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(1)

LA COORDINAZIONE MODULARE LA COORDINAZIONE MODULARELA COORDINAZIONE MODULARE LA COORDINAZIONE MODULARE

Università degli Studi della Basilicata Facoltà di Architettura

Laurea Specialistica in Ingegneria Edile-Architettura

Tecnologia dell’Architettura I prof. arch. Sergio Russo Ermolli a.a. 2009-2010

(2)

Con il termine MODULO vengono definiti sia la misura fondamentale di un sistema di

ordinamento geometrico, sia un elemento del sistema sulla base di principio ordinatore (es.

pilastri, pannelli di chiusura, cellule tridimensionali).

Si indica un parametro che viene scelto come riferimento per determinare il coordinamento dimensionale delle parti ai fini del proporzionamento dell’organismo architettonico oppure a scopi produttivi in relazione alla fase realizzativa.

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Nell’antica Grecia il Modulo era un elemento utilizzato per realizzare edifici proporzionati (diametro della colonna).

Per i Romani era utile per definire l’impianto urbano (Pavia) oppure il passo delle arcate nella realizzazione degli acquedotti (mattone).

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Lo schema delle chiese vede l’utilizzo di un modulo-campata

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- Pianta modulare anche in assenza di sistemi costruttivi industrializzati

- Regole esclusivamente geometriche e compositive

Palladio, Villa La Rotonda, Vicenza (1570)

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La crescente articolazione del quadro

esigenziale porta alla realizzazione di edifici sempre più complessi (sia dal punto di vista funzionale, che formale e costruttivo).

Il Modulo diventa quindi uno strumento, assumendo finalità tecniche, utilitarie e produttive, con diversi obiettivi: risparmio economico, semplificazione e velocità di esecuzione

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Progettazione dell’organismo edilizio attraverso parametri di riferimento modulari

Progettazione del componente industrializzato

Il Modulo serve da base dimensionale per i prodotti edilizi industrializzati e li raccorda rispetto al progetto dell’intero organismo edilizio

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LA COORDINAZIONE MODULARE LA COORDINAZIONE MODULARE LA COORDINAZIONE MODULARE LA COORDINAZIONE MODULARE

- con la sua applicazione si cerca di creare una correlazione dimensionale

programmata tra i componenti edilizi tale da permettere il formarsi di una offerta di prodotti industrializzati per l’edilizia intercambiabili e dimensionalmente

relazionati

- la modularità può essere applicata al componente edilizio (totalmente oppure parzialmente, solo in lunghezza per esempio), oppure all’oggetto edilizio (nel suo complesso oppure solo ad una parte di esso)

complesso oppure solo ad una parte di esso)

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M is u re d i p a rte n z a

MODULOR: basato sulla sezione aurea (ovvero il rapporto fra due lunghezze disuguali, delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due, oppure tra la lunghezza minore e la loro differenza) e impostato sulla figura umana maschile

M is u re d i r ife rim e n to M is u re d i p a rte n z a

Le Corbusier, Unité d’Habitation, Marsiglia (1947-52)

M is u re d i r ife rim e n to

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Esempio significativo in cui si è tentato di avere un modulo che fosse sia una regola di proporzionamento compositivo e formale, che uno strumento tecnico

Le Corbusier, Unité d’Habitation, Marsiglia (1947-52)

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Tipo edilizio a corridoio, 337 alloggi. Grande varietà di tagli e soluzioni distributive diverse.

Servizi collettivi sia ai piani intermedi che sulla copertura.

Le Corbusier, Unité d’Habitation, Marsiglia (1947-52)

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Le Corbusier, Unité d’Habitation, Marsiglia (1947-52)

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Giuseppe Terragni, casa del Fascio (1932-36)

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Giuseppe Terragni, casa del Fascio (1932-36)

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COORDINAZIONE MODULARE

L’impiego di elementi

prefabbricati per gli impalcati e di pavimentazione in lastre di travertino interagiscono con la griglia di coordinazione, imponendo la soluzione costruttiva fra trave e pilastro.

Ludwig Mies van der Rohe, casa Farnsworth, Plano, Illinois (1946-50)

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COORDINAZIONE MODULARE

Ludwig Mies van der Rohe, casa Farnsworth, Plano, Illinois (1946-50)

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COORDINAZIONE MODULARE

Dubosc & Landowsky, Castel Eiffel, Dijon (1984)

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STRUTTURE IN ACCIAIO

Ludwig Mies van der Rohe, casa Farnsworth, Plano, Illinois (1946-50)

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STRUTTURE IN ACCIAIO

Ludwig Mies van der Rohe, casa Farnsworth, Plano, Illinois (1946-50)

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STRUTTURE IN ACCIAIO

Ludwig Mies van der Rohe, Neue Nationalgalerie, Berlino (1962-68)

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STRUTTURE IN ACCIAIO

Ludwig Mies van der Rohe, Neue Nationalgalerie, Berlino (1962-68)

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STRUTTURE IN ACCIAIO

Ludwig Mies van der Rohe, Teatro nazionale di Mannheim, Germania, 1952-53

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STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Mario Cucinella, Sede iGuzzini, Recanati, 1996

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STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO

Mario Cucinella, Sede iGuzzini, Recanati, 1996

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STRUTTURE IN MURATURA PORTANTE

Gino Valle, residenze alla Giudecca, Venezia (1980-86)

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STRUTTURE IN MURATURA PORTANTE

Gino Valle, residenze alla Giudecca, Venezia (1980-86)

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STRUTTURE IN MURATURA PORTANTE

Gino Valle, residenze alla Giudecca, Venezia (1980-86)

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LA MODULARITA’ DELLE FACCIATE

La facciata è articolata partendo da una

dimensione modulare ripetuta. L’impianto modulare della struttura è coordinato per interassi ai quali si raccordano le dimensioni modulari della facciata.

Ludwig Mies van der Rohe, Istituto di Chimica, IIT, Chicago (1945)

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LA MODULARITA’ DELLE FACCIATE

Mario Botta, edificio residenziale, Lugano

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LA MODULARITA’ DELLE FACCIATE

Renzo Piano, Complesso residenziale in rue de Meaux, Parigi, 1987

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LA MODULARITA’ DELLE FACCIATE

La facciata si articola partendo dal progetto del telaio in GRC che definisce un “modulo oggetto”, volto ad accogliere soluzioni di chiusura diversificate in relazione agli spazi interni.

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COORDINAZIONE MODULARE

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COORDINAZIONE MODULARE

Reticoli spaziali

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Articolazione delle dimensioni verticali Sistema modulare di lunghezze

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Regole di coordinazione

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COORDINAZIONE MODULARE

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SOLUZIONI PER LA FONDAZIONE

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SOLUZIONI DI CHIUSURA

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SOLUZIONI DI CHIUSURA CON PANNELLI IN C.A.

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SOLUZIONI D’ANGOLO

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COORDINAZIONE PER INTERASSI

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COORDINAZIONE PER FASCE TECNICHE (“TARTAN”)

Riferimenti

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