v e darsi ogni Ispettore di m ettersi in condizione d a far fronte, coi mezzi della propria Ispettoria, alle em ergenze delle varie sue C a se. A tal fine nel fare la loro visita esaminino a tten tam e n te lo stato e c o ­ nomico di ogni C a s a ; nè perm ettano che si facciano f a b ­ b riche o trasformazioni nei fabbricati, o spese di q u alch e consid erazio ne senza debiti permessi. V ig ilin o affinchè n e s­

suna C a s a s'im m erga nei debiti.

C e rc h in o di m o d e ra re la smania di ce lti novelli D i r e t ­ tori che a p p e n a arrivati nella casa loro destinata vorrebbero far mille riforme, d a r mano a fabbricare, demolire, modificare i fabbricati. P rim a che a b b ia n o com piuto d u e anni di d i ­ mora non si accolga la d im a n d a di simili o p e re di q u alch e importanza. P e r c iò an c h e nel proporre qualcuno alla carica di D iretto re o di P refetto facciano attenzione che fra le altre qualità a b b i a a n c h e quella di saggio amministratore.

P ro c u rin o gl'ispettori di essere diligenti nel visitare le proprie C a s e e d esatti nell'osservanza delie norm e prescritte d alle D eliberazioni Capitolari per tali visite.

P e r essere più in libertà di fermarsi q uanto occorre in ciascuna C a s a si liberino della direzione della C a s a Isp e tto ­ riale, affidandone la cura a d un Direttore. T a n t o più ciò è

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necessario p e r c h è è pur prescritto dalle R e g o le C a n o n ic h e e d a l l’uso delle più fiorenti Congregazioni e d O r d i n i Religiosi.

D o v r à inoltre ogni Ispettore avere il suo segretario perc hè lo aiuti nelle visite e per d a r corso agli affari sia durante le sue assenze, sia durante la sua dimora nella C a s a Isp et­

toriale.

Ra c c o m a n d a z i o n i a i Di r e t t o r i.

O r a che ho tr a c c ia te le linee generali, e d ho special- m e n te rivolta la parola agli Ispettori, perm ettetem i che io d i ­ sc e n d a a d alcuni avvisi particolari, che mi stanno a n c h e molto a cuore p e rc h è necessari, e che riguardano spe cia lm e nte i Direttori.

O g n i D ire tto re ab b ia an c h e egli una sa nta am bizione di co o p e ra r e efficacemente col proprio Ispettore al b e n e della C o n g re g a z io n e tutta e dei giovanetti alle nostre cure affidati.

C o o p e r a r e con zelo indefesso affinchè la sua C a s a divenga co m e luc erna risplendente nella Ispettoria col bu o n o esem pio n ell’esecuzione perfetta di ogni a n c h e più p ic co la regola.

C o o p e r a r e con a tten d e re sollecitam ente alle vocazioni che il Sig n o re ci m a nda, e prim a di tutto col conservare e d e d u ­ ca r e quelle che già ci ap p a rten g o n o , cioè i professi p e r ­ petui e p articolarm ente quei confratelli che coi voti triennali furono m a n d ati in vostro aiuto. E poi coll’a iu tare a far s b o c ­ c iare le vocazioni nei giovanetti delle proprie C a se .

S tudiatevi di p ote r c o o p e ra re coi propri risparmi, affin­

c h è l’ispettore possa pro v v ed e re a tutte le n ec essità d ell’I- spettoria.

N o n vi siano egoisti ; anzi si a b b i a cuor generoso, rico r­

so

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da te e d app lic a te anc he qui il D a te, et d a bitur vobis: m en- suram bonam et confertam et coagitatam et su p e ra fflu e n te m d a b u n t in sinum vestrum ( L u e . V I , 38).

F a pena che alcuni D irettori d ia no così stentatam ente la loro quota per so stenere il noviziato corrisponde nte. Ben c o ­ nosc o che delle difficoltà ne sorgono se m pre, e che, se si aspetta a regolare questa partita do p o d 'a v e r regolate tutte le altre di casa, si trova difficoltà nella riu scita; ma voi c a m ­ b ia te l’o rd in e: com inciate a regolar questa p e r la prim a, e vedrete che il S ig nore vi aiuterà a regolare b e n e a n c h e le altre.

S i a b b i a un im pegno com une di evitare ogni spesa di fabbricazione : non si cerchi poi mai nelle fabbriche l’e l e ­ g an z a: solo si cerchi la solidità, l’igiene e la com odità disci­

plinare. Si evitino tu tte le altre spese non assolutamente necessarie. Q u e s t o deve starvi a cuore an c h e p e r non lasciai d ebiti ai propri successori p o te n d o essere ca m b ia ti d a un an no all’altro. C h e p e n a avrà sofferto q u a lc h e D ire tto re nel la sciare al proprio successore una ere dità di gravi debiti ! e che imbarazzo pel successore nel sobba rc arsi a peso così penoso !

Q u a n d o poi si ha il permesso di fabbrica re si p ro c e d a a misura c h e arrivano 1 mezzi: non si a b b ia p re m u r a : quello che non si p u ò fare in un an no si farà in un altro od a n c h e in d u e o più anni. N o n posso fare a meno di en c o m ia re qui la pru d en z a di qu alch e nostro D ir e tt o re che accintosi coi deb iti permessi a q u alch e fabbricazione si assunse pur l’im pegno di non aggravarsi di debiti. Industriandosi con sol­

lecitudin e a cercar i mezzi p ro c e d e bensì un p o ’ più adagio , m a con maggior sicurezza. P e r essere b u o n D irettore non

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b asta aver ingegno, non b a s t a n e p p u r e aver virtù: è n e c e s ­ sario l'u n o e l’altra, ma è pur in dispensa bile la diligenza e d av vedute zza n e ll’amministrare ; non basta n e p p u re aver zelo p e r in tr a p re n d e r e grandi o p e r e ; ci vuole la p i u d e n z a nel m i­

surare le forze personali e materiali della p ro p ria C a sa . F i ­ nora la nostra S ocie tà godeva rip utazio ne di co m piere i p r o ­ pri doveri verso 1 creditori : ma d o p o alcuni avvenim enti e peric oli di fallimento di q u alch e C a s a , si corre rischio di p e rd e re la fiducia del pubblico. T e n i a m prese nte la ra c c o ­ m a ndaz ione del V e n e r a b i l e B e d a : S erv a le diligentiam in ad- m inistratione; vigilantiam , m isericordiam , constantiam in d i­

sciplina.

U n ’ultima cosa m e tto qui in fine p e r c h è resti più impressa. P e r tutte le cose ac c e n n a te e p e r la regolarizza­

zione dei Noviziati e S tu d en ta ti filosofici, e per l’esercizio del ministero delle Confessioni e sp ecialm ente p e r la costi­

tuzione delle Ispettorie e degli S tu d e n ta ti teologici si ri­

c h ie d e molto personale, e personale scelto. Bisogna ce rcar m odo di formarlo, dissi; bisogna che cerchiam o di non lasciar svanire quello c h e il S ignore ci h a già m a n d a to ; bisogna atte n d e re a coltivare le vocazioni nelle nostre C a s e ; ma tutto questo in circostanze così stringenti e pressanti non basta ancora: è necessario che andiam o più a d a g io n e ll’aprire nuove C a s e e n ell’am pliare lo sc opo delle C a s e già aperte.

A n c h e nelle Missioni si vada molto ad a g io n e ll'acc et- tare nuove fondazioni, e d ogni Ispettore si faccia un vero sforzo per non sp in gere il C a p ito lo S u p e rio re a d aprire nuove C a s e , anzi, q u a n d o non vi sono c h i a n e gravi motivi di convenienza e di maggior gloria di D io , sappiano, subito

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c h e si faccia una offerta di casa, dare in bel m odo un ri­

fiuto decisivo senza nem anc o dire a quelle perso n e c h e si rivolgano ai Superiori M aggiori. Possono invece p re n d e re l’occasione di p reg a re quelle persone b en e m e rite, che offri­

r e b b e ro somme p e r l’a p e rtu ra di nuove case, a sp e n d ere quelle m e desim e somme p e r aiutare a so stenere quelle che già vi sono; e se occorre, poiché esse son d ec ise a far del b e n e al proprio paese, si suggerisca che piuttosto fondino posti gratuiti o semi-gratuiti pei giovani dei propri paesi, in collegi già esistenti ; ma si stia indietro d a ll’aprire case nuove, sia pel motivo esposto della deficienza di personale sia an c h e p e r non so vraccaricare di collegi una regione in cui un nostro collegio ab b ia poi a servire di nocum ento ad

un altro.

Intanto facciam oci coraggio, o miei buoni figliuoli. D a c c h é n e l l’an no scorso ci siamo co n sac ra ti al S a c ro Cuoi e di G e s ù , il S ignore, un p o ’ con zuccherini, un p o ’ con pillole, ci h a fatto progredire. A m ia m o lo , lodiamolo, b en e d ic iam o lo q u esto b u o n Signore. E gli non lascerà di co ntin uarci i suoi benefizi; ma, p e r carità, non lasciamo di co rrisp o n d e re ; e nelle cose pro sp ere e d in quelle an c h e c h e ci sem brano avverse procuriam o di vede r sem pre la m ano del S ig n o ie e serviamoci di ogni circostanza per animarci a far del b e n e n el suo santo nome.

L a grazia di N . S. G . C . sia sem pre con voi, o miei b uoni figliuoli, e voi, colle vostre preghiere, fate c h e anc he essa sem pre si accresca in me.

V ostro c ff.m o in G. e M . S ac. Mi c h e l e Ru a.

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A v v e r t e n z e .

L e ttu r e C attoliche.

1. N e l l ’an no prossim o c a d e il cinquantenario della fon­

dazione delle L ettu re C a tto lich e. E ’ questo un gran fatto p e r la nostra S ocietà. T u t t i gli antichi ricordano com e esse for­

m a rono p e r molti e molti anni una delle cure più gravi per D . Bosco, quanto p e r sostenerle e b b e a soffrire, e con quale im pegno an c h e nella sua più ta rd a età se ne interessasse e cercasse di a c c rés cere il num ero degli associati. Io desid ero c h e si dia da tutti gli Ispettori e Direttori u n a im portanza massima a questo fatto. S p e ro con apposita circolare ritor­

nare su questo soggetto p e r indic are p ra tic a m e n te in che m odo ciascuno possa meglio concorrere, m a fin d ’ora mi r ac co m a n d o c h e si cerchi di far conoscere la cosa, e s p e ­ cialm ente di far aum enta re il num e ro degli associati. C h i poi avesse q u a lc h e suggerim ento a darmi o q u a lc h e progetto d a proporm i p e r ce le b ra re meglio detto giu bileo c i n q u a n ­ tenario o p e r far ac crescere il num ero degli associati, me lo manifesti, che io lo riceverò volentieri e già fin d ’ora lo ringrazio.

C orrispondenza epistolare.

2. In secondo luogo mi r ac co m a n d o q u a n to so e posso affinchè q u an d o io affido a qualcuno, sia Ispettore o D irettore, sia su baltern o, l’incarico di r isp o n d ere a q u a lc h e lettera, non si lasci mai di farlo. A n c h e q u an d o fosse d a dare u n a n e ­ gativa o sospensiva, o quasi non si sapesse com e sb rig are la cosa di cui si tratta, non si lasci mai di rispondere nel

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i m d o migliore c h e si crede. 11 non rispondere a lettera ri­

c e vuta q u a n d o richiede risposta è un vero atto d ’inciviltà, c h e indispettisce la g en te: nessuno per sua negligenza faccia fare questa cattiva figura al R e tto r M aggiore.

C i ò che rac co m a n d o per conto mio, si ritenga p u re per le altre corrispondenze di q u alch e im portanza : si sia fedeli e solleciti a rispondere alle lettere che esigono risposta.

G ia c c h e siamo in argomento di lettere, ritorno a d inculcare ai confratelli, particolarm ente ai missionari, di non lasciare tr o p p o lu ngam ente i loro genitori e famiglie senza inform a­

zioni sulla loro salute, ecc.

F a co ltà di celebrare in m are.

3. A n c h e una consolante notizia ho d a comunicarvi.

C o n dec reto in data 4 N o v e m b re 1901, ci fu conferita fa­

coltà, per tutti i nostri preti che dev ono viaggiare in mare, di pote r nel tragitto ce lebrare la santa M e ssa . S p e r o di fare stam pare un m odulo apposito, affinchè coloro, i quali hanno d a viaggiare, p rese n tan d o quello alle d e b i te autorità, non a b b ia n o a trovar ostacolo di sorta.

A lta r e privilegiato particolare.

4. F in dai tem pi del nostro am ato P a d r e D . Bosco i S ace rd o ti Salesiani godevano d e ll’indulto d ell’altare privile­

giato personale ter in hebdom ada, ora cre do oppo rtu n o ri­

chiam a re alla m em oria che la S a n ta S e d e fin dal 1894 con R e scritto del 2 6 maggio estese b en ig n am e n te tale indulto a tutti ì giorni d ella settimana, quotidie, in q u a lu n q u e chiesa, od altare e per qu a l sivoglia defunto essi celebrino la santa M essa.

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B en e d izio n e d el S . P a d re . A com une consolazione cre do o p p o rtu n o p o rre qui un estratto della lettera che il R e v .m o nostro P ro c u ra to r e G e ­ n erale mi scriveva il 2 F e b b ra io del corrente anno.

Roma, li 2 F ebbraio 1902.

R e v .m o P a d re in G. C.

O g g i eb b i l’onore di essere ricevuto dal S. P a d r e per la consueta offerta del cereo. E g l i era sorridente e d in p e r ­ fetta salute. C o n somma b ontà chiese notizie della S. V . R . e dei nostri Istituti, pei quali e b b e p arole di tanta sollecitudine e benevolenza, c h e mi s a r e b b e diffìcile ripetere. S i c o m ­ p ia c q u e in caricarm i di com unicare la sua b e n e d iz io n e alla S. V . R . , a tutta la S ocietà, ai C o operatori e alle C o o p e - ratrici. U n particolar pensiero volse di poi ai nostri alunni:

— E com e stanno, E g li disse, i vostri numerosi ragazzetti?

— Benissimo, S antità. Essi ci d àn n o vere consolazioni.

C e rto invid iano la mia sorte, e s a re b b e r o b e n lieti se p o ­ tessero trovarsi qui con me ai vostri piedi.

— E b b e n e , salutateli quei cari figliuoli. F a te loro sapere c h e li b e n e d ic o tutti, e li b e n e d ic o di cuore. —

S e i nostri alunni avessero u d ito con q u an to affetto venivano pronunziate queste frasi, c re d o che n e sa re b b ero a n d a ti sa ntam ente entusiasmati.

L ie to di -adempiere un sì gradito inc arico ho il pia ce re di ripetermi

D . S. V . R . D e v .m o q u a l F iglio S a c . G . Ma r e n c o.

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Q u e s t a b e ne diz ione confermò con effusione del suo p a ­ terno cuore il giorno 3 del corrente M a rz o, q u a n d o p e r mezzo di mia lettera gli vennero presentate le felicitazior,i di tutta la nostra P i a S o c ie tà pel suo Pontificale G iu b ile o , co m e ci venne com unica to d a S . E . R e v .m a M ons. R i ­ naldo A n g e li, suo segretario particolare. — R ic onosc enti ringraziamo vivamente il S ig nore e contin uiam o a p re g a re fervorosamente per la sua preziosa conservazione.

Intanto i D iretto ri si dia no prem ura di co m u n ica re ai loro dip e n d en ti e spe cia lm e nte agli alunni queste Pontificie B e ­ nedizioni, esortandoli a d unirsi a noi nel p reg a re pel S o m m o Pontefice.

S o n o p u r lieto di mandarvi, unitam ente alla presente, il sunto delle deliberazioni prese nell’ultimo C a pitolo G e n e ra le .

D o v e r i d e g l ’is p e tto r i.

N . 25.

Torino, Solennità del S. N atale di N. S. G. C., 1902.

M ie i carissim i Ispettori,

" A p p a r v e la grazia di D io nostro S alvatore ", le ggem ­ mo nell’epistola della scorsa notte : sì, la grazia a i N o stro S ignor G e s ù Cristo, sempre scesa ab b o n d a n tis sim a sulla n o ­ stra pia S o cie tà, c r e b b e di molto dal giorno in cui ci siamo in tieram ente , noi e tutta la Società insieme, consacrati al S a ­ cratissimo C u o r e di G e s ù . D o p o di allora c o m inciò u n a s;-

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stemazione fra noi più co m p a tta ; furono erette c a nonic am e nte le Ispettorie e si sistemarono con precisione i N oviziati: da allora entrò fra di noi, c oll’aiuto di vari consigli ed o r d i ­ nazioni della S a n ta S e d e , una nuova vita, quasi un nuovo ordine di idee, una nuova b ram a di sistemare a n c h e le più p ic cole nostre cose p e r r en d e rle ognora più conformi alle viste della C hiesa, e così consolidarle e r en d e rle im ­ periture.

M i è caro pertanto prende re questa occasio ne delle feste Nata lizie p e r rivolgermi a voi, o miei carissimi Ispettori, c e r ­ care di stringerm i sem pre più a voi, e trattenerm i con voi di varie cose della più alta importanza, c h e rig u ard an o il b e n e universale della nostra P i a S o c ie tà e spe cia lm e nte l’ul­

tima e definitiva sistemazione delle nostre Ispettorie.

S ì: la cosa, di cui mi pare siavi al p rese n te maggio r b i ­ sogno fra noi, si è a p p u n to di consolidare l'organizzazione delle nostre Ispettorie. G ià da molto tem po si te n d e a q u e ­ sto, e già D o n Bosco, nel C a p ito lo G e n e r a le secondo, d i ­ spose che si trattasse a fondo questo argomento, e fu allo;a c h e fece com pilare il R e g o la m e n to p e r l ’ispettore, attorno al q uale lavorò esso stesso con tutta l’attenzio ne e d affetto.

In ques t'a n n o poi ( 1 9 0 2 ) si fece a questo rig uardo un passo grandissim o e decisivo, c h e io, non avendo avuto occasione di com unicare ufficialmente, vi com unico ora, p re n d e n d o q u e ­ sta circosta nza per farlo. V i an nunzio perta nto , che , con d e ­ creto 20 G e n n a io di questo medesimo anno, furono erètte ca n o n ic a m e n te le nostre Ispettorie in num ero di 3 1 , le quali, con d u e già formate e non ancora ca n o n ic am e n te erette ( S a ­ cro C u o r e e M e ssic o ) , formano il bel num ero di 33, cor-

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